| Ezio Vanoni | |
|---|---|
![]() | |
| Ministro del tesoro (ad interim) | |
| Durata mandato | 26 luglio 1951 – 2 febbraio 1952 |
| Capo del governo | Alcide De Gasperi |
| Predecessore | Giuseppe Pella |
| Successore | Giuseppe Pella[1] |
| Durata mandato | 30 gennaio 1956 – 16 febbraio 1956 |
| Capo del governo | Antonio Segni |
| Predecessore | Silvio Gava |
| Successore | Giuseppe Medici |
| Ministro del bilancio | |
| Durata mandato | 18 gennaio 1954 – 16 febbraio 1956 |
| Capo del governo | Amintore Fanfani Mario Scelba Antonio Segni |
| Predecessore | Giuseppe Pella |
| Successore | Adone Zoli |
| Ministro delle finanze | |
| Durata mandato | 24 maggio 1948 – 19 gennaio 1954 |
| Capo del governo | Alcide De Gasperi Giuseppe Pella |
| Predecessore | Giuseppe Pella |
| Successore | Adone Zoli |
| Ministro del commercio con l'estero | |
| Durata mandato | 2 febbraio 1947 – 1º giugno 1947 |
| Capo del governo | Alcide De Gasperi |
| Predecessore | Pietro Campilli |
| Successore | Cesare Merzagora |
| Senatore della Repubblica Italiana | |
| Durata mandato | 8 maggio 1948 – 16 febbraio 1956 |
| Legislatura | I, II |
| Gruppo parlamentare | Democratico Cristiano |
| Circoscrizione | Lombardia |
| Collegio | Sondrio |
| Sito istituzionale | |
| Deputato dell'Assemblea Costituente | |
| Durata mandato | 25 giugno 1946 – 31 gennaio 1948 |
| Gruppo parlamentare | Democratico Cristiano |
| Circoscrizione | Como |
| Sito istituzionale | |
| Dati generali | |
| Partito politico | Democrazia Cristiana |
| Titolo di studio | laurea in giurisprudenza |
| Professione | Avvocato, docente universitario |
Ezio Vanoni (Morbegno,3 agosto1903 –Roma,16 febbraio1956) è stato uneconomista epoliticoitaliano.È stato Ministro delle Finanze (1948-1954) e del Bilancio (1954-1956) in parecchi governiDe Gasperi, morendo in carica, dopo aver pronunciato un discorso alSenato. Nel1956 è stato insignito della medaglia d'oro alvalor civile; gli sono state inoltre intitolate laScuola Superiore dell'Economia e delle Finanze, organo tecnico delMinistero dell'Economia e delle Finanze che ha come compito istituzionale quello di curare la formazione e l'aggiornamento del personale dell'Amministrazione Finanziaria, e laBiblioteca civica Ezio Vanoni del Comune diMorbegno.
Primogenito di quattro figli, nacque inValtellina, a Morbegno inprovincia di Sondrio il 3 agosto 1903. Cresciuto in una certa agiatezza familiare dovuta ai redditi da lavoro del padre (segretario comunale diVal Masino) e della madre (maestra), portò a termine gli studi elementari a Morbegno e quelli liceali a Sondrio. Si laureò inGiurisprudenza nel1925, aPavia, come alunno delCollegio Ghislieri, discutendo una tesi dal titolo "Natura ed interpretazione delle leggi tributarie".
Divenne subito assistente volontario diBenvenuto Griziotti nell'Istituto Giuridico dell'Università di Pavia, lavorando tra il1926 e il1927 ad una ricerca dal titolo “La rivalutazione della lira e l'equilibrio economico” (era una ricerca che rientrava nel dibattito "quota novanta").
Nel 1926 vinse laborsa di studio "Lorenzo Ellero", per due anni di perfezionamento in scienze economiche all'Università Cattolica del Sacro Cuore, che però non portò a termine in quanto nel1928 si vide assegnare una borsa di studio dallaFondazione Rockefeller, per due anni di studio inGermania.
Nei due anni vissuti in Germania approfondì gli studi inscienza delle finanze e indiritto finanziario, acquisendo un ampio bagaglio scientifico nel ramo finanziario. In quegli anni maturò anche una concezione delloStato come entitàmorale prima chepolitica.
Nel1930 ebbe l'incarico per l'insegnamento di Scienza delle Finanze e Diritto finanziario nella facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Cagliari.
Nel1932 si vide assegnare l'incarico dilibera docenza in Scienza delle finanze e Diritto finanziario.
Nello stesso anno, il 7 gennaio, si sposò a Morbegno con Felicita Dell'Oro, dalla cui unione nacquero Marina (nel1933) e Lucia (nel1934). Vanoni continuò ad inseguire la titolarità della cattedra in scienza delle finanze e diritto finanziario (di cui già possedeva la libera docenza), ma incorse in pesanti bocciature, quando si presentò per la cattedra dell'Università di Messina e nel1935 allorquando sostenne l'esame per la cattedra dell'Università di Camerino.Probabilmente Vanoni non si vide assegnare la cattedra perché non era iscritto alpartito nazionale fascista, circostanza questa che lo relegò in uno stato di emarginazione e che gli precluse, per molti anni, qualsiasi ambizione di carriera.[senza fonte]
Dal 1933 al1936 Vanoni ricevette l'incarico per la cattedra di scienza delle finanze e diritto finanziario alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Roma. Gli anni che visse aRomafurono molto importanti per la sua maturazione ideologica e politica.[senza fonte] Conobbe infatti il convalligianoSergio Paronetto, la cui amicizia venne facilitata daPasquale Saraceno, docente all'Università di Roma, dirigente dell'IRI e cognato di Vanoni, e riprese a frequentare i vecchi compagni di lotta delCollegio Ghislieri.
Fu grazie a Paronetto[2] che, a Roma, Vanoni entrò in contatto con esponenti del mondocattolico qualiDe Gasperi eGonella che contribuirono alla rinascita di una vocazione politica che Vanoni aveva accantonato da tempo. Fu sempre Paronetto l'ispiratore della trasformazione di Vanoni da uomo di studio a uomo di azione e che gli fece riscoprire lafede religiosa[3].
Conclusasi l'esperienza di insegnamento all'Università di Roma, dal 1937 al 1938 Vanoni insegnò su incarico all'Università di Padova (sempre scienza delle finanze e diritto finanziario) e fondò, insieme aBenvenuto Griziotti eMario Pugliese, la “Rivista di scienza delle finanze e diritto finanziario”. Nel1938 pubblicò “Il problema della codificazione tributaria”,in cui traspariva con evidenza l'influenza lasciata dagli incontri romani con Paronetto.[senza fonte]
Nel luglio del1943 prese parte ai lavori che portarono alla redazione delCodice di Camaldoli, promosso tra gli altri dal suo amico Paronetto: da esso presero spunto tutte le iniziative di politica economica del decennio successivo[4].
Nel1951 fu uno dei principali fautori della riforma tributaria italiana (che porta il suo nome,Riforma Vanoni oLegge Vanoni) introducendo anche l'obbligo delladichiarazione dei redditi[5].
Il 29 dicembre 1954 il Consiglio dei Ministri, presieduto daScelba, approvò un documento di oltre cento pagine intitolato «Schema di sviluppo dell'occupazione e del reddito in Italia nel decennio 1955-64». Il 25 marzo 1955 Vanoni, in qualità diministro delle Finanze, presentò per la prima volta in Parlamento lo Schema di sviluppo indicando le azioni di politica economica da intraprendere per conseguire, nel decennio 1955-1964, la crescita economica nazionale. Questo piano decennale per l'economia italiana, detto appunto "Piano Vanoni", aveva l'obiettivo di produrre piena occupazione, ridurre losquilibrio tra ilNord e ilSud dell'Italia, e risanare ilbilancio dello Stato[6]. La realizzabilità del Piano era vincolata, secondo il ministro, ad un tasso di crescita superiore al 5% all'anno. Nonostante i tassi di crescita italiana superassero tale soglia, il Piano non venne mai realizzato[7]. Iniziò così il dibattito parlamentare, tra sostenitori e contrari al Piano. Vanoni morì improvvisamente nel1956 a causa di uncollasso cardiaco: la morte lo colse nei locali dipalazzo Madama[8] (dopo il malore, era sdraiato su un divano dell'ufficio diCesare Merzagora) dopo aver tenuto un discorso alSenato, dove aveva ricordato i motivi ispiratori della sua opera, sollecitando maggiore giustizia per gli umili e i poveri. Lo Schema di sviluppo rimane al centro del dibattito politico fino al 1959 per poi uscire definitivamente dalla scena politica ed entrare nei libri di storia. Ciò nonostante, ancora nel 1960 si teneva conto dello "schema decennale Vanoni" per guidare lo sviluppo dell'economia nazionale e per valutarne l'andamento.[9]
La salma venne portata nella natia Morbegno per il funerale e la tumulazione nella tomba familiare[10].

Altri progetti
| Predecessore | Ministro del commercio con l'estero | Successore | |
|---|---|---|---|
| Pietro Campilli | 2 febbraio1947 - 1º giugno1947 | Cesare Merzagora |
| Controllo di autorità | VIAF(EN) 93277325 ·ISNI(EN) 0000 0001 2143 7795 ·SBNCFIV024188 ·BAV495/256748 ·LCCN(EN) n87942179 ·GND(DE) 120169835 ·BNE(ES) XX1474415(data) ·BNF(FR) cb123970413(data) |
|---|