Motivo:per la stragrande maggioranza delle informazioni storiche, viene indicato come fonte un solo testo, intitolato "Terra di Fiano"; non è chiaro se le informazioni sono state rielaborate con parole proprie, oppure se sono stati effettuati dei copia-incolla (anche parziali o sintetici).
È sconsigliatowikificare o ampliare il testo attuale, che potrebbe essere cancellato. Puoi inveceriformulare il testo con parole tue o partecipare alladiscussione. Avvisal'autore:{{Avvisocontrolcopy|voce=Fiano Romano}}--~~~~
Geograficamente il comune di Fiano Romano si trova nellavalle del Tevere, sulla riva destra del fiumeTevere. Il territorio è prettamente collinare ma con ampie aree pianeggianti lungo il fiume. L'altezza media è di circa 86 metri sul livello del mare, con un'altezza minima di 17 metri e una massima di 244 metri[4].
Il clima è temperato con estati lunghe e secche ed inverni generalmente miti ma piovosi[5], rientrando Fiano Romano nel gruppoCsa secondo laclassificazione dei climi di Köppen. Si fa sentire la vicinanza delTevere che fa aumentare il tasso di umidità, soprattutto nelle zone più basse.
La temperatura media su base annua è di 14,9 °C con agosto il mese più caldo dell'anno facendo registrare una temperatura media di 25,2 °C mentre il mese più freddo è gennaio con una temperatura media di 5,6 °C. Durante il periodo estivo, ossia da giugno a fine settembre, le temperature diurne possono raggiungere i 31 °C e quelle notturne si aggirano intorno i 15-18 °C, mentre in occasione di ondate di calore le temperature diurne possono raggiungere anche i 36 °C.
La piovosità media annuale è di 1027 mm con luglio il mese più secco, registrando una media di 28 mm di pioggia e 4,73 giorni di pioggia, mentre novembre è quello più piovoso con precipitazioni di 154 mm e 12,57 giorni di pioggia. Dicembre è invece il mese con l'umidità relativa più alta (82,32%) mentre luglio è quello con la più bassa (53,94%).
Le ore di sole sono massime a luglio, con una media di 12,6 ore al giorno, e minime a gennaio con 5,71 ore di sole al giorno.
Diverse le ipotesi formulate sull'origine del nomeFiano:
Iltoponimo potrebbe essere derivato, secondo alcuni, sia dalla radice del vocabolo latinoflavus, biondo, con evidente riferimento alla produzione di cereali coltivati o visibili nel luogo; sia dal riferimento ai possedimenti che lagens Flavia aveva nella zona (daFlaiano, composto del nome di persona latinoFlavius e del suffisso «anus» che indica l'appartenenza)[6][7][8].
Nell'Eneide (I secolo a.C.)Virgilio, descrivendo le genti che abitavano il territoriofaliscocapenate in epoca remota, fa riferimento ai campi Flavini (Flavinia arva)[9], mentre nel poemaLe guerre puniche (I secolo d.C.) diSilio Italico viene utilizzata l'espressioneFlavina odei campi Flavini per descrivere l'area dove sorgeva il santuario diFeronia e scorreva il fiumeCapenas (odierno Gramiccia)[10]. Il termine ritorna anche nel commento diServio all'Eneide (IV secolo d.C.) dove l'espressione virgilianaFlavinia arva viene spiegata come riferimento alla località diFlavinium[11].
Un'ulteriore ipotesi suppone che il nome Fiano derivi dalla parola latinaFanum[12][13] (santuario, tempio), in riferimento al tempio diFeronia (Fanum Feroniae).
Infine si ipotizza che Fiano, conosciuto nel medioevo comeFlavianum oFlaianum, sia il toponimo di un possedimento terriero risalente ai fondi imperiali di età costantiniana: il nomenFlavus era infatti stato assunto dall'imperatoreCostantino[14].
Ilregio decreto n. 974 del 18 agosto 1872 pubblicato sullaGazzetta Ufficiale delRegno d'Italia del 20 settembre 1872 con cui viene adottata la denominazione attuale diFiano Romano.
La denominazione corrente fu assunta solo a partire dal1872 quando, dopo un'apposita deliberazione del consiglio comunale del 23 luglio, fu ufficialmente cambiato il nome daFiano aFiano Romano tramite un regio decreto diVittorio Emanuale II[15].
Il territorio di Fiano Romano, per la sua posizione a ridosso di una via di comunicazione naturale come il fiumeTevere, fu abitato da tempi antichissimi: dell'Età del bronzo finale (XII-XIII secolo a.C.) i reperti di armi, utensili di pietra scheggiata e ossa lavorate che testimoniano la presenza di tribù di cacciatori-raccoglitori[16][17], mentre in età arcaica le ceramiche databili intorno all'VIII secolo a.C. confermano la zona come punto di incontro delle culture deiFalisci, deiSabini, degliEtruschi e deiLatini[18].
Tra ilVII e ilV secolo a.C. l'area fu sotto il controllo dell'antica città di Capena, alleata dell'etruscaVeio: di questo periodo la fondazione del santuario diLucus Feroniae[19]. Poi, all'inizio delIV secolo a.C. la zona passò sotto il controllo di Roma, vittoriosa su Veio e i suoi alleati (395 a.C.)[20], con il santuario della deaFeronia che rimase punto centrale dell'area tant'è che, per la sua ricchezza, nel 211 a.C. fu saccheggiato dai mercenari dell'esercito cartaginese diAnnibale[21].
Tra ilII e ilI secolo a.C. la zona fu completamente romanizzata, con opere di sistemazione viaria e di ricostruzione urbanistica delLucus Feroniae su stampo di un foro romano[22], poi, intorno al 70 a.C.,Cesare decise di espropriare molte terre intorno al santuario per assegnarle in premio ai propri legionari, opera che fu completata dopo la morte del generale romano dai suoi successoriMarco Antonio eOttaviano (il futuro Augusto), dando origine ad un insediamento noto comeColonia Julia Felix Lucus Feroniae[23].
Nell'età augustea (fineI secolo a.C. fino agli inizi delI secolo d.C.) l'area subì grandi interventi urbanistici di riorganizzazione del territorio gestiti dal filo augusteoLucio Volusio Saturnino: di questo periodo la grande villa suburbanaVilla dei Volusii[24], la maggiore e più ricca delle tante ville presenti nella zona[25], veri e propri centri di produzione agricola, in particolare dell'olio d'oliva, che testimoniano come la zona di Fiano, per la sua fertilità, il suo territorio collinare e per la favorevole posizione era un'importante area agricola nonché, per la vicinanza con l'Urbe, fu assai ambita dai ricchi senatori.
A partire dall'epoca tardo antica e per tutto ilMedioevo il controllo di Fiano passò di mano in mano tra i vari centri religiosi della zona[26]: ilmonastero di San Paolo fuori le mura a Roma, il polo monastico di San Silvestro sulMonte Soratte e l'abbazia di Farfa al di là dalTevere. Di questo periodo anche la costruzione del primo nucleo del castello (in una bolla dipapa Gregorio VII del 1081 si parla diCastellum Flavianum). Infine il feudo di Fiano fu assegnato al monastero di San Paolo fuori le mura prima da parte dell'imperatore Enrico VI nel 1186-1189 e, in seguito, dalle bolle dipapa Innocenzo III del 1203 e dipapa Onorio II del 1218[27].
Il periodo delRinascimento, tra ilXV ed ilXVI secolo, vide il dominio su Fiano dellafamiglia Orsini[28], che ne ottenne metà prima inenfiteusi dal monastero di San Paolo fuori le mura nel 1354 e poi la acquistò nel 1362, quindi comprò l'altra metà tra il 1404 e il 1406 conPaolo Orsini. Nel 1443Orso Orsini è citato comeComes Flaiani e nel 1478 la sorella di Orso,Paola Orsini, governò come luogotenente. Con una bolla del 27 settembre 1482Papa Sisto IV nominòNiccolò III Orsini tutore dei figli di Elisabetta d'Anguillara (moglie di Orso) e signore di Fiano,Morlupo,Filacciano e Monte della Guardia. Nel 1489Niccolò III diventò conte di Fiano e commissionò la costruzione delcastello terminata nel 1493[29]. Niccolò III Orsini morì il 27 gennaio 1510 nel vicentino quando era generale di Venezia. La Serenissima per onorarlo gli costruì un sontuoso monumento funebre nellachiesa dei santi Giovanni e Paolo. Ma in seguito, per volere testamentario di Niccolò, il cuore fu portato a Pitigliano, sua città natale, e i suoi resti mortali a Fiano Romano nella Chiesa di Santo Stefano Nuovo.
Nel 1606 Fiano passò alcardinale Francesco Sforza il quale lo fece erigere a ducato (bolla diPapa Paolo V del 18 luglio 1608) per suo figlio naturale e legittimoSforzino Sforza che poi, il 7 giugno 1621, lo vendette per 220.000 scudi[30], con l'autorizzazione dipapa Gregorio XV, aOrazio Ludovisi, generale della Santa Chiesa e fratello del papa[31]. Nel 1624 alla morte di Orazio il ducato passò al figlioNiccolò Ludovisi e da questo al figlio Giovan Battista Ludovisi fino al 1690[32].
Nel 1690, per volontà dipapa Alessandro VIII, Fiano passò dallafamiglia Ludovisi aMarco Ottoboni[33], generale delleGalee pontificie. Il feudo fu ereditato daMaria Francesca Ottoboni, figlia di Marco, la quale sposòPier Gregorio Boncompagni Ludovisi che diventò ducaex uxore e decise di assumere anche il cognome della moglie. Il ducato di Fiano restò in mano alla famiglia Boncompagni Ludovisi Ottoboni per oltre duecento anni[34][35], fino al 1897 quando l'intera proprietà di Fiano, terreni e castello compreso, furono venduti al commendatore Carlo Menotti, costruttore e latifondista[36].
Nel 1904[36], alla morte di Carlo Menotti, la proprietà di Fiano passò al figlio Mario. Con l'avvento delfascismo Mario Menotti, in non buoni rapporti col regime, lascio l'Italia e dopo litigi per l'amministrazione di Fiano questa fu affidata al conteValentino Orsolini Cencelli[16], uomo politico di spicco delPartito Nazionale Fascista. Mario Menotti morì aShanghai[37] e, in assenza di eredi, l'intero patrimonio fu ereditato dalle sorelle, le quali in parte donarono e in parte vendettero ilCastello ducale alle suore domenicane di santa Caterina da Siena.
Dopo la fine dellaseconda guerra mondiale e fino a tutti gli anni 1960 Fiano fu interessato dalle lotte per la terra che porteranno all'assegnazione a contadini e braccianti della maggioranza dei terreni appartenuti ai Menotti e agli altri grandi proprietari terrieri[38].
A partire dagli anni 1960, anche grazie all'apertura del casello autostradale, Fiano fu investito da una grande trasformazione economica e sociale, il settore agricolo cominciò un rapido declino a favore di attività industriali e del terziario, e in particolare iniziò un importante aumento demografico che fece passare i residenti dai circa 3 000 di fine anni 1960 ai quasi 16 000 del 2020. Al contempo, il territorio fu interessato da una larga edificazione che portò il suolo urbanizzato a quadruplicare in pochi anni.
Stemma del comune di Fiano Romano sulla porta di ingresso al borgo medievale
Il comune di Fiano Romano è rappresentato da uno stemma composto da uno scudo in cui è raffigurato uncorreggiato (due bastoni uniti da una striscia di cuoio) con sullo sfondo un campo di grano maturo e una porzione di cielo; lo scudo è contornato da due spighe di grano e sormontato da una corona[39].
Evidenti i riferimenti in questa rappresentazione al forte legame del territorio in generale con il mondo agricolo e contadino e in particolare con la coltivazione del grano, che per secoli (sicuramente fin dal periodo dellaRoma repubblicana) ha rappresentato una delle principale attività economica della zona.
Il gonfalone è un drappo rettangolaretagliato di bianco e di azzurro.
La costruzione dellachiesa di Santo Stefano Nuovo risale alla seconda metà delXV secolo, forse nel 1480 risultando dai documenti storici[41] che in quell'anno questa chiesa nacque dall'unione tra lachiesa collegiata di Fiano e l'antica Chiesa di San Biagio; poi nel 1774, come riportato negli Archivi di Stato, subì un'importante opera di rifacimento su iniziativa della comunità locale[42].
La chiesa sorge nella piazza centrale del borgo medievale, proprio di fronte all'entrata principale delCastello Ducale. La chiesa è rialzata rispetto al piano della piazza e nella scalinata di accesso sono inseriti, come gradini, due stipiti con scanalature, probabilmente originari di altri edifici. Anche nelsagrato si notano elementi riutilizzati: frammenti di lastre ed epigrafi forse provenienti da un'area cimiteriale o dalla chiesa stessa. La facciata è instile romanico, con linee architettoniche semplici e pulite, dove si apre il portale in travertino su cui sono scolpiti due stemmi in bassorilievo e affiancata dal campanile, di tipo a torre e a pianta quadrata con copertura a cupola, privo di bifore ma solo con accenni di modanature agli angoli[43].
L'interno della chiesa è apianta basilicale con terminazione absidale semi-circolare, con trenavate suddivise daarchi a tutto sesto sostenuti da colonne in travertino a sezione quadrata.
Nella navata destra, anticamente riservata alla Famiglia Orsini, sono collocati due affreschi provenienti dalla dirutachiesa di Santa Maria ad Pontem, il monumento sepolcrale diNiccolò III Orsini, e soprattutto, nella capella dell'Annunziata (già Orsini) subito alla destra dell'altare, una pala raffigurante ilSalvator Mundi affiancato da due angeli di particolare valore artistico, attribuita alla scuola delPinturicchio.
Nella navata sinistra è collocato il sarcofago diPietro Gregorio Ottoboni Boncompagni Ludovisi, duca di Fiano, resti di affreschi (probabilmente sempre originari di Santa Maria ad Pontem), piccoli altari sovrastati da tele di scuola umbra e l'altare dellaMadonna Addolorata. Si accede inoltre alla cappellina absidata dove è presente uncrocifisso ligneo artigianale, un altare con basamento in pietra, forse derivato da un'antica colonna e vi è custodita lacampana medievale realizzata da Guidotto di Pisa nel 1278 per l'antica Chiesa di San Biagio.
La Chiesa di Santo Stefano Vecchio è stata per secoli la chiesa principale della città, nonostante fosse collocata fuori il centro abitato, sul versante occidentale, in una zona collinare. Alla fine delXIX secolo, sia per la sua posizione decentrata sia soprattutto per le restrizioni imposte agli ordini religiosi dal neonatoRegno d'Italia, fu prima sconsacrata e poi venduta a privati.
L'interno della chiesa, che fucenobiobenedettino, è a pianta basilicale e presenta uno stile romanico tipico delXII eXIII secolo ma con vari rimaneggiamenti e restauri successivi.
Le 3 navate sono separate da 10 colonne in granito per parte, con capitelli tutti diversi e con un pilastro centrale ognuno. Ai lati del portale d'ingresso duecandelabri in bronzo, alti 3 metri, acolonne tortili con spirali che richiamano le piante di alloro. Il campanile consta di 3 ordini di finestre, dal basso all'alto:bifore,trifore emonofore[42].
L'altare odierno è in marmo greco e posizionato nella parte absidale al posto delciborio originale, del 1150 circa, che fu portato prima al Collegio Irlandese di Roma e poi, dopo varie traversie, alMetropolitan Museum of Art diNew York dov'è tuttora esposto.
Nel 1890, nel corso di scavi archeologici promossi daVincenzo Montenovesi nei terreni intorno alla Chiesa, fu ritrovata una lapida di età romana con iscritta una lista di nomi[44].
La Chiesa della Madonna del Carmine di Fiano Romano
Della Chiesa dellaMadonna del Carmine o Chiesa del Carmine si hanno poche informazioni storiche: viene forse descritta in un manoscritto delXVII secolo[45] in cui si parla di una chiesa chiamatadella Fraternità eretta nelXVI secolo poco fuori il centro storico di Fiano Romano ed utilizzata come cimitero per i contadini.
L'edificio è piuttosto semplice e di modeste dimensioni, senza un particolare criterio estetico o architettonico. La facciata principale presenta un portale con ai lati finestre rettangolari e più in alto aperture ad arco a tutto sesto. In linea con l'ingresso un arco con crocifisso. All'interno non ci sono opere d'arte alle pareti, tranne un affresco che adorna l'abside ed il catino. Il campanile, di tipo a vela, consiste in una semplice struttura muraria posizionata centralmente alla facciata principale. L'ambiente è illuminato da solo quattro finestrelle poste in alto sulle pareti laterali[46].
Dal 17 febbraio 2013 la chiesa, in accordo con la locale parrocchia cattolica, è utilizzata dallaChiesa Ortodossa Romena che l'ha intitolata aSan Gerarca Leone Magno, Vescovo di Roma[47]. Per le funzioni ortodosse vi è stato installato l'iconostasi davanti alpresbiterio, posizionate icone sulle pareti laterali ed un grande lampadario a goccia al centro della sala.
Nel 2018 ladiocesi di Civita Castellana ha bandito un concorso per la progettazione di un nuovo complesso parrocchiale da realizzare a Fiano Romano e denominato "Cristo Nostra Pasqua", concorso conclusosi nel 2019 con la scelta del progetto presentato dall'architetto Alberto Barone.[48] Nel 2021 si è concluso positivamente l'iter amministrativo per l'autorizzazione della realizzazione del complesso su un'area di 12.000 metri quadrati individuata nella zona di espansione a sud overt, a ridosso dellavia Tiberina all'altezza dell'incrocio con via San Lorenzo.[49][50] Nell'aprile 2024 sono iniziati i lavori per la realizzazione del complesso, per un importo di oltre 4 milioni di euro finanziati dallaCEI e con una durata prevista di circa tre anni.[51] Il 15 ottobre 2024, in concomitanza con la ricorrenza diSanta Eurosiacompatrona di Fiano, si tenne la cerimonia ufficiale della posa della prima pietra del nuovo complesso alla presenza del vescovo di Civita CastellaMarco Salvi.[52]
Della chiesa diSancti Georgi in Suburbio Castri Flaiani il Ghibelli cita che era possedimento del monastero diSant'Andrea e diSan Gregorio alClivo di Scauro a Roma.
La chiesa diSan Sebastiano veniva utilizzata nel giorno dell'Ascensione per fare una processione e benedire la campagna ed ottenere così un buon raccolto.
Nel 2009 è stato inaugurato il monumento dedicato aicaduti di Nassirya e a tutte le vittime delle missioni di pace, una stele commemorativa collocata all'ingresso dell'omonima piazza realizzata a ridosso del centro storico.[54]
Villad'otium erustica di una famiglia senatoria romana risalente alI secolo a.C. e utilizzata fino alV secolo d.C., completamente riportata alla luce è ricca di mosaici e ambienti ben conservati[55].
Si tratta di dodici blocchi di marmo finemente decorati a rilievo con scene di combattimentigladiatori risalenti alI secolo a.C. che originariamente decoravano una tomba di tipo adedicola.[56]
Baldacchino in marmo realizzato nel 1150 circa per la Chiesa di Santo Stefano Vecchio[59], oggi conservato alMetropolitan Museum of Art di New York[60].
La statua bronzea dedicata al politico comunista[62][63], improvvisamente scomparso nel 1984 e che aveva più volte visitato Fiano Romano, fu inaugurata il 15 giugno 1985.
Realizzata dallo scultore iranianoReza Olia, la statua è collocata nei pressi di piazzale Cairoli all'ingresso del borgo medievale. Nel 2025, per i lavori di ristrutturazione della parcheggio adiacente a piazzale Cairoli, la statua è stata rimossa in attesa di trovare collocazione.
Murale sulla occupazione delle terre e lotta per lo sviluppo
Imponente arco-scultura in marmo e travertino (7 metri di altezza per 15 metri di lunghezza e 210 tonnellate di peso) realizzata dall'artista Claudio Capotondi e installata nel 2000 nei pressi del casello autostradale di Fiano Romano[65].
Fiano Romano ha registrato un'evoluzione demografica sempre in aumento fin dal primocensimento generale della popolazione del 1871. Tale trend si è notevolmente impennato nella parte finale delXX secolo e in particolare nelprimo decennio delXXI secolo dove si è registrato di fatto un raddoppio della popolazione residente in dieci anni, passando dai 7924 residenti del censimento 2001 ai 13059 del censimento 2011[66].
Nelsecondo decennio del XXI secolo si è confermato il trend in aumento della popolazione residente ma con una maggiore gradualità (dai 13063 residenti del 1º gennaio 2012 ai 15556[67] del 1º gennaio 2021[68]).
Al 31 dicembre 2021 Fiano Romano risultava il comune più giovane del Lazio con un'età media di 42,1 anni[69].
L'importante incremento della popolazione residenti che ha interessato Fiano Romano ha visto anche un importante contributo di cittadini stranieri.
Al 31 dicembre 2022 gli stranieri residenti a Fiano Romano con regolare permesso di soggiorno (dati ISTAT) assommavano a 2.641[71], pari a circa il 16,2% della popolazione[71], ben superiore alla media dell'area dellacittà metropolitana di Roma Capitale (11,5%) e dellaRegione Lazio (11.2%), dato che posizionava Fiano al 255º posto (su 7903) della classifica dei comuni italiani.
Le dieci nazionalità più rappresentate al 31 dicembre 2022 erano (dati ISTAT)[71]:
Il dialetto fianese, parlato ormai solo da un nucleo di abitanti sempre più vecchio e ristretto vista l'ampia crescita demografica a cavallo traXX eXXI secolo, è il risultato di una peculiare miscela linguistica e culturale. Da un lato infatti ilvernacolo di Fiano risente, come tutti quelli della zona della bassa valle del Tevere, dall'incontro tra quello dell'area romana e quello dell'area sabina, entrambi assai caratteristici. Dall'altro però si somma anche l'importante contributo dato dai tanti immigrati che, nel corso delXIX secolo, si sono trasferiti a Fiano provenienti dalle vicine regioni del Centro Italia, in particolare da Umbria, Marche e Abruzzo. Tutti questi contributi, diversi e assai variegati, si sono ben armonizzati in un dialetto riconoscibile e chiaramente distinto da quelli dei paesi viciniori, un parlato che esprime bene pensieri e sentimenti e che, in tante caratteristiche, è più vicino al latino che all'italiano[72].
(dialetto)
«Férmite, che la machina lì a 'ssu vicolu nun ce scòte!»
(italiano) «Fermati, che l'automobile dentro a questo vicolo non ci passa!»
La presenza di un'ampia comunità Romena, che nel 2022 rappresentava circa il 43%[71] del totale degli stranieri residenti a Fiano Romano, ha portato all'apertura nel 2013 di una parrocchia dellaChiesa Ortodossa Romena nella Chiesa della Madonna del Carmine[47].
Dal 28 luglio 2016 è operativo a Fiano Romano il Centro Operativo dellaPolizia stradale del Lazio (C.O.P.S.)[73] per la gestione di tutta l’attività della Polizia Stradale della Regione sia in ambito autostradale che sulla viabilità ordinaria: quotidianamente dirige l’attività, in media, di 120 pattuglie lungo 430 chilometri di rete autostradale, le principali strade consolari del Lazio e sui 68 chilometri delGrande Raccordo Anulare di Roma.
Il 23 marzo 2022 è stata inaugurata la casa di comunità dellaASL Roma 4, intitolata aVincenzo Montenovesi[75], con i servizi materno-infantile, il TSMREE, la specialistica, il consultorio e il centro vaccinale.
Da giugno 2013 ha sede a Fiano Romano laCroce Rossa Italiana - Comitato della Valle del Tevere che opera sul territorio dei comuni di Capena, Civitella San Paolo, Fiano Romano, Filacciano, Nazzano, Ponzano Romano, Sant’Oreste e Torrita Tiberina[76].
Biblioteca comunale, collocata all'interno del Castello Ducale, con disponibili, alla data del 4 marzo 2021, 26.597 volumi moderni e 18.125 volumi nel catalogo online. La biblioteca offre sia il servizio di prestito locale che di prestito interbibliotecario[77]. Attivo un Gruppo di Lettura e, dal 2020, il servizio dibookcrossing[78].
Il più antico plesso di Fiano Romano, ristrutturato nel 2020, in via Luigi Giustiniani
Istituto Comprensivo statale "IC Fiano Romano" con Scuola dell'Infanzia (2 plessi), Scuola Primaria (3 plessi) e Scuola Secondaria di I° (1 plesso)[79];
Fiano Romano è stata sovente utilizzata per girare film e serie tv. Molto utilizzate anche, per scene lungo la strada, il tratto dell'Autostrada A1, il casello autostradale e i dintorni industriali.
La scena cinematografica più famosa girata a Fiano Romano è sicuramente quella in cuiTotò fa il suo discorso alla popolazione della città di Roccasecca nel filmGli onorevoli diSergio Corbucci del 1963[83][84];
Nel filmTotò e Carolina diMario Monicelli del 1955 la chiesa del paese di Montefalcone in cui Antonio Caccavallo (Totò) riconduce Carolina (Anna Maria Ferrero) dai suoi parenti è la Chiesa Santo Stefano Protomartire Nuovo di Fiano Romano[87];
Nel filmRoma diFederico Fellini del 1977 le riprese nel traffico di Roma iniziano alla barriera autostradale di Roma Nord dell'Autostrada A1 a Fiano Romano[91];
Nel 2000 a Fiano Romano viene girato il film per la tvVola Sciusciù[85] con protagonistaLino Banfi nel suo primo ruolo drammatico, andato in onda suRai 1 il 28 maggio 2000;
Nel 2005 viene girato a Fiano Romano il filmDeKronos - il demone del tempo (conosciuto anche con il titolo La clessidra del Diavolo)[85];
A gennaio e febbraio 2023 Piazza Matteotti e il cortile del Castello Ducale sono stati utilizzati per le riprese del film "Settimo grado" del registraMassimo Cappelli prodotto dalla Lime Film.[101][102][103]
Il 5 gennaio 1902 il Consiglio Comunale ha riconosciuto la Banda Musicale, di cui si hanno notizie dell'esistenza già negli ultimi anni del 1800, qualeConcerto Musicale Municipale[104]: da allora la banda non si è mai sciolta e, tra cambi di nome (durante il fascismo fu rinominataBanda Musicale del Dopo Lavoro e poi nel dopoguerraBanda Comunale[104]) e rinnovando via via i suoi membri, ha continuato la sua attività musicale, interrompendola solo durante i periodi delle due Guerre Mondiali.
Nel 1995 la Banda Musicale si è costituita associazione, è stata riconosciuta dal Consiglio Comunale come "Banda di Interesse Comunale" e si è iscritta all'Albo delle Bande Musicali operanti nei Comuni del Lazio[105].
La Banda partecipa alle varie manifestazioni religiose e folcloristiche del paese, tiene concerti e organizza corsi di musica.
Dal 2017 ha attivato un laboratorio di musica d'assieme denominatoJunior Band, dal 2019 intitolata allo scomparso fondatore e maestroAndrea Maida, riservato ai giovanissimi anche alle prime armi con gli strumenti musicali[106].
La Statua della Madonna Addolorata di Fiano Romano in processione salutata dai fuochi d'artificio
LaFesta di settembre in onore della Madonna Addolorata è una manifestazione organizzata nella terza domenica di settembre a Fiano Romano in cui si rivivono tradizioni religiose e si svolgono importanti festeggiamenti ed attività folkloristiche.
Le radici della festa risalgono al 24 marzo 1842 quando fu collocata nella Chiesa di Santo Stefano Nuovo l'immagine in cera dellaMaria Santissima Addolorata[107]. La festa era affidata alle donne dellaPia Unione della Madonna Addolorata[108], e solo a partire dal 1933 fu concesso anche agli uomini di prendere parte all'organizzazione della festa.Dopo alcune interruzioni, nel 1889 la festa fu ripresa nuovamente e da allora mai più interrotta. Il programma[109] della festa inizia il giovedì o il venerdì, con le vie del paese adornate da luminarie, si tengono messe e altri eventi, religiosi e non.
La festa ha il suo culmine con laprocessione di domenica sera. Nel 2021 si è tenuta la 179ª edizione della festa[110].
Festival cinematografico orientato a valorizzare il ruolo delle donne nel cinema, promosso e organizzato dall’Associazione culturale “Città per l’Uomo” con il patrocinio delMinistero della Cultura e del Comune. Il festival si svolge in estate[111]; Nel 2021 si è svolta la 24ª edizione del festival[112].
Manifestazione di spettacoli teatrali itineranti che si svolgono all'interno delCastello ducale Orsini e nelle vie del centro storico; Nel 2019 si è tenuta la 20ª edizione del festival[113] mentre per gli anni 2020 e 2021 il festival non si è tenuto per le limitazioni imposte per contrastare lapandemia di COVID-19.
Il forte incremento demografico che ha caratterizzato Fiano Romano a partire dalla fine deglianni '90 delXX secolo è corrisposto ad una vasta urbanizzazione del territorio, in particolare tra il centro abitato consolidato, intorno al borgo medievale, e l'area del casello autostradale e della zona industriale.
In quest'ampia zona pianeggiante si è sviluppata così un'area residenziale a prevalenza di villette e piccole palazzine, con una bassa densità abitativa e quindi un grande consumo di suolo che ha portato, di fatto, a quadruplicare il territorio urbanizzato[114].
È stato questo uno sviluppo con caratteri parzialmente abusivi, oggetto negli anni di vicende urbanistiche complesse e che ha richiesto vari interventi amministrativi[115] e poi, a partire daglianni '10 delXXI secolo, forti investimenti per il potenziamento dei servizi (reti, strade, parchi, scuole, ecc...) al fine di allinearli alla mutata realtà abitativa e sociale.
Fiano Romano rappresenta una realtà economica vivace e fortemente attiva, principale polo produttivo della zona[116]. Iltasso di occupazione è molto alto (nel 2019 è stato circa del 50%, posizionando Fiano Romano al terzo posto tra i comuni del Lazio[117][118]) soddisfatto sia dalla domanda interna che da quella esterna: ilpendolarismo, per studio e lavoro, verso l'area metropolitana romana seppur elevato (48%) è infatti bilanciato da quello in ingresso[116].
Prato della Corte - zona industriale-artigianale di Fiano Romano (2016)
Al 2020 le attività operanti su Fiano Romano risultano[119]:
nella maggior parte (1055 su un totale di 1776 registrate pari al 59.4%) impegnate nel settore dei servizi e nel relativo indotto;
seguono le attività industriali (23.8%) tra le quali spiccano quelle operanti nel settore delle costruzioni edili (17.9% del totale);
infine l'agricoltura rappresenta invece una quota minima della attività economiche del territorio (4.6% del totale) con solo 82 attività attive.
Il settore agricolo è diventato nel corso degli anni sempre meno rilevante nell'economia di Fiano Romano, visto lo sviluppo urbanistico e sociale che ha caratterizzato il territorio agli inizi delXXI secolo, con le aziende agricole attive che sono passate dalle 625 del 2000 alle 251 del 2010[120] fino alle 82 del 2020. Le principali attività sono quelle connesse con i prodotti seminativi (grano, mais) coltivati in oltre la metà del suolo utilizzato (54%), seguiti da prati e pascolo (17,5%), boschi (10%) e olivi e frutteti (9,7%). La coltivazione della vite, caratteristica della zona per millenni, è ormai praticata solo a livello minimale (0,3%)[119].
Dal 2014, con l'intento di promuovere l'uso agricolo del territorio e di salvaguardare le aree rurali in disuso, l'ente locale ha introdotto la possibilità di concedere, a titolo gratuito, degli appezzamenti di terreno comunali a privati cittadini per la realizzazione diOrti Sociali[121].
L'attività industriale preminente è quella connessa con le costruzioni edili e civili (318 imprese attive[119]) con evidente connessione alla larga urbanizzazione del territorio di inizioXXI secolo che ha portato in pochi anni a quadruplicare[114] il suolo utilizzato per edifici e strade.
Il settore economico principale delle imprese attive a Fiano Romano è ilterziario, che beneficia soprattutto della vicinanza con Roma e per la collocazione sul principale asse viario Nord-Sud rappresentato dall'Autostrada A1.
Fiano Romano è un nodo primario a livello nazionale per lalogistica e la movimentazione delle merci su gomma con la presenza di molte aziende operanti nella media e grande distribuzione tra le quali spiccano le sedi diAmazon[122], diBRT, dellaGLS e del settore carni dellaConad[123]. Vi è inoltre la sede centrale dellaTodis.[124]
La breve distanza da Roma e la buona rete viaria di connessione alla Capitale ha inoltre reso il territorio appetibile per tutta una serie di attività connesse con il turismo, soprattutto quelle operanti nel campo della ristorazione e nel settore alberghiero (comeHilton[125] eBest Western).
Al contempo sono cresciute le attività di supporto a questi settori economici come autoriparatori, gommisti, servizi assicurativi e finanziari, noleggio[114].
A Fiano Romano c'è il casello diRoma Nord dell'Autostrada A1 Milano-Napoli dal quale parte la diramazioneA1 dir Nord che collega l'Autostrada A1 alGrande Raccordo Anulare di Roma;
Il territorio comunale è attraversato dalla Strada provinciale 15/ATiberina[126] che parte da Roma seguendo la sponda destra del Tevere e arrivando poi in Sabina, aPoggio Mirteto, sul tracciato dell'anticaVia Tiberina.
Subito al di là del Tevere passa laSS 4 Salaria facilmente raggiungibile da Fiano Romano tramite la superstradaSS 4 dir.
La stazione ferroviaria più vicina a Fiano Romano è quella diFara Sabina-Montelibretti dellaLinea FL1 distante circa 9 chilometri e collegata con dei bus navette. Questa linea ferroviaria permette di raggiungere velocemente sia varie zone di Roma che l'Aeroporto di Fiumicino.
I collegamenti extra-urbani sono assicurati dallaCOTRAL con corse di autobus da/per il capolinea dellastazione Saxa-Rubra di Roma e quello di Poggio Mirteto nonché da/per la stazione ferroviaria di Fara Sabina-Montelibretti della FL1[127]. Sul territorio comunale sono attive alcune linee gestite da una società privata[128].
Durante il periodo fascista l'amministrazione di Fiano fu affidata al ConteValentino Orsolini Cencelli, molto vicino a Mussolini[129].
Dal dopoguerra in poi, tranne una breve parentesi con un'amministrazioneDC-MSI dal 1962 al 1966[130], Fiano è stato amministrato dalPCI prima e, daglianni '90 in poi, da coalizioni di sinistra o centro-sinistra: da qui l'appellativo di "Stalingrado della Tiberina"[131].
Elenco dei Sindaci di Fiano Romano dal 1948 in poi[132][133][134]:
A.S.D. Fiano Romano (colori sociali Rosso Nero) che, nel campionato 2022-23, milita nel Girone B del campionato maschile diEccellenza[139];
Città di Fiano, (colori sociali Bianco Azzurro) che, nel campionato 2022-23, milita nel Girone D del campionato maschile diSeconda categoria[140];
A.S.D. 2004 Pro Fiano, (colori sociali Amaranto Giallo) che, nel campionato 2022-23, milita nel Girone D del campionato maschile diSeconda categoria[141];
LaS.S. Lazio C5 Global (calcio a 5 - settore femminile) e laS.S. Lazio Calcio a 5 (calcio a 5 - settore maschile), che militano nel campionato 2021-22 rispettivamente inSerie A e nel girone C dellaSerie A2, si allenano e giocano le proprie partire interne al Palazzetto dello Sport di Fiano Romano[142][143];
«hi Fescenninas acies Aequosque Faliscos, hi Soractis habent arces Flaviniaque arva et Cimini cum monte lacum lucosque Capenos(Questi hanno le schiere fescennine e gli equi Falisci, questi le rocche del Soratte e i campi flavini e il lago con il monte del Cimino e i boschi Capeni)»
^ Silio Italico,Le guerre puniche, Libro XIII, 85.
^ Servio Mario Onorato,Commentarii in Vergilii Aeneidos libros, Libro 7, 697.
«Servio spiega l’espressione virgilianaFlavinia arva come un riferimento a una località chiamata Flavinium»
^ Gerhard Rohlfs,Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, vol. 1, Einaudi, 1966, pp. 157 e 378.
^ Ilario di Nardo,Testimonianze eneolitiche nel territorio capenate: il sito di Monte Scorano e di Le Cese (Capena-Fiano Romano), inAtti del XIII congresso Preistoria e Protostoria in Etruria (PPE), I, Milano, Centro Studi di Preistoria ed Archeologia, 2018, pp. 723-726.
«a (Quinto) Servilio riservò la campagna contro i Capenati. Essi non tentarono l'assedio o l'attacco diretto ad alcuna città, preferendo invece devastare la campagna dei dintorni e razziare i prodotti agricoli: non rimasero in piedi nella zona alberi da frutta, non rimase intatto alcun terreno coltivato: l'operazione piegò la resistenza dei Capenati. La loro richiesta di pace venne subito accolta»
«(Annibale) di là mosse verso il bosco sacro di Feronia, tempio allora famoso per le sue ricchezze. Gli abitanti di Capena e gli altri circonvicini [..] lo avevano donato di molto oro e di molto argento. Di tutti quei doni fu allora spogliato il tempio»
^ R. Bartoccini,Colonia Julia Felix Lucus Feroniae: rinvenimento e scavi - monumenti, inAtti del VII Congresso Internazionale di Archeologia Classica, Roma, Giorgio Bretschneider, 1960.
^Gazzetti"Su un trapezoforo marmoreo della Villa dei Volusii appare l'iscrizione GN(eus) EGNA(tius), indizio che la villa dovesse essere originariamente appartenere a questa famiglia"
^Tosi, p. 153"Con istromento del 18 aprile 1690, previo chirografo di Alessandro VIII e suo fedecommesso del 6 marzo 1690, Marco Ottoboni nipote ex frate, acquista dai Ludovisi il ducato di Fiano"
^ U. Diligenti,Boncompagni di Bologna, inStoria delle famiglie illustri italiane, I, Firenze, 1890.
^Boncompagni-Ludovisi, suPaul Theroff’s Royal Genealogy Site.URL consultato il 26 ottobre 2021.
^abGiuseppe Tomasetti nel suoDella Campagna Romana nel medioevo (Archivio della Società romana di storia patria, 1884, volume 7) cita il manoscrittoNotizie istoriche della terra di Fiano di Giuseoppe Camassei conservato all'Archivio Capitolino
^Chiesa della Madonna del Carmine, suLe chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana.URL consultato il 2 novembre 2021.
^ Giovanni Battista De Rossi,Tabernacolo, Altare e sua Cappella Reliquiaria in S. Stefano presso Fiano Romano, inBulletino di Archaeologia Cristiana, n. 6, (1888-1889), pp. 154-162.
^Ciborium ca 1150, suMet Museum.org.URL consultato il 15 ottobre 2021.
^ Luigi Cimarra,Alcune iscrizioni medievali del territorio collinense-tiberino, inBiblioteca e Società, vol. 21, n. 3, pp. 15-25.
^Da queste elezioni amministrative, avendo Fiano superato i 15.000 abitanti, l'elezione si è svolta con doppio turno, prevedendo che se nessun candidato sindaco ottiene almeno il 50%+1 dei voti al primo turno, accedono al ballottaggio i due candidati più votati
Guido Vicario,Cronache e testimonianze per un ritratto di Fiano, Roma, G.E.L. Gruppo Editoriale Leader, 1999,SBNRML0053323.
Archimede Pezzola,Osservazioni sul dialetto fianese, Associazione Pro Loco di Fiano Romano, 1996,SBNRMS0097864.
Luca Lo Bianco,Fiano: la sua identità, le sue radici: le lotte per la terra nel secondo dopoguerra, IRESMO Istituto di studi storico sociologici, 1997,SBNRMS0097661.
Giuseppe Ercoli,Fiano Romano nella storia, Associazione Pro Loco di Fiano Romano, 1996,SBNRMS0097662.
Giuliana Boenzi, Antonella Ciccarese, Paola Di Giammatteo, Francesca Fei, Gianfranco Gazzetti e Enrico Angelo Stanco,Terra di Fiano: ricerche di storia, arte, archeologia, Roma, Quasar, 1997,SBNBVE0150071.
Marco Falciano,Fiano Romano : un centro della valle del Tevere tra storia, cultura e immagini, De Angelis, 2001,SBNRMS0136091.
Paola Callegari Cavaliere, Giuliano Ferilli e Edgardo Gianfelice,Fiano Romano. Dalla Preistoria ai Giorni Nostri, De Angelis, 2015.
Giuliano Ferilli,Una vita tra passione e coraggio, De Angelis, 2010,SBNIEI0316962.
Gianfranco Gazzetti,La villa dei Volusii a Fiano Romano, Quasar, 1997,SBNRMS0095640.
Ignazio Giorgi e Ugo Balzani (a cura di),Il regesto di Farfa / compilato da Gregorio di Catino e pubblicato dalla Società romana di storia patria, vol. 3, Roma, 1995,SBNCFI0574325.
Maria Gemma Paviolo,I testamenti dei Cardinali: Francesco Sforza (1562-1624),ISBN978-1326349257.
Mario Tosi,La società romana dalla feudalità al patriziato, 1816-1853, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1968,SBNSBL0367599.
Giuseppe Tomassetti,La campagna romana: antica, medievale e moderna, a cura di Luisa Chiumenti e Fernando Bilancia, 3. Cassia, Clodia, Flaminia, Tiberina, Labicana, Prenestina, 1980,ISBN88-222-2884-7,SBNRML0081080.
Virginia Properzi,Monumenti ai caduti della provincia di Roma, in Paola Guerrini e Massimo Vittucci (a cura di),Il Lazio e la Grande Guerra, Provincia di Roma, 2010,SBNIEI0325292.
Clarissa Belardelli, Micaela Angle, Francesco di Gennaro e Flavia Trucco (a cura di),Repertorio dei siti protostorici del Lazio: province di Roma, Viterbo e Frosinone, All'insegna del Giglio, 2007,SBNRMR0102259.
Gli Stemmi / Provincia di Roma, Linea Editrice,SBNRLZ0238077.