| Fight the Power singolo discografico | |
|---|---|
| Artista | Public Enemy |
| Pubblicazione | 1989 |
| Durata | 5:23 (soundtrack version) 4:42 (album version) |
| Album di provenienza | Do the Right Thing: Original Motion Picture Soundtrack Fear of a Black Planet |
| Genere[1] | Golden age hip hop Political hip hop East Coast hip hop Hardcore hip hop |
| Etichetta | Motown Records Def Jam |
| Produttore | The Bomb Squad |
| Registrazione | Green St. Recording, New York |
| Note | B-side:Fight the Power (Flavor Flav Meets Spike Lee) |
| Public Enemy - cronologia | |
Fight the Power è un brano musicale delgrupporapPublic Enemy, incluso nella colonna sonora del filmFa' la cosa giusta del1989 e pubblicato comesingolo lo stesso anno dallaMotown Records (lato B:Fight the Power (Flavor Flav Meets Spike Lee)). Nel 1990, una versione modificata venne inclusa nel terzo album del gruppo,Fear of a Black Planet.
Nel2021 la rivistaRolling Stone l'ha inserita al secondo posto nella lista delle500 migliori canzoni di tutti i tempi, seconda solo alla versione diAretha Franklin diRespect.[2][3][4]
(Fight the Power,Public Enemy)
Fight the Power ("Combatti il potere") è considerata il testamento politico della band, e il loro singolo di maggior successo. Recentemente,Fight the Power si è classificata al primo posto della classificaVH1's 100 Greatest Hip-Hop's Songs, a dimostrazione dell'impatto della canzone.[5] All'epoca della pubblicazione, il singolo raggiunse la posizione numero 1 nella classificaHot Rap Singles e la numero 20 nellaHot R&B Singles.
Una versione alternativa del brano è presente nel disco compilationChuck D Presents: Louder than a Bomb, con un assolo di sassofono da parte diBranford Marsalis.
A proposito della canzoneBrian Hardgroove, il bassista del gruppo, disse: «Le forze dell'ordine sono necessarie. Come specie umana non ci siamo evoluti abbastanza da poterne fare a meno.Fight the Power non parla di combattere l'autorità, non è affatto così. Parla piuttosto di combattere l'abuso di potere da parte dell'autorità».[6]
Nel 2004 il brano è stato classificato alla posizione numero 322 della "lista delle 500 migliori canzoni di sempre" redatta dalla rivistaRolling Stone.
Nel 1988, poco tempo dopo la pubblicazione del loro secondo albumIt Takes a Nation of Millions to Hold Us Back, i Public Enemy si stavano preparando per la seconda parte europea del Run's House Tour insieme aiRun–D.M.C. Prima di imbarcarsi nel tour, il registaSpike Lee approcciò i Public Enemy con la proposta di incidere una canzone per uno dei suoi film.[7] Lee, che stava dirigendoFa' la cosa giusta, voleva usare il pezzo comeleitmotif del film, che parla delle tensioni razziali nel quartiere diBrooklyn a New York.[8] Egli raccontò della sua decisione nel corso di un'intervista successiva concessa alla rivistaTime: «Volevo che il pezzo fosse provocatorio, volevo che fosse arrabbiato, volevo che fosse molto ritmico. Ho pensato subito ai Public Enemy».[9] In una riunione a Lower Manhattan, Lee disse aChuck D, al produttore Hank Shocklee delThe Bomb Squad e al produttore esecutivo Bill Stephney, di avere bisogno di una "canzone inno" per il film.[10]
Mentre si trovava in Italia in tour, Chuck D scrisse la maggior parte del testo della canzone.[10] Circa l'ispirazione egli raccontò: «Volevo avere più o meno lo stesso tema dell'originaleFight the Power degliIsley Brothers e riempirlo con una sorta di visione modernista di cosa il nostro ambiente era in quel particolare momento».[10]

The Bomb Squad, il team produttivo dei Public Enemy, costruì la musica diFight the Power, attraversolooping, layering, e trasfigurando numerosi campionamenti.[11] La traccia include solamente due strumenti: il sassofono, suonato daBranford Marsalis, e loscratching fornito daTerminator X, il DJ del gruppo.[12]
In contrasto alla scuola di pensiero di Marsalis, membri dei Bomb Squad come Hank Shocklee volevano evitare la chiarezza melodica e la coerenza armonica a favore di uno stato d'animo specifico nella composizione. Shocklee gli spiegò che la loro abilità musicale dipendeva da strumenti diversi, esercitati in un mezzo diverso, ed era ispirata da priorità culturali diverse dal "virtuosismo" apprezzato neljazz e nellamusica classica.[13]
Come per altre canzoni dei Public Enemy, The Bomb Squad aggiunse svariati campioni nella traccia, utilizzandoli per completare il testo e l'atmosfera diFight the Power.[14] I suoni percussivi sono stati posizionati prima o dietro ilbeat, per creare una sensazione di facilità o tensione.[14] Particolari elementi, come l'assolo di Marsalis, sono stati rielaborati da Shocklee in modo che significhino qualcosa di diverso dalla coerenza armonica.[14] Riguardo alla produzione della canzone, il musicologoRobert Walser, scrisse che l'assolo "è stato accuratamente rielaborato in qualcosa che Marsalis non avrebbe mai pensato di suonare, perché gli obiettivi e le premesse di Schocklee sono diversi dai suoi".[14]
Il 24 agosto 2014,Chuck D postò una fotografia suTwitter di una musicassetta proveniente dallo studio Green St. Recording di New York. L'etichetta sul nastro è marchiata con il logo dello studio e un titolo scritto a mano suggerisce che questo studio sia stato utilizzato per la registrazione della canzone.

Il testo diFight the Power è una retorica rivoluzionaria che chiama a combattere i "poteri forti".[8] I versi sonoconsegnati da Chuck D, che rappa in tono conflittuale e impenitente.[15]David Stubbs diThe Quietus scrive che la canzone "brilla e ribolle di tutta la rabbia controllata e incendiaria e l'intento rivoluzionario dei Public Enemy è al suo apice. È ambientato nell'immediato futuro, una condizione di insurrezione permanentemente e imminente".[16]
Fight the Power si apre con Chuck D che esclama:«1989!».[16] Il testo è declamato dal punto di vista di un afroamericano, che nel primo verso chiama a raccolta tutti i "fratelli e sorelle" promettendo di "divertirli mentre canta e dare loro quello che occorre".[15] Egli chiarisce inoltre la piattaforma ideologica del suo gruppo come artisti musicali:«Now that you've realized the pride's arrived / We've got to pump the stuff to make us tough / From the heart / It's a start, a work of art / To revolutionize» ("Ora che avete capito l'apice è arrivato / Dobbiamo ingrandire la cosa per rafforzarci / Sinceramente / È un inizio, un'opera d'arte / per rivoluzionare").[17] Nell'affrontare la questione delrazzismo, i testi respingono la nozione liberale dell'uguaglianza razziale e la dinamica di trascendere le proprie circostanze per quanto riguarda la propria comunità:«People, people we are the same / No, we're not the same / 'Cause we don't know the game» ("Gente, gente siamo tutti uguali / No, non siamo uguali / Perché non conosciamo il gioco").[15] Chuck D prosegue chiamando all'attivismo politico le persone e auspicando l'organizzazione intelligente all'interno della comunità afroamericana. Nella strofa, egli si riferisce al suo pubblico con il termine "miei amati", un'allusione alla visione diMartin Luther King Jr. di una "comunità amorevole".[17]
I campioni incorporati nel brano derivano dalla cultura afroamericana, tratti da artisti neri che sono figure importanti nello sviluppo della musica nera della fine del XX secolo.[18] Gli elementi vocali caratteristici di questo sono varie esortazioni comuni nella musica afroamericana e durante le funzioni religiose in chiesa, incluse frasi come«Let me hear you say»,«Come on and get down» e«Brothers and sisters», ma anche i "grugniti" tipici diJames Brown e le esclamazioni elaborate elettronicamente diAfrika Bambaataa, tratte dalla sua canzonePlanet Rock del 1982.[18] I campioni sono rafforzati da allusioni testuali a tale musica, citate da Chuck D nei suoi testi, tra cui«sound of the funky drummer» (Funky Drummer di James Brown eClyde Stubblefield),«I know you got soul» (Bobby Byrd),«freedom or death» (Stetsasonic),«people, people» (Funky President di Brown) e«I'm black and I'm proud» (Say It Loud - I'm Black and I'm Proud ancora di Brown).[18] Il titolo stesso della traccia è un rimando all'omonima canzone degliIsley Brothers.[18]
Una delle strofe più celebri del testo, ed anche una di quelle che ha creato più scalpore è quella che accusaElvis Presley (e ancheJohn Wayne, altro mito americano) di essere stato un razzista:
But he never meant shit to me you see.
Straight up racist that sucker was,
Simple and plain.
Motherfuck him and John Wayne,
Ma non ha mai significato un cazzo per me.
Era uno stronzo razzista,
Puro e semplice.
Fanculo lui e John Wayne,
Perché sono nero e ne sono fiero!»
(Fight the Power - Public Enemy)
La persistenza di tale atteggiamento è stata alimentata dal risentimento per il fatto che Presley, il cui linguaggio musicale e visivo deriva da fonti africane in America, ha riscosso il successo e il riconoscimento culturale e commerciale in gran parte negato ai suoi contemporanei neri. A tutt'oggi, la nozione che Presley ha "rubato" la musica dei neri per edulcorarla e ricavarne profitto, trova ancora dei seguaci.[19][20]
Chuck D fu ispirato a scrivere la strofa dall'ascolto del branoBlowfly Rapp (1980) dell'artistaproto-rapClarence "Blowfly" Reid, nel quale Reid ingaggia una "battaglia di insulti" con un fittizio membro delKu Klux Klan che proferisce nei suoi confronti degli insulti razzisti simili attaccando il pugileMuhammad Ali.[21]
Successivamente, lo stesso Chuck D chiarì l'associazione da lui fatta tra Elvis Presley e razzismo. In un'intervista concessa aNewsday in occasione del 25º anniversario della morte di Presley, Chuck D riconobbe che Elvis era tenuto in alta considerazione dai musicisti neri, e che lo stesso Presley ammirava i musicisti afroamericani. Chuck D chiarì che l'obiettivo della "strofa su Elvis" era la cultura dei bianchi che esaltava Elvis come "Re del rock and roll" senza riconoscere i meriti degli artisti neri venuti prima di lui.[22][23]
Il riferimento a John Wayne è dovuto ai suoi controversi punti di vista personali in fatto di politica, incluse le dichiarazioni razziste fatte dall'attore nell'intervista rilasciata nel 1971 alla rivistaPlayboy, dove Wayne dichiarò: «Credo nella supremazia dei bianchi finché i neri non saranno educati ad essere responsabili. Non credo nel dare autorità e posizioni di leadership e comando a persone irresponsabili».[24]

Spike Lee produsse e diresse due video musicali per la canzone. Il primo contiene varie scene tratte dal filmFa' la cosa giusta.[25] Nel secondo video, Lee usa centinaia di comparse per simulare disordini razziali aBrooklyn.[26] Le comparse portano cartelli con sopra le effigi diPaul Robeson,Malcolm X,Marcus Garvey,Chuck Berry,Sugar Ray Robinson,Angela Davis,Muhammad Ali eMartin Luther King. Il video fu girato a Brooklyn il 22 aprile 1989.[27] Il biografo dei Public Enemy Russell Myrie scrisse che il video "ha [portato] in vita accuratamente [...] l'emozione e la rabbia di una manifestazione politica".[28]
Tawana Brawley fa un cameo nel video. La Brawley era salita alla ribalta dei notiziari nel 1987 quando, all'età di 15 anni, accusò diversi agenti di polizia di averla violentata. Le accuse furono archiviate in tribunale, in quanto gli esami medici non rilevarono alcun segno di violenza e la ragazza fu invece incriminata per falsa testimonianza.
Fight the Power è inclusa nella colonna sonora del film diSpike LeeFa' la cosa giusta (Do the Right Thing). Il brano si ascolta sui titoli di testa mentre Tina, il personaggio interpretato daRosie Perez, danza sulle note della canzone.[29][30] Inoltre, estratti della canzone sono presenti nelle scene che coinvolgono il personaggio di "Radio Raheem", che gira per il quartiere con una grossa radio suonando ad alto volumeFight the Power come simbolo dellaconsapevolezza nera.[31]
Fight the Power è stata inclusa anche nei titoli di testa del documentarioStyle Wars della PBS circa l'utilizzo dei graffiti nelle città da parte dei giovani come forma artistica di resistenza sociale.[32]
Nel 1989Fight the Power fu suonata per le strade diOvertown, Miami per festeggiare il verdetto di colpevolezza dell'agente di polizia William Lozano, che sparando a un automobilista nero aveva causato due vittime e una rivolta di tre giorni a Miami che contribuì ad acuire le tensioni tra afroamericani e ispanici.[33] Quello stesso anno, la canzone fu suonata durante i disordini diVirginia Beach tra forze di polizia e afroamericani. Secondo un testimone, i disordini cominciarono dopo che la folla era stata aizzata dal testo della canzone che risuonava da un furgone nero parcheggiato nei pressi.[34]
Fight the Power è stata inserita anche nelle colonne sonore dei filmJarhead (2005),Piovono polpette (2009) eStar Trek Beyond (2016).
Fight the Power è stata fatta oggetto di cover daiBarenaked Ladies nel 1991, e daiKorn con il rapperXzibit nel disco della colonna sonora del filmxXx 2: The Next Level. Nel 2011 la bandmathcoreThe Dillinger Escape Plan reinterpretò la canzone insieme a Chuck D nell'albumHomefront: Songs for the Resistance; colonna sonora del videogiocoHomefront.[35]