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Farinelli

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Jacopo Amigoni,Ritratto di Farinelli

Farinelli, pseudonimo diCarlo Maria Michelangelo Nicola Broschi (Andria,24 gennaio1705Bologna,16 settembre1782), è stato uncantante castratoitaliano.

È considerato il più famosocantante castrato della storia.

Biografia

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Nacque adAndria (nell'alloraRegno di Napoli) in una famiglia agiata dellanobiltà di toga locale; il padre Salvatore, che ricopriva cariche amministrative feudali, era un grande appassionato di musica e volle indirizzare entrambi i figli a professioni del settore, facendo studiareRiccardo, il maggiore, da compositore e Carlo da cantante. Fu probabilmente il fratello Riccardo a volere per Carlo lacastrazione, eseguita poco dopo la morte del padre, avvenuta nel 1717[1]. La castrazione è un'operazione chirurgica che, se effettuata prima dello sviluppo puberale, consente ai maschi di poter conservare la propria voce disoprano ocontralto. Si deve notare che, a seconda della modalità dell'operazione chirurgica a cui erano sottoposti, i castrati potevano avere uno sviluppo sessuale parziale, e quindi anche sviluppare una parziale mutazione della voce.

Corrado Giaquinto,Ritratto di Carlo Broschi detto Farinelli, 1753 circa, olio su tela.Bologna,Museo internazionale e biblioteca della musica

Il giovane fu mandato aNapoli, per studiarecanto conNicola Porpora che curò l'affinamento del suo naturale talento disoprano. In effetti la sua tessitura vocale potrebbe più correttamente essere definita dimezzosopranista molto esteso, sia verso il basso, fino a toni da contralto profondo (Vinci gli fa toccare il do2, nota tenebrosa per una voce bianca), sia verso l'alto dove arrivava, nei vocalizzi, a toccare il do5, nota da sopranista effettivo.

Da quello che ci è dato sapere dovette affrontare un corso estremamente difficile e articolato, della durata di circa sei anni, basato sullo studio del solfeggio, l'intonazione perfetta e la rapidità nel cambiare il ritmo della frase musicale. La cosa più difficile, tuttavia, era acquisire la totale e assoluta padronanza degli abbellimenti, anche i più rapidi e improvvisi, all'epoca pane quotidiano del virtuoso, sui quali praticamente si fondava la sua fortuna o il suo insuccesso.

Secondo l'esperienza diCaffarelli, come ci è stato riportato, l'impegno di studio giornaliero era così suddiviso:

«Mattina
Un'ora di passaggi di difficile esecuzione, un'ora di lettere, un'ora di esercizi di canto davanti allo specchio per apprendere i vantaggi della parsimonia e i rischi dell'abbondanza nei gesti e nelle espressioni da fare in scena.

Pomeriggio
Mezz'ora di teoria musicale, mezz'ora di contrappunto improvvisato sucantus firmus, un'ora di lettura dei libretti che gli allievi avrebbero in seguito intonati, infine esercizi di respirazione. (Petto e polmoni si sviluppavano normalmente nei castrati e gli esercizi respiratori portavano quegli organi a dimensioni eccezionali; il risultato era quello di ottenere una grande potenza sonora quasi surreale rispetto al timbro di voce, e una lunghezza di fiati spropositata rispetto aglistandard moderni)»

(Sandro Cappelletto,La voce perduta: vita di Farinelli, evirato cantore[2])

All'epoca era d'uso, se non proprio obbligatorio per chi intendeva intraprendere la carriera di cantante, la pratica di scegliere un nome d'arte, che poteva esprimere o significare diverse cose e conferire all'artista una certa personalità e farlo distinguere da tutti gli altri. In pratica, per esprimersi in termini commerciali moderni, era come un marchio di fabbrica che doveva dare immediatamente l'idea del personaggio e aiutare a farlo ricordare e a metterlo in mostra.

Sull'origine della scelta del nome Farinelli, o Farinello, ci sono tre ipotesi: la prima che derivasse dalla professione del padre Salvatore, il quale però mai esercitò la professione di mugnaio, né commerciò mai in farina, grano o granaglie.

Più probabile la scelta di acquisire prestigio con l'associazione con la famiglia Farinel, violinisti e compositori provenienti dalla Francia e in Italia girovaghi per tendenza e necessità. I Farinel però non vissero mai a Napoli, né ebbero in famiglia un cantore castrato. Resta soltanto quella che è l'ipotesi più accreditata, l'associazione con la nota famiglia di avvocati Farina, uno dei quali lo protesse e probabilmente lo finanziò durante il periodo in cui studiava con Porpora. Questo sarebbe attestato da uno scritto di Padre Giovanni Battista Martini, il quale lo aveva saputo direttamente dal cantante nel corso di una delle loro frequenti conversazioni:

«... si spostò in Napoli e sotto la direzione di Niccolò Porpora apprese l'arte del canto ed ebbe la protezione d'uno dei primi avvocati di Napoli, chiamato Farina[3]»

Il debutto

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Il suo debutto avvenne a Napoli, nel 1720, nellaserenata "Angelica e Medoro" (del Porpora), al fianco diMarianna Benti Bulgarelli, detta la Romanina, diDomenico Gizzi, Musico Soprano della Real Cappella e del Contralto Francesco Vitale, in unasoirée in onore dell'Imperatrice d'Austria. Il libretto era la prima prova teatrale diPietro Metastasio, che strinse con Broschi un'amicizia che durò tutta la vita ed è testimoniata da un interessante carteggio. Riscosse un ottimo successo e le successive esibizioni gli valsero una crescente rapida notorietà.

Nella stagione del Carnevale del 1722 fece il suo esordio in teatro a Roma, cantando, nelTeatro Alibert, nel dramma per musica "Sofonisba" del bologneseLuca Antonio Predieri ed nel "Flavio Anicio Olibrio" di Porpora, di nuovo a fianco di Domenico Gizzi e di Francesco Vitale. Nel 1723 e nel 1724 fu nuovamente a Roma per le trionfali Stagioni di Carnevale, sempre al Teatro Alibert, in produzioni drammatiche di assoluto prestigio: "Adelaide" di Nicola Porpora nel 1723 e "Farnace" diLeonardo Vinci nel 1724, sempre al fianco del Gizzi. Cantò, negli anni successivi, aRoma,Vienna,Venezia,Milano,Bologna.

Le famose sfide di Farinelli

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Il pubblico del tempo adorava ilvirtuosismo, che nei cantanti consisteva soprattutto nell'esecuzione di variazioni arbitrarie ai brani cantati, in cui l'aspetto della difficoltà tecnica estrema arricchiva la pura espressione dei sentimenti della musica. Erano anche frequenti "duelli" tra musicisti. A Roma Broschi aveva vinto (1722) una sfida contro un trombettista tedesco, sulla tenuta lunga di una nota altissima.

Jacopo Amigoni: Carlo Broschi (Farinelli), 1750,R.A.B.A.S.F.,Madrid.

Charles Burney riprende un racconto diGiovenale Sacchi a proposito della famosa sfida con il trombettista:

«.. aveva luogo ogni sera una gara tra lui ed un famoso esecutore di tromba che accompagnava con il suo strumento un'aria cantata dal Farinelli. Sembrò sulle prime un'emulazione amichevole, di carattere semplicemente sportivo, fino a che il pubblico incominciò ad interessarsi alla contesa, parteggiando per l'uno o per l'altro; dopo che ognuno, separatamente, ebbe emessa una nota per dar prova della forza dei propri polmoni tentando di superare il rivale in vivacità e in potenza, eseguirono insieme un crescendo e un trillo a distanza di una terza e lo sostennero a lungo mentre il pubblico ne attendeva ansiosamente la fine poiché entrambi sembravano esausti; e infatti il suonatore di tromba, sfinito, cedette, convinto tuttavia che il suo antagonista fosse altrettanto stanco e che tutto si sarebbe concluso in una battaglia senza vincitori né vinti»

(Sandro Cappelletto,La voce perduta: vita di Farinelli, evirato cantore[4][5])

A Bologna (1727) sorse la competizione conAntonio Bernacchi, allora uno dei più importanti castrati della scenamusicale. In realtà, oltre alla forzatura spettacolare, non vi fu antagonismo personale fra i due, tanto è vero che lo stesso Bernacchi, di una ventina d'anni più anziano, fu ben prodigo di consigli e suggerimenti verso il giovane andriese.

Già aNapoli nel 1725, in occasione della prima rappresentazione delMarc'Antonio e Cleopatra diHasse[6], era stato notato daJohann Joachim Quantz, che ne aveva magnificato con entusiasmo la purezza ditimbro ed estensione discala, la nitidezza ditrillo e inventiva. La vittoria su Bernacchi, però, incrementò notevolmente la fama di Broschi, la cui attività divenne (per la misura dei tempi) alquanto frenetica.

Nel 1730 Farinelli fu ammesso all'Accademia Filarmonica di Bologna.

Londra

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Bartolomeo Nazari,Ritratto di Farinelli, 1734, olio su tela.Royal College of Music, Londra

Nel 1734, Carlo Broschi si trasferì aLondra e cantò presso l'Opera della Nobiltà alLincoln's Inn Fields, che era diretta da Porpora e vedevaFrancesco Bernardi, detto ilSenesino, come cantante principale. La sua fama era immensa, e i proventi che ottenne nei tre anni in cui soggiornò inInghilterra superarono le 5.000 sterline. Questi anni, l'apice della sua gloria come artista di scena, furono anche gli anni della cocente rivalità tra i due gruppi teatrali residenti a Londra, quello diGeorg Friedrich Händel, sostenuto dal reGiorgio II, e quello di Porpora, sostenuto daFederico principe di Galles e dalla nobiltà.

La prima apparizione al teatroLincoln's Inn Fields fu inArtaserse, di cui la maggior parte delle musiche erano state scritte dal fratello,Riccardo Broschi. Il successo fu istantaneo. Il principe di Galles e la corte lo accolsero con lodi e onori. Ma nemmeno il contributo di Farinelli portò l'impresa al successo.

Il ventennio a Madrid

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Nel 1737, stanco delle incessanti acredini che opponevano i due gruppi teatrali, Farinelli accettò l'invito diElisabetta Farnese, moglie diFilippo V di Spagna. Durante il viaggio passò per laFrancia, e cantò perLuigi XV. Il re spagnolo, che soffriva di nevrastenia e malinconia, aveva abbandonato la vita pubblica, gli affari di Stato e manifestava segni di follia. La regina consorte invitò quindi Farinelli ad esibirsi davanti a suo marito, nella speranza che potesse risvegliarlo dall'apatia. L'episodio è rimasto celebre, e contribuì ad accrescere la leggenda che circondava il cantante. La voce di Farinelli fece un tale effetto su Filippo V, che non volle più separarsi dal cantante. La "terapia" quotidiana consisteva nel far cantare il castrato sempre le stesse otto o nove arie[7], di cui la prima era "Pallido il sole", dall'Artaserse diJohann Adolf Hasse[8] Da una stanza diversa da quella del sovrano, le prime volte dalla stanza più lontana e via via sempre più vicina fino ad arrivare dietro la porta, il cantante riuscì a far uscire il sofferente Filippo, lo fece lavare e radere.[9] Il re gli fece promettere di restare alla corte di Spagna, corrispondendogli uno stipendio di 2000ducati, con l'unica richiesta di non cantare più in pubblico.

Bustoneoclassico anonimo di Farinelli (R.A.B.A.S.F.,Madrid).

Divenutocriado familiar dei re di Spagna, il cantante vide la sua importanza crescere con l'ascesa al trono diFerdinando VI di Spagna, che lo nominòcavaliere di Calatrava, un'alta carica, riservata ai gentiluomini che potevano provare la nobiltà e l'antichità delle loro famiglie. Broschi-Farinelli, favorito dal monarca, esercitò sulla corte, e sulla politica, una grande influenza. Gli si devono i primi lavori di bonifica delle rive delTago, e diresse l'opera diMadrid e spettacoli reali. Utilizzò il suo potere persuadendo Ferdinando a instaurare un teatro d'opera italiano. Collaborò anche conDomenico Scarlatti, compatriota napoletano, anch'egli residente in Spagna. Il musicologoRalph Kirkpatrick afferma che la corrispondenza di Farinelli è la fonte della "maggior parte delle informazioni di prima mano su Scarlatti giunte a noi".

Rispettato da chiunque, sommerso di doni, adulato sia dai diplomatici avversi allaFrancia, sia da quelli francesi che avrebbero voluto vedere la Spagna firmare ilPatto di famiglia, conservò questa posizione di rilievo fino all'avvento diCarlo III, il quale, probabilmente a causa dell'eccessiva influenza del cantante, lo allontanò nel 1759.

Il ritiro e la morte

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Farinelli si ritirò allora aBologna, e visse nella sontuosa villa che aveva fatto costruire in vista del suo ritiro (fuori Porta Lame, oggi distrutta). Malgrado le numerose visite che vi ricevette (tra cui quelle diWolfgang Amadeus Mozart, allora adolescente, e diGiuseppe II d'Austria), Farinelli soffrì fino alla morte di solitudine e di malinconia.

Si spense il 15 luglio 1782[10], qualche mese dopo il suo amico Metastasio, lasciando una collezione d'arte e di strumenti musicali sfortunatamente dispersa dai suoi eredi, tra cui unviolino diAntonio Stradivari. Di lui resta qualche bel ritratto dipinto daJacopo Amigoni eCorrado Giaquinto, e le lettere ai suoi amici. Malgrado la leggenda, resta un personaggio relativamente misterioso. Agli amici che lo pregavano di redigere le sue memorie, aveva risposto: «Mi basta che si sappia che non ho avuto pregiudizi su nessuno. Che si aggiunga anche il mio dispiacere di non aver potuto fare tutto il bene che mi sarei augurato.»Farinelli fu sepolto nella Chiesa dei Cappuccini sul Monte Calvario (dove è oggi Villa Revedin), pressoSan Michele in Bosco, come da suo testamento.[11]

È sepolto nel Chiostro V dellaCertosa di Bologna.[12]

Caratteristiche canore

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Lastra tombale di Farinelli allaCertosa di Bologna

Farinelli eccelleva sia nel registro leggero che nel registro patetico, cosa che compensava la sua scarsa presenza scenica. ScrivevaCharles Burney nel suoViaggio musicale in Italia: «Egli non eccelleva soltanto in velocità, ma possedeva le migliori qualità di un grande cantante. Nella sua voce si trovavano riunite la forza, la dolcezza e l'estensione, e nel suo stile la tenerezza, la grazia e l'agilità.» Il suo canto influenzò lo stile delle opere composte in quel periodo. Alle sue qualità artistiche, Farinelli aggiungeva quelle umane. Affabile e modesto malgrado la fama e il talento, di perfetta educazione, seppe guadagnarsi l'affetto del pubblico e la simpatia dei grandi.

Farinelli suonava anche strumenti a tastiera e laviola d'amore. Occasionalmente componeva: scrisse testo e musica di unAddio a Londra aria, e un'aria per Ferdinando VI, e unasonata per tastiera. Possedeva una ricca collezione di clavicembali costruiti nei vari paesi europei, a ciascuno dei quali aveva dato il nome di un celebre pittore: Tiziano, Raffaello, Correggio e così via.[13]

Per la fenomenale estensione vocale, per la versatilità dimostrata nei vari stili di canto, per l'eccezionale capacità di tenuta dei fiati, per il trascendentale virtuosismo e per le sue doti di attore, Farinelli è ancor oggi ricordato come il più grande cantante nella storia dell'opera lirica.

Per scoprire i segreti della sua voce nel 2006 sono stati iniziati degli esami sulDNA ricavato dalle sueossa.[14]

Centro Studi Farinelli

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L'ex convento dei celestini, dove ha sede anche l'Archivio di Stato.

Nel 1998 si è costituito a Bologna il Centro Studi Farinelli presso l'ex convento deimonaci celestini[15], con il proposito di ricordare la figura del grande artista. Tra le iniziative promosse dal Centro Studi si segnala il restauro della tomba allaCertosa di Bologna (2000) la mostra documentariaIl Farinelli a Bologna (2001 e 2005), l'inaugurazione del Parco cittadino intestato al Farinelli, nei pressi del luogo dove sorgeva la villa abitata dal celebre cantante (2002), l'organizzazione del Convegno internazionale di studiIl Farinelli e gli evirati cantori in occasione del 300º anniversario della nascita del Farinelli (2005), la pubblicazione ufficialeIl fantasma del Farinelli (2005), l'estumulazione del Farinelli alla Certosa di Bologna (2006).[14] Il progetto di estumulazione è stato promosso dall'antiquario fiorentinoAlberto Bruschi. Responsabile e coordinatore generale del progetto è stato Luigi Verdi, come Segretario del Centro Studi Farinelli. L'antropologa Maria Giovanna Belcastro dell'Università di Bologna,Gino Fornaciari, paleopatologo dell'Università di Pisa e l'ingegnere David Howard della York University sono gli scienziati responsabili dell'analisi dei resti. L'esumazione ha avuto luogo il 12 luglio 2006, la notizia ha avuto larghissimo eco sulla stampa mondiale.

Onorificenze

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Cavaliere dell'Ordine Militare di Calatrava (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria

Opere dedicate a Farinelli

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Cinema

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Nel 1994 fu realizzato dal regista belgaGérard Corbiau un film (Farinelli - Voce regina) sulla sua vita, anche se con troppe licenze: al fratello Riccardo è data molta importanza, e il compositore tedescoGeorg Friedrich Händel, interpretato daJeroen Krabbé, tratteggiato come nemico di Farinelli e figura negativa, nella realtà era semplicemente il direttore musicale della compagnia rivale di quella dell'Opera della Nobiltá in cui si esibiva Farinelli. Il film fu premiato come miglior film straniero aiGolden Globe e ricevette unanomination agli Oscar.Stefano Dionisi che interpreta il protagonista recita le battute di dialogo, mentre nelle parti cantate, per riprodurre la particolare voce di un castrato, sono state registrate separatamente le voci di unsoprano donna, Ewa Małas-Godlewska, e di uncontrotenore uomo, Derek Lee Ragin, poi mixate con mezzi digitali. La registrazione della musica del film è stata realizzata dal direttore d'orchestraChristophe Rousset con la compagnia Les Talents Lyriques.

Musica

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Farinelli è protagonista dell'omonima opera del 1838 composta da John Barnett su libretto del fratello Charles Zachary. L'opera narra una versione fortemente romanzata del periodo trascorso dal cantante presso Filippo V di Spagna.

Il compositoreDaniel Auber musicò una biografia del cantante sulibretto diEugène Scribe; l'opera, intitolataLa part du diable, ebbe il suo debutto a Parigi nel 1843.

Radio

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Nel 2006 la Radio Svizzera di lingua italiana - Rete 2 ha realizzato l'originale radiofonicoFarinello di Giorgio Appolonia per la regia di Claudio Laiso, protagonista Alessandro Wagner.

Teatro

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Dal 1996 la sua vita è portata in scena con lo spettacoloQuel delizioso orrore... Farinelli evirato cantore - scritto da Sandro Cappelletto - dalla Compagnia diretta da Rita Peiretti.[16]

Nel 2015 il drammaFarinelli and the King debutta allaSam Wanamaker Playhouse delGlobe Theatre; l'opera teatrale, scritta da Claire van Kampen, è incentrata sulla relazione tra il cantante eFilippo V di Spagna.

Televisione

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Un giovane Farinelli all'inizio della propria carriera è uno dei personaggi principali del quarto episodioPrendi il volo, della prima stagione diLa cuoca di Castamar.

Note

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  1. ^Sandro Cappelletto,La voce perduta - Vita di Farinelli evirato cantore, EDT, 1995,ISBN 8870632237, p. 1 e segg.
  2. ^ Sandro Cappelletto,La voce perduta. Vita di Farinelli, evirato cantore, collanaImprovvisi Musica, Torino, EDT, 23 ottobre 2000,ISBN 978-88-7063-223-1.URL consultato il 16 agosto 2016.
  3. ^ Sandro Cappelletto,L'imposizione del nome d'arte: Farinelli, inLa vita perduta: vita di Farinelli, evirato cantore, p. 6.URL consultato il 17 agosto 2016.
  4. ^ Sandro Cappelletto,La sfida col trombettista, inLa voce perduta: vita di Farinelli, evirato cantore, p. 14.URL consultato il 17 agosto 2016.
  5. ^ Giovenale Sacchi,Vita del Cavaliere don Carlo Broschi, p. 10.URL consultato il 17 agosto 2016.
  6. ^Charles Burney,Viaggio musicale in Germania e Paesi Bassi; traduzione di Enrico Fubini, Torino: EDT musica, 1986, p. 204,ISBN 88-7063-039-0 (Google libri)
  7. ^Lettera a Sicinio Pepoli del 16 febbraio 1738, inBroschi, pp. 143-144
  8. ^DaBroschi, pp. 219-220: per l'ambasciatore Keene le arie erano 5, mentre secondo Giovenale Sacchi e Charles Burney quattro: oltre a quella citata, "Per questo dolce amplesso", dalla stessa opera, "Fortunate passate mie pene diAttilio Ariosti, tratta dalla versione londinese dell'Artaserse del 1734, e "Quell'usignolo che innamorato", dalla Merope diGeminiano Giacomelli.
  9. ^Farinelli e Filippo di Spagna, subooks.google.it.URL consultato il 14 agosto 2016.
  10. ^La data del 16 settembre, riportata da alcuni autori, pare essere in realtà la data della lettura del testamento (vediEnciclopedia dello Spettacolo).
  11. ^Tomba del Farinelli, sucomune.bologna.it.URL consultato il 3 settembre 2019.
  12. ^Storia e Memoria di Bologna.
  13. ^Charles Burney,Viaggio musicale in Italia 1770 (traduzione di Virginia Attanasio), Palermo, Sandron, 1921, pp. 166 e segg. (accessibileonline comeebook - gratis Google).
  14. ^ab Silvia Bignami,Farinelli, magia di una voce Nelle ossa il suo segreto, suricerca.repubblica.it, La Repubblica, 13 luglio 2006.
  15. ^Centro Studi Farinelli. Statuto, suwww.comune.bologna.it.URL consultato il 12 febbraio 2024.
  16. ^Accademia dei Solinghi

Bibliografia

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  • Carlo Broschi Farinelli,La solitudine amica. Lettere al conte Sicinio Pepoli, a cura di Carlo Vitali, prefazione e collaborazione di Francesca Boris, con una nota di Roberto Pagano, Palermo, Sellerio, 2000,ISBN 88-389-1503-2.
  • Alberto Cantu,Da Farinelli a Camilleri. Storia di parola per musica, Varese,Zecchini Editore, 2003,ISBN 88-87203-21-0.
  • Sandro Cappelletto,La voce perduta. Vita di Farinelli evirato cantore, Torino, EDT, 1995,ISBN 88-7063-223-7.
  • Salvatore Caruselli (a cura di), collanaGrande enciclopedia della musica lirica, Roma,ad nomen, Longanesi &C. Periodici S.p.A..Parametrotitolo vuoto o mancante (aiuto)
  • Rodolfo Celletti,Storia del belcanto, Fiesole, Discanto Edizioni, 1983, pp. 80–83, 100, 103, 104, 106 epassim.
  • Angelo la Bella,I castrati di Dio. Storia degli evirati cantori: dal Sinesino al Farinelli, dal Caffarelli al Velluti, Valentano, 1995.
  • Margarita Torrione (a cura di),Crónica festiva de dos reinados en la Gaceta de Madrid : 1746-1759, Paris, Éditions Ophrys, 1998,ISBN 2-7080-0861-7.
  • Margarita Torrione,«La casa de Farinelli en el Real Sitio de Aranjuez. Nuevos datos para la biografía de Carlo Broschi», n° 275,Archivo Español de Arte, 1996, pp. 323-333.
  • Margarita Torrione,«Farinelli en la corte de Felipe V», collanaTorre de los Lujanes, n° 38, 1999, pp. &121–142.
  • Margarita Torrione,«Felipe V y Farinelli,Cadmo yAnfión. Alegoría de una fiesta de cumpleaños: 1737», collanaEl conde de Aranda y su tiempo, Zaragoza, Inst. Fernando el Católico (CSIC), 2000, t. 2, pp. 223-250,ISBN 84-7820-564-0.
  • ISBN 84-7120-268-9 Margarita Torrione,«Fiesta y teatro musical en el reinado de Felipe V e Isabel de Farnesio: Farinelli, artífice de una resurrección», collanaEl Real Sitio de La Granja de San Ildefonso: retrato y escena del rey, cat. della mostra, Madrid, Patrimonio Nacional, 2000, pp. 220-241.
  • Margarita Torrione,«Decorados teatrales para el Coliseo del Buen Retiro en tiempos de Fernando VI: cuatro óleos de Francesco Battaglioli», collanaReales Sitios, n° 143, 2000, pp. 40-51.
  • Margarita Torrione,«El Real Coliseo del Buen Retiro: memoria de una arquitectura desaparecida», a cura di M. Torrione, collanaEspaña festejante. El siglo XVIII, Málaga, CEDMA, 2000, pp. 295-322,ISBN 84-7785-370-3.
  • Margarita Torrione,«La sociedad de Corte y el ritual de la ópera», collanaUn reinado bajo el signo de la paz. Fernando VI y Bárbara de Braganza: 1746-1759, cat. della mostra, Madrid, Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, 2003, pp. 163-195,ISBN 84-369-3632-9.
  • M. G. Genesi,C. Broschi detto Farinelli, collanaSolfeggi per Canto e Basso Continuo. Realizzazione del Basso Continuo, Piacenza, 2013, p. 72.

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