Particolare con la raffigurazione del dio EnkiEnki con i fiumi Tigri e Eufrate che sgorgano dalle sue spalle. Ai suoi piedi la capra, suo animale simbolo
Enki (sumero:𒀭𒂗𒆠dEN.KI(G); "Signore della Terra" oppure "Signore Benevolo") è ildiomesopotamico dell'acqua, della conoscenza (gestú), dell'artigianato (gašam) e della creazione (nudimmud). Più tardi conosciuto comeEa inaccadico. Insieme a suo padreAn (supremo "Dio del Cielo";El in lingua semitica) e a suo fratelloEnlil ("Signore dello Spirito";Baal in semitico), costituisce la trinità suprema celeste dellereligioni della Mesopotamia e dellaCananea.
Originariamente era identificato come la divinità protettrice diEridu, la capitale religiosa dell'antica Mesopotamia. Più tardi l'influenza del suo culto si diffuse in tutta la Mesopotamia e tra gliIttiti e gliHurriti. Era ladivinità dei mestieri (gašam), del bene, dell'acqua, del mare, dei laghi (a,aba,ab), della sapienza (gestú, letteralmente "orecchio") e dellacreazione (nudimmud:dim2 mud, "creare").
È associato alla fascia meridionale delle costellazioni chiamate "Stelle di Ea" o "Via di Ea", ma anche con la costellazioneAŠ-IKU, il "Quadrato" (la costellazione diPegaso),[1] mentre An è identificato con il polo nord eclittico centrato nella costellazione delDrago e con la fascia centrale delle costellazioni, ed Enlil con il polo nord celeste al centro delle costellazioni dell'Orsa Minore e dell'Orsa Maggiore nonché con la fascia settentrionale delle costellazioni. Il numero sacro di Enki è il40.[2]
Un vasto numero di miti riguardanti Enki sono stati raccolti da molti siti di scavo, estesi dal sud dell'Iraq fino alla costa occidentale delLevante. Le sue prime apparizioni possono essere rinvenute in iscrizionicuneiformi attraverso tutta la regione, risalenti prevalentemente a partire dal terzo millennio avanti Cristo. I suoi miti sembrano aver influenzato alcune storiebibliche ecoraniche.
L'esatto significato del suo nome sumerico non è certo: la traduzione "Signore (en) della Terra (ki)" potrebbe essere errata in quanto le forme con il suffisso dell'ergativo (en-ki-ka/ga-ke4) indicano che il termine non èki, "terra", bensìkig. Poichékig compare anche in sumeroemesal ("bella lingua", una formaacrolettica) come forma del verboki aĝ2, "amare" (letteralmente "misurare ilkig"), è stato proposto chekig abbia il significato di "benevolenza", e il che coinciderebbe anche con il carattere benevolo di Enki.[3] Il significato diEnki potrebbe quindi essere anche "Signore della Benevolenza". Il nomeEa è di origine semitica e deriva dalla radice semitica occidentale *ḥyy la quale significa "vita". La forma sarebbe un antico stato determinato col significato di "Vita" ovvero il "Vivente", "Colui che Vive".[4]
Un pesce capra (o Capricorno) ornamentale disegnato su un contenitore del 1500-1100 a.C.
Il principale tempio di Enki è chiamatoE-abzu, che significatempioabzu (ancheE-en-gur-a, che significacasa delle acque sotterranee), un tempio di tipoziggurat circondato dallepaludi dell'Eufrate presso l'antica costa diEridu nelGolfo Persico. Egli era il custode dei poteri divini chiamatiMe, i doni dellacivilizzazione. Viene spesso raffigurato con una corona ornata di corna della divinità vestita con la pelle di unacarpa.Considerato come il modellatore del mondo, dio dellasaggezza e di tutta lamagia, Enki era caratterizzato come il signore diAbzu (Apsu in Accadico), il mare d'acqua dolce o sotterraneo situato all'interno dellaTerra. Nel successivo racconto epico babiloneseEnūma eliš, Abzu,il generatore degli dei è inerte e addormentato ma la sua pace viene disturbata dagli dei più giovani, così predispone che vengano distrutti. Suo nipote Enki, scelto per rappresentare i giovani dei, lancia unincantesimo su Abzuincantandolo in un lungo sonno, in modo da confinarlo nelle profondità della Terra. Successivamente Enki stabilisce la propria dimoranelle profondità di Abzu. Enki, quindi, assume tutte le funzioni di Abzu, compresi i suoi poteri come signore delle acque e dellafertilità.[5]
Le prime iscrizioni reali del terzo millennio a.C. menzionano “le canne di Enki” (Phragmites australis). Nonostante tali canne fossero un importante materiale dedicato allamanifattura, come nell'intreccio di cestini e contenitori, e raccolto all'esterno delle mura cittadine, era utilizzato principalmente per il trasporto dei morti o dei malati. Questo fatto collega Enki con ilKur ol'oltretomba dellamitologia sumera. In un'altra tradizione ancora più antica,Nammu, la dea creatrice della materia primordiale e divinità madre ritratta come “colei che ha dato alla luce i grandi dei”, veniva raffigurata come la madre di Enki e forza creatrice dell'acqua, e si diceva che la sua esistenza precedesse quella di Ea-Enki.[6]
Benito afferma "Con Enki si osserva un interessante cambiamento nel simbolismo dei sessi", l'agente fertilizzante è anche l'acqua, in Sumero 'a' o 'Ab che significa anchesperma. In un passaggio di un inno sumero, Enki si sofferma su degli alvei vuoti e li riempie con la sua 'acqua'.[7] Questo passaggio potrebbe riferirsi allaierogamia o matrimonio sacro di Enki conKi/Ninhursag (la Terra).
Il mito cosmogonico diffuso comunemente nella terra dei Sumeri, era quello dellaIerogamia, un matrimonio sacro in cui i principi divini in forma dualistica degli opposti si sono riuniti come maschio e femmina per dare vita al cosmo. Nel poema epicoEnki e Ninhursag, Enki, come signore diAb o delle acque dolci (anche la parola sumera per sperma), vive con la moglie nel paradiso diDilmun dove:
«La terra di Dilmun è un luogo puro, la terra di Dilmun è un luogo pulito, La terra di Dilmun è un luogo pulito, la terra di Dilmun è un luogo luminoso; Colui che è solo se stesso giù nel Dilmun, Il luogo, dopo che Enki si è pulito, quel luogo è luminoso.»
Nonostante sia un luogo dove "il corvo ferito non grida" e "il leone non viene ucciso, il lupo non afferrò l'agnello, sconosciuto era l'uccisore del cane infanticida, sconosciuto era il grano divorato dal cinghiale", Dilmun non aveva acqua e Enki, sentite le grida della sua dea Ninsikil, ordina al Dio-Sole Utu di portare acqua fresca dalla terra a Dilmun. Come risultato:
«La sua città Beve l'Acqua dell'Abbondanza, Dilmun Beve l'Acqua dell'Abbondanza, I suoi pozzi di acqua amara, si sono tramutati in pozzi di acqua buona, I suoi campi e le sue fattorie producono colture e cereali, La sua città, ecco che è diventata la casa delle banche e le banchine della terra.»
Il racconto successivo, con analogie al racconto biblico del frutto proibito, ripete la storia di come l'acqua fresca dia vita ad una terra arida. Enki, Il Signore delle Acque, "ha causato il flusso dell'acqua del cuore" e rendendo fertile la sua consorteNinhursag, conosciuta anche comeKi o Terra, dopo"I suoi nove giorni divenuti i suoi nove mesi, i mesi della 'femminilità'… come il burro buono, Nintu, la madre della terra, … come burro, diede alla luceNinsar". Quando Ninhursag lascia Enki, egli giace sopra Ninsar in qualità di Signore delle Acque. Enki non sapeva che ella fosse sua figlia, ed a causa della somiglianza di Ninsar con la sua assente consorte, la seduce avendo un rapporto sessuale con lei. In seguito Ninsar diede alla luceNinkurra (Signora della fecondità e del pascolo), ma Enki viene nuovamente lasciato restando solo. Per la seconda volta Enki, nella sua solitudine, trova e seduce Ninkurra, e dall'unione dei due viene alla luceUttu (dea della tessitura).
Per la terza volta Enki soccombe alla tentazione, e tenta di sedurre Uttu. Sconvolta dalla reputazione di Enki, Uttu si consulta con Ninhursag, che, sconvolta dalla natura capricciosa e promiscua del suo sposo, consiglia Uttu di stare lontana dalle rive del fiume e dai luoghi a rischio inondazione, casa di Enki. In un'altra versione del mito Ninhursag prende il seme di Enki dal grembo di Uttu e lo semina nella terra dove rapidamente germinano otto piante. In questo racconto troviamoIsimud, con il doppio ruolo di serva e assistente: "Enki, nella palude, nella palude giace disteso,Cosa è questo, cosa è questo. Il suo messaggero Isumud gli risponde,Mio Re, questo è un albero-pianta. Lo taglia per lui ed Enki lo mangia". E così, nonostante gli avvertimenti, Enki consuma gli altri sette frutti. Consumando il suo stesso sperma, Enki cade in uno stato di gravidanza con vari rigonfiamenti nella sua mascella, nei suoi denti, nella sua bocca, nei suoi fianchi, nella sua gola, nelle sue membra e nelle sue costole. Gli dei confusi non sanno cosa fare e gli gridano disedersi nella polvere. Poiché Enki non possiede un utero con cui partorire, sta morendo a causa dei gonfiori che vanno peggiorando. A questo punto del racconto compare la volpe che si reca da Enlil, Re degli Dei, domandandogli:Se porto Ninhursag al tuo cospetto, quale sarà la mia ricompensa?. Successivamente la sacra volpe ritrovò la dea Ninhursag portandola al cospetto di Enlil.
Ninhursag cede alle richieste, prende l'Ab (acqua o seme) di Enki all'interno del suo corpo, e dà alla luce gli dei della guarigione da ogni parte del suo corpo. Abu dalla mascella, Nintul dall'anca, Ninsutu dal dente, Dazimua dal fianco, Eshagag dagli arti. L'ultimo, Ninti (dalla costola) è anche un gioco di parole per la Signora della Vita, il titolo proprio di Ninhursag. La storia riflette simbolicamente il modo in cui viene portata avanti la vita con l'aggiunta dell'acqua dalla terra, ed una volta cresciuta, l'acqua è necessaria per portare le piante a frutto. Si consiglia anche l'equilibrio e la responsabilità: nulla deve eccedere.Ninti, il titolo di Ninhursag, significa anchela madre di tutti i viventi, e più tardi è anche il titolo dato alla deahurritaKheba. Nella Bibbia è anche il titolo dato aEva,in Khavvah Ebraico (חוה), in aramaico Hawwah, che venne fatta da una costola prelevata dal petto di Adamo, in una strana analogia del mito Sumero, in cui Adamo, non Enki, cammina nel Giardino dell'Eden.[8].
Dopo sei generazioni di dei (nel racconto babiloneseEnuma Elish), nella settima generazione (accadicoshapattu osabath), gli dei più giovani chiamatiIgigi, i figli e le figlie di Enlil e Ninlil si rifiutano di svolgere i loro doveri e continuare nella loro opera di creazione.Abzu, il Dio delle acque dolci, co-creatore del cosmo, per punirli minaccia di distruggere il mondo inondandolo con le sue acque. Terrorizzati, gli dei si riuniscono per cercare di salvare le loro creazioni. Enki promette di aiutarli riuscendo a confinare Abzu nei canali diirrigazione nel Kur, sotto la sua città diEridu. Ma l'universo era ancora minacciato daTiamat, infuriata a causa dell'imprigionamento di suo marito e consorte Abzu, e dietro suggerimento di suo figlio evisirKingu, decide di portare avanti l'opera di distruzione iniziata da Abzu. Gli dei, terrorizzati, si riuniscono nuovamente e si rivolgono ad Enki per trovare aiuto, ma quest'ultimo (che aveva imbrigliatoAbzu nei canali d'irrigazione) rifiuta questa seconda richiesta di aiuto. Gli dei cercano aiuto ovunque ed il patriarcaEnlil, loro padre e dio delNippur, promette di sconfiggere Tiamat e salvare il mondo a patto che venga incoronato re degli dei. Nel racconto babilonese, il ruolo di Enlil viene assunto daMarduk, figlio di Enki, mentre nella versione assira viene assunto daAsshur. Così Tiamat viene sconfitta da Enlil con"le frecce del suo vento" lanciate giù attraverso la sua gola.
Ricostruendo il paradiso con un arco proveniente dalla sua costola, Enlil pone la sua coda nel cielo come la Via Lattea, e dalle sue lacrime nasce la sorgente del Tigri e dell'Eufrate. Ma esiste ancora un problema,chi si prenderà cura del cosmo? Enki, che sarebbe potuto andare in loro aiuto, giace in un sonno profondo e non gli è possibile udire il loro lamento. Sua madreNammu (creatrice anche di Abzu e Tiamat)porta le lacrime degli dei ad Enki e dice:
«O figlio mio, svegliati dal mio letto, dal mio sonno, fai ciò che è saggio, Modella i servi per gli Dei, affinché possano produrne il loro (pane?).»
Così Enki consiglia di creare i servi degli dei, l'umanità, fatti di sangue e argilla.
Questo racconto è simile alla creazione diAdamo nelCorano, dove viene raccontato di come l'umanità sia stata creata dall'argilla eun grumo di sangue (mestruale?). Era desiderio di Enki mantenere in vita Kingu, ma gli Igigi decidono comunque di ucciderlo, convincendo infine Enki ad usarne il sangue per creare il primo uomo. Così Enki crea il primo uomo, il primo dei sette saggi oAbgallu (*Ab = acqua, *Gal=grande, *Lu= Uomo), conosciuto anche comeAdapa, con cui ha sempre mantenuto una stretta amicizia. Enki raccoglie a sé un gruppo di divinità per aiutarlo nella sua opera, che vengono chiamati ibuoni e principeschi modellatori. Così racconta a sua madre:
«O madre, le creature il cui nome tu hai pronunciato, esistono, Legati agli dei essi saranno; Miscuglio dal cuore di argilla che proviene da oltre gli Abissi (Il tempio di Enki, E'Abzu), I buoni e principeschi modellatori addenseranno l'argilla Tu, porterai i loro arti nell'esistenza; Ninmah (la Dea Madre della terra) (Ninhursag, sua moglie e consorte) lavorerà su di te (Nintu?) (divinità della nascita) staranno con i loro modellatori; O madre mia, sarai tu a decretarne il fato.»
Adapa, il primo uomo ad esseremodellato, si reca in seguito ad Eridu, ricoprendo il ruolo di consigliere del re, quando nella Lista dei Re, ilMe del potere sovrano discende da Eridu.
Samuel Noah Kramer ritiene che i miti di Enki riguardanti i confinamenti di Abzu, siano di origine più antica della lotta tra Enki e il Drago Kur (l'oltretomba)[8].
Rappresentazione dellatorre di Babele, mito biblico che potrebbe essere stato influenzato dal mito di Enki
Nel racconto epico sumero intitolatoEnmerkar e il signore di Aratta, in un discorso diEnmerkar, si narra come un tempo la lingua fosse una, ma poi divennero molte. La traduzione della tavoletta ad opera di Kramer racconta l'evento[9]:
«Una volta non c'erano serpenti, non c'erano scorpioni,
Non c'erano le iene, non c'erano i leoni, Non c'erano cani selvaggi, nessun lupo, Non c'era paura, nessun terrore, L'uomo non aveva rivali. In questi giorni, le terre diSubur eHamazi, Le lingue sumere unite in armonia, le grandi terre dei decreti dei principi, Uri, la terra di cui tutto era appropriato, La terra diMartu, riposava in sicurezza, L'intero universo, le persone all'unisono Per Enlil in una lingua sola.(Allora) Enki, il Signore dell'Abbondanza (di cui) i comandi sono fidatiIl Signore della Saggezza, che comprende la terra, Il signore degli dei, Dotato di saggezza, il Signore diEridu Cambiò la lingua nelle loro bocche, ha portato discordia in essa Nella parlata dell'uomo che fino ad ora era una.»
Anche nella Bibbia, nel libro dellaGenesi: 11,1-9, c'è un racconto eziologico per spiegare la formazione di lingue diverse. Gli uomini avrebbero voluto costruire un'enorme torre col solo scopo di diventare famosi, ma Dio punì la loro vanità facendo scomparire loro la concordia di intenti e di linguaggio. Il mito biblico insegna che l'egocentrismo impedisce la sopravvivenza di qualsiasi comunità.
Antica tavola in cui viene descritto il racconto riguardante Atrahasis. In esposizione presso il British Museum
Secondo lamitologia sumera, Enki aiutò l'umanità a sopravvivere al diluvio che fu scagliato sul mondo con lo scopo di distruggere l'uomo. Nella più recenteLeggenda di Atrahasis,Enlil, il re degli dei e fratello di Enki, dispone di distruggere l'umanità, infastidito dall'incessante rumore che essi provocano, offensivo per le sue orecchie. Successivamente invia Siccità, Carestia e Piaga per eliminarla, ma Enki ostacola i piani del fratellastro insegnando adAtraḫasis[10] (per i babilonesiUtanapishtim) i segreti dell'irrigazione, dei granai e della medicina. L'umanità ricomincia a proliferare una quarta volta. Infuriato,Enlil convoca in concilio gli Dei e strappa loro la promessa di non rivelare all'umanità i suoi piani sul loro totale annientamento. Enki non racconta di questa decisione ad Atrahasis, ma segretamente lo istruisce su come costruire una sorta di barca per la sua famiglia, o di come portarlo nel paradiso all'interno di una barca magica. Dopo sette giorni di Diluvio, Atrahasis libera in cielo una rondine, un corvo ed una colomba, nel tentativo di scoprire se le acque si sono ritirate in qualche luogo. Sul ponte della sua imbarcazione viene compiuto un sacrificio per gli dei che viene da essi apprezzato. Ma Enlil è arrabbiato poiché i suoi piani sono stati nuovamente vanificati, ed Enki viene indicato come il colpevole. Enki spiega ad Enlil come sia ingiusto punire l'incolpevole Atrahasis per i peccati dei suoi compagni, e promette che gli dei non elimineranno l'umanità se praticheranno il controllo delle nascite e vivranno nel rispetto della natura utilizzando solo i mezzi che essa fornisce loro. La minaccia/promessa è stata fatta, se però gli esseri umani non adempieranno al loro compito e non manterranno fede al patto, gli dei saranno liberi di devastare la terra ancora una volta. Questo sembra essere il più antico mito del medio oriente tra quelli riguardanti ilDiluvio universale.
Gli studiosi della mitologia mesopotamica, ritengono che Enki/Ea abbia dato origine adUriel, uno degliArcangeli della tradizione ebraica, il quale comunicò aNoè la volontà di Dio di sommergere la terra con le sue acque ed istruendolo su come costruire un'arca che lo avrebbe condotto in salvo.
Il mito diEnki e Inanna[11][12], racconta la storia della giovane dea del tempio diEanna diUruk, della sua visita presso l'anziano dio di Eridu e di come viene intrattenuta in una festa da lui organizzata. Il dio cerca di sedurla con fiumi di birra, ma la giovane dea mantiene la sua virtù, mentre Enki lentamente si ubriaca. Generosamente egli le dona tutti i suoi doni delMe, i doni della civilizzazione. La mattina successiva, con un mal di testa dovuto alla sbornia, chiede alla sua servaIsimud del suoMe, ma viene informato che la notte precedente ne aveva fatto dono ad Inanna. Sconvolto per le sue azioni, invia il demoneGalla a recuperarli. Inanna sfugge al suo inseguitore e giunge sana e salva alle banchine di Uruk. Enki si rende conto di essere stato ingannato a causa della sua tracotanza ed accetta un trattato di pace eterna con Uruk.
Politicamente, questo mito sembra indicare gli eventi di un precedente periodo in cui l'autorità politica passò dalla città di Enki, Eridu, alla città di Inanna, Uruk.Nel mito dellaDiscesa di Inanna agli inferi, per consolare il dolore della sorellaEreshkigal che era in lutto per la morte del maritoGugalanna (gu=toro,gal=grande,ana=cielo/paradiso), ucciso daGilgameš edEnkidu, decide di farle visita. Raccomanda alla sua servaNinšubur (La signora della sera), di considerare Inanna come lastella della sera, e che se non fosse tornata entro tre giorni, di andare in cerca dell'aiuto di suo padreAnu, o diEnlil, re degli dei, o di Enki. Quando lei non ritorna, Ninshubur avvicina Anu ma si sente rispondere che sua figlia è forte abbastanza da prendersi cura di sé stessa. Enlil dice a Ninshubur che è troppo impegnato ad occuparsi del cosmo per correre in soccorso della nipote. Enki immediatamente esprime preoccupazione e invia il suo demone Galla (o Galaturra o Kurkarra), un essere asessuato creato dalla sporcizia depositata sotto le unghie degli dei, per riportare indietro la giovane dea. Questo fatto potrebbe essere all'origine dei Greco-RomaniGalli, androgini sacerdoti appartenenti alterzo sesso, simili agli Indo-AmericaniBerdache, i quali giocarono un ruolo importante nei primi rituali religiosi.[13]
Nel racconto diInanna e Shukaletuda,[14]Enki stabilisce che Shukaletuda, il giardiniere, si prenda cura delle palme da dattero da lui create; ma egli trovando Inanna addormentata sotto una di esse, la stupra durante il sonno. Una volta sveglia, la dea scoprì di essere stata violata e cercò il miscredente per punirlo. Shukaletuda cercò la protezione di Enki, che, secondo le teorie di Bottero[15], ne era il padre. Nel classico stile di Enki, consiglia a Shukaletuda di nascondersi nella città, dove Inanna non era in grado di trovarlo. Enki, che si ergeva sempre come il protettore di chiunque ne cercasse l'aiuto, e come colui che diede i suoi poteri ad Inanna, sfidò la giovane ed impetuosa dea a controllare la sua rabbia per poter assolvere meglio alla funzione di grande giudice.
Infine, dopo aver calmato la propria rabbia, anche lei andò in cerca dell'aiuto di Enki, come portavoce dell'assemblea degli dei, degli Igigi e degli Anunnaki. Dopo aver presentato il suo caso, Enki vide che giustizia doveva essere fatta e le promise il suo aiuto, rivelandole il luogo del nascondiglio del miscredente Shukaletuda.
Sigillo a cilindro assiro, gruppo di eroi davanti al dio Enki, fine del III millennio a.C.
Enki era considerato come il dio della vita e del riapprovvigionamento, e spesso veniva raffigurato con due flussi d'acqua provenienti dalle sue spalle, uno era il Tigri e l'altro era l'Eufrate. Accanto a lui erano raffigurati degli alberi, simboli dell'Essenza della Vita, che Enki, come apparente alchimista degli dei, mescolava con maestria creando diversi esseri viventi sulla faccia della terra.
Il carattere di Enki non è quello di un dio giullare otrickster, non ha mai imbrogliato anche se spesso viene ingannato, e non è un folle. Enki usa la sua magia per il bene degli altri quando viene chiamato ad aiutare gli dei o gli esseri umani. Enki è sempre sincero nella sua essenza mascolina. È fondamentalmente colui che risolve i problemi degli dei, e rifugge o disarma coloro che portano conflitto o morte nel mondo. È il mediatore la cuicompassione e senso dell'umorismo sconfigge e disarma l'ombra del suo fratellastro,Enlil, il dio degli dei. È lo sfidante che mette alla prova i limiti diInanna nel mito diEnki ed Inanna ed il Me ed in seguito concede graziosamente la sua sconfitta alla giovane dea dell'Amore e della Guerra, rafforzando i legami traEridu e la città di lei,Uruk. Così divenne colui che diede i poteri ad Inanna.
Enki, e più tardiEa, in alcuni casi veniva raffigurato comeAdapa, come un uomo ricoperto con una pelle di pesce, e la sua rappresentazione, con lo stesso nome del suo tempio E-apsucasa delle acque profonde, il che indica decisamente la sua originale forma come dio delle acque. Attorno allo scavo dei diciotto santuari trovati sul posto, furono trovate migliaia di ossa dicarpa, probabilmente consumate durante le feste in onore del dio. Il suoculto ad Eridu, risale ai più antichi periodi dellastoria della Mesopotamia. Non si sa nulla di preciso eccetto che il suo tempio era associato al tempio di Ninhursag, che fu chiamatoEsaggila,la casa dalla testa alta (E’=casa,sag=testa,ila=alta o la dea AccadeIla), un nome condiviso con il tempio di Babilonia diMarduk, unaZiggurat (come per il tempio diEnlil aNippur), la quale era nota comeE-kur (kur= collina), e questi incantesimi consistevano in riti cerimoniali dove l'acqua ricopriva il suo ruolo prevalente come elemento sacro, formando una parte caratteristica del suo culto.
Tale culto sembra anche coinvolto nella poesia epica delhieros gamos omatrimonio sacro di Enki e Ninhursag, il quale sembra unmito eziologico della fertilizzazione della terra arida dall'arrivo delle acque d'irrigazione (dal sumeroa,ab, acqua o sperma). Nelle prime iscrizioni diUrukagina si va così lontano da suggerire che la coppia divina, Enki e Ninki, fossero i progenitori delle sette coppie divine, includendo Enki come divinità diEridu,Enlil diNippur, e Su'em (oSin) diUr, dove loro stessi erano i figli diAn (cielo, paradiso) e diKi (terra).[senza fonte]La fontana di Abzu dinanzi al suo tempio, fu adottata anche nel tempio diNanna (inaccadicoSin), la Luna aUr, e tale credenza si diffuse attraverso tutto il Medio Oriente. Si ritiene che queste usanze possano aver dato origine all'uso delle fontane nelleMoschee e all'acqua santa nelle chiese cristiane.[16].
Rappresentazione del cosmo secondo la mitologia sumera
Che Eridu abbia giocato un ruolo importante negli affari politici sumeri, non è certo, tuttavia l'ipotesi non è improbabile. Tutti gli importanti eventi riguardanti Ea, come nel caso di Nippur, hanno portato Eridu al ruolo di città sacra, ruolo mantenuto per lungo tempo anche dopo che la città perse il suo ruolo di centro politico. I miti in cui la figura di Ea ha un ruolo di primo piano, sono stati trovati nella biblioteca diAssurbanipal, e nell'archivioIttita diHattusas inAnatolia. Enki/EA esercità un'ampia influenza all'infuori dei territori sumero-accadici: secondo alcuni studiosi, qualiFrank Moore Cross, Mark S. Smith, John Day eThomas Romer,[17]alcuni suoi attributi verrano assimilati daYa,Yah, oYahweh, nellareligione cananea, poi dio centrale dell'ebraismo.
Lo ritroviamo anche nella mitologiahurrita edittita, come divinità della contrattazione, e particolarmente propizio nei confronti dell'umanità. Tra i Semiti Occidentali si ritiene che Ea fosse equiparato al terminehyy (vita) con riferimento alle acque di Enki come donatrici di vita.Enki/Ea è essenzialmente il dio della civilizzazione, saggezza e cultura. Era anche il creatore e protettore dell'uomo, e del mondo in generale. Le prime tracce di quanto è stato precedentemente detto, appaiono nell'epico racconto di Marduk, il quale celebra i risultati della divinità e la sua stretta connessione tra il culto di Ea ad Eridu e quello di Marduk. La correlazione tra i due nasce da due altre importanti connessioni: (1) il nome del santuario di Marduk a Babilonia presenta lo stesso nome,Esaggila, che ha il tempio di Eridu di Enki e (2) Marduk viene generalmente individuato come il figlio di Ea, i cui poteri derivano dalla volontaria abdicazione del padre in favore del figlio. In accordo a quanto detto, le preghiere/incantesimi originariamente composti per il culto di Ea, furono riscritti dai sacerdoti di Babilonia ed adottate dai fedeli diMarduk, e allo stesso modo gli inni del tradimento di Marduk trovano traccia nel trasferimento degli attributi originariamente appartenenti a Ea nei confronti di Marduk.
È come terza figura della triade (gli altri due membri eranoAnu edEnlil) che Ea acquisisce il suo permanente e duraturo posto nel pantheon divino. Gli venne assegnato il controllo delle acque, ed in base a questa funzione egli divenneshar apsi, re di Apsu o delleprofondità. L'Apsu veniva raffigurato come l'abisso delle acque situate al di sotto della terra, ed essendo il luogo in cui venivano radunati i morti, conosciuto anche come Aralu e situato nei pressi del confine di Apsu, fu designato comeEn-Ki, ovveroil signore di ciò che è al di sotto, in contrasto con Anu, il quale era il signore di ciò che erasopra o del paradiso. Il culto di Ea si estende a Babilonia e a tutta l'Assiria. Troviamo templi e santuari eretti in suo onore aNippur,Girsu,Ur,Babilonia,Sippar eNinive e numerosi epiteti a lui assegnati in base alla forma divina con cui appare, allo stesso modo testimone della popolarità di cui ha goduto attraverso l'intera storia dell'epoca Assiro-Babilonese. La consorte di Ea era conosciuta come Ninhursag, Ki, UriashDamkina,la signora di ciò che è al di sotto, anche nota come Damagalnunna,signora delle grandi acque.
^W. Röllig, "Götterzahlen",Reallexikon der Assyriologie, III (1957-1971), p. 500.
^P. Espak, The God Enki in Sumerian Royal Ideology and Mythology, Philippika 87, Wiesbaden: Harrassowitz, 2015, pp. 142 s.
^P. Espak, The God Enki in Sumerian Royal Ideology and Mythology, Philippika 87, Wiesbaden: Harrassowitz, 2015, pp. 142 s. con ulteriore bibliografia e discussione di altre ipotesi
^Leick, Gwendolyn (2001), “Mesopotamia: the invention of the city” (Penguin) p.20
^Dalley, S (1989), “Myths of Mesopotamia” (Oxford, NY), p.50
^Benito, C.A. (1969)Enki and Ninmah and “Enki and the World Order” (dissertation, Uni of Philadelphia)
^abKramer, Samuel Noah (republished 2007),Sumerian Mythology: A Study of Spiritual and Literary Achievement in the Third Millennium BC, (Forgotten Books)
^Another translation describes 'Hamazi, the many-tongued' and instead calls on Enki to change the languages of mankind into one.
^Il personaggio viene chiamato Utnapištim nell'undicesima tavola delPoema di Ghilgameš, Xisouthros nellaStoria di Babilonia (Βαβυλωνιακὰ) diBerosso, eAtramḫasīsum in una tavolettacuneiforme daUgarit.
^Inanna: Lady of Love and War, Queen of Heaven and Earth, Morning and Evening Star, consulted 25 August 2007[1]
^Wolkstein, Diana and Noah Kramer, Samuel,Inanna: Queen of Heaven and Earth
^De Shong Meador, Betty, (2006),Inanna: Lady of the Largest Heart: Poems of the Sumerian High Priestess Enheduanna, (Texas Press)
^Lishtar,The Avenging Maiden and the Predator Gardener: a study of Inanna and Shukaletuda,[2]
^Bottéro, Jean (1992),Mesopotamia: Writing, Reasoning and the Gods, (University of Chicago Press)
^Bottero, Jean (1995),Mesopotamia: Writing, Reasoning, and the Gods, (University of Chicago Press)
Luigi Cagni, «La religione della Mesopotamia», inStoria delle religioni. Le religioni antiche, Laterza, Roma-Bari 1997,ISBN 978-88-420-5205-0
(DE) Manuel Ceccarelli:Enki und Ninmaḫ. Eine mythische Erzählung in sumerischer Sprache. (Orientalische Religionen in der Antike 16). Mohr-Sibeck, Tübingen 2016.ISBN 978-3-16-154278-7