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Filiberto Menna

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Filiberto Menna

Filiberto Menna (Salerno,11 novembre1926Roma,6 febbraio1989[1]) è stato unostorico dell'arteitaliano, studioso diarte moderna, docente universitario all'università di Salerno e alla facoltà di architettura dell'università La Sapienza diRoma.

Biografia

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Suo padre eraAlfonso Menna, sindaco di Salerno dal1956 al1970. Laureato in medicina prima che in storia dell'arte. Grazie alla sua pubblicazione diLa profezia di una società estetica, trova affinità poetica con l'artista sardaMaria Lai. Nel 1959 sposò Bianca Pucciarelli, poetessa nota con lo pseudonimo diTomaso Binga, di origini prettamente lucane. A partire dal 1960 si delinearono con chiarezza i tratti salienti dell'orientamento critico del Menna. Del 1962 il suo primo libro, un importante saggio dedicato aMondrian, artista che ricorrerà costantemente nella biografia intellettuale di Menna, il quale prosegue le sue ricerche nell'ambito delle Avanguardie storiche occupandosi di Futurismo. Si schierò nettamente a favore delle forme più rigorose di astrazione, in altri interventi approfondì la natura e ildesign: da tale esperienza nacque il libroIndustrial design, nel quale è già pienamente sviluppato il tema di una possibile integrazione dell'arte con la produzione industriale e quindi con la società moderna. Sempre attento a riflettere sul ruolo della critica (Critica della critica, 1980) e a discutere i temi dell'architettura e del disegno industriale (Industrial Design, 1962,La regola e il caso.Architettura e società, 1970), nel corso degli anni Filiberto Menna ha accompagnato l'impegno di ricerca con un'intensa attività curatoriale - è stato, tra l'altro, commissario allaBiennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma – e di critica militante.

Storico dell'arte, teorico, critico militante, docente universitario, curatore di mostre, operatore culturale politicamente impegnato, Filiberto Menna ha incrociato nelle sue scritture discorsi e saperi differenti, ragionando di pittura edesign, architettura e città, estetica, poesia, riconoscendo nel Moderno il nodo privilegiato della propria riflessione.

Giunto alla critica d’arte dopo studi in Medicina, Filiberto Menna si è formato alla scuola diLionello Venturi e diGiulio Carlo Argan, che lo introducono alla esigenza di fare dello studio dell'arte una scienza. Nel 1962 pubblica la prima monografia dedicata a Piet Mondrian (riedita nel 1999), cui segue, nel 1967, quella suEnrico Prampolini, volumi che privilegiano l'analisi di figure significative dell'Avanguardia storica, oggetto di riflessione nel saggio, edito per la prima volta nel 1968,Profezia di una società estetica.

Verso la fine deglianni '60 era stato il riferimento culturale delmovimento artistico dellapittura analitica[2]

Risale agli anni fra il Sessanta e il Settanta l'interesse per ilSurrealismo, che nel corso dell'anno accademico 1972-73 fu al centro delle attività dell'Istituto di Storia dell'Arte dell'Università di Salerno diretto da Filiberto Menna, che nell'ateneo salernitano è stato titolare della cattedra (la prima in Italia) di storia dell'arte contemporanea e preside della Facoltà di Magistero fino al trasferimento nel 1978 alla facoltà di Architettura di Roma[3]. Un passaggio, questo, che ha segnato la fine dell'intensa stagione salernitana dello studioso, caratterizzata oltre che da una dinamica attività accademica, da un coraggioso impegno politico e istituzionale documentato dai saggi raccolti nel volumeDentro e fuori. Intellettuali e istituzioni, pubblicato alla vigilia della conclusione del mandato al consiglio regionale campano, dove Menna era stato eletto come indipendente nelle liste del P.C.I..

È del 1975 il suo libro più noto,La linea analitica dell'arte moderna, costantemente riproposto per la lucidità e l'originalità del suo impianto teorico, cui segue, nel 1980 una riflessione sullo statuto della critica (Critica della critica) . Nel 1982 pubblicaQuadro critico. Dalle avanguardie all'Arte Informale.

Industrial Design (1962) eLa regola e il caso. Architettura e società (1970) raccolgono, invece, i suoi interventi più direttamente rivolti al tema della progettazione architettonica.

L'impegno di ricerca si accompagna a un'intensa attività di critica militante, che Filiberto Menna svolge ininterrottamente dal 1960, prima suTelesera, poi sulMattino eIl Globo, infine sulCorriere della Sera ePaese sera (1978-89) dove, caso abbastanza raro nei quotidiani italiani, curerà una pagina interamente dedicata all'arte. Nel 1982 fonda la rivistaFigure, dedicata a studi di riflessione teorica sull'arte contemporanea e sull'estetica del Moderno.

Curatore di moltissime mostre – è stato, tra l'altro commissario alla Biennale di Venezia, cura la sezione Gli anni settanta della mostra Linee della ricerca artistica in Italia dal 1960 al 1980, edizione 1981 dellaQuadriennale di Roma –, Menna è legatissimo all'idea di un'arte che si fa esperienza viva e partecipata. Da questo modo d'essere nasce l'Astrazione povera, il progetto di ripensamento di una logica analitica della pittura, attorno a cui raccogliere un gruppo di artisti in una serie di iniziative comuni. La sua attività di studioso prosegue intensa anche negli ultimi anni. Nel 1988 pubblica, infatti,William Hogarth. L'analisi della bellezza eIl progetto moderno dell'arte, ultimo, decisivo lascito della sua visione prospettica e appassionata dell'arte e del mondo.

Pubblicazioni

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  • Industrial design, Edizioni Villar, Roma, 1962.
  • Mondrian. Cultura e poesia, prefazione di G. C. Argan, Edizioni dell'Ateneo, Roma, 1962
  • Enrico Prampolini, De Luca Editore, Roma, 1967.
  • Profezia di una società estetica. Saggio sull'avanguardia artistica e sul movimento dell'architettura moderna, Lerici, Roma, 1968 (oraOfficina Edizioni, Roma, 1983)
  • La regola e il caso. Architettura e società, Ennesse Editrice, Roma, 1970.
  • La linea analitica dell'arte moderna. Le figure e le icone,Einaudi, Torino, 1975 (1977-1983-2001-2009).
  • Critica della critica,Feltrinelli, Milano 1980 (1981).
  • conEugenio Battisti, Andrea Carnemolla, Master Rajmon J,Anamorfosi evasione e ritorno, Officina Edizioni, Roma, 1981
  • William Hogarth. L'analisi della bellezza, Edizioni 10/17, Salerno, 1988.
  • Il progetto moderno dell'arte, Giancarlo Politi Editore, Milano, 1988.
  • Alberto Faietti. Cenere d'argento, Mazzotta, Milano, 1989.
  • Antonio Bueno. Viaggio intorno alle impronte, Bora, 1990.
  • La profezia di una società estetica. Saggio sull'avanguardia artistica e sul movimento dell'architettura moderna, Editoriale Modo, Milano, 2001.

Note

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  1. ^Menna, Filiberto, suTreccani.URL consultato il 15 maggio 2024.
  2. ^Alberto Mugnaini, Pittura analitica,Flash Art, n.273, dicembre 2008 – gennaio 2009leggi online
  3. ^leggi online su Enciclopedia Treccani, Menna, Filiberto, Edoardo Piersensini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 73 (2009)

Bibliografia

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  • Achille Bonito Oliva eAngelo Trimarco (a cura di),Filiberto Menna. Il progetto moderno dell'arte, Bruno Mondadori, 2010
  • Angelo Trimarco,Filiberto Menna. Arte e critica d'arte in Italia, 1960-1980, La città del sole, 2008
  • Stefania Zuliani (a cura di),La linea analitica dell'arte contemporanea, Electa, 2010
  • Nicolas Martino e Antonello Tolve (a cura di), Filiberto Menna. Progettare il futuro, Arshake/Critical Grounds (2019)
  • fondazionemenna.it

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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