Giovanni Battista Cipelli, meglio noto con il nome accademico diEgnazio (Venezia,1478 –Venezia,27 giugno1553), è stato unfilologoitaliano.
Di umili origini, si indirizzò verso lo stato ecclesiastico sin dalla giovinezza e fu ordinato sacerdote prima del1502.
Qualcuno lo ha creduto allievo diAgnolo Poliziano e diMarco Musuro, ma è una notizia infondata. Studiò invece nella città natale, lettere sotto la guida diBenedetto Brugnoli e filosofia conVincenzo Bragadin.
Spronato dai suoi maestri e, probabilmente, anche dalla povertà, ad appena diciott'anni allestì nella sua casa una scuola privata che ebbe subito grande successo. Durante le sue lezioni non si limitava a leggere i testi già stampati dei principali autori latini, ma si occupava anche della lorocollazione confrontandoli con i codici antichi.
Questa attività suscitò la gelosia diMarco Antonio Sabellico, che ormai da tempo insegnava pubblicamente umanità, e prese a denigrarlo. La risposta del giovane non si fece attendere: nel1502 fu data alle stampe una raccolta di interpretazioni di testi antichi di vari autori a cura diGiovanni Bembo; quelle del Sabellico furono corredate da delle note in calce, detteRaceniationes, contenenti una pungente analisi critica in cui metteva in luce gli errori del filologo vicovarese.
Nello stesso anno uscì una sua nuova edizione deiFacta et dicta diValerio Massimo, in sostituzione delle precedenti su cui il Sabellico si era fondato per redigere leEnneades. Gli attriti fra i due si acuirono, ma nel1506 il Sabellico, gravemente malato, chiamò al suo capezzale proprio il Cipelli, ritenendolo la persona più capace per correggere e pubblicare gliExemplorum libri decem, lavoro cui aveva dedicato gli ultimi anni della sua vita. Il giovane accettò l'incarico; dopo aver recitato l'elogio funebre del nemico, si concentrò sull'opera e, alla fine, riuscì a mandarla alle stampe nel1507.
Frattanto proseguiva la carriera ecclesiastica. Inizialmente fu alunno nellacollegiata diSanta Marina, per poi diventarecanonico diSan Salvador; fu quindi procuratore del sinodo tenuto dalpatriarca di VeneziaAntonio Contarini nel1514 e attorno al1515 godette dei benefici delleparrocchie diZelarino eMartellago, nei pressi diMestre, dove soggiornò spesso per trascorrere periodi di vacanza. Nel1508, in verità, aveva pensato di lasciare ilclero secolare per entrare nelmonastero di Camaldoli, ma il progetto naufragò in quanto pretendeva di poter fare l'eremita senza seguire alcuna regola monastica.
Sin dall'inizio del secolo le sue abilità oratorie furono note al governo dellaRepubblica che lo incaricò di recitare discorsi pubblici in più occasioni: nel1501 pronunciò l'elogio funebre dell'ambasciatore spagnoloLorenzo Suarez, l'anno dopo quello diBenedetto Brugnoli, nel1506, come già detto, quello del Sabellico; nel1510 tenne nellachiesa dei Santi Giovanni e Paolo, presenti ildogeLeonardo Loredan e ilSenato il discorso funebre per il celebre condottieroNiccolò Orsini; nel1511 fece altrettanto per il cancelliereLuigi Dardano, nel1514 per ilnunzio pontificioPiero Dovizi di Bibbiena, nel1525 commemorò il cardinaleMarco Corner.
Questa crescente notorietà lo portò ad assumere alcune importanti cariche. Nel1510 il doge Loredan lo nominò priore delloSpedale di San Marco. Nel1515 il Senato lo mise al seguito dei quattro diplomatici che si recarono aMilano pressoFrancesco I di Francia che aveva appena sconfittoMassimiliano Sforza; il Cipelli elogiò il sovrano componendo un inno che celebrava la sua discesa in Italia e le vittorie sugliSvizzeri e ricevette in cambio un medaglione d'oro.
Nel1520 morìRaffaele Regio, maestro di umanità presso la Scuola di San Marco per cancellieri. Come prassi fu indetto un concorso pubblico per designarne il successore, ma tutti i partecipanti vennero respinti perché la scelta cadesse sul Cipelli. Da questo momento il letterato poté godere di una notevole agiatezza, sia per le rendite assicurate dai benefici di Zelarino, Martellago e dello Spedale, sia per lo stipendio che gli fu assegnato, ammontante dapprima a cento, poi a centocinquanta e infine a duecento ducati.
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