Lafaraona mitrata[2], più nota popolarmente comegallina faraona, anchefaraona comune, gallina di Numidia ogallina di Faraone (Numida meleagris [Linnaeus, 1758]), è unuccellogalliforme dellafamiglia deiNumididi, diffuso allo stato selvatico soprattutto nell'Africa settentrionale. È l'unicaspecie delgenereNumida.[3] Per la prelibatezza delle sue carni, è stato importato inEuropa,Medio Oriente e nelleAmeriche, dove è stato introdotto sia come animale da allevamento, sia, in misura minore, come selvaggina.
È unuccello di taglia medio-grande, la cui lunghezza si aggira sui 55–60 cm; per il portamento e le abitudini ricorda la più notagallina comune, pur distinguendosene per diversi caratteri. Ilpiumaggio della forma selvatica e di molte varietà domestiche, molto caratteristico, si compone di un fondo nero o grigio ardesia scuro uniformemente punteggiato di bianco, con sfumature lilla sul petto, che è privo di macchie; il colore è inoltre brunastro sulle penne remiganti, con ilvessillo esterno striato di bianco. Non mancano tuttavia varietà grigio chiaro (dette "azzurre"), rosato-violacee uniformi ("lilla"), beige isabelline ("camosciate") e altre combinazioni. Nonostante l'alta variabilità cromatica, l'aspetto di base di tutte le varietà domestiche è comunque molto meno distante dalla forma originaria di quanto non accada con molte razze di gallina comune. Caratteristica specifica della faraona mitrata, da cui deriva il suo nome, è la presenza, sul vertice, di un grande e solido casco corneo che ricorda, per la forma, una mitra episcopale; tipiche sono anche lecaruncole presso gli angoli del becco e la cute del capo quasi nuda, di colore azzurrino e coperta solo da rade piume filiformi. Le iridi sono marrone scuro, ilbecco rosso con punta gialla, lezampe, infine, mostrano un colore grigio lavagna sporco.
In origine l'area di diffusione dei Numididi era limitata all'Africa (compreso ilMadagascar), ma questi uccelli furono introdotti in Europa come gallinacei domestici già nell'antichità e in tempi più recenti anche nelleAmeriche. Nel Nuovo Mondo si sono acclimatati talmente bene che si possono incontrare spesso allo stato brado. Popolano in particolare l'Africa subsahariana e ilMarocco.
Le singole specie si adattano a quasi tutti gli ambienti, sia in Africa sia nei paesi in cui sono ospiti, e si incontrano sia nelleforeste sia nelle praterie, sia nellesteppe, nelleboscaglie come nelle zone semidesertiche.
Compaiono in unità familiari e in cospicue bande; sono dunque moltogregari, e vivono inmonogamia. I nidi consistono in conche scavate nel terreno e imbottite con scarsa cura. Lacovata comprende da 5 a 8 uova dal guscio duro e lucido; sono di colore bianco-giallino sporco, e la femmina le incuba per 25 giorni, mentre il maschio fa fedelmente la guardia. Per dormire si appollaiano. I Numididi addomesticati hanno bisogno di un ampio pollaio e di molta libertà; si azzuffano spesso con gli altri polli e si dimostrano aggressivi.
Le faraone addomesticate hanno abitudini alimentari praticamente identiche al pollo. Per ottenere una migliore qualità delle carni, tuttavia, è preferibile che siano libere di razzolare in ampi spazi erbosi. Pur essendo prevalentemente monogame, nell'allevamento familiare è frequente trovare gruppi di 5-6 femmine governate da un solo maschio, il che rende la conduzione dell'allevamento ancora più simile al pollaio di galline; tuttavia una grande differenza si riscontra nella deposizione delle uova: contrariamente alle galline, infatti, le femmine di faraona non sono solite deporre in un nido comune costruito ad arte, ma scelgono siti di nidificazione solitari sul terreno, comportamento simile alle femmine difagiano. Questa differenza comportamentale rende più difficile la raccolta delleuova per scopo alimentare o per l'incubazione.Le razze più comuni per l'allevamento da carne di questo volatile sono la grigia e la paonata o violetta. In entrambe queste razze, il maschio è mediamente più piccolo e leggero della femmina (la differenza è circa mezzo chilogrammo). Le uova di faraona sono piccole se confrontate a quelle di gallina, tuttavia contengono una quantità tripla divitamina A.[4]
^Il nome è tratto dalla lista completa dei nomi italiani di tutti gli uccelli a cura di Renato Massa, pubblicata sull'Enciclopedia illustrata degli Uccelli di Christopher M. Perrins, Arnoldo Mondadori, Milano 1991