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Esercito meridionale

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Esercito Meridionale
Lacolonna Medici entra a Palermo
Descrizione generale
Attivamaggio1860 - gennaio1861
NazioneRegno di Sardegna (bandiera) Regno di Sardegna
ServizioForza armata
TipoVolontari
RuoloFanteria,artiglieria,cavalleria,genio,polizia politica
Dimensione50.000
SoprannomeCamicie rosse-garibaldini
ColoriRosso
Battaglie/guerreSpedizione dei Mille
Parte di
I Mille
Reparti dipendenti
Comandanti
Degni di notaGiuseppe Garibaldi,Giuseppe Sirtori
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

L'Esercito meridionale fu laforza armata che si costituì in seguito allaspedizione dei Mille. Tale denominazione ufficiale fu data daGiuseppe Garibaldi.

Questo esercito, composto da volontari italiani e anche stranieri, raggiunse circa 50.000 uomini. Gliufficiali indossavano l'uniforme di colorerosso, e quindi tutti i combattenti, comei Mille, furono definiti "camicie rosse". Venne disciolto prima dellaproclamazione del Regno d'Italia.

Storia

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Quando Garibaldi sbarcò aMarsala nel maggio1860, la colonna di volontari italiani settentrionali era composta daI Mille (tra i quali45 siciliani).

Ipicciotti siciliani

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Lo stesso argomento in dettaglio:Dittatura di Garibaldi.

A loro si aggregarono subito quasi 200 volontari siciliani. Quando il generale proclamò laDittatura garibaldina della Sicilia aSalemi, ancora altri siciliani si arruolarono, guidati dai fratelli Sant'Anna.

Il 14 maggio arrivarono 500 volontari siciliani, dalle campagne diErice, al comando di Giuseppe Coppola e del medicoRocco La Russa e combatterono già nellabattaglia di Calatafimi[1]. Quando arrivarono a Palermo ipicciotti erano 3.000 e al termine della battaglia erano arrivati a 6.602[2].

La milizia nazionale siciliana

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Già con il decreto dittatoriale n. 2 del 14 maggio, Garibaldi stabiliva la formazione di una Milizia nazionale siciliana, con una aliquota destinata per il mantenimento dell'ordine pubblico. L'organizzazione era la seguente: dai 17 ai 30 anni, si entrava nell'esercito (milizia attiva), dai 30 ai 40 anni ci si occupava del mantenimento dell'ordine pubblico nei distretti, mentre dai 40 a 50 si assumevano compiti di sorveglianza nei propri comuni.

Il decreto stabiliva inoltre lacoscrizione obbligatoria dai 17 ai 50 anni di età. La milizia era inquadrata inbattaglioni, e ciascuno di questi doveva comprendere almeno 4compagnie formate da 60 a 150 militi.[3] Con il decreto n.289 del 22 ottobre 1860 il prodittatoreMordini trasferì la milizia nazionale siciliana, comandata daNicolò Turrisi Colonna, nellaGuardia nazionale italiana, alle dipendenze del suo comandante generale.

I rinforzi e la riorganizzazione

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Lo stesso argomento in dettaglio:Corpo dei Carabinieri di Sicilia, Marina militare siciliana e Sbarchi dei rinforzi alla spedizione dei Mille.

Dopo lapresa di Palermo (30 maggio),i Mille si erano ridotti a 600 unità, ma a giugno cominciarono ad arrivare via mare anche i rinforzi dall'Italia del nord: i primi furono quelli dellaspedizione Agnetta, arrivati a Marsala il 1 giugno; seguirono i 2.500 uomini al comando diGiacomo Medici; altri volontari, poi aggregati alla divisione diEnrico Cosenz, furono gli 800 partiti daGenova col vapore "Washington" il 2 luglio 1860 e sbarcati il 5 luglio aPalermo. Le file si ingrossarono nellabattaglia di Milazzo, mentre il 16 luglio un'altra colonna, tra cui molti mantovani, partì da Genova, al comando diGaetano Sacchi.[4] Via, via giunsero nel meridione altri contingenti. Nell'armata garibaldina erano presenti numerosi altri volontari partiti da Genova e in parte da Livorno.

Con un decreto del 2 luglio ilgoverno dittatoriale di Garibaldi, "Comandante in capo delle forze nazionali in Sicilia", emanava "l'organico dell'Esercito siciliano", composto da due divisioni, XV e XVI, comandate rispettivamente daStefano Turr e daGiuseppe Paternò, per complessive cinque brigate. Con un ulteriore decreto del giorno successivo si emanava l'organico della "Marina militare siciliana".[5] Il 14 luglio fu istituito ilCorpo dei Carabinieri di Sicilia.

Quando igaribaldini dal 19 agosto sbarcarono inCalabria, affluirono nell'esercito volontari calabresi e, giunti inBasilicata, si aggregarono a Garibaldi 2.000 uomini dellaBrigata Lucana e l'Esercito dasiciliano, fu denominatomeridionale. Durante l'avanzata delle camicie rosse sempre più combattenti di tutte le province meridionali si aggregarono progressivamente all'armata. Questi volontari diedero un grande apporto nellabattaglia del Volturno, durante la quale il supporto dell'esercito Sabaudo fu minoritario. Nell'ottobre 1860, quando l'armata comandata daVittorio Emanuele II di Savoia giunse nella zona di prima linea delle operazioni belliche, Garibaldi affidò le quasi 50.000 camicie rosse al re sabaudo, ritirandosi aCaprera.

Il 6 maggio 1860Domenico Damis partì con iMille da Genova alla volta di Marsala. DallaSicilia avvisò i patrioti lungresi di prepararsi a seguireGaribaldi verso Napoli. Alla notizia del suo arrivo 500 volontari partirono dalla solaLungro.[6][7] Così Angelo Damis, capo legionario della zona, organizzò cinque compagnie guidate da altrettanti lungresi Vincenzo Stratigò, Cesare Martino, Pietro Irianni, Pasquale Trifilio ePier Giuseppe Samengo. Il 2 settembre, sotto una pioggia di fiori, Giuseppe Garibaldi arrivò aCastrovillari; insieme a luiDomenico Damis che prese il comando delle compagnie lungresi. Alla legione diLungro si unirono quelle diFrascineto eCivita, costituendo così una brigata sotto il comando di Giuseppe Pace. Il 1 ed il 2 ottobre letruppe borboniche opposero una residua resistenza ai nostri. Nella battaglia del Volturno i lungresi combatterono valorosamente ottenendo una splendida vittoria.[8] Tutt'oggi a Lungro parte della toponomastica è dedicata alle vicendeRisorgimentali: tra le più famose vie e piazze vi sono Via deiMille, via dei 500, Piazza XVI Luglio e Piazza GeneraleDamis. Dal2007 Lungro è denominata "Città delRisorgimento".[9]

L'ingresso di Vittorio Emanuele II a Napoli e lo scioglimento

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Il 7 novembre Garibaldi scortò ilRe nel suo ingresso trionfale a Napoli e subito partì perCaprera. Nel mentre affidò aGiuseppe Sirtori la responsabilità di gestire l'ingresso del suo Esercito meridionale in quello sabaudo. L'11 novembre 1860, pochi giorni dopo ilplebiscito del 1860,Cavour firmò il decreto che scioglieva l'Esercito Meridionale. Ai volontari garibaldini fu data la possibilità di arruolarsi con una ferma biennale nell'Esercito piemontese, oppure di chiedere le dimissioni con sei mesi di paga. Agli ufficiali fu concessa l'ammissione nell'Esercito sottoponendosi a un esame. Fu composta una commissione di scrutinio per il riconoscimento degli ufficiali", con Sirtori, Giacomo Medici e Enrico Cosenz per parte garibaldina, il generaleDella Rocca presidente, il generaleGozzani di Treville ed il generalePettinengo - sostituito dal generaleSolaroli, ma questa dilatò i suoi lavori.

Il Comando dei Volontari fu sciolto definitivamente con Decreto del 1 febbraio 1861 che, altresì, ne dispose il trasloco in Piemonte. Con esso anche l'Intendenza Generale fu trasferita aTorino. Furono ammessi nel Regio esercito alcuni generali garibaldini come Giacomo Medici, Enrico Cosenz,Nino Bixio,Stocco e lo stesso Sirtori. Altri invece no, comeStefano Canzio,Luigi Castellazzo,Giovanni Battista Fauché. Altri ancora furono accettati, ma con un grado inferiore a quello che avevano ottenuto nell'Esercito meridionale: ad esempioGiovanni Acerbi da generale garibaldino fu accettato come colonnello.

In difesa del suo esercito Garibaldi, il 18 aprile 1861, pronunciò un discorso alla Camera, accusando «la fredda e nemica mano di questo Ministero [Cavour]» di aver voluto provocare una «guerra fratricida». Il Conte di Cavour reagì con violenza, chiedendo invano, al presidente della CameraRattazzi, di richiamare all'ordine il generale. La seduta fu sospesa e Nino Bixio tentò nei giorni successivi una riconciliazione che non si compì mai del tutto, anche per la morte pochi giorni dopo di Cavour.[10]

Dei 50.000 volontari, secondo lo storico militare John Gooch, circa 5000 ufficiali garibaldini vennero inglobati nelRegio Esercito tra il 1861 e il marzo1862.[11] Alcuni volontari dell'esercito garibaldino divennero temuti briganti, l'esempio più noto èCarmine Crocco.

Il progetto “Alla ricerca dei garibaldini scomparsi”

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volontari garibaldini

Negli anni 2000 l'archivio di Stato di Torino ha avviato un progetto "Alla ricerca dei garibaldini scomparsi” con lo scopo di fare uncensimento dei garibaldini che parteciparono all'impresa,[12] ricercandone i nominativi e altre informazioni tra la documentazione che è stato possibile reperire al riguardo e relativa alla costituzione di uno dei più grandi eserciti volontari della storia d’Italia. Infatti in passato la storia ha concentrato quasi sempre tutta la sua attenzione sui nomi dei circa primi 1.000 volontari garibaldini, anche se alla fine della campagna Garibaldi aveva ai suoi ordini circa 50.000 volontari, che costituivano l’Esercito dell’Italia Meridionale[13].

Al momento sono stati registrati circa 35.000 nominativi, che è possibile rintracciare consultando la voce “Garibaldini” nel portale dell’Archivio di Stato di Torino. La ricerca dei nominativi dei volontari garibaldini è ancora in atto attraverso i dati dell’Archivio di Stato di Torino: Mille di Marsala, Esercito Italia Meridionale, Archivio Militare di Sicilia eArchivio di Stato di Genova: Prefettura di Genova, Matrici di passaporti rilasciati a Genova ai volontari partiti successivamente alla prima Spedizione di Garibaldi[14].
Nel portale sono presenti anche altre banche dati di corpi militari dell’epoca e di periodi successivi.

Composizione ed organizzazione

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Le divisioni

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Garibaldi organizzò complessivamente i volontari dell'Esercito meridionale in quattro divisioni, ognuna composta da due o tre brigate. Così la XV Divisione fu posta al comando dell'ungherese Stefano Turr, la XVI di Giuseppe Paternò, poi sostituito al comando da Enrico Cosenz, la XVII di Giacomo Medici, la XVIII di Nino Bixio.[15]

ELENCO dei Corpi che componevano l’Armata dell’Italia Meridionalesciolta l’11 Novembre 1860[16]
Stato Maggiore GeneraleCapoLuog. Tenente Gen.Sirtori
Quartier GeneraleCapoColonnelloCenni
Int.a Generale dell’ArmataIntendente GeneraleAcerbi
Amministr. delle sussistenze milit.DirettoreGalli
Ambulanza generaleMedico in CapoDott.Ripari
Auditoriato GeneraleUditor GeneraleAvv.Mordini
Corpo del Genio (Stato Magg. e Zapp.)ComandoLuog. Col.Bordone, Magg.Costa
Corpo d’ArtiglieriaComandanteMagg. GeneraleOrsini
Corpo del TrenoComandanteLuogot. Colonn.Bovi
Marina di Guerra e Fant. di MarinaComandanteAmmiraglioAnguissola
Corpo telegrafico di CampoIspettoreCavalierePentasuglia
Cavalleria Guide GaribaldiComandanteLuogot. Colonn.Missori
Cavalleria Usseri ItalianiComandanteMaggioriCarissimi eBasislafsky
Cavalleria Esploratori di CampoComandanteMaggiorBersani
Cavalleria Cavalleggeri di NapoliComandanteLuogot. Colonn.Firrao
Cavalleria Cavalleggeri di PalermoComandanteCapitanoBlovet
DIVISIONI
13.a DivisioneComandanteLuogot. Gen.Türr
Stato Maggiore di DivisioneCapoCol.Rüstow e Luog. Col.Alessandri
1.a BrigataComandanteColonn.Spangaro
2.a BrigataComandanteColonn.Eber
3.a Brigata (Milano)ComandanteLuogot. Col.De Giorgi
4.a BrigataComandanteMagg. Gen.Sacchi
5.a Brigata (aggregata alla 6.a Brigata)..ComandanteColonn.Fabrizi Luigi
6.a Brigata (aggregata alla 5.a Brigata)ComandanteGeneraliLa Masa eCorrao
16.a DivisioneComandanteLuogot. Gen.Cosenz
Stato Maggiore di DivisioneCapoMagg.Serafini
1.a BrigataComandanteColonn.Assanti
2.a BrigataComandanteMagg. Gen.De Milbitz
17.a DivisioneComandanteLuogot. Gen.Medici
Stato Maggiore di DivisioneCapoLuogot. Col.Ferrari
1.a BrigataComandanteColonn.Simonetta
2.a BrigataComandanteColonn.Corte
3.a BrigataComandanteColonn.Eberhard
4.a Brigata (aggregata alla 5.a Brigata)ComandanteColonn.Dunne
5.a Brigata (aggregate alla 4.a Brigata)ComandanteColonn.Mussolino
18.a DivisioneComandanteLuogot. Gen.Bixio
Stato Maggiore di DivisioneCapoLuogot. Colonn.Ghezzi
1.a BrigataComandanteColonn.Bezza
2.a BrigataComandanteColonn.Balzani
Divisione AggregataComandanteLuogot. Gen.Avezzana
CORPI DIVERSI
Brigata PencelaComandanteColonn.Romano
Brigata BuniovComandanteColonn.Buniov
Corpo de’ Carabinieri GenovesiComandanteMagg.Mosto
Corpo de’ Carabinieri di CosenzaComandanteMagg.Militi
Corpo de’ Carabinieri di CatanzaroComandanteMagg.Colcione
Dragoni NazionaliComandanteColonn.Maresca
Zuavi CalabresiComandanteColonn.Falco
Lancieri a piediComandanteCapitanoTaschini
Legione UnghereseComandanteGeneraleVetter
Legione IngleseComandanteLuogot. Colonn.Peard
Legione CalabreseComandanteColonn.Sprovieri
Legione del MateseComandanteMagg.Campagnano
Legione EcclesiasticaComandanteMagg.Sardo
Legione degli StudentiComandanteCapitanoPerelli
Legione SanniticaComandanteMagg.De Feo
Reggimento Calabro-PaceComandanteColonn.Pace
Reggimento Montanari del VesuvioComandanteLuogot. Colonn.iCaracciolo eCasalla
Reggimento 53.° di lineaComandanteColonn.Zettiri
Reggimento 54.° di lineaComandanteLuogot. Col.Violante e Col.Messina
Reggimento 55.° di lineaComandanteLuogot. Colonn.Palombo
Bersaglieri – 28.° Batt.(già Cacc. Calatafimi)ComandanteMagg.Costa
Bersaglieri – 29.° Batt.ComandanteCapitanoDe Marco
Bersaglieri – 30.° Batt.ComandanteCapitanoRota
Bersaglieri – 31.° Batt.ComandanteMagg.Uber
Bersaglieri – 32.° Batt.ComandanteMagg.Parisy
Battaglione Menotti-GaribaldiComandanteMagg.Menotti-Garibaldi
Battaglione d’Assalto (Istit. Garibaldi)ComandanteMagg.Camuneoli
Battaglione Gaeta(catturato sulla nave Utile)ComandanteColonn.Corte
Battaglione Liuzzi (catturato sulla nave Utile)ComandanteMagg.Liuzzi
Battaglione Sannitico (catturato su nave Utile)ComandanteColonn.Curci
Battaglione dell’OffantoComandanteColonn.Gastone
Battaglione Terribili del ToburnoComandanteMagg.Lombardi
Battaglione Gran Sasso d’ItaliaComandanteMagg.Falco
Battaglione Reduci Lomb.-VenetiComandanteMagg.Cappello
Battaglione Volontari NapoletaniComandanteMagg.Mossiaro
Cacciatori della SilaComandanteGeneraleStocco
Cacciatori d’AspromonteComandanteMagg.Vecchi
Cacciatori EsuliComandanteColonn.Interdonato
Cacciatori dell’EtnaComandanteMaggioriColombrino eRotolo
Cacciatori MontegrifoneComandanteColonn.Pagano
Cacciatori del GarganoComandanteMagg.De Cicco
Cacciatori dell’IrnoComandanteMagg.Della Monica
Cacciatori SardiComandanteMagg.Sulliotti
Cacciatori VenetiComandanteMagg.Manfredi
Cacciatori del VesuvioComandanteMagg.Paleras
Cacciatori SebeziComandanteMagg.Zaccaro
Colonna SarriComandanteColonn.Sarri
Colonna LacerenzaComandanteMagg.Lacerenza
Colonna GibelrossaComandanteMagg.Ilardi
Forze insurrezionali SalernitaneComandanteColonn.Fabrizi Nicola
Riorganizzazione Militare di ResinaComandanteColonn.Forbes
Guardia Nazionale mobileComandanteGeneraleD’Ajala

Nota del Luogotenente Lodovico Comelli (*).
In questo elenco figurano alcuni corpi che all’atto della consegna non esistevano più, già fusi nelle brigate La Masa, Corrao, Stocco, Musolino, ecc., ma storicamente meritano esserne distinti. Tali sarebbero le legioni Matese e Sannitica, i battaglioni dell’Ofanto, i Terribili, i Del Gran Sasso ed i Cacciatori dell’Etna, di Monte Grifone, del Gargano, ecc. (*) Per debito di giustizia devo aggiungere che il presente elenco mi venne gentilmente comunicato dalla cortesia dello stesso signor Comelli a cui attesto qui la mia gratitudine[17].

I volontari stranieri

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Lo stesso argomento in dettaglio:Legione Britannica e Legione ungherese.
volontari garibaldini britannici
John Dunne ufficiale garibaldino
La Legione Britannica a Napoli marcia a Largo S. Francesco di Paola

Erano presenti anche volontari stranieri[18], affluiti in tempi diversi. Risultano impiegati in combattimento il 1-2 ottobre, circa 200 cavalleggeri ungheresi e altri 200 fanti ungheresi. In precedenza furono impiegati 50 francesi diDe Flotte caduto in Calabria. Erano presenti anche un centinaio di disertori borbonici stranieri comandati daWolf e gruppi di britannici[19], la presenza di soldati stranieri borbonici era molto più alta, infatti al comando diVon Mechel erano 3.000 soldati, oltre ad alcune compagnie svizzere chiamateSchweizertruppen. Il 15 ottobre le naviEmperor eMelazzo sbarcano a Napoli laLegione Britannica, chiamata ancheGaribaldi Excursionists[20] composta di circa 600 volontari successivamente impiegati in alcuni combattimenti[21].

In Sicilia parecchie migliaia di siciliani si arruolarono inquadrati in reggimenti e addestrati da ufficiali del luogo, del nord Italia e inglesi.[22]. Era presente il tedesco Wilhelm Friedrich Rüstow, capo di stato maggiore di Divisione di Garibaldi[23], che scrisse un libro sulla Spedizione[24],tra i britannici erano presenti: Hugh Forbes, ingegnere e linguista inglese che aveva già combattuto con Garibaldi nel 1849[25],[26], Percy Wyndham[27], l'irlandese artigliere Dick Dowling e per breve tempo gli americani Catham Roberdeau Wheat e Charles Carrol Hicks, che tornarono in America per combattere con i confederati[28],John Whitehead Peard, il"garibaldino-inglese""sosia" di Garibaldi, con busto alGianicolo di Roma e il carismatico inglese colonnello John William Dunne, che in Sicilia era soprannominato"milordo" dai coraggiosi ragazzi siciliani di strada arruolati nel suo reggimento, da non confondersi con la Legione Britannica, sbarcata solo successivamente a Napoli, nel reggimento di Dunne solo una parte degli ufficiali erano britannici e i soldati tutti siciliani[29], Dunne fu ferito a Capua[30]. Durante la battaglia del Volturno si distinte lo scozzese capitano Cowper di Aberdeen, che comandava una batteria di artiglieri e diversi altri scozzesi facevano parte dei volontari, anche per la grande popolarità di Garibaldi in Scozia, dove molti vedevano in lui ilWallace italiano.[31].
Tra gli ufficiali stranieri erano presenti anche gli esuli ungheresiIstván Türr[32], al quale è stato dedicato un busto al Gianicolo di Roma,Nándor Éber, Carlo Eberhardt,Lajos Tüköry caduto a Palermo e il polaccoAleksander Izenschmid de Milbitz. È stato dedicato un busto alGianicolo di Roma anche al"garibaldino-finlandese"Herman Liikanen.

La presenza di volontari stranieri era la logica conseguenza del fatto che i rifugiati politici italiani in Inghilterra entravano in contatto, oltre che con i britannici, anche con gli altri rifugiati politici ungheresi e polacchi, con i quali c'era una comune convergenza nazionalistica anti-asburgica. Inoltre i patrioti italiani in Inghilterra svolgevano opera di sensibilizzazione nei confronti della causa dell'unificazione italiana, anche tramite associazioni come la “People’s International League” fondata nel 1847 daMazzini, rimpiazzata dopo il 1856 dalla “Emancipation of Italy Fund Committee” conAurelio Saffi,Jessie White,Alessandro Gavazzi eFelice Orsini, che effettuavano tour di conferenze per il pubblico anglosassone interessato. Altre associazioni britanniche filo-italiane effettuavano attività di raccolta fondi come la "Italian refugee fund" del 1849, la “Society of the Friends of Italy” , patrocinata anche daCaroline Ashurst Stansfeld e dal marito, il politicoJames Stansfeld, entrambi sostenitori di Mazzini.[33] Occorre tenere conto anche della notevole popolarità cheGaribaldi aveva acquisito nel mondo anglosassone, già dal 1849.[34] Nel 1859 venne istituito in Gran Bretagna il “Garibaldi Fund” e nel 1860 fu fondato il “Garibaldi Special Fund” per finanziare l’invio in Italia della Legione Britannica o “Garibaldi Excursionists”, dopo il 1860 nascerà la “Garibaldi Italian Unity Committee”, per il completamento dell’unità italiana con gli altri territori ancora da annettere.

L’armamento

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Girolamo Induno - Sentinella garibaldina

La prima spedizione di Garibaldi era armata di moschetti a canna liscia vecchio tipo con portata fino a 100 metri, dismessi dalRegno di Sardegna e da altri stati europei e acquistati probabilmente a prezzi molto bassi, tranne i carabinieri genovesi, che avevano armi a canna rigata dal tiro lungo e preciso.[35]Anche i volontari siciliani e calabresi erano armati con vecchi moschettiBrown Bess a canna liscia dismessi dall’esercito inglese e dalla Compagnia delle Indie, comprati al prezzo di 10-14 scellini al pezzo. Le cosiddette “squadre” o bande siciliane irregolari erano pure armate di vecchi fucili a canna liscia dalla portata limitata e senza possibilità di innestare una baionetta.

La mancanza iniziale di armi a canna rigata dal tiro lungo non costituiva un particolare problema, perché i garibaldini usavano spesso la tattica dell’attacco alla baionetta, sparando a distanza di poche decine di metri, per affidarsi poi al corpo a corpo, inoltre le più “tecnologiche” carabine a canna rigata richiedevano molto addestramento e abilità, pertanto di fatto le caratteristiche di tali armi spesso non venivano sfruttate nel tipo di combattimento garibaldino. Con lo sbarco della spedizioneMedici arrivarono 8.000 fucili, che secondo alcune fonti sarebbero state carabine a canna rigata inglesi[36], secondo altre fonti si sarebbe invece trattato di “4.850 fucili francesi, 200 (forse 2.000 ?) carabineEnfield inglesi e 200 fucili di Liegi[37], il numero di 200 carabine Enfield sarebbe un errore, per cui 2.000 risulterebbe il numero di carabine da considerare, secondo uno dei direttori delFondo per il milione di fucili[38], inoltre il numero di 2.000 carabineEnfield, sommato a 4.850 fucili francesi e 200 fucili di Liegi indica un totale di 7.050 fucili, valore prossimo agli 8.000 citati in precedenza. La stessa ultima fonte specifica che era stata data la preferenza ai fucili francesi in dismissione modello 1842, utilizzati nella campagna del 1859 e a fucili ugualmente in dismissione dell’esercito prussiano, oltre a un buon numero di carabine (Stützen) e di fucili rigati austriaci, del "fondo per il milione di fucili" avrebbero fatto parte anche 3.744 fucili prussiani e 200 carabine austriache. Lo stessoMedici in una lettera a Garibaldi[39] parla di “10.000 fucili e molte munizioni, oltre alle carabineEnfield destinate ad armare la spedizione”, che comprendeva 2.500 volontari.

VOLTURNO del Fattori

NellaBattaglia di Milazzo i reggimentiMedici,Cosenz e dell’inglese Dunne (che comandava il battaglione cosiddetto “inglese” composto però di volontari siciliani), pur disponendo di carabine con portata fino a 300 metri, non erano però in grado di sfruttarne pienamente le caratteristiche di lunga gittata, per carenza di preparazione specifica all’uso di tale arma.

LaLegione Britannica, sbarcata a Napoli il 15 ottobre per unirsi a Garibaldi, era equipaggiata con carabine a canna rigata modelloEnfield, di tale modello dovevano essere forniti anche i migliori volontari italiani. Le uniche armi a retrocarica in dotazione alle forze garibaldine erano le carabine a rotazione americane donate daColt a Garibaldi nel numero di 100 e destinate ad equipaggiare la compagnia diPeard, si trattava però di armi di difficile uso, specialmente nella fase di caricamento, inoltre lo scoppio della cartuccia procurava spesso bruciature al polso. Dopo la Battaglia di Milazzo e prima di attraversare loStretto di Messina, il 15 agosto il piroscafo ingleseQueen of England, proveniente dall’’Inghilterra, arrivò al Faro portando 23.500 carabineEnfield e parecchi cannoni a canna rigata, questi ultimi però vennero impiegati nellaBattaglia del Volturno.

Il modo di combattere dei garibaldini era descritto da un amico intimo di Garibaldi, il capitano inglese C.S. Forbes, R.N., che arrivato alcuni giorni dopo la battaglia di Milazzo così scrive:

«Generalmente parlando le forze garibaldine erano armate di (fucili) Enfield, ma pochi erano quelli che sapevano servirsi di quelle armi micidiali, parendo ad essi cosa superflua il prender la mira.
Un moschetto o una carabina, sessanta cariche, una fiaschetta per l'acqua e per lo più una bisaccia vuota, ecco tutto il bagaglio di un garibaldino.»

(Garibaldi e la formazione dell'Italia - Appendice E - capo V - pag. 389 - (Forbes 92) di G.M. Trevelyan)

Note

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  1. ^Gaetano Falzone,Sicilia 1860, Flaccovio, 1978, pagina 289.
  2. ^Falzone, cit. pagina 281.
  3. ^Decreto dittatoriale n. 2 del 14 maggio (PDF), supti.regione.sicilia.it.
  4. ^Sul viaggio degli 800 partiti sul Washington vedi la lettera del garibaldinoIgnazio Invernizzi.
  5. ^Raccolta degli atti del governo dittatoriale di Garibaldi.
  6. ^Il Risorgimento «silenzioso» dei nuovi albanesi - Corriere.it, sucorriere.it.
  7. ^Gli Italo Albanesi e l'Unità d'Italia, sujemi.it(archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2017).
  8. ^Comune di Lungro - Storia, sulungro.gov.it.URL consultato il 1º febbraio 2017(archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2019).
  9. ^Lungro città del Risorgimento, sujemi.it(archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2017).
  10. ^Romeo, p. 518.
  11. ^L'Esercito meridionaleArchiviato l'8 ottobre 2017 inInternet Archive..
  12. ^Archivio di Stato di Torino – progetto “alla ricerca dei garibaldini scomparsi”, suarchiviodistatotorino.beniculturali.it.URL consultato il 13 giugno 2017(archiviato dall'url originale il 4 luglio 2017).
  13. ^vedere: Il numero dei garibaldini
  14. ^vedere: Gli sbarchi successivi al primo di Marsala
  15. ^Falzone, cit. pagina 242.
  16. ^Spedizione dei Mille – Storia documentata della liberazione della Bassa Italia – Osvaldo Perini – Edita per cura di F. Candiani – Milano - 1861La spedizione dei Mille storia documentata della librazione della bassa Italia - Google Libri
  17. ^affermazione dell’autore del testo Osvaldo Perini
  18. ^,(Garibaldi and the making of Italy - G.M. Trevelyan - nota a pag. 250)
  19. ^“… a few score of English …” Trevelyan - pag. 250
  20. ^Trevelyan pagg. 259-260
  21. ^Il nome "Garibaldi Excursionists" era adottato per aggirare il "Foreign Enlistment Act", che vietava arruolamenti per l'estero
  22. ^Garibaldi and the making of Italy, G.M. Trevelyan - pag. 63
  23. ^Treccani -, sutreccani.it.
  24. ^La Guerre Italienne en 1860 - Wilhelm Friedrich Rüstow - Paris - 1862, suarchive.org.
  25. ^State Historical Society of Iowa – The annals of Iowa – Vol. 38 – num. 8 (spring 1967) by Linda L. Greene - pagg. 610-611
  26. ^Garibaldi's defence of the Roman Republic 1848-1849 - G.M. Trevelyan - - Longmans - 1919 - appendice N pagg. 349-350
  27. ^The Italian wars of Independence -, suheitalianwarsofindependence.blogspot.it.
  28. ^Garibaldi – Ron Field – Osprey Publishing – 2011 –ISBN 9781849083218 - pag. 60[1]
  29. ^Trevelyan - pag. 64 e nota 3
  30. ^Trevelyan - pag. 241
  31. ^Scottish volunteers with Garibaldi – Janet Fyfe – Scottish Historical Review Trust – Edimburgo – 1978, pagg. 171, 180
  32. ^István Türr: una biografia politica di Pasquale Fornaro, Rubbettino Editore - Soveria Mannelli - 2004 -[2]
  33. ^L’Italia degli inglesi - La Gran Bretagna filo-italiana nell’età del Risorgimento (1847-64), Elena Bacchin,[3]Archiviato il 22 febbraio 2017 inInternet Archive.
  34. ^Garibaldi’s defence of the Roman Republic,George Macaulay Trevelyan, Longmans, 1912, preface to the first edition[4]
  35. ^Garibaldi and the Making of ItalyGeorge Macaulay Trevelyan – Appendice E – pagg. 326-330[5]
  36. ^Guerzoni, II 126
  37. ^nota di Guastalla – Segretario Fondo per il Milione di fucili
  38. ^Finzi (inChiala, IV, pag. CXXVII-CXXXI)
  39. ^PERSANO, 41 e MEDICI (Pasini)

Bibliografia

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  • Gaetano Falzone,Sicilia 1860, Flaccovio, 1978;
  • Rosario Romeo,Vita di Cavour, Roma-Bari, Laterza, 1998,ISBN 88-420-7491-8.
  • Cecchinato E.,Camicie rosse. I garibaldini dall'Unità alla grande guerra, Laterza, Roma-Bari 2007;
  • Cecchinato E., Isnenghi Mario,La nazione volontaria, in Storia d'Italia. Annali 22. Il Risorgimento, Einaudi, Torino 2007, pp. 697 - 720;
  • Martucci R.,L'invenzione dell'Italia unita 1855-1864. Sansoni, Firenze 1999;
  • Riall L., Garibaldi.L'invenzione di un eroe, Laterza, Roma-Bari 2007;
  • Riall L.,La Sicilia e l'unificazione italiana. Politica locale e potere liberale (1815-1866), Einaudi, Torino 2004.
  • Osvaldo Perini esule veneto,La Spedizione dei Mille – Storia documentata della liberazione della Bassa Italia, Milano, edita per cura di F. Candiani, 1861.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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V · D · M
Spedizione dei Mille
PreludioRivoluzione siciliana del 1848 ·Contesto storico nel 1860 (Regno delle Due Sicilie) ·Politica piemontese ·Rivolta della Gancia a Palermo
Parti contrapposte
Regno delle Due SicilieEsercito delle Due Sicilie ·Real Marina del Regno delle Due Sicilie
Dittatura di GaribaldiI Mille ·Esercito meridionale (Rinforzi alla spedizione ·Carabinieri genovesi ·Corpo dei Carabinieri di Sicilia ·Legione Britannica ·Legione ungherese) ·Marina dittatoriale siciliana
Ordine di battagliaI Mille ·Esercito meridionale ·Regno delle Due Sicilie
Cronologia
Preparazione e viaggioPartenza della spedizione dei Mille da Quarto ·Sosta dei Mille a Talamone
SiciliaSbarco a Marsala ·Calatafimi ·Partinico ·Palermo ·Milazzo ·Bronte
ContinenteMelito ·Reggio ·Napoli ·Volturno ·Incontro di Teano
Operazioni militari connesseCampagna piemontese in Italia centrale ·Diversione dello Zambianchi
ConseguenzeScioglimento dell'esercito meridionale ·Plebiscito delle province siciliane del 1860 ·Plebiscito delle province napoletane del 1860 ·Proclamazione del Regno d'Italia ·Brigantaggio postunitario italiano ·Brigantaggio postunitario e rivolte in Sicilia ·Piemontesizzazione ·Questione meridionale
Bibliografia ·Dibattito storiografico ·Nella cultura di massa
Categoria ·Commons
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