Enrico Castellani (Castelmassa,4 agosto1930 –Celleno,1º dicembre2017) è stato unpittoreitaliano, considerato una delle figure di maggior rilievo dell'arte europea della seconda metà delNovecento[1].
Nato aCastelmassa, inprovincia di Rovigo, studiaarte,scultura earchitettura inBelgio fino al1956, anno in cui si laurea allaÉcole Nationale Superieure. L'anno successivo torna inItalia, stabilendosi aMilano, qui diviene esponente attivo della nuova scena artistica. In particolare stringe rapporti di amicizia e collaborazione conPiero Manzoni, con il quale forma un sodalizio artistico che incuriosiva i commentatori dell'epoca per il contrasto tra le loro personalità: tanto era vulcanico, scapigliato e giocoso Manzoni quanto Castellani era serio, distinto e riflessivo.[2] Dopo prime esperienze di carattere informale, ispirate all'action painting americana e soprattutto daMark Tobey, riconoscendo questo tipo di arte come maturo per un superamento, elabora con la collaborazione alla rivistaAzimuth da lui fondata insieme a Manzoni, un nuovo inizio, che propone l'azzeramento totale dell'esperienza artistica precedente, basato su un nuovo patto con il progresso sociale.
Tale azzeramento viene realizzato da Manzoni, Castellani eBonalumi con l'utilizzo di tele monocrome (spesso totalmente bianche) estroflesse con varie tecniche in modo da creare effetti di luci ed ombre cangianti con l'inclinazione della sorgente luminosa. Si trattò di un'esperienza del tutto originale e considerata di fondamentale importanza nella storia dell'arte astratta del novecento, non solo per quanto riguarda la scena italiana, ma soprattutto di quella internazionale, la cui eco influenzò ed ispiròDonald Judd che in un articolo del1966 definì Castellani padre delminimalismo. SePiero Manzoni scelse come materiali prediletti il caolino e il cotone per i suoi celeberrimiAchromes, Castellani avvia un percorso rigorosissimo di studio ed analisi delle possibilità fornite dall'estroflessione della tela mediante l'utilizzo di chiodi e centine inserite dietro la tela.
È nel1959 che Castellani realizza la sua prima superficie a rilievo, dando vita ad una poetica che sarà la sua cifra stilistica costante e rigorosa e definendo ciò che la critica ha chiamato “ripetizione differente”, considerata da molti critici di estrema purezza, dove la ripetizione accuratamente scelta dei pieni e dei vuoti data dalle ritmiche estroflessioni della tela costituisce un percorso sempre nuovo, anche se coerente e intenso.[3]. Uno di suoi rettori spirituali nell'arte è stato il gran maestroLucio Fontana. Da allora il suo procedere continua a svilupparsi nell'ambito dell'estroflessione, ma nella sua compatta e coerente produzione troviamo alcune opere che si discostano nettamente dalle superfici a rilievo, rivelando molto su temi cari a Castellani quali il tempo, il ritmo e lo spazio.
Anche nelle rare opere su carta Castellani è riuscito a realizzare il suo personalissimo stile di estroflessioni ritmiche. Nel1967 realizzaAmbiente bianco per la mostraLo spazio dell'immagine, a Palazzo Trinci, aFoligno; nel1968, in occasione deIl teatro delle mostre, alla galleria La Tartaruga di Roma, viene presentatoIl muro del tempo; nel1969 realizzaSpartito e nel1970Obelisco. Dal suo esordio sino ad oggi si susseguono una serie di importanti esposizioni in spazi pubblici e privati.
Partecipa allaBiennale di Venezia nel1964, nel1966 (con una sala personale), nel1984 e nel2003. Nel1965 partecipa alla collettivaThe Responsive Eye alMoMA diNew York e alla VIIIBiennale di San Paolo inBrasile. Nel1970 prende parte alla collettivaVitalità del negativo nell'arte italiana, a cura diAchille Bonito Oliva, alPalazzo delle Esposizioni diRoma. Nel1981 partecipa aIdentité Italien. L'art en Italie depuis 1959, a cura diGermano Celant, alCentre Pompidou diParigi. Nel1983 è a Palazzo Reale di Milano per la mostraArte Programmata e cinetica 1953-63; nel1994 è invitato alla mostraThe Italian metamorphosis alSalomon R. Guggenheim Museum diNew York.
Tra le mostre più recenti ricordiamo le personali nella Galleria Lia Rumma diMilano nel1999 e quelle nella Galleria Fumagalli di Bergamo nel1997 e nel2001. Nel2001 è invitato alle collettiveMateria/Niente, curata da Luca Massimo Barbero, alla Fondazione Bevilacqua La Masa diVenezia e aBelvedere italiano- Linee di tendenza nell'arte contemporanea 1945/2001, curata da Achille Bonito Oliva, al Centre for Contemporary Art diVarsavia. Un'importante mostra antologica curata da Germano Celant è stata allestita allaFondazione Prada diMilano nel2001 e a Kettle's Yard a Cambridge nel2002, anno in cui presenta il suo lavoro anche nella Galleria di Franca Mancini a Pesaro e in quella di Greta Meert a Bruxelles. Nel2004 espone aParigi nella Galerie di Meo e nel2005 al Museo Pushkin delle Belle Arti, aMosca, viene allestita una sua mostra curata da Bruno Corà.
Nel2006 espone alla Galleria Lia Rumma aNapoli e all'Auditorium a Roma. Nel2009 una serie di lavori recenti accostati ad un grosso nucleo di opere storiche sono proposte da Haunch of Venison aNew York in una mostra curata daAdachiara Zevi mentre nella sede diLondra della stessa galleria le opere di Castellani vengono esposte in dialogo con quelle diDan Flavin,Donald Judd eGünther Uecker. Il 13 ottobre2010 Enrico Castellani riceve dalPrincipe Hitachi, Patrono Onorario della Japan Art Association, il Praemium Imperiale per la pittura, il più alto riconoscimento artistico a livello internazionale.[4][5] Nel 2012, Castellani partecipa con altri sette artisti (Getulio Alviani,Pablo Atchugarry,Fernando Botero,Piero Guccione,Marcello Lo Giudice eThomas Ruff) al progettoSave the Mediterranean Sea in collaborazione con Christie's London e la Prince Albert II of Monaco Foundation, a favore della salvezza dei nostri mari. Le opere di Castellani, nel mercato dell'arte, sono fra le più ricercate e costose fra quelle del novecento italiano, con quotazioni che hanno ampiamente superato il milione di dollari e sono regolarmente scambiate nelle aste più prestigiose quali le famoseItalian Sales di Londra.[6]
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