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Emilio Colombo

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Emilio Colombo

Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Durata mandato6 agosto 1970 –
18 febbraio 1972
Capo di StatoGiuseppe Saragat
Giovanni Leone
Vice presidenteFrancesco De Martino
PredecessoreMariano Rumor
SuccessoreGiulio Andreotti

Presidente del Consiglio dell'Unione europea
Durata mandato1º luglio 1971 –
31 dicembre 1971
PredecessoreGeorges Pompidou
SuccessorePierre Werner

Ministro degli affari esteri
Durata mandato4 aprile 1980 –
4 agosto 1983
Capo del governoFrancesco Cossiga
Arnaldo Forlani
Giovanni Spadolini
Amintore Fanfani
PredecessoreAttilio Ruffini
SuccessoreGiulio Andreotti

Durata mandato1º agosto 1992 –
29 aprile 1993
Capo del governoGiuliano Amato
PredecessoreVincenzo Scotti
SuccessoreBeniamino Andreatta

Ministro delle finanze
Durata mandato8 luglio 1973 –
15 marzo 1974
Capo del governoMariano Rumor
PredecessoreAthos Valsecchi
SuccessoreMario Tanassi

Durata mandato13 aprile 1988 –
23 luglio 1989
Capo del governoCiriaco De Mita
PredecessoreAntonio Gava
SuccessoreRino Formica

Ministro del tesoro
Durata mandato22 giugno 1963 –
6 agosto 1970
Capo del governoGiovanni Leone
Aldo Moro
Mariano Rumor
PredecessoreRoberto Tremelloni
SuccessoreMario Ferrari Aggradi

Durata mandato18 febbraio 1972 –
26 giugno 1972
Capo del governoGiulio Andreotti
PredecessoreMario Ferrari Aggradi
SuccessoreGiovanni Malagodi

Durata mandato15 marzo 1974 –
30 luglio 1976
Capo del governoMariano Rumor
Aldo Moro
PredecessoreUgo La Malfa
SuccessoreGaetano Stammati

Ministro del bilancio e della programmazione economica
Durata mandato25 giugno 1968 –
13 dicembre 1968
Capo del governoGiovanni Leone
PredecessoreGiovanni Pieraccini
SuccessoreLuigi Preti

Durata mandato29 luglio 1987 –
13 aprile 1988
Capo del governoGiovanni Goria
PredecessoreGiovanni Goria
SuccessoreAmintore Fanfani

Ministro dell'industria e del commercio
Durata mandato16 febbraio 1959 –
22 giugno 1963
Capo del governoAntonio Segni
Fernando Tambroni
Amintore Fanfani
PredecessoreGiorgio Bo
SuccessoreGiuseppe Togni

Ministro dell'agricoltura e delle foreste
Durata mandato6 luglio 1955 –
2 luglio 1958
Capo del governoAntonio Segni
Adone Zoli
PredecessoreGiuseppe Medici
SuccessoreMario Ferrari Aggradi

Presidente del Parlamento europeo
Durata mandato8 marzo 1977 –
17 luglio 1979
PredecessoreGeorges Spénale
SuccessoreSimone Veil

Presidente della Commissione per gli affari esteri del Parlamento europeo
Durata mandatoluglio 1979 –
aprile 1980
PresidenteSimone Veil
PredecessoreCarica istituita
SuccessoreMariano Rumor

Sindaco di Potenza
Durata mandato14 giugno 1952 –
dicembre 1952
PredecessorePietro Scognamiglio
SuccessoreEugenio Brienza

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato16 luglio 1946 –
9 settembre 1992
LegislaturaAC,I, II, III, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X, XI
Gruppo
parlamentare
Democrazia Cristiana
CircoscrizioneBasilicata
CollegioPotenza
Incarichi parlamentari
  • Componente della IV Commissione per l'Esame dei Disegni di Legge (e Segretario dal 3 dicembre 1946) - Assemblea Costituente
  • Componente della IX Commissione (Agricoltura e alimentazione) - I legislatura
  • Componente della III Commissione (Finanze e Tesoro) - III legislatura
  • Componente della IX Commissione (Lavori Pubblici) - III legislatura
  • Componente della III Commissione (Esteri) - V, VI, VII, VIII, IX, X legislatura
  • Componente della XIII Commissione (Lavoro e Previdenza Sociale) - V legislatura
  • Componente della rappresentanza italiana alParlamento europeo - VII legislatura
  • Componente della IV Commissione (Giustizia) - VIII legislatura
  • Componente della Commissione d'indagine ex articolo 58 (on.Cristofori)
Sito istituzionale

Europarlamentare
LegislaturaI,III
Gruppo
parlamentare
PPE
CircoscrizioneItalia meridionale
Incarichi parlamentari
  • Membro della commissione politica - I legislatura
  • Membro della commissione per le relazioni economiche esterne - III legislatura
  • Membro della commissione per gli affari istituzionali - III legislatura
Sito istituzionale

Senatore a vita della Repubblica Italiana
Durata mandato14 gennaio 2003 –
24 giugno 2013
LegislaturaXIV, XV, XVI, XVII
Gruppo
parlamentare
Misto(2003-2008)
UDC e autonomie(2008-2013)
Per le Autonomie-PSI
Tipo nominaNomina presidenziale di Carlo Azeglio Ciampi
Incarichi parlamentari
  • Membro 1ª Commissione permanente (Affari Costituzionali)
  • Membro 14ª Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDC(1945-1994)
PPI(1994-2001)
DE(2001-2002)
Ind.(2002-2013)
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Roma "La Sapienza"
ProfessioneGiornalista

Emilio Giuseppe Ernesto Colombo (Potenza,11 aprile1920Roma,24 giugno2013) è stato unpoliticoitaliano,presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana dal 6 agosto 1970 al 18 febbraio 1972. Esponente di spicco dellaDemocrazia Cristiana, è stato più volteministro della Repubblica (in particolareMinistro degli affari esteri,Ministro delle finanze,Ministro del tesoro eMinistro del bilancio),deputato alla Camera dal 1946 al 1992,europarlamentare dov'è statoPresidente del Parlamento Europeo e ha presieduto laCommissione per gli affari esteri del Parlamento europeo.

È statosenatore a vita dal 2003 fino alla sua morte. Nei suoi ultimi due mesi di vita (dal 6 maggio 2013, giorno della morte diGiulio Andreotti, suo excompagno di partito e anch'egli senatore a vita) è stato l'ultimo membro ancora in vita dell'Assemblea Costituente.

Biografia

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Giovinezza

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Colombo nasce aPotenza l'11 aprile 1920, in unafamigliaborghese, quarto di sette figli (tre maschi e quattro femmine) di Angelo Colombo,funzionario dellapubblica amministrazione originario diReggio Calabria, e dallacasalinga Rosa Silvia Elvira Tordela, di originiavellinesi[1]. Cresciuto sia nella sua città natale sia in quella del padre, da ragazzo entra nella sciaspirituale e organizzativa di duemonsignori che segneranno la storia recente della chiesa lucana,Augusto Bertazzoni e prima ancora Vincenzo D'Elia, di cui èchierichetto.[2]

Nel 1935 fondò a Potenza la prima sezione locale diAzione Cattolica, un'associazionecattolica, tra le poche organizzazioni nonfasciste ammesse dal regime diBenito Mussolini.

Nel 1937 fu presidente di Azione cattolica dellaDiocesi di Potenza e componente del Consiglio nazionale della Gioventù di Azione cattolica; consegue lamaturità classica presso ilLiceo "Quinto Orazio Flacco" di Potenza.[1]

Studi e servizio militare

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Nel 1941, a soli 21 anni, silaurea ingiurisprudenza all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" con una tesi indiritto ecclesiastico[1]. Orientato inizialmente verso la carriera accademica, infatti s'iscrisse allaPontificia Università Lateranense con l'intento di specializzarsi indiritto canonico, fu chiamato alle armi, prima di frequentare il corso per allievi ufficiali di complemento, il 1º agosto 1942 e destinato al Deposito 39ºFanteria, per il successivo avviamento al 32º Battaglione d'Istruzione inNocera Inferiore per frequentarvi il 4º Corso preparatorio di addestramento.[1]

Inizio della carriera politica

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Nel 1943, dopo l'armistizio dell'8 settembre, rientrò inBasilicata, iniziando a intraprendere il suo impegno politico, nell'ottica di una ricostruzione da fondare sulle basi dell'antifascismo e dei principicattolici edemocratici. Dal 1944 al marzo 1947 è stato segretario generale della Gioventù di Azione Cattolica.

Il 2 e 3 giugno 1946, Colombo fu eletto all'Assemblea Costituente come capolista dellaDemocrazia Cristiana (DC) per lacircoscrizionePotenza-Matera, risultando uno dei membri più giovani delParlamento italiano, da poco ventiseienne, e ottenendo circa 26 000 voti di preferenza[1]; in seguito a questo successo elettoraleFrancesco Saverio Nitti, che in passato aveva definito il giovane Colombo un "sagrestanello"[3], sarà costretto ad ammettere: «è un colombo che volerà»[4]. Durante lafase costituente ha ricoperto il ruolo di componente e segretario della «4ª commissione per l'esame dei disegni di legge». Emilio Colombo è stato uno dei più giovani padri costituenti, e da allora è stato riconfermato allaCamera dei deputati in tutte lelegislature per la DC nella circoscrizionePotenza-Matera, che resterà la sua roccaforte fino alle dimissioni da deputato il 9 settembre 1992. Membro storico dellaDemocrazia Cristiana, fu ancheeuroparlamentare dal 1976 al 1980 e dal 1989 al 1992.

Sottosegretario di Stato all'Agricoltura

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Colombo (destra) conAlcide De Gasperi (centro) eAntonio Segni (sinistra) nei primianni cinquanta

Dopo essere stato rieletto allepolitiche del 1948, con più di 43 000 preferenze nella sua roccaforte, il 27 maggio diventaSottosegretario di Stato all'Agricoltura e alle foreste, incarico che mantiene fino al 26 luglio 1951, neigoverniDe Gasperi V eVI. In questi anni Colombo svolse una proficuamediazione aMelissa, inCalabria, nel 1949, durante gli scontri per l'occupazione delle terre da parte deicontadini[1]. Collaborò inoltre con l'alloraMinistro dell'agricoltura e delle foresteAntonio Segni all'approvazione dellaRiforma agraria, che venne approvata dalParlamento nell'ottobre 1950, finanziata in parte dai fondi delPiano Marshall varato dagliUSA nel 1947 e considerato da alcuni studiosi come la riforma più importante dell'interodopoguerra.[5]

Nel 1950, in qualità di deputato, venne incaricato dalPresidente del ConsiglioAlcide De Gasperi di studiare undisegno di legge finalizzato al risanamento deiSassi di Matera.[6] La proposta di legge di Colombo venne consegnata a De Gasperi nel 1951, presentata in parlamento come disegno di legge n. 2141 "Risanamento dei Sassi di Matera", e infine approvata all'unanimità il 17 maggio del 1952 come la "Legge speciale per il risanamento dei Sassi" (n. 619)[6] che, in virtù del suo propositore, divenne nota anche come "Legge Colombo".[7]

Sottosegretario ai Lavori pubblici e Ministro dell'agricoltura

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Dopo aver rivestito l'incarico disottosegretario di Stato aiLavori pubblici dal 17 luglio 1953 al 6 luglio 1955 in numerosi governi (De Gasperi VIII,Pella,Fanfani I eScelba), con la nascita delprimo governo Segni il 6 luglio 1955 divenneministro dell'Agricoltura, ricoprendo anche l'incarico di Alto Commissario per l'alimentazione, venendo poi riconfermato nelsuccessivo governo Zoli e passando quindi, nelsecondo governo Fanfani, al Commercio con l'Estero.

Contemporaneamente, negli anni alMinistero, iniziarono i primi impegnieuropeisti di Colombo.[1]

Sindaco di Potenza

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Alleelezioni comunali del 25-26 maggio 1952 viene eletto alconsiglio comunale di Potenza con 7 479 preferenze, dove il 14 giugno è stato elettosindaco di Potenza con 25 voti su 38[1], incarico che lascerà nel dicembre dello stesso anno.

Durante questo periodo si è occupato del varo di alcune importanti opere, facendo sì che il consiglio comunale deliberasse lacostruzione di edifici scolastici,acquedotti,case popolari,linee elettriche per le zonerurali, affrontò anche il tema del risanamento dellefinanze comunali, prevedendo una revisione a rialzo di alcuneimposte etariffe, e l'implementazione del servizio dinettezza urbana nelleperiferie[1]. Sotto la suaamministrazione comunale furono anche deliberate la ricostruzione del Rione Libertà e l'allargamento di «Piazza 18 agosto», attraverso la costruzione della terrazza belvedere.[1]

Ministro dell'Industria e Commercio

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Con la nascita del governo presieduto daAntonio Segni, il 16 febbraio 1959 giura nelle mani delPresidente della RepubblicaGiovanni Gronchi comeMinistro dell'Industria e Commercio nelsecondo governo Segni della DC con appoggio esterno delPartito Liberale Italiano.

Venne riconfermato in tale incarico nei successivi governiTambroni,Fanfani III eIV.

Durante il suo mandato da ministro dell'Industria e del commercio, nel 1959 costituì una commissione di giuristi e alti funzionari, della quale fu presidente avendo come viceFrancesco Santoro Passarelli, con l'incarico di redigere una proposta di riforma del diritto delle società. A questa commissione ne seguiranno altre due nominate dal ministro di Grazia e Giustizia e il cammino della riforma si concluderà quindici anni più tardi con l'emanazione della legge n. 216 del 7 giugno 1974.

In quegli anni da ministro si consolidò in lui la visione volta ad assicurare, nelle scelte compiute, l'armonizzazione traquestioni sociali ed esigenze legate almercato e alle logiche delprofitto: quella che, nelle letture di Colombo, sarebbe tornata più volte con i termini di «economia sociale di mercato»[1]. In quella scia si collocò innanzitutto la legge per le piccole e medieindustrie, con la quale furono concessi incentivi a favore delle medie e piccole industrie dell'artigianato.[1]

Nel 1962 giunse a compimento il piano dinazionalizzazione dell'energia elettrica, con la nascita dell'Enel. Contestualmente, procedette alla fondazione del Comitato per l'energia nucleare e dei Centri di ricerca diFrascati eIspra, inprovincia di Varese[1]. Durante l'elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 1962, fu uno dei maggiori artefici dell'elezione allaPresidenza della Repubblica diAntonio Segni, del quale era stato uno dei principali collaboratori in occasione dellariforma agraria del 1950.

Industrializzazione dell'Italia meridionale

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Inoltre, agli inizi deglianni sessanta, è stato impegnato in un piano organico diindustrializzazione nelMezzogiorno, il quale avrebbe dovuto mettere a sistema risorse einvestimenti[1]. Durante il quale fu colta l'occasione delle scoperte deigiacimenti dipetrolio aGela e dimetano aPisticci per avviare un vasto piano di sviluppo con l'Eni diEnrico Mattei inVal Basento (per leindustrie chimiche aFerrandina e Pisticci)[1]; contestualmente furono avviati gli investimenti aBrindisi con la Montecatini, ma anche aPomigliano D'Arco con l'Alfa Romeo e aTermoli con lo stabilimentoFIAT.[1]

Ministro del tesoro

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Emilio Colombo nel 1963

Con la nascita del governo presieduto daGiovanni Leone, il 22 giugno 1963 giura nelle mani del Presidente della Repubblica Antonio Segni comeMinistro del tesoro nelgoverno Leone monocolore DC. Mantenne il ministero fino al 6 agosto 1970, riconfermato neigoverniMoro I,II,III,Leone II,Rumor I,II eIII. Nelgoverno Leone bis ha rivestito anche l'incarico diMinistro del Bilancio e Programmazione Economicaad interim.

In tale veste, operò a stretto contatto con laBanca d'Italia governata daGuido Carli[1], che non si discostò ad applicare una linea politica diortodossiafinanziaria (opposta allalinea keynesiana preconizzata daAntonio Giolitti,Ministro del bilancio dal 4 dicembre 1963 al 22 luglio 1964). Questa scelta non lo mise al riparo da durepolemiche, anche interne alla DC, circa i possibili risvolti politici e sociali di un tale orientamento, ma tuttavia nell'estate del 1963, la linea intransigente del Tesoro e della Banca d'Italia riuscì ad arginare in breve tempo l'improvvisa e vertiginosa impennata dell'inflazione, che rappresenterà un primo inquietante segnale di quello che avverrà dieci anni più tardi, in occasione dellaprima crisi petrolifera.[1]

Nel gennaio del 1966, Colombo presiedette la riunione delConsiglio dei Ministri delle Comunità Europee, in cui venne raggiunto ilcompromesso di Lussemburgo, che reintegrò laFrancia nelmercato europeo comune, dopo il periodo detto della "sedia vuota".

Presidente del Consiglio dei ministri

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Lo stesso argomento in dettaglio:Governo Colombo.
Emilio Colombo, in qualità diPresidente del Consiglio (secondo da destra), in compagnia delPresidente della CameraSandro Pertini, delPresidente della RepubblicaGiuseppe Saragat e diAmintore Fanfani

Fupresidente del Consiglio tra il 6 agosto 1970 e il 17 febbraio 1972 (il primo proveniente dallaBasilicata dall'avvento della Repubblica, il secondo dall'Unità d'Italia dopoFrancesco Saverio Nitti).

Fatti di Reggio e Piano Colombo

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Lo stesso argomento in dettaglio:Moti di Reggio.

Nel 1970, la decisione di assegnare allacittà diCatanzaro la funzione dicapoluogo dellaRegioneCalabria, innescò moti di piazza aReggio Calabria[1]. La rivolta, che durò da luglio 1970 a febbraio 1971, è stata caratterizzata da un ricorso costante allaviolenza con uso diarmi e diesplosivo[1]. Il gruppo promotore, inizialmente, si è contraddistinto da una sostanziale eterogeneità: in esso vi erano esponenti locali della DC, dell'associazionismo cattolico epopolare, deipartitilaici di governo, deisindacatiCISL eUIL e persino della Chiesa[1]. Anche il localePCI reggino assunse verso i moti un atteggiamento non sempre lineare, avvicinandosi alla protesta, seppure per un brevissimo periodo, nell'ottobre del 1970[1]. Ad assumere, però, una funzione nevralgica nell'organizzazione dei moti furonocomitati civici egemonizzati dalladestra[1]. In sede giudiziaria è stato poi denunciato il contributo dellemafie all'organizzazione degli attiterroristici, nei quali vi è stato un uso massiccio deltritolo, come nel caso delderagliamento dellaFreccia del Sud avvenuto il 22 luglio 1970, che provocò sei morti e settanta feriti.[1]

La risposta, di Colombo e del governo, alla rivolta di Reggio Calabria non è stato solo di tipomilitare, ma anche, e soprattutto, di tipopolitico edeconomico[1]. La consapevolezza che dietro l'adesione di massa alle proteste vi fossero problematiche di tipo sociale e occupazionale, spinse il governo a varare un nuovo piano di sviluppo della Calabria, attento ad assegnare a ciascunaprovincia un ruolo strategico e a industrializzarne alcune aree.[1]

Stabilimento di Pomigliano d'Arco

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Il 30 ottobre 1971 ha inaugurato lo stabilimento dell'Alfasud diPomigliano d'Arco[1]. Nel corso della cerimonia – e in particolare durante il discorso inaugurale tenuto da Colombo – vi furono imponenti contestazioni dovute, in primo luogo, al piano assunzioni, ridimensionato di circa cinquemila unità[1]. Al momento dell'apertura dell'industria, infatti, gli occupati furono circa settemila a fronte dei circa dodicimila previsti.[1]

Introduzione del divorzio

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Lo stesso argomento in dettaglio:Legge Fortuna-Baslini.

Sotto il suo governo, il 1º dicembre 1970, nonostante l'opposizione del suo partito laDemocrazia Cristiana, ilMovimento Sociale Italiano, laSüdtiroler Volkspartei e dei monarchici delPartito Democratico Italiano di Unità Monarchica, e con i voti favorevoli delPartito Socialista Italiano, delPartito Socialista Italiano di Unità Proletaria, delPartito Comunista Italiano, delPartito Socialista Democratico Italiano, delPartito Repubblicano Italiano, delPartito Liberale Italiano, viene approvata lalegge 1º dicembre 1970, n. 898 - "Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio" (la cosiddettalegge Fortuna-Baslini), risultato della combinazione del progetto di legge diLoris Fortuna con un altro pdl presentato dal deputato liberaleAntonio Baslini, che istituisce per la prima volta il divorzio in Italia.

Al Parlamento europeo

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L'8 marzo 1977 è stato elettoPresidente del Parlamento europeo, il quintoitaliano a ricoprire la carica, rimanendo in carica per tre mandati, fino al 17 luglio 1979[1]. Sempre nel 1979 ricevette ilPremio Carlo Magno: fu il terzo italiano a ricevere questa onorificenza dopoAlcide De Gasperi e Antonio Segni.

Anni 1980 e 1990

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Colombo con ilPresidente degli Stati Uniti d'AmericaRonald Reagan

Ministro degli affari esteri nelGoverno Forlani, nelprimo e nelsecondo Governo Spadolini nonché nelquinto Governo Fanfani, divenne fautore di una linea di chiaro orientamentoatlantista, anche se non sempre in totale accordo con l'amministrazione americana, come nel caso della cosiddetta "guerra dell'acciaio", quando l'Italia respinse le richiestestatunitensi di sanzioni economiche verso l'Unione Sovietica.[8]

Colombo partecipò attivamente alla trasformazione della Democrazia Cristiana nel nuovoPartito Popolare Italiano (PPI), avvenuta nel 1994. In occasione del primo congresso del partito, nel luglio del 1994, fu tra i principali sostenitori della candidatura alla segreteria diRocco Buttiglione. Tuttavia, nella competizione che nel 1995 divise il PPI tra i favorevoli a un'alleanza dicentro-destra conBerlusconi (guidati dal segretarioRocco Buttiglione) e i favorevoli a un'alleanza dicentro-sinistra conProdi (guidati daGerardo Bianco eGiovanni Bianchi), sostenne quest'ultima posizione, prendendo le distanze da Buttiglione e venendo scelto come uno dei due relatori contro il segretario durante il congresso popolare del 1995 che sfiduciò Buttiglione. Furono quelli anche gli anni del processo per mafia aGiulio Andreotti, che rappresentò un pesante contraccolpo per la Democrazia Cristiana, favorendone la fine.

Dal 1993 al 1995 fu presidente dell'Internazionale Democratico-Cristiana.

Pur senza incarichi di partito e uscito dalParlamento dall'agosto 1992 per effetto della decisione del partito di rendere incompatibili le cariche di ministro e di parlamentare, militò nel PPI fino al 2001, quando abbandonò il partito in polemica con la dirigenza che non gli aveva riservato un collegio alSenato per leelezioni politiche del 2001. Passò quindi aDemocrazia Europea diSergio D'Antoni che lo candidò al Senato in un collegio dellaBasilicata, dove tuttavia non venne eletto.

Senatore a vita

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Colombo durante la cerimonia in suo onore, in occasione della sua nomina asenatore a vita nel 2003

Nel febbraio 2003 viene nominatosenatore a vita dal Presidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi avendoillustratolapatriaperaltissimimeritinelcamposcientifico,sociale,artisticoeletterario. Nello stesso anno è stato coinvolto in un'ampiainchiesta che ha portato all'arresto di numerose persone accusate di traffico di stupefacenti. In particolare furono arrestati due finanzieri della sua scorta in quanto avevano acquistato la cocaina per il senatore a vita. Colombo confermerà allamagistratura di essere assuntore dicocaina, ma non fu indagato in quanto il consumo non costituisce reato, mentre i finanzieri sono stati processati e condannati in primo grado a un anno e un mese e a un anno e tre mesi di reclusione[9]. Diversi anni dopo lo stesso Colombo ha porto le scuse alla Nazione.

Dal 1986 al 2003 fu anche presidente dell'Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, ente fondatore dellaUniversità Cattolica del Sacro Cuore aRoma.

In seguito alleelezioni politiche del 2006, Emilio Colombo sostenne con il suo voto ilgoverno Prodi II. NellaXVI legislatura ha aderito al gruppo dell'UDC-SVP-Autonomie al Senato, insieme con i colleghi senatori a vitaFrancesco Cossiga eGiulio Andreotti. Il 7 ottobre 2011 nella cittàelvetica diLosanna ricevette la medaglia d'oro della FondazioneJean Monnet, antesignano dell'Unione europea in riconoscimento ai suoi meriti nella nascita e nello sviluppo politico ed economico dellaComunità Economica Europea e della stessa Unione europea[10].

In un articolo scritto sul giornaleL'Espresso del 27 febbraio 2007Eugenio Scalfari criticò la sua contrarietà per il disegno di legge suiDICO, considerandola incoerente con la sua presunta omosessualità, ma da lui mai confermata.[11]

Ultimi anni e morte

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Il 15 marzo 2013, a seguito della rinuncia del senatore a vitaGiulio Andreotti, Colombo ha svolto le funzioni dipresidente provvisorio del Senato della Repubblica dal momento che era il senatore a vita più anziano. Colombo ha diretto le votazioni che hanno portato all'elezione diPietro Grasso alla seconda carica dello Stato. Dal 6 maggio 2013 (giorno della morte di Andreotti) fino alla sua morte fu per poco più di un mese l'unicocostituente ancora in vita[12].

Colombo è morto nella sua abitazione aRoma il 24 giugno 2013, due mesi dopo aver compiuto 93 anni. I funerali si sono svolti nellaChiesa di Santa Emerenziana a Roma, alla presenza di numerosi esponenti politici dellaDemocrazia Cristiana e di altre alte cariche dello Stato; la sua salma venne poi tumulata all'interno del cimitero comunale diPotenza.[13] Nel 2018, la stessa città gli intitola una strada ed un monumento,[14] dopo che già a dieci mesi dalla morte era stata apposta una targa sulla casa divia Pretoria in cui il politico ha vissuto.[15]

Sinossi degli incarichi di Governo

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IncaricoMandatoGoverno
Sottosegretario di Stato all'Agricoltura e Foreste27 maggio 1948 - 27 gennaio 1950Governo De Gasperi V
31 gennaio 1950 - 26 luglio 1951Governo De Gasperi VI
Sottosegretario di Stato aiLavori Pubblici17 luglio 1953 - 17 agosto 1953Governo De Gasperi VIII
17 agosto 1953 - 18 gennaio 1954Governo Pella
19 gennaio 1954 - 10 febbraio 1954Governo Fanfani I
11 febbraio 1954 - 6 luglio 1955Governo Scelba
Ministro dell'Agricoltura e Foreste

Alto Commissario per l'alimentazione

6 luglio 1955 - 19 maggio 1957Governo Segni I
19 maggio 1957 - 1º luglio 1958Governo Zoli
Ministro del Commercio con l'Estero1º luglio 1958 - 15 febbraio 1959Governo Fanfani II
Ministro dell'Industria e Commercio15 febbraio 1959 - 25 marzo 1960Governo Segni II
25 marzo 1960 - 26 luglio 1960Governo Tambroni
26 luglio 1960 - 21 febbraio 1962Governo Fanfani III
21 febbraio 1962 - 21 giugno 1963Governo Fanfani IV
Ministro del Tesoro21 giugno 1963 - 4 dicembre 1963Governo Leone I
4 dicembre 1963 - 22 luglio 1964Governo Moro I
22 luglio 1964 - 23 febbraio 1966Governo Moro II
23 febbraio 1966 - 24 giugno 1968Governo Moro III
24 giugno 1968 - 12 dicembre 1968Governo Leone II
Ministro del Bilancio e Programmazione Economica24 giugno 1968 - 12 dicembre 1968
Ministro del Tesoro12 dicembre 1968 - 5 agosto 1969Governo Rumor I
5 agosto 1969 - 27 marzo 1970Governo Rumor II
27 marzo 1970 - 6 agosto 1970Governo Rumor III
Presidente del Consiglio dei ministri6 agosto 1970 - 17 febbraio 1972Governo Colombo
Ministro di Grazia e Giustizia

(ad interim)

6 marzo 1971 - 17 febbraio 1972
Ministro del Tesoro17 febbraio 1972 - 26 giugno 1972Governo Andreotti I
Ministro senza portafoglio

con delega per i compiti politici particolari e di coordinamento, con speciale riguardo alla Presidenza della delegazione italiana all'ONU

26 giugno 1972 - 7 luglio 1973Governo Andreotti II
Ministro delle Finanze7 luglio 1973 - 14 marzo 1974Governo Rumor IV
Ministro del Tesoro14 marzo 1974 - 23 novembre 1974Governo Rumor V
23 novembre 1974 - 12 febbraio 1976Governo Moro IV
12 febbraio 1976 - 29 luglio 1976Governo Moro V
Ministro degli Affari Esteri[16]4 aprile 1980 - 18 ottobre 1980Governo Cossiga II
18 ottobre 1980 - 28 giugno 1981Governo Forlani
28 giugno 1981 - 23 agosto 1982Governo Spadolini I
23 agosto 1982 - 1º dicembre 1982Governo Spadolini II
1º dicembre 1982 - 4 agosto 1983Governo Fanfani V
Ministro del Bilancio e Programmazione Economica28 luglio 1987 - 13 aprile 1988Governo Goria
Ministro delle Finanze13 aprile 1988 - 22 luglio 1989Governo De Mita
Ministro degli Affari Esteri[17]1º agosto 1992 - 28 aprile 1993Governo Amato I

Inchieste giudiziarie

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Il 24 novembre2003 Emilio Colombo fu coinvolto nell'inchiesta sul giro di droga detta "operazione Cleopatra". In tale occasione Colombo ammise di essere consumatore di cocaina, sostenendo che il suo consumo avveniva per fini terapeutici[18][19]. Il politico porgerà, in seguito, le sue scuse alla Nazione.[3]

Nella cultura di massa

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Canzoni popolari

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Il gruppo di canto popolareTerracantoArchiviato il 24 luglio 2020 inInternet Archive. spiega così come il Ministro Colombo sia stato un personaggio spesso citato da Giuseppe Miriello nei testi delle canzoni che ha scritto:

«Secondo il racconto di Giovanna Marini, che registrò il canto durante le sue ricerche in Basilicata, Giuseppe Miriello era solito cantare le sue composizioni davanti alla chiesa, all’uscita dalla messa, per denunciare la disonestà della classe politica e lo scandalo dello sfruttamento.

Spesso le sue invettive erano indirizzate al suo conterraneo Emilio Colombo, che aveva fatto carriera in politica fino a diventare Ministro nel Governo della Democrazia Cristiana, cosa che lo rendeva, agli occhi di Miriello e dell’immaginario popolare, responsabile di ogni nefandezza compiuta dal Governo.»

Una canzone di Miriello porta come titolo proprioLu menestre ColombeArchiviato il 24 luglio 2020 inInternet Archive.. È stata interpretata, fra gli altri, da Giovanna Marini[20].

Onorificenze

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Onorificenze italiane

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Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
— 6 maggio 1993[21]
Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
— 6 aprile 1961[22]

Onorificenze straniere

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Cavaliere di Gran Croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (Napoli) - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'ufficiale dell'ordine della Legion d'onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa per il 2500º anniversario dell'impero persiano (Impero d'Iran) - nastrino per uniforme ordinaria
— 14 ottobre 1971[23]
Premio Carlo Magno - nastrino per uniforme ordinaria
«Per il grande contribuito al processo di integrazione comunitaria europea.»
— 24 maggio 1979[24]

Note

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  1. ^abcdefghijklmnopqrstuvwxyzaaabacadEmilio Colombo, suCentenario Emilio Colombo.URL consultato il 21 giugno 2021.
  2. ^ Rocco Pezzano,Il centenario della nascita di Emilio Colombo. Il politico, l’uomo e il suo secolo, suIl Quotidiano del Sud, 11 aprile 2020.URL consultato il 23 giugno 2021.
  3. ^abColombo e la coca: chiedo scusa al Paese, inCorriere della Sera, 9 aprile 2010.URL consultato il 25 settembre 2013.
  4. ^L'espresso, Volume 47, Edizioni 6-10, p. 21
  5. ^Corrado Barberis,Teoria e storia della riforma agraria,Firenze,Vallecchi,1957
  6. ^ab Michele Valente,Evoluzione socio-economica dei Sassi di Matera nel XX Secolo - Capitolo IV - La legge speciale per il risanamento dei Sassi. (PDF), inLe pubblicazioni del Consiglio Regionale della Basilicata(archiviato dall'url originale il 3 maggio 2020).
  7. ^ Franco Martina,UNA MESSA, UN RICORDO E UN IMPEGNO PER EMILIO COLOMBO, inwww.giornalemio.it, 5 luglio 2018(archiviato dall'url originale il 3 maggio 2020).
  8. ^Giuseppe Mammarella, Paolo Cacace,La politica estera dell'Italia. Dallo stato unitario ai giorni nostri, Bari, Laterza, 2008.
  9. ^Portavano la coca al senatore Colombo, appello per due finanzieri - Brindisi Report, subrindisireport.it.
  10. ^Les Présidents Colombo et Solana reçoivent la Médaille d’or de la Fondation, sujean-monnet.ch.URL consultato il 27 ottobre 2011(archiviato dall'url originale il 30 agosto 2011).
  11. ^ Eugenio Scalfari,Casini dica Dico, suespresso.repubblica.it,L'Espresso, 27 febbraio 2007.URL consultato il 20 luglio 2007(archiviato dall'url originale il 16 giugno 2010).
  12. ^È morto Emilio Colombo: aveva 93 anni. L'Italia dice addio all'ultimo padre costituente, inRepubblica, 24 giugno 2013.URL consultato il 24 giugno 2013.
  13. ^Emilio Colombo: ai funerali tanti volti della vecchia DC, suBlitz Quotidiano, 26 giugno 2013.
  14. ^IN TRE DAL MATERANO A POTENZA PER RICORDARE EMILIO COLOMBO, sugiornalemio.it, Giornalemio, 25 giugno 2018.URL consultato il 10 aprile 2022.
  15. ^Una targa dedicata a Emilio Colombo sul palazzo in cui visse nel centro, suquotidianodelsud.it, Quotidiano del Sud, 11 aprile 2014.URL consultato il 10 aprile 2022.
  16. ^Nell'assumere questi incarichi si dimise dalParlamento europeo
  17. ^Nell'assumere questo incarico si dimise dalParlamento italiano
  18. ^Colombo, diffusi i verbali "La cocaina era per me", suRepubblica.it, 24 novembre 2003.URL consultato il 19 febbraio 2009.
  19. ^Morto senatore Emilio Colombo, l’ultimo costituente in Parlamento, suFanpage, 24 giugno 2013.URL consultato l'11 aprile 2024.
  20. ^GIOVANNA MARINI - LU MNESTRE COLOMBE, suyoutube.com.
  21. ^Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., suquirinale.it.
  22. ^Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., suquirinale.it.
  23. ^Badraie, subadraie.com(archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  24. ^Emilio Colombo: L'ultimo dei costituenti. Written by Donato Verrastro, Elena Vigilante, subooks.google.es.

Voci correlate

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Altri progetti

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Altri progetti

Collegamenti esterni

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PredecessorePresidente del Parlamento EuropeoSuccessore
Georges Spénale12 marzo1977 -1979Simone Veil

PredecessorePresidente dellaCommissione per gli affari esteri del Parlamento europeoSuccessore
nessunoluglio1979 - aprile1980Mariano Rumor
V · D · M
Italia (bandiera)Presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Alcide De Gasperi (1946-1953) ·Giuseppe Pella (1953-1954) ·Amintore Fanfani (1954) ·Mario Scelba (1954-1955) ·Antonio Segni (1955-1957) ·Adone Zoli (1957-1958) ·Amintore Fanfani (1958-1959) ·Antonio Segni (1959-1960) ·Fernando Tambroni (1960) ·Amintore Fanfani (1960-1963) ·Giovanni Leone (1963) ·Aldo Moro (1963-1968) ·Giovanni Leone (1968) ·Mariano Rumor (1968-1970) ·Emilio Colombo (1970-1972) ·Giulio Andreotti (1972-1973) ·Mariano Rumor (1973-1974) ·Aldo Moro (1974-1976) ·Giulio Andreotti (1976-1979) ·Francesco Cossiga (1979-1980) ·Arnaldo Forlani (1980-1981) ·Giovanni Spadolini (1981-1982) ·Amintore Fanfani (1982-1983) ·Bettino Craxi (1983-1987) ·Amintore Fanfani (1987) ·Giovanni Goria (1987-1988) ·Ciriaco De Mita (1988-1989) ·Giulio Andreotti (1989-1992) ·Giuliano Amato (1992-1993) ·Carlo Azeglio Ciampi (1993-1994) ·Silvio Berlusconi (1994-1995) ·Lamberto Dini (1995-1996) ·Romano Prodi (1996-1998) ·Massimo D'Alema (1998-2000) ·Giuliano Amato (2000-2001) ·Silvio Berlusconi (2001-2006) ·Romano Prodi (2006-2008) ·Silvio Berlusconi (2008-2011) ·Mario Monti (2011-2013) ·Enrico Letta (2013-2014) ·Matteo Renzi (2014-2016) ·Paolo Gentiloni (2016-2018) ·Giuseppe Conte (2018-2021) ·Mario Draghi (2021-2022) ·Giorgia Meloni (2022-in carica)Stendardo del Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana

PredecessorePresidente del Consiglio dell'Unione europeaSuccessore
Georges Pompidou1º luglio1971 - 31 dicembre1971Pierre Werner

PredecessoreMinistro degli affari esteri della Repubblica ItalianaSuccessore
Attilio Ruffini4 aprile1980 - 4 agosto1983Giulio AndreottiI
Vincenzo Scotti1º agosto1992 - 28 aprile1993Beniamino AndreattaII

PredecessoreMinistro del tesoro della Repubblica ItalianaSuccessore
Roberto Tremelloni21 giugno1963 - 6 agosto1970Mario Ferrari AggradiI
Mario Ferrari Aggradi18 febbraio1972 - 26 giugno1972Giovanni Francesco MalagodiII
Ugo La Malfa15 marzo1974 - 30 luglio1976Gaetano StammatiIII

PredecessoreMinistro delle finanze della Repubblica ItalianaSuccessore
Athos Valsecchi8 luglio1973 - 15 marzo1974Mario TanassiI
Antonio Gava13 aprile1988 - 23 luglio1989Rino FormicaII

PredecessoreMinistro senza portafoglioSuccessore
ruolo condiviso26 giugno1972 - 8 luglio1973
con delega al coordinamento della delegazione italiana all'ONU
ruolo condiviso

PredecessoreMinistro di grazia e giustizia della Repubblica ItalianaSuccessore
Oronzo Reale6 marzo1971 - 17 febbraio1972

ad interim comePresidente del Consiglio

Guido Gonella

PredecessoreMinistro del bilancio e della programmazione economica della Repubblica ItalianaSuccessore
Giovanni Pieraccini25 giugno1968 - 13 dicembre1968
Bilancio
Luigi PretiI
Giovanni Goria29 luglio1987 - 13 aprile1988
Bilancio e programmazione economica
Amintore FanfaniII

PredecessoreMinistro dell'industria della Repubblica ItalianaSuccessore
Giorgio Bo16 febbraio1959 - 22 giugno1963Giuseppe Togni

PredecessoreMinistro del commercio con l'estero della Repubblica ItalianaSuccessore
Guido Carli2 luglio1958 - 16 febbraio1959Rinaldo Del Bo

PredecessoreMinistro dell'agricoltura e delle foreste della Repubblica ItalianaSuccessore
Giuseppe Medici6 luglio1955 - 2 luglio1958Mario Ferrari Aggradi

PredecessoreSindaco di PotenzaSuccessore
Pietro Scognamigliogiugno1952 - dicembre1952Eugenio Brienza

PredecessorePresidente dell'Internazionale Democratica CentristaSuccessore
Eduardo Fernández1993 -1995Ricardo Arias Calderon
V · D · M
Senatori a vita di nomina presidenziale
Nominati daLuigi EinaudiPietro Canonica ·Guido Castelnuovo ·Gaetano De Sanctis ·Pasquale Jannaccone ·Carlo Alberto Salustri ·Luigi Sturzo ·Arturo Toscanini (dimesso) ·Umberto Zanotti Bianco
Nominati daGiovanni GronchiGiuseppe Paratore
Nominati daAntonio SegniCesare Merzagora ·Ferruccio Parri ·Meuccio Ruini
Nominati daGiuseppe SaragatGiovanni Leone ·Eugenio Montale ·Pietro Nenni ·Vittorio Valletta
Nominati daGiovanni LeoneAmintore Fanfani
Nominati daSandro PertiniCarlo Bo ·Norberto Bobbio ·Eduardo De Filippo ·Camilla Ravera ·Leo Valiani
Nominati daFrancesco CossigaGianni Agnelli ·Giulio Andreotti ·Francesco De Martino ·Giovanni Spadolini ·Paolo Emilio Taviani
Nominati daCarlo Azeglio CiampiEmilio Colombo ·Rita Levi-Montalcini ·Mario Luzi ·Giorgio Napolitano ·Sergio Pininfarina
Nominati daGiorgio NapolitanoClaudio Abbado ·Elena Cattaneo ·Mario Monti ·Renzo Piano ·Carlo Rubbia
Nominati daSergio MattarellaLiliana Segre
V · D · M
Bandiera dell'Unione EuropeaPresidenti delParlamento europeo
Assemblea comune europea
1952-1958
Spaak ·De Gasperi ·Pella ·FurlerEuroparlamento
Assemblea parlamentare europea
1958-1962
Schuman ·Furler
Parlamento europeo designato
1962-1979
Martino ·Duvieusart ·Leemans ·Poher ·Scelba ·Behrendt ·Berkhouwer ·Spénale ·Colombo
Parlamento europeo eletto
1979-oggi
Veil ·Dankert ·Pflimlin ·Plumb ·Barón Crespo ·Klepsch ·Hänsch ·Gil-Robles ·Fontaine ·Cox ·Borrell Fontelles ·Pöttering ·Buzek ·Schulz ·Tajani ·Sassoli ·Metsola
V · D · M
Vincitori delPremio Carlo Magno
Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi (1950) ·Hendrik Brugmans (1951) ·Alcide De Gasperi (1952) ·Jean Monnet (1953) ·Konrad Adenauer (1954) ·Sir Winston Leonard Spencer Churchill (1956) ·Paul-Henri Spaak (1957) ·Robert Schuman (1958) ·George Catlett Marshall (1959) ·Joseph Bech (1960) ·Walter Hallstein (1961) ·Edward Heath (1963) ·Antonio Segni (1964) ·Jens Otto Krag (1966) ·Joseph Luns (1967) ·Commissione europea (1969) ·François Seydoux de Clausonne (1970) ·Roy Jenkins (1972) ·Salvador de Madariaga (1973) ·Leo Tindemans (1976) ·Walter Scheel (1977) ·Kōnstantinos Karamanlīs (1978) ·Emilio Colombo (1979) ·Simone Veil (1981) ·Juan Carlos I di Spagna (1982) · La popolazione delLussemburgo (1986) ·Henry Alfred Kissinger (1987) ·François Mitterrand eHelmut Kohl (1988) ·Frère Roger (1989) ·Gyula Horn (1990) ·Václav Havel (1991) ·Jacques Delors (1992) ·Felipe González Márquez (1993) ·Gro Harlem Brundtland (1994) ·Franz Vranitzky (1995) ·Regina Beatrice dei Paesi Bassi (1996) ·Roman Herzog (1997) ·Bronisław Geremek (1998) ·Tony Blair (1999) ·Bill Clinton (2000) ·György Konrád (2001) · L'Euro (2002) ·Valéry Giscard d'Estaing (2003) ·Pat Cox (2004) · Premio straordinario:Papa Giovanni Paolo II (2004) ·Carlo Azeglio Ciampi (2005) ·Jean-Claude Juncker (2006) ·Javier Solana (2007) ·Angela Merkel (2008) ·Andrea Riccardi (2009) ·Donald Tusk (2010) ·Jean-Claude Trichet (2011) ·Wolfgang Schäuble (2012) ·Dalia Grybauskaitė (2013) ·Herman Van Rompuy (2014) ·Martin Schulz (2015) ·Papa Francesco (2016) ·Timothy Garton Ash (2017) ·Emmanuel Macron (2018) ·António Guterres (2019) ·Klaus Iohannis (2020) ·Svjatlana Cichanoŭskaja,Maryja Kalesnikava,Veranika Capkala (2022) ·Volodymyr Zelens'kyj e ilpopolo ucraino (2023) ·Pinchas Goldschmidt (2024) ·Ursula von der Leyen (2025)
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