È da sempre punto di riferimento di varie culture per le sue articolate e millenarie vicende storiche. È nota per la bellezza del suo centro storico in stilerinascenza bulgara (ovvero ilRinascimento bulgaro di inizio Ottocento), uno dei meglio conservati del paese. È servita da unaeroporto.
La città è situata sulle sponde delfiume Marica, nella parte meridionale dellapiana di Plovdiv, unapianura alluvionale che forma la parte occidentale dell'Alta pianura di Tracia, circa152 km a sud-est diSofia. È circondata dagliAntibalcani a nord-ovest e daimonti Rodopi a sud. L'area metropolitana si estende su una superficie di101 km². Questo dato, unitamente a quello della popolazione, la rende la città più densamente popolata del paese con 3 776 abitanti per km².
Il territorio su cui sorge Plovdiv comprende sei colli disienite, tradizionalmente chiamatitepeta: Džendem, Bunardžik, Sahat, Nebet, Džambaz e Taksim. Sugli ultimi tre si trova il nucleo centrale e antico della città. Fino all'inizio del XX secolo i colli erano sette, ma il più piccolo (Markovo Tepe) è stato distrutto.
Ilclima temperato è caratterizzato da un forte contrasto di temperature tra estate e inverno, che lo rende molto simile ad unclima continentale. Le estati sono in genere calde e secche, mentre gli inverni spesso sono molto freddi. La temperatura media annua è di12,3 °C, la temperatura massima media si raggiunge a luglio (33 °C). L'umidità relativa media è del 73% ed è più elevata in dicembre (86%) e più bassa ad agosto (62%). Le precipitazioni totali sono di540 mm; i mesi più piovosi sono maggio e giugno, con una media di66,2 mm, il più secco è agosto (31 mm). In un anno cadono mediamente da 2 a4 cm di neve, ma in alcuni inverni si possono raggiungere70 cm o più. Le nebbie sono frequenti nei mesi più freddi, soprattutto lungo le rive del Marica.
Filippopoli: incisione dell'anfiteatroFilippopoli:Chiesa di Santa Marina; affreschi del porticato esterno - esonartece
L'importanza di Plovdiv risale all'età antica: capitale, con il nome diEumolpias, della tribù deitraciOdrisi, nel 341 a.C. fu presa da reFilippo II di Macedonia (padre diAlessandro Magno), che la ribattezzò "Filippopoli" (ingreco antico:Φιλιππόπολις?,Filippópolis).
Dopo lacaduta dell'Impero macedone, la città riprese il ruolo di capitale degli Odrisi, in rapporto di discontinua amicizia con iromani insediatisi inMacedonia, che si impadronirono della città nel 46 d.C., dopo un'aspra battaglia condotta dall'imperatore Claudio.
Traiano la restaurò eMarco Aurelio la fece capitale dellaTracia romana; cinse di mura i tre colli centrali e da questi denominò la cittàTrimontium. Essa divenne ben presto splendida e importante, al punto da battere moneta.
Trimontium fu il crocevia di importanti strade imperiali provenienti dal nord e dall'ovest deiBalcani. Qui le strade, tra cui la fondamentalevia Militaris, si univano e conducevano aBisanzio.
All'inizio delIV secolo vi furono martirizzati 38 cristiani, in parte del luogo e in parte provenienti da Bisanzio. In questa florida epoca Filippopoli si dotò di terme, teatri e grandiosi edifici pubblici, in parte ancora visibili.
L'assalto deibarbari ebbe inizio nel 251 con la comparsa deiGoti; nel 447 gliUnni distrussero la città quasi del tutto e un secolo più tardiGiustiniano la riedificò e riarmò di mura. Nel 679, di fronte alla minaccia costituita daibulgari, gliimperatori di Costantinopoli vi fecero affluire una folta colonia diarmeni esiriani nonortodossi, dai quali si sarebbe presto propagata l'eresia bogomila (poi passata inSerbia e da qui in Occidente, comeeresia catara). Nell'812 ilkhan bulgaroKrum riuscì a entrare a Filippopoli, poi definitivamente conquistata nell'834 e ribattezzataPàldin. Il ritorno deibizantini si ebbe alla fine del X secolo con la vittoria dell'imperatoreGiovanni I Zimisce sui bulgari e sullaRus' di Kiev, che avevano conquistato le regionidanubiane; nel 1018 Filippopoli ridiventò quindi bizantina.
La città subì gravi distruzioni in occasione del passaggio delleCrociate: nel 1096 da parte diGoffredo di Buglione; nel 1147 da parte delre di GermaniaCorrado III di Hohenstaufen; nel 1189 da parte diFederico Barbarossa; e ancora nel 1203, per mano dell'impero latino di Costantinopoli. A questo periodo risale anche il ritorno dei bulgari, che s'impadronirono nuovamente della città nel 1206. Da questa data al 1322 Filippopoli passò di mano fra i bulgari e i bizantini non meno di undici volte.
Nel 1364 la città fu conquistata daiturchi diMurad I. Dopo un breve tragico periodo di lotte tra principi turchi, la città venne ribattezzataFilibè e fu fatta capitale delbeilicato diRumelia. Da allora conobbe una grande prosperità, grazie ai commerci che si spingevano ben oltre i confini dell'Impero ottomano, rotta solo dalle lotte religiose tra i siro-armenipauliciani (riunitisi conRoma alla fine del XVI secolo) e i greco-bulgariortodossi.
Solamente nel1885, anno in cui la Rumelia orientale si unificò colprincipato di Bulgaria in ununico Stato, Plovdiv tornò sotto la sovranità bulgara.
In seguito allaseconda guerra mondiale, la Bulgaria entrò nell'orbita dell'Unione Sovietica, ma Plovdiv rimase un centro vitale del movimento democratico, che fece cadere il regime comunista nel1989.
Monastero di Bačkovo: a una trentina di chilometri da Plovdiv, fu fondato nel 1083, è secondo per importanza storica e valore artistico solo almonastero di Rila. Al centro del complesso monastico si trovano due chiese unite fra loro: la più piccola, dedicata agliarcangeliMichele eGabriele, è del XII secolo; la più grande, dedicata allaVergine Maria, è del 1604. Principale attrattiva della chiesa è l'icona della Vergine, ritenuta miracolosa, che potrebbe risalire all'VIII secolo. Il suo rivestimento fu prodotto nel 1819 dalla scuola di gioielleria dello stesso monastero. Fuori dal recinto monastico si trova l'ossario dellaSanta Trinità, a due piani, dell'XI secolo. La cappella reca influenze orientali, armene, siriane e georgiane; l'alternanza di pietra e cotto nella muratura esterna è propria dello stile del primoregno bulgaro. All'interno sono custoditiaffreschi della seconda metà del XIII secolo, tra i più alti esempi diarte bizantina.
Costruito nel II secolo, ilforo era il centro economico, politico e culturale di Filippopoli. Di forma quadrata, misurava184 m per136 m ed era circondato da un portico colonnato. Ai lati orientale, meridionale e occidentale sorgevano magazzini, a nord si trovavano gli edifici più importanti, alcuni in parte riportati alla luce. Nella parte nord-orientale del foro sorgono i resti dell'Odeon.
Fu eretto tra il 114 e il 117, sottoTraiano, come risulta da un'iscrizione ivi scoperta. Lacavea allo stato originale era in grado di accogliere dai5000 ai7000 spettatori. Settori diversi del teatro erano riservati ai distretti in cui era divisa la città. Attualmente della cavea si sono conservate quattordici gradinate, che, insieme ai resti dellascena e delproscenio, testimoniano la ricchezza decorativa dell'edificio.
L'antico stadio di Filippopoli si trova nella centralissima piazza Džumaja. In origine fu usato per lo svolgimento dei giochi atletici. Qui ebbero luogo i giochi di Kendrijski e Alessandria, in onore del dioApollo e diAlessandro Magno. Solo alla fine del IV secolo lo stadio cominciò ad essere utilizzato come pista da gara per le corse dei carri, perché l'imperatoreTeodosio proibì i giochi atletici.L'antico circo romano poteva ospitare circa30000 spettatori e fu uno degli edifici più imponenti e indicativi della città.
In un passaggio aperto nel sottopasso pedonale del bulevard Zar Boris III Obedinitel, fra le rovine dei palazzi risalenti all'epoca del dominio romano, si trova il centro culturale Trakart, il cui interno custodisce mosaici del III secolo, notevoli per dimensione e stato di conservazione. Furono rinvenuti in loco negli anni ottanta del XX secolo, scavando fra i resti di una grande casa ricostruita dopo la devastazione gota del 251. Dell'abitazione, che era collegata alla vicina basilica, nel IV secolo sede di un importante concilio ecumenico, non rimangono che le fondamenta, utili comunque per leggere la planimetria: si distinguono l'ingresso principale della casa, le stanze e parte del quadriportico.
Dettaglio del monumento ad Alyosha a Plovdiv, visto da est al tramonto. Sullo sfondo si vede la collina di Mladezhki.
IlMonumento ad Alyosha è un manufatto dedicato alla liberazione dall'occupazione nazista della città bulgara di Plovdiv, situato sulla collina di Bunardzhik, "Collina dei liberatori". Il monumento raffigura un soldato sovietico.
IlMuseo archeologico regionale di Plovdiv, inaugurato nel 1882, è una delle prime istituzioni culturali bulgare. Possiede una collezione di 100 000 reperti, tra le più ricche del patrimonio culturale di Plovdiv e del suo territorio.
Il museo custodisce iltesoro di Panagjurište, uno dei tesori traci di maggior rilievo e importanza della Bulgaria. È composto da oggetti in oro, che appartenevano a un sovrano trace sconosciuto della tribùOdrisi, che regnò tra la fine del IV e l'inizio del III secolo a.C. Prodotto aLampsaco, città dell'Asia Minore, è composto da un set di nove oggetti, utilizzati per riti cerimoniali, con un peso complessivo di 6,1 kg. Il set comprende unaphiale (un piatto) e ottorhyta (contenitori) di forme diverse, ma sempre zoomorfi (a testa di cervo e ariete) oantropomorfi (a testa diamazzone). Il tesoro è stato rinvenuto nel 1949 in una tomba trace vicino alla città diPanagjurište, neldistretto di Plovdiv. Inoltre il museo espone una ricca e variegata collezione di antiche opere d'arte greca,romana ebizantina.
A Plovdiv è presente laBiblioteca nazionale Ivan Vazov, la seconda biblioteca della Bulgaria sia per consistenza del patrimonio librario sia per antichità di fondazione.
La principale via d'accesso alla città è l'autostrada Trakija, che unisce la capitale Sofia al porto diBurgas.
Plovdiv è attraversata in senso ovest-est dalla statale I-8. Dalla città originano anche la II-64 perKarlovo e la II-86 per ildistretto di Smoljan e la frontiera greca.