Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico:leggi le avvertenze.
3) una sostanza, diversa daglialimenti, destinata ad influenzare la struttura o qualsiasi funzione delcorpo
4) una sostanza destinata all'uso come componente di un medicinale»
LaDirettiva 2001/83/CE delParlamento europeo e delConsiglio, del 6 novembre 2001, recante un codice comunitario relativo ai medicinali per uso umano definisce il medicinale come:[4]
«[...] ogni sostanza o associazione di sostanze presentata come avente proprietà curative oprofilattiche delle malattie umane;
ogni sostanza o associazione di sostanze che possa essere utilizzata sull'uomo o somministrata all'uomo allo scopo di ripristinare, correggere o modificare funzioni fisiologiche, esercitando un'azionefarmacologica,immunologica ometabolica, ovvero di stabilire unadiagnosi medica.»
I farmaci trovano applicazione sia per uso umano che per usoveterinario, questi ultimi vengono definiti dalRegolamento (UE) 2019/6 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 dicembre 2018 come:[5]
«qualsiasi sostanza o associazione di sostanze che soddisfi almeno una delle seguenti condizioni:
a) è presentata come avente proprietà per il trattamento o laprevenzione delle malattie deglianimali;
b) è destinata a essere utilizzata sugli animali, osomministrata agli animali, allo scopo di ripristinare, correggere o modificare funzioni fisiologiche, esercitando un’azione farmacologica, immunologica o metabolica;
c) è destinata a essere utilizzata sull’animale allo scopo di stabilire unadiagnosi medica;
d) è destinata a essere utilizzata per l’eutanasia degli animali.»
La storia del farmaco è lunga quanto quella della civiltà.[6] Alcuni studi hanno riportato che gli esseri umani delPaleolitico conoscevano l’uso dipiante amare con proprietàvelenose opsicotrope per l’automedicazione.[7]
Nell’antichità non esisteva un sistema medico strutturato: la principale fonte di cura per le malattie erano le piante, scoperte per lo più casualmente. Alcuni dei “farmaci” scoperti non avevano alcun valore medicinale, come l’alcol e iltè, mentre altri risultavano dannosi e provocavanodipendenza, come lacannabis e l’oppio.[8]
Le funzioni delle piante come medicinali venivano trasmesse oralmente o incise nelle grotte, e le pratiche erano fortemente influenzate dalle culture e dalle religioni.[9][10] Le pratiche della medicina egizia si possono ritrovare in alcuni documenti, come il Papiro di Ebers, prodotto nel 1536 a.C.[11]
Si tratta di uno dei più antichi documenti medici conosciuti, che registra alcune condizionipatologiche e l’uso di 328 ingredienti di origine vegetale per la preparazione di 876prescrizioni.[12] Secondo alcuni studiosi fu proprio in Egitto che vennero fissate per la prima volta le basi dellafarmacovigilanza.[13]
In India, l'ayurveda, noto anche come "la scienza della vita", è il sistema medico più diffuso e venne istituito sin dalII secolo a.C.[9] I testiCaraka-Samhitā eSuśruta-Samhitā hanno documentato le categorie, le proprietà e lafarmacologia di oltre 700 piante utilizzate nella medicina ayurvedica.[14]
In Cina, l’uso dierbe e materiali provenienti da altre risorse naturali è stato la pratica principale dellamedicina tradizionale cinese (TCM) sin dalladinastia Han orientale (25–220 d.C.).[15][16] La medicina cinese si è evoluta da un approccio basato sul tentativo e sull’errore fino alla creazione di un sistema erboristico strutturato.[17] Sono stati prodotti diversi documenti sulla medicina tradizionale cinese, e la compilazione più famosa è il Compendio di materia medica, noto anche comeBěncăo Gāngmù.[15][17]
Intorno al 500 a.C., i Greci trasformarono le credenze superstiziose inmedicina introducendo un approccio empirico e razionale, sotto l’influenza di filosofi greci comeEmpedocle ePitagora.[18]
Nel passato la preparazione di un farmaco era soggetta a precisi rituali che ne consentivano la trasmissione nel tempo. Ad esempio lateriaca di Andromaco, unapanacea composta da duecento elementi, è giunta alle soglie della nostra epoca. Ne sono infatti disponibili ordinanze sindacali che ne regolano la vendita nelle principali città fino al1916.[19]
Nasce in Grecia anche il "padre della medicina scientifica",Ippocrate, che nei suoi scritti indica numerosi medicamenti di origine vegetale, minerale e animale, nonché nelIV secolo a.C. diede la seguente definizione:[13]
«[...] sono farmaci tutte le sostanze capaci di variare lo stato presente dell'organismo, vale a dire capaci di determinare modificazioni funzionali, in senso positivo e in senso negativo, nell'organismo vivente.»
Dalla Grecia i farmaci passano a Roma dove il loro numero aumenta considerevolmente così come riportaDioscoride Pedanio di Anazarba, uno dei più grandi protofarmacologi del tempo (I secolo). Egli mette inoltre in luce un problema tutt'oggi attuale: l'adulterazione dei farmaci da parte di affaristi privi di scrupoli. NelDe materia medica, un tratto in greco di 5 volumi, egli raccoglie tutte le nozioni farmacologiche del tempo e i preparati di origine vegetale, animale - compreso l'uomo - e minerale. Esso viene considerato la colonna portante dellafarmacologia e dellafarmacognosia e venne utilizzato fino alXVI secolo.[13]
Tra i nomi illustri di questo periodo troviamo poiGaleno (II secolo) le cui pratiche sono state diffusamente adottate nel corso dei secoli tanto da essere ancora utilizzate nelXVII secolo. Sotto l'Impero Romano nascono inoltre la figura del medico che spesso senza avere particolari studi approntava le preparazioni medicamentose, le prescriveva e le vendeva, la figura del rizotomo (tagliatore di radici) e quella dell'erbario (raccoglitore di erbe).[13]
NelMedioevo si diffonde il concetto di malattia come castigo o prova imposta daDio e della cura del malato come atto dicarità. La cura delle malattie si basava. oltre che su minerali e riposo, sull'utilizzo di vegetali le cui proprietà vengono attribuite su basi irrazionali come ad esempio il collegamento tra la forma, il colore o la struttura di una pianta ricordino una parte del corpo e siano dunque la soluzione migliore nel caso di malattia in quella parte specifica (dottrina dellasignatura). Sono di questo periodo la medicina monastica o conventuale, la medicina e l'alchimia araba da cui derivano nozioni che si fonderanno nel tempo.[13]
Nasce inItalia e il primo centro fu ilmonastero di Montecassino seguito da diversimonasteri benedettini intorno a cui sorgono ospedali e si forma una cultura medica che si diffonde in tutta Europa. I testi più noti sono gli 'hortuli' che contengono informazioni sui 'semplici' (quasi esclusivamente piante officinali) con cui preparareunguenti,decotti e impiastri.[13]
Le ricette venivano trascritte in libri segreti e tramandate dagli 'infirmarius' (monaci erboristi) a un allievo di fiducia. I monaci erboristi erano inoltre responsabili dell'armarium pigmentariorum dove venivano riposte le erbe.[13]
Durante il periodo d’oro della scienza araba, dalIX alXIII secolo, i sovrani promossero progetti di traduzione e raccolte di libri provenienti da civiltà greca, romana, persiana, indiana, cinese, siriana e altre furono tradotte, studiate e modificate in lingua araba.[20][21] Le medicine ippocratica e galenica furono adottate e adattate dai medici arabi in base ai loro studi ed esperienze. Le pratiche e lo sviluppo della medicina fiorirono con l’ascesa della civiltà araba. Ad esempio, furono istituiti i primidispensari della storia e venne costruito unospedale con unafarmacia che operava in modo indipendente. Inoltre,Al-Biruni, studioso musulmano, scrisse un libro intitolato Saydanah Fit-Tibb, nel quale definì il ruolo delfarmacista. Questi sviluppi posero le basi della professione farmaceutica.[20]
Nel Rinascimento lastampa e lascoperta dell'America hanno un importante impatto sulla sviluppo della farmacologia. La stampa permette la diffusione di conoscenze sulla materia attraverso la divulgazione delle opere di Ippocrate, Dioscoride e Galeno, come neiCommentarii in libros Dioscoridis diPietro Andrea Mattioli (Venezia,1565), nonché il famosoRicettario dei Dottori dell'Arte e di Medicina del Collegio Fiorentino noto anche comeRicettario Fiorentino (1498). La scoperta dell'America invece rende possibile l'introduzione e l'utilizzo di nuove piante come lagialappa, ilguanaco e laratania.[13]
llXV e ilXVI secolo sono considerati i secoli del 'delirio alchimistico' il cui più illustre rappresentante è sicuramenteTheophrastus von Honenheim, più comunemente noto con il nome di Paracelso di cui si riporta una celebre citazione:[13]
(latino)
«Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fit.[22]»
(italiano) «Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto.»
(Paracelso,Responsio ad quasdam accusationes & calumnias suorum aemulorum et obtrectatorum. Defensio III. Descriptionis & designationis nouorum Receptorum.)
A partire dalla fine delXVII secolo poi si inizia a capire che le sostanze farmacologicamente attive presenti nelle piante si formano secondo un ciclo biologico, annuale o pluriennale, e che si concentrano in specifiche parti dellapianta come isemi e lefoglie. Tra il1552 e il1578 viene compilato ilPent'sao di Li Shih-chen, il primo trattato medico-farmaceutico che comprende il 'catalogo delle erbe medicinali' con la descrizione di oltre 1000 piante medicinali e circa 10.000 formulazioni erboristiche. L'opera in 52 volumi comprende anche 2000 medicamenti che verranno adottati nella farmacologia occidentale.[13]
Satyre contre les charlatans et pseudomedecins empyriques
Nel XVII eXVIII secolo si caratterizza e si sviluppa la figura del 'ciarlatano' - chiamato anche 'medico imbonitore', 'montinbanco', 'cantimbanco' o 'medico di fiera' - che viene definito dall'Accademia della Crusca come colui che:[23]
«per le piazze avvalendosi della sua parlantina e i suoi giochi di mano spaccia unguenti o altre medicine [...] cerca, con abbondanza di parole artificiose e vanterie, di spacciare il falso per vero, traendo profitto dall'altrui credulità.»
Tra i prodotti più venduti troviamo lateriaca e l'antidoto per il morso diserpente. Non vi era alcun controllo su questi prodotti e nemmeno sugli effetti che questi avevano sui cosiddetti 'pazienti'. Alla fine del XVIII secolo si pone all'attenzione il 'balsamo homogeneo' del frate Pietro Antonio Banfi che ne richiede l'approvazione e la messa in vendita al viceré di Milano.[13] La richiesta non sarà però accettata perché:[24]
«la descrizione delle virtù del balsamo senza la ricetta del medesimo non consente di esprimersi sulla validità curativa dei suoi ingredienti.»
«il ciarlatanismo nacque il giorno in cui il primo briccone s'imbatté nel primo imbecille.»
Nella seconda metà del XVIII secolo la chimica comincia ad interessarsi in modo specifico e scientifico ai principi attivi dando inizio a quella che prenderà successivamente il nome dichimica farmaceutica. Contemporaneamente nasce lafarmacologia sperimentale con il principio metodologico fondamentale della sperimentazione sistematica,in vivo ein vitro.[13]
Agli inizi delXIX secolo si capisce definitivamente che l'attività medicamentosa delle piante è legata a uno o più principi attivi, nonché si verifica un significativo sviluppo dellafisiologia sperimentale e della chimica.[13]
I primi studi di fisiologia sperimentale amplieranno le conoscenze sulla comprensione delcorpo umano sia in condizioni normali sia in condizioni patologiche, mentre la chimica, ormai diventata una scienza vera e propria, mette in atto studi per isolare i principi attivi delle preparazioni ottenute da piante ed erbe arrivando ad isolare allostato puro molte di esse, comealcaloidi eglucosidi.[13]
Nel corso del XIX secolo iniziano a farsi strada gli insegnamenti medici a carattere pratico-applicativo. e l'interesse medico si concentra sulla preparazione artigianale di rimedi terapeutici da parte di quelli che oggi vengono definiti farmacisti, erboristi e chimici.[13]
Si comincia a riconoscere la relazione tra dose ed effetto e quella tra struttura e attività farmacologica.Oswald Schmiedeberg (1838-1921) è considerato il fondatore della farmacologia come disciplina sperimentale indipendente. Egli cerca di raggruppare i composti capaci di espletare azioni analoghe ponendo così le basi per una classificazione scientifica dei farmaci.[13]
Verso il1815 nasce lafarmacognosia che si occupa della morfologia interna ed esterna delle piante medicinali e del loro contenuto di principi attivi, così come presenti in natura e come preparati e conservati dall'uomo. Proprio nel XIX vengono effettuati i primi tentativi per ottenere, attraverso lasintesi chimica, sostanze dotate di attività farmacologiche e si avvia il processo d'industrializzazione per l'identificazione e la produzione di farmaci. Vengono scoperti in questo periodo glianestetici generali come l'etere, ilcloroformio e ilprotossido d'azoto.[13]
Tra la fine del XIX secolo e l'inizio delXX vengono poi sviluppati gliantipiretici di sintesi che sostituirono la chinina. Questi sono principalmente derivati dallacorteccia disalice da cui nel1828 viene estratta lasalicina. Nel1874 viene infatti sintetizzato l'acido salicilico usato l'anno successivo per trattare lafebbre reumatoide.[13] Nel1897 ilchimicotedescoFelix Hoffman, durante ricerche volte a migliorare la tollerabilità dell'acido salicilico, mescola quest'ultimo con l'acido acetico ottenendo l'acido acetilsalicilico (ASA), comunemente detto aspirina, messo in commercio dallaBayer nel1899.[25]
Nel1860 viene isolata lacocaina che nel1884 viene introdotta inoftalmologia come anestetico locale. Nel1892 iniziarono però le ricerche per sostituirla con prodotti di sintesi con un miglior rapporto rischio-beneficio che porterà alla sintesi dellaprocaina nel1905. Sempre nel 1860 giungono inEuropa i primi studi sullostrofanto di cui viene segnalata l'azione sull'attività cardiaca nel1890 e andrà a sostituire ladigitale. Nel 1878 viene inoltre introdotto il concetto di recettore quasi contemporaneamente da John Langley ePaul Erhlich, il padre dellachemioterapia.[13]
Complesso da laboratorio per produzione di polipropilenePaul Ehrlich
Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, soprattutto in Germania, iniziano a nascere istituti scientifici autonomi distaccati dalle cliniche che portano avanti ricerche, senza contatto diretto con il paziente, al fine d'individuare sull'animale gli effetti di nuove sostanze, nonché prendono corpo i primi studi sullafarmacocinetica. Nei primi decenni del XX secolo:[13]
i farmaci sono ottenuti sia per sintesi chimica sia preparati di origine naturale
si conducono ricerche sulle proprietà astringenti e caustiche di alcunisali dimetalli pesanti
si conducono ricerche sull'azione antisettica e disinfettante delmanganese, delmercurio, delloiodio e delcloro
si conducono studi sull'azione purgativa di soluzioni concentrate disolfato di sodio emagnesio, il famoso 'sale inglese'
Inizia la commercializzazione di preparazioni farmaceutiche come pillole e compresse dai colori allettanti accompagnate da foglietti illustrativi, capaci solo di un effetto placebo. Ifoglietti illustrativi sono solo testi che elogiano il medicinale basati sull'impressione e l'entusiasmo del medico curante, da qui il terminebugiardino ancora oggi utilizzato.[13]
Sono della seconda metà del XX secolo anche iFANS, i farmaciantidiabetici, gli anticoagulanti curaminici e gli antibatterici. Tra gli anni '50 e'60 inizia ildrug screening, ovvero l'analisi sistematica e standardizzata di tutti gli effetti deicomposti chimici sui tessuti biologici. Sempre nella seconda metà del XX secolo si sviluppano discipline come lafarmacologia clinica, lafarmacoepidemiologia, lafarmacovigilanza e lafarmacoeconomia.[13]
Negli ultimi anni del XX secolo vennero messi in commercio i farmaci il cui scopo non è quello di curare la malattia, bensì ridurre il rischio di comparsa della stessa, come ad esempio lestatine e gliantiaggreganti piastrinici. Il primo appartenente alla seconda categoria viene scoperto aRoma, ilditazolo, a cui fanno seguito laticlopidina e ilclopidogrel. La storia recente del farmaco inItalia è legata alla nascita delle primeindustrie farmaceutiche, dovute all'iniziativa di farmacisti, come Francesco Angelini, Archimede Menarini, Carlo Erba, Franco Dompè, Giacomo Chiesi eGiovanni Battista Schiapparelli, che realizzarono i primi stabilimenti dopo aver avuto successo con le loro specialità preparate in laboratorio.[13]
A livello internazionale è stato stabilito un sistema unificato di classificazione dei farmaci denominatoSistema di classificazione anatomico, terapeutico e chimico (in inglese,Anatomical Therapeutic Chemical (ATC) classification system) che classifica i medicinali in base all'organo o all'apparato su cui agiscono e le loro proprietà terapeutiche, farmacologiche e chimiche.[27]
In linea generale un farmaco è unasostanza chimica in grado di legarsi a unamacromolecola funzionale dellacellula al fine di produrre un effetto farmacologico.[28]
Il processo di sviluppo di un nuovo farmaco si suddivide in tre fasi principali:[2][32]
lascoperta, ovvero l'individuazione dilead compound dotati di una certa attività verso una o più macromolecole coinvolte nellapatologia, precursori del principio attivo, costituiti da gruppi funzionali denominatifarmacofori
l'ottimizzazione, ovvero le modificazioni strutturali del lead compound al fine di:
losviluppo, ovvero l'ottimizzazione del processo di sintesi e la preparazione di formulazioni farmaceutiche opportune
Un ruolo fondamentale in questo processo è ricoperto dai 'marcatori biologici' ovvero gli indicatoridi processi fisiologici, patologici o di risposte biologiche all'intervento terapeutico.[33] Laricerca di nuovo medicinale è generalmente svolta dalleaziende farmaceutiche ebiotecnologiche oltre che dadottori ericercatori universitari.[31]
Per poter essere autorizzato, un farmaco deve essere testato prima inlaboratorio su diversianimali per valutarne la tossicità[34] e poi su pazienti reali mediante il processo che prende il nome distudio clinico.[35] Ciascun studio clinico deve essere svolto nel rispetto delle normative stabilite a livello internazionale dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.[36][37]
Al fine di ottenere l'autorizzazione alla commercializzazione di un farmaco, ilproduttore deve sottoporre all'ente di controllo nazionale tutta un serie di dati che verranno valutati da una commissione di esperti al fine di determinare se il farmaco è sicuro ed efficace.[31][38]
A livello europeo, i dati da sottoporre a valutazione includono:[31]
il gruppo di pazienti che si propone di trattare con il farmaco
effetti del composto sull'essere umano riscontrati durante gli studi clinici
come devono essere gestiti e monitorati irischi una volta che il farmaco sarà commercializzato
le informazioni da fornire a dottori e pazienti
quali informazioni saranno raccolte durante studi difollow-up (RMP)
Negli Stati Uniti il processo di valutazione dei nuovi farmaci è responsabilità del Center for Drug Evaluation and Research (CDER) dell'FDA e si basa su tutti i dati sugli animali e sugli esseri umani, le analisi di tali dati, nonché informazioni su come il farmaco si comporta nell’organismo e su come viene prodotto.[39]
Nel 2021, il governo cinese ha istituito un sistema di valutazione completo che definisce il valore dei prodotti farmaceutici secondo sei dimensioni:[40]
sicurezza, comprende le reazioni avverse che causano danni sistemici e il tasso di incidenza delle singole reazioni avverse
efficacia terapeutica, include tutti gli endpoint utilizzati negli studi clinici di alta qualità
costo-efficacia, si tengono in considerazione i costi fissi, variabili e marginali
adattabilità, riguarda le caratteristiche tecniche del farmaco, la sua idoneità per diverse popolazioni e la conformità alle specifiche del farmaco
accessibilità, include il prezzo del farmaco, la disponibilità per ciascun paziente e la sostenibilità economica dei medicinali
innovazione, si tengono in considerazione i costi fissi, variabili e marginali
In generale il principio fondamentale su cui poggia la valutazione di un farmaco è il rapporto rischio-beneficio: la valutazione potrà essere positiva solo nel caso in cui i benefici superino i rischi.[31] La valutazione da parte dell'EMA può richiedere fino a 210giorni,[31] mentre l'FDA americana può richiedere fino a 10mesi.[41]
InAmerica l'autorizzazione alla commercializzazione di un farmaco viene rilasciata direttamente dall'FDA.[34] La legislazione europea prevede invece diverse procedure autorizzative:[42]
laprocedura nazionale - ha validità solo nel Paese in cui viene rilasciata[43]
laprocedura di mutuo riconoscimento - prevede che l'autorizzazione rilasciata da uno Stato membro venga estesa ad un altro[44]
laprocedura decentrata - permette di ottenere un'autorizzazione valida contemporaneamente in più Stati
l'importazione e la distribuzione parallela - sono farmaci autorizzati da Paesi dell'UE che non hanno però ottenuto l'autorizzazione nello specifico Stato, ma in questo esiste un farmaco autorizzato che ha ha gli stessi effetti terapeutici e la stessa sicurezza d'uso[46]
Salvo casi specifici, l'autorizzazione europea ha validità quinquennale rinnovabile per ulteriori cinque anni o indeterminatamente.[47] In Europa le notifiche delle autorizzazioni all'immissione in commercio sono pubblicate nellaGazzetta ufficiale dell'Unione europea, e indicano in particolare la data di autorizzazione e il numero d'iscrizione nel registro comunitario, nonché ladenominazione comune internazionale (DCI) della sostanza attiva del medicinale, la forma farmaceutica e il codice anatomico, terapeutico e chimico (ATC).[42]
Affinché possa esserecommercializzato, un farmaco deve possedere tre caratteristiche: qualità,sicurezza ed efficacia.[47] Poiché l'assunzione di farmaci senza la necessaria competenza può portare svariati effetti collaterali fino al decesso, è istituito uno speciale regime di vendita che varia da nazione a nazione.[48][49]
Per quanto riguarda i farmaci che possono causare dipendenza e gli stupefacenti, a livello internazionale si fa riferimento alla Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961 nella versione modificata dal Protocollo di emendamenti del 25 marzo 1972.[50] Ogni farmaco deve essere accompagnato dalfoglietto illustrativo redatto secondo specifiche norme:linee guida dell'OMS[51] a livello internazionale, Direttiva 2001/83/CE in Europa[52] e regole stabilite dall'FDA negli Stati Uniti.[53]
I farmaci possono essere suddivisi in due macro categorie:[48][49]
La produzione di un farmaco può richiedere anni di ricerche molto costose, che non necessariamente portano ad un risultato commerciale. Possono tradursi in sostanze inefficaci contro una malattia, o in un farmaco che ha eccessivi effetti collaterali, e del quale le autorità sanitarie non autorizzano l'immissione in commercio. La ricerca e innovazione è associabile a un notevole esborso finanziario e a dei rischi, per i quali chi investe richiede un'adeguata remunerazione. Il cosiddettoleader di mercato sostiene tali costi, che invece sono evitati da quanti imitano prodotti già presenti in commercio (follower). Il premio NobelJoseph Stiglitz ha evidenziato come:[57]
«la maggior parte delle case farmaceutiche spende molto di più in pubblicità che per la ricerca, più per la ricerca sui lifestyle drugs che non sulle cure delle malattie vere e proprie, e quasi nulla per la ricerca sulle malattie prevalenti nei Paesi più poveri, come la malaria o laschistosomiasi.»
Nel settore farmaceutico i brevetti rappresentano la forma di protezione della proprietà intellettuale più importante, ma ne esistono anche altre. Nel settore R&D e sul mercato queste includono:[58]
normesui generis che danno diritti di proprietà suidati clinici e di produzione
In alcuni Paesi la protezione brevettuale è disponibile per i prodotti farmaceutici, iprocessi di produzione, iprotocolli terapeutici, i dosaggi, l'utilizzo del farmaco per specifiche malattie,imballaggio etrasporto, in alcuni casi addirittura per i suoimetaboliti. In altri invece risulta più restrittiva.[58] Nelle normative occidentali, la concessione del brevetto, in particolare per i salvavita, non è subordinata alla determinazione delprezzo secondo un criterio orientato ai costi. L'introduzione di un monopolio legale può quindi garantire alle case farmaceutiche non solo un equo ripagamento dei costi di ricerca e sviluppo con un adeguatomargine di guadagno, maprofitti largamente al di sopra di quelli possibili in un mercato concorrenziale.[59]
La pressione concorrenziale porta la maggior parte delle aziende farmaceutiche a richiedere il brevetto molto presto, nonostante i lunghi tempi d'approvazione. Per questo motivo in alcuni Paesi dell'OECD si possono ottenere proroghe al termine standard di 20 anni. La forza della protezione brevettuale di ciascun prodotto a livello nazionale è anche affetto dall'interazione tra le leggi locali in materia di protezione dellaproprietà intellettuale e ildiritto commerciale. Ciò risulta particolarmente importante nel caso dei medicinali visti i costi relativamente bassi di trasporto in relazione al costo del prodotto stesso e il fatto che la capacità produttiva di alta qualità è geograficamente concentrata.[58]
Il brevetto per la produzione o l'applicazione clinica di un farmaco decade dopo circa 15-20 rendendolo producibile anche da case farmaceutiche diverse da quella che ha depositato il brevetto previa autorizzazione dell'autorità competente.[29] Ilfarmaco equivalente è un farmaco che ha principio attivo, forma farmaceutica, via di somministrazione, modalità di rilascio, dosaggio, numero di unità posologiche e dosi unitarie uguali a un farmaco di riferimento (“di marca”) a cui è scaduta la copertura brevettuale.[60]
La gestione corretta delle terapie e il rispetto della regola delle 5G sono spesso supportati nelle farmacie ospedaliere dal cosiddetto sistema della dose unitaria. Qui i farmaci vengono riconfezionati in dosi unitarie, indipendenti dal paziente. Nel processo di riconfezionamento, completamente automatizzato, su ogni dose unitaria vengono stampate le informazioni relative al farmaco nella confezione originale, come la data di scadenza o il numero di lotto di produzione. Il packaging in monodose impedisce la contaminazione da parte di altri farmaci e che le informazioni della confezione originale non vadano perse.[61]
^ Vincenzo Iadevaia, Antonella Piscitelli e Roberto Colonna,Una breve storia della farmacologia occidentale, inGiornale Italiano di Farmacia Clinica, vol. 33, n. 2, 1º aprile 2019, pp. 86-106.URL consultato il 10 luglio 2019.
^(PL) Hallmann-Mikołajczak A.,Papirus Ebersa. Ksiega wiedzy medycznej egipcjan z XVI w P.N.E [Ebers Papyrus. The book of medical knowledge of the 16th century B.C. Egyptians]., inArch Hist Filoz Med., vol. 1, n. 67, 2004, pp. 5-14,PMID15586450.
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^(EN) Center for Drug Evaluation and Research,Drugs, suFDA, 28 marzo 2025.URL consultato il 26 luglio 2025.
^(EN) FOOD AND DRUG ADMINISTRATION, OFFICE OF MEDICAL PRODUCTS AND TOBACCO, CENTER FOR DRUG EVALUATION AND RESEARCH, OFFICE OF GENERIC DRUGS, OFFICE OF GENERIC DRUG POLICY,APPROVED DRUG PRODUCTS WITH THERAPEUTIC EQUIVALENCE EVALUATIONS, 38th, U.S. DEPARTMENT OF HEALTH AND HUMAN SERVICES, 2018.