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Federico II di Svevia

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Disambiguazione – Se stai cercando il duca di Svevia che regnò negli anni 1105-1147, vediFederico II di Svevia (duca).
Federico II di Hohenstaufen
Ritratto di Federico II con il falco dal suo trattatoDe arte venandi cum avibus
Imperatore dei Romani
Stemma
Stemma
In carica22 novembre1220 –
13 dicembre1250
Incoronazione22 novembre1220
PredecessoreOttone IV
SuccessoreEnrico VII di Lussemburgo
Re di Sicilia
comeFederico I
In carica27 novembre1198 –
13 dicembre1250
Incoronazione17 maggio1198
PredecessoreCostanza I
SuccessoreCorrado I
Re di Gerusalemme
comeFederico
In carica9 novembre1225 –
13 dicembre1250
Incoronazione18 marzo1229
PredecessoreIsabella II
SuccessoreCorrado II
Re dei Romani
In carica25 luglio1215 –
22 novembre1220
Incoronazione9 dicembre1212 (Magonza)
25 luglio 1215 (Aquisgrana)
PredecessoreOttone IV
SuccessoreEnrico di Svevia (co-reggente: 1220-1234)
Corrado IV di Svevia (co-reggente e successore: 1237-1254)
Re d'Italia
(per diritto di successione daOttone IV, ma mai incoronato ufficialmente)
In carica1218 –
1250
Incoronazionemai avvenuta
PredecessoreOttone IV di Brunswick
SuccessoreEnrico VII di Lussemburgo
Duca di Svevia
comeFederico VII
In carica1212 –
1216
PredecessoreOttone IV
SuccessoreEnrico II
Altri titoliDuca di Puglia e Calabria
Conte di Matera
Re di Tessalonica
Principe di Capua
NascitaJesi, 26 dicembre1194
MorteFiorentino di Puglia, 13 dicembre1250 (55 anni)
Luogo di sepolturaCattedrale di Palermo
DinastiaHohenstaufen
PadreEnrico VI
MadreCostanza d'Altavilla
ConiugiCostanza d'Aragona
(1209-1222, ved.)
Isabella II di Gerusalemme
(1225-1228, ved.)
Isabella d'Inghilterra
(1235-1241, ved.)
Bianca Lancia (?)
(1248 ca. -1248 ca., ved.)
Figlicon Costanza
Enrico
con Isabella II
Margherita
Corrado
con Isabella d'Inghilterra
Margherita
Enrico Carlotto
con Bianca
Costanza
Manfredi
Violante
illegittimi
Enzo
Caterina da Marano
Federico
Biancofiore
Federico
Selvaggia
Riccardo
Gherardo
Federico
Altri
ReligioneCattolicesimo

Federico Ruggero di Hohenstaufen (Jesi,26 dicembre1194Fiorentino di Puglia,13 dicembre1250) è statore di Sicilia (comeFederico I, dal 1198 al 1250),duca di Svevia (comeFederico VII, dal 1212 al 1216),Imperatore dei Romani (comeFederico II, eletto nel 1211, incoronato dapprima adAquisgrana nel 1215 e, successivamente, aRoma dalpapa nel 1220) ere di Gerusalemme (dal 1225 per matrimonio, autoincoronatosi nella stessaGerusalemme nel 1229).

Federico discendeva, dal lato paterno, dalla nobile famiglia degliHohenstaufen e, dal lato materno, dalla nobile famigliasiculo-normanna degliAltavilla, conquistatori di Sicilia e fondatori delRegno di Sicilia.

Passato alla storia con l'appellativostupor mundi ("meraviglia o stupore del mondo"), Federico II era dotato di una personalità poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Nonostante ciò è ricordato per aver accolto alla sua corte grandi artisti e poeti del suo tempo, rendendo il suo regno un centro di grande cultura. Il suo mito finì per confondersi con quello del nonno paterno,Federico Barbarossa. Il carisma di Federico II è stato tale che all'indomani della sua morte, avvenuta a Fiorentino di Puglia (Torremaggiore), il figlioManfredi, futuro re di Sicilia, in una lettera indirizzata al fratelloCorrado IV citava tali parole: «Il sole del mondo si è addormentato, lui che brillava sui popoli, il sole dei giusti, l'asilo della pace».

Il suo regno fu principalmente caratterizzato da una forte attività legislativa moralizzatrice e di innovazione artistica e culturale, volta a unificare le terre e i popoli, ma fortemente contrastata dalla Chiesa, di cui il sovrano mise in discussione il potere temporale. Ebbe infatti ben duescomuniche dal papaGregorio IX, che arrivò a vedere in lui l'anticristo.[1] Federico fu un apprezzabile letterato, convinto protettore di artisti e studiosi: la sua corte nelRegno di Sicilia fu luogo di incontro fra le culture greca, latina, germanica, araba ed ebraica. Uomo straordinariamente colto ed energico, stabilì inSicilia e nell'Italia meridionale una struttura politica molto somigliante a un moderno regno, governato centralmente e con un'amministrazione efficiente.[2]

Federico II parlava sei lingue (latino,siciliano,tedesco,francese,greco e forsearabo)[3] e giocò un ruolo importante nel promuovere le lettere attraverso la poesia dellaScuola siciliana. La sua corte reale imperiale, aPalermo dal 1220 circa sino alla sua morte, vide uno dei primi utilizzi letterari di unalingua romanza (dopo l'esperienzaprovenzale), ilsiciliano. La poesia che veniva prodotta dallaScuola siciliana ha avuto una notevole influenza sulla letteratura e su quella che sarebbe diventata la modernalingua italiana. La scuola e la sua poesia furono salutate con entusiasmo daDante e dai suoi contemporanei, e anticiparono di almeno un secolo l'uso dell'idioma toscano come lingua d'élite letteraria d'Italia.[4]

Biografia

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La nascita

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Nascita di Federico II aJesi, in una tenda, secondo una «fantasiosa tradizione»[5] dovuta aRicordano Malispini[6].

Federico nacque il 26 dicembre del 1194 daEnrico VI (a sua volta figlio diFederico Barbarossa) e daCostanza d'Altavilla, figlia diRuggero II di Sicilia[7][8] e zia diGuglielmo II, aJesi, nellaMarca anconitana, mentre l'imperatrice stava raggiungendo aPalermo il marito, incoronato appena il giorno prima, giorno diNatale,re di Sicilia. Data l'età per l'epoca considerata avanzata (aveva 40 anni), nella popolazione vi era un diffuso scetticismo circa la gravidanza di Costanza, perciò fu allestito un baldacchino al centro della piazza diJesi, dove l'imperatrice partorì pubblicamente, al fine di fugare ogni dubbio sulla nascita dell'erede al trono.[9][10]

Costanza, che prima del battesimo del figlio lo avrebbe chiamato inizialmente con il nome matronimico di Costantino,[11] portò il neonato aFoligno, città dove Federico visse i suoi primissimi anni, affidato alla duchessa diUrslingen, quasi certamente della famiglia del gran cancelliere Gualtiero di Palearia e moglie delduca di SpoletoCorrado, uomo di fiducia dell'imperatore.[12] Poi partì immediatamente alla volta della Sicilia per riprendere possesso del regno di famiglia, poco prima riconquistato dal marito. Qualche tempo più tardi, durante lacerimonia battesimale svoltasi nellacattedrale di San Rufino inAssisi, in presenza del padre Enrico, il nome del futuro sovrano venne meglio precisato e definito in quello, "in auspicium cumulande probitatis", di Federico Ruggero; "Federico" per indicarlo come futura guida dei principi germanici quale nipote diFederico Barbarossa, "Ruggero" per sottolinearne la legittima pretesa alla corona del regno di Sicilia quale nipote anche di Ruggero II di Sicilia. Quella fu la seconda e ultima occasione in cui Enrico VI vide il figlio.

Federico nasceva già erede o pretendente di molte corone. Quella imperiale non era ereditaria ma elettiva, pertanto Federico era per nascita un valido candidato al titolo diimperatore del Sacro Romano Impero, che comprendeva le corone di Germania, d'Italia e diBorgogna. Questi titoli assicuravano diritti e prestigio, ma non davano un potere effettivo, mancando in quegli stati una solida compagine istituzionale controllata dal sovrano: in pratica tali corone davano potere solo se si era forti, altrimenti sarebbe stato impossibile far valere l'autorità e i diritti del re sui feudatari e suicomuni italiani. Inoltre per via materna Federico aveva ereditato la corona di Sicilia, una monarchia ereditaria dove invece esisteva un apparato amministrativo ben strutturato a garantire che la volontà del sovrano venisse applicata, secondo la tradizione di un governo centralistico. L'unione della corona imperiale e di quella di Sicilia non era tuttavia vista di buon occhio né dai Normanni di Sicilia, né tantomeno dalpapato che, con i territori che a vario titolo componevano loStato della Chiesa, governava su una grossa porzione dell'Italia centrale, la quale si sarebbe trovata proprio in mezzo a questo nuovo grande regno, e ciò avrebbe potuto far sentire il pontefice accerchiato.

Infanzia ed educazione in Sicilia

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Il 28 settembre 1197 Enrico VI morì e Costanza affidò il figlio di tre anni aPietro da Celano, conte dellaMarsica.

La regina Costanza morì però il 27 novembre 1198 e gli trasmise la corona di Sicilia quando Federico aveva tre anni, dopo averlo posto sotto la tutela del nuovo papa,Innocenzo III, e avere costituito a favore del papa unappannaggio di 30 000 talenti d'oro per l'educazione di Federico.

Gualtiero di Palearia,vescovo di Troia egran cancelliere del regno, fu in quegli anni, a Palermo, il vero tutore di Federico. Il giovane sovrano risiedeva nelPalazzo dei Normanni e nelcastello di Maredolce, il Castello della Favara, seguito direttamente daGentile di Manoppello, fratello di Gualtiero. Suo primo insegnante fu un certo Guglielmo Francesco[13], che ne rispondeva al vescovo diCapua Rainaldo, il quale, a sua volta, informava costantemente il papa dei progressi scolastici, della crescita e della salute di Federico.

Nell'ottobre 1199Marcovaldo di Annweiler,[14] per volere diFilippo di Svevia, zio paterno di Federico, si impadronì della Sicilia per averne la reggenza e prese su di sé anche la custodia del giovane, sottraendola a Gualtiero di Palearia e, quindi, al tutoraggio di Innocenzo III, in aperto contrasto con il papa e con il suo paladino in Sicilia,Gualtieri III di Brienne; ciononostante, Marcovaldo non privò Federico della tutela dei suoi maestri.

Il papa accusò Gualtiero di Palearia di tradimento quando suo fratello Gentile di Manoppelloconsegnò Federico, assieme alla città di Palermo, a Marcovaldo. Nel momento in cui, nel 1201, gli uomini di Marcovaldo di Annweiler, presa Palermo e scoperto il nascondiglio del re-bambino mercé il tradimento delle guardie di palazzo, stavano per prenderlo "balzò contro il suo ghermitore e cercò come poté di arrestare il braccio di colui che osava levare la mano sul corpo sacro dell'Unto del Signore"[15][16]. Fallito il tentativo di difesa, si strappò i vestiti e si graffiò la faccia in segno di protesta: aveva solo 7 anni!

Nel 1202, Gualtiero di Palearia guidò una spedizione, unitamente al conteDiopoldo di Acerra, contro il pretendente al trono Gualtieri di Brienne, il quale, a sua volta, dopo la morte di Marcovaldo, consegnò Federico aGuglielmo di Capparone, successore alla reggenza di Marcovaldo.

Diopoldo liberò Federico da Capparone nel 1206 e lo riconsegnò alla custodia di Gualtiero di Palearia.

Guglielmo Francesco, Gentile di Manoppello e unimam musulmano, rimasto sconosciuto alla storia, furono i precettori di Federico sino al 1201, quando Guglielmo Francesco fu costretto ad abbandonare la Sicilia; tornò a essere il maestro di Federico dal 1206 al 1209, anno dell'emancipazione del giovane.

Nel periodo tra il 1202 e il 1206, in cui fu sotto la custodia di Guglielmo, Federico II visse probabilmente nelPalazzo reale: è probabile che il giovane re abbia ricevuto nel palazzo dei suoi avi una buona educazione e un'istruzione adatta al suo rango. La tesi secondo la quale Federico II si sarebbe aggirato per i vicoli e i mercati di Palermo, che gli avrebbero offerto molteplici stimoli in una sorta di autoformazione, è incerta e dibattuta[17][18].

Inoltre non è attendibile la notizia delBreve Chronicon de rebus Siculis, secondo la quale il giovane re avrebbe in questo periodo addirittura sofferto la fame ed avrebbe vagato per le strade di Palermo ricevendo il sostentamento dai sudditi.[19][20]

Tuttavia il maggior biografo di Federico II, Ernst Kantorowicz, sostiene che l'ambiente multiculturale di Palermo gli abbia fornito una scuola a cielo aperto e dice che diverse famiglie palermitane lo sfamarono[21].

Al governo del regno di Sicilia

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Il matrimonio con Costanza d'Aragona

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Nel 1208 il vescovo siciliano diMazara si recò aSaragozza in rappresentanza di Innocenzo III e Federico: fu così siglato il contratto nuziale tra quest'ultimo eCostanza d'Aragona[22], venticinquenne, vedova delre d'UngheriaEmerico e sorella del rePietro II d'Aragona; l'unione tra le due famiglie era già stata auspicata daCostanza d'Altavilla.[23]

Federico era ancora minorenne: secondo il diritto feudale siciliano, avrebbe raggiunto la maggiore età al compimento dei quattordici anni.[24] Il 26 dicembre 1208 si concluse quindi lareggenza dei cancellieri del regno e il giovane uscì dalla tutela papale, assumendo il potere delRegno di Sicilia nelle sue mani.

In accordo con il contratto nuziale, Costanza portò al futuro marito una dote di 500 cavalieri pesanti perfettamente armati: un dono inestimabile per Federico, che doveva fronteggiare sia le rivolte saracene nell'entroterra siciliano, sia le contese tra i grandi baroni e feudatari nei suoi domini sul continente. Il 15 agosto 1209 fu celebrato il matrimonio a Messina.

Subito dopo le nozze e prima ancora di poter essere impiegata, tuttavia, questa preziosa milizia fu decimata da una epidemia, che risparmiò gli sposi, ritiratisi nel frattempo in una residenza di campagna.[25]

Della situazione, ancora una volta, avrebbero voluto approfittare i baroni del Regno, con a capo un conte calabrese, ma questa nuova congiura fu sventata da Federico che catturò il traditore e recuperò a sé molti beni che nel periodo della sua infanzia quelli gli avevano sottratto.[26]

Nel 1211, nacque il primo, e unico, figlio della coppia,Enrico, futurore dei Romani.

La situazione tedesca

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Lo stesso argomento in dettaglio:Disputa sul trono tedesco.

In Germania, nel frattempo, dopo la morte di Enrico VI nessuno era più riuscito a farsi incoronare imperatore. Due erano i rivali che puntavano al titolo imperiale vacante: il primo era appuntoFilippo di Svevia, fratello minore di Enrico VI, che fu eletto re dai principi tedeschi nel 1198 e incoronato aMagonza; il secondo eraOttone IV di Brunswick, figlio minore delduca di Baviera e SassoniaEnrico il Leone, che fu eletto anch'egli re da alcuni principi tedeschi che si opponevano all'elezione delloStaufer e venne incoronato adAquisgrana.[27] Ottone poteva contare sull'appoggio delre d'InghilterraGiovanni I, che era suo zio, e diInnocenzo III, che voleva evitare di vedere uno svevo imperatore per scongiurare una rivendicazione di quest'ultimo delregno di Sicilia; Filippo, a sua volta, poteva contare sull'appoggio delre di FranciaFilippo II Augusto. La situazione si risolse solo nel 1208, quando Filippo di Svevia fu assassinato per motivi personali e Ottone ebbe campo libero. Egli fece numerose concessioni al papato: in particolare la corona doveva rinunciare all'ingerenza nelle elezioni dei prelati e accettare senza limiti il diritto di appello del pontefice negli affari ecclesiastici; inoltre si sarebbe posto fine ad abusi quali l'appropriazione delle rendite delle diocesi vacanti.[28] Il 4 ottobre del 1209, a Roma, Innocenzo III incoronò imperatoreOttone IV. Nonostante le numerose promesse di Ottone IV, lo stesso imperatore, richiamandosi all'antiquum ius imperii, rivendicava il dominio sull'Italia intera; così egli sostò per circa un anno nell'Italia centrale, cosa che preoccupò non poco Innocenzo III che proprio in quei territori stava cercando di estendere loStato della Chiesa.Riccardo di San Germano ci dice:

«Il detto imperatore Ottone, attratto da Diopoldo e da Pietro conte di Celano, […] gettatosi dietro le spalle il giuramento che aveva fatto alla chiesa di Roma, entra nel regno dalla parte di Rieti e sotto la guida di coloro che vi avevano prestato il giuramento di fedeltà, vi giunge attraverso la Marsia e quindi attraverso il Comino; […] Il papa Innocenzo lo scomunicò e pose l'interdetto alla chiesa di Capua, perché aveva osato celebrare alla sua presenza e nell'ottava di S. Martino scomunica anche tutti i suoi fautori»

(Riccardo da San Germano,Chronicon, a.D. 1210, pp. 53-54)

Salimbene de Adam aggiunge:

«Nell'anno del Signore 1209 l'imperatore Ottone fu ospitato sul Reno (è un torrente nel vescovado di Reggio) e fu pure ospitato a Salvaterra dal duca Brebalse. E fu incoronato dal papa Innocenzo III il giorno 11 di ottobre. […] Ma il suddetto Ottone, una volta incoronato, muove con molti sforzi contro il padre che lo aveva incoronato e la madre chiesa che lo aveva generato, e si armò rapidamente contro il piccolo re di Sicilia che non aveva altro aiuto eccetto la chiesa. Perciò l'anno seguente, cioè l'anno del Signore 1210, il venerabile padre Innocenzo potente in opere e in parole scomunicò il già detto imperatore Ottone. Ciò nonostante, costui mandò in Puglia un esercito cui era a capo il marchese Azzo d'Este. E poi passando per la Toscana, raccolto un grande esercito, prese alcune località con la forza, altre per resa; resistendogli soltanto Viterbo, Orvieto e poche altre. Infine avanzò e svernò a Capua.»

(Salimbene de Adam,Chronicon, a.D. 1209-1210, pp. 86-87.)

Dopo la scomunica papale e a causa dell'ostilità diFilippo Augusto di Francia, che incoraggiò la resistenza in Germania, la nobiltà, che aveva inizialmente appoggiato Filippo di Svevia e ora vedeva Ottone IV combattere proprio contro unHohenstaufen, si ribellò all'imperatore, che fu costretto a tornare in Germania. I feudatari ribelli cercarono allora l'aiuto di Federico, proponendolo come candidato da contrapporre a Ottone IV.

La corona imperiale a diciotto anni

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Verso la Germania e la scalata al potere

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Nel frattempo, in Sicilia, dove Federico era appena divenuto padre del suo primogenitoEnrico, che neonato venne incoronatore di Sicilia comecoreggente, si organizzò subito una rapida spedizione oltralpe. Partito a marzo del 1212 da Palermo, lasciando la moglie Costanza come reggente del regno, Federico giunse a Roma la domenica di Pasqua, dove prestò giuramento vassallatico al papa. In questa occasione, Federico assicurò inoltre al pontefice la sua intenzione di non unire il regno di Sicilia al resto dell'Impero, cosa da sempre temuta dal potere pontificio. Durante il soggiorno di pochi giorni nell'Urbe il giovane re conobbe l'arcivescovoBerardo di Castagna che divenne, con il tempo, uno dei suoi più fidati consiglieri, rimanendogli vicino fino alla morte anche durante i periodi delle scomuniche abbattutesi su Federico, e zio diManna da Castanea, donna con la quale Federico intrattenne una relazione fra il 1224 e il 1225, dalla quale nacqueRiccardo, futurovicario imperiale.

Lasciata Roma Federico giunse per nave aGenova, dove fu ben accolto, specialmente dalla potente famigliaDoria. Si apriva a quel punto il tratto più pericoloso del viaggio attraverso l'Italia settentrionale, dove città che parteggiavano per Federico (comePavia eCremona) si mischiavano a quelle che sostenevano Ottone (comeMilano,Lodi ePiacenza). Singolare coincidenza è il fatto che, mentre Federico attraversava il Nord Italia, lo stesso territorio veniva percorso nel frattempo anche dalla famosaCrociata dei fanciulli.

Federico, dopo essere stato accolto trionfalmente aPavia, nel suo itinerario, attraversando il territorio pavese, scortato prima dagli armati diPavia e poi dai cremonesi,[29] al momento di passare nel territorio diCremona scampò fortunosamente alla cattura da parte dei milanesi e piacentini guadando il fiumeLambro.[30][31] Passò quindi perMantova eVerona e, risalendo poi lavalle dell'Adige, giunse aTrento. Poiché il signore diMerano, che presidiava ilBrennero, simpatizzava per Ottone, Federico e il suo seguito furono costretti a passare per l'Engadina superiore, giungendo alla città diCoira, appartenente alducato di Svevia e prima città tedesca a rendergli omaggio.[30] Il vescovo diCoira, Arnoldo, lo scortò fino aSan Gallo, dove 300 cavalieri si unirono al seguito dell'Hohenstaufen.[30]

Ottone, dal nord della Germania, fece sapere che si stava approssimando allago di Costanza, accompagnato da un esercito, accampandosi aÜberlingen in attesa di un trasporto. Federico intanto era accampato fuori le mura della città diCostanza, il cui vescovo dichiarava che avrebbe aperto solamente al legittimo imperatore. Il giovane Federico non poteva ancora permettersi uno scontro con Ottone, vista la disparità di risorse militari disponibili; quindi, se non fosse riuscito a ripararsi in città, avrebbe dovuto fuggire. La situazione si sbloccò grazie al vescovo di Coira e all'abate di San Gallo, che dichiararono il proprio sostegno a Federico, oltre che a Berardo di Castagna, il quale in veste di legato papale lesse l'atto di scomunica e di destituzione diOttone IV firmato dal papaInnocenzo III. Nel settembre del 1212 Federico entrò quindi trionfalmente nell'importante città, anticipando l'arrivo del suo avversario di poche ore.[30]

Ottone provò allora ad assediareHaguenau, ma fu scacciato dal signore diLotaringia, rifugiandosi nella fedele città diColonia.[32]

Federico indisse una prima piccola dieta aBasilea, dove si recò anche il vescovo diStrasburgo accompagnato da cinquecento cavalieri, a cui presero parte e gli resero omaggio molti esponenti dell'antica nobiltà sveva, tra i quali i conti diAbsburgo eKiburgo.[32] Qua emanò perOttocaro I labolla d'oro di Sicilia, in cui gli concesse di elevare laBoemia a regno, rendendo la corona ereditaria.

A ottobre indisse a Haguenau, castello prediletto diFederico Barbarossa,[33] la sua prima dieta dare dei Romani. In questa occasione Federico si vide riconoscere la propria autorità di re dei Romani dal primo principe secolare tedesco, il duca diLorena suo cugino, e daOttocarore di Boemia,[32] che fu ricompensato con alcuni feudi imperiali e un diploma regio che riconosceva lui e i suoi eredi come legittimi re di Boemia. Il sovrano boemo non era più soggetto alla nomina da parte del re dei Romani e gli veniva richiesto solo di partecipare alle diete che si tenevano vicino al confine boemo; in più avrebbe fornito ai sovrani tedeschi una guardia di trecento cavalieri quando essi avrebbero dovutorecarsi a Roma per l'incoronazione. Questo atto fece del re di Boemia uno dei principi più importanti del regno dei Romani. Altro successo di Federico a Haguenau fu l'essersi guadagnato la fedeltà diCorrado III di Scharfenberg, vescovo diSpira e cancelliere dell'Impero sia conFilippo di Svevia sia sotto Ottone, che ricompensò nominandolo vescovo diMetz.

A novembre dello stesso anno Federico stipulò quindi gli accordi con il futuro re di FranciaLuigi VIII per combattere il rivale.

Le incoronazioni a Magonza e ad Aquisgrana

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Sigillo in cera 85 mm della pergamena 13 febbraio 1240. Intorno al campo la legenda recita: [FRIDERICUS D(e) I GR(ati) A IMPE]RATOR ROMANOR(um)[SE]MP(er) AUGUST[US]. Al centro del campo affiancano il trono i due termini: REX IH(e) R(usa) L(e) M.Cagli, Archivio Storico Comunale.

Finalmente il 9 dicembre 1212 Federico veniva incoronato imperatore nelduomo di Magonza dall'arcivescovoSigfrido III di Eppstein, ma la sua effettiva sovranità doveva ancora essere sancita. Il 12 luglio 1213, con la cosiddettaBolla Aurea (o "promessa di Eger"), Federico promise di mantenere la separazione fra Impero e regno di Sicilia (preteso dominio del Pontefice), come pattuito a Roma l'anno precedente, e di rinunciare ai diritti germanici in Italia (promessa già fatta da Ottone IV e mai mantenuta). Si impegnò inoltre a intraprendere presto una crociata inTerrasanta, nonostante non ci fosse stata un'esplicita richiesta in tal senso da parte del papa.

L'anno successivo, Federico emise una nuovaBolla d'oro riguardante le cessioni territoriali al reValdemaro II di Danimarca.

Federico II poté essere riconosciuto unico pretendente alla corona imperiale solo dopo il 27 luglio 1214 quando, nellabattaglia di Bouvines,Filippo Augustore di Francia, alleato di Federico, sbaragliò Ottone IV, alleato degliinglesi. In Germania resistevano al dominio di Federico soltantoColonia, la città più ricca e popolosa della Germania del tempo, i cui mercanti vantavano particolari diritti commerciali e di traffico con l'Inghilterra diEnrico II Plantageneto sin dal 1157, eAquisgrana, dove erano conservate le spoglie diCarlo Magno. Aquisgrana cadde nel 1215 e Federico vi ricevette una seconda e splendida incoronazione (25 luglio 1215) che completò quella diMagonza. L'11 novembre 1215 venne aperto da Innocenzo III ilIV Concilio Lateranense (XII universale), a cui anche Federico partecipò.

L'incoronazione ad imperatore a Roma

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Finché fu in vita il suo protettore Innocenzo III, Federico evitò di condurre una politica personale troppo pronunziata. Morto Innocenzo III e salito al soglioOnorio III (18 luglio 1216), un papa di carattere molto diverso rispetto al suo predecessore, Federico fu incalzato dal nuovo pontefice a dare corso alla promessa di indire la crociata. Tergiversò a lungo e nel 1220 fece nominare dallaDieta di Francoforte, tenutasi nel medesimo anno, il figlioEnrico re dei Romani. Onorio III ritenne allora che l'unico modo per impegnare Federico fosse quello di nominarlo imperatore, cosicché il 22 novembre 1220 Federico fu incoronato imperatore inSan Pietro aRoma[34] dallo stesso papa Onorio III.

Confoederatio cum principibus ecclesiasticis

IlPatto con i principi della chiesa, oConfoederatio cum principibus ecclesiasticis, del 26 aprile 1220 consiste in una serie di concessioni ad alcuniprincipi vescovi tedeschi da parte di Federico II, in cambio della loro collaborazione all'elezione del figlio Enrico come re dei Romani. È una delle più importanti fonti legislative delSacro Romano Impero nel territorio tedesco.
Con questo patto Federico II rinunciava a un certo numero di privilegi reali in favore dei principi vescovi. Fu un vero stravolgimento nell'equilibrio del potere, un nuovo disegno che doveva portare a maggiori vantaggi nel controllo di un vasto territorio qual era la Germania.
Fra i tanti diritti ottenuti, i vescovi assunsero quello di batteremoneta, elevare o abbassare letasse e costruirefortificazioni; inoltre ottennero anche la possibilità di istituiretribunali nei territori di loro giurisdizione e di ricevere l'appoggio del re o dell'imperatore nel far rispettare i giudizi da loro emanati. La condanna di un tribunale ecclesiastico equivaleva automaticamente a una condanna da parte del tribunale reale o imperiale (e alla pena conseguente). Inoltre, l'emanazione di unascomunica si traduceva automaticamente in una sentenza da parte del tribunale del re o dell'imperatore, che sanciva per lo scomunicato lo status di reo. Il legame, quindi, fra il tribunale di Stato e quello locale del Principe Vescovo si saldò indissolubilmente.
Il "Patto con i principi della chiesa" si ricollega direttamente al più tardoStatutum in favorem principum che sancì simili diritti per i principi laici. Il potere dei signori si accresceva, ma aumentava anche la capacità di controllo sul territorio dell'Impero e sulle città. In questo modo, Federico II sacrificò l'accentramento del potere per assicurarsi una maggiore tranquillità nella parte centrale dell'Impero stesso, in modo da poter rivolgere la sua attenzione al fronte meridionale e mediterraneo.

Federico non diede peraltro alcun segnale di voler abdicare al regno di Sicilia, pur mantenendo la ferma intenzione di tenere separate le due corone. Aveva anzi deciso di lasciare il regno dei Romani al figlio, conservando tuttavia, quale imperatore, la suprema autorità di controllo. Essendo stato educato in Sicilia, è probabile che si sentisse più siciliano che tedesco, ma, soprattutto, egli conosceva bene le potenzialità del suo regno,[35] che rappresentava la fonte del suo potere, ereditario e che nessuno poteva mettere in discussione; con una fiorente agricoltura, città grandi e buoni porti, oltre alla straordinaria posizione strategica al centro del Mediterraneo.

Alla fine degli anni dieci del Duecento risale inoltre probabilmente l'incontro, nel castello di Haguenau, conAdelaide di Urslingen, che divenne la sua prima amante e madre dei suoi due figliEnzo, uno dei figli prediletti di Federico insieme conManfredi, eCaterina.

L'attività nel regno di Sicilia

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Lo stesso argomento in dettaglio:Regno di Sicilia § Il periodo imperiale.
Augustale di Federico II, 1231 circa,Museo di Foggia

Tornato nel 1220 in Sicilia, che aveva lasciato otto anni prima, Federico poté dedicarsi a consolidare le istituzioni nel Regno, indicendo due grandi assise aCapua e aMessina (1220-1221). In quelle occasioni stabilì, rivendicando quanto accaduto in passato, che ogni diritto regio confiscato precedentemente a vario titolo dai feudatari venisse immediatamente reintegrato al sovrano. Introdusse inoltre ildiritto romano, nell'accezionegiustinianea rielaborata dall'Università di Bologna su impulso di suo nonno il Barbarossa. Nel 1222 morì la moglie Costanza.

DaSiracusa fondò l'Università di Napoli nel 1224, dalla quale sarebbe uscito il ceto di funzionari in grado di servirlo, senza che i sudditi a lui fedeli dovessero recarsi fino aBologna per studiare. Favorì anche l'antica e gloriosascuola medica salernitana.[36]

In ambito militare il sovrano si premurò di istituire alcune camere reali (fabbriche e depositi di armi) nelle principali piazzeforti del reame: adAriano,Canosa,Lucera,Melfi,Messina e nella stessa Palermo.[37] Il tentativo di Federico di accentrare l'amministrazione del Regno e ridurre il potere dei feudatari locali incontrò comunque molte resistenze nella parte continentale del regno; tra queste principalmente quella del conte diCelano,Tommaso Berardi, il quale, però, alla fine dovette arrendersi all'esercito di re Federico.

I saraceni del regno

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Dopo la morte diEnrico VI nel 1197 e quella di sua moglieCostanza d'Altavilla l'anno successivo, in Sicilia si verificarono tumulti politici. Priva della protezione reale e con Federico II ancora fanciullo sotto la custodia del papa, la Sicilia era al tempo diventata un campo di battaglia per le forze rivali tedesche e papali. I ribelli musulmani dell'isola si schierarono con i signori della guerra tedeschi, comeMarcovaldo di Annweiler. In rispostaInnocenzo III proclamò una crociata contro Marcovaldo, sostenendo che aveva stretto una diabolica alleanza con iSaraceni di Sicilia. Nondimeno, nel 1206 lo stesso papa tentò di convincere i leader musulmani a rimanere leali.[38] A quell'epoca stava assumendo proporzioni critiche la ribellione dei musulmani, che controllavanoJato,Entella,Platani, Celso (presso Pizzo Cangialoso,Monti Sicani),Calatrasi,Corleone (presa nel 1208),Guastanella eCinisi. In altre parole, la rivolta musulmana si era estesa a un intero tratto della Sicilia occidentale. I ribelli erano guidati daMuḥammad b. ʿAbbād; che si proclamò "comandante dei credenti", coniò sue monete e tentò di ottenere aiuto da altre parti del mondo musulmano.[39][40]

Nel 1221 Federico II, non più bambino, rispose con una serie di campagne contro i ribelli musulmani e le forze degliHohenstaufen sradicarono i difensori da Jato, Entella e dalle altre fortezze. Piuttosto che sterminarli, nel 1223, Federico II e i cristiani cominciarono le prime deportazioni.[41] Il sovrano si convinse a reinsediarli nell'Italia continentale, portando così alla nascita del particolarissimoinsediamento musulmano di Lucera, i cui abitanti musulmani si rivelarono con il tempo fedelissimi al sovrano.[42] Un anno più tardi furono inviate spedizioni per porre sotto il controllo realeMalta eGerba ed evitare che le loro popolazioni musulmane aiutassero i ribelli.[39] Paradossalmente, in quest'epoca gli arcieri saraceni erano una componente comune di questi eserciti "cristiani" e la presenza di contingenti musulmani nell'esercito imperiale rimase una realtà anche sottoManfredi eCorradino.[43][44]

Le Assise

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Lo stesso argomento in dettaglio:Parlamento siciliano.
Ilcastello di Melfi, dove Federico II promulgò lecostituzioni

Federico proseguì nell'usanza normanna di convocare delle assemblee itineranti di nobili e feudatari, denominateAssisae oCuriae generales, la più importante delle quali era stata nel 1140 l'assise di Ariano. Nel 1220 la prima si svolse aCapua, dove incominciò a riordinare la normativa del Regno. Nell'assise di Messina dell'anno successivo, emanò il primo corpo di norme a difesa della morale, dell'ordine e dei "buoni costumi".

La crociata e la scomunica da parte di Gregorio IX

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Lo stesso argomento in dettaglio:Papa Gregorio IX.

Negli anni in cui Federico si dedicò a riordinare il regno di Sicilia, eluse le continue richieste delpapa Onorio III di intraprendere la crociata promessa. Per dilazionare ulteriormente il suo impegno, Federico stipulò con il papa un trattato (Dieta di San Germano, nel luglio 1225), con il quale si impegnava a organizzare la crociata entro l'estate del 1227, pena lascomunica. In realtà il vero obiettivo di Federico era l'unione fra regno di Sicilia e Impero, nonché l'estensione del potere imperiale all'Italia. In questo disegno rientrò il suo tentativo di recuperare all'impero lamarca di Ancona e ilducato di Spoleto, rientranti nella sovranità papale. Inoltre in Sicilia procedette all'occupazione di cinque vescovadi con sede vacante, alla confisca dei beni ecclesiali e alla cacciata dei legati pontifici che si erano colà recati per la nomina dei vescovi, pretendendo di provvedere direttamente alle nomine. Il papa era molto adirato con Federico, sia perché non aveva adempiuto ai patti di tenere separati Impero e regno di Sicilia, sia perché non rispettava la libertà del clero nei suoi territori, intromettendosi sistematicamente nell'elezione dei vescovi, sia, infine, perché non si decideva a partire per la crociata:[45] durante la fallimentare crociata del 1217-1221 (laquinta), Federico si era ben guardato dal prestare assistenza ai crociati, avendo più a cuore la pace con ilsultanoayyubide d'Egittoal-Malik al-Kamil, i cui territori erano molto vicini alla Sicilia e con il quale manteneva buoni rapporti, con frequenti contatti diplomatici.

I preparativi, la malattia e la scomunica

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In preparazione della spedizione, nel marzo 1223 l'imperatore, che nel 1222 era rimasto vedovo della prima moglieCostanza, incontrò aFerentino il papa, con il quale sottoscrisse un trattato che stabiliva il suo matrimonio con la giovanissimaJolanda di Brienne, figlia diGiovanni di Brienne eMaria di Monferrato e titolare della corona di Gerusalemme. Secondo questo accordo, Jolanda gli avrebbe appunto portato in dote il titolo dire di Gerusalemme, un titolo meramente onorifico ma molto prestigioso per Federico, che il papa intendeva in tal modo vincolare all'impegno dellacrociata.

Nell'agosto 1225 Federico inviò a Gerusalemme venti galee per accompagnare in Italia la tredicenne Jolanda con il padre.[46] Le galee attraccarono alporto di Brindisi in ottobre e già il 9 novembre 1225 nellacattedrale ilvescovo brindisino unì in matrimonio Federico e Jolanda.[47] Le cronache del tempo indugiano sulla descrizione degli esotici festeggiamenti, avvenuti nelcastello di Oria,[48] che seguirono alla cerimonia, nello specifico sul particolare che, la prima notte di nozze, l'imperatore avrebbe trascurato la giovanissima e impreparata sposa per sollazzarsi con un harem di bellezze orientali e sulla sdegnata reazione del suocero Giovanni di Brienne, da un lato offeso dal comportamento del genero e dall'altro esautorato prima del previsto dell'autorità regia.

L'unione con Federico II era soprattutto un accordo diplomatico, anche perché nello stesso anno, forse proprio al suo matrimonio con Jolanda, Federico aveva conosciutoBianca Lancia[49], suo grande amore, che divenne sua amante prima e sua moglie dopo. Federico, quindi, contraendo il matrimonio con Jolanda, divenne subito reggente di Gerusalemme; alla morte di costei, conservò la reggenza per la minorità del figlioCorrado (1228); poi si autoproclamò re (1229) contro la volontà del papa. Jolanda morì appena sedicenne, dieci giorni dopo aver dato alla luce Corrado.[50]

Nel frattempo, a causa delle mire di controllo sull'Italia da parte di Federico, era risorta nel nord Italia laLega Lombarda: nell'aprile 1226 Federico convocò laDieta di Cremona con il pretesto di preparare la crociata ed estirpare le dilaganti eresie, ma questa non poté avere luogo per l'opposizione della Lega Lombarda, che impedì l'accesso ai delegati, mentre Federico non aveva al nord forze sufficienti per contrastare i Comuni ribelli.

Il 9 settembre 1227, pressato dal successore di Onorio, ilpapa Gregorio IX, molto più determinato contro l'imperatore e sotto la minaccia di scomunica, Federico tentò di onorare la promessa fatta al predecessore, partendo per lasesta crociata dalporto di Brindisi, ma unapestilenza scoppiata durante il viaggio in mare che falcidiò i crociati lo costrinse a rientrare aOtranto: lui stesso si ammalò e dovette ritirarsi aPozzuoli per rimettersi in sesto. Gregorio IX interpretò questo comportamento come un pretesto e, conformemente altrattato di San Germano del 1225, lo scomunicò il 29 dello stesso mese nellacattedrale di Anagni[51]. Fatto mai accaduto prima e dopo, il Papa e i cardinali non solo scomunicarono l'imperatore, ma lo maledissero, spezzando sulle proprie ginocchia i ceri benedetti che erano presenti nel luogo sacro.[52]

A nulla valse una lettera di giustificazioni inviata al papa da Federico nel novembre e la scomunica fu confermata il 23 marzo 1228. Era evidente l'atteggiamento ostile del papa.

La crociata e la corona di Gerusalemme

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Lo stesso argomento in dettaglio:Sesta crociata.
Federico incontra il sultanoayyubideal-Malik al-Kamil, in un celebrecodice miniato

A questo punto, nella primavera 1228, Federico decise di partire per la Terrasanta, pur sapendo che durante la sua assenza il papa avrebbe cercato di riunire tutti i suoi oppositori in Germania e in Sicilia, minacciando la Lombardia e il regno di Sicilia. Come riferito dal cronista Riccardo di San Germano, Federico celebrò aBarletta la Pasqua 1228"in omni gaudio et exultatione" e ai primi di maggio del 1228, convocata sempre a Barletta un'assemblea pubblica, comunicò di persona le sue decisioni: nominòRainaldo di Urslingen, giàDuca di Spoleto, suo sostituto in Italia durante l'assenza; in caso di sua morte, nominò erede suo figlioEnricore dei Romani e, in seconda istanza, il piccoloCorrado, nato pochi giorni prima adAndria il 25 aprile daJolanda di Brienne, che nel frattempo era morta in seguito al parto.

Quindi, seppur scomunicato, partì daBrindisi il 28 giugno 1228[53] per la sesta crociata. Federico ottenne un successo di un certo rilievo senza combattere una sola battaglia, bensì grazie allapace di Giaffa stilata con ilsultanoayyubideal-Malik al-Kamil, nipote diSaladino: Gerusalemme venne ceduta, peraltro ridotta senza mura e indifendibile, con l'esclusione dell'area dellamoschea di Umar (ritenuta dai cristiani ilTempio di Salomone), che era un luogo santo musulmano. Questa soluzione aveva evitato i combattimenti e aveva sollevato Federico dall'incombenza della crociata, ma consegnava alla cristianità una vittoria effimera e in balia dei musulmani, anche se, formalmente, con importanti risultati territoriali e, soprattutto, con la riconquista di Gerusalemme.

Il 18 marzo 1229, nellabasilica del Santo Sepolcro, Federico si incoronòre di Gerusalemme (in quanto erede del trono per aver sposato nel 1225Jolanda di Brienne, regina di Gerusalemme, nonostante l'opposizione del clero locale e di quasi tutti i feudatari). Il 1º maggio 1229 Federico si imbarcò adAcri e sbarcò a Brindisi il 10 giugno e scoprì che molte città si erano ribellate al suo potere, tornando dalla parte del papato, tranneAndria (da allora definita "fidelis"),Lucera (insediamento saraceno) eBarletta, dove passò l'estate a organizzare la riconquista delle città ribelli (Foggia, San Severo, Troia, Casalnuovo,Civitate, Capua, Napoli, Alife, Gaeta, Montecassino, San Germano, Aquino, Sora), che riconquistò sconfiggendo aCapua il suoceroGiovanni di Brienne che guidava le truppe papali, e punì nel mese di settembre.

Il suo rientro fu anche l'occasione per coniare oro e argento nella zecca di Napoli, nonché per introdurre la coniazione del tornese nel Regno[54].

La crociata del papa contro Federico

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Lo stesso argomento in dettaglio:Crociata contro Federico II.

Durante l'assenza di Federico, Rainaldo tentò di recuperare con le armi ilducato di Spoleto, mentre truppe germaniche scesero in difesa della Sicilia. Il papa assoldò altre truppe per contrastarle, bandendo una paradossalecrociata contro di lui, e i territori di Federico subirono l'invasione delle medesime. Quando Federico ritornò in Italia dopo la “crociata”, trovò molte città che appoggiavano il papa;[55] riuscì ad avere ragione delle forze papali, ma ritenne opportuno, per quel momento, riconciliarsi con il pontefice e con lapace di San Germano del 23 luglio 1230 promise di rinunciare alle violazioni che avevano determinato la scomunica, di restituire i beni sottratti ai monasteri e alle chiese e di riconoscere il vassallaggio della Sicilia al papa. D'altro canto il papa non poteva non tener conto dell'obiettivo ottenuto da Federico in Terra Santa e il 28 agosto successivo ritirò la scomunica: il 1º settembre papa e imperatore si incontrarono adAnagni, arrivando a un accordo.

Nella diatriba fra papa e imperatore intanto si erano inserite le città dellaLega Lombarda ed era ripresa la secolare divisione fraguelfi e ghibellini.[56]

Il consolidamento del potere

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La politica interna

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Lo stesso argomento in dettaglio:Costituzioni di Melfi e Giustizierato.
L'imperatore Federico II

Nel periodo di pace e distensione che seguì gli eventi precedenti, Federico volle sistemare alcune questioni giuridiche nei suoi regni, con particolare riguardo a quello siciliano. Nel 1231 Federico convocò una Dieta aRavenna, nella quale fece riaffermare l'autorità imperiale sui Comuni, ma ciò ebbe poca influenza sugli eventi successivi. Sempre dal 1231 Federico cominciò inoltre a emettere una nuova valuta per il suo regno, l'Augustale, una moneta d'oro coniata dallezecche diMessina e diBrindisi.

Giunto aMelfi nel 1231 l'imperatore, accolto calorosamente dalla popolazione locale, pernottò nelcastello costruito dai suoi ascendenti normanni, cui apportò in seguito alcuni importanti restauri.[57] Federico II, al termine dell'assise svoltasi in giugno, con l'ausilio diPier della Vigna emanò nel settembre 1231 ilLiber Augustalis (note anche comeCostituzioni di Melfi), tra cui leConstitutiones Regni Siciliarum, codice legislativo e giudiziario del regno di Sicilia. Queste norme miravano anche a limitare i poteri e i privilegi delle famiglie nobiliari e dei prelati, accentrando il potere nelle mani dell'imperatore e a rendere partecipi anche le donne per quanto riguardava la successione dei feudi. Ne doveva nascere uno Stato centralizzato, burocratico e tendenzialmente livellatore, con caratteristiche che gli storici hanno reputato "moderne".[58]

Sempre nelle Costituzioni di Melfi venne definita la suddivisione del regno inGiustizierati che designavano ogni distretto amministrativo in cui era suddiviso ilregno, governato dalgiustiziere, funzionario di nomina imperiale che rappresentava l'autorità regia a livello provinciale. Un'attività di revisione e integrazione delle norme avvenne poi nella assise diSiracusa del 1233, e l'anno successivo aLentini eMessina.[59]

Contro il figlio Enrico e in difesa del papa

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Il rinnovato accordo fra il papa e Federico venne utile a quest'ultimo allorché nel 1234 suo figlioEnrico si ribellò al padre: rivoltosi al papa, Federico ottenne la scomunica del figlio, lo fece arrestare e lo tenne prigioniero fino alla morte, avvenuta nel 1242. Alla corona tedesca venne allora associato l'altro figlioCorrado IV (che non riuscì neppure lui a governare in pace per l'opposizione dei nobili che gli contrapposero bellicosamente alcunianti-re[60]).

Nel 1234 l'imperatore Federico consegnò aRaimondo VII di Tolosa il diploma imperiale che lo confermava, a dispetto della chiesa che l'aveva privato dei suoi diritti - in seguito altrattato di Parigi del 1229[61] a conclusione dellaCrociata albigese-, di tutte le sue proprietà nell'ambito dell'impero, come viene riportato nel documento n° CLXXVI.[62] Raimondo, come anche il suo rivale, ilconte di ProvenzaRaimondo Berengario IV, partecipò nel 1235 alla dieta diHaguenau, dove rafforzò la sua alleanza con l'imperatore.[63] In chiave antiprovenzale (Raimondo Berengario IV, che prima era alleato di Federico II, nella lotta tra il papa e l'imperatore, si era schierato a favore della chiesa, del papa e delre di Francia,Luigi IX, il Santo, che da circa un anno era divenuto genero di Raimondo Berengario, sposandone la figliaMargherita[64]). Raimondo VII, si presentava quindi come il capo del partito anticlericale contro Raimondo Berengario, che invece era schierato a favore della chiesa e del re di Francia.

Nel maggio dello stesso anno alcuni violenti tumulti, organizzati inRoma dalsenatore (cioè governatore) di RomaLuca Savelli e da varie famiglieghibelline ostili a Gregorio IX, costrinsero quest'ultimo a fuggire in Umbria. Federico, cui faceva molto comodo politicamente apparire come il difensore della Chiesa, accorse in armi e si unì aMontefiascone, nell'agosto del 1234, alle milizie pontificie guidate dal cardinaleRaniero Capocci.[65]

L'armata così costituita andò ad assediare, alla fine di agosto dello stesso 1234, l'esercito romano del Savelli, che si era asserragliato nella rocca di Respampani, una decina di chilometri a sud diViterbo. Dopo una ventina di giorni, peraltro, l'imperatore abbandonò l'assedio, lasciando il comando al cardinale viterbese che, nonostante alcune difficoltà,[66] riuscì a infliggere ai romani una dura sconfitta, costringendoli a sottoscrivere, nel marzo 1235, pesanti accordi di pace con il pontefice. L'ambiguo comportamento in questa vicenda di Federico II, che forse perseguiva un preciso disegno politico ostile al papa, aumentò ulteriormente le già esistenti distanze tra l'imperatore, da una parte, e Gregorio IX con il suo fedelissimo cardinale, dall'altra: da quel momento non si contarono più i momenti di attrito tra le due parti, che culminarono con una pesantescomunica, scagliata dal papa contro Federico II in occasione delladomenica delle Palme[67] del 1239. Il Capocci stesso divenne da quel momento un suo mortale nemico.[68]

Sempre nel 1235 Federico emise la cosiddettaBolla d'oro di Rimini con cui riconobbe all'Ordine teutonico la sovranità sullaTerra di Chełmno (Culmland,Culmerland o in tedescoKulmerland), una regione dellaPolonia centrale a est del fiumeVistola, e su tutte le terre che i membri dell'Ordine fossero riusciti a conquistare ai Prussiani.[69] Centrale nel documento, oltre al riconoscimento per l'Ordine teutonico di tutti i diritti di sovranità sui territori in questione (tra cui quello di emanare leggi e coniare moneta), è anche l'assegnazione all'Ordine del compito di conquista di una terra ancora pagana, in vista della suaevangelizzazione. Nel 1235 inoltre l'imperatore emanò lapace di Magonza, in cui si limitò fortemente il diritto alla faida.

La battaglia di Cortenuova

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Lo stesso argomento in dettaglio:Battaglia di Cortenuova.

Federico in effetti non era mai venuto meno ai suoi propositi di sottomettere l'Italia all'impero germanico, favorendo l'instaurarsi di signorie ghibelline a lui amiche (la più potente fu quella deiDa Romano che governava suPadova,Vicenza,Verona eTreviso). Il 27 novembre 1237 Federico colse unanotevole vittoria sullaLega Lombarda aCortenuova, conquistando ilCarroccio, che inviò a Roma per umiliare il papa.

Dopo questa sconfitta la Lega Lombarda si sciolse;Lodi,Novara,Vercelli,Chieri eSavona si sottomisero al potere imperiale, mentreAmedeo IV di Savoia eBonifacio II del Monferrato riconfermarono la loro adesione alla causa ghibellina: Federico II era all'apice della sua potenza in Italia.[70] Milano, che, erroneamente, non fu assediata da Federico II (la città era ora molto debole dal punto di vista militare), si offrì di firmare una pace, ma le eccessive pretese dell'imperatore spinsero i milanesi a una nuova resistenza. Fu così che l'imperatore non sfruttò il grande successo di Cortenuova: infatti non riuscì più a entrare nella città lombarda e anche l'assedio di Brescia fu tolto nel 1238.

Di nuovo in lotta con il papato

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La questione sarda e la nuova scomunica

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L'anno successivo il figlioEnzo (o Enzio) sposòAdelasia di Torres, vedova diUbaldo Visconti, giudice diTorres eGallura, e Federico lo nominòRe di Sardegna. Ciò non poteva essere accettato dal papa, visto che laSardegna era stata promessa in successione al papa dalla stessa Adelasia (che regnava comunque solo sulla parte nord dell'isola). Alle rimostranze del pontefice, Federico rispose nel marzo 1239 tentando di sollevargli contro la curia, ma il papa scagliò subito contro di lui la scomunica durante laSettimana santa,[71] indicendo successivamente un concilio a Roma per la Pasqua del 1241. Federico, per impedire lo svolgimento del Concilio che avrebbe confermato solennemente la sua scomunica, bloccò le vie di terra per Roma e fece catturare due cardinali e molti prelati, in viaggio per mare con navi della flotta genovese, da navi della flotta pisana guidate dal figlio Enzo, con unabattaglia navale avvenuta presso l'isola del Giglio (3 maggio 1241). Le truppe imperiali giunsero alle porte di Roma, ma il 22 agosto 1241 l'anziano papa Gregorio IX morì[72] e Federico, dichiarando diplomaticamente che lui combatteva il papa ma non la Chiesa (egli era sempre sotto scomunica), si ritirò in Sicilia.

Il nuovo papa

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Dopo la morte di Gregorio IX venne eletto papa Goffredo Castiglioni, che prese il nome diCelestino IV, ma che morì dopo soli diciassette giorni di pontificato. I molti ecclesiastici ancora prigionieri di Federico e l'incombente minaccia delle sue truppe alle porte di Roma provocarono una vacanza del soglio pontificio di un anno e mezzo, periodo durante il quale si svolsero frenetiche trattative. Infine l'elezione papale si tenne adAnagni e fu eletto, il 25 giugno 1243, il genovese Sinibaldo Fieschi, che prese ilnome pontificale diInnocenzo IV. Innocenzo tentò inizialmente di trovare un accordo con Federico, ma la rivolta scoppiata in quei mesi contro l'imperatore aViterbo, preparata e portata avanti dal cardinaleCapocci e che si concluse con una clamorosa sconfitta dell'esercito imperiale, costrinse Federico a trovare, suo malgrado, un'intesa con il papa. Il 31 marzo 1244 fu stilata in Laterano una bozza di accordo fra Federico e Innocenzo IV che prevedeva, in cambio del ritiro della scomunica, la restituzione di tutte le terre pontificie occupate dall'imperatore. L'accordo peraltro non fu mai ratificato. Tra il 1243 e il 1246 Federico II trascorse le stagioni invernali aGrosseto, approfittando delclima mite e delle aree umide attorno alla città per praticare la caccia, suo passatempo preferito.[73]

In quegli stessi decenni circolarono in Italia diverse opere di improntaapocalittica, che attribuivano a Federico un ruolo di protagonista nella riforma della Chiesa. In particolare, il commento alprofeta GeremiaSuper Hieremiam (attribuitopseudoepigraficamente aGioacchino da Fiore, ma prodotto forse entro ambigui ambienticistercensi oflorensi e rielaborato e aggiornato entro ambienti, egualmente poco affidabili, difrancescani rigoristi) riconosceva a Federico II un ruolo incredibilmente e paradossalmente provvidenziale, proprio in quanto atteso persecutore apocalittico della Chiesa corrotta e in special modo deivescovi.[74]

Il declino

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La disfatta di Vittoria, presso Parma (1248)

Il papa Innocenzo IV decise di indire un Concilio per confermare la scomunica a Federico e far nominare un altro imperatore, rivolgendosi ai suoi nemici, che in Germania erano numerosi. Giunto aLione,[75] svolse un'intensa attività diplomatica presso i nobili tedeschi e indisse unConcilio, che si aprì il 28 giugno 1245. Inoltre, durante il concilio, il cardinaleRaniero Capocci, acerrimo nemico dell'imperatore, che voleva allontanare ogni possibilità di accordo, fece circolare nella città francese due libelli da lui ispirati nei quali Federico veniva dipinto come un eretico e un anticristo.[76] Da notare che Lione, sebbene formalmente inBorgogna, quindi di proprietà dell'imperatore, era fuori dal tiro di Federico ed era sotto la protezione del re di Francia.

Il concilio non solo confermò la scomunica a Federico, ma addirittura lo depose,[77] sciogliendo sudditi e vassalli dall'obbligo di fedeltà, e invitò i principi tedeschi a eleggere un nuovo sovrano, bandendo contro Federico una nuova crociata. Non tutta la Cristianità però accettò quanto deliberato nel concilio, che si era tenuto in condizioni non troppo chiare. Il papa aveva finto fino all'ultimo di voler patteggiare con Federico e molti si domandarono se fosse giusto un provvedimento così grave contro l'imperatore in un momento in cui nuove minacce si affacciavano all'orizzonte (l'offensivamongola).

La disfatta di Parma

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L'imperatore subì il gravissimo colpo, che ne appannò il prestigio, e dal 1245 gli eventi incominciarono a precipitare. I principi tedeschi elessero re dei Romani illangravio di TuringiaEnrico Raspe, che il 5 agosto 1246 sconfisse nellabattaglia sul Nidda il figlio di Federico,Corrado. Tuttavia, l'anno successivo Enrico Raspe morì.

Nel febbraio del 1248 Federico subì una grave sconfitta nellabattaglia di Parma per opera diGregorio da Montelongo. Dopo un assedio durato oltre sei mesi, i parmigiani, approfittando dell'assenza dell'imperatore che era andato a caccia nella valle delTaro, uscirono dalla città e attaccarono le truppe imperiali, distruggendo la città-accampamento di Vittoria. L'imperatore riuscì a stento a rifugiarsi aBorgo San Donnino, da dove raggiunse poi la fedele alleataCremona. L'anno seguente, nellabattaglia di Fossalta, perse la vita il figlioRiccardo e un altro figlio,Enzo, fu catturato dai bolognesi che lo tennero prigioniero fino alla morte (1272)[78]. Poco dopo Federico subì (o credette di subire) il tradimento di uno dei suoi più fidati consiglieri,Pier della Vigna, che fece prima accecare e poi mettere in prigione, ove il malcapitato si suicidò.[79][80]

La vittoria militare del figlio Corrado sul successore di Raspe,Guglielmo II d'Olanda, avvenuta nel 1250, non portò alcun vantaggio per Federico, il quale nel dicembre dello stesso anno morì a causa di un attacco didissenteria. Nel suo testamento nominava suo successore il figlio Corrado, ma il papa non solo non riconobbe il testamento, ma scomunicò pure Corrado (che morì quattro anni dopo dimalaria nel vano tentativo di ricuperare a sé ilregno di Sicilia).

La morte in Fiorentino di Puglia

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Federico cadde vittima di una grave patologia addominale, forse dovuta a malattie trascurate, durante un soggiorno inFiorentino di Puglia; secondoGuido Bonatti, invece, sarebbe statoavvelenato. Egli, difatti, qualche tempo prima aveva scoperto un complotto, in cui era coinvolto lo stesso medico di corte. Le sue condizioni apparvero immediatamente di tale gravità che si rinunciò a portarlo nel più fornitoPalatium diLucera e la corte dovette riparare nelladomus diFiorentino, un borgo fortificato nell'agro dell'odiernaTorremaggiore, non lontano dalla sede imperiale di Foggia e il 13 dicembre 1250 morì.

Leggenda vuole che a Federico fosse stata predetta dall'astrologo di corte,Michele Scoto, la mortesub flore, ragione per la quale pare egli abbia sempre evitato di recarsi a Firenze. Allorché fu informato del nome del borgo in cui infermo era stato condotto per le cure necessarie, Castel Fiorentino per l'appunto, Federico comprese e accettò la prossimità della fine.

Il sarcofago di Federico II nellacattedrale di Palermo

Stando al racconto del cronista ingleseMatthew Paris († 1259) – non confermato però da altre fonti – l'imperatore, sentendosi in punto di morte, volle indossare l'abitocistercense e dettare così le sue ultime volontà nelle poche ore di lucidità. Il testamento, dettato alla presenza dei massimi rappresentanti dell'Impero, reca la data del 7 dicembre 1250, secondo alcune fonti.[81][82][83] Tuttavia, da recenti ultimi studi,[84] sarebbero almeno due i testamenti. La sua fine fu rapida e sorprese i contemporanei, tanto che alcuni cronisti anti-imperiali diedero adito alla voce, storicamente infondata, secondo cui l'imperatore era stato ucciso da Manfredi, il figlio illegittimo che in effetti gli successe in Sicilia. Una nota miniatura raffigura persino ilprincipe mentre soffoca con il cuscino il padre morente.

La salma di Federico fu sommariamente imbalsamata; i funerali si svolsero aFoggia e, per sua espressa volontà, il cuore venne deposto in un'urna collocata nellacattedrale della città pugliese. La sua salma, omaggiata dalla presenza di moltitudini di sudditi, venneesposta per qualche giorno; fu poi trasportato a Palermo, per essere tumulato nellacattedrale, entro il sepolcro diporfido rosso antico, come voleva la tradizione normanno-sveva, accanto alla madre Costanza, al padreEnrico VI e al nonnoRuggero II.

Nel 1998 il sepolcro è stato riaperto.[85] Federico giace sul fondo, sotto altre due spoglie (quelle diPietro II di Sicilia e di una donna dell'età di quasi 30 anni,[86]forse la moglie di quest'ultimo e nipote di Federico[senza fonte]). La tomba era stata già ispezionata nel tardo XVIII secolo: il corpo, nel Settecento, era mummificato e in buone condizioni di conservazione; ne risulta che l'imperatore sia stato inumato con il globo dorato, la spada, calzari di seta, unadalmatica ricamata con iscrizionicufiche e una corona a cuffia.

La tomba imperiale custodita nella cattedrale era destinata in origine al nonnoRuggero II, che l'aveva voluta come suo sarcofago per ilduomo di Cefalù. I sarcofagi e le sepolture reali furono trasferite daCefalù a Palermo dallo stesso Federico. Il sepolcro inoltre reca i simboli dei quattroevangelisti e la corona regia.

L'eredità

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Pagina del trattatoDe arte venandi cum avibus

Federico fu chiamato dai suoi contemporanei "Puer Apuliae" (fanciullo della Puglia) da intendersi come tutto il vasto territorio del Regno di Sicilia. In una nota alla sua morte, il monaco Matteo Paris lo chioserà comeStupor Mundi (Stupore del Mondo); per quanto non sia scontato che il monaco Paris ne desse necessariamente una accezione positiva, l'appellativo troverà grande fortuna tra i posteri racchiudendo l'essenza della sua inestinguibile curiosità intellettuale, un eclettismo che lo portò ad approfondire lafilosofia, l'astrologia (consigliere molto ascoltato fu l'astrologoGuido Bonatti), lamatematica (ebbe corrispondenza e fu in amicizia con il matematico pisanoLeonardo Fibonacci, che gli dedicò il suoLiber quadratorum), l'algebra, lamedicina e lescienze naturali (impiantò a Palermo persino uno zoo, famoso ai suoi tempi, per il numero di animali esotici che conteneva). Scrisse anche un libro, un manuale sullafalconeria, ilDe arte venandi cum avibus che fu uno dei primi manoscritti con disegni in tema naturalistico. Con l'Editto di Salerno[87] regolamentò, inoltre, per la prima volta, la professione del farmacista[88] (1241), separando di fatto la professione del medico da quella del farmacista. Si dice che Federico conoscesse ben nove lingue e che fosse un governante molto moderno per i suoi tempi, visto che favorì lascienza[89] e professò punti di vista piuttosto avanzati ineconomia.

Alla sua corte soggiornarono uomini di gran cultura di quei tempi quali il poeta erranteTannhäuser,Michele Scoto, che tradusse alcuneopere di Aristotele, l'ebreo franceseJacob Anatoli, traduttore di testi scientifici arabi che diffuse la conoscenza in Europa di testi di tradizione araba (in particolare le opere diAverroè), nonché del pensiero diMosè Maimonide, l'arabo cristianoTeodoro da Antiochia eJuda ben Salomon Cohen, grande enciclopedista ebreo.

Da una corrispondenza fra Federico e ilfilosofo islamicoIbn Sab'in nacque il testoQuestioni siciliane (Al-masāʾil al-Ṣiqilliyya), redatto dal filosofo per rispondere a cinque quesiti che gli erano stati posti da Federico.[90]

Corte e amministrazione di Federico II

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Lo stesso argomento in dettaglio:Magna Curia.

Federico, nel regnare, era consigliato e coadiuvato da alcune delle figure più importanti dell'epoca come, ad esempio, i figliEnzo (che resse il governo della Sardegna) eFederico (che divenne Vicario generale imperiale inToscana e podestà diFirenze), oltre cheGalvano Lancia,Taddeo da Sessa,Elia da Cortona,Giovanni da Procida o i già citatiBerardo di Castagna,Corrado III di Scharfenberg ePier della Vigna. Altro importante diplomatico di Federico fuErmanno di Salza, Gran Maestro dell'Ordine teutonico dal 1209, la cui importanza come mediatore tra il papa Gregorio IX e l'imperatore si vede dal fatto che il buon rapporto stabilitosi tra i due crollò alla scomparsa di Ermanno.

L'attività legislativa

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Federico condusse un'intensa attività legislativa: aCapua e aCatania nel 1220, aMessina nel 1221, aMelfi nel 1224, aSiracusa nel 1227 e a San Germano (Cassino) nel 1229, ma soltanto ad agosto del 1231, nel corso di una fastosa cerimonia tenutasi a Melfi, ne promulgò la raccolta organica e armonizzata secondo le sue direttive, avvalendosi di un gruppo di giuristi qualiRoffredo di Benevento,Pier della Vigna, l'arcivescovoGiacomo di Capua eAndrea Bonello da Barletta. Questo corpo organico, preso lungamente a modello come base per la fondazione di uno stato moderno, è passato alla storia con il nome diCostituzioni di Melfi (o melfitane), anche se il titolo originaleConstitutionum Regni Siciliarum libri rende più esplicita la volontà di Federico di riorganizzare il suo stato, ilregno di Sicilia: quest'ultimo, infatti, fu ripartito in undici distretti territoriali dettigiustizierati, poiché erano governati da funzionari di propria nomina, igiustizieri, che rispondevano del loro operato in campo amministrativo, penale e religioso a un loro superiore, ilmaestro giustiziere, referente diretto dell'imperatore che stava al vertice di questa struttura gerarchica di tipo piramidale. Abolì idazi interni e i freni alleimportazioni all'interno del suo impero.

Gli undici distretti stabiliti da Federico II nelle Costituzioni, furono poi istituiti in tempi diversi. Secondo l'ubicazione geografica possono essere distinti in:

Tra queste suddivisioni del Regno ci fu la creazione delGiustizierato d'Abruzzo (Justitiaratus Aprutii) nel 1233 con capitaleSulmona, unendo territori delducato di Spoleto e diBenevento. Sempre nello stesso periodo Federico concesse la fondazione della città attuale diL'Aquila.

(latino)
«Providimus ut in loco qui dicitur Aquila inter Furconem et Amiternum (…) unius corporis civitas construatur quam ipsius loci vocabulo et a victricium nostrorum signorum auspiciis Aquilae nomine decernimus titulandam.»
(italiano)
«Provvediamo a che nella località Aquila tra Forcona e Amiterno (…) sia costruita una città unitaria che dal nome del luogo, e per questo sotto gli auspici delle nostre vittoriose insegne, decretiamo che debba essere chiamata con il nome di Aquila.»

(Federico II di Svevia,Privilegium concessum de constructione Aquilae, XIII secolo[91])

Stemma aquilano, presso il Forte spagnolo

Lo storico aquilanoBuccio di Ranallo tuttavia attribuisce la fondazione leggendaria della città a 99 "castelli" durante il 1254.

L'Università

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Il 5 giugno 1224, all'età di trent'anni, Federico istituì con editto formale a Siracusa, per la città di Napoli, la primauniversitas studiorum statale e laica della storia d'Occidente, in contrapposizione all'ateneo di Bologna, nato come aggregazione privata di studenti e docenti e poi finito sotto il controllo papale.[92] L'università, polarizzata intorno allostudium di diritto e retorica, contribuì all'affermazione di Napoli quale capitale della scienza giuridica. Federico la scelse per la sua posizione strategica e il suo già forte ruolo di polo culturale e intellettuale.[93]

La poesia siciliana

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Lo stesso argomento in dettaglio:Scuola siciliana.
Il cancelliere aulico ricevuto da Federico II, Re di Sicilia, alpalazzo della Favara diPalermo con letterati, artisti e studiosi (dipinto diMichael Zeno Diemer)

Contribuì a far nascere laletteratura italiana e in questo senso ebbe importanza fondamentale laScuola siciliana o anche Scuola poetica siciliana che nacque tra il 1230 e il 1250, che ingentilì ilvolgare siculo con ilprovenzale, e i cui moduli espressivi e tematiche dominanti furono successivamente ripresi dalla lirica dellaScuola toscana. Gli sono inoltre attribuite quattro canzoni. Appassionato della cultura araba, fece tradurre molte opere da quella lingua e fu quasi sempre in ottimi rapporti con gli esponenti di quella cultura al punto da guadagnarsi il soprannome (fra i tanti) di "sultano battezzato".

Nella corte era presente un gruppo di poeti, per lo più funzionari, che scrivevano in volgare meridionale. Nella corte di Federico si costituì unascuola poetica siciliana al quale si deve l'invenzione di una nuova metrica, ilsonetto.

De arte venandi cum avibus

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Lo stesso argomento in dettaglio:De arte venandi cum avibus.
Particolare del folio 16recto del trattatoDe arte venandi cum avibus.

Federico II non fu solo un mecenate, ma anch'egli si cimentò in un'opera letteraria:De arte venandi cum avibus. La traduzione letterale del titolo di quest'opera di Federico II èL'arte di cacciare con gli uccelli, e di essa molte copie, illustrate nel XIII e XIV secolo, ancora sopravvivono.

IlDe arte venandi è untrattato nato innanzitutto dall'osservazione, che non ha nulla delle enciclopedie zoologiche fino ad allora redatte (ibestiari intrisi di mitologia, teologia e superstizione). In esso i problemi diornitologia, di allevamento, di addestramento e dicaccia sono trattati con attenzione al principio dell'osservazione diretta e dell'esperienza, con assoluto spirito di indipendenza rispetto alla trattatistica precedente, per questo lo scritto rappresenta un fondamentale passo verso la scienza "moderna".

Federico era un cacciatore appassionato. Le battute di caccia erano in quei tempi un modo per socializzare con persone dello stesso rango, per esercitarsi nell'uso delle armi e per rappresentare il potere. Il suo svago preferito era la caccia con il falco addestrato, attività molto costosa e quindi elitaria: un falco addestrato veniva a costare infatti quasi quanto un intero podere. La caccia con i falchi per Federico non era un passatempo vero e proprio ma una scienza. Egli si procurò trattati diornitologia e caccia, e, in base a ordini dell'imperatore, questi testi furono raccolti in un codice miscellaneo, concepito come un libro sullafalconeria. Le fonti non sono certe se Federico abbia scritto personalmente il libro, ma sicuramente egli partecipò alla sua redazione esponendo i propri punti di vista: ilDe arte venandi cum avibus rappresenta pertanto una trattazione molto moderna sia sui metodi di cattura e addestramento dei falchi, sia sulle tecniche di caccia della selvaggina con l'uso dei falchi addestrati.

Le arti figurative

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Presuntobusto di Federico II[94], alCastello di Barletta.

Federico II, essendo un generosomecenate, ospitò alla sua corte numerosi artisti provenienti dai territori dell'impero in particolare dalla Germania; le novità del gotico tedesco, che proprio in quegli anni produceva opere di rinnovato naturalismo come ilCavaliere di Bamberga delDuomo di Bamberga (ante 1237, alto 267 cm), dove era raffigurato un ritratto dell'imperatore stesso riprendendo l'iconografia delle statue equestri antiche. Inoltre all'epoca del padre Enrico VI e poi con Federico II, i cavalieri teutonici si insediarono in Italia meridionale (in particolare in Sicilia) e portando con loro le novità del gotico europeo che rappresentano le più antiche testimonianze di questo stile in Italia, un esempio importante laChiesa di Santa Maria Alemanna aMessina. Successivamente, Federico II invitò nel sud-Italia icistercensi già nel 1224, i quali diffusero il loro sobrio stile gotico nell'architettura (abbazie lazialidi Fossanova eCasamari).

Oltre alla ricezione delle novità gotiche, Federico promosse anche attivamente il recupero di modelli classici, sia riusando opere antiche, sia facendone fare di nuove secondo i canoni romani: per esempio le monete auree da lui fatte coniare (gliaugustali) presentano il suo ritratto idealizzato di profilo, e numerosi sono i rilievi che ricordano la ritrattistica imperiale romana (al già citato Duomo di Bamberga, alla distruttaPorta di Capua, eccetera). In queste opere si nota una robustezza che ricorda l'arte romana provinciale, una fluenteplasticità, come nei realistici panneggi, e gli intenti ritrattistici. Tra i rilievi superstiti dellaPorta di Capua esiste anche unBusto di imperatore: se si trattasse delle vere fattezze del sovrano saremmo di fronte al primo ritratto pervenutoci dell'arte post-classica, un primato altrimenti stabilito dalRitratto di Carlo d'Angiò diArnolfo di Cambio.[95]

La seconda corrente predominante all'epoca di Federico, dopo quella classicista, fu quella naturalistica. Lo stesso Federico II nelDe arte venandi cum avibus scriveva come si dovesse rappresentare le cose che esistono così come sono (ea quae sunt sicut sunt), un suggerimento che si può per esempio riscontrare nell'originalissimo capitello attribuito aBartolomeo da Foggia e conservato alMetropolitan Museum diNew York (1229 circa). In questa opera quattro testine spuntano dagli angoli, ma la loro raffigurazione è così realistica (nelle scavature degli zigomi, nelle rughe, nelle imperfezioni fisiche) da sembrare un calco damaschera mortuaria.

I frequenti movimenti di Federico, seguito dalla corte e dagli artisti gotici, permisero la diffusione di uno stile sovraregionale, con opere di sorprendente similarità stilistica opera dell'architetto di corteRiccardo da Lentini anche in aree molto distanti, come testimoniano, per esempio, gli ingressi di alcuni castelli federiciani: i leoni scolpiti nel settentrionalecastello dell'Imperatore diPrato sono identici a quelli diCastel del Monte inPuglia.Nicola Pisano, citato nei documenti più antichi come Nicolade Apulia, probabilmente arrivò in Toscana proprio con Federico II, alla cui corte potrebbe aver trovato la sintesi tra gli stimoli classici e transalpini che caratterizzarono la sua rivoluzione figurativa.

Le architetture

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IlCastello Ursino diCatania, opera dell'architettoRiccardo da Lentini
Vista interna delCastello Maniace diSiracusa con volte a crociera costolonate
Castel del Monte, in territorio diAndria
Castello Svevo diTrani
Castello normanno-svevo diBari
Castello Svevo sul promontorio diTermoli
Facciata del Castello Svevo aPorto Recanati
Ingresso delCastello normanno-svevo diCosenza

Imponente fu l'attività edilizia soprattutto in campo castellare; con oltre 250 cantieri divisi tra i restauri di antiche fortezze normanne e l'edificazione di nuovi edifici. Nel 1239 Federico emanò uno statuto speciale per la riparazione dei castelli già esistenti, allo scopo di renderli efficienti e pronti a qualsiasi evenienza. In tutto il regno di Sicilia si innalzavano ben 111 castelli da legare alla figura di Federico II di Svevia, secondo quanto riportato dal documentoStatutum de reparatione castrorum, risalente al 1241.

Fondamentale fu la figura diRiccardo da Lentini che seppe sintetizzare e creare uno stile dalle diverse componenti artistiche e culturali d'Impero.

Federico fece costruire castelli, residenze e palazzi imperiali in tutta l'Italia meridionale: alcune costruzioni erano strutture a scopo militare che includevano spazi atti ad ospitare anche la corte, altre ebbero scopo più espressamente residenziale, alcuni per l'esercizio dell'attività venatoria o altre attività ludiche, e probabilmente alcuni anche per conduzione agricola.[96] DallaCapitanata allaSicilia si hanno quindi diversi esempi di questi generi di architettura.

Dopo il 1233 l'imperatore fece edificare aLucera, città che dal 1223 ospitò un importanteinsediamento musulmano, il suopalatium sul colle Albano. La struttura originaria presentava una forma a torre con quattro ali disposte attorno ad un cortile quadrato. In una descrizione di epoca moderna, vengono descritti alcuni dettagli dell'edificio superstite da cui si apprende la presenza di ben 32 stanze su due piani, con delle torrette minori a ciascun angolo del quadrilatero. Sul cortile si affacciavano ampi portali e, grazie alla testimonianza di incisioni sempre di epoca moderna, sia le finestre che le aperture avevano decorazioni e fregi di stampo arabo-normanno. All'apice del cortile, in un interessante gioco di archi ogivali disposti ai quattro angoli, la struttura assumeva una forma ottagonale. Gli interni erano ricoperti dibreccia corallina, materlale utilizzato anche aCastel del Monte. Nel cortile delpalatium vi è la presenza di un pozzo.

AFoggia, una delle residenze imperiali, aveva fatto costruire un magnificopalatium, edificato da Bartolomeo da Foggia, su cui vi era un'iscrizione (oggi conservata nel portale di Federico) che recitava:"Hoc fieri iussitFedericus Cesar ut urbs sit Fogia regalis sede inclita imp(er)ialis" (Ciò comandò Federico Cesare che fosse fatto affinché la città di Foggia divenisse reale e inclita sede imperiale). Federico II considerava la Capitanata un luogo ideale anche per la caccia e perciò fece costruire altre tre importanti dimore aFoggia. La prima, ladomus/palatium Solaciorum San Laurencii oPantani, in località Pantano, tra gli attuali quartieri Salice Nuovo, San Lorenzo e Ordona Sud, dove il Guiscardo aveva fatto edificare la chiesa di San Lorenzo in Carmignano, testimonianza visiva, insieme con laRegia Masseria Pantano, della vasta area che occupava la struttura federiciana; essa includeva una residenza signorile, con giardini, vivarium con animali acquatici ed esotici, padiglioni per il solacium. Le altre dimore imperiali era ladomus diPonte Albanito e ilpalatium dell'Incoronata, nei pressi dell'omonimo bosco/santuario: in merito a quest'ultimo edificio, testimonianza importante della struttura federiciana è laregia masseria Giardino, nelle immediate vicinanze della linea ferroviariaFoggia -Potenza; anche questo complesso viene descritto dalle cronache di quel tempo, come tra le dimore più belle e sontuose dello "Stupor Mundi". Sono attualmente in corso nel sottosuolo del centro storico della città di Foggia, scavi archeologici nell'area in cui sorgeva ilpalatium dell'imperatore, finora si è in presenza di una notevole presenza diipogei.

Castel del Monte, dichiaratopatrimonio dell'umanità dall'UNESCO, sorse su di un'isolata altura nelle campagne diAndria, nei pressi del Monastero di Santa Maria del Monte già appartenuto al territorio diTrani.[97]

Ilcastello svevo di Trani è uno dei più importanti e meglio leggibili tra i castelli federiciani, malgrado alcune trasformazioni che ne hanno in parte modificato l'assetto originario,[98] caratteristico per la sua cortina sul mare e recentemente restaurato. La pianta del castello è quadrangolare con vasto cortile centrale, agli angoli del quadrato di base vi sono quattro torri a pianta quadrata, di cui le due prospicienti il mare sono le minori e conservano ancora l'altezza originaria, mentre le due maggiori verso terra sono state abbassate nel XVI secolo; le pareti esterne della costruzione si presentano composte da grossi blocchi con bugne in forte rilievo, con coronamento a merlatura piana; un muro fortificato, percorribile e dotato di frecciere e di merlatura, cinge l'intero castello e ne evidenzia ulteriormente il perimetro, dando spazio a tre cortili minori esterni; questo antemurale è circondato a sua volta da un largo fossato posto in comunicazione con il mare.[99]

Altre fortificazioni importanti sorsero con l'edificazione delcastello di Barletta, risultato architettonico di una serie di successioni al potere, e ilcastello svevo di Porto Recanati, fatto edificare nel 1229 quando Federico ratifica il possesso, da parte diRecanati, delle terre dalMusone alPotenza. Altre strutture fortificate sveve sono conservate aBari,Bisceglie,Manfredonia,Lucera,Gravina in Puglia,Brindisi,Mesagne,Oria,Termoli,Campi Salentina,Prato, ecc.

Va menzionata laporta di Capua, che doveva esprimere visivamente la maestà imperiale.

Nella città diCosenza nel XIII secolo riportò ilcastello sul colle Pancrazio ad assumere la più importante funzione difensiva degna del suo antico splendore. Attraverso degli imponenti lavori di ristrutturazione fece ampliare la rocca facendole assumere l’impostazione tipica dei castelli federiciani con impianto rettangolare, torri angolari, camminamenti di ronda merlati e sale voltate. Inoltre il 30 gennaio 1222, alla sua presenza, venne consacrato ilduomo di Cosenza città a cui volle far dono della preziosastauroteca.

Tra gli altri si ricordano ilcastello Maniace di Siracusa (dedicato al generale bizantinoGiorgio Maniace, principe e Vicario dell'Imperatore di Costantinopoli, i cui discendenti erano imparentati con Federico II tramite la madre Costanza d'Altavilla), tra le più imponenti opere federiciane, con un grande portale strombato e con un vasto utilizzo di volte a crociera costolonate gotiche; ilcastello svevo di Augusta; l'imponente fortezza quadrangolare delcastello Ursino a Catania, il castello diScaletta Zanclea e latorre di Federico II aEnna, con grandiosevolte a ombrello costolonate gotiche e la caratteristica forma ottagonale, sebbene quest'ultima struttura fu ultimata all'epoca di Manfredi. Numerose anche le residenze imperiali di campagna, come ilpalatium della Targia. Per l'architettura religiosa importanti esempi sono quelli legati ai cavalieri teutonici come la chiesa di Santa Maria Alemanna a Messina, la Basilica del Murgo a Lentini, la chiesa di San Nicola ad Agrigento, la chiesa di Sant'Andrea a Buccheri e la cappella sveva del palazzo arcivescovile di Siracusa. Altre costruzioni di carattere religioso comprendono edifici cavallereschi e architetture cistercensi diffuse in tutta l'Italia meridionale.

Castelli e residenze federiciane

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Antenati e discendenti

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Regno di Sicilia
Altavilla

Figli
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Regno di Sicilia
Hohenstaufen

Figli
Figli
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Ascendenza

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GenitoriNonniBisnonniTrisnonni
Federico II, duca di SveviaFederico I, duca di Svevia 
 
Agnese di Waiblingen 
Federico Barbarossa 
Giuditta di BavieraEnrico IX di Baviera 
 
Wulfhilde di Sassonia 
Enrico VI di Svevia 
Rinaldo III di BorgognaStefano I di Mâcon 
 
Beatrice di Lorena 
Beatrice di Borgogna 
Agata di LorenaSimone I di Lorena 
 
Adelaide di Lovanio 
Federico II di Svevia 
Ruggero I di SiciliaTancredi d'Altavilla 
 
Muriella di Normandia 
Ruggero II di Sicilia 
Adelasia del VastoManfredi Del Vasto 
 
Agnese di Vermandois 
Costanza d'Altavilla 
Gunther di RethelEudes di Vitry 
 
Matilda di Rethel 
Beatrice di Rethel 
Beatrice di NamurGoffredo I di Namur 
 
Ermesinda di Lussemburgo 
 

Le mogli di Federico e i suoi figli legittimi e naturali

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Federico e Isabella d'Inghilterra

Federico ebbe quattro mogli e diverse relazioni.

La prima moglie fuCostanza d'Aragona e, come per ogni grande regnante, l'unione fu frutto di un preciso progetto diplomatico del tutore imperiale, il papaInnocenzo III. Costanza, infatti, era già alle seconde nozze ed era di circa dieci anni più anziana del quattordicenne Federico.

Spentasi Costanza, Federico, probabilmente adottando la medesima politica e mantenendo l'avallo papale, si unì in matrimonio prima conJolanda (o Isabella) di Brienne e poi, morta questa, conIsabella d'Inghilterra.

Ma fuBianca Lancia probabilmente il vero amore dell'imperatore. Di Bianca, appartenente alla famiglia dei Lancia (o Lanza), molto in vista nella corte di Federico, non sono rimaste notizie storiche e la stessa sincerità del sentimento dell'imperatore fu messa spesse volte in discussione da alcuni critici. Comunque è certo che da questa unione, forse tramutata in matrimonio negli ultimi anni di vita, nacque aVenosaManfredi di Sicilia, il figlio prediletto di Federico. Suo figlio naturale fu ancheEnzo.

Matrimoni o unioniFigli
Costanza d'Aragona (c1184 - 1222)
o=oMessina, 15 agosto 1209
  1. Enrico (1211 - 1242)
Adelaide di Urslingen
  1. Enzo (o Enzio) (c1220 - 1272)legittimato
  2. Caterina (1216/1218 - dopo il 1272)
Maria di Antiochia
  1. Federico (c1224 - 1256)
Anais di Brienne
  1. Biancofiore (1226 - 1279)
Richina von Beilstein-Wolfsölden
  1. Margherita (1227 - 1298)
Isabella di Brienne (1212 - 1228)
o=oBrindisi, 9 novembre 1225
  1. Margherita, morta appena nata (+ 1227)
  2. Corrado (1228 - 1254)
Bianca Lancia o Lanza (1213 - 1246)
o=o prob. 1246
  1. Costanza (Anna) (1230 - 1307)legittimata
  2. Manfredi (1232 - 1266)legittimato
  3. Violante (1233 - 1264)legittimata
Isabella d'Inghilterra (1214 - 1241)
o=oWorms, luglio 1235
  1. Margherita (1237 - 1270)
  2. Enrico Carlo Ottone (1238 - 1253/1254)
  3. Federico, morto in giovane età (+ 1239/1240)
  4. Un bambino morto dopo il parto (+ 1241)
Probabilmente una donna della famiglia Lancia
  1. Selvaggia (1221/1223 - 1244)
Manna de Castanea
  1. Riccardo (1224/25 - 1249)
Probabilmente una contessa siciliana
  1. Federico (1213 - dopo il 1240)
Nome sconosciuto
  1. Gherardo

Fra mito e leggenda

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«Qui con più di mille giaccio:
qua dentro è lo secondo Federico»

(parole diFarinata degli Uberti, posto nel girone degli eretici o degli epicurei,Dante Alighieri,Inf. X 118-119)

L'intensa attività politica e militare, l'innovazione portata nella sua legislazione del regno di Sicilia, l'interesse per scienze e letteratura fecero di Federico un personaggio mitico, talvolta attirando una serie di leggende che in parte resistettero alla sua scomparsa. L'amicizia praticata nei confronti degliarabi (ebbe a lungo una Guardia personale costituita da guerrieri arabi, e lui stesso parlava correntemente tale lingua) unitamente alla lotta contro il papaGregorio IX, che arrivò perfino a definirlo anticipatore dell'Anticristo, fecero crescere attorno a lui un alone di mistero e di leggenda.

I ghibellini vedevano in lui ilReparator Orbis, il sovrano illuminato che avrebbe punito i preti indegni e restaurato la purezza della Chiesa.

La propagandaguelfa invece lo definì come unateo, autore del libroDe tribus impostoribus o un ereticoepicureo (Dante stesso lo citò nel girone degli eretici vicino aFarinata degli Uberti), o addirittura come un convertito all'Islam. A conferma di queste accuse, infatti, il cronistaSalimbene de Adam riferisce nella suaChronica che:

(latino)
«erat enim epicureus, et ideo quidquid poterat invenire in divina scriptura per se et per sapientes suos quod faceret ad ostendendum quod non esset alia vita post mortem, totum inveniebat.»
(italiano)
«era infatti epicureo, e perciò egli personalmente e con l'aiuto dei suoi dotti andava in cerca e raccoglieva tutti i luoghi della Sacra Scrittura propri a dimostrare che non esisteva altra vita dopo la morte.»

(Salimbene,Cron., ed. Scalia, p.512.)

Fu forse il suo essere stato definito l'Anticristo (o il suo anticipatore, secondo la tradizione profetica derivata daGioacchino da Fiore) a dare origine, dopo la sua morte, alla leggenda di una profezia secondo la quale egli sarebbe ritornato dopo mille anni. Federico fu definito l'Anticristo anche in virtù di una leggenda medievale che sosteneva che questo sarebbe nato dall'unione fra una vecchia monaca e un frate: si diceva infatti che il padre Enrico VI in gioventù aveva pensato di intraprendere la vita monastica, mentre Costanza d'Altavilla aveva 40 anni quando partorì Federico e prima del matrimonio, contratto all'età di 32 anni, sarebbe vissuta in un convento. Tale leggenda si collega anche al personaggio diFra Pacifico, al secolo Guglielmo Divini, il quale, prima di divenire uno dei più intimi compagni di Francesco d'Assisi, fu cavalier servente di Costanza, alla quale fu legato da un amore segreto il cui frutto potrebbe essere stato proprio Federico.

Altra leggenda che vedeva protagonista Federico era quella legata a un giovane siciliano, taleNicola Pesce, che - rispettando la natura ed il Creato - era solito svuotare le reti da pesca della famiglia liberando i pesci. Fu, perciò, maledetto dalla madre che gli augurò di diventare egli stesso un pesce. Da quel giorno Nicola Pesce cominciò una trasformazione della pelle in squame. Ogni giorno si immergeva e poi tornava in superficie raccontando delle meraviglie che aveva visto nei fondali. Incuriosito dalla storia, lo stesso Federico con i suoi raggiunse il ragazzo e gli chiese di dimostrargli le sue abilità di nuotatore. Il re fece cadere una coppa in mare e Nicola la riportò a lui. Una seconda volta fece cadere la propria corona in mare e Nicola, anche questa volta, gliela riportò. Infine, per la terza volta Federico gettò in mare un oggetto ma questa volta Nicola non riemerse. Si dice che, vedendo l'isola della Sicilia poggiare su tre pilastri, uno dei quali mostrava cenni di cedimento, volle mantenere sulle sue spalle il peso dell'isola.

Una variante del mito indicherebbe che il colto e curioso Federico gli chiedesse di dimostrare ciò che Nicola affermava, ovvero che sotto le acque antistanti l'Etna vi era un lago di fuoco. Accettando la richiesta Nicola avrebbe detto che l'avrebbe dimostrato ma ciò gli sarebbe valso la vita. Prese un pezzo di legno e si immerse: il ragazzo non tornò più a galla mentre il pezzo di legno bruciato alla vista dei presenti.

Manfredi soffoca il padre, secondo una leggenda accreditata dal Villani

Naturalmente la sua morte non poteva non dar origine a leggende. Si narra che una volta gli fu fatta una profezia riguardante la sua morte: egli sarebbe deceduto in un paese contenente la parola "fiore". Per questo Federico II evitò di frequentare Florentia (Firenze), ma non sapeva che nell'agro dell'odiernaTorremaggiore si ergeva un borgo di origine bizantina, chiamato appunto Castel Fiorentino; le sue rovine, affioranti da una collina detta dello Sterparone (205 m), ancora testimoniano la presenza di alcuni locali, di una torre di avvistamento e della Domus (palazzo nobiliare) all'interno della quale morì Federico il 13 dicembre 1250.

La stessa leggenda racconta pure che, secondo la profezia, egli non solo sarebbe morto appuntosub flore, ma anche nei pressi di una porta di ferro. Secondo la tradizione, riavutosi leggermente dal torpore, Federico chiese alle guardie che lo vegliavano dove si trovasse e dove portasse una porta chiusa che stava vedendo dal proprio letto. Quando la guardia gli rispose che si trovava a Castel Fiorentino e che quella porta, murata dall'altra parte, non era che un vecchio portone di ferro, l'imperatore sospirò: «Ecco che è giunta dunque la mia ora», ed entrò in agonia.

Appellativi

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Dai suoi coevi, Federico fu dettopuer Apuliae ("fanciullo diPuglia", ma va notato che all'epoca tale coronimo aveva un’accezione assai ampia e corrispondeva a buona parte dell'Italia meridionale).[100]

DaMatteo Paris, monaco della seconda metà del XII secolo, Federico sarà definito comestupor mundi ("meraviglia del mondo") in un commento alla notizia della morte dell'imperatore. Questa locuzione, che per il monaco Paris non era da intendersi necessariamente in accezione positiva, troverà fortuna e rimarrà associata alla figura di Federico fino ai giorni nostri assumendo sempre più una connotazione positiva per la gloria e i successi delle imprese di Federico.

Media

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Letteratura

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FraSalimbene de Adam, nella suaChronica, una delle fonti storiche più interessanti per il XIII secolo, parla anche delle opere da lui scritte, andate tutte perdute. Tra queste, si segnalano iXII scelera Friderici imperatoris, opera che doveva avere carattere polemico, essendo servita anche come opuscolo di propaganda anti-imperiale, dopo la sconfitta di Vittoria nel 1248. NellaChronica Federico II è dipinto come uomo avaro, che combatté la Chiesa solo perché voleva impadronirsi dei beni ecclesiastici. E la stessaChronica è ricca di aneddoti, per lo più negativi, riguardanti episodi della vita di questo imperatore.

AncheDante nellaCommedia menziona Federico II ben cinque volte: tre nell'Inferno, una nelPurgatorio e una nelParadiso:

  • Inferno
«Qui con più di mille giaccio:
qua dentro è lo secondo Federico,
e 'l cardinale ….»

(Divina Commedia,Inf. X (eretici ed epicurei) 119-120,Farinata degli Uberti)

Il poeta, accogliendo le voci sull'ateismo di Federico, assegna all'imperatore la pena che egli attribuisce agli eretici (gli epicurei): trascorrere l'eternità in bare infuocate.
«Io son colui che tenni ambo le chiavi
del cor di Federigo, e che le volsi,
serrando e disserrando, sì soavi
……
e l'infiammati infiammâr sì Augusto,
che i lieti onor tornaro in tristi lutti.»

(Divina Commedia,Inf. XIII 58-60, 68-69,Pier della Vigna)

Qui a parlare è l'anima di Pier delle Vigne, segretario e uomo di fiducia dell'imperatore; si suicidò dopo esser stato accusato di aver tramato contro Federico.
«…ma dentro tutte piombo e gravi tanto,
che Federico le mettea di paglia.»

(Divina Commedia,Inf. XXIII 65-66)

Dante riprende una leggenda secondo la quale Federico II sottoponeva a tortura i rei di lesa maestà coprendoli di piombo e facendoglielo fondere addosso.
  • Purgatorio
«In sul paese ch'Adige ePo riga,
solea valore e cortesia trovarsi
prima che Federigo avesse briga:»

(Divina Commedia,Purg. XVI 115-117,Marco Lombardo)

  • Paradiso
«Quest'è la luce dellagran Costanza
che del secondo vento diSoave
generò il terzo e l'ultima possanza.»

(Divina Commedia,Par. III 118-120,Piccarda Donati)

Dante si riferisce al fatto che Federico fu il terzo e ultimo imperatore appartenente alla Casa di Svevia.

Cinema

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Araldica

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Lo stesso argomento in dettaglio:Stemma degli Hohenstaufen.
Cattura delCarroccio dopo labattaglia di Cortenuova (miniatura dallaNova Cronica)

La prima o, comunque, una delle primefigure araldiche adottate dagli Hohenstaufen per le proprie insegne fu quella delleone, o, meglio, dei leonipassanti, poiché, in seguito a evoluzioni degli elementi componenti l'arme staufica, il numero deglianimali araldici fu fissato a tre. Essi, dismaltonero o, in alternativa,rosso, erano dispostiin palo incampo d'oro o, in talune versioni, d'argento.[101][102]

A rappresentare la dignità imperiale degli Staufen, fu introdotta, poi, un'ulteriore insegna, ovvero un'aquila al voloabbassato di nero posta in campo d'oro o d'argento, con il primometallo che finì con il prevalere sul secondo: siffatta arme doveva esprimere la continuità tra l'Impero romano e l'Impero germanico.[103][104]

L'aquila costituì «una vera e propria impresa personale» per Federico II: molteplici, difatti, sono le rappresentazioni delrapace nell'iconografia legata all'imperatore siciliano.[105] Indicative, al riguardo, sono le numerose aquile, diversamente scolpite, poste a ornamento di mura o altrielementi architettonici, rinvenibili negli edifici federiciani, come nel caso della porta superstite del palazzo di Foggia e degli elementi decorativi nei castelli di Barletta,[106] Trani e Bari.

Particolarmente significative, inoltre, appaiono le opere che riproducono l'aquila nell'atto di straziare, con i propriartigli, altri animali, come serpenti o lepri, deputati a rappresentare i nemici dell'Impero.[105] Esemplificativa, in tal senso, è l'edicola sovrastante l'ingresso principale del Castello Ursino di Catania: lascultura posta al suo interno riproduce un'aquila che tiene tra gli artigli una lepre esanime.[107]

Sesta crociata (miniatura dallaNova Cronica)

Altrettanto emblematici, sia «per le varie tipologie di figura dell'aquila che vi campeggiano con superba eleganza», sia perché concepiti con intenti celebrativi dell'immagine dello stupor mundi, sono «gli stupendicammei», che, nella prima metà del XIII secolo, furono realizzati in tutto il regno di Sicilia. In tali manufatti artistici di pregevole fattura, le aquile sonocesellate «con straordinario gusto per i particolari naturalistici».[106]

Anche la monetazione di età federiciana non manca di coni recanti l'effige dell'aquila, che fu presente in numerose emissioni ditarì, denari eaugustali. Il disegno non fu sempre il medesimo, si passa da esemplari con aquile stilizzate,[108] ad aquile che, invece, assumono sembianze più naturali, aggressive e dinamiche: quest'ultimo è il caso degli augustali[105]: battute presso lezecche diBrindisi eMessina, tali monete recavano, sul recto, l'immagine dell'imperatore siciliano, mentre, sul verso, un'aquila sorante con la testa volta verso la sinistra araldica[108][109][110]. La posizione della testa, in particolare, fu variabile e, a seconda delle emissioni, si ritrovano, infatti, monete con aquila rivoltata e altre no;[111] così come è possibile rinvenire sia esemplari con aquila senzacorona, sia esemplari con aquila coronata.[108] Relativamente alle coniazioni tedesche, invece, è possibile citare un'emissione del XIII secolo, sulla quale compare raffigurato, a cavallo, l'imperatore con corona, vessillo e scudo: su quest'ultimo campeggia la figura dell'aquila.[112]

Battaglia del Giglio (miniatura dallaNova Cronica)

Quanto agli smalti dellostemma, Giovanni Antonio Summonte, nell'Historia della Città e Regno di Napoli, riferendo in merito all'arme di Federico II, non manca di specificare che egli «portò il Campo d'oro, e l'Aquila nera».[113] Inoltre, è possibile asserire che nelle miniature, coeve o meno, raffiguranti lo stupor mundi, l'oro per il campo degli scudi rappresentasse la norma.[114] Parimenti, d'oro all'aquila di nero era il drappo dei vessilli dispiegati «dagli armati di Federico II», durante lasesta crociata, o dalla flotta siciliana, durante labattaglia del Giglio.[115]

«d'oro, all'aquila con il volo abbassato di nero[116]»

(Blasonatura)

Imprigionamento diEnzo di Sardegna: si noti la compresenza discudi d'oro e d'argento. Miniatura dallaNova Cronica.

Alla luce della rilevanza attribuita alla figura dell'aquila da Federico II, è lecito sostenere che fu proprio durante il regno dello stupor mundi che detta figura si attestò, in via definitiva, «come distintivo araldico dell'Impero per eccellenza», finendo, in questo modo, con il sopravvivere alla stessa estinzione della dinastia staufica e andando a contraddistinguere tutti i successivi sovrani assurti alla carica imperiale.[117]

Direttamente connessa all'avvento della dinastia staufica sul trono siciliano, sebbene le diverse fonti non concordino in merito al sovrano che l'introdusse, fu l'adozione, quale nuova insegna reale, dell'aquila al volo abbassato di nero, che, posta in campo d'argento, entrò a far parte dei segni distintivi del regno di Sicilia.[114] Tale arme, dunque, fu derivata dall'originaria insegna imperiale: l'argento del campo, che può essere considerato unabrisura rispetto all'oro dello stemma dell'Impero, andò, infatti, a rappresentare la dignità reale, in contrapposizione al campo aureo, rappresentativo, invece, della dignità imperiale.[112]

«d'argento, all'aquila con il volo abbassato di nero[114]»

(Blasonatura)

  • Arme di Svevia-Sicilia
    Arme di Svevia-Sicilia

Secondo una tesi consolidata, l'iniziativa di fissare l'argento per il campo dell'arme detta diSvevia-Sicilia sarebbe da attribuire a Manfredi,[113] stando a quanto riportato da altri autori, invece, è già con Federico II che l'aquila siciliana comincia ad assumere identità e peculiarità proprie, che la differenziano dall'arme imperiale. In base a tale ipotesi, infatti, il puer Apuliae avrebbe adoperato, accanto allo stemma con l'aquila di nero in campo d'oro, anche una versione dell'insegna, che, per l'appunto, doveva rappresentare la dignità reale, dove il campo dello scudo non era d'oro, bensì d'argento.[118] Nel caso in cui una simile eventualità fosse incontrovertibilmente verificata, essa potrebbe configurarsi come la traslazione in termini simbolici di una contingenza di carattere politico; ovvero la pretesa esercitata dal papato, nei confronti di Federico II, di mantenere una formale e sostanziale separazione giuridica tra Impero e Regno, cosa che, attraverso l'assunzione di impegni solenni, lo stupor mundi «aveva ripetutamente dovuto riconoscere (anche se, di fatto, aveva cercato di eludere […])», onde non attuare «quella "unio regni ad imperium" che laChiesa considerava inammissibile».[119]

A Federico II, inoltre, è attribuito l'utilizzo, quale insegna per l'Impero, dell'aquila bicipite di nero in campo d'oro.[120] In particolare, fu ilbenedettino ecronistaingleseMatteo Paris a riportare, nella sua maggiore opere, laChronica Majora, miniature recanti l'aquila a due teste associata a Federico II.[114] Altri autori, però, sono scettici riguardo all'effettiva adozione della figura dell'aquila bicipite da parte di Federico II,[121] ritenendo che l'introduzione di tale effigie per l'arme imperiale sia avvenuta solo in epoca successiva.

Stemma riprodotto nella tavola che apre labiografia di Federico II nell'edizione del 1601 dellaDescrittione del Regno di Napoli dello storico napoletano Scipione Mazzella.

Un particolare stemma, infine, è associato a Federico II, in alcune riproduzioni pubblicate in due importanti operestoriografiche:Descrittione del Regno di Napoli, di Scipione Mazzella, eHistoria della Città e Regno di Napoli, di Giovanni Antonio Summonte. In detti stemmi, l'aquila (nel primo caso è monocipite e funge dasupporto esterno, nel secondo caso è bicipite ed ècaricata sul campo dello stemma) reca incuore unoscudo o unoscudetto (a seconda del caso), il quale, concapotroncatocuneato da parte a parte, èinterzato in palo, con, nel primo terziere, tre pigne, nel secondo, tre leoni passanti (ovvero l'arme di Svevia), e, nell'ultimo, lacroce di Gerusalemme.[122] Quest'ultima, in particolare, entrò a far parte delle insegne federiciane in seguito alle nozze con Jolanda di Brienne e all'acquisizione, da parte dello stupor mundi, del titolo di Re di Gerusalemme.[123]

  • Croce di Gerusalemme
  • Stemma attribuito a Federico II, nella relativa tavola dell'Historia della Città e Regno di Napoli
    Stemma attribuito a Federico II, nella relativa tavola dell'Historia della Città e Regno di Napoli

Note

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  1. ^ Fra' Salimbene de Adam,Cronica, 1966.
  2. ^(EN) Donald S. Detwiler,Germany: A Short History, 3ª ed., Southern Illinois University Press, 1999, p. 43,ISBN 0-8093-2231-5.
  3. ^Giovanni Villani,Nuova cronica, VII,1.
  4. ^(EN) Gaetana Marrone, Paolo Puppa e Luca Somigli (a cura di),Encyclopedia of Italian Literary Studies (A-J), vol. 1, Taylor & Francis, 2007, pp. 780–82; anche 563; 571; 640; 832–36,ISBN 1-57958-390-3.
  5. ^Hubert Houben,Federico II. Imperatore, uomo, mito, Bologna,Il Mulino, 2009, p. 16,ISBN 978-88-15-13338-0.
  6. ^Ricordano Malispini,LXXVI, inIstoria fiorentina. Malispigni colloca il parto in un padiglione nel mezzo di una piazza di Palermo. La tradizione del padiglione è anche inGiovanni Villani,Nova Cronica,VI, 16.
  7. ^Kantorowicz, pp. 6, 8-9.
  8. ^L'essere nato come nipote in linea diretta di due grandi sovrani qualiFederico Barbarossa eRuggero il Normanno segnò sin dall'inizio il destino di Federico.
  9. ^Kantorowicz, p. 7.
  10. ^«Quando la 'mperatrice Costanza era grossa di Federigo, s'avea sospetto inCicilia e per tutto il reame diPuglia, che per la sua grande etade potesse esser grossa; per la qual cosa quando venne a partorire fece tendere un padiglione in su la piazza di Palermo e mandò bando che qual donna volesse v'andasse a vederla; e molte ve n'andarono e vidono, e però cessò il sospetto».Giovanni Villani,Nova Cronica,VI, 16.
  11. ^Secondo uno dei massimi studiosifedericiani, il tedescoNorbert Kamp (cfr.: N. Kamp, Federico II di Svevia ecc., op. cit.) la notizia sarebbe dovuta afonti posteriori, da ritenere poco attendibili; in realtà, come testimoniato sin dal 1195, i genitori si erano orientati verso i nomi diRuggero oFederico, portati dai celebri nonni del bimbo: prevalse alla fine il nome di casaHohenstaufen, anche se poi, durante il battesimo, a quello diFederico venne cumulato anche il nome diRuggero.
  12. ^W. Morico. Personaggi e famiglie della baronia di Carapelle. 2024. Pag. 252 - 272..
  13. ^Guglielmo Francesco.
  14. ^Marcovaldo di Annweiler (in tedescoMarkwald von Annweiler) non apparteneva alla nobiltà ma alla casta dei funzionari del governo.
  15. ^Ernst Kantorowitcz - Federico II imperatore - Garzanti Elefanti Storia - 2023 - pag. 23.
  16. ^Barboni, Bocci - Federico II Stupor mundi - Rusconi libri, 2020.
  17. ^ Georgina Masson e Luisa Theodoli Quintavalle,Federico II di Svevia, Milano, Rusconi, 2001,ISBN 88-452-9107-3.
  18. ^Stürner, 1998, p. 109.
  19. ^Stürner, 1998, p. 106.
  20. ^«Che Federico II sotto la custodia di G. non si trovasse male risulta indirettamente dalla lettera che il pontefice gli indirizzò, esprimendo la propria gioia per il fatto che crescesse costantemente sia in età sia in sapienza e capacità. Il papa era ben informato sulla situazione a Palermo da Tommaso da Gaeta, giustiziere di corte altamente stimato dalla Curia pontificia, che nell'autunno del 1204 si trovava a Roma come inviato di Guglielmo. Nel settembre 1206 Innocenzo III scrisse di nuovo direttamente a Federico II mostrandosi molto contento del fatto che, avvicinandosi all'età della pubertà, crescesse così bene e ‒ come scriveva il papa ‒, per le sue virtù e la sua sapienza apparisse davanti a Dio e agli uomini molto più maturo di quanto la sua età anagrafica lasciasse presagire.» (Federiciana, 2005).
  21. ^Kantorowitcz, cit, pag. 24.
  22. ^ Nicola Antonio Imperiale,Federico II tra potere e passioni: mogli, amanti e scandali, inhttps://www.bari-e.it/in-attualita/federico-ii-tra-potere-e-passioni-mogli-amanti-e-scandali/.
  23. ^Norbert Kamp,Costanza d'Aragona, imperatrice, regina d'Ungheria e di Sicilia, inDizionario biografico degli italiani, vol. 30, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1984.URL consultato il 31 gennaio 2021.
  24. ^ Ernst Kantorowicz,Capitolo primo - L'infanzia di Federico, inFederico II imperatore, collanaGli elefanti. Storia, traduzione di Gianni Pilone Colombo, Garzanti, novembre 2018, p. 26,ISBN 978-88-11-67643-0.
  25. ^Horst, 1981, pp. 35-36.
  26. ^E. Kantorovicz, Federico II imperatore, cit, pag. 29.
  27. ^Stürner 1998, p. 79.
  28. ^Abulafia 1990, p. 87.
  29. ^ Giovanna Forzatti Golia,Pavia, inEnciclopedia fridericiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.URL consultato il 31 gennaio 2021.
  30. ^abcdHorst, 1981, pp. 52-55.
  31. ^Barboni, Bocci - Federico II Stupor Mundi, cit, pag. 24.
  32. ^abcHorst, 1981, pp. 56-57.
  33. ^Wolfgang Stürner,Hagenau, inEnciclopedia fridericiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.URL consultato il 12 aprile 2017.
  34. ^Che, all'epoca aveva circa 30 000 abitanti - come Genova e Verona. Fonte: Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri,Federico II, Laterza, 2004, p. 52.
  35. ^Gioacchino Volpe,Il Medio Evo, collanaBiblioteca storica Laterza, Bari, Laterza, 1999, p. 250,ISBN 88-420-5738-X.
  36. ^Cardini-Montesano,Storia Medievale, 2006, p. 285.
  37. ^Organizzazione militare, inEnciclopedia federiciana, Roma,Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.
  38. ^Dalli, pp. 160-161.
  39. ^abDalli, p. 161.
  40. ^(FR)Pierre Aubé,Roger II de Sicile: un normand en Méditerranée, Payot, 2001,ISBN 978-2-228-89414-2.
  41. ^(EN) Alfonso Lowe,The barrier and the bridge: historic Sicily, illustrazioni di Alfonso Lowe, Norton, 1972, p. 92.
  42. ^ Tonino Del Duca,Origine, vita e distruzione della colonia saracena di Lucera (PDF).URL consultato il 31 gennaio 2021.
  43. ^Frederick II: A Medieval Emperor, suroyalist.info.URL consultato il 31 gennaio 2021.
  44. ^(EN) Giovanni Amatuccio,Saracen Archers in Southern Italy, suDe Re Militari, giugno 2001.URL consultato il 23 maggio 2009(archiviato dall'url originale il 28 novembre 2007).
  45. ^Cardini-Montesano,Storia Medievale, 2006, p. 286.
  46. ^La spedizione, guidata da Enrico conte di Malta, comprendeva Landone di Anagni, vescovo diReggio Calabria, Giacomo vescovo diPatti e Richiero vescovo diMelfi (Riccardo di San Germano,Cronaca). Ad Acri, Giacomo di Patti sposò Isabella e Federico per procura.
  47. ^Prawer, p. 549.
  48. ^Castello di Oria | La Storia | Il castello, sucastellodioria.it.URL consultato il 6 luglio 2017(archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2014).
  49. ^Storie di Puglia – La passione accecante fra Federico II e Bianca Lancia, subari-e.it.
  50. ^«(Elisabeth) mater autem sua X die postquam peperit eum (Conradum), apud eandem civitatem (Andriam) migravit ad Dominum» (Breve chronicon de rebus siculi, ed. W. Stuerner, Hannover 2004, p. 80.
  51. ^FEDERICO II DI SVEVIA, IMPERATORE, RE DI SICILIA E DI GERUSALEMME, RE DEI ROMANI - Enciclopedia, suTreccani.URL consultato il 18 agosto 2024.
  52. ^Filmato audio prof.Massimo Viglione,Dal buio alla luce. Civiltà cristiana e Medioevo,Fraternità sacerdotale San Pio X-Priorato di San Marco. (33:00)
  53. ^L'Enciclopedia Italiana Treccani riporta la data del 18 giugno, anche seNorbert Kamp, nel suo importante articolo federiciano citato in bibl., non precisa la data, parlando digiugno 1228.
  54. ^La zecca di Napoli, dopo il 1221, fu usata secondo le esigenze di Federico IIcfr. Simonluca Perfetto.
  55. ^Andria invece, città natale di suo figlioCorrado, lo accolse, e sopraPorta Sant'Andrea, una delle porte della città, fu scolpita la celebre frase dell'imperatore: «Andria fidelis, nostris affixa medullis; absit, quod Federicus sit tui muneris iners, Andria, vale, felix omnisque gravaminos expers», che in italiano, secondo la traduzione più nota, significa:Andria fedele, legata ai nostri precordi; non capiti che Federico venga meno alla tua custodia. Andria, ti saluto, fortunata e priva di qualunque preoccupazione. La città diAndria fu liberata dal peso gravoso delle tasse e l'imperatore la ricompensò con la costruzione diCastel del Monte
  56. ^Fra le famiglie più fedeli al partito ghibellino vanno ricordati gliOrdelaffi, signori diForlì, città che Federico ricompensò, per gli aiuti che ne ebbe, con la concessione di notevoli privilegi e concedendo altresì di riportare l'aquila imperiale nello stemma della città.
  57. ^Sulla cinta muraria del feudo (precisamente sullaPorta Venosina) fece apporre una lapide che glorificava la grandezza della città, anche se anni dopo questa lapide fu sostituita dal principeGiovanni Caracciolo con quella visibile al giorno d'oggi.
  58. ^Cardini-Montesano,Storia Medievale, 2006, p. 287.
  59. ^Andrea Romano,novelle, inEnciclopedia fridericiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.URL consultato il 31 gennaio 2021.
  60. ^Partendo dal presupposto che il titolo diRe dei Romani (che spettava al sovrano prima di essere incoronato dal papa, quando sarebbe effettivamente divenutoImperatore del Sacro Romano Impero) era elettivo, in quei decenni, i principi tedeschi elessero in successione due rivali di Federico,Enrico Raspe eGuglielmo II d'Olanda, ma nessuno dei due arrivò al titolo imperiale durante il regno di Federico, tanto che vennero definiti entrambi anti-re.
  61. ^Austin Lane Poole,L'interregno in Germania, pag. 148.
  62. ^(LA)Histoire Générale de Languedoc, avec des Notes, Tome V, doc. CLXXVI, p. 679. Conservato allaBiblioteca nazionale di Francia.
  63. ^Paul Fournier,Il regno di Borgogna o d'Arles dall'XI al XV secolo, pag. 396.
  64. ^(LA)Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, Tomus XXIV, Ancentii Bellovacensis Memoriale Omnium Temporum, sudmgh.de, 1233, p. 161.URL consultato il 6 luglio 2017(archiviato dall'url originale il 25 settembre 2017).
  65. ^Picalull, Berengario, collanaBenezit Dictionary of Artists, Oxford University Press, 31 ottobre 2011.URL consultato il 27 agosto 2019.
  66. ^I maggiori problemi vennero dall'esercito tedesco che, non avendo più la guida dell'imperatore, si mostrò titubante ed insicuro, arretrando davanti al nemico. Raniero a quel punto guidò con determinazione i viterbesi, presenti in gran numero nelle schiere papali, ad un coraggioso contrattacco, che riportò in linea anche i tedeschi, fino alla vittoria; cfr. C. Pinzi, op. cit. Peraltro, il comportamento di Federico II e la sua partenza prematura dal luogo dello scontro potrebbero essere stati alla base dell'ostilità che nacque, da quel momento tra l'imperatore ed il porporato, anche perché -secondo quello che scrive ancora il Pinzi- durante la sua permanenza a Respampani il sovrano svevo si disinteressò palesemente dell'assedio, dedicandosi alla cura dei suoi levrieri ed a ripetute battute di caccia con i falchi. Questi fatti alimentarono in Raniero il sospetto che Federico, in realtà, non volesse la sconfitta dei romani.
  67. ^Secondo C.Pinzi (op. cit.) la scomunica sarebbe stata scagliata durante le funzioni delGiovedì santo. Il noto storico gesuita Hans Wolter sostiene addirittura che Gregorio IX avrebbe scagliato contro Federico II la scomunica il 20 marzo,domenica delle Palme, reiterandola il 24 marzo,Giovedì santo, cfr.Hubert Jedin,Storia della Chiesa, Jaca Book, 1999., Civitas Medievale, vol.V/1, articolo di Hans Wolter S.I.
  68. ^Si veda in proposito l'articolo diNorbert Kamp,Capocci, Raniero, inDizionario biografico degli italiani, vol. 18, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1975.URL consultato il 14 novembre 2018.
  69. ^Hubert Houben,Ermanno di Salza, inEnciclopedia fridericiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.URL consultato il 14 novembre 2018.
  70. ^ Renato Russo,La battaglia di Cortenuova, sustupormundi.it.URL consultato il 31 marzo 2010(archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2008).
  71. ^Sulla data esatta di questa scomunica gli storici sono in disaccordo tra il 20 marzo,domenica delle Palme, indicato dal Kamp, e il 24 marzo,Giovedì santo, secondo il Pinzi; lo storico gesuita Hans Wolter sostiene, con una interessante indicazione, che Federico sarebbe stato scomunicato domenica 20 marzo e la scomunica sarebbe stata reiterata dal papa il successivo giovedì 24, durante i riti del giovedì santo. cfr.Hubert Jedin,Storia della Chiesa, Jaka Book, 1999., Civitas Medievale, vol.V/1, articolo di Hans Wolter S.I.
  72. ^«Colui che rifiutò la pace e le trattative e solo intese alla discordia, non doveva oltrepassare i confini dell'agosto (augustus) vendicatore: egli che operò a offesa dell'Augusto». (Elogio funebre del papa Gregorio pronunciato da Federico II).
  73. ^La permanenza nella cittàmaremmana indusse l'imperatore a concedere il riconoscimento imperiale al libero comune di Grosseto.
  74. ^R.E. Lerner, "Federico II mitizzato e ridimensionato post mortem nell'escatologia francescano-gioachimita" in: Idem,Refrigerio dei santi: Gioacchino da Fiore e l'escatologia medievale, Roma: Viella, 1995, pp. 147-167. G.L. Potestà, "Federico III d'Aragona re di Sicilia nelle attese apocalittiche di Dolcino" in: A. Rotondo ed., Studia humanitatis: Saggi in onore di Roberto Osculati, Roma: Viella, 2011, p. 233.
  75. ^Per eludere la sorveglianza delle truppe imperiali che stazionavano pericolosamente vicino a Viterbo, Innocenzo si recò travestito aCivitavecchia, ove si imbarcò su galee genovesi, transitò da Genova, sua patria originaria, e quindi giunse a Lione, città sotto il controllo del re di Francia.
  76. ^I titoli dei duelibelli eranoAspidis nova eIuxta vaticinium Ysaiae e in essi il Capocci si avvaleva di argomentazioni di difficile interpretazione e talora anche false; i libelli ebbero comunque grande successo tra ipadri conciliari e contribuirono certo alla deposizione di Federico. V.Norbert Kamp,Raniero Capocci, op. cit. Da notare come il Kamp, uno dei massimi studiosifedericiani, attribuisca grande importanza alle azioni svolte da Raniero Capocci con autenticoodio, sia pure temperato da motivazioni mistiche, nei confronti di Federico: secondo lo studioso tedesco, dietro la politica anti-sveva prima diGregorio IX, poi diInnocenzo IV, vi sarebbe stato quasi sempre il cardinale viterbese.
  77. ^Ladeposizione dell'imperatore venne promulgata con unabolla papale e non con unadeliberazione conciliare.
  78. ^Il palazzo bolognese in cui fu imprigionato porta il nome diPalazzo Re Enzo.
  79. ^Claudio Rendina,I papi, p. 465
  80. ^Dante Alighieri descriverà la vicenda diPier della Vigna facendolo parlare nel XIII canto dell'Inferno, abbracciando così la tesi che il povero Pier fosse stato accusato e punito ingiustamente.
  81. ^ Vittorio Gleijeses,La storia di Napoli dalle origini ai nostri giorni, Societa Editrice Meridionale, Napoli, 1974, p. 264.
  82. ^ Mario Bernabò Silorata,Federico II di Svevia: saggezza di un imperatore, Firenze, Convivio, 1993, p. 14.
  83. ^ Renato Russo,Federico II e la Puglia, Barletta, Editrice Rotas, 2000, p. 169.
  84. ^ Theo Kölzer,I testamenti di Federico II, inEnciclopedia fridericiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.
  85. ^ Barbara Saporiti,Violata dalla Scienza la tomba di Federico II, inLa Repubblica, 3 novembre 1998.URL consultato il 25 luglio 2018.
  86. ^ Stella Cervasio,Federico II, irrisolto il mistero del volto, inLa Repubblica, 30 marzo 2001.URL consultato il 25 luglio 2018.
  87. ^fantasticfacts.net,https://fantasticfacts.net/it/7932/?nowprocket=1 Titolo mancante per urlurl (aiuto).
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  90. ^ Bruna Soravia,Ibn Sa῾bīn, inEnciclopedia fridericiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.URL consultato il 16 dicembre 2015.
  91. ^Raffaele Colapietra, Mario Centofanti, pag. 79.
  92. ^Fu tuttavia Federico che inviò all'Università di Bologna e ad altre Università le opere del filosofo araboAverroè, che lui stesso aveva fatto tradurre.
  93. ^L'università fredericiana, che non ha mai interrotto la sua attività, è stata intitolata al suo fondatore nel 1987, assumendo la denominazione diUniversità degli studi di Napoli "Federico II", allorché iniziarono i lavori per l'istituzione dellaSeconda Università degli studi di Napoli, dallo scorporo della primafacoltà diMedicina e Chirurgia della prima, decretata nel 1989 e attuata nel 1991.
  94. ^Hubert Houben,Federico II. Imperatore, uomo, mito, 2009, tav. 12 (pp. 96-97) e p. 132.
  95. ^ Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari,I tempi dell'arte, vol. 1, Milano,Bompiani, 1999,ISBN 88-451-7107-8.
  96. ^ARCHITETTURA, REGNO DI SICILIA in "Federiciana", sutreccani.it.URL consultato il 26 novembre 2021.
  97. ^Documenti: Bolla del 1120 di Callisto II - Monastero S. Maria dal Monte, suandriarte.it.URL consultato il 20 novembre 2021.
  98. ^La storia, sucastelloditrani.beniculturali.it, 1º dicembre 2017.URL consultato il 4 novembre 2022(archiviato dall'url originale il 10 aprile 2022).
  99. ^CASTELLO SVEVO, suitc.cnr.it.URL consultato il 26 novembre 2021.
  100. ^Antonino De Stefano,Fridericus, puer Apuliae (PDF), inArchivio Storico Pugliese, IV, 1 (Il convegno Federiciano di Foggia), Bari, Società di Storia Patria per la Puglia, 1951.URL consultato il 20 dicembre 2010.
  101. ^Angelo Scordo, pp. 108-111.
  102. ^Gianantonio Tassinari, pp. 283-300.
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  122. ^Angelo Scordo, pp. 105-112.
  123. ^Giovanni Antonio Summonte, p. 93.

Bibliografia

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Opere di Federico II

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Fonti storiche

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Le singole voci sono elencate nellaCategoria:Fonti storiche sull'età federiciana.

Principali biografie e studi generali

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Sintesi enciclopediche

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Studi sullo sviluppo della storiografia federiciana

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Cultura, diritto e letteratura alla corte di Federico II

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  • Antonino De Stefano,La cultura alla corte di Federico II imperatore, Palermo 1938.
  • Ortensio ZecchinoMedicina e sanità nelle Costituzioni di Federico II di Svevia (1231), Avellino 2002.
  • Federico II di Svevia, De Arte venandi cum avibus. Fonti e Studi, a cura di Annalaura Trombetti Budriesi, Laterza, Bari-Roma 2000.

Architettura federiciana

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Studi su aspetti particolari

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Voci correlate

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Altri progetti

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Altri progetti

Collegamenti esterni

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PredecessoreImperatore del Sacro Romano ImperoSuccessore
Ottone IV12121250
Re dei Romani fino all'incoronazione nel 1220
Corrado IV
Soltanto Re dei Romani

PredecessoreRe di SiciliaSuccessore
Costanza I11981250Corrado IV

PredecessoreRe di GerusalemmeSuccessore
Maria eGiovanni I12251234
(conJolanda)
Corrado IV

PredecessoreDuca di SveviaSuccessore
Ottone IV12121216Enrico II
V · D · M
Sovrani di Sicilia
Altavilla
(1130 - 1198)
Ruggero II ·Guglielmo I ·Guglielmo II ·Tancredi ·Ruggero III (non incoronato) ·Guglielmo III ·Enrico ·Costanza
Hohenstaufen
(1198 - 1266)
Federico II (I) ·Corrado I ·Corrado II ·Manfredi
Angioini
(1266 - 1282)
Carlo I
Aragonesi di Sicilia
(1282 - 1410)
Pietro I ·Giacomo ·Federico III (II) ·Pietro II ·Ludovico ·Federico IV (III) ·Maria eMartino I ·Martino II
Trastámara
(1412 - 1516)
Ferdinando I ·Alfonso ·Giovanni ·Ferdinando II
Asburgo di Spagna
(1516 - 1700)
Carlo I (II) ·Filippo I ·Filippo II ·Filippo III ·Carlo II (III)
Borbone di Spagna
(1700 - 1713)
Filippo IV
Savoia
(1713 - 1720)
Vittorio Amedeo
Asburgo d'Austria
(1720 - 1735)
Carlo III (IV)
Borbone delle Due Sicilie
(1735 - 1816)
Carlo III (V) ·Ferdinando III
Nel 1816 i regni di Sicilia e di Napoli vengono uniti nelRegno delle Due Sicilie
V · D · M
Re d'Italia
Sovrani che hanno avuto il titolo di Re d'Italia
StoriaRegno d'Italia ·Sovrani d'Italia
Regno d'Italia
(Regno degli Eruli)

(476-493)
Odoacre[1]
Regno d'Italia
(Regno degli Ostrogoti)

(493-553)
Teodorico ·Atalarico ·Teodato ·Vitige ·Ildibaldo ·Erarico ·Totila ·Teia
Regno di tutta l'Italia
(Regno dei Longobardi)


(568-774)
Alboino ·Clefi ·Autari ·Agilulfo ·Adaloaldo ·Arioaldo ·Rotari ·Rodoaldo ·Ariperto I ·Pertarito ·Godeperto ·Grimoaldo ·Garibaldo ·Alachis ·Cuniperto ·Liutperto ·Ragimperto ·Ariperto II ·Ansprando ·Liutprando ·Ildebrando ·Rachis ·Astolfo ·Desiderio
Regno d'Italia (Sacro Romano Impero)
nell'Impero Carolingio

(774-888)
Carlo I Magno ·Pipino d'Italia ·Bernardo d'Italia ·Ludovico I il Pio ·Lotario I ·Ludovico II il Giovane ·Carlo II il Calvo ·Carlomanno di Baviera ·Carlo III il Grosso
Anarchia feudale in Italia
(888-962)
Berengario del Friuli ·Guido II di Spoleto ·Lamberto II di Spoleto ·Arnolfo di Carinzia ·Ludovico III il Cieco ·Rodolfo II di Borgogna ·Ugo di Provenza ·Lotario II d'Italia ·Berengario II d'Ivrea ·Adalberto II d'Ivrea
Regno d'Italia (Sacro Romano Impero)
nel Sacro Romano Impero

(963-1806)
Ottone I di Sassonia ·Ottone II di Sassonia ·Ottone III di Sassonia ·Arduino d'Ivrea[2] ·Enrico II il Santo ·Corrado II il Salico ·Enrico III il Nero ·Enrico IV di Franconia ·Corrado di Lorena ·Enrico V di Franconia ·Lotario II di Supplimburgo ·Ruggero II d'Altavilla[3] ·Corrado III di Svevia ·Federico Barbarossa ·Enrico VI di Svevia ·Ottone IV di Brunswick ·Federico II di Svevia ·Enrico VII di Lussemburgo ·Ludovico il Bavaro ·Carlo IV di Lussemburgo ·Venceslao di Lussemburgo ·Sigismondo di Lussemburgo ·Federico III d'Asburgo ·Massimiliano I d'Asburgo ·Carlo V d'Asburgo ·Ferdinando I d'Asburgo ·Massimiliano II d'Asburgo ·Rodolfo II d'Asburgo ·Mattia d'Asburgo ·Ferdinando II d'Asburgo ·Ferdinando III d'Asburgo ·Leopoldo I d'Asburgo ·Giuseppe I d'Asburgo ·Carlo VI d'Asburgo ·Carlo VII di Baviera ·Francesco I di Lorena ·Giuseppe II d'Asburgo-Lorena ·Leopoldo II d'Asburgo-Lorena ·Francesco II d'Asburgo-Lorena
Regno d'Italia

(1805-1814)
Napoleone I Bonaparte ·Napoleone II Bonaparte
Regno d'Italia

(1861-1946)
Vittorio Emanuele II di Savoia ·Umberto I di Savoia ·Vittorio Emanuele III di Savoia ·Umberto II di Savoia
Tavole genealogicheDei Franchi ·Dei Carolingi ·Degli Asburgo ·Dei Savoia
AraldicaArmoriale ·Corona ferrea ·Corona d'Italia
Incorsivo i regnanti titolaride iure ma nonde facto, oppure i pretendenti al trono, quindi senza effettiva sovranità sui territori italiani

Note:
  1. ^non è chiaro con quale titolo Odoacre regnò in Italia ma gli storici concordano sull'attribuirgli quello diRe d'Italia, assegnatogli dal contemporaneoVittore Vitense.
  2. ^non da Imperatore, contese il trono ad Enrico II il Santo
  3. ^non da Imperatore ma comeRe di Sicilia e Italia
V · D · M
Duchi di Svevia – CasataHohenstaufen
DuchiFigli
Federico I (1050-1105)Federico (1090-1147) ·Corrado (1093-1152) · Gertrude
Federico II (1105-1147)Federico (1122-1190) ·Berta (m. 1195) ·Giuditta (1133-1191) ·Corrado (m. 1195)
Federico III (1147-1152)Beatrice (1162-ante 1174) ·Federico (1164-1170) ·Enrico (1165-1197) ·Federico (1167-1191) · Sofia (1168-1187) ·Ottone (1170-1200) ·Corrado (1172-1196) · Rinaldo (1173-bambino) · Guglielmo (1176-bambino) ·Filippo (1177-1208) ·Agnese (1180-1184)
Federico IV (1152-1167)
Federico V (1167-1170)
Federico VI (1170-1191)
Corrado II (1191-1196)
Filippo I (1196-1208)Beatrice (1198-1212) ·Cunegonda (1200-1248) ·Maria (1201-1235) ·Elisabetta (1202-1235)
Federico VII (1212-1216)Enrico (1211-1242) ·Enzo (ca. 1220-1272) ·Caterina (1226-1279) ·Federico (ca. 1224-1256) ·Biancofiore (1226-1279) ·Margherita (1227-1298) · figlia (m. 1227) ·Corrado (1228-1254) ·Costanza (1230-1307) ·Manfredi (1232-1266) ·Violante (1233-1264) ·Margherita (1237-1270) ·Enrico (1238-1253) ·Federico (1239-?) · figlia (1241-1241) ·Selvaggia (m. 1244) ·Riccardo (m. 1249) · Gherardo ·Federico
Enrico II (1216-1235)Federico (1232c.-1245c.) ·Enrico (1232c.-1251)
Corrado III (1235-1254)Corrado IV (1252-1268)
Corrado IV (1252-1268)
V · D · M
Poesia italiana del Duecento
Scuola siciliana
Poeti principaliFederico II di Svevia ·Giacomo da Lentini ·Ruggiero Amico ·Odo delle Colonne ·Rinaldo d'Aquino ·Arrigo Testa ·Guido delle Colonne ·Pier della Vigna ·Stefano Protonotaro ·Mazzeo di Ricco ·Jacopo Mostacci ·Percivalle Doria ·Re Enzo ·Giacomino Pugliese ·Cielo d'Alcamo ·Tommaso di Sasso ·Giovanni di Brienne ·Compagnetto da Prato ·Paganino da Serzana ·Filippo da Messina ·Neri Poponi
ManoscrittiVaticano Latino 3793 ·Laurenziano Rediano 9
OpereRosa fresca aulentissima ·Meravigliosamente ·Pir meu cori alligrari
Rimatori toscani
di transizione
Guittone d'Arezzo ·Bonagiunta Orbicciani ·Chiaro Davanzati ·Compiuta Donzella ·Brunetto Latini ·Monte Andrea
Dolce stil novo
PrecursoriGuido Guinizelli
StilnovistiGuido Cavalcanti ·Dante Alighieri ·Lapo Gianni ·Gianni Alfani ·Dino Frescobaldi ·Cino da Pistoia
Controllo di autoritàVIAF(EN46006380 ·ISNI(EN0000 0000 5490 4225 ·SBNCFIV081207 ·BAV495/17638 ·CERLcnp01466689 ·ULAN(EN500214507 ·LCCN(ENn80015526 ·GND(DE118535765 ·BNE(ESXX1122495(data) ·BNF(FRcb12917252p(data) ·J9U(EN, HE987007261484605171 ·NDL(EN, JA00967046 · CONOR.SI(SL197072995
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