Movatterモバイル変換


[0]ホーム

URL:


Vai al contenuto
WikipediaL'enciclopedia libera
Ricerca

Elezioni politiche in Italia del 1979

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Elezioni politiche in Italia del 1979
StatoItalia (bandiera) Italia
Data3-4 giugno
LegislaturaVIII legislatura
AssembleeCamera dei deputati,Senato della Repubblica
Legge elettoraleProporzionale classico
Affluenza90,95%(Diminuzione 2,75%)
ListeDemocrazia CristianaPartito Comunista ItalianoPartito Socialista Italiano
Camera dei deputati
Voti14 046 290
38,30%
11 139 231
30,38%
3 596 802
9,81%
Seggi
262 / 630
201 / 630
62 / 630
Differenza %Diminuzione 0,41%Diminuzione 3,99%Aumento 0,17%
Differenza seggiStabileDiminuzione 26Aumento 5
Senato della Repubblica
Voti12 010 716
38,34%
9 855 951
31,46%
3 252 410
10,38%
Seggi
138 / 315
109 / 315
32 / 315
Differenza %Diminuzione 0,54%Diminuzione 2,91%Aumento 0,18%
Differenza seggiAumento 3Diminuzione 7Aumento 3
Distribuzione del voto alla Camera
Governi
Cossiga I (1979-1980)
Cossiga II (1980)
Forlani (1980-1981)
Spadolini I (1981-1982)
Spadolini II (1982)
Fanfani V (1982-1983)

Leelezioni politiche in Italia del 1979 per il rinnovo dei due rami delParlamento Italiano – laCamera dei deputati e ilSenato della Repubblica – si tennero domenica 3 e lunedì 4 giugno1979[1], una settimana prima delle primeelezioni europee[2].

Le consultazioni confermarono il primato dellaDemocrazia Cristiana, in lieve calo, sulPartito Comunista Italiano che, per la prima volta dal 1948, subì un brusco arretramento. Complessivamente il centro (DC-PSDI-PRI-PLI) aumentò di poco i propri consensi, grazie alla crescita diliberali esocialdemocratici, ma mancò nuovamente la maggioranza assoluta dei seggi, dovendo ricorrere all'alleanza con isocialisti, in lieve crescita, ponendo le basi per la nascita delpentapartito. Sul fronte delle opposizioni, iradicali ottennero un ottimo risultato, passando da 4 a 18 seggi alla Camera, mentre la destramissina risultò in calo anche in questa tornata.

Sistema di voto

[modifica |modifica wikitesto]

Le elezioni politiche del1979 si tennero con il sistema di voto introdotto con ildecreto legislativo luogotenenziale n. 74 del 10 marzo1946, dopo essere stato approvato dalla Consulta Nazionale il 23 febbraio1946. Concepito per gestire le elezioni dell'Assemblea Costituente previste per il successivo 2 giugno, il sistema fu poi recepito come normativa elettorale per laCamera dei deputati con la legge n. 6 del 20 gennaio1948. Per quanto riguarda ilSenato della Repubblica, i criteri di elezione vennero stabiliti con la legge n. 29 del 6 febbraio1948 la quale, rispetto a quella per la Camera, conteneva alcuni piccoli correttivi in senso maggioritario, pur mantenendosi anch'essa in un quadro largamente proporzionale.

Secondo la suddetta legge del 1946, i partiti presentavano in ogni circoscrizione una lista di candidati. L'assegnazione di seggi alle liste circoscrizionali avveniva con unsistema proporzionale utilizzando il metodo dei divisori conquoziente Imperiali; determinato il numero di seggi guadagnati da ciascuna lista, venivano proclamati eletti i candidati che, all'interno della stessa, avessero ottenuto il maggior numero di preferenze da parte degli elettori, i quali potevano esprimere il loro gradimento per un massimo di quattro candidati.

I seggi e i voti residuati a questa prima fase venivano raggruppati poi nelcollegio unico nazionale, all'interno del quale gli scranni venivano assegnati sempre con il metodo dei divisori, ma utilizzando ora ilquoziente Hare naturale ed esaurendo il calcolo tramite il metodo dei più alti resti.

Differentemente dalla Camera, la legge elettorale delSenato si articolava su baseregionale, seguendo il dettatocostituzionale (art. 57). Ogni Regione era suddivisa in molticollegi uninominali. All'interno di ciascun collegio, veniva eletto il candidato che avesse raggiunto il quorum del 65% delle preferenze: tale soglia, oggettivamente di difficilissimo conseguimento, tradiva l'impianto proporzionale su cui era concepito anche il sistema elettorale della Camera Alta. Qualora, come normalmente avveniva, nessun candidato avesse conseguito l'elezione, i voti di tutti i candidati venivano raggruppati in liste di partito a livello regionale, dove i seggi venivano allocati utilizzando ilmetodo D'Hondt delle maggiori medie statistiche e quindi, all'interno di ciascuna lista, venivano dichiarati eletti i candidati con le migliori percentuali di preferenza.

Circoscrizioni

[modifica |modifica wikitesto]

Il territorio nazionale italiano venne suddiviso alla Camera dei deputati in 32circoscrizioni plurinominali e al Senato della Repubblica in 20circoscrizioni plurinominali, corrispondenti alle regioni italiane.

Circoscrizioni della Camera dei deputati

[modifica |modifica wikitesto]
Le circoscrizioni per la Camera dei deputati.

Le circoscrizioni dellaCamera dei deputati furono le seguenti:

  1. Torino (Torino,Novara,Vercelli);
  2. Cuneo (Cuneo,Alessandria,Asti);
  3. Genova (Genova,Imperia,La Spezia,Savona);
  4. Milano (Milano,Pavia);
  5. Como (Como,Sondrio,Varese);
  6. Brescia (Brescia,Bergamo);
  7. Mantova (Mantova,Cremona);
  8. Trento (Trento,Bolzano);
  9. Verona (Verona,Padova,Vicenza,Rovigo);
  10. Venezia (Venezia,Treviso);
  11. Udine (Udine,Belluno,Gorizia);
  12. Bologna (Bologna,Ferrara,Ravenna,Forlì);
  13. Parma (Parma,Modena,Piacenza,Reggio Emilia);
  14. Firenze (Firenze,Pistoia);
  15. Pisa (Pisa,Livorno,Lucca,Massa e Carrara);
  16. Siena (Siena,Arezzo,Grosseto);
  17. Ancona (Ancona,Pesaro,Macerata,Ascoli Piceno);
  18. Perugia (Perugia,Terni,Rieti);
  19. Roma (Roma,Viterbo,Latina,Frosinone);
  20. L'Aquila (Aquila,Pescara,Chieti,Teramo);
  21. Campobasso (Campobasso,Isernia);
  22. Napoli (Napoli,Caserta);
  23. Benevento (Benevento,Avellino,Salerno);
  24. Bari (Bari,Foggia);
  25. Lecce (Lecce,Brindisi,Taranto);
  26. Potenza (Potenza,Matera);
  27. Catanzaro (Catanzaro,Cosenza,Reggio Calabria);
  28. Catania (Catania,Messina,Siracusa,Ragusa,Enna);
  29. Palermo (Palermo,Trapani,Agrigento,Caltanissetta);
  30. Cagliari (Cagliari,Sassari,Nuoro,Oristano);
  31. Valle d'Aosta (Aosta);
  32. Trieste (Trieste).

Circoscrizioni del Senato della Repubblica

[modifica |modifica wikitesto]
Le circoscrizioni per il Senato della Repubblica.

Le circoscrizioni delSenato della Repubblica invece erano le seguenti:

  1. Piemonte;
  2. Valle D'Aosta;
  3. Lombardia;
  4. Trentino-Alto Adige;
  5. Veneto;
  6. Friuli-Venezia Giulia;
  7. Liguria;
  8. Emilia-Romagna;
  9. Toscana;
  10. Umbria;
  11. Marche;
  12. Lazio;
  13. Abruzzo;
  14. Molise;
  15. Campania;
  16. Puglia;
  17. Basilicata;
  18. Calabria;
  19. Sicilia;
  20. Sardegna.

Quadro politico

[modifica |modifica wikitesto]

A seguito delrapimento e uccisione del presidente democristiano Aldo Moro, fautore insieme al segretario comunista delcompromesso storico, i rapporti tra comunisti e democristiani, che sostenevano insieme ilgoverno di unità nazionale presieduto daGiulio Andreotti, divennero più tesi. Nonostante alcuni successi nella lotta al terrorismo e nelle riforme sociali, come l'istituzione delServizio Sanitario Nazionale, il PCI richiese di poter partecipare direttamente al Governo incontrando le resistenze democristiane e portando Andreotti alle dimissioni. Fu quindi creato un nuovo Governo di centro, guidato ancora da Andreotti, con l'esplicito intento di non ottenere la fiducia e andare a elezioni anticipate. Pochi giorni dopo ilPresidente della RepubblicaSandro Pertini sciolse le Camere con due anni di anticipo.

Il PCI non era più disposto ad esercitare il ruolo di gregario limitandosi all'appoggio esterno, mentre i democristiani erano ormai convinti che dovesse essere trovata una nuova via che coinvolgesse inevitabilmente i socialisti. Alla guida di questi ultimi si era consolidatoBettino Craxi, il cui progetto era rendere il PSI un partito riformista occidentale, in grado di superare i comunisti e formare una sinistra moderna di Governo. Per raggiungere questo obiettivo era però necessario riavvicinarsi alla DC e tornare al Governo del Paese.

Principali forze politiche

[modifica |modifica wikitesto]
PartitoCollocazioneIdeologia principaleSegretarioFoto
Democrazia Cristiana (DC)CentroCristianesimo democraticoBenigno Zaccagnini
Partito Comunista Italiano (PCI)SinistraEurocomunismoEnrico Berlinguer
Partito Socialista Italiano (PSI)Centro-sinistraSocialismo liberaleBettino Craxi
Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale (MSI-DN)Estrema destraNeofascismoGiorgio Almirante
Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI)Centro-sinistraSocialdemocraziaPietro Longo
Partito Radicale (PR)Centro-sinistraRadicalismoGiuseppe Rippa
Partito Repubblicano Italiano (PRI)CentroRepubblicanesimoOddo Biasini
Partito Liberale Italiano (PLI)Centro-destraLiberalismoValerio Zanone
Partito di Unità Proletaria per il Comunismo (PDUP)Estrema sinistraComunismoLucio Magri

Campagna elettorale

[modifica |modifica wikitesto]

I principali partiti affrontarono la campagna elettorale in un momento difficile e travagliato: la DC, dopo la morte di Moro, era stata privata di un forte mediatore capace di conciliare le diverse correnti interne, il PRI aveva dovuto fare a meno diUgo La Malfa, morto di emorragia cerebrale pochi giorni dopo la rinuncia a formare un nuovo esecutivo, in casa PSDI ci fu l'arresto dell'ex segretarioMario Tanassi (coinvolto nelloscandalo Lockheed), mentre socialisti e liberali non dovevano affrontare particolari problemi[2].

Se la DC non stava attraversando un momento tranquillo, il PCI era messo peggio. Alla sconfitta nelleelezioni amministrative dell'anno prima si era aggiunto un atteggiamento ambiguo del segretarioEnrico Berlinguer, il quale ribadiva la sua volontà di essere presto al Governo e contemporaneamente sparava continue bordate polemiche contro i possibili alleati futuri, disorientando i «quadri» e la base del partito (lo si constatò nel Congresso tenuto a fine marzo, che fu sottotono)[2].

In questo contesto sottotono per la pochezza delle idee e per lo spicco non eccezionale degli uomini, il vero protagonista della campagna elettorale fuMarco Pannella, leader delPartito Radicale che riuscì a mettere insieme intellettuali comeFernanda Pivano eLeonardo Sciascia, ex parlamentari comunisti e socialisti, ex dirigenti diLotta Continua comeMarco Boato eDomenico Pinto, anticipando di circa dieci anni l'insofferenza dell'opinione pubblica verso la partitocrazia[2].

La campagna elettorale fu segnata da una serie di eventi collegati aglianni di piombo: il 7 aprile furono arrestatiToni Negri e altri militanti diAutonomia Operaia su richiesta del magistratoPietro Calogero, mentre il 3 maggio leBrigate Rosse feceroirruzione alla sede regionale DC di piazza Nicosia, volendo presentarsi come contropotere e utilizzando la lotta armata come ripudio omicida della «truffa elettorale». Parteciparono all'azione una quindicina di persone che sequestrarono documenti e schedari, ma una pattuglia di polizia intercettò i brigatisti, che spararono uccidendo gli agenti Antonio Mea e Piero Ollanu, e ne ferirono un terzo[2].

Risultati

[modifica |modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio:Grafico delle elezioni politiche italiane.

Camera dei deputati

[modifica |modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio:Elezioni politiche in Italia del 1979 per circoscrizione (Camera dei deputati), Deputati dell'VIII legislatura della Repubblica Italiana ed Eletti alla Camera dei deputati nelle elezioni politiche italiane del 1979.
Partiti maggioritari nelle singole circoscrizioni elettorali.
Risultati delle elezioni politiche italiane del 1979 (Camera dei deputati)
Partito%VotiSeggiDifferenza (%)Aumento/Diminuzione
Democrazia Cristiana (DC)38,3014.046.290262Diminuzione0,41Stabile
Partito Comunista Italiano (PCI)30,3811.139.231201Diminuzione3,99Diminuzione27
Partito Socialista Italiano (PSI)9,813.596.80262Aumento0,17Aumento5
Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale (MSI-DN)5,261.930.63930Diminuzione0,84Diminuzione5
Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI)3,841.407.53520Aumento0,46Aumento5
Partito Radicale (PR)3,451.264.87018Aumento2,38Aumento14
Partito Repubblicano Italiano (PRI)3,031.110.20916Diminuzione0,06Aumento2
Partito Liberale Italiano (PLI)1,94712.6469Aumento0,63Aumento4
Partito di Unità Proletaria per il Comunismo (PdUP)1,37502.2476-Aumento6
Nuova Sinistra Unita[3]0,80294.4620Diminuzione0,72Diminuzione6
Costituente di Destra - Democrazia Nazionale (CD-DN)0,63229.2050--
Partito Popolare Sudtirolese (SVP)0,56204.8994Aumento0,06Aumento1
Associazione per Trieste (LpT)0,1865.5051--
Movimento Friuli (MF)0,1035.2540--
Union Valdôtaine-Federalismo Europa Autonomie (UV-DP-PLI)[4]0,0933.2501-Aumento1
Altre liste0,3098.2640-Diminuzione1
Totale[5]100,0036.671.308630

Senato della Repubblica

[modifica |modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio:Elezioni politiche in Italia del 1979 per circoscrizione (Senato della Repubblica), Senatori dell'VIII legislatura della Repubblica Italiana ed Eletti al Senato della Repubblica nelle elezioni politiche italiane del 1979.
Partiti maggioritari nelle singole circoscrizioni elettorali.
Risultati delle elezioni politiche italiane del 1979 (Senato della Repubblica)
Partito%VotiSeggiDifferenza (%)Aumento/Diminuzione
Democrazia Cristiana (DC)38,3412.010.716138Diminuzione0,54Aumento3
Partito Comunista Italiano (PCI)31,469.855.951109Diminuzione2,47Diminuzione7
Partito Socialista Italiano (PSI)10,383.252.41032Aumento0,18Aumento2
Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale (MSI-DN)5,681.780.95013Diminuzione0,95Diminuzione2
Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI)4,221.320.7299Aumento1,12Aumento2
Partito Repubblicano Italiano (PRI)3,361.053.2516Aumento0,67Diminuzione1
Partito Liberale Italiano (PLI)2,21691.7182Aumento0,82Stabile
Partito Radicale (PR)1,32413.4442Aumento0,47Aumento2
Partito Popolare Sudtirolese (SVP)0,55172.5823Aumento0,05Aumento1
Union Valdôtaine-Federalismo Europa Autonomie (UV-DEP-PLI)[4]0,1237.0821-Stabile
Costituente di Destra - Democrazia Nazionale (CD-DN)0,56176.9660--
Associazione per Trieste (LpT)0,2061.9110--
Nuova Sinistra Unita[3]0,1444.0940Diminuzione0,11Stabile
Altre liste1,46458.9910--
Totale[6]100,0031.330.7953150

Analisi territoriale del voto

[modifica |modifica wikitesto]
Partiti maggioritari nelle singole province per la Camera.

La Democrazia Cristiana subisce una lieve perdita di consensi frutto di un contenuto calo nel Nord Italia e di una crescita consistente del Sud. Nel Centro-Nord la DC arretra quasi ovunque, in particolare inFriuli-Venezia Giulia perde il 6% dei voti, frutto di un crollo del 13% nellaProvincia di Trieste dove si impone laLista per Trieste, e nelle province diCuneo eBergamo entrambe con un -3%. Al contrario nel centrosud la crescita di consensi coinvolge quasi tutte le regioni con le uniche eccezioni diSardegna eBasilicata. Di particolare rilevanza è la crescita nelle province diReggio Calabria dove i democristiani guadagnano circa il 7% dei voti,Benevento (+6%),Caserta eCaltanissetta (+5%). A queste province si aggiunge ilMolise che fa registrare una crescita della DC del 4%, facendo diventare il Molise la regione più democristiana d'Italia, prima diVeneto eAbruzzo che, insieme a Nord dellaSicilia eCampania con l'esclusione diNapoli restano le zone forti della DC. Si conferma invece debole nelle «zone rosse», nel Nord-Ovest e nellaProvincia di Cagliari[5].

Il Partito Comunista Italiano subisce una consistente perdita di consensi rispetto alle precedenti elezioni frutto di un calo generale particolarmente forte nel Sud Italia. Infatti, mentre nel Nord perde circa il 3% dei voti e l'1-2% nelle «Regioni Rosse», al Sud arretra di 4-5 punti percentuali. In particolare è laCampania che fa registra il calo più marcato, 7%, risultato di un arretramento del 9% nellaCircoscrizione di Napoli. Seguono laCalabria, laSicilia e ilLazio con un calo del 6%, come le province diIsernia eTrieste. Al Nord si registra una perdita di consensi soprattutto inPiemonte (-5%) e nellaLombardia Occidentale conMilano eVarese che fanno registrare un calo del 4% dei voti per il PCI. In generale comunque la distribuzione elettorale dei comunisti non cambia notevolmente: le «Regioni Rosse» restano il cuore del PCI come il Nord-Ovest si conferma la seconda area d'influenza. LaProvincia di Cagliari, con l'indebolimento della DC, sembra essere l'unica delle zone dell'exploit comunista del 1976 ad aver mantenuto il predominio comunista. Si confermano ostili al PCI ilTriveneto, l'AltaLombardia, laCampania e il Nord dellaSicilia[5].

Il Partito Socialista Italiano cresce nel Nord-Ovest e nel Sud Italia mentre cala nel Nord Est. In particolare cresce notevolmente inProvincia di Messina (+3%), inCalabria e inProvincia di Alessandria (+1%). Al contrario arretra inProvincia di Belluno (-3%) e inFriuli-Venezia Giulia (-4%) che passa da zona forte del PSI a zona debole insieme al Centro Italia con l'esclusione dell'Umbria. Il risultato di questa tornata elettorale è il riequilibrio nella distribuzione territoriale del voto. Il PSI, infatti, risulta l'unico partito equamente distribuito sul territorio nazionale restando poco più debole della media solo in alcune regioni[5].

Il Movimento Sociale Italiano, dopo aver subito la scissione della Democrazia Nazionale, arretra su tutto il territorio, con un calo meno marcato nelNord Italia che si conferma però molto lontana dal MSI. Nel Centro-Sud, invece, i missini perdono circa l'1% dei voti ma restano comunque forti, specialmente nelLazio, e inCampania dove però perdono quasi il 2% dei consensi,Puglia e nelle province diCatania eReggio Calabria pur perdendo il 3% dei voti. Altri cali marcati si registrano nelle province diMessina (-5%),Trapani (-4%) che abbassano il dato dellaSicilia del 3%, eTrieste in cui il MSI perde 4 punti percentuali[5].

Il Partito Socialista Democratico Italiano registra una crescita generale con le uniche eccezioni diMarche eMolise regioni in cui perde l'1% dei voti. Si conferma forte nel Nord-Ovest, inFriuli-Venezia Giulia e nellaProvincia di Belluno. A queste zone si aggiunge laSicilia in cui cresce dell'1% grazie soprattutto all'ottimo risultato dellaProvincia di Catania (+3%). Un'altra crescita notevole si registra nellaProvincia di Cosenza dove avanza del 2%[5].

Il Partito Radicale ottiene un ottimo risultato più che triplicando i consensi rispetto alle precedenti elezioni. Questo grazie ad una notevole crescita nel Nord-Italia che si conferma la principale zona d'interesse insieme alle grandi città. I radicali aumentano i propri consensi anche nel Centro, seppur in modo più contenuto, e nel Sud dove gli aumenti sono in linea con il trend nazionale. Tuttavia in queste zone i risultati del PR si mantengono al di sotto della media scendendo spesso sotto il 2%[5].

Il Partito Repubblicano Italiano è sostanzialmente stabile. Le uniche variazioni degne di nota riguardano laSicilia in cui cresce dell'1%, ilMolise e ilFriuli-Venezia Giulia dove invece perde l'1% dei voti. LaSicilia entra quindi di diritto tra le zone forti del PRI affiancandosi al Nord-Ovest, allaRomagna e alla costa toscana[5].

Il Partito Liberale Italiano cresce quasi esclusivamente nel Nord Italia, in particolare inPiemonte (+1,5%), mentre nel resto del paese risulta stabile o in lievissima crescita. Si conferma forte nel Nord e in alcune province del Sud comeBenevento eMessina mentre nel resto del Sud è piuttosto debole[5].

Il Partito di Unità Proletaria risulta molto radicato inLombardia,Marche,Molise,Basilicata eCalabria mentre si mostra piuttosto debole inLiguria e nelCentro[5].

Grazie alla discesa del PCI, il distacco tra DC e comunisti si amplia, arrivando a circa 8 punti percentuali. Ciò si traduce in una notevole avanzata dei democristiani che riconquistano diverse province perse tre anni prima,Novara,Viterbo,Roma,Teramo,Pescara eNapoli, seppur con vantaggi piuttosto ridotti. Inoltre la DC riesce a ridurre lo svantaggio a pochi punti percentuali in molte delle province contese lasciando al PCI ampi margini di vittoria solo nelle «zone rosse» dove talvolta riesce a incrementare il proprio vantaggio. È inoltre evidente un netto rafforzamento della DC nel Centro-Sud, dove raramente scende sotto un distacco a doppia cifra, e specialmente inSicilia dove aumenta il proprio vantaggio sui comunisti di 8 punti percentuali. Si mantiene invece stabile, se non in lieve calo, il predominio democristiano nelTriveneto e in AltaLombardia ormai eguagliato daCampania eMolise con vantaggi nell'ordine del 30%[5].

  • Democrazia Cristiana.
    Democrazia Cristiana.
  • Partito Comunista Italiano.
    Partito Comunista Italiano.
  • Partito Socialista Italiano.
    Partito Socialista Italiano.
  • Movimento Sociale Italiano.
    Movimento Sociale Italiano.
  • Partito Socialista Democratico Italiano.
    Partito Socialista Democratico Italiano.
  • Partito Radicale.
    Partito Radicale.
  • Partito Repubblicano Italiano.
    Partito Repubblicano Italiano.
  • Partito Liberale Italiano.
    Partito Liberale Italiano.
  • Partito di Unità Proletaria.
    Partito di Unità Proletaria.
  • Distacco tra primo e secondo partito.
    Distacco tra primo e secondo partito.

Conseguenze del voto

[modifica |modifica wikitesto]

L'esito del voto non premiò la DC e il PSI, punì il PCI (convertito all'antiterrorismo), mentre i partiti laici (PLI-PRI-PSDI) riportarono una buona affermazione. I veri trionfatori furono i radicali, che con il 3,45% alla Camera passarono da 4 a 18 seggi[2], ed elessero 2 senatori.

Le elezioni negarono al centro (DC-PSDI-PRI-PLI) la maggioranza assoluta dei voti mentre il brusco calo dei comunisti ne ridimensionò le prospettive e fece tramontare definitivamente il compromesso storico. L'unica via percorribile per la DC era tornare all'alleanza con il PSI di Bettino Craxi. Si ritornò quindi alla formula del centrosinistra guidata dal democristianoFrancesco Cossiga, che formò due esecutivi: ilCossiga I era formato dall'alleanza DC-PSDI-PLI, con l'appoggio esterno di socialisti e repubblicani, mentre ilCossiga II era composto da DC, PSI e PRI. Nell'ottobre 1980 Cossiga si dimise dopo che il Parlamento aveva bocciato un decreto economico con voto segreto (298 voti contrari e 297 favorevoli) e fu sostituito daArnaldo Forlani. Ilterremoto dell'Irpinia (con l'inadeguatezza delle misure adottate e lo spreco di denaro pubblico per la ricostruzione), le continue bocciature parlamentari di provvedimenti finanziari e sociali, la scoperta dellaP2 e la vittoria schiacciante del «no» alreferendum sull'aborto comportarono una nuova crisi politica che si risolse con la nascita delpentapartito, ovvero la coalizione DC-PSI-PSDI-PRI-PLI che aveva come valore costitutivo il riconoscimento di pari dignità tra la DC e gli altri partiti, anche per quel che riguardava la guida del Governo.

Dopo i nomi diLeo Valiani eBruno Visentini, la formazione del primo governo di questa nuova fase politica fu affidata al leader repubblicanoGiovanni Spadolini, che sottrasse la presidenza del Consiglio alla DC dopo 36 anni[2]. In un anno Spadolini formò due esecutivi, prima che l'incarico tornasse a un democristiano, Amintore Fanfani, che formò il suoquinto governo, per poi tornare a elezioni anticipate dopo che il PSI non era più disposto a sostenere l'esecutivo[2].

Note

[modifica |modifica wikitesto]
  1. ^A Torino ha votato il 69,2 per cento, inLa Stampa, 4 giugno 1979.URL consultato il 25 marzo 2017.
  2. ^abcdefgh Indro Montanelli e Mario Cervi,L'Italia degli anni di fango, Milano, Rizzoli, 1993.
  3. ^abConsiderata la differenza conDemocrazia Proletaria.
  4. ^abCandidatura presentata inValle d'Aosta.
  5. ^abcdefghijkArchivio Storico delle Elezioni – Camera del 3 giugno 1979, inMinistero dell'interno.URL consultato il 16 aprile 2013.
  6. ^Archivio Storico delle Elezioni – Senato del 3 giugno 1979, inMinistero dell'interno.URL consultato il 17 aprile 2013.

Bibliografia

[modifica |modifica wikitesto]
  • Costituzione della Repubblica Italiana.
  • Indro Montanelli e Mario Cervi,L'italia degli anni di fango (1978-1993), Milano, Rizzoli, 1993,ISBN 88-17-42729-2.

Voci correlate

[modifica |modifica wikitesto]
V · D · M
Italia (bandiera)Elezioni ereferendum inItaliaItalia (bandiera)
Elezioni politiche
Regno eRepubblica
1861 ·1865 ·1867 ·1870 ·1874 ·1876 ·1880 ·1882 ·1886 ·1890 ·1892 ·1895 ·1897 ·1900 ·1904 ·1909 ·1913 ·1919 ·1921 ·1924 ·1929 ·1934 ·1946(Costituente) ·1948 ·1953 ·1958 ·1963 ·1968 ·1972 ·1976 ·1979 ·1983 ·1987 ·1992 ·1994 ·1996 ·2001 ·2006 ·2008 ·2013 ·2018 ·2022
Suppletive1972 ·1994 ·1995 ·1996 ·1997 ·1998 ·1999 ·2000 ·2002 ·2003 ·2004 ·2005 ·2019 ·2020 ·2021 ·2022 ·2023
Elezioni europee1979 ·1984 ·1989 ·1994 ·1999 ·2004 ·2009 ·2014 ·2019 ·2024
Elezioni regionali
(tornate generali)
1949 ·1959 ·1963 ·1964 ·1968 ·1970 ·1973 ·1975 ·1978 ·1980 ·1983 ·1985 ·1988 ·1990 ·1993 ·1995 ·1998 ·2000 ·2003 ·2005 ·2008 ·2010 ·2013 ·2014 ·2015 ·2018 ·2019 ·2020 ·2023 ·2024 ·2025
Elezioni amministrative
1914 ·1920 ·1922 ·1923 ·1946 ·1947 ·1948 ·1949 ·1950 ·1951 ·1952 ·1953 ·1954 ·1956 ·1957 ·1958 ·1959 ·1960 ·1961 ·1962 ·1963 ·1964 ·1965 ·1966 ·1967 ·1968 ·1969 ·1970 ·1971 ·1972 ·1973 ·1974 ·1975 ·1976 ·1977 ·1978 ·1979 ·1980 ·1981 ·1982 ·1983 ·1984 ·1985 ·1986 ·1987 ·1988 ·1989 ·1990 ·1991 ·1992 ·1993 ·1994 ·1995 ·1996 ·1997 ·1998 ·1999 ·2000 ·2001 ·2002 ·2003 ·2004 ·2005 ·2006 ·2007 ·2008 ·2009 ·2010 ·2011 ·2012 ·2013 ·2014 ·2015 ·2016 ·2017 ·2018 ·2019 ·2020 ·2021 ·2022 ·2023 ·2024 ·2025
Provinciali1951 ·1952 ·1956 ·1957 ·1959 ·1960 ·1961 ·1962 ·1964 ·1965 ·1966 ·1967 ·1968 ·1970 ·1971 ·1972 ·1973 ·1974 ·1975 ·1976 ·1977 ·1978 ·1979 ·1980 ·1981 ·1982 ·1983 ·1984 ·1985 ·1988 ·1990 ·1991 ·1992 ·1993 ·1994 ·1995 ·1996 ·1997 ·1998 ·1999 ·2000 ·2001 ·2002 ·2003 ·2004 ·2005 ·2006 ·2007 ·2008 ·2009 ·2010 ·2011 ·2025
Referendum statali
istituzionali1946
costituzionali2001 ·2006 ·2016 ·2020
abrogativi1974 ·1978 ·1981 ·1985 ·1987 ·1990 ·1991 ·1993 ·1995 ·1997 ·1999 ·2000 ·2003 ·2005 ·2009 ·2011 ·2016 ·2022 ·2025
di indirizzo1989
Calendario delle elezioni in Italia ·Grafico delle elezioni politiche in Italia ·Elezioni istituzionali in Italia ·Elezioni regionali in Italia
Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Elezioni_politiche_in_Italia_del_1979&oldid=145797173"
Categoria:

[8]ページ先頭

©2009-2025 Movatter.jp