L'elogio, oencomio, è un'orazione pubblica tributata a una o più persone. Il più delle volte si tratta di unelogio funebre (un eloquio o undiscorso elogiativo pronunciato durante la celebrazione, laica o religiosa, di unfunerale), di una menzione testamentaria, di una sentenza giuridica,[1] ma non è raro che lo si usi in occasione di compleanni o eventi speciali, sempre in funzione encomiastica.
La parola "elogio" deriva dalgrecoεὐλόγος (buona parola,buon discorso). In una forma meno letterale può essere tradotto anche "parlare bene"), quindi poteva essere sia un'epigrafe sia unpanegirico, un ricordo ma anche un trattato, come nel caso dell'Elogio di Gournay diRobert Jacques Turgot; "encomio", invece, deriva daἐγκώμιον (discorso tenuto inbanchetto). Originariamente, l'encomio era riservato ai vincitori deiGiochi olimpici antichi e, più propriamente, si riferiva al complesso di feste (consimposi edanze) a loro riservati, oppure era scritto in onore a un morto. Presso gliattici gli encomi vennero definitiscolii.
Nel corso dellastoria della letteratura vennero scritti elogi di ispirazionesatirica, fantastica e morale. Tra i più celebri si annoverano: l'Elogio della follia diErasmo da Rotterdam e l'Elogio degli uccelli diGiacomo Leopardi.
La letteratura ci ha lasciato importanti tracce anche di encomi, quali l'Encomio di Evagora diIsocrate, l'Agesilao diSenofonte, e soprattutto l'Encomio di Roma diElio Aristide (150 d.C.). Non mancarono persino i trattati, incluso quello diMenandro Retore (IV secolo). Famoso ed apprezzato fu anche l'Encomio di Elena delretoreGorgia.
Altri progetti
Controllo di autorità | LCCN(EN) sh85045556 ·GND(DE) 7631700-6 ·J9U(EN, HE) 987007557793505171 |
---|