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Trionfo dell'eucaristia sulle eresie sacrificali pagane, diPaul Rubens (1626)
L'eresia è una dottrina considerata come deviante dall'ortodossia religiosa alla cui tradizione si collega, come storicamente quellacattolica.[1]
Il termine viene utilizzato anche fuori dall'ambito religioso, in senso figurato, per indicare un'opinione o una dottrinafilosofica,politica,scientifica o persinoartistica in disaccordo con quelle generalmente accettate come autorevoli.
"Eresia" deriva dalgreco αἵρεσις,haìresis derivato a sua volta dal verbo αἱρέω (hairèō, "afferrare", "prendere" ma anche "scegliere" o "eleggere"). In tale ambito indicava anche delle scuole come quella deiPitagorici o quella degliStoici.
In ambito cristiano, il termine "eresia", assente neivangeli canonici, compare negliAtti degli apostoli (5:17, in origine dunque eretico, era colui che sceglieva, colui che era in grado di valutare più opzioni prima di, cfr.Atti, 24:5, 24:14, 26:5, 28:22) per indicare varie scuole (o sette) come quelle deiSadducei,Cristiani eFarisei. Sia ingreco antico sia inebraico ellenizzato questo termine non possedeva, originariamente, alcuna caratteristica denigratoria.
Con leLettere delNuovo Testamento tale neutralità del termine viene meno: in 1 Corinzi 11:19, Galati 5:20, 2 Pietro 2:1,haìresis inizia ad assumere dei connotati dispregiativi e ad indicare la "separazione", la "divisione" e la rispettiva condanna.[2] Secondo Heinrich Schlier lo sviluppo in negativo dihairesis procede con l'analogo sviluppo del termineekklesia:haìresis edekklesia divengono due opposti.[3]
SecondoAlain Le Boulluec, fuGiustino (100-162) il primo apologeta ad utilizzare sistematicamente il termine "eresia" per combattere le correnti cristiane considerate devianti.[4]
In ambitoebraico si evidenzia un processo analogo: sempre nel I secolo d.C. (in corrispondenza con l'emergere dell'ebraismo rabbinico ortodosso) il termine ebraicomin (מִין, pl. מִינִים,minim; corrispettivo del grecohaìresis) assume dei connotati dispregiativi e viene utilizzato per indicare sia icristiani che glignostici.
Il termine da un significato neutro assume in un secondo momento un valore negativo e passa ad indicare una dottrina o un'affermazione contraria aidogmi e ai princìpi di una determinatareligione, sovente oggetto di "condanna" oscomunica da parte dei rappresentanti della stessa. Nel caso dellaChiesa cattolica, ad esempio, sono previsti appositisinodi per stabilire quali siano le deviazioni dall'ortodossia e laCongregazione per la Dottrina della Fede (erede dellaCongregazione della sacra romana e universale Inquisizione) per individuare coloro che vengono considerati "colpevoli di eresia" (ovvero glieretici).
Fuori dall'ambito religioso il termine viene utilizzato in senso figurato per indicare un'opinione o una dottrinafilosofica,politica,scientifica o persinoartistica in disaccordo con quelle generalmente accettate come autorevoli.
Eretico è dunque chi proclama con forza una propria scelta definitiva: "eresia" può pertanto equivalere ad unascelta sia di credo sia di appartenenza trafazioni religiose contrapposte. Un'altra possibile interpretazione, legata al significato di "scelta", richiama il fatto che l'eretico è colui che "sceglie", cioè accetta, solo una parte della dottrina "ortodossa", rimanendo in disaccordo su altre parti.Nel registro informale, il termine viene però usato per indicare un'opinione gravemente errata o comunque discordante dalla tesi più accreditata riguardo ad un certo argomento.
In origine il termine, utilizzato da scrittoriellenistici, indicava una fazione o unasetta religiosa, senza connotazioni negative. Già nelNuovo Testamento il termine assume un significato negativo e in questo senso venne utilizzato dapadri della Chiesa e scrittori ecclesiastici. Ad esempio il termine venne ampiamente impiegato daIreneo nel suo trattatoAdversus Haereses (Contro le eresie) per contrastare i suoi oppositori nella Chiesa. Egli descrisse le sue posizioni come ortodosse (dal grecoortho- "retta" edoxa "opinione") in contrapposizione con quelle "eretiche" dei suoi avversari.
Ovviamente, nell'accezione negativa, il termine eresia può essere visto come reciproco: pochi sarebbero disposti a definire le proprie credenze come eretiche, ma piuttosto a presentarle come l'interpretazione corretta di una determinata dottrina, e quindi come la visione ortodossa giudicata eretica da altri. Ciò che costituisce eresia è un giudizio dato in funzione dei propri valori; si tratta dell'espressione di un punto di vista relativo ad una consolidata struttura dicredenze. Per esempio, icattolici vedevano nelprotestantesimo un'eresia mentre i non cattolici consideravano il cattolicesimo stesso come lagrande apostasia.
Nell'ambito del cristianesimo si tende a fare una distinzione fra eresia escisma: quest'ultimo comporta un distacco dalla chiesa ortodossa, considerata conforme alle regole date, senza "perversioni neldogma" (secondo la definizione diSan Girolamo),[5] anche se, secondo alcuni teologi cattolici, lo scisma inveterato finisce per assumere anche caratteristiche dottrinali.[6]
«Sotto il profilo giuridico-ecclesiastico, eretico è definito colui che, dopo il battesimo, e conservando il nome di Cristiano, ostinatamente si rifiuta o pone in dubbio una delle verità che nella fede divina e cattolica si devono credere»
(Karl Rahner,Che cos'è l'eresia?, Brescia, Paideia, 2000, p 29)
Varie opere dell'apologeta e scrittore cristianoTertulliano sono dirette contro gli eretici e le rispettive eresie:Marcione,Valentino,Prassea.
«[...] Dunque esiste un gran numero di verità, sia di fede che di morale, che sembrano incompatibili e che sussistono tutte in un ordine meraviglioso. La sorgente di tutte le eresie è l'esclusione di alcune di queste verità, e la sorgente di tutte le obiezioni che ci fanno gli eretici è l'ignoranza di alcune delle nostre verità. E di solito accade che non potendo concepire il rapporto tra due verità opposte e credendo che l'accettazione di una comporti l'esclusione dell'altra, essi si attaccano all'una ed escludono l'altra, e pensano che noi facciamo il contrario. [...]»[10]»
«L'eretico (che è anche sempre fanatico) non è colui che ama troppo la verità; nessuno può amare troppo la verità. Eretico è colui che ama la propria verità più della verità stessa. Preferisce, alla verità intera scoperta dell'umanità, la mezza verità che ha scoperto lui stesso. Non gli piace veder finire il suo piccolo, prezioso paradosso, che si regge solo coll'appoggio di una ventina di truismi, nel mucchio della sapienza di tutto il mondo»[11]»
«L'eresia è quella verità che trascura le altre verità. Solo la Chiesa cattolica è il luogo dove tutte le verità si danno appuntamento e riescono a convivere, pur se sempre minacciate di squilibrio[12]»
Un esempio di verità che trascura le altre verità ci è dato dalle tentazioni diGesù descritte neivangeli sinottici.Vincenzo di Lerino, nel suoCommonitorium, scrive che gli eretici usano le Scritture allo stesso modo di Satana, quando per tentare Gesù[14][15]:
«Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui; sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano;
e anche:
Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra.
Gesù gli rispose: "È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo"[16]»
I moti di contestazione nei confronti della Chiesa, divampati nella prima metà del XII secolo, come quello deipatarini e quello degliarnaldisti, avevano dato l'indicazione della necessità di una riforma religiosa. Il movimento deicatari, che affiorò contemporaneamente in diversi punti d'Europa, ambiva alla creazione di una nuova Chiesa. Contro di loropapa Innocenzo III bandì nel1208 unacrociata di sterminio. Nel1244, la caduta dell'ultima roccaforte diMontségur, nel sud dellaFrancia, con il conseguente rogo di circa duecento catari, determinò la fine del catarismo.
Nel XIII secoloTommaso d'Aquino nellaSomma Teologica definirà l'eresia «una forma d'infedeltà» che corrompe la dottrina e porta turbamento nelle anime dei fedeli. Secondo Tommaso inoltre, e poi di conseguenza nell'ambito del cattolicesimo, si pongono alcune distinzioni fra i diversi gradi dell'eresia. Quando si tratta dell'opposizione diretta e immediata ad un dogma esplicitamente proposto dalla Chiesa si parla di dottrina eretica, mentre quando ci si oppone a una conclusioneteologica o ad altri elementi derivati di una verità rivelata o ad una dottrina definibile, ma non ancora definita, si parla di proposizioni erronee, o che sanno di eresia, o prossime all'eresia.
^Da notare che nella tradizionelessicografica italiana, illemma "eresia" indica prevalentemente quelle dottrine contrarie aidogmi dellaChiesa cattolica. Così l'edizione delDe Mauro datata al 2004:«dottrina o affermazione contraria ai dogmi e ai principi della Chiesa cattolica»; così anche l'edizione 2004 delDevoto-Oli:«dottrina che si oppone direttamente e contraddittoriamente a una verità rivelata e proposta come tale dalla Chiesa cattolica»; così il vocabolarioonline dellaTreccani:«dottrina che si oppone a una verità rivelata e proposta come tale dalla Chiesa cattolica e, per estensione, alla teologia di qualsiasi chiesa o sistema religioso, considerati come ortodossi»; nell'edizioneonline del Grande Dizionario Italiano della Hoepli:«Nel cristianesimo, dottrina, palesemente dichiarata e sostenuta, che si oppone alla verità rivelata da Dio e affermata come tale dal linguaggio della Chiesa ‖ Insieme di interpretazioni personali, contrastanti con la tradizione, che possono svilupparsi nell'ambito di una religione basata su un sistema di dogmi ufficialmente riconosciuti». Tuttavia nel Vocabolario della Lingua italiana Zingarelli (edizione del 2010), nella prima definizione di questo lemma, esso acquisisce un significato ben più ampio:«Nelle religioni fondate su una dogmatica universalmente o ufficialmente riconosciuta, dottrina basata su interpretazioni personali in contrasto con la tradizione».
^ Blaise Pascal,Pensieri e altri scritti, Milano, Mondadori, 2018, p. 630.
^Frammento 862 secondo la numerazione Brunschvicg, 733 secondo la numerazione Lafuma, da Blaise Pascal, Pensieri e altri scritti, Mondadori, Milano, pp.131 e 140.
^ Vittorio Messori con Michele Brambilla,Qualche ragione per credere, Edizioni Ares, 2008, p. 60.
^ Gilbert Keith Chesterton,Summa Chestertheologica, Casa Editrice Guerrino Leardini & Centro Missionario Francescano Società Chestertoniana Italiana, 2020, p. 135.
^ Vincentius of Lerins,XXVI, inThe Commonitorium of Vincentius of Lerins, Cambridge, Cambridge University Press, 1915, pp. 107-109.
«Heretics use Scripture in the same way as Satan did in the Temptation of our Lord, and they lure the incautious to join them by claiming special grace and privileges for their followers.»
«Insegna il medesimo Lirinense che gli eretici, nel portare le testimonianze della Divina Scrittura, imitano il demonio, che messo il Signore sopra la più alta guglia del tempio, gli disse: «Se tu sei il Figlio di Dio, buttati giù: poiché sta scritto che Dio ha comandato ai suoi Angeli ecc...».»
Cesare Cantù,Gli eretici d'Italia. Discorsi storici (in tre volumi), Torino, Unione Tipografica, 1865-1866.
Carlo Fornari,Frati, antipapi ed eretici parmensi protagonisti delle lotte religiose medievali, Parma, Silva Editore, 1994.
Barbara Garofani,Le eresie medievali, Roma, Carocci, 2008.
(FR) Alain Le Boulluec,La notion d'hérésie dans la littérature grecque, IIe-IIIe siècles. Vol. 1: De Justin à Irénée, Paris, Etudes Augustiniennes, 1985.
(FR) Alain Le Boulluec,La notion d'hérésie dans la littérature grecque, IIe-IIIe siècles. Vol. 2: Clément d'Alexandrie et Origène, Paris, Etudes Augustiniennes, 1985.
Alain Le Boulluec,Ellenismo e cristianesimo, inIl sapere greco, II, Torino, Einaudi, 2007.
Giovanni Merlo,Eretici ed Eresie medievali, Bologna, Il Mulino, 1989.
(FR) René Nelli,La vie quotidienne des Cathares du Languedoc au XIII siècle, Paris, Hachette, 1969.
Mauro Orletti,Piccola storia delle eresie, Macerata, Quodlibet, 2014.
Romolo Perrotta,Hairéseis. Gruppi, movimenti e fazioni del giudaismo antico e del cristianesimo da Filone Alessandrino a Egesippo, Bologna, EDB, 2008.
Giancaro Rinaldi,Le fonti per lo studio delle eresie cristiane anticheo, Trapani, Il Pozzo di Giacobbe, 2015.