L'Etna oMongibello[1] (in sicilianoMuncibbeḍḍu[2]) è unostratovulcano complesso[3][4] dellaSicilia originatosi nelQuaternario, ed è il più alto vulcano attivo dellaplacca euroasiatica[5]. Le sue frequentieruzioni nel corso del tempo hanno modificato, a volte anche profondamente, il paesaggio circostante e in tante occasioni hanno costituito una minaccia per gli insediamenti abitativi nati nel tempo alle sue pendici. Il 21 giugno 2013, la XXXVII sessione del ComitatoUNESCO ha inserito l'Etna nell'elenco dei beni costituenti ilPatrimonio dell'umanità[6].
L'Etna sorge sulla costa orientale dellaSicilia, a sud-ovest deiMonti Peloritani e a sud-est deiMonti Nebrodi (Appennino siculo), entro il territorio dellacittà metropolitana di Catania ed è attraversato dal 15ºmeridiano est, che da esso prende il nome. Con un diametro di oltre 40chilometri e un perimetro di base di circa 135 km, occupa una superficie di1265km². La regione etnea, delimitata dal corso dell'Alcantara e da quello del Simeto, ha un perimetro di 212 km e una superficie di1570km².[7]
Immagine dell'Etna e del territorio in cui insiste vista dal satellite (fonteNASA 2005)
Il vulcano è classificato tra quelli definitia scudo a cui è sovrapposto unostratovulcano, l'edificio attuale (eruzioni degli ultimi 15 000 anni). La sua altezza varia nel tempo a causa delle sue eruzioni che ne determinano l'innalzamento o l'abbassamento. Nel 1900 la sua altezza raggiungeva i3274m e nel 1950 i3326 m; nel 1978 era stata raggiunta la quota di3345 m[8] e nel 1981 quella di3350 m al Cratere di Nord-Est. Dalla metà degli anni 1980 l'altezza è progressivamente diminuita:3340 m nel 1986,3329m nel 1999. Nel luglio 2018 due squadre indipendenti con GPS ad altissima risoluzione, rivelarono che l'altezza dell'Etna era di3326 m. Il 25 luglio 2021 fu misurata l'altezza di3357 m[9] al Cratere di Sud-Est. Dopo il parossismo del Cratere Centrale (Voragine) del 4 luglio 2024, quest'ultimo diventa la nuova cima del vulcano con quota stimata di3369 m metri.[10] I successivi parossismi che si sono protratti fino al 15 agosto 2024 hanno fatto innalzare la vetta del vulcano a3403 m metri sul livello del mare, così come accertato dalle misurazioni dell'INGV (pubblicate nel Bollettino Settimanale Etna del 17 settembre 2024).[11][12]
L'Etna ha una struttura piuttosto complessa a causa della formazione, nel tempo, di numerosi edifici vulcanici che tuttavia in molti casi sono in seguito collassati e sono stati sostituiti, affiancati o coperti interamente da nuovi centri eruttivi. Sono riconoscibili nella "fase moderna" del vulcano almeno 300 tra coni e fratture eruttive.[13] L'area è soggetta a moderatorischio sismico[14][15] oltreché a possibile tremore vulcanico.
I crateri sommitali sono: laVoragine e la Bocca Nuova, che si sono formate all'interno del Cratere Centrale rispettivamente nel 1945 e 1968, il Cratere di Nord-Est, che esiste dal 1911 e il Cratere di Sud-Est nato nel 1971. Dal 2011 vi è anche il Nuovo Cratere di Sud-Est.[16]
La superficie del vulcano è caratterizzata da una ricca varietà di ambienti che alterna paesaggi urbani, foltiboschi che conservano diverse specie botanicheendemiche, aree desolate ricoperte daroccia magmatica e prive di vegetazione e, sopra una certa quota, soggette ainnevamento invernale e ghiacciai perenni alle più elevate (ad es. Grotta del Gelo).
La cima dell'Etna nel 2005, in basso i resti del rifugioTorre del Filosofo ricoperto dalla colata del 2002
Il territorio presenta aspetti molto differenti per morfologia e tipologia in funzione dell'altitudine. Fortemente urbanizzato sui versanti est e sud si presenta selvaggio e brullo sul lato occidentale dove predominano le "sciare" (termine siciliano locale che indica terreno di scorie vulcaniche incoerenti), specie nel versante nord. Poco urbanizzato, ma di aspetto più dolce, il versante nord con il predominio deiboschi al di sopra diLinguaglossa. Il versante est è dominato dallaValle del Bove sui margini della quale si inerpicano fitti boschi.
Il circondario ha caratteristiche che ne rendono le terre ottime perproduzioni agricole, grazie alla particolarefertilità dei detriti vulcanici. La zona abitata e coltivata giunge quasi ai1000m s.l.m. mentre le zone boschive arrivano fino ai 1 500 metri[17] Ampie parti delle sue pendici sono comprese nell'omonimoparco naturale. Il versante sud del vulcano è percorso dallastrada provinciale SP92 che si arrampica sulla montagna fino a quasi2000m di quota, generando circa 20 km di tornanti. L'infrastruttura non permette di raggiungere la cima in auto ma, raggiunta la stazione turistica attorno allaFunivia dell'Etna, continua poi il suo percorso per altri 20 km circa in direzione di Zafferana Etnea.[18].
In inverno è presente laneve che, alle quote più elevate, resiste fin quasi all'estate. Le aree turistiche da dove si può partire per le escursioni in cima al vulcano sono raggiungibili agevolmente dai versanti sud e nord-est in cui si trovano anche le due stazionisciistiche del vulcano (Etna sud edEtna nord). Da quella sud, dallo storicoRifugio Sapienza[18] nel territorio diNicolosi è possibile ammirare il golfo di Catania e la valle delSimeto. Dalle piste di Piano Provenzana a nord, in territorio diLinguaglossa, sono visibiliTaormina e le coste dellaCalabria.
La sommità dell'Etna illustrata nell'opera diLazzaro Spallanzani "Viaggi alle due Sicilie e in alcune parti dell'Appennino" (1799)Voyage critique à l'Etna en 1819. DaBEIC, biblioteca digitale
«... l'Etna nevoso, colonna del cielo / d'acuto gelo perenne nutrice / lo comprime. / Sgorgano da segrete caverne / fonti purissime d'orrido fuoco, / fiumi nel giorno riversano / corrente di livido fumo / e nella notte rotola / con bagliori di sangue / rocce portando alla discesa / profonda del mare, con fragore.»
I primi riferimenti storici all'attività eruttiva dell'Etna si trovano negli scritti diTucidide eDiodoro Siculo e del poetaPindaro[20]; altri riferimenti sono per lo più mitologici. Secondo Diodoro Siculo, circa 3 000 anni fa, in seguito a una fase di attività violentemente esplosive (probabilmente sub-pliniane) dell'Etna, gli abitanti del tempo, iSicani, si spostarono verso le parti occidentali dell'isola[21].
La Sicilia e l'Etna nel 1250
I primi studiosi a intuire che il vulcano fosse in realtà costituito da un grande numero di strutture più piccole e variamente sovrapposte o affiancate furono ilLyell,Sartorius von Waltershausen e ilGemmellaro; questi riconobbero nell'Etna almeno due principali coni eruttivi, il più recente Mongibello e il più antico Trifoglietto (nell'area della Valle del Bove).[22]. Tale impostazione non venne rivista fino aglianni sessanta quando il belga J. Klerkx (sotto la guida diAlfred Rittmann) individuò nella predetta valle una successione di altri prodotti eruttivi precedenti al Mongibello. Studi successivi hanno rivelato una maggiore complessità della struttura che risulta costituita da numerosissimi centri eruttivi con caratteristiche tipologiche del tutto differenti[23].
L'attività maggioritaria in tempi storici è stata connessa a quella del sistema centrale, che in tempi più recenti ha interessato altre nuove bocche sommitali: il Cratere di Nord-Est, formatosi nel 1911, la Voragine nata all'interno del Cratere centrale nel 1945 e la Bocca Nuova originatasi sempre al suo interno, nel 1968[13].
Nel 1971 si è formato il nuovo Cratere di Sud-Est. Infine, nel 2007, è nato il Nuovo Cratere di Sud-Est che in seguito all'intensa e frequente attività stromboliana e alle fontane di lava, tra il 2011 e il 2013 ha assunto dimensioni imponenti raggiungendo l'altezza dei crateri precedenti[13].
L'etimologia del nome Etna è da sempre dibattuta. Trova la sua prima trascrizione inAἴτνα (Aítnā)[24], nome delgreco antico che è stato connesso agli insediamenti diKατάvα (oKατάvη) (Katánā, Katánē)[25] – corrispondente al nome e all'ubicazione dell'odiernaCatania – o, parimenti, è stata connessa anche all'antica Ἴνησσᾰ (Ínēssă). Alla fondazione diAἴτνα (città) il poetaEschilo dedicò la suatragedia "Le Etnee".[26]
Il nomeAἴτνα vanterebbe una affinità etimologica con la radice del verbo grecoαἴθω (àithō)[27], cioè “bruciare”.[28][29] In effetti, l'Etna era conosciuto dai Greci comeΑἴτνη (Aítnē), forma dialettica con la variantedoricaAἴτνα,[24] e corrispondentemente presso iRomani comeAetna, sia per il vulcano che per la città.[30] Un'ipotesi indigena, che andrebbe meglio disaminata, supporrebbe una ricostruzione della radicenelsicano*aith-na ("ardente")[senza fonte] ricercando nuovamente un legame con la radice protoindoeuropea *h₂eydʰ-“accendere” e “fuoco”.
Nellamitologia greca e in seguito ancheromana,Etna è anche il nome di unaninfa siciliana, figlia diUrano eGea (Gaia) e madre deiPalici,[31] che tradizionalmente si crede abbia dato il nome al vulcano stesso.[32] Inoltre, secondoEuripide, l'interno del vulcano (antro di Efesto[33]) era il luogo dove il dioEfesto e i suoi assistenti, iCiclopi, forgiavano i terribili «fulmini» diZeus, re degli dei.[34]
Gli scritti inlingua araba[35] si riferivano a esso comeJabal al-burkān (montagna del vulcano) oJabal Aṭma Ṣiqilliya ("montagna somma della Sicilia") oJabal an-Nār ("montagna di fuoco").[36] Questo nome fu più tardi mutato inMons Gibel, letteralmente "monte Gibel"[37] (dal latinomons "monte" e dall'arabojabal (جبل) "monte"[38]), da cui il sicilianoMuncibbeḍḍu, reso poi in italiano comeMongibello(o a volte anche comeMontebello)[senza fonte].
Il nomeMuncibbeḍḍu, di uso comune tra le persone di età più avanzata, è in progressiva scomparsa; le popolazioni locali spesso si riferiscono all'Etna anche semplicemente e più colloquialmente attraverso il siciliano "A Muntagna".
Geologia e planimetria dettagliata dell'EtnaSchema geologico semplificato del complesso vulcanico dell'EtnaAntica incisione che mostra il percorso fino al mare delle colate laviche del 1669Dipinto diThomas Cole del 1842; evidente l'aspetto differente del vulcano rispetto a quello recente. Fino al 1911, l'Etna aveva un solo cratere centrale.L'Etna vista daCatania neglianni dieci delXX secolo; si nota l'aspetto del tutto diverso del vulcano modificato ampiamente dalla successiva nascita dei nuovi crateriComplesso craterico sommitale dell'Etna il 28 novembre 2015; la vista da sud-ovest evidenzia lo spostamento dei centri effusivi verso ESE. L'altezza raggiunta è pari a quella del complesso più anticoL'Etna in eruzione il 30 ottobre 2002, vista dallaStazione spaziale internazionaleColata lavica del 2002 aLinguaglossaL'Etna in eruzione il 13 gennaio 2011, vista daReggio CalabriaEvento eruttivo del 4 marzo 2012, visto dallaPlaia diCataniaFoto a lunga esposizione dell'eruzione dal NSEC (New South East Crater) con due camini del febbraio 2014Canale lavico sull'EtnaIFaraglioni dei Ciclopi -Aci Trezza (Catania)
L'Etna si è formato nel corso delle ere con un processo di costruzione e distruzione incominciato intorno a570 000 anni fa, nel periodoQuaternario, durante ilPleistocene medio[39]. Al suo posto si ritiene vi fosse un ampiogolfo nel punto di contatto tra lazollaeuro-asiatica anord e la zollaafricana asud, corrispondente alla catena dei montiPeloritani a settentrione e all'altopiano Ibleo a meridione. Fu proprio il colossaleattrito tra le due zolle a dare origine alle primeeruzioni sottomarine dilavabasaltica fluidissima con la nascita dei primi coni vulcanici, al centro del golfo primordiale detto pre-etneo, nel periodo del Pleistocene medio-superiore700 000 anni fa[40].
Di tali attività restano gli splendidi affioramenti dellaRiviera dei Ciclopi con i loroprismi basaltici (l'isola Lachea e i faraglioni diAci Trezza), le brecce vulcaniche vetrose (ialoclastiti) e lelave a pillow della rupe diAci Castello, ma anche i basalti colonnari affioranti nel terrazzo fluviale delSimeto, esteso nei versanti sud occidentale e sud orientale da Adrano e Paternò fino alla costa Ionica[39]. Il sollevamento tettonico dell'area, unitamente all'accumulo dei prodotti eruttivi, determinò l'emersione della regione e la formazione di un edificiovulcanico a scudo che è quello che costituisce il basamento dell'attuale[41].
Tra i350 000 e i200 000 anni fa, da un'attività di tipo fessurale, spesso anche subacquea, scaturirono lave estremamente fluide che diedero luogo alla formazione di bancate laviche tabulari di elevato spessore (fino a 50 m), i cui resti sono gli imponenti terrazzamenti visibili nell'area sud occidentale dell'edificio vulcanico a quote comprese fra i 300 e i 600 ms.l.m.[39] Gli studi sulla composizione di queste lave hanno messo in evidenza che questi prodotti vulcanici (sia subacquei sia subaerei) rappresentano le cosiddettevulcaniti tholeiitiche basali, cioè magmi simili, anche se con delle differenze, a quelli che vengono prodotti in aree del mantello terrestre caratterizzate da alti gradi di fusione parziale di grande attività distensive, tipiche delledorsali e delle isole oceaniche. Le tholeiiti costituiscono una percentuale assai limitata dei prodotti dell'area etnea e sono state eruttate in più riprese a partire da circa 500 000 anni fa, questa è infatti l'età dei più antichi prodotti etnei[42]. Allo stesso periodo geologico si attribuisce anche la formazione del notevoleNeck diMotta Sant'Anastasia, una rupe isolata di lave colonnari su cui è edificato il centro storico della cittadina etnea[39].
Si ritiene che tra200 000 e 110 000 anni fa ci fu uno spostamento degli assi eruttivi verso nord e verso ovest con un contemporaneo mutamento nell'attività di risalita e nei meccanismi di effusione, accompagnati da una variazione nella composizione chimica dei magmi e nel tipo di attività[39]. La nuova fase eruttiva vide come protagonisti coni subaerei che emettevano lave di tipo "alcalino". L'attività si concentrò lungo la costa ionica in corrispondenza del sistema di faglie dirette denominato delleTimpe. I prodotti alcalini costituiscono la gran mole del vulcano etneo e vengono eruttati ancora oggi. La distinzione tra i termini viene effettuata mediante i rapporti tra le percentuali di alcuni ossidi e in particolare SiO2 e K2O+Na2O ritenuti indicativi delle condizioni di genesi dei magmi stessi[43].
Fase dei Centri eruttivi della Valle del Bove (110/100 ka - 65 ka)
Durante ilTarantiano, 110 000/100 000-60 000 anni fa, l'attività eruttiva si sposta dalla zona Val Calanna-Moscarello verso l'area adesso occupata dalla depressione dellaValle del Bove. Da un'attività di tipo fissurale, come quella che ha caratterizzato le prime due fasi, si passerà gradualmente a un'attività di tipo centrale caratterizzata da eruzioni sia effusive sia esplosive. Questo tipo di attività porterà alla formazione di diversi centri eruttivi. Il principale dei coni, che viene denominato dagli studiosiMonte Calanna, è inglobato al di sotto del vulcano. Cessata l'attività di questo, circa ottantamila anni fa entrò in eruzione un nuovo complesso di coni vulcanici, i cui centri eruttivi sono denominatiTarderia, Rocche eTrifoglietto. Quest'ultimo, a dispetto del grazioso nome, fu il principale centro eruttivo di questa fase, con un'altezza stimata tra 2 400-2 600 metri, ederuzioni di tipoesplosivo di naturapliniana polifasica, come ad esempio ilVesuvio eVulcano delle isoleEolie, che emetteva lave di tipo moltoviscoso. L'attività vulcanica si spostò poi ancor più a ovest con la nascita di un'ulteriore bocca vulcanica a cui vien dato il nome di Trifoglietto II (dai 70 000 ai 55 000 anni fa). L'esplosività è probabilmente collegata alle grandi quantità di acqua nell'edificio che vaporizzandosi frammentava ilmagma. Il collasso di questo edificio avrebbe contribuito alla formazione della già citataValle del Bove, profonda fino 1 000 metri e ampia 7 x 4,5 km, lasciando esposti sulle pareti di questa gli affioramenti di rocce piroclastiche che evidenziano lo stile particolarmente esplosivo della sua attività. Studi più recenti hanno evidenziato la formazione multifasica dell'anfiteatro naturale, con un ultimo significativo episodio di collasso nell'VIII secolo a.C.[44]
Successivamente, si formeranno quattro centri eruttivi minori che si sovrapporranno completamente sui fianchi dei vulcani Rocche e Trifoglietto. Questi vulcani sono conosciuti come Monte Cerasa, Giannicola, Salifizio e Cuvigghiuni, la cui attività proseguirà fino a circa 65.000 anni fa.
La fase dello stratovulcano: l'Ellittico (65/55 ka - 15 ka)
Intorno a 65-55 000 anni fa circa si verifica un ulteriore spostamento dell'attività eruttiva verso nord-ovest dopo la fine dell'attività dei centri della Valle del Bove. È la fase detta dellostratovulcano. Tale spostamento porterà alla formazione delvulcano Ellittico, il più grosso centro eruttivo che costituisce la struttura principale del monte Etna. Il nome Ellittico deriva dalla forma, appunto di ellisse (2 km asse maggiore e 1 km asse minore), della caldera che ha segnato la fine della sua attività. I suoi prodotti, sia colate laviche sia piroclastiti, costruirono un edificio di dimensioni notevoli la cui altezza, prima del collasso calderico avvenuto 15 000 anni fa, è stimata tra i 3 600 e i 4 000 metri di altezza. Le eruzioni laterali dell'Ellittico hanno prodotto la graduale espansione laterale dell'edificio vulcanico attraverso la messa in posto di colate laviche che hanno causato un radicale cambiamento dell'assetto del reticolo idrografico principalmente nel settore nord e nord-orientale[45]. In quest'area le colate laviche colmarono antiche paleovallate come quella delfiume Alcantara generando numerosi fenomeni di sbarramento lavico del paleoalveo del fiume Simeto[46]. L'attività eruttiva dell'Ellittico si è conclusa circa 15 mila anni fa con un'intensa fase esplosiva caratterizzata da una serie di eruzioni pliniane. Esse hanno provocato la deposizione di materiali piroclastici, che si sono ampiamente distribuiti lungo i fianchi dell'Etna. La caldera dell'Ellittico, risultante dal collasso dell'imponente edificio vulcanico, e i cui bordi racchiudono laValle del Bove, è ben visibile tuttora, estendendosi da Pizzi Deneri e Punta Lucia, e costituendo l'ossatura dellostratovulcano etneo.[47]
L'intensa e continua attività effusiva degli ultimi 15 000 anni riempirà del tutto la caldera del vulcano Ellittico coprendo in gran parte i suoi versanti e formando il nuovo cono craterico sommitale. Tale attività effusiva, originata sia dalle bocche sommitali sia da apparati eruttivi parassiti, porterà alla formazione dell'edificio vulcanico che forma il complesso in attività: ilMongibello. Nel corso del tempo si sono avute fasi di stanca e fasi di attività eruttiva, con un collasso del Mongibello intorno a otto-novemila anni fa; nei prodotti del Mongibello è stata osservata una generale transizione da termini più antichi e acidi (relativamente arricchiti in SiO2) a più recenti e basici (cioè relativamente povere di SiO2) e porfirici (ricchi di minerali cristallizzati in profondità prima dell'emissione), le lave sono quindi ritornate a essere di tipo fluidobasaltico e si sono formati altri coni di cui alcuni molto recenti. A periodi abbastanza ravvicinati entra in eruzione incominciando in genere con un periodo didegassamento ed emissione di sabbia vulcanica a cui fa seguito un'emissione dilava abbastanza fluida all'origine. Talvolta vi sono dei periodi di attività stromboliana che attirano folle di visitatori d'ogni parte del mondo per via della loro spettacolarità.[47]
Nonostante i vulcani eruttino prevalentemente dalla loro cima, da uno o piùcrateri sommitali, l'Etna si caratterizza per essere uno dei pochi vulcani al mondo in cui è stato possibile osservare a memoria d'uomo la nascita di nuove bocche eruttive sommitali, formatesi prevalentemente nel secolo scorso[48]. Fino al 1911, l'Etna aveva un solocratere, denominatoCratere Centrale. Di esso vi è molteplice testimonianza, fotografica, cartacea tramite disegni, persino tramite cartoline postali.[49] Dal punto di vista pittorico, giàThomas Cole dipinse più volte l'Etna come classicostratovulcano con un solocratere.[50][51] Esso appare molto ampio dalle fonti; secondo alcune stime, il suo diametro era pari a circa 500 metri e la sua profondità diverse centinaia.[49] Successivamente, vi fu la nascita di nuovi crateri, finché, fino agli anni 2000, l'Etna ebbe quattro crateri sommitali attivi. Essi, in ordine cronologico di formazione, sono: il cratere subterminale diNord-est formatosi nel 1911 (NEC), il primo a formarsi; poi, laVoragine oVoragine Grande nel 1945, laBocca Nuova del 1968 (BN) e il cratere subterminale diSud-est (del 1971) (SEC)[49][52]. LaVoragine oVoragine Grande è spesso confusa con ilCratere Centrale. In effetti, i due crateri si sovrapposero, con laVoragine formatasi all'interno delCratere Centrale, che fino al 1945 era l'unico cratere dell'Etna.[49][53]
Tuttavia, solo nell'ultimo decennio, per la prima volta, i vulcanologi sono riusciti ad applicare un moderno approccio multidisciplinare per monitorare la nascita di un nuovo cratere sommitale e cercare di comprendere cosa renda tanto instabile un vulcano come l'Etna in corrispondenza delle bocche sommitali: alla fine del 2011 dove prima c'era uncratere a pozzo (opit crater) alla base orientale del SEC, si è infatti sviluppato quello che ormai gli studiosi hanno ribattezzato Nuovo Cratere di Sud-Est (NSEC)[54]. L'edificio vulcanico del Nuovo Cratere di Sud-Est, formatosi lungo una frattura orientata lungo una direzione Nord-Ovest Sud-Est, è successivamente cresciuto con grande rapidità sull'orlo di una parete a strapiombo della Valle del Bove, alta circa mille metri, presentando quindi una relativa instabilità che caratterizza tutto il fianco nord-orientale del vulcano e mantiene alta l'attenzione degli scienziati.
Questi hanno recentemente stabilito che il vulcano subisce ciclicamente nel tempo dei fenomeni di inflazione (rigonfiamento), seguiti da deflazione (sgonfiamento) che possono durare per un periodo di alcuni mesi fino a qualche anno. Come riferito da Marco Neri, coordinatore del lavoro di studi e primo ricercatore presso l'Osservatorio etneo dell'INGV (INGV-OE), durante un recente periodo di inflazione, «il fianco nord-orientale dell'Etna si è deformato, seguendo traiettorie di "traslazione" semi-circolari: la porzione sommitale si è spostata verso Nord-est, la parte intermedia verso Est e infine la parte distale, in prossimità del Mare Ionio, è traslata verso Sud-est. Lo spostamento verso Nord-est della parte sommitale del vulcano ha favorito l'apertura di numerose fessure eruttive orientate in senso Nord-ovest Sud-est e la conseguente nascita del Nuovo Cratere di Sud-est»[48]. La traslazione verso lo Ionio è confermata anche dagli studi condotti dalla Open University[55].
Durante una campagna di misurazioni con GPS effettuata dall'INGV nel gennaio del 2014 si constatò che il punto più alto del nuovo cono si era assestato a una quota di 3 290 ms.l.m.[56] facendone di fatto una delle bocche sommitali più alte del grande vulcano. Nel corso della seconda metà deglianni 2010, la sella intracraterica del Sud-Est fu notevolmente sconvolta con le attività del 2016, 2017, 2018. Nel 2020, a dicembre, iniziò un ciclo eruttivo che stravolse totalmente l'assetto della zona terminale: a seguito di attività esplosive, infatti, il nuovo cono intracraterico del Sud-Est superava i 3 357 ms.l.m. tra il 13 e il 25 giugno 2021 assestandosi quale nuova vetta, in sostituzione del NEC[57].
L'Etna presenta inoltre diverse piccole bocche laterali sparse a varie altitudini, dettecrateri avventizi, prodotte dalle tante eruzioni laterali nel tempo. Esistono anche deicentri eruttivi eccentrici caratterizzati dalla non condivisione del condotto vulcanico con il vulcano principale, ma del solo bacino magmatico, quali imonti Rossi e ilmonte Mojo.[47]
In genere le eruzioni dell'Etna pur fortemente distruttive delle cose, non lo sono per le persone se si eccettuano i casi fortuiti come quello di Bronte del25 novembre del 1843 in cui a causa di una falda freatica la lava esplose colpendo una settantina di persone delle quali persero la vita almeno 36[58] o di palese imprudenza come nel1979 quando un'improvvisa pioggia di massi uccise nove turisti, avventuratisi fino al cratere apparentemente spento, e ne ferì un'altra decina. Le fonti della memoria storica ricordano centinaia di eruzioni di cui alcune fortemente distruttive.
L'eruzione più lunga a memoria storica è quella del luglio 1614. Il fenomeno durò ben dieci anni ed emise oltre un miliardo di metri cubi dilava, coprendo 21 chilometri quadrati di superficie sul versantesettentrionale delvulcano. Le colate ebbero origine a quota 2 550 e presentarono la caratteristica particolare di ingrottarsi ed emergere poi molto più a valle fino allaquota di 975 ms.l.m., al di sopra comunque dei centri abitati. Lo svuotamento dei condotti diingrottamento originò tutta una serie digrotte laviche, visitabili, come lagrotta del Gelo, lagrotta dei Lamponi, lagrotta delle Palombe, ilComplesso Immacolatelle e Micio Conti[59][60].
Nel1669 avvenne l'eruzione più conosciuta e distruttiva, che raggiunse e superò, dal latooccidentale, la città diCatania; ne distrusse la parte esterna fino allemura, circondando ilCastello Ursino e superandolo creò oltre un chilometro di nuova terraferma. L'eruzione fu annunciata da un fortissimo boato e da unterremoto che distrusse il paese diNicolosi e danneggiòTrecastagni,Pedara,Mascalucia eGravina. Poi si aprì un'enorme fenditura a partire dalla zona sommitale e, sopra Nicolosi, si iniziò l'emissione di un'enorme quantità di lava. Il gigantesco fronte lavico avanzò inesorabilmente seppellendoMalpasso,Mompilieri,Camporotondo,San Pietro Clarenza,San Giovanni Galermo eMisterbianco oltre avillaggi minori dirigendosi verso ilmare. Si formarono i dueconipiroclastici che sono denominatiMonti Rossi, anord di Nicolosi. L'eruzione durò 122 giorni ed emise un volume di lava di circa 950 milioni di metri cubi.
Nel 1892 un'altra eruzione portò alla formazione, a circa 1 800 m di quota, del complesso deiMonti Silvestri. Nel 1928, ai primi di novembre, ebbe inizio l'eruzione più distruttiva del XX secolo. Essa portò, in pochi giorni, alla distruzione della cittadina diMascali. La colata fuoriuscì da diverse bocche laterali sul versante orientale del vulcano e minacciò ancheSant'Alfio eNunziata. L'eruzione del 5 aprile del 1971 ebbe inizio a quota 3 050 da una voragine dalla quale l'emissione di prodotti piroclastici formò il cono sub-terminale di Sud-est. Vennero distrutti l'Osservatorio Vulcanologico e lafunivia dell'Etna. Ai primi di maggio si aprì una lunga fenditura a quota 1 800 ms.l.m. che raggiunseFornazzo e minacciòMilo. La lava emessa fu di 75 milioni di metri cubi.
L'eruzione del 1981 ebbe inizio il 17 marzo e si rivelò abbastanza minacciosa: in appena poche ore si aprirono fenditure da quota 2 550 via via fino a 1 140. Le lave emesse, molto fluide, raggiunsero e tagliarono laFerrovia Circumetnea; un braccio si arrestò appena 2 000 metri prima diRandazzo. Il fronte lavico tagliò lastrada provinciale e laFerrovia Taormina-Alcantara-Randazzo delleFerrovie dello Stato, proseguendo fino alle sponde delfiume Alcantara. Si temette la distruzione della pittoresca e fertilevallata, ma la furia del vulcano si arrestò alla quota di 600 m.
Il 1983 è da ricordare oltre che per la durata dell'eruzione, 131 giorni, con 100 milioni di metri cubi di lava emessi (che distrussero impianti sciistici, ristoranti, altre attività turistiche, nuovamente la funivia dell'Etna e lunghi tratti della S.P. 92), anche per il primo tentativo al mondo dideviazione per mezzo diesplosivo della colata lavica. L'eruzione si presentava abbastanza imprevedibile, con numerosi ingrottamenti ed emersioni di lava fluida a valle, che fecero temere per i centri abitati diRagalna, Belpasso e Nicolosi. Pur tra molte polemiche, e divergenze tra gli studiosi, vennero praticati, con notevole difficoltà, date le altissimetemperature che arrivavano a rovinare le punte da foratura, decine e decine di fornelli per consentire agli artificieri di immettere le cariche esplosive. La colata venne parzialmente deviata; l'eruzione ebbe comunque termine di lì a poco.
Il 14 dicembre del 1991 ebbe iniziola più lunga eruzione del XX secolo (durata 473 giorni), con l'apertura di una frattura eruttiva alla base del cratere di Sud-est, alle quote da 3 100 m a 2 400 ms.l.m. in direzione dellaValle del Bove. L'esteso campo lavico ricoprì la zona detta del Trifoglietto e si diresse verso il Salto della Giumenta, che superò il 25 dicembre 1991 dirigendosi verso la Val Calanna. La situazione fu giudicata pericolosa per il comune diZafferana Etnea e venne messa in opera una strategia di contenimento concertata tra laProtezione civile e ilGenio dell'Esercito. In venti giorni venne eretto un argine di venti metri d'altezza che, per due mesi, resse alla spinta del fronte lavico. La tecnica fu quella dell'erezione di barriere in terra per mezzo di lavoro ininterrotto di grandi ruspe ed escavatori a cucchiaio.
Questa tecnica in seguito si rivelerà efficace nel tentativo di salvataggio del rifugio Sapienza e della stazione turistica di Etna Sud nel corso dell'eruzione2001, e sarà oggetto di studio da parte di équipe internazionali, tra cui espertigiapponesi[61]. Tutto si rivelò efficace nel rallentare il flusso lavico guadagnando tempo ma ancora una volta non risolutivo in caso di persistenza dell'evento eruttivo. Furono chiamati gli incursori della Marina che operarono nel canale principale, a quota 2 200 m, con cariche esplosive al plastico (C4) e speciali cariche esplosive cave per deviare il flusso di lava nel canale d'invito e inviarla così nella valle del Bove, riportando la posizione del fronte lavico a quella di circa sei mesi prima. L'operazione riuscì perfettamente, utilizzando una carica di C4 pari a 7 tonnellate e trenta cariche cave; il tutto, fatto esplodere in rapidissima successione, fece crollare il diaframma che separava il magma dal canale d'invito. Successivamente venne ostruito con grandi macigni di pietra lavica il canale principale che scendeva pericolosamente verso Zafferana Etnea.[62]
L'Etna continua ad essere un vulcano attivo. Negli ultimi anni l'area sommitale dell'Etna è cambiata, si trasforma continuamente. Al 2024 presenta cinque crateri in attività (Cratere di Sud-est, Nuovo Cratere di Sud-est, Bocca Nuova, Voragine, Cratere di Nord-est). Il cratere considerato il ''più giovane'' è il Nuovo Cratere di Sud-Est (2007) che negli anni ha avuto parecchie eruzioni e parossismi con emissione dicenere vulcanica[53].
Nel corso dell'ultimo ventennio l'attività vulcanica non si è mai arrestata del tutto alternando episodi di attività stromboliana, brevi pause e violente fasi di degassamento ed emissione di cenere ma con limitate fasi effusive interessando i vari crateri.
L'Etna è meta costante delle visite di turisti interessati al vulcano e alle sue manifestazioni in quanto si tratta di uno dei pochi vulcani attivi al mondo a essere facilmente accessibile. Sono presenti strutture di supporto con guide specializzate e mezzi fuoristrada che in sicurezza portano i visitatori fino ai crateri sommitali. L'accesso e le escursioni alla zona sommitale è consentito solo se accompagnati daguide alpine oVulcanologiche, le uniche figure professionali abilitate ai sensi di legge all'accompagnamento professionale sui vulcani attivi.
L'Etna si presta, in virtù dell'altitudine e dell'innevamento invernale, asport qualisci alpino,sci di fondo,scialpinismo,snowboard,sleedog. L'abbondante innevamento consente l'apertura stagionale degli impianti delle due stazioni sciistiche presenti (una nel versante sud e l'altra in quello nord) in genere dalla metà di dicembre a primavera inoltrata. Nel versante sud (Etna Sud), dalRifugio Giovannino Sapienza (Nicolosi) si può usufruire di unacabinovia da 6 posti, di unaseggiovia biposto e di treskilift per raggiungere le piste. Il comprensorio meridionale offre circa 10 km di piste. Il versante nord (Etna Nord,Piano Provenzana,Linguaglossa, situato a 1 825 m), è dotato invece di tre skilift e di una seggiovia. Nel versante est è presente ilrifugio Citelli, in comune diSant'Alfio.
Entrambe le stazioni sciistiche hanno subito, in due eruzioni differenti, la quasi totale distruzione delle strutture da parte di colate laviche. In particolare le piste di Nicolosi furono danneggiate dall'eruzione dell'estate del2001 quando unacolata lavica distrusse la stazione d'arrivo della funivia e il centro servizi passando a pochi metri dal "Rifugio Sapienza". Le piste di Piano Provenzana furono colpite dalla colata dell'autunno del 2002. Tuttavia, dopo qualche anno di interruzione, gli impianti furono riattivati.
Il Monte Etna,nell'antichità, fu meta di una visita dell'imperatoreAdriano[senza fonte] e la leggenda narra che fu anche il luogo di morte del filosofoEmpedocle.Neglianni trenta la Valle del Bove, lungo il versante orientale dell'Etna, fu meta di alcuni alpinisti che esplorarono alcuni speroni rocciosi tracciandovi brevi itinerari poi caduti nell'oblio[senza fonte]. Negli anni successivi l'evoluzione dei materiali e dell'arrampicata (soprattutto quella sughiaccio) ha portato all'esplorazione sistematica delle pieghe della valle con l'apertura di grandiosi itinerari che sono tra i più lunghi e completi del Mezzogiorno d'Italia quali Serra Cuvigghiuni (1 000 m, AD ma con passi fino al VI-); Serra Giannicola Grande (1 000 m, PD+); Cenerentola (300 m, AD) e molti altri.
La salita Sud-Est dell'Etna fino alRifugio Sapienza (circa 1 900 m s.l.m.) dalla costa catanese, classificabile come salita lunga e dalle medie pendenze, presenta undislivello di circa 1 850 m con pendenze medie del 6-7% ed è una delle salite più dure del Centro-Sud Italia. Oltre il Rifugio Sapienza la salita prosegue tortuosa su terreno sterrato per altri mille metri di dislivello circa fino allaTorre del Filosofo (2 900 m circa) che ne fanno complessivamente la salita con il più elevato dislivello inEuropa assieme alPico del Veleta inSpagna, alTeide nelleIsole Canarie e alColle della Bonette inFrancia. L'Etna conta molteplici versanti di ascesa, quelli più noti sono sette di cui cinque posti sul versante Sud e due sul versante Nord-Est.
Dal 2019 è attivo il Parco Ciclistico Etna che mette in palio dei brevetti speciali per coloro che riescono a completare da uno a sette versanti in un unico giorno solare.[senza fonte]
Il 22 agosto 1982, per la prima volta, venne corsa una maratona di beneficenza; i partecipanti indossavano una maglia bianca con la scritta Corri Catania.[senza fonte]
Dal 2004, il vulcano è sede dellaSuperMaratona dell'Etna, maratona difficile con i suoi tremila metri di dislivello. La manifestazione sportiva parte dalla spiaggia diMarina di Cottone sul livello del mare e si conclude, appunto, sul vulcano a quota tremila.
Dal 2010, intorno a metà luglio, sull'Etna si corre l'Etna Trail, insieme di gare ditrail running su diverse distanze, dai 12 ai 94 km[63][64].
Sulle strade del versante sud si è disputata, sin dal 1924, una gara automobilistica, laCronoscalata Catania-Etna con partenza da Catania. Motivi di sicurezza e di circolazione suggerirono in seguito di spostare il punto di partenza a nord diNicolosi.
Le eruzioni regolari della montagna, a volte drammatiche, l'hanno resa un soggetto di grande interesse per lamitologia greca eromana che hanno cercato di spiegare il comportamento del vulcano tramite i varidei egiganti delle leggende romane e greche.
A proposito del dioEolo, il re deiventi, si diceva che avesse imprigionato i venti sotto le caverne dell'Etna. SecondoEsiodo e il poetaEschilo, il giganteTifone fu confinato nell'Etna e fu motivo di eruzioni. Un altro gigante,Encelado, si ribellò contro gli dei, venne sconfitto daAtena e sepolto sotto un enorme cumulo di terra che la dea raccolse dalle coste del continente. Encelado soccombette, si appiattì e divenne l'isola di Sicilia. Si racconta che il suo corpo sia disteso sotto l'isola con la testa e la sua bocca sotto l'Etna che sputa fuoco a ogni grido del gigante[65]. Di Encelado sepolto sotto l'Etna parla pure Virgilio[66]. SuEfesto oVulcano, dio del fuoco e dellametallurgia efabbro degli dei, venne detto di aver avuto la sua fucina sotto l'Etna e di aver domato il demone del fuocoAdranos e di averlo guidato fuori dalla montagna, mentre iCiclopi vi tenevano un'officina di forgiatura nella quale producevano le saette usate come armi daZeus. Si supponeva che il "mondo dei morti" greco, ilTartaro, fosse situato sotto l'Etna.
Si racconta cheEmpedocle, un importantefilosofopresocratico e uomo politico greco delV secolo a.C., si gettò nelcratere del vulcano per scoprire il segreto della sua attività eruttiva. Il suo corpo sarebbe stato in seguito restituito dal mare al largo della costa siciliana, anche se in realtà sembra che sia morto in Grecia.
Nel medioevo divenne luogo privilegiato per la mitologia medievale, in particolare arturiana, celtica e germanica. Tra gli altri, associato a questo luogo, laFata Morgana e l'isola diAvalon.Re Artù risiederebbe, secondo la leggenda, in un castello sull'Etna, il cui celato ingresso sarebbe una delle tante e misteriose grotte che la costellano. Il mitico re dei Britanni appare anche in una leggenda, quella delcavallo del vescovo, narrata daGervasio di Tilbury[67]. Secondo una leggenda inglese l'anima della reginaElisabetta I d'Inghilterra risiederebbe nell'Etna, a causa di un patto che lei avrebbe fatto coldiavolo in cambio del suo aiuto per governare il regno.
L'Etna ha ispirato nell'antichità diverse opere letterarie, tra cui laTeogonia di Esiodo e una perdutatragedia diEschilo, intitolataLe Etnee, ildramma satirescoIl ciclope diEuripide, ispirato alla figuraomerica diPolifemo e ambientato alle balze dell'Etna,[68] e il poemetto pseudovirgilianoAetna compreso all'interno dell'Appendix Vergiliana. Da menzionare poi nelRinascimento ilDe Aetna, un saggio in latino diPietro Bembo, in cui la descrizione del vulcano e della sua ascensione è un pretesto per discutere dei classici. L'Etna ha poi ispirato anche diverse poesie nell'età moderna; esempi significativi possono essere laFábula de Polifemo y Galatea, opera scritta nel 1616 daLuis de Góngora ispirata alla leggenda diAci e Galatea e ambientata in una caverna etnea,A' piè dell'Etna diAlfio Belluso,[69] eAll'Etna diMario Rapisardi.[70]
Nel 2021La nave di Teseo ha pubblicatoIl sangue della Montagna diMassimo Maugeri, romanzo ambientato sull'Etna e che indaga sul rapporto tra uomo e vulcano[71] (candidato all'edizione 2022 delPremio Strega da Maria Rosa Cutrufelli).
^ Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia,Bollettini Multidisciplinari: Bollettino Settimanale sul monitoraggio multiparametrico del vulcano Etna del 17/09/2024 (PDF), suwww.ct.ingv.it.URL consultato il 17 settembre 2024.: «Dal 31 luglio [2024], data del precedente sorvolo, si sono accumulati circa 35 m di vulcaniti sull'orlo est. L'orlo orientale del cratere VOR ha raggiunto una quota massima di 3403 m s.l.m, è aperto verso ovest e si presenta allungato in direzione NNE-SSO (asse maggiore 180 m circa). Dal 31 luglio, il fondo craterico si è abbassato di circa 5 m, mentre sull'orlo orientale e settentrionale si sono accumulati 30-35 m di vulcaniti.»
^ab Lorenzo Rocci,Vocabolario Greco Italiano, 37ª ed., Società editrice Dante Alighieri, 1993, p. 47.
^Rinvenimenti del 1978 presso il monastero dei Benedettini, sotto la direzione di F. Giudice; vedi F. Giudice, E. Procelli, R. M. Albanese, M. Frasca, «Catania. Scavo all'interno del muro di cinta del Monastero dei Benedettini», inCronache di Archeologia nº 18, 1979, pp. 129-141.
^ Antonio Maddalena,Storia della letteratura greca o dell'idealismo classico, U. Mursia & C., 1967, p. 243.
^Questo verbo del greco antico presenta un'aspirazione che è invece assente nel corrispondente toponimo, cosa che complica una ipotetica ricostruzione a sostegno di una qualche derivazione diretta da un ceppo ellenico. In senso opposto, appare più probabile che gli scrittori greci abbiano ricevuto il termine come prestito linguistico.
^Nel suo libroPlace-names of the World (Toponimi del mondo), Adrian Room scarta l'etimologia dal greco; cfr.Volcano – Podictionary Word of the Day, sublog.oup.com, 29 aprile 2010.URL consultato il 2 giugno 2011.
^In epoca moderna interpretato e tradotto come "Montagna due volte" o "Monte dei Monti". In realtà la coesistenza in altri luoghi di etimologie simili si deve ridimensionare a una vera e propria ignoranza da parte dei geografi medievali i quali non conoscevano il significato digibel. La coesistenza delle due lingue, latino e arabo, infatti deve far pensare all'introduzione del lemma non prima dellaetà Normanna.
^"Altra ripetizione in Mongibello (…) derivato da “Mons” (latino: monte) e “Jabal” (arabo: monte)" inNote di toponomastica (PDF), suaraldicacivica.it.URL consultato il 20 agosto 2011(archiviato dall'url originale il 27 marzo 2009)..
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