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Edonismo

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L'edonismo (dallalingua greca anticaἡδονή, "piacere") è, in senso generale, il termine con il quale si indica qualsiasi genere difilosofia o scuola di pensiero che identifichi ilbenemorale colpiacere, riconoscendo in esso il fine ultimo dell'essere umano.[1]

Edonismo e eudemonismo

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Immagine di fantasia di Aristippo di Cirene

Questa concezione non va confusa con l'eudemonismo e l'utilitarismo, che presumono una ricerca del piacere tramite il calcolo della ragione; l'edonismo vuole conseguire invece o il benessere immediato e attuale, il "piacere cinetico" deicirenaici, o il "piacere catastematico" (come assenza di dolore) della dottrinaepicurea.

La concezione edonistica fu rappresentata nell'antichità daAristippo, allievo diSocrate e fondatore dellascuola cirenaica, il quale, partendo dalla concezione socratica del bene come piacevole e della sua attraenza per chi lo conosce razionalmente ("eudemonismo"), approda all'edonismo in quanto bene. Aristippo in effetti devia totalmente dalla strada dell'intellettualismoetico socratico, riducendo il bene alpiacere che la persona può godere momento per momento, poiché non vi è nessuna certezza che ne possa usufruire nel futuro imperscrutabile, dove può intervenire ildestino che rende vana ogni speranza di vita felice.

La ricerca di un bene futuro si accompagna dunque sempre a un senso di incertezza e inquietudine che alla fine rende affannosa la vita di un individuo che cerca di impossessarsi di un piacere in movimento ("cinetico"). Meglio quindi cogliere il piacere immediato[2] come la gioia, l'allegria, che si può cogliere nel presente badando sempre bene a non divenirne schiavo. Il saggio è infatti colui che può affermare:
«Posseggo, ma non sono posseduto».[3]

Etica epicurea

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Busto di Epicuro (Pergamonmuseum,Berlino)
Lo stesso argomento in dettaglio:Epicuro § Etica.

Il conseguimento del piacere costituisce il fulcro dell'eticaepicurea che, diversamente da quella cirenaica, tende a conseguire ilpiacere stabile, duraturo ("catastematico"), inteso più come cessazione, privazione del dolore, che come conseguimento di un benessere; un piacere che si ottiene ricercando i soli beni necessari che si mantengano inalterati nel tempo e che quindi assicurino serenità e tranquillità d'animo. A questo scopo il saggio coltiverà l'amicizia e l'atarassia (in greco antico ἀταραξία (da α + ταραξις, "assenza d'agitazione"), vale a dire il distacco dalle passioni.

Per Epicuro non va escluso il piacere cinetico, ovvero transeunte e proprio dei sensi, ma va esercitato con grande moderazione e con un calcolo della ragione che richiama i princìpi dell'etica eudemonistica.[4]

Storia dell'edonismo

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Nell'opinione comune il termine "edonismo" è giunto a significare, col tempo, non solo una corrente filosofica, ma più genericamente ogni comportamento e costume di vita che risulti volto, in modo esclusivo o prevalente, al raggiungimento del piacere fisico e immediato. A livello volgare si definisce perciò edonista colui che è dedito al lusso, al vizio, al perseguimento del piacere sessuale (libertinaggio); una definizione fortemente contestata proprio da Epicuro.[5]

Kant

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L'edonismo ha subìto accese critiche nel corso della storia della filosofia: in particolare daKant, che nella sua etica formale rifiuta che a una vita morale possa associarsi la ricerca del piacere o di qualsiasi altro bene materiale che renderebbe il comando (l'imperativo) moraleipotetico, cioè subordinato a fini esterni a quelli del conseguimento del bene per il bene, e noncategorico, come dev'essere (cfr.Critica della ragion pratica).

Utilitaristi

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NelXIX secolo, i princìpi dell'edonismo esercitarono un profondo influsso sui filosofiutilitaristi, tra cuiJeremy Bentham e soprattuttoJohn Stuart Mill, il quale, in disaccordo con i principi generali della dottrina, avanzò criteri di differenziazione qualitativa fra le varie classi di piaceri.[6]All'utilitarismo e all'edonismo greco (principalmente aEpicuro) si rifanno ad esempioMichel Onfray e la prospettiva abolizionista deltransumanismo (che presentano un influsso anche diFriedrich Nietzsche).

Edonismo psicologico

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Alcuni autori contemporanei (P. Gorsen, J.C.B. Gosling,Herbert Marcuse), pur conservando un atteggiamento critico, tuttavia, anche sulla base di considerazioni di caratterepsicologico, giudicano il piacere un aspetto importante dellamotivazione, per cui le dottrine edonistiche avrebbero messo in risalto come la soddisfazione del piacere rappresenti un elemento essenziale per l'armonico sviluppo psichico dell'individuo.

Edonismo nella cultura di massa

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Il quarantesimopresidente degli Stati Uniti d'AmericaRonald Reagan, da cui prese il nome l'edonismoreaganiano

Un'ulteriore accezione con cui il termine viene utilizzato è quella, giornalistica, di "edonismoreaganiano",[7] riferita non al significato propriamente filosofico, ma alle teorieindividualiste, alneoliberismo e ai comportamentiegoistici. Con essa si vorrebbe indicare la tendenza, spiccatamente individualista, che lasocietà occidentale assunse daglianni ottanta, quando gliStati Uniti furono sotto la presidenza diRonald Reagan. In quegli anni le dottrine politico-economiche dominanti come laReaganomics e ilthatcherismo, rifacendosi alle teorie economiche dellascuola di Chicago, propugnavano l'autosufficienza economica dell'individuo nei confronti dello Stato assistenzialista, il libero mercato, i tagli alla spesa pubblica e la riduzione delle imposte.

In tale contesto, l'"edonismoreaganiano", inizialmente imputato al neoliberismo degli anni ottanta, si è andato successivamente affermando nell'epoca dellaglobalizzazione, che ha visto l'affermarsi di un modello sociologico daZygmunt Bauman definitosocietà liquida e cheUmberto Eco ha sintetizzato in un suo articolo suL'Espresso del 2015:

«[...] emerge un individualismo sfrenato, dove nessuno è più compagno di strada ma antagonista di ciascuno, da cui guardarsi. Questo "soggettivismo" ha minato le basi della modernità, l'ha resa fragile: una situazione in cui, mancando ogni punto di riferimento, tutto si dissolve in una sorta di liquidità. Si perde la certezza del diritto (la magistratura è sentita come nemica), e le uniche soluzioni per l'individuo senza punti di riferimento sono da un lato l'apparire a tutti i costi, l'apparire come valore [...] e il consumismo. Però si tratta di un consumismo che non mira al possesso di oggetti di desiderio in cui appagarsi, ma che li rende subito obsoleti, e il singolo passa da un consumo all'altro in una sorta di bulimia senza scopo.[8]»

Note

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  1. ^Cfr. voce corrispondente su Sapere.it (dizionario edenciclopedia) e su Treccani.it (vocabolario edenciclopedia).
  2. ^«Godeva il piacere dei beni presenti, ma rinunziava ad affaticarsi per il godimento di beni non presenti.» (Diogene Laerzio,Vite dei filosofi, II, 66)
  3. ^Diogene Laerzio,Vite dei filosofi, II, 75.
  4. ^Epicuro,Epist. a Meneceo, §§ 128-30.
  5. ^Epicuro,Lettera a Meneceo: «Quando dunque diciamo che il bene è il piacere, non intendiamo il semplice piacere dei goderecci».
  6. ^Utilitarism, cap. 2: 3ª ed., Londra 1867, pp. 11 sgg.
  7. ^Roberto D'Agostino, "Gli anni dell'edonismo reaganiano",La Stampa, 06/02/2011.
  8. ^Umberto Eco, “La società liquida”,L'Espresso, 29 maggio 2015.

Bibliografia

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Voci correlate

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