Proviene da una famiglia benestante di Catania: suo padre è un noto avvocato e suo zio è lo scrittoreGiuseppe Villaroel. 17enne si trasferì a Roma. Dopo la laurea in diritto internazionale nel 1925, inizia la carriera letteraria comegiornalista, professione che lo porterà a dare un taglio daterza pagina alla sua produzione. Collabora allaGazzetta del Popolo, diretta da Ermanno Amicucci e conIl Tevere diTelesio Interlandi, di cui è anche inviato all'estero[2]. Dal 1931 collabora alPopolo di Sicilia, diretto da Piero Saporiti. A metà degli anni '30 tiene una rubrica dicritica cinematografica suIl Popolo d'Italia. Dopo il 25 luglio 1943 sostieneBadoglio e, con l'occupazione tedesca della capitale, viene arrestato e resta tre mesi in carcere (ottobre-dicembre 1943).
Frattanto arriva alla notorietà, nel1940, grazie al romanzoQuartieri alti, una narrazione satirica dell'altaborghesia romana col piglio dell'indagine di costume. Da questo libro, e daLe rendez-vous de Senlis diJean Anouilh, il regista scrittoreMario Soldati trarrà ispirazione per l'omonimo film del 1945. ConIl punto debole nel1953 ottiene il "Bagutta del venticinquennale"[3] ed è finalista alPremio Strega. Più tardi, conGiovannino (1954) (in cui inserisce brani di un giovanile romanzo rimasto incompiuto,I Barbagallo oIl signor Barbagallo), finalista alPremio Strega, un romanzo giocato fra Catania e Roma che riporta ai temi dell'apatia giovanile, dellasindrome di Peter Pan e della disillusione, Patti definirà più compiutamente la propria fisionomia di narratore moralista, in un punto di incontro fra acume e amarezza. Una tendenza confermata con i tre libri successivi,Un amore a Roma (1956),Le donne e altri racconti (1959) eCronache romane (1962).
La svolta nella produzione letteraria di Patti arriva tre anni dopoCronache romane, nel1965: conLa cugina la narrazione si sposta in unaSicilia morbida e pigra, descrivendo le sue vicende sensuali. Adesso Patti racconta profumi e colori della Sicilia dell'inizio delNovecento, con uneros rimasto nel guscio, incapace di essere più che fisico, su una linea seguita due anni più tardi daUn bellissimo novembre (1967), considerato il suo capolavoro, aGraziella (1970), preso asoggetto per il filmLa seduzione, e daDiario siciliano (1971), vincitore delPremio Selezione Campiello dello stesso anno.[4] Con il libro successivo,Gli ospiti di quel castello (1974), vincitore delPremio Brancati-Zafferana,[5] si cambia ancora genere: adesso la narrazione, in una cornice di fiaba magica, torna a Roma, città che lo ospiterà fino alla morte e nella quale lavorerà anche come autore teatrale e sceneggiatore cinematografico.Bompiani, nel1972 e nel 1974, pubblicaTutti i romanzi.
Ercole Patti muore a Roma, in seguito atumore, il 15 novembre 1976.
Ercole Patti scrive “Molti di questi fogli scritti in varie epoche sono stati sparsi e dispersi su giornali, libri e nei miei cassetti”, infatti per la prima volta tutti questi vari brani sono raccolti in un unico volume dove egli prosegue all'indietro nel tempo alla ricerca della felicità e la trova per sé e per il lettore, ricca delle più sottili voluttà dell'immaginazione, della distanza della memoria e dello stile. InDiario Siciliano coglie con un realismo tinto dielegia gli aspetti e i colori della campagna che si stende intorno aCatania tra l'Etna e il mare, soprattutto aTrecastagni coperta di agrumeti, dove in novembre le arance “hanno la stessa tonalità delle foglie”. Uno di questi brani di diario, allusivamente intitolato Alla ricerca della felicità, può considerarsi la chiave di lettura di tutto ilDiario Siciliano: lo sguardo dello scrittore sembra penetrare oltre l'apparenza delle cose, fino all'essenza non soltanto del paesaggio, ma degli oggetti stessi.
“Questa specie di viaggio autunnale compiuto a ritroso”, così come lo chiama l'autore, comincia con un prologo, intitolatoL'adolescenza, dove l'autore propone in un tono di poesia autobiografica tutti i motivi con cui egli ha celebrato questo tema: la felicità di sentirsi giovani, pieni d'amore e di ammirato stupore per il mondo e la vita; la scoperta delle piccole gioie quotidiane, comuni, in cui si trova improvvisamente un'intima e segreta bellezza. È come un ritorno alla cassa dell'infanzia in cui il presente si nutre di ricordi che riempiono il cuore di una pace rincorsa da anni inutilmente. Anche il senso di morte evocato nel capitolo "I notabili diSavoca" si colora della suggestione familiare di una continuità di vita, di un accordo tra passato e presente, tra ciò che è stato e ciò che è. Allo stesso modo il capitolo "La credenza" restituisce un tempo perduto ma su un piano di ricordi festosi: l'elegia di questi ricordi è senza tristezza poiché le cose che appartengono a quel passato sono ancora lì, e la realtà che esse evocano sembra più vera della realtà presente.
La protagonista del diario infine è una Sicilia ormai fuori dal tempo, ritrovata con una freschezza di sensazioni che qualche volta è rimpianto per un paesaggio che sparisce, come ad esempio paesi “che erano immersi in un grande languore, in un dolcissimo letargo” (Paesetti sull'Etna) sono oggi inghiottiti dal cemento della città che si estende.Diario Siciliano è pieno di queste quiete emozioni, di questi incontri con la verità elementare dell'esistenza che vengono espresse con un umile e calma poesia profondamente assaporata, in un tono intenso e pacato, perciò dopo lettura delDiario ci resta nella memoria l'immagine consolante delle passeggiate all'alba nella frescura dei boschi di castagni, fra gli agrumeti e gli ulivi, dove il frastuono e l'affanno del nostro vivere di oggi appare assurdo e remoto.[senza fonte]
La storia di Asdrubale che non era mai stato a Bellacittà, Milano, Alpes, 1921. Ristampato comeIl racconto dei 15 anni, Milano, Bietti, 1967.
Il paese della fanciullezza, Roma, Edizioni de La Bilancia, 1924.
Due mesi di vita di un giovanotto, Napoli, Casella, 1933.
Ragazze di Tokio. Viaggio da Tokio a Bombay, Milano, Ceschina, 1934. Ristampato con alcune modifiche comeUn lungo viaggio lontano, Milano, Bompiani, 1975.
Quartieri alti, Roma, Edizioni Roma, 1940; seconda edizione accresciuta di altri due racconti, 1941; Milano, Garzanti, 1943.
Gli anni che passano, Milano, Garzanti, 1941.
Il punto debole, Roma, Casini, 1952.
Giovannino, Milano, Bompiani, 1954.
A Roma verso il 1921 in Orio Vergani (a cura di),Carosello di narratori italiani, Milano, Aldo Martello, 1955.
Un amore a Roma, Milano, Bompiani, 1956.
Una sceneggiatura inSipario, n. 122, giugno 1956.
Le donne e altri racconti. Con un Diario siciliano, Milano, Bompiani, 1959.
Un amore a Roma (commedia) inSipario, n. 159-160, luglio-agosto 1959.
Introduzione a Lori Sammartino,amore a Roma, Milano, Minerva, 1960.
Cronache romane, Milano, Bompiani, 1962.
Piccolo proprietario terriero inNuovi racconti italiani. 2, presentati daLuigi Silori, Milano, Nuova Accademia, 1963.
Personaggi di fine anno inRacconti italiani 1965, Selezione dal Reader’s Digest, 1964.
Sicilia in Piero Accolti e Gian Antonio Cibotto (a cura di),Lo stivale allo spiedo. Viaggio attraverso la cucina italiana. 32 autori, Roma, Canesi, senza data (1965?).
Il racconto dei 15 anni, Milano, Bietti, 1967. Ristampa deLa storia di Asdrubale che non era mai stato a Bellacittà del 1921.
L'incredibile avventura di Ernesto, Milano, Bompiani, 1969.
Graziella, Milano, Bompiani, 1970.
Diario siciliano. Alla ricerca della felicità perduta, Milano, Bompiani, 1971; seconda edizione accresciuta, 1975.
Primi anni a Roma, Le calze d'argento, Le voci del passato, Il cinghiale inAntologia del Campiello 1971. Manlio Cancogni, Renato Ghiotto, Gianna Manzini, Ercole Patti, Enrico Raffi., Venezia, Scuola grafica del Centro arti e mestieri della Fondazione Giorgio Cini, 1971.
Roma amara e dolce. Vita di giovane scrittore, Milano, Bompiani, 1972.
Tutti i romanzi, Milano, Bompiani, 1972. Contiene:Giovannino,Un amore a Roma,La cugina,Un bellissimo novembre,Graziella, Introduzione diUmberto Bosco.
In riva al mare. Trentasette racconti, Milano, Bompiani, 1973.
Amerigo Bartoli Natinguerra, Roma, Lo scalino, 1973.
Bianca Cordaro,Bianca Cordaro vi parla di: Giuseppe Alessi, Gaspare Ambrosini, Luigi Condorelli, Vittorio De Seta, Livia De Stefani, Emilio Greco, Renato Guttuso, Ugo La Malfa, Giuseppe Longo, Giuseppe Guido Loschiavo, Franco Mannino, Gaetano Martino, Ercole Patti, Lucio Piccolo, Salvatore Quasimodo, Franco Restivo, Alfio Russo, Mario Scelba, Leonardo Sciascia, Palermo, S. F. Flaccovio, 1968.
Enzo Lauretta,Invito alla lettura di Patti, Milano, Mursia, 1975.
Giovanni Scalia,I romanzi di Ercole Patti: saggi di psicocritica, Catania, Bonanno, 1982.
Pietro Frassica (a cura di),Ercole Patti e altro Novecento siciliano. Atti del convegno internazionale. Princeton 26 aprile 2003, Interlinea, 2004.ISBN 8882124061.
Sebastiano Gesù, Laura Maccarrone,Ercole Patti. Un letterato al cinema, Catania, Giuseppe Maimone, 2004.ISBN 978-88-7751-211-6.
Franco La Magna, Lo schermo trema. Letteratura siciliana e cinema, Città del Sole Edizioni, Reggio Calabria, 2010,ISBN 978-88-7351-353-7
Sarah Zappulla Muscarà,Introduzione, Cronologia e Bibliografia in Ercole Patti,Roma amara e dolce, Milano, Bompiani, 2006.
Antonio Carrannante,Scrittori a Roma (sulle tracce di Ercole Patti), in "Strenna dei Romanisti", Natale di Roma 2013, pp. 127–136.