
Premio Compasso d'oro nel1967
Premio Compasso d'oro nel1979
Premio Compasso d'oro nel1987
Premio Compasso d'oro nel2001
Premio Compasso d'oro nel2011Enzo Mari (Cerano,27 aprile1932 –Milano,19 ottobre2020[1]) è stato undesigneritaliano.
Nasce aCerano (NO), da Carolina, piemontese dello stesso luogo, e da Luigi originario diSpinazzola in Puglia.[2] Ancora bambino, i suoi genitori si trasferiscono a Milano, dove il padre -già calzolaio e barbiere- apre un negozio di parrucchiere e Mari inizia a seguire le prime scuole.[3] Si iscrive poi alLiceo Classico Parini di Milano senza poterlo ultimare a causa della improvvisa malattia del padre che lo costringe a lavorare per mantenersi e per contribuire alla famiglia che nel frattempo si era ampliata con la nascita della sorella Maria e del fratello Elio.[4] Frequenta quindi l'Accademia di Brera dal 1952 al 1956 studiando prima pittura, scultura, decorazione, poi scenografia senza diplomarsi né successivamente laurearsi. Diploma e laurea gli saranno conferiti entrambi honoris causa nel primo decennio del XXI secolo. A Brera conosce Gabriela Ferrario, nome d'arteIela Mari, che sposa nel 1955 e con la quale ha due figli,Michele Mari e Agostina Mari. Si separeranno nel 1965.[5]
Si forma anche inletteratura,musica,filosofia earte, approfondendo i temi della psicologia della percezione visiva, del linguaggio, della metodologia della comunicazione e della progettazione.[6] Visita mostre e gallerie, musei, città, scoprendo dal vero i capolavori dei grandi artisti italiani delRinascimento ma anche dei maestri del novecento comeGiorgio De Chirico oCarlo Carrà. Studia inoltre scientificamente le tecniche e le pratiche dell’artigianato, dei suoi strumenti, e quelle della produzione industriale; per Mari nel rapporto teoria-prassi quest’ultima è sempre prioritaria, la teoria è “solo la descrizione di una pratica”.[7]
Nel corso degli anni cinquanta e primi sessanta si dedica prevalentemente all’attività artistica dipingendo opere astratte con tempere su carta, cartone, tela e tavole -spesso con l’uso della tecnica aencausto- basate sullo studio della sezione aurea; realizza modelli e strutture sperimentali per indagare l’ambiguità della percezione ottica in modo sistematico.[8] Progetta anche allestimenti. Mentre il mondo dell’arte di Brera è ancora legato all’Arte Informale e alRealismo esistenziale, Mari si avvicina e partecipa ai movimenti di avanguardia dell'Arte cinetica e dell’Arte programmata.[6] Conosce gli artisti delGruppo T, delGruppo N eBruno Munari.[9]
Negli stessi anni -con la moglie Iela- crea libri per bambini senza testo, solo disegni e illustrazioni, tra cui nel 1958 "La Mela e la Farfalla" e nel 1969 "L’uovo e la gallina", molto innovativi e ancora oggi considerati dei classici della letteratura infantile.
Si dedica presto anche al nascente mondo deldisegno industriale, presentando il suo primo progetto al produttore di arredi milaneseDanese nel1957.
Mari ha applicato alla sua produzione i suoi studi personali sui temi della percezione e dell'aspetto sociale del design, alla sua funzione nella vita quotidiana e al ruolo del designer nel processo industriale.
Il designer, secondo Mari, non si sarebbe dovuto limitare alla creazione di oggetti belli e forme piacevoli: l'aspetto funzionale era imprescindibile, così come lo era l'efficienza delle scelte progettuali in campo di materiali e lavorazioni, non può esservi poesia senza metodo.
Secondo un altro grande del design italiano,Alessandro Mendini,Mari non è un designer, se non ci fossero i suoi oggetti mi importerebbe poco. Mari invece è la coscienza di tutti noi, è la coscienza dei designers, questo importa[10].
Critico verso ciò che è diventato il design una volta conclusa l'epoca d'oro deglianni sessanta esettanta, Mari attribuisce almarketing la colpa di aver trasformato il designer da filosofo creativo in semplice interprete di tendenze. A fronte di queste considerazioni, nel 1999 Mari scrive ilManifesto di Barcellona, in cui sostiene che è necessario ritornare alla "tensione utopizzante delle origini del design" e invoca un nuovogiuramento di Ippocrate per cui "l'etica è l'obiettivo di ogni progetto".[11]
Mari è universalmente considerato uno dei maggiori teorici del design italiano e mondiale.
Sin daglianni cinquanta partecipa ai movimenti di avanguardia legati al design, entrando nel gruppo dell'Arte cinetica: lì ha modo di conoscereBruno Munari, che influenzerà parte dei suoi lavori futuri, quali16 animali e16 pesci.
Nel 1963 diventa coordinatore del GruppoNuova Tendenza e organizza l'esposizione del gruppo alla Biennale di Zagabria del 1965.
Dal 1963 al 1966 insegna presso la scuola dellaSocietà Umanitaria di Milano: fu la prima delle sue esperienze da docente, continuate sino aglianni 2000 in numerose istituzioni prestigiose tra cui ilPolitecnico di Milano, dove tenne diversi corsi nelle facoltà di Disegno Industriale eArchitettura, negli anni Ottanta fu professore presso l'ISIA di Firenze (Istituto superiore per le industrie artistiche) con un laboratorio di design che portò a risultati particolarmente interessanti[12]. A Parma fu docente diStoria dell'Arte.
Durante quegli anni elaborò una propria teoria sul design e la mise in pratica nei progetti su cui lavorò nei settori del prodotto, della grafica e degli allestimenti. Per quest'opera continua di approfondimento, è stato premiato nel1967 con unCompasso d'Oro per le sue "ricerche individuali sul design".
Sempre nel 1967 cominciò la sua decennale collaborazione con le Ceramiche Gabbianelli: a fronte della richiesta di disegnare alcune decorazioni per delle "piastrelle di design", Mari rifiutò di svolgere un semplice ruolo di grafico e intraprese un complesso percorso filosofico che lo ha portato a rivedere alle radici il concetto di decorazione a parete. Per le sue piastrelle (Serie Elementare del 1968,Traccia del 1978 eDecorato a Mano del 1981, tra le più importanti), Mari recupera tecnologie del passato ed elabora una poetica delle forme e dei colori fatta di segni elementari.
Nel1970 Mari dà alle stampeFunzione della ricerca estetica, in cui sposta l'attenzione del dibattito sul design dal prodotto alla figura del designer.
Nel1972 Mari partecipa all'esibizioneItaly: The New Domestic Landscape, alMOMA di New York; la mostra, importantissima, segnò la nascita della fama del "Made in Italy" nel mondo, fece conoscere oggetti dei più grandi designer dell'epoca, qualiVico Magistretti,Ettore Sottsass ePaolo Lomazzi.
Mari era presente alla mostra con il vaso reversibilePago-Pago (1969) di Danese, un vaso inABS stampato che poteva essere usato dritto o capovolto, cambiandone l'aspetto estetico; l'idea di fondo era di consentire flessibilità d'uso, data l'impossibilità di creare il design perfetto per ogni ambiente.
Dal1976 al1979 è stato presidente dell'Associazione per il Disegno Industriale, assegnatrice dei premiCompasso d'Oro per il design.
Nel1983 l'Università di Parma gli ha dedicato una mostra personale, grazie a una collezione di 8500 schizzi e disegni originali donati da Mari alCentro Studi e Archivio della Comunicazione dell'ateneo.
Opere di Mari sono esposte nei principali musei di arte e design del mondo, tra cui, per esempio, laGalleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, o ilMuseum of Modern Art di New York o ilTriennale Design Museum diMilano.
Due giorni prima della sua scomparsa, il 17 ottobre, allaTriennale di Milano fu inaugurata la mostra antologicaEnzo Mari, a cura di Hans Ulrich Obrist con Francesca Giacomelli, un’ampia e documentata retrospettiva su sessant’anni di attività con duecentocinquanta opere esposte[13][14].
Morì il 19 ottobre2020, all'età di 88 anni, mentre era ricoverato all'ospedale San Raffaele di Milano per le complicazioni dovute al contagio daCOVID-19. La sua seconda moglie, la curatrice d'arteLea Vergine, lo seguì il giorno dopo per le stesse cause[15].
Nel 2000 ha ricevuto ilRoyal Designers for Industry[16], premio conferito dallaRoyal Society of Arts.
Nell'ottobre 2002 gli è stata conferita la Laurea Honoris Causa in Disegno Industriale dalla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.
Nel 2008 gli è stata dedicata dalla Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di Torino una personale antologica, in occasione dell'Anno Internazionale del Design.
Nel 2015 gli è stato conferito il Diploma Accademico Honoris Causa in Arti visive e il titolo Accademico d'Italia dall'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano.[17]
Ricevette 5Compassi d'Oro, di cui l'ultimo nel 2011, alla carriera.
Mari è autore di oltre 1500 oggetti, realizzati per le maggiori aziende italiane. Tra queste, vi sonoZanotta, Rexite,Driade,Alessi,Danese,Artemide,Olivari,Olivetti,Ideal Standard,Flou,Estel,Lema e Robots.
Oltre al già citatoPago-Pago, sono molti gli oggetti significativi creati da Mari.
Uno degli oggetti più famosi di Mari è il vassoioPutrella per Danese Milano: il vassoio è fatto da un unico pezzo di trave da edilizia in acciaio (una putrella, appunto), piegata alle estremità. Particolarità dell'oggetto sono proprio le pieghe, fatte su un semilavorato che viene creato e usato proprio per la sua capacità di non piegarsi facilmente; il materiale, tipico dei cantieri e del mondo industriale, viene decontestualizzato e posto in un salotto o in un altro ambiente nobile, con un intervento creativo basato sull'ironia creativa.
Quest'oggetto per Danese Milano, del1971, è uno degli esempi della fusione tra ricerca formale e funzionale che permea l'opera di Mari.Si tratta di un cestino per la carta, a forma di parte terminale di tubo che sporge -inclinato- dal pavimento su cui viene poggiato.Il nome, "In attesa", si riferisce alla funzione del cestino, che appunto attende il lancio di palle di carta verso la sua bocca inclinata.
Una sedia molto semplice, in tondo di acciaio elettrosaldato su cui sono posti due soffici e generosi cuscini che creano un netto contrasto con la struttura cromata. È stata prodotta nel 1972 da Driade poi riedita nel 2015.Questo prodotto è stato uno degli anticipatori di una tendenza che si sarebbe diffuso a metà degli anni settanta, caratterizzato da prodotti economici da produrre e a bassa tecnologia, ma ottimizzati per la lavorazione industriale.
Nel 1979 Mari torna a progettare sedie in tondo metallico, con laDelfina. La forma è semplicissima, con seduta e schienale in cotone e microfibra montati tramite una cerniera a zip. Il progetto, realizzato per Driade gli valse il suo secondo Compasso d'Oro[18]. È prodotta da Rexite[19], leader nella produzione di complementi d'arredo di design.
Un calendario da parete, realizzato nel 1963[20] per Danese. Su una piastra di alluminio si montano pannelli in PVC con i numeri e le date.
Sumatra è un portadocumenti impilabile da ufficio, in plastica colorata. Nato nel 1976 per Danese.
Realizzato insieme adAntonia Astori perDriade nel 1977,Bric è un sistema di autoprogettazione e autocomposizione dell'arredo, composto da mobili modulari venduti in kit di montaggio.
Nel 1987 Mari produce perZanotta la sedia "Tonietta", con struttura in alluminio e seduta in polipropilene. La sintesi tra forma e funzione permette a Mari di vincere il suo terzo Compasso d'Oro.
PerDriade Mari nel 2001 elabora un tavolo quadrato, realizzato da un piano in legno truciolare finito a ebano e gambe in acciaio con supporti in alluminio. Con questo progetto vince il suo quarto Compasso d'Oro.
Nel 2002 Mari ha progettato perMagis la sediaMariolina[21]. Si tratta di una sedia impilabile con struttura in tubo d'acciaio e seduta e schienale formati inpolipropilene[21] perstampaggio a iniezione. La struttura tubolare è cromata o finita con verniciatura grigio-metallizzata inresina epossidica[21].
Stilo è una maniglia di design in ottone massiccio, composta da un cilindro orizzontale che funge da leva e un raccordo morbido come mozzo. Progettata nel 2003 perOlivari.
Nel 1965 Mari progetta questo libro-gioco, oggi prodotto daCorraini edizioni, considerato tuttora uno dei più interessanti giochi per stimolare la creatività infantile. Composto da 6 tavole su cui sono raffigurati animali ed elementi vari della favolistica classica, lascia al bambino la totale libertà di smontare e rimontare gli scenari, come fossero le quinte teatrali della propria personalissima storia.
Nel 1974 Mari progetta lasedia n.1 seduta che fa parte di una serie di complementi d'arredo economici pensati per essere assemblati dall'acquirente.In modo da rendere i complementi molto economici e trasmettere inoltre delle conoscenze base sulla costruzione di essi.
Nel 1999 Mari progettò l'iconica dormeuse in pelle 'Sigmund', oggi prodotta daEstel, ispirata al padre della psicoanalisi. La chaise longue è realizzata con cinte in cuoio conciato al vegetale rigorosamente intrecciate a mano. Il poggiatesta in cuoio è imbottito in polipropilene. Le gambe sono in trafilato di ferro saldato.
IlCalendario Timor è un calendario perpetuo da scrivania progettato da Enzo Mari per Danese Milano nel 1967. La sua forma è ispirata ai vecchi cartelli ferroviari degli anni Quaranta, quando Mari era un bambino. Timor è un calendario originale ed innovativo, caratteristiche che lo hanno reso sempre attuale nel corso degli anni non uscendo mai di produzione.
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