una cassa contenente le reliquie disanta Macra, vergine martirizzata nel IV secolo;
unorgano ricostruito nel 1990 che viene utilizzato per registrazioni e concerti;
le vetrate restaurate diMaurice Denis, fondatore della scuola di pittura del Nabis, rappresentante gli evangelisti Luca e Giovanni, una volta posti nel coro, oggi posti sui pilastri al fondo della navata.
Il castello di Fère-en-Tardenois fu costruito tra il 1206 e il 1260 da Roberto di Dreux, nipote diLuigi VI, detto il Grosso, re di Francia. Esso appartenne alla prima casa dei Valois-Orléans, Valois-Angoulême. Nel1528, la madre diFrancesco I l'offrì al connestabileAnne de Montmorency per il suo matrimonio. Quest'ultimo lo fece trasformare, facendo costruire in particolare il suo grande ponte coperto, attribuito all'architettoJean Bullant.La Corona lo confiscò dopo il supplizio diEnrico II di Montmorency. Esso fu reso poco dopo aCarlotta di Montmorency, sposa delPrincipe di Condé. Esso passò quindi al ramo cadetto dei Condé, iprincipi di Conti, e in seguito alduca d'Orléans, padre diPhilippe Égalité. Quest'ultimo lo demolì in parte nel1779 allo scopo di rendersi popolare e ne vendette i materiali e i mobili. I suoi creditori s'impadronirono del rimanente e lo vendettero all'asta a Parigi nel1793.Il castello di Fère-en-Tardenois, classificatomonumento storico, si caratterizza principalmente per la presenza di un ponte monumentale che attraversa i fossati (che oggi sono a secco). Questo ponte che, fatte le debite proporzioni, ricorda molto quello di Chenonceau, aveva una volta due livelli: il primo serviva da passaggio mentre quello superiore era una sala consacrata al gioco e alla vita mondana. Un'ampia porta tra due torricelle apre sulla corte, un ettagono irregolare, fiancheggiato da sette torrette circolari, oggi in rovina.Il territorio di caccia di circa 250 ettari, che una volta apparteneva al castello, oggi è proprietà dello Stato e costituisce l'attuale foresta di Fère-en-Tardenois.L'ultimo proprietario del castello, Raymond de la Tramerie, inumato vicino ai ruderi, ne fece dono al consiglio generale dell'Aisne.Il fascino di queste rovine con la bellezza del luogo hanno fatto sì che un hotel di lusso è stato installato nei fabbricati d'epoca in prossimità del castello.