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Fede

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vediFede (disambigua).
Giotto,Fides,Cappella degli Scrovegni,Padova

La fede è definibile come l'adesione a unmessaggio o un annuncio fondata sull'accettazione di unarealtàinvisibile, la quale non risulta cioè immediatamente evidente, e viene quindi accolta comevera nonostante l'oscurità che l'avvolge.[1] La fede consiste pertanto nel «ritenere possibile» quel che ancora non si è sperimentato o non si conosce personalmente.[2]

Accezioni

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Secondo l'accezione religiosa, ad esempio quella diTommaso d'Aquino, essa è la disposizione ad accogliere come vere le informazioni di cui non si ha una conoscenza diretta, basandosi sull'autorità altrui.[4]

Essa è anche strettamente collegata alla ragione: se la ragione si fonda sull'evidenza e sui principi dellalogica, la fede consiste nel credere in ciò che non è autoevidente. La fede è "l'atto dell'intelletto [che] dà l'assenso allaverità divina sotto l'influsso dellavolontà mossa da Dio pergrazia".[5] (ST, II–II, q. 2, a. 9).[6][7]

Il termine deriva dal latinofides che indica sia lacredenzareligiosa, ma anche lalealtà, l'impegno solenne, lafedeltà e il mantenimento della parola data; in generale assume il significato di accettazione dimisteri odottrine non razionalmente dimostrabili ma nonostante ciò ritenute vere «per l'autorità del Dio rivelante che non può ingannarsi né ingannare».[3][8]

In una diversa accezione, ovvero nellateologia cristiana, è una delle trevirtù teologali, dono divino che dispone il credente ad abbandonarsi fiduciosamente nelle mani di Dio accettando la suaparola.[3]

Fede e sapere

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Agostino d'Ippona

Diversamente dalsapere, fondato sulla certezza consapevole della propria validità, la fede prende quindi dagli altri, ovvero dal di fuori, i propri contenuti, come avviene ad esempio nellereligioni rivelate che attingono le loro dottrine da un dato dirivelazione.[9] Il rapporto tra fede e sapere è divenuto in tal modo oggetto di riflessionefilosofica. PerAgostino d'Ippona lafede cristiana non è mai disgiunta dal sapere: a ben guardare, infatti, tutte le nostre conoscenze si fondano su atti di fede, su credenze che noi prendiamo per buone prima di averle personalmente sperimentate. Solo dopo averle credute come ammissibili si può esercitare su di esse l'attività critica e riflessiva dell'intelletto (credo ut intelligam); e a sua volta il comprendere aiuta ad interiorizzare, a far proprio ciò che prima andava accolto ciecamente per un semplice atto di fede (intelligo ut credam).

L'intelletto non pensa mai a vuoto, ma sempre partendo da un dato di fede: «La fede cerca, la ragione trova. E ancora la ragione cerca Colui che ha trovato».[10] La fede coincide così con l'intuizione, cioè con l'illuminazione, elargita in dono dallagrazia divina, che consente di far luce non tanto sulla Verità, quanto sulla propria ignoranza: una consapevolezza dell'ignoranza senza la quale non vi sarebbe spinta ad indagare il mistero. Non si cercherebbe infatti la verità se non si fosse certi almeno inconsciamente della sua esistenza, secondo un tema di lontana ascendenzasocratica eplatonica.[11]

La riflessioneagostiniana sulla complementarità tra fede e ragione,verità edubbio, approda in tal modo allaconcezione medioevale della filosofia come "ancella della fede", intesa non come capacità di dimostrare con laragione i contenuti dellarivelazione cristiana, bensì di difenderli dalle critiche nei loro confronti dimostrando semmai la falsità e la contraddizione di chi li rinnega, come si evinceva peraltro già inClemente Alessandrino.[12] Lalogica viene utilizzata cioè nel senso negativo dellateologia apofatica, quale regola del pensiero adottata ad esempio daAnselmo nella suaprova ontologica,[13] non in sostituzione ma come complemento della fede: secondo la sintesi diTommaso d'Aquino, «siccome di Dio non possiamo sapere che cosa è, ma piuttosto che cosa non è, non possiamo indagare come Egli sia, ma piuttosto come non sia».[14] Come la fede svela allaragione la possibilità di nuovi campi di indagine, a sua volta la ragione naturale è in grado di fornire quei «preamboli» opremesse capaci di elevare alla fede, giungendo ad esempio a riconoscere «il fatto cheDio è» ("de Deo quia est"):[15] senza questa premessa infatti non si potrebbe credere cheGesù ne sia ilFiglio. I «preamboli» verranno poi confusi in epoca illuminista con la capacità di «dimostrare» con la ragione i fondamenti della fede.[16] Il dogma della soprannaturalità e razionalità della fede fu proclamato dallaDei Filius.[17]

La possibilità di affiancare argomenti razionali alla fede, che in epocascolastica dà luogo alla disputa tradialettici e antidialettici, viene negata alla radice in epoca moderna daMartin Lutero, per il quale essa si tradurrebbe nella presunzione di ritenersi giustificati in base a criteri interamente umani. Soltanto la fede consente a nostra volta di giustificare le parole di Dio come giuste e vere:[18] «Iustificatio Dei et credulitas in Deum idem est».[19] Questa nozione di "fede" rifiuta di rinchiudere il discorso nell'ambito dellalogica. Una forma di fede siffatta è chiamatafideismo, quando si presuppone che tanto più essa è autentica, quanto più crede all'esistenza di Dio senza basarsi su alcuna prova o argomentorazionale. Una tale prospettiva la si ritrova spesso nel pensiero diSøren Kierkegaard (e in particolare alla sua operaTimore e tremore), e in altri pensatori religiosi facenti capo all'esistenzialismo.William Sloane Coffin ha affermato che «”fede” non è accettazione senza dimostrazione, ma fiducia senza riserve».

Raimon Panikkar ha proposto al riguardo la seguente distinzione: per “fede” si intende la capacità di aprirsi all'ulteriorità, a qualcosa dipiù, dioltre; si tratta di una capacità che non ci viene data né dai sensi né dall'intelletto (Panikkar si richiama allafilosofia cristiana, che distingueva tracredere in Deum – apertura al mistero –credere Deo – fiducia in ciò che può essere stato affermato da un essere supremo – ecredere Deum – credere nella sua esistenza). La fede (in Deum) non ha oggetto; è il pensiero che ha un oggetto; se la fede avesse un oggetto sarebbe ideologia, un frutto del pensiero, mentre la divinità affiora oltre il pensiero. La “credenza” è invece la formulazione, l'articolazione dottrinale, compiuta ordinariamente da una comunità, che si è progressivamente cristallizzata in proposizioni, frasi, affermazioni e, in termini cristiani,dogmi. Credenza è l'espressione simbolica, più o meno coerente, della fede che spesso viene formulata in termini concettuali.

Cristianesimo

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Secondo il Nuovo Testamento

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Il significato principale della parola "fede" (traduzione dalgrecoπίστις,pìstis, che a sua volta rende il verbo ebraicohe'emìn),[20] si riferisce a colui che ha fiducia, che confida, che si affida, la cui persuasione è salda. La parola greca può anche essere intesa nel senso di «fedeltà» (Tit Tit 2,10[21]).

L'anonimo estensore dellaLettera agli Ebrei ha scritto che

« La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono. »  (Eb 11,1, sulaparola.net.)

Lo stesso brano nella traduzione daltesto siriaco è:

« La fede è convincimento delle cose che si sperano e di quelle che furono in atto, rivelazione di quelle che non si vedono. »  (Eb 11,1, sulaparola.net.)

Dante traduce fedelmente il passo citato nel Paradiso dellaDivina Commedia, dal testo dellavulgata:

«Fede è sustanza di cose sperate /e argomento de le non parventi; /e questa pare a me suaquiditate

(Par., XXIV, 64-66.)

La Lettera agli Ebrei continua illustrando il significato e il ruolo pratico della fede:

« Senza la fede è impossibile essere graditi a Dio; chi infatti gli s'accosta deve credere che egli esiste e che egli ricompensa coloro che lo cercano. »  (Eb 11,6, sulaparola.net.)

Riassumendo il concetto neotestamentario di fede, si può dire che esso è basato sull'autorivelazione di Dio, soprattutto per quanto riguarda la fiducia nelle promesse e il timore dei castighi contenuti nellaBibbia.

Gli autori del Nuovo Testamento inoltre associano la fede in Dio a quella inGesù Cristo. IlVangelo di Giovanni è particolarmente chiaro al riguardo, dove Gesù dice che

« ... il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato »  (Gv 5,22-23, sulaparola.net.)

Alla richiesta

« "Che cosa dobbiamo fare per compiere la volontà di Dio?" Gesù rispose: "Questa è la volontà di Dio: credere in colui che egli ha mandato". »  (Gv 6,28-29, sulaparola.net.)

Secondo ilNuovo Testamento, infine, la fede rientra fra i doni delloSpirito Santo cosiddetti «carismatici».[22]

Cattolicesimo

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Il cattolicesimo fa propria la definizione di fede diTommaso d'Aquino,[25] secondo cui «la Fede è l'atto dell'intelletto che dà il proprio assenso alle verità divine per comando della volontà, messo in moto da Dio per mezzo della Grazia».[26]

Sant'Agostino è il primo a distinguere frafides qua creditur (ablativo, la fede in virtù e con la quale si crede) dallafides quae creditur (nominativo femminile singolare, la fede che si crede): mentre lafides qua equivale a credere a Dio come persona, lafides quae è credere che Dio esiste e alle sue verità.[27]

Così scrivesant'Agostino nelleConfessioni:

«Tu mi facesti considerare l'incalcolabile numero dei fatti a cui credevo senza vederli, senza assistere al loro svolgimento, quale la moltitudine degli eventi storici, delle notizie di luoghi e città mai visitate di persona, delle cose per cui necessariamente, se vogliamo agire comunque nella vita, diamo credito agli amici, ai medici, a persone di ogni genere; e infine come ero saldamente certo dell'identità dei miei genitori, benché nulla potessi saperne senza prestare fede a ciò che udivo».[28][29] IlConcilio Vaticano I cita questa definizione nella Costituzione DogmaticaDei Filius[30], la quale mette in luce i tre principali elementi che caratterizzano l'atto di fede: l'intelletto che riconosce le verità rivelate come credibili, lavolontà che aderisce alle realtà credute, ed infine laGrazia divina che mette in movimento le due facoltà precedenti in modo tale che tutto l'uomo aderisca a Dio stesso.

La fede è una delle trevirtù teologali che precede e fonda lasperanza e lacarità. Essa si distingua dalla semplice sentimento dellafiducia perché necessità di unMagistero che interpreti rettamente la Sacra Scrittura.[31]

Perdon Giussani la fede nel senso più comune «è aderire a quello che afferma un altro. Ciò può essere irragionevole, se non ci sono motivi adeguati; è ragionevole se ci sono. Se io ho raggiunto la certezza che una persona sa quel che dice e non mi inganna, allora ripetere con certezza ciò che essa dice con certezza è coerenza con me stesso. Senza il metodo di conoscenza della fede non ci sarebbe sviluppo umano».[32] La fede cristiana invece è «riconoscere una Presenza eccezionale, è riconoscere la Presenza dell'eccezionale, la Presenza dell'infinito fra noi, in carne ed ossa. Riconoscere la Presenza di Cristo».[33]

In ambitocattolico è stata affermata l'esistenza di una complementarità imprescindibile tra fede e ragione, in particolare nell'enciclicaFides et ratio, scritta dapapa Giovanni Paolo II, che sostiene come nell'argomento delProslogion diAnselmo d'Aosta «l'armonia fondamentale della conoscenza filosofica e della conoscenza di fede è ancora una volta confermata: la fede chiede che il suo oggetto venga compreso con l'aiuto della ragione; la ragione, al culmine della sua ricerca, ammette come necessario ciò che la fede presenta».[34]

Protestantesimo

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Per il cristianesimoprotestante laconoscenza è un elemento essenziale di ogni fede: spesso i termini vengono trattati come sinonimi (Vangelo di Giovanni, 10:38;Prima lettera di Giovanni, 2:3). La fede tuttavia aggiunge alla conoscenza l'assenso, in quanto si tratta di un atto del volere oltre che di un atto dell'intelletto.

Ebraismo

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Lo stesso argomento in dettaglio:Fede ebraica.

Secondo lareligione ebraica è meritorio credere in Dio: infatti, conta tanto il credere in Dio, quanto il condurre una vita timorata. Alcuni razionalistiEbrei sostengono che la semplice fede in Dio, priva di ogni supporto razionale, è ben inferiore a quella che è possibile raggiungere tramite l'uso della ragione.[35]

Induismo

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Diverse religioni affiancano la fede alla conoscenza: il caso più chiaro è forse quello dell'Induismo, che però – va ricordato – non è una religione esclusivamente monoteistica, e quindi non fa riferimento a un'unica combinazione di forma/nome della Divinità). Dal punto di vista esclusivamente logico-dottrinale, tuttavia, è impossibile che tutte queste religioni, con il loro bagaglio di credenze mutuamente incompatibili, siano vere. L'Induismo cerca di superare tale problema suggerendo che le varie religioni non sono altro che modi diversi (Dharma) di esprimere il contatto con la verità ultima, con tutte le difficoltà che ciò comporta (da una prospettiva vicina a quella dell'Induismo,Raimon Panikkar ha proposto una certa idea dipluralismo basata sulla nozione dipars pro toto). Si tratterebbe, in qualche modo, della possibilità che esistano percorsi diversi per raggiungere la stessa meta, vale a dire l'unione con la Divinità. Questo metodo di approccio dell'Induismo alla diversità interna che lo caratterizza, concezione che permette all'ambiente induista il mantenimento dell'armonia tra le varie correnti, è stato sostenuto nel corso del tempo da molti religiosi che hanno intrapreso un cammino mistico sperimentando religioni diverse. Anche questi religiosi hanno affermato la sostanziale validità di tutte le religioni, in quanto non vi è alcuna differenza nell'esperienza ultima, poiché tutti i cammini religiosi conducono, attraverso percorsi diversi, al medesimo obiettivo finale.

La fede bahá'í

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Per la fede bahá'í, sorta in un contestoislamico,[36] v'è un Dio unico, il Creatore dell'Universo. Nel corso della preistoria e della storia, Dio s'è rivelato all'umanità tramite una serie di Messaggeri divini, ognuno dei quali ha fondato una religione con insegnamenti adeguati a quella fase storica e geografica. Oltre ai preistorici, i cui nomi sono andati persi, furono Messaggeri:Adamo,Abramo,Krishna,Zoroastro,Mosè,Buddha,Gesù eMaometto. Secondo la Fede bahá'í, la conoscenza della volontà di Dio per l'umanità dell'epoca moderna sarebbe stata rinnovata e rivelata poco più di cento cinquant'anni fa daBahá'u'lláh; l'ultimo di tali Messaggeri. Tale successione di insegnanti divini riflette sempre un unico eterno e dinamico "piano di Dio" per far conoscere all'umanità il suo Creatore e per coltivare le capacitàmorali,intellettuali espirituali della razza umana, con l'obiettivo di realizzare una civiltà globale, unica e in vitale progresso. Perciò, ma non prima di mille anni, l'umanità sarà sempre guidata, secondo il Credo bahá'í, da futuri Messaggeri dell'unico Dio, Creatore e Signore di un universo dinamico e infinito.

Note

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  1. ^Jaen Galot,La Civiltà cattolica, Edizioni 3169-3174, pag. 465, n. 133, vol. III, Roma 1982.
  2. ^Thorwald Dethlefsen,Il destino come scelta, Mediterranee, 1984, pp. 14-15.
  3. ^abcFede, inTreccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  4. ^Fede, inTreccani.it –Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.[3]
  5. ^ Michał Oleksowicz,Ragionevolezza della fede. Rapporto tra fede e ragione in Tommaso d’Aquino, inScientia et Fides, vol. 3, n. 1, 2015, pp. 139,DOI:10.12775/SETF.2015.012.URL consultato il 17 ottobre 2025.
  6. ^Battista Mondin,Dizionario enciclopedico del pensiero di san Tommaso d'Aquino, Edizioni Studio Domenicano, Bologna 1991, p. 255.
  7. ^ Michał Oleksowicz,Ragionevolezza della fede. Rapporto tra fede e ragione in Tommaso d’Aquino, inScientia et Fides, vol. 3, n. 1, 2015, pp. 139,DOI:10.12775/SETF.2015.012.URL consultato il 24 giugno 2025.
  8. ^Concilio Vaticano I, sess. III, Constit. De Fide, 3.
  9. ^Thorwald Dethlefsen, op. cit., pp. 14-15.
  10. ^«Fides quaerit, intellectus invenit. Et rursus intellectus Eum quem invenit adhuc quaerit» (Agostino,De Trinitate, XV, 2, 2, 27-29).
  11. ^Battista Mondin,Il pensiero di Agostino: filosofia, teologia, cultura, p. 114, Città Nuova, 1988.
  12. ^«La dottrina del Salvatore è perfetta in se stessa e non ha bisogno di appoggio, perché essa è la forza e la sapienza di Dio. Lafilosofia greca, col suo apporto, non rende più forte la verità, ma siccome rende impotente l'attacco dellasofistica e disarma gli attacchi proditori contro la verità, la si è chiamata a ragione siepe e muro di cinta della vigna» (Clemente Alessandrino,Stromata, I, XX, 100, 1).
  13. ^Karl Barth ha fatto notare in proposito che nel costruire la sua prova ontologica Anselmo d'Aosta non attribuisce a Dio alcun contenuto positivo, enunciando il proprio argomento più che altro come «regola del pensiero», comedivieto di pensare in modo inappropriato (K. Barth,Filosofia e rivelazione [1931], trad. di V. Vinay, p. 123 e segg., Silva, Milano 1965).
  14. ^Tommaso d'Aquino,Summa theologiae, I, q. 3, prologo.
  15. ^Tommaso d'Aquino, citazione inSumma contra Gentiles, I, 3.
  16. ^Perone, Ferretti, Ciancio,Storia del pensiero filosofico, vol. III, pag. 563, SEI, Torino 1988ISBN 88-05-01687-X.
  17. ^Primato e infallibilità - L'Osservatore Romano, suwww.osservatoreromano.va.URL consultato il 24 giugno 2024.
  18. ^Dino Bellucci,Fede e giustificazione in Lutero, Roma, Pontificia Università Gregoriana, 1963, pp. 169-170.
  19. ^Martin Luthers Werke, Weimar, 1883, vol. 56, pag. 226.
  20. ^Citato per la fede in senso forte: Gen 15,6; Es 14,31; Is 7,9b.
  21. ^Tit 2,10, suLa Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  22. ^Ef 4 1-7.
  23. ^Battista Mondin,Dizionario enciclopedico del pensiero di san Tommaso d'Aquino, Edizioni Studio Domenicano, Bologna 1991, p. 255.
  24. ^ Michał Oleksowicz,Ragionevolezza della fede. Rapporto tra fede e ragione in Tommaso d’Aquino, inScientia et Fides, vol. 3, n. 1, 2015, pp. 139,DOI:10.12775/SETF.2015.012.URL consultato il 24 giugno 2025.
  25. ^Per Tommaso essa è l'"atto dell'intelletto che dà l’assenso alla verità divina sotto l'influsso della volontà mossa da Dio pergrazia" (ST, II–II, q. 2, a. 9).[23][24]
  26. ^«Fides est actus intellectum assentientis veritati divinae ex imperio voluntatis a Deo motae per Gratiam» ( Tommaso d'Aquino,Summa Theologiae, pp. II-II; q.2; a. 9.).
  27. ^Citazione:aliud sunt ea quae creduntur, aliud fides qua creduntur (De Trinitate 13, 2, 5): "una cosa sono le cose che si credono, un'altra la fede con la quale sono credute". Come citato inGeneralità su fede e ragione, sucontroapologetica.info.
  28. ^Sant'Agostino, Le Confessioni, Città Nuova, Roma 1965, p. 153 (VI, 5,7).
  29. ^Agostino, Le Confessioni, VI, 5, 7, suaugustinus.it.
  30. ^Dei Filius, p. c.3; DS 3010.
  31. ^Primo documento magisteriale sulla fede: VI sessione delConcilio di Trento sullagiustificazione.
  32. ^Luigi Giussani, Il senso religioso, Rizzoli, Milano 2000 (ottava edizione), p. 29.
  33. ^Luigi Giussani, Le mie letture, Rizzoli, Milano 1996 (terza edizione), p. 176.
  34. ^Giovanni Paolo II,Fides et ratio, n. 42.
  35. ^B. Blech,Understanding Judaism: The Basics of Deed and Creed, Jason Aronson, 1992,passim.ISBN 0-87668-291-3.
  36. ^In passato, alcuni studiosi, si sono riferiti allaFede bahá’í come a una "setta" dell'Islam perché il suoProfetaBahá’u’lláh e molti suoi seguaci provenivano da una società islamica. Oggi gli specialisti di religioni riconoscono che tale riferimento sarebbe come definire ilCristianesimo una setta delGiudaismo, o riferirsi alBuddismo come a una "denominazione" dell'Induismo.In realtàGesù Cristo era ebreo d'origine eBuddha indù, ma i loro messaggi religiosi non furono semplici reinterpretazioni delle religioni in cui nacquero, e andarono ben oltre.Nello stesso modo, Bahá'u'lláh ha posto fondamenta spirituali completamente nuove. I suoi scritti sono chiari e indipendenti, e il suo lavoro trascende quello di un riformatore religioso. Come lo storico Arnold Toynbee ha osservato nel 1959: "Il Bahaismo (sic) è una religione indipendente alla pari con l'Islam, il Cristianesimo e le altre religioni mondiali riconosciute. Il Bahaismo è una religione, e ha lo stesso rango delle altre religioni riconosciute."

Bibliografia

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  • Benjamin Blech,Understanding Judaism: The Basics of Deed and Creed, Northval (NJ), Jason Aronson, 1992,ISBN 0-87668-291-3
  • Elliot N. Dorff & Louis E. Newman (eds.),Contemporary Jewish Theology: A Reader, New York, Oxford University Press, 1998.ISBN 0-19-511467-1
  • Harry M. Kuitert,La fede cristiana per chi dubita, Torino, Claudiana, 1994.
  • Teresa Morgan,Roman Faith and Christian Faith: Pistis and Fides in the Early Roman Empire and Early Churches, New York, Oxford University Press, 2015.

Voci correlate

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