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Eugenia de Montijo

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Eugenia de Montijo
L'imperatrice Eugenia ritratta daFranz Xaver Winterhalter nel1853,Museo d'Orsay,Parigi
Imperatrice consorte dei Francesi
Stemma
Stemma
In carica30 gennaio1853
4 settembre1870
PredecessoreMaria Luisa d'Austria(comeImperatrice consorte dei Francesi nel 1814)
Maria Amalia di Borbone-Due Sicilie(comeRegina dei Francesi nel 1848)
SuccessoreImpero sostituito dallaTerza Repubblica francese
Nome completospagnolo: María Eugenia Ignacia Agustina de Palafox y Portocarrero de Guzmán y Kirkpatrick
italiano: Maria Eugenia Ignazia Augustina di Palafox e Portocarrero di Guzman e Kirkpatrick
TrattamentoMaestà imperiale
Altri titoliContessa di Teba
Contessa di Montijo
Contessa di Ablitas
Marchesa di Ardales
Marchesa di Moya
NascitaGranada,Spagna, 5 maggio1826
MorteMadrid,Spagna, 11 luglio1920 (94 anni)
Luogo di sepolturaAbbazia di San Michele,Farnborough,Regno Unito
Casa realeCasa di Portocarrero per nascita
Bonaparte per matrimonio
PadreCipriano de Portocarrero
MadreMaría Manuela Kirkpatrick
ConsorteNapoleone III di Francia
FigliNapoleone Eugenio Luigi
ReligioneCattolicesimo
Firma

María Eugenia Ignacia Agustina de Palafox y Portocarrero de Guzmán y Kirkpatrick, nota comeEugenia de Montijo (Granada,5 maggio1826Madrid,11 luglio1920), diciannovesima contessa di Teba e decima contessa di Montijo, fuimperatrice consorte dei Francesi dal1853 al1870 in virtù del suo matrimonio conNapoleone III; fu l'ultima sovrana di Francia.

Biografia

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Nascita e formazione

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María Eugenia, in tenera età, con la madreMaría Manuela Kirkpatrick e la sorellaPaca

Eugenia nacque aGranada, inSpagna, il 5 maggio 1826 alle ore 12 nella strada di Grazia[1]. Era la figlia minore del conte e della contessa di Teba.

Suo padre, donCipriano de Palafox y Portocarrero (1784-1839), conte di Teba, fratello minore del conte di Montijo - da cui prenderà il titolo - si era alleato con la Francia durante ilPrimo Impero. Ufficiale d'artiglieria, alla testa degli studenti dellaScuola politecnica partecipò allabattaglia di Parigi nel1814 e fu fattoGrande di Spagna nel 1834.

Agli occhi del popolo spagnolo era unafrancesado, ovvero uno che, durante laGuerra d'indipendenza spagnola, aveva preso le parti della Francia bonapartista, così che sua figlia fu educata nel culto napoleonico.

María Francisca, detta Paca, e Eugenia da bambine.

Sua madre,María Manuela Kirkpatrick (1794-1879), un'aristocratica metà scozzese e metà spagnola, era la figlia dello scozzese William Kirkpatrick, che fu console degliStati Uniti aMalaga, e della nipote del conte Mathieu de Lesseps. La famiglia Kirkpatrick fu ammessa nell'aristocrazia spagnola e apparteneva alla nobiltà scozzese di Closeburn.

Intuendo lo scoppio delleguerre carliste, sua madre, la contessa di Montijo, portò nel 1834 le sue due figlie in Francia, soggiornando a lungo nella località balneare diBiarritz, dove la futura imperatrice trascorrerà le sue villeggiature dopo avervi soggiornato due mesi nel 1854 e Napoleone III le costruirà un castello[2].

Eugenia, contessa di Teba, fu educata aParigi all'Istituto del Sacro Cuore, dove ricevette la formazione tradizionale dell'aristocrazia cattolica dell'epoca. Sua madre, divenuta vedova nel 1839, affidò l'istruzione delle due giovani figlie, Paca ed Eugenia, aStendhal, che insegnò loro la storia, essenzialmente aneddoti sul regno di Napoleone, che aveva conosciuto, e al suo grande amicoMérimée, che s'incaricò dell'insegnamento dellalingua francese[3][4] e che resterà per tutta la vita amico intimo di Eugenia.

La sorella maggiore dell'imperatrice,María Francisca de Sales, conosciuta con il soprannome diPaca, erede del titolo Montijo e di altri titoli familiari, sposò nel 1849 il XVduca d'AlbaJacobo FitzJames Stuart, proprietario di immensi beni, fra i quali ilpalazzo di Liria aMadrid, dove l'ex-imperatrice morì sessant'anni dopo la sorella.

Relazione con Luigi Napoleone Bonaparte

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L'imperatrice Eugenia con un grandecappello di paglia di manifattura fiorentina[5], dipinto diFranz Xaver Winterhalter, 1857

Nel1849 Eugenia conobbeLuigi Napoleone Bonaparte, presidente dellaRepubblica francese nell'hôtel diMatilde Bonaparte, poi all'Eliseo.

Dal loro primo incontro, colui che era allora solo il "principe-presidente", ne fu sedotto. L'assedio sentimentale di Luigi Napoleone ad Eugenia durò due anni; la sua corte assidua, dopo il soggiorno alcastello di Compiègne, fu all'origine dell'episodio deltrifoglio di Compiègne[6]. I familiari dell'imperatore furono assai divisi all'inizio riguardo alla contessa spagnola; alcuni sostenevano che l'imperatore dovesse legarsi ad una famiglia regnante, come aveva fattoNapoleone Bonaparte conMaria Luisa.

Tuttavia i sovrani europei, anche se imparentati con il nuovo imperatore, erano poco inclini a dare una delle loro figlie in matrimonio ad un sovrano dal trono incerto, che loro guardavano come un nuovo ricco ed un avventuriero.

Matrimonio

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Matrimonio civile diNapoleone III e Eugenia alleTuileries, il 29 gennaio1853

Il 12 gennaio1853, un incidente dopo un ballo alle Tuileries, dove la giovane Eugenia si fece trattare da avventuriera da Madame Hippolyte Fortoul, moglie del ministro dell'educazione, fece precipitare la decisione di Napoleone III di chiedere Eugenia in matrimonio, dopo aver posto termine alla sua relazione conMiss Howard[7].

AlleTuileries, nel suo comunicato[8] del 22 gennaio 1853 davanti alSenato, alCorpo legislativo e alConsiglio di Stato, l'imperatore dichiarò che avrebbe sposato Eugenia, dichiarando tutte le sue numerose virtù e la sua scelta di sposare una donna che amava invece di una sconosciuta, le cui alleanze che avesse determinato avrebbero tuttavia comportato evidenti sacrifici.

L'atto dimatrimonio civile fu registrato alPalazzo delle Tuileries nella Sala dei Marescialli, il 29 gennaio1853 alle 20. Il matrimonio religioso si svolse aNotre Dame de Paris il 30 gennaio 1853. Per questa occasione, l'imperatore firmò 3.000 ordini di grazia e fece sapere che tutte le spese del matrimonio sarebbero state pagate sulbudget della sua lista civile dopo che Eugenia aveva rifiutato unaparure di diamanti, offerta dalla città di Parigi, e chiesto che la somma corrispondente fosse dedicata alla costruzione di un orfanotrofio[9], che sarà poi edificato sul luogo di un antico mercato dei foraggi diFaubourg Saint-Antoine, nelXIIarrondissement diParigi.

Fu l'architettoJacques Hittorff che fu incaricato della costruzione, a cui diede la forma di una collana; la scuola inaugurata il 28 dicembre1856, prese il nome diMaison Eugène-Napoléon in onore del giovaneLuigi Napoleone Bonaparte (1856-1879), nato nel 1856.

Laluna di miele ebbe luogo al parco di Villeneuve-l'Étang, aMarnes-la-Coquette, nel cuore delDominio nazionale di Saint-Cloud, terreno acquistato dal futuro imperatore; qualche settimana dopo l'imperatrice rimase incinta, ma perse il bambino a causa di una caduta da cavallo.

L'imperatrice Eugenia, fotografia diGustave Le Gray, 1856.

Una nuova gravidanza arrivò neanche due anni dopo, all'inizio dell'estate1855.Luigi Napoleone, unico figlio di Napoleone III e di Eugenia, nacque il 16 marzo 1856[10]. L'evento fu ancora l'occasione per Napoleone III di annunciare una nuovaamnistia per i fuorilegge del 2 dicembre, dopo che 600 000 abitanti di Parigi (un Parigino su due) si unirono per offrire un regalo all'imperatrice[11]. Il mattino del 17, cento colpi di cannone annunciarono questo grande evento al paese. L'imperatore aveva deciso che sarebbe stato il padrino e l'imperatrice madrina di tutti i figli legittimi nati in Francia nella giornata del 16 marzo, che erano 3 000.

Con la sua bellezza, il suo fascino e la sua eleganza Eugenia contribuì al successo del regime imperiale. Ebbe un'amicizia stretta con la principessaPauline von Metternich, moglie dell'ambasciatore austriaco a Parigi, che giocò un ruolo importante nella vita culturale e sociale della corte.

Eugenia nelle vesti della reginaMaria Antonietta, dipinto diWinterhalter, 1854.

Eugenia, comeMaria Antonietta nel secolo precedente, influenzò la moda: quando nel1855 iniziò ad indossare lecrinoline, tutta l'Europa seguì il suo esempio e quando alla fine degli anni sessanta le abbandonò, su consiglio del suo stilista,Charles Worth, le donne la seguirono nuovamente. L'aristocratica eleganza di Eugenia, lo splendore dei suoi vestiti e la ricchezza dei suoi gioielli sono ben documentati in innumerevoli dipinti, soprattutto realizzati dal suo ritrattista personale,Franz Xaver Winterhalter. L'interesse di Eugenia per la vita di Maria Antonietta ebbe conseguenze sulle mode e sull'arte del tempo: l'imperatrice infatti, oltre a indossare abiti ispirati alXVIII secolo, prediligeva arredamento e mobilio instile neoclassico, caratteristico del regno diLuigi XVI.

Eugenia de Montijo, metà del 1860.

Per la sua educazione e per la sua intelligenza, spesso il marito la consultava sulle importanti questioni di Stato, ed ebbe la reggenza durante le assenze di Napoleone, nel1859,1865 e1870. Da cattolica e conservatrice, l'influente Imperatrice contrastava tutte le tendenze liberali della politica di Napoleone III.

Osteggiò, per devozione al papa, la politica filo-italiana di Napoleone III, tanto più che la prima fase dell'alleanza francese con i piemontesi era nata sotto l'egida della relazione dell'Imperatore con laContessa di Castiglione.Tanta era l'avversione dell'Imperatrice a queste relazioni piemontesi, che fece organizzare un primo attentato - simulato - per tentare di distogliere il coniuge dalla vicenda.[senza fonte]

L'imperatrice Eugenia, fotografia diAndré-Adolphe-Eugène Disdéri, 1858

Il 14 gennaio1858, alle 8 e mezza di sera, inrue Lepelletier, nei pressi del teatro dell'Opéra national de Paris, fu coinvolta nell'attentato ordito dal patriota italianoFelice Orsini contro il marito. Tre bombe lanciate da Orsini,Giovanni Andrea Pieri e daCarlo Di Rudio contro il corteo imperiale, lasciarono illesi Napoleone III e l'imperatrice Eugenia, ma causarono otto morti e ben 156 feriti tra la folla assiepata ai bordi della strada.

Le idee conservatrici le causarono l'astio di molti e fu violentemente attaccata da un'intensa attività anti-propagandistica, proprio com'era accaduto alla medesima Maria Antonietta.

La famiglia imperiale nel 1865

Esilio

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Vita a Camden Place

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La famiglia imperiale in esilio a Camden Place, 1872.

Quando ilSecondo Impero francese crollò a seguito della sconfitta subita dalla Francia nellaGuerra franco-prussiana (1870-1871), l'Imperatrice e suo marito trovarono rifugio inInghilterra e si stabilirono aChislehurst, nelKent. L'ultima sovrana di Francia, con l'aiuto del suo dentista americano, il dottorThomas Wiltberger Evans, fuggì da Parigi prima che fosse proclamata larepubblica o si verificasse qualsiasi tentativo rivoluzionario, memore di quello che era accaduto aMaria Antonietta meno di cento anni prima. Come infatti, all'epoca, nelle strade di Parigi si urlava "a morte l'austriaca", in quei giorni i francesi presero a gridare "a morte la spagnola".

L'imperatrice Eugenia sbarcò in Inghilterra l'8 settembre e aHastings si ricongiunse col figlio. Da quel momento iniziò una fitta corrispondenza col marito, prigioniero politico nel castello di Wilhelmshöhe, aKassel, e con gli altri sovrani d'Europa, cercando inutilmente appoggio in prospettiva di una pace favorevole alla Francia.[12] Lo stesso Bismarck si mise in contatto con l'imperatrice, da lui riconosciuta come unica detentrice del potere politico francese, per avviare trattative di pace favorevoli alla dinastia, ma non alla Francia. Eugenia rifiutò di farsi coinvolgere in qualsiasi iniziativa che potesse pregiudicare la libertà d'azione del governo repubblicano di difesa nazionale.[13]

Tuttavia, consapevole che la Prussia avrebbe preteso cessioni territoriali, si appellò direttamente aGuglielmo I, che le rispose in merito: «La Germania deve avere la certezza che la prossima guerra la troverà ben pronta a respingere l'attacco che possiamo aspettarci non appena la Francia si sarà ripresa o avrà trovato degli alleati. È unicamente questa triste considerazione - e non il desiderio di ingrandire il mio paese il cui territorio è già abbastanza vasto - che mi costringe a insistere su cessioni territoriali che non hanno altro scopo che quello di far arretrare il punto di partenza degli eserciti francesi che, in futuro, verranno ad attaccarci».[14] Questa lettera sarebbe stata in seguito importantissima per i trattati di pace della Prima guerra mondiale.

Dopo lacapitolazione di Metz (27 ottobre1870), l'imperatrice si recò in visita dal marito a Wilhelmshöhe, rimanendovi quattro giorni. Il 28 gennaio1871 fu proclamato l'armistizio che pose fine all'assedio di Parigi e si formò il nuovo governo ufficiale, presieduto daAdolphe Thiers, con cui Bismarck accettò di trattare. La pace fu firmata il 10 maggio aFrancoforte sul Meno e come previsto ci furono ingenti cessioni territoriali: l'Alsazia e laLorena divennero tedesche.

L'imperatrice Eugenia a lutto, 1873.

L'imperatore fu dichiarato libero e il 20 marzo1871 sbarcò aDover. I sovrani esiliati e il figlio vissero insieme da quel momento a Camden Place, una residenza aChislehurst (nelKent), che Eugenia aveva affittato già dal settembre dell'anno prima. In Inghilterra la coppia imperiale ritrovò la perduta serenità coniugale e condusse una vita da ricchi borghesi: Napoleone III vendette le sue proprietà in Italia e il ricavato fu investito con successo dall'imperatrice. Eugenia si dimostrò un'ottima amministratrice e i suoi investimenti e la vendita dei suoi gioielli privati garantirono alla famiglia la stabilità economica.[15] Il Principe Imperiale venne mandato a studiare prima al King's College diLondra, poi all'Accademia militare diWoolwich, dove si dimostrò un ottimo studente. Nel novembre1872 il disturbo alla vescica dell'imperatore iniziò a peggiorare sensibilmente e la regina Vittoria gli inviò i suoi migliori medici. L'imperatore acconsentì a farsi operare. Il 2 gennaio avvenne il primo intervento, che asportò solo una parte del grande calcolo che lo faceva soffrire. Seguirono altre operazioni e sembrava che stesse meglio, ma il 9 gennaio1873 morì. Fu sepolto a Saint Mary, la chiesetta cattolica di Chislehurst.

Secondo il testamento di Napoleone III, l'imperatrice divenne il capo del partito bonapartista ed erede universale dei suoi beni fino alla maggiore età del figlio. Il 16 marzo1874 il Principe Imperiale divenne maggiorenne e ricevette il sostegno dei bonapartisti rinvigoritisi in Francia.[16] Dall'estate di quell'anno la sovrana iniziò nuovamente a viaggiare e scelse come meta delle sue vacanze il castello di Arenenberg, sullago di Costanza, un tempo appartenuto a sua suoceraOrtensia di Beauharnais. La regina Vittoria, già amica di Eugenia quando era sul trono, prese a cuore il giovane principe e gli esiliati francesi divennero quasi parte della famiglia reale inglese. Fu allora che si iniziò a parlare di un possibile matrimonio tra Luigi e la figlia minore della regina, la principessaBeatrice. Tuttavia, non è rimasta nessuna prova in merito a cosa progettassero effettivamente le due madri per i figli.[17]

L'imperatrice, affinché il figlio ampliasse la sua cultura, decise di coinvolgerlo in un lungo viaggio in Italia. Tra il1876 e il1877 Luigi visitò le principali città italiane, mentre Eugenia prese dimora fissa aFirenze, a Villa Oppenheim, vicino algiardino di Boboli. AMilano fu omaggiata da una visita del principeUmberto e della principessaMargherita di Savoia, mentre aPalazzo Pitti fu ricevuta daVittorio Emanuele II. La visita non fu un successo perché Eugenia rimase ammutolita di fronte alla scrivania del re dove erano presenti foto di tutti gli Hohenzollern e nessuna di suo marito. Quando Vittorio Emanuele le chiese se fosse stupita di ciò che vedeva, Eugenia gli rispose: «Mi stupisco di ciò che non vedo».[18] ARoma il Principe Imperiale rese omaggio apapa Pio IX, suo padrino, mentre l'imperatrice preferì non vedere il Papa ma gli amici e i parenti. Finito il soggiorno in Italia, Luigi tornò in Inghilterra, mentre Eugenia si recò in Spagna a trovare la madre, ormai cieca. Visitò anche suo cognato al palazzo di Liria. Nel1878, invece, il Principe Imperiale visitò i paesi scandinavi, mentre l'imperatrice andò adEms.

L'imperatrice Eugenia e suo figlio. Dipinto diJames Tissot, 1878.

All'inizio del1879 Luigi decise di andare a combattere sotto la bandiera inglese inSudafrica, nellaguerra contro gli Zulu. Seppur contraria, l'imperatrice riuscì a ottenere i permessi necessari dalla regina Vittoria. Il 27 febbraio1879 Eugenia disse addio a suo figlio: non lo avrebbe mai più rivisto. L'imperatrice passò i mesi successivi in solitudine e in ansia, aspettando costantemente le lettere del figlio e stando «alla mercé del telegrafo».[19] Il 1º giugno1879 il Principe Imperiale morì in un agguato degli Zulù.

L'imperatrice Eugenia ricevette la notizia solo il 20 giugno. Fu distrutta dal dolore e in quel momento delicato ricevette le visite di moltissimi suoi amici, compresa la regina Vittoria. Il 25 scrisse alla madre: «Oggi ho il coraggio di dirti che vivo ancora, giacché il dolore non uccide».[20] Il feretro del Principe Imperiale arrivò a Chislehurst l'11 luglio e l'imperatrice vi rimase appoggiata tutta la notte, finché la mattina dopo non venne a sollevarla una sua dama, la duchessa di Morny.[21] Quel giorno ci furono i funerali, alla presenza di tutti i bonapartisti e della famiglia reale inglese.

Seguirono per la sovrana lunghi mesi d'apatia, in cui rifiutò di rispondere alle accuse che le venivano mosse dalla Francia, dove si diceva che avesse mandato volontariamente suo figlio a morire.[22] Pochi mesi dopo la morte di Luigi le giunse la notizia che la madre era morente: Eugenia ottenne dal governo francese il permesso di passare dalla Francia per raggiungere la Spagna, ma arrivò tardi. Doña Manuela si era già spenta, il 22 novembre1879. La madre era l'unica con cui si era sfogata in quel terribile periodo: «Il mio dolore è selvaggio, inquieto, irascibile: non sono affatto rassegnata e non voglio sentir parlare di rassegnazione più che di consolazione. Non voglio essere consolata, voglio essere lasciata in pace».[23] Nel marzo del1880 Eugenia partì alla volta del Sudafrica per recarsi nel luogo dove era stato ucciso suo figlio. Dagli Zulù ebbe la desiderata conferma che era morto da eroe, combattendo faccia a faccia col nemico.[24] Eugenia passò la notte del 1º giugno da sola, sulla croce di cemento eretta sul luogo dell'agguato. In seguito disse di aver avuto l'impressione che il figlio le fosse stato accanto e che l'avesse invogliata a tornare a casa. A un suo amico scrisse: «Nessuno può colmare l'immenso vuoto apertosi nella mia esistenza...».[25]

Amicizie e viaggi

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L'imperatrice Eugenia, 1880.

Dopo il viaggio nelloZululand l'imperatrice Eugenia decise di trasferirsi e comprò Farnborough Hill, una grande casa aFarnborough, nelloHampshire, insieme a molti terreni su cui fu costruita l'Abbazia di San Michele, ilmausoleo di Napoleone III e del Principe imperiale. Vi si trasferì nel1883, mentre la traslazione delle salme dei suoi cari avvenne nel1888.

Una delle persone che aiutò maggiormente Eugenia ad uscire dal suo dolore fu la reginaVittoria del Regno Unito. Anche lei era stata scossa da molti lutti e poteva comprendere i sentimenti dell'imperatrice francese. La loro amicizia diventò sempre più stretta e passarono insieme molte estati aOsborne House e alcastello di Balmoral; Vittoria ed Eugenia trovarono l'una nell'altra una sincera amica e i loro rapporti furono interrotti solo dalla morte della regina, avvenuta nel gennaio1901. In quell'occasioneEdoardo VII scrisse ad Eugenia: «Sapevo che Vostra Maestà avrebbe preso vivamente parte al nostro profondo dolore. La nostra cara madre vi era molto affezionata».[26]

L'affetto della regina Vittoria per l'imperatrice esiliata fu comune anche ai suoi figli e nipoti: non solo le era affezionato Edoardo VII, ma anche la reginaAlessandra, che aveva l'abitudine di andare a Farnborough anche senza farsi annunciare. L'imperatriceVittoria di Germania l'aveva ammirata sin dall'adolescenza e poco dopo la morte di suomarito andò a trovarla a Farnborough, donandole gli abiti della sua non avvenuta incoronazione per farne dei paramenti per l'abbazia. Ogni qual volta le fu possibile, andò a trovare l'imperatrice francese in Inghilterra. Durante l'ultima malattia di Vittoria, Eugenia le offrì ospitalità nella sua casa aCap Martin. La sovrana tedesca morì nell'agosto del1901, pochi mesi dopo la madre. Di tutti i principi inglesi, però, la più assidua frequentatrice di Farnborough Hill fu la principessaBeatrice, la cui unica figlia fu chiamataVittoria Eugenia e fu tenuta abattesimo dall'imperatrice (Vittoria Eugenia divenne in seguito regina di Spagna).

Dalla fine degli anni ottanta l'imperatrice passò la sua vita spostandosi fra tre punti focali: Farnborough Hill, il Sud della Francia e ilmare. Non sopportando i rigidi inverni inglesi, Eugenia decise di comprare unoyacht, ilThisle, con cui intraprese numerosi viaggi nelMediterraneo, visitando molti paesi (tra cui l'Italia, la Grecia, l'Egitto, la Turchia). Nel1891 all'hotel diCap Martin, vicino aMentone, incontrò l'imperatriceElisabetta d'Austria, in costante fuga daVienna, soprattutto dopo il suicidio del figlio. Le due imperatrici, conosciutesi in ben altre circostanze, furono avvicinate dalla vecchiaia e dalle sofferenze e divennero confidenti.[27] Nel1892 fu completata la costruzione della Villa Cyrnos, a Cap Martin, una residenza in stile neoclassico che dava sul mare. Eugenia vi passò molto tempo sia con la regina Vittoria sia con Elisabetta (tant'è che Cap Martin fu soprannominatole Cap des Impératrices). Elisabetta morì nel1898 assassinata aGinevra dall'anarchico italianoLuigi Lucheni:Francesco Giuseppe, grato ad Eugenia per la compagnia che aveva fatto alla moglie, le inviò l'ombrellino e ilventaglio che Elisabetta aveva con sé al momento dell'attentato.[28] Nel1906 Francesco Giuseppe invitò l'imperatrice aBad Ischl e passarono insieme tre giorni, durante i quali l'imperatore indossò come unica decorazione laLegion d'onore; Eugenia a sua volta, per omaggiarlo, indossò unatiara d'ambra nera (non aveva più portato gioielli dalla morte del marito).

L'imperatrice Eugenia, l'imperatriceElisabetta d'Austria eFrancesco Giuseppe aCap Martin.

L'imperatrice amava circondarsi di giovani brillanti e fu sempre attratta dalle novità: aiutòGuglielmo Marconi e gli prestò ilThisle per i suoi esperimenti. Quando nel1901 ci fu la prima comunicazione senza fili transoceanica, il primo messaggio fu diretto a Edoardo VII, il secondo all'imperatrice Eugenia.[29] Nel1909 Eugenia assistette ad Aldershot ai voli acrobatici dell'aviatoreWilliam Cody; espresse il desiderio di conoscerlo e ci sono diverse foto dell'imperatrice e del pilota che le spiega il funzionamento di unaeroplano. Eugenia fornì Farnborough di tutte le ultime novità tecnologiche: nel1907 fece installare l'elettricità e iltelefono. Comprò anche un'auto, unaRenault, che usò per i suoi spostamenti intorno alla città.[30] Ormai ultrasettantenne imparò anche ad andare inbicicletta.[27]

L'imperatrice, come già ai tempi del Secondo Impero, continuò a sostenere la posizione della donna nella società. Nel1891 accolse a FarnboroughEthel Smyth, una compositrice e attivista per i diritti delle donne, che divenne una sua protetta. Eugenia approvò il movimento dellesuffragette, sebbene non condividesse le manifestazioni violente, e invitò a casa suaEmmeline Pankhurst e le sue figlie.[31] Nel1899 a Villa Cyrnos iniziò il lungo ed affettuoso rapporto conLucien Daudet: figlio diAlphonse Daudet, il giovanotto era noto nei salotti parigini per la sua bellezza e la sua relazione sentimentale conMarcel Proust. Fu, del resto, il conteRobert de Montesquiou, vecchia conoscenza di Proust, a presentare il giovane Lucien alla marchesa Flavia di Casa-Fuerte, la quale poi lo introdusse all'imperatrice Eugenia.[32] Ella ne fece il suo protetto, invogliandolo a dedicarsi alla scrittura. Daudet fu per l'imperatrice quasi un figlio adottivo:[33] lo chiamava per nome (cosa che non faceva con quasi nessun altro) oppuremon cher enfant. Nel1910 Daudet decise di scrivere unlibro sull'imperatrice. Eugenia inizialmente gli negò il permesso, come aveva sempre fatto con tutti quelli che glielo avevano chiesto. Lucien, tuttavia, riuscì a convincerla promettendole che non avrebbe parlato di storia ma della sua personalità, delle sue idee e dei suoi gusti: «un ritratto scritto». Il libro fu pubblicato aParigi all'inizio del1912 col titoloL'Impératrice Eugénie ed è una delle opere fondamentali scritte sull'imperatrice Eugenia come donna.[34] Eugenia conobbe ancheJean Cocteau (presentatole da Daudet), che ha lasciato un vivido ricordo dell'imperatrice nei suoiSouvenirs.

L'imperatrice non perse mai di vista gli svolgimenti politici europei, fu sempre una gran lettrice diquotidiani e invitava spesso gli ambasciatori stranieri nelle sue residenze. Seguì con apprensione laGuerra ispano-americana nel1898, arrivando a rompere una promessa fatta alla regina Vittoria (cioè di non parlare mai con lei di politica) e chiedendole di intercedere a favore della reggenteMaria Cristina.[35] Nell'affare Dreyfus l'imperatrice fu fin da principio pro-Dreyfus a differenza di molti intellettuali del suo ambiente, come ad esempio il bizantinistaGustave Schlumberger. Convinto della colpevolezza diDreyfus, costui interrompeva chiunque parlasse a favore dell'ufficialeebreo, ma ascoltò senza contraddirla la difesa pro-Deyfus, che l'imperatrice fece all'Hotel Continental, a Parigi.[36]

Grande Guerra e morte

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L'imperatrice Eugenia visita un soldato ferito a Farnborough Hill, 1914.

Alla notizia dell'ultimatum dell'Austria alla Serbia, l'imperatrice Eugenia si preparò ad affrontare la futura guerra con risolutezza. Scoppiata la guerra, offrì la Villa Cyrnos alle autorità francesi perché ne facessero un ospedale, ma l'offerta fu rifiutata.[37] Allora decise di trasformare la stessa Farnborough Hill in un ospedale militare, aiutando l'Intesa da semplice privata cittadina inglese. Un'ala della casa divenne dunque un ricovero per gli ufficiali feriti. La direzione generale fu ricoperta prima da Lady Haig - moglie del generaleDouglas Haig, che forniva all'imperatrice costanti informazioni sugli eventi bellici - poi da Miss Vesey, intima di Eugenia. Il capo chirurgo e direttore medico fu invece il Dottor Attenborough.

La stessa imperatrice fu curata nel suo ospedale nel1916 quando scivolò dall'ampio scalone della casa. A un'infermiera che l'aiutò a risalire le scale e che si preoccupava che soffrisse troppo salendole, l'imperatrice disse: «Mia cara, è stato molto più doloroso scenderle».[38] Eugenia si dedicò con passione al suo ospedale, preoccupandosi di acquistare sempre le ultime macchine mediche disponibili sul mercato. Lei stessa, per quello che le permetteva l'età, si occupava dei pazienti, andandoli a trovare e conversando con loro. Quando le giungevano cattive notizie, non si faceva vedere all'ospedale: «Non è bene che mi vedano preoccupata e triste. I malati hanno bisogno d'essere tenuti su di morale, e non d'essere depressi».[39]

Anche ilThisle, il suo yacht personale, fu da lei donato alla marina militare inglese perché potesse disporne come preferiva. Quando glizeppelin tedeschi attaccavano la base militare diAldershot, vicina aFarnborough, l'imperatrice svegliava in piena notte la sua dama Antonia d'Attainville per andare a vederli, anche quando pioveva. Alle proteste delle preoccupate Mme d'Attainville e Miss Vesey, l'imperatrice una volta rispose: «Bah! Non è certo alla mia età che si può cominciare ad aver paura».[40]

L'imperatrice Eugenia poco prima della sua morte, 1920.

L'imperatrice riuscì ad essere d'aiuto alla Francia in una questione molto spinosa. Il 5 giugno1917 i deputati del Governo francese iniziarono a discutere della possibilità di riottenere indietro l'Alsazia e la Lorena grazie ai futuri trattati di pace. Il Dottor Hugenschmidt, medico diGeorges Clemenceau, era a conoscenza che l'imperatrice Eugenia conservava la lettera scrittale nel1871 dalkaiserGuglielmo I, in cui questi dichiarava che l'annessione di quei territori era stata determinata da fattori politici e bellici e non per spirito nazionale e di popolo.[41] Hugenschmidt, per ordine di Clemenceau, si recò a Farnborough Hill a chiedere la lettera all'imperatrice, che non fece alcuna obiezione a consegnargliela. La lettera fu letta in una riunione solenne allaSorbona davanti a tutti i rappresentanti alleati e sarebbe stata fondamentale ai trattati di pace per reclamare l'Alsazia e la Lorena sulla base delprincipio di autodeterminazione dei popoli. In seguito Clemenceau inviò una lettera di ringraziamento all'imperatrice Eugenia.

Alla notizia della fine della guerra l'imperatrice Eugenia esclamò: «Grazie a Dio la carneficina è finita!».[42] Ormai unica superstite dell'epoca dei grandi imperi, rimase inorridita dallo smembramento dell'Impero austro-ungarico e dalla fine dell'Impero russo. Sebbene l'imperatrice fosse stata rasserenata dalla riconquista dell'Alsazia-Lorena, ilTrattato di Versailles l'agghiacciò. Al colonnello inglese Verner, suo amico, disse: «Che avete fatto? Questa non è una pace, qui ci sono i semi di future guerre. Vedo in ogni articolo di questa pace un piccolo uovo, un nucleo di ulteriori guerre [...] Voi sapete quel che dico sempre a proposito della necessità di imporre tutte le condizioni possibili. Ma gli Alleati stanno imponendo condizioni impossibili. Non contenti, si accingono a distruggere la marina mercantile tedesca, il suo commercio, tutto! La Germania come potrà mai guadagnare i soldi necessari a tener fede ai suoi giusti impegni? Pazzia! Follia pura!».[43]

Nel marzo1919 il principe del Galles e suo fratello (i futuriEdoardo VIII eGiorgio VI) si recarono a trovarla a Farnborough Hill per insignirla, a nome del re, del titolo diDama Gran Croce dell'Ordine dell'Impero Britannico. L'imperatrice, commossa da questo gesto che rappresentava la stima che ancora i reali inglesi provavano per lei, scrisse aGiorgio V: «Sire, ringrazio Vostra Maestà per laG.B.E di cui sono stata insignita [...] Devo questo onore più alla gentilezza di Vostra Maestà che ai miei meriti personali, ed apprezzo moltissimo questo segno d'amicizia. L'incantevole giovane principe che me l'ha offerta ha raddoppiato questa mia gioia».[44] Fu costretta a dettare questa lettera, perché ormai la cataratta non le permetteva quasi più di vedere e nessuno degli specialisti da lei consultati era stato fiducioso in un possibile intervento.

La tomba dell'imperatrice Eugenia.

Nel dicembre1919 partì per Cap Martin, da cui mancava ormai da molti anni. Si fermò aParigi e all'Hotel Continental rivide il suo caroLucien Daudet: dallo scoppio della guerra non si erano più visti, sebbene fossero rimasti in rapporto epistolare e l'imperatrice avesse inviato a Lucien del denaro per aiutare la sua vita al fronte. L'imperatrice si confidò col suo giovane amico: «Volevo fare questo viaggio in aeroplano, sapete, ma la gente avrebbe detto semplicemente che ero una vecchia pazza».[45] Il viaggio dell'imperatrice continuò a Cap Martin, Gibilterra, Algeciras, Jerez. A Siviglia ricevette la visita del re e della regina di Spagna, sua figlioccia. Si stabilì poi a Madrid, al palazzo di Liria, dove ricevette le visite di molti suoi connazionali che desideravano vedere «la più grande spagnola del loro tempo».[46] Il Dottor Barraquer (di Barcellona) accettò di operarla alla cataratta: l'operazione fu un successo e l'imperatrice tornò allegra e vivace. Era sua intenzione tornare a Farnborough a metà luglio, ma il 10 luglio si sentì male durante la colazione e fu messa a letto. Aveva preso un'infreddatura che le fu fatale alla sua età. Di notte ricevette l'estrema unzione e alle otto del mattino dell'11 luglio1920 si spense nel letto di sua sorella Paca. Aveva novantaquattro anni.

Le esequie si svolsero il 20 luglio in forma ufficiale all'Abbazia di San Michele alla presenza del re Giorgio V e della reginaMary, diAlfonso XIII di Spagna e della reginaVittoria Eugenia, diManuele II del Portogallo e di sua madre, la reginaAmelia d'Orléans. La bara era coperta dallabandiera del Regno Unito e la cerimonia fu officiata dall'arcivescovo di Westminster; alla fine si rinunciò a sparare le ventuno salve di cannone dovute a un sovrano a causa delle proteste del governo francese.[47] La bara di granito con la semplice scrittaEUGÉNIE si trova tuttora sull'altare della cripta dell'abbazia.

L'imperatrice lasciò in eredità le sue proprietà spagnole al duca d'Alba, nipote di sua sorella Paca, la sua casa di Farnborough con la sua collezione passò all'erede del figlio, il principeNapoleone Vittorio Bonaparte, mentre Villa Cyrnos alla sorella di lui, la principessaMaria Letizia Bonaparte. I fondi liquidi furono divisi in tre parti: per Napoleone Vittorio, il duca d'Alba e María, duchessa di Tamamès (l'unica figlia di Paca ancora in vita). Lasciò anche diversi lasciti per i suoi numerosi amici e servitori; 100.000 franchi furono devoluti al comitato di ricostruzione dellacattedrale di Reims, a cui donò anche il talismano di Carlo Magno.[48]

Discendenza

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Eugenia de Montijo eNapoleone III di Francia ebbero un figlio:

Riconoscimenti

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Eugenia in un altro ritratto diWinterhalter, del1861.
  • Il transatlantico franceseImpératrice Eugénie, varato il 24 aprile 1864 aSaint-Nazaire, cantieri di Penhoët, dovette il suo nome a Eugenia de Montijo, ma, dopo la caduta di Napoleone III, nel1870, fu ribattezzatoAtlantique.
  • All'imperatrice fu dedicato, nel1857, il grande asteroide45 Eugenia e il suo satellite, scoperto nel1998, fu chiamatoLe Petit-Prince (il piccolo principe) in onore di suo figlio.

Ascendenza

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GenitoriNonniBisnonniTrisnonni
Joaquín Antonio de Palafox y CenturiónJuan Antonio de Palafox y Zúñiga Dávila 
 
Francisca Josefa Centurión y Carillo 
Felipe Antonio de Palafox y Croÿ 
Marienne Charlotte de CroÿJean-Baptiste de Croÿ-Solre 
 
Maria Anna Cesarina Montefeltro della Rovere 
Cipriano de Palafox y Portocarrero 
Cristóbal Portocarrero y Fernández de CórdovaCristóbal Gregorio Portocarrero y Funes de Villalpando 
 
María Dominga Fernández de Córdoba y Portocarrero 
María Francisca de Sales Portocarrero de Guzmán y Zúñiga 
María Josefa López de Zuñiga y PachecoAntonio López de Zúñiga Chaves Chacón 
 
María Teresa Pacheco Téllez-Girón 
Eugenia de Palafox Portocarrero y Kirkpatrick 
William KirkpatrickRobert Kirkpatrick 
 
Henriette Gillespie 
William Kirkpatrick 
Mary WilsonJohn Wilson 
 
 
María Manuela Kirkpatrick 
Henri de GrevignéAndré de Grevigné 
 
Marie-Josèphe Dehousse 
Marie Françoise de Grevigné 
Francisca Antonia de Gallegos y DelgadoAntonio de Gallegos 
 
 
 

Titoli e trattamento

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  • 5 maggio 1826 - 15 marzo 1839:Doña María Eugenia Ignacia Augustina de Palafox y Portocarrero de Guzmán y Kirkpatrick
  • 15 marzo 1839 - 30 gennaio 1853:Sua Eccellenza, Doña María Eugenia Ignacia Augustina de Palafox y Portocarrero de Guzmán y Kirkpatrick, diciannovesima contessa di Teba e contessa de Montijo (dal 1844)
  • 30 gennaio 1853 - 4 settembre 1870:Sua Maestà Imperiale, l'Imperatrice dei francesi
  • 4 settembre 1870 - 11 luglio 1920:Sua Maestà Imperiale, l'imperatrice Eugenia di Francia

Onorificenze

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Dama di Gran Croce dell'Ordine dell'Impero Britannico (Regno Unito) - nastrino per uniforme ordinaria
— Farnborough, marzo1919
Rosa d'Oro (Santa Sede) - nastrino per uniforme ordinaria
— 1856
Dama di Gran Croce dell'Ordine Imperiale di San Carlo (Messico) - nastrino per uniforme ordinaria
Dama dell'Ordine della Croce Stellata (Impero austro-ungarico) - nastrino per uniforme ordinaria
Dama Nobile dell'Ordine della regina Maria Luisa (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria

Eugenia de Montijo nella cultura di massa

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Letteratura

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Film

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Documentari

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  • Eugénie - La dernière impératrice, trentatreesimo episodio del programmaSecrets d'histoire, andato in onda il 4 agosto2010 suFrance 2.

Note

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  1. ^Geneviève Chauvel,Inoubliable Eugénie, ed. Pygmalion, 1998, p. 17 et S. (fr)
  2. ^(FR) Sylvie Santini,Nella testa di Eugenia de Montijo, suParis Match.
  3. ^(fr) Pierre Pellissier,«Stendhal et Mérimée», 3 febbraio 2010
  4. ^(FR) Yannick Portebois,Les arrhes de la douairière : histoire de la dictée de Mérimée ou l'orthographe sous le Second Empire, Librairie Droz, 2006, p. 161.
  5. ^ Lidia Morelli,Trine (JPG), inLidel, 15 dicembre 1924, p. 91.URL consultato il 16 marzo 2021.
    «quel famoso delizioso ritratto dell'Imperatrice Eugenia, il cui largo cappello spiovente, di paglia di Firenze, il cui lieve abito bianco a fiocchi di nastro bleu-Nattier, la cui posa negletta e maestosa insieme, ispirarono mille tentativi di riproduzione in balli e in quadri plastici.»
  6. ^Les "Séries" à CompiègneArchiviato il 23 dicembre 2012 inInternet Archive. (fr)
  7. ^Milza 2006, pp. 293-294.
  8. ^Lettere e memorie del XXI comunicato relativo al matrimonio dell'Imperatore. (fr)
  9. ^Milza 2006, pp. 295-296.
  10. ^Il suo dottore era Herni Conneau.
  11. ^Milza 2006, pp. 296-297.
  12. ^Kurtz, p. 339.
  13. ^Kurtz, p. 340.
  14. ^Kurtz, pp. 340-341.
  15. ^Kurzt, pp. 354-355
  16. ^Kurtz, p. 365.
  17. ^Kurtz, p. 377.
  18. ^Kurtz, p. 378
  19. ^Kurtz, p. 388.
  20. ^Kurtz, p. 401.
  21. ^Aubry, p. 71.
  22. ^Aubry, p. 73.
  23. ^Kurtz, p. 409.
  24. ^Kurtz, p. 411.
  25. ^Kurtz, p. 412.
  26. ^Kurtz, p. 448.
  27. ^abSeward, p. 270.
  28. ^Kurtz, p. 456.
  29. ^Smith, p. 334.
  30. ^Ridley, p. 630.
  31. ^Smith, p. 326.
  32. ^George D. Painter — Marcel Proust. A Biography I, De Gruyter, 31 dicembre 1960, pp. 279-281.URL consultato il 30 maggio 2023.
  33. ^Seward, p. 273.
  34. ^Kurtz, pp. 444-445
  35. ^Kurtz, p. 434.
  36. ^Kurzt, pp. 436-437.
  37. ^Aubry, p. 107.
  38. ^Kurtz, p. 462.
  39. ^Kurtz, p. 463.
  40. ^Kurtz, p. 467.
  41. ^Seward, p. 276
  42. ^Kurzt, p. 468.
  43. ^Kurtz, pp. 468-469.
  44. ^Kurtz, p. 471.
  45. ^Seward, pp. 276-277.
  46. ^Kurtz, p. 473.
  47. ^Seward, p. 278.
  48. ^Un gioiello che contiene al suo interno dei pezzetti di legno, ritenuti reliquie dellaVera Croce.

Bibliografia

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  • Octave Aubry,Les dernières années de l'impératrice Eugénie, Paris, Flammarion, 1933.
  • Franco Cardini,Napoleone III, Palermo, Sellerio Editore, 2010.
  • Maria Galli,L'ultima donna dei Cesari: l'imperatrice Eugenia, Milano, Fratelli Cristofari, S.D.
  • Harold Kurtz,L'imperatrice Eugenia, Milano, Dall'Oglio, 1972,ISBN 88-7718-297-0.
  • Robert Sencourt,L'imperatrice Eugenia, Milano, Fratelli Treves Editori, 1932.
  • Desmond Seward,Eugénie. The Empress and her Empire,The History Press, 2004,ISBN 0-7509-2979-0.
  • William Smith,Eugénie, Impératrice des Français, Paris, Bartillat, 1998,ISBN 2-84100-152-0.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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PredecessoreImperatrice consorte dei FrancesiSuccessore
Maria Amalia di Borbone-Due Sicilie comeRegina dei Francesi30 gennaio1853 - 4 settembre1870Terza Repubblica francese
V · D · M
Sovrane di Francia
Carolingi
(800 - 987)
Ermengarda di Hesbaye ·Giuditta di Baviera ·Ermentrude d'Orléans ·Richilde di Provenza ·Adelaide del Friuli ·Riccarda di Svevia ·Teoderada di Troyes ·Frederuna ·Eadgifu d'Inghilterra ·Beatrice di Vermandois ·Emma di Francia ·Gerberga di Sassonia ·Emma d'Italia
Capetingi
(987 - 1328)
Adelaide d'Aquitania ·Rozala d'Ivrea ·Berta di Borgogna ·Costanza d'Arles ·Matilda di Frisia ·Anna di Kiev ·Berta d'Olanda ·Bertrada di Montfort ·Adelaide di Savoia ·Eleonora d'Aquitania ·Costanza di Castiglia ·Adèle di Champagne ·Isabella di Hainaut ·Ingeburge di Danimarca ·Agnese di Merania ·Bianca di Castiglia ·Margherita di Provenza ·Isabella d'Aragona ·Maria di Brabante ·Giovanna I di Navarra ·Margherita di Borgogna ·Clemenza d'Ungheria ·Giovanna II di Borgogna ·Bianca di Borgogna ·Maria del Lussemburgo ·Giovanna d'Évreux
Valois
(1328 - 1498)
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Valois-Orléans
(1498 - 1515)
Giovanna di Valois ·Anna di Bretagna ·Maria Tudor
Valois-Angoulême
(1515 - 1589)
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Borbone
(1589 - 1792)
Margherita di Valois ·Maria de' Medici ·Anna d'Austria ·Maria Teresa d'Austria ·Madame de Maintenon ·Maria Leszczyńska ·Maria Antonietta d'Austria ·Maria Giuseppina di Savoia (titolare)
Bonaparte
(1804 - 1814)
Giuseppina di Beauharnais ·Maria Luisa d'Austria
Borbone
(1814 - 1830)
Maria Teresa Carlotta di Borbone-Francia
Borbone-Orléans
(1830 - 1848)
Maria Amalia di Borbone-Due Sicilie
Bonaparte
(1852 - 1870)
Eugenia de Montijo
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