Il termineeulogia (ingreco antico:ευλογία?), che significa "benedizione", ha trovato larga applicazione in ambito ecclesiastico per indicare, spesso con precisa e invariabile formula rituale, una persona benedetta daDio.
Fu usata occasionalmente in antico per significare l'eucaristia, e in questo senso è usata in modo particolarmente frequente negli scritti di sanCirillo di Alessandria. L'origine di un simile uso è indubbiamente da rintracciare nelle parole diSan Paolo (1 Corinzi 10,16[1]);to poterion tes eulogias ho eulogoumen.
Ma, in modo più generale l'uso coinvolge oggetti, tra cui ilpane o ilvino, che erano distribuiti abitualmente dopo la celebrazione di misteri divini. Il pane così benedetto, come riportaSant'Agostino (De peccat. merit., ii, 26), era abitualmente distribuito ai suoi tempi aicatecumeni, ed egli dava loro il nome disacramentum, avendo ricevuto la formale benedizione della Chiesa:
Per la sopravvivenza di quest'uso nei secoli seguenti, si vedaAntidoron, l'uso liturgico del pane.
La parola eulogia ha avuto un uso speciale in connessione con la vitamonastica. Nellaregola benedettina ai monaci era vietato ricevere "litteras, eulogias, vel quaelibet munuscula" senza l'autorizzazione dell'abate. Qui la parola può essere stata impiegata nel senso esclusivo di pane benedetto, ma sembra che abbia avuto comunque un significato più esteso, e designare ogni genere di regalia. Vi era l'uso neimonasteri di distribuire nei refettori, dopo laMessa, le eulogiae del pane benedetto durante il rito sacro della Messa.
L'eulogia è anche una tecnica occulta, essa può essere applicata da chi ne conosce il reale significato, tale disciplina può essere insegnata a solo coloro che ne hanno appreso il valore e può essere trasmessa talvolta anche oralmente.
La parola "eulogia" sta anche a indicare nella culturaislamica, scritta e orale, un insieme precisamente indicato di espressioni di massimo rispetto, perAllah, per ilProfeta e i suoi vicari/successori (iCaliffi), iCompagni diMaometto, iSeguaci del Profeta e per persone la cui eccezionale levatura religiosa e morale nei secoli abbia avuto generali e coerenti riconoscimenti.
Così, per l'unico Dio, imusulmani usano ad esempio scrivere o dire, l'espressioneʿazza wa jalla (Onnipotente ed Eterno); perMaometto l'eulogia èṣallā Allāhu ʿalayhi wa sallama (Dio lo benedica e lo salvi), per i Compagni e i Califfi l'eulogia dovuta èraḍi Allāhu ʿanhu (Dio sia soddisfatto di lui), per tutti gli altri, comunque degni di essere ricordati con venerazione, l'espressione èʿalayhi al-salām (Su di lui la pace).
Nelle opere scritte si usa spesso sostituire l'espressione con un carattere apposito, ma sovente gli studiosiarabisti usano sostituire l'eulogia intera con un semplice asterisco, vista la frequenza delle loro ricorrenze.
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