Soprannominatoel Príncipe, è considerato uno dei più forti giocatori uruguaiani dellastoria del calcio. Occupa l'80ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori delXX secolo pubblicata dalla rivistaWorld Soccer[1] e la 24ª posizione nella classifica dei migliori calciatori sudamericani delXX secolo pubblicata dall'IFFHS.[2] Nel marzo del 2004Pelé lo ha inserito nellaFIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi, redatta in occasione del centenario dellaFIFA.[3] IlCagliari lo ha inoltre inserito nella suaHall of Fame[4] ed è stato votato dai tifosi cagliaritani come uno dei titolari nellatop 11 rossoblù - i più forti di sempre, formazione comprendente i migliori giocatori che hanno indossato la maglia del club.[5]
Trequartista raffinato,[7] sapeva interpretare altrettanto bene il ruolo di mezzapunta e seconda punta, così come all'occorrenza quello dicentravanti di manovra.[7] Dotato di grande tecnica individuale,[7] eccelleva nel controllo di palla[7] e neldribbling, riuscendo spesso a sgusciare via dalle marcature avversarie con un andamento ondeggiante ed elegante.[7] Era inoltre un eccellente rifinitore.[7]
Dopo essere stato scartato da bambino dalPeñarol a causa del suo fisico ai tempi considerato troppo gracile,[7] viene reclutato tra le giovanili delMontevideo Wanderers, club della sua città. Nel 1980 passa alla prima squadra giocando in totale per tre stagioni, in cui realizza 20 reti in 74 presenze. Qui dà un'iniziale prova delle sue capacità, tanto da venire definito da alcuni come il nuovoSchiaffino e da catturare l'attenzione del neopromossoMilan, che tuttavia non confermerà il suo acquisto.[7]
Viste le prestazioni fatte da Francescoli nellaCopa América del 1983 con l'Uruguay, ilRiver Plate lo ingaggia l'estate dello stesso anno per $ 310.000. Nel 1984 contribuisce in maniera significativa ai risultati della squadra raggiungendo con essa la finale del campionato argentino, persa per 4-0 tra andata e ritorno con ilFerro Carril Oeste. Per le sue prestazioni, Francescoli, viene comunque votato migliorcalciatore sudamericano dell'anno. Desideroso di eccellere con il River Plate, Francescoli rifiuta un'offerta dell'América de Cali, squadra colombiana che successivamente viene scoperta finanziata dalcartello di Cali, che nel 1985 e nel 1987 arriverà seconda classificata dellaCopa Libertadores.[9]
L'anno successivo, nonostante il River non vinca il campionato, Francescoli viene votatomiglior calciatore dell'Argentina, divenendo il primo giocatore non argentino a ricevere tale premio. Nell'ultima stagione disputata con la squadra argentina, Francescoli riesce finalmente a vincere il campionato concludendo la stagione come capocannoniere del torneo con 25 gol. Nel gennaio 1986, segna uno dei suoi gol più celebri, compiendo una rovesciata che sancisce la vittoria del suo River ai danni dellanazionale di calcio della Polonia, in un'amichevole organizzata dai cinque maggiori club argentini.[10]
Dopo il campionato vinto con il River, Francescoli passa inEuropa dove rifiuta un'offerta delNantes e si trasferisce nelRacing Paris, squadra appena promossa nellaPrima Divisione francese, che offrì al giocatore uruguaiano un sontuoso contratto, oltre che in regalo unaPeugeot 205 ed una villetta.[7] Nonostante delle buone prestazioni a livello individuale, Francescoli non ottiene risultati positivi con il club, che dopo essere passato dal 13º al 7º posto, rischia la retrocessione nel 1989 salvandosi solo grazie alla differenza reti.[7] Il giocatore uruguaiano lascia così la società dopo aver realizzato 32 reti in 3 stagioni a seguito anche di alcuni litigi con il presidente Lagardere.[7]
Dopo un iniziale interesse diRoma eInter, Francescoli viene contattato dallaJuventus, in cerca del sostituto diMichel Platini.[7] Nonostante la firma di un precontratto con la società bianconera, il presidente Legardere impedisce il trasferimento e cede il calciatore alMarsiglia del presidenteBernard Tapie.[7] La stagione 1989-1990 con il club marsigliese si rivela vincente: Francescoli, affiancato daPapin eWaddle, la disputa da protagonista, trionfando facilmente in campionato e arrivando fino alle semifinali dellaCoppa dei Campioni, dove l'Olympique viene eliminato dalBenfica.[7]
Con sorpresa di molti, al termine di una lunga trattativa, nel 1990 Francescoli si trasferisce inItalia passando al neopromossoCagliari, che oltre a lui acquistaPepe Herrera eDaniel Fonseca, altri due giocatori uruguaiani:[7]
«Conservavo la voglia di mettermi alla prova nel "campionato dei sogni", anche inserito in una formazione non di prima fascia. Così ho lasciato Marsiglia senza perplessità. Cambiavo vita. Andavo a lottare, stanco dei giudizi di troppa gente. Dicevano che ero discontinuo, poco potente, poco al servizio dei compagni, poco socievole, molto egoista»
Francescoli (a sinistra) in azione con il Cagliari nel campionato diSerie A 1992-1993, sotto lo sguardo del connazionaleSosa dell'Inter.
Dopo l'esordio inCoppa Italia con ilLecce e in campionato contro l'Inter diTrapattoni, realizza la sua prima marcatura nella partita contro l'Atalanta, su calcio di punizione.[7] Tuttavia le prestazioni di Francescoli sono viziate da una microfrattura che gli impedisce di giocare ai suoi soliti livelli e il Cagliari inizialmente delude in campionato, navigando sempre tra le ultime posizioni della classifica. Dopo qualche mese le prestazioni del giocatore uruguaiano iniziano a migliorare: a seguito del pareggio per 2-2 aTorino contro la Juventus, il Cagliari compie un girone di ritorno da record, tanto da realizzare più punti dellaSampdoria, che diventerà campione d'Italia, e ottenere la salvezza.[7]
Nella stagione successiva l'uruguaiano contribuisce con un gran gol alla storica vittoria del Cagliari contro la Sampdoria campione d'Italia: sul risultato di 1-1 Francescoli riceve palla sulla sinistra, saltaMannini con untunnel e dopo essere entrato in area battePagliuca con un destro a giro da posizione defilata. Alla terza stagione con il club sardo, ilPrincipe fornisce un fondamentale contributo alla qualificazione allaCoppa UEFA, nel Cagliari che chiude il campionato al sesto posto.[7] Nel corso della stagione realizza una doppietta in trasferta nella vittoria contro ilTorino per 5-0, mette la firma nel pareggio contro il Milan in procinto di vincere lo scudetto e segna il quarto gol nel largo successo contro ilPescara, che sancisce in via definitiva il ritorno dei sardi in Europa.[7]
Dopo la storica qualificazione, Francescoli si accasa al Torino anche per via di alcune divergenze con il presidenteCellino. A causa di diversi acciacchi fisici, in maglia granata non gioca al meglio, realizzando comunque nel complesso 5 gol in 34 partite.[7]
Nel 1994 torna al River Plate all'età di 33 anni. Nonostante l'età non più verde, riesce a disputare partite di alto livello, contribuendo alla vittoria di 4 campionati e di unaCoppa Libertadores nel1996.[7] A livello individuale vince per la terza volta titolo di capocannoniere del campionato argentino, per poi ritirarsi dall'attività agonistica nel dicembre del 1997, all'età di 36 anni.[7]
Francescoli viene convocato la prima volta nellanazionale uruguaiana nel 1982, per la partita contro laCorea del Sud conclusasi con il risultato di 2-2. L'affermazione in campo internazionale avviene, invece, durante laCoppa America 1983, che lo vede protagonista all'età di soli 22 anni. L'Uruguay arriva, infatti, a sorpresa sino alla finale contro ilBrasile, nella cui partita di andata l'arbitro annulla ingiustamente a Francescoli un gol fischiando un fallo da lui subito e non applicando la regola del vantaggio: nonostante ciò, il giocatore uruguaiano segna nuovamente il gol dell'1-0 proprio su quelcalcio di punizione.[7] Tra le finali di andata e ritorno l'Uruguay supera laSeleção per 3-1 e si laurea campione dell'edizione, con Francescoli che viene nominato miglior giocatore del torneo.[11]
Nel 1986 partecipa anche al campionato del mondo diMessico 1986, venendo eliminato agli ottavi dall'Argentina diMaradona, in seguito vincitrice del torneo. L'anno successivo il giocatore uruguaiano ottiene, però, la sua rivincita: nellaCopa America 1987, Francescoli e i suoi connazionali eliminano in semifinale proprio l'Argentina di Maradona, per poi sconfiggere in finale ilCile per 1-0. L'Uruguay si laurea così campione dell'edizione e Francescoli vince la Coppa America per la seconda volta consecutiva.[7]
In seguito disputa anche il campionato del mondo diItalia 1990, dove non riesce a brillare particolarmente per via di una fastidiosa microfrattura che ne condiziona il rendimento.[7] L'Uruguay viene eliminato nuovamente agli ottavi di finale, questa volta dall'Italia padrona di casa.
Nel 1995 Francescoli, all'età di 34 anni, contribuisce ancora una volta al trionfo dell'Uruguay: durante laCopa America 1995 la sua nazionale supera aitiri di rigore il Brasileneo campione del mondo e il calciatore si aggiudica così in patria la Coppa America per la terza volta, laureandosi nuovamente miglior giocatore del torneo.[11]