Nacque nella piazza Vittorio Emanuele I, ora intitolata a suo nome, aOneglia, prima che fosse accorpata aPorto Maurizio e ad altri 9 comuni nell'unica città diImperia nel 1923. All'età di due anni la sua famiglia si trasferì inPiemonte, dapprima aCuneo, dove il piccolo Edmondo studiò alle scuole primarie ed al liceo, quindi aTorino, dove frequentò il collegioCandellero.
Era di famiglia benestante: il padre Francesco (1791-1863), genovese originario del Centro Italia, copriva mansioni di regio banchiere di sali e tabacchi; la madre, Teresa Busseti, originaria dell'Alessandrino, faceva parte dell'alta borghesia. Sia la sua casa ligure (poi diventata sede dellaGuardia di Finanza) sia quella di Cuneo (poi diventata caserma militare "Carlo Emanuele", ai bastioni di Stura, con vista sulMonviso) erano ampie ed eleganti.
A sedici anni entrò nel collegio militare "Candellero" di Torino[2] per preparare gli esami di ammissione all'Accademia militare di Modena, che frequentò fino all'estate del 1865, licenziandosi con il grado di sottotenente. Nel 1866 partecipò allabattaglia di Custoza, assistendo alla sconfitta italiana.
Divenne quindi giornalista militare, trasferendosi aFirenze per assumere la direzione deL'Italia militare, organo ufficiale delMinistero della guerra. Su questo giornale avviò la pubblicazione dei bozzetti militari,[3] poi editi anche in altri giornali e infine raccolti in volume sotto il titoloLa vita militare (1868). In un'edizione successiva, dell'anno seguente, vi aggiunse il bozzetto-reportageL'esercito italiano durante il colera del 1867, che molti interpretarono come un documento autobiografico, frutto di un'esperienza direttamente vissuta durante l'epidemia che colpì soprattutto la Sicilia. Alcuni dizionari biografici e testi di letteratura riportano erroneamente la permanenza di De Amicis in Sicilia nel 1867, mentre invece vi si era recato due anni prima, nel 1865, quando aveva fatto la sua prima guarnigione militare aMessina, ripartendo con il suo reggimento nell'aprile del 1866 per partecipare allaguerra contro l'Austria. Sull'isola sarebbe tornato soltanto nel 1906, su invito del poetaMario Rapisardi. Il viaggio del De Amicis in Sicilia durante il colera del 1867 fu definitivamente smentito in maniera chiara e incontrovertibile da Piero Meli nel suo articoloEdmondo De Amicis e i fantasmi letterari del colera in Sicilia.[4]
Sempre come giornalista militare, De Amicis collaborò poi con il quotidianoLa Nazione di Firenze,[5] per il quale scrisse articoli soprattutto sullapresa di Roma del 1870.
Nel quadro della produzione saggistico-narrativa negli anni giovanili dell'Autore di 'Cuore', di spicco quella, cui diede aìre il volume 'Spagna' (due elaborazioni: 1871 e 1873), inerente i propri viaggi (cfr. la serie al completo qui in 'Opere'). Si tratta di scritti -tradotti sino ad oggi in molte lingue- di sicuro pregio e non solo 'letterario', importanti a livello storico-documentale e la cui elaborazione allora divenne la pietra di paragone, nel colorito elegante e con brio di molte loro pagine memorabili, per un reale rinnovamento, nella forma come nella sostanza, della miglior prosa italiana di viaggio di fine Ottocento.
Sull'Oceano (1889), illustrazioni diArnaldo Ferraguti (Museo Navale di Imperia)
Ancor più significativo fu il suo ulteriore viaggio in Argentina, raccontato nel romanzoSull'Oceano e in una serie di bozzetti dedicati agli emigranti italiani, poi raccolti nel volumeIn America.[6]
Dal 1877 De Amicis andò a vivere in Piemonte, viaggiando tra la casa di Torino e quella diPinerolo, soprattutto durante i mesi estivi, presso l'elegante villa D'Aquiland, chiamata successivamente villa Accusani e quindi denominataLa Graziosa (sul viale Gabotto, in quartiere San Maurizio). Qui scrisseAlle porte d'Italia, dedicato alla città e ai territori valligiani circostanti (un esempio per tutti: il capitolo deLe termopili valdesi, ambientato in zonaGheisa d'la tana diAngrogna). Nel 1884 la città di Pinerolo gli conferì la cittadinanza onoraria, con diploma datato 4 aprile.
Da Casa Savoia ricevette il prestigioso Ordine Civile di Savoia, decorazione sabauda che veniva conferita ad artisti, letterati, imprenditori, scienziati, etc.
Dal 1884 circa lo scrittore visse nel suo alloggio-studio di Torino, presso il palazzo Perini di piazza San Martino 1 (orapiazza XVIII Dicembre), davanti allavecchia stazione ferroviaria di Porta Susa, dove ancor oggi una targa lo ricorda. Qui De Amicis, ispirandosi alla vita scolastica dei suoi figli Furio e Ugo, allievi dellaScuola elementare Boncompagni, scrisse quella che è considerata la sua più grande opera.
Pubblicato infatti per la prima volta il 18 ottobre 1886 (primo giorno di scuola di quell'anno) come libro per ragazzi, la casa editrice milaneseTreves fece uscireCuore, una raccolta di episodi ambientati tra i compagni di una classe elementare di Torino, provenienti da regioni diverse, e costruito come finzione letteraria di un diario di un ipotetico ragazzo, l'io narrante Enrico Bottini. Il romanzo ebbe subito grande successo, tanto che in pochi mesi si superarono quaranta diversi tipi di edizioni e decine di traduzioni in lingue straniere.
Il libro fu di forte carattere educativo-pedagogico (insieme al successo italiano di soli tre anni primaLe avventure di Pinocchio diCarlo Collodi), molto apprezzato perché ricco di spunti morali attorno ai miti affettivi (da cui il titolo) e patriottici delRisorgimento. Tuttavia fu ampiamente criticato dai cattolici per l'assenza totale di tradizioni religiose (i bambini diCuore non festeggiano nemmeno il Natale), specchio politico delle aspre controversie tra ilRegno d'Italia epapa Pio IX dopo la presa di Roma del 1870.
Dal 1889 De Amicis si avvicinò alsocialismo[7], sposando nel 1891 le battaglie ideologiche e sociali diFilippo Turati[8], fino ad aderirvi totalmente nel 1896. Questo mutamento d'indirizzo è visibile nelle sue opere successive, in cui presta molta attenzione alle difficili condizioni delle fasce sociali più povere, superando le ideenazionalistiche che avevano animatoCuore. Amico diTurati, collaborò a giornali legati alPartito socialista, come laCritica Sociale eLa lotta di classe.
La sua iniziazione allamassoneria non viene considerata certa da alcuni storici, mentre altri lo ritengono iniziato alla LoggiaConcordia diMontevideo, presieduta da D. Triani, presumibilmente all'Obbedienza della Gran Loggia dell'Uruguay.[9] Nel 1895, infatti, fu proprio De Amicis a pronunciare il saluto massone al torineseGiovanni Bovio, in occasione della rappresentazione teatrale del drammaSan Paolo, a sua volta interpretato da un altro massone, l'attoreGiovanni Emanuel. A tal proposito, alcuni critici sostengono cheCuore sia stato un libro di forte ispirazione massonica, dove si sostituiscono il cattolicesimo degli italiani con la religione laica della Patria, la Chiesa con lo Stato, il fedele con il cittadino, iComandamenti con iCodici, ilVangelo con loStatuto, i martiri con gli eroi.[10]
Dopo il successo diCuore seguirono altri libri, come il già citatoSull'oceano (1889), che racconta le condizioni dei poverissimi emigranti italiani verso l'America, seguito daIl romanzo di un maestro (1890, da cui è stato tratto nel 1959 losceneggiato televisivo omonimo),Amore e ginnastica (1892, da cui è stato tratto ilfilm omonimo),La maestrina degli operai (1895, da cui è stato tratto il filmLa signorina e il teppista) eLa carrozza di tutti (1899), ritratto della città di Torino vista da un tram.
A seguire scrisse ancora, perIl grido del popolo di Torino, numerosi articoli d'ispirazione socialista, raccolti successivamente nel libroQuestione sociale (1894).
Gli ultimi anni furono rattristati sia dalla morte della madre Teresa, alla quale era molto legato, sia dai continui screzi con la moglie Teresa Boassi, che aveva sposato nel 1875. Si scatenavano spesso tra i due delle accese liti,[11] che contribuirono probabilmente al suicidio del figlio maggiore Furio. Questi si sparò nel novembre 1898 un colpo di pistola presso una panchina delparco del Valentino. L'altro figlio, Ugo, si ritirò nella solitudine delle passeggiate in montagna. Non solo questi eventi funesti portarono lo scrittore a cambiare casa, trasferendosi da piazza San Martino in un piccolo studiolo dell'appena terminatavia Pietro Micca (al numero 10), ma, qualche anno dopo, ad allontanarsi definitivamente da Torino.
Nel 1903, in occasione della sua elezione a socio dell'Accademia della Crusca,[12] soggiornò brevemente nella città della sua giovinezza, Firenze. Nel 1906 tornò aCatania a trovare il suo collega scrittore ed ex commilitoneMario Rapisardi, immaginando l'incontro come quello di
«due vecchi soldati coperti di cicatrici, dopo una lunga guerra combattuta sotto la stessa bandiera.»
(Edmondo De Amicis)
Il ministroVittorio Emanuele Orlando lo chiamò, insieme aFogazzaro, a far parte del Consiglio Superiore dell'Istruzione. Le ultime sue opere furonoL'idioma gentile (1905), quindiRicordi d'un viaggio in Sicilia eNuovi ritratti letterari e artistici (questi ultimi due poco prima di morire).
«(Catania) A Edmondo De Amicis che in questa casa alloggiò nel 5 novembre del1906, al cittadino, allo scrittore, al maestro la cui opera fu tutta un'armonia di bontà di bellezza di amore, gli studenti delle scuole elementari pongono questo ricordo come segno del monumento perenne che gli consacra il cuore del popolo da lui confortato con la parola, con gli scritti, con l'esempio alle fulgide ascensioni dell'Ideale.»
Nel 1908, durante un soggiorno aBordighera, fu colpito da un'emorragia cerebrale e morì in una camera dell'allora hotel Regina, albergo scelto dallo scrittore perché vi aveva abitato pochi anni prima il poetaGeorge MacDonald, che proprio lì aveva fondato il centro culturale letterarioCasa Coraggio; l'edificio si trova in via Vittorio Veneto 34,[13] dove due targhe commemorative li ricordano entrambi. Secondo le sue ultime volontà, il suo corpo fu immediatamente traslato e tumulato[14] presso la tomba di famiglia, nelcimitero monumentale di Torino.
L'unico figlio rimasto, Ugo, divenne avvocato e fu anche un modesto romanziere.[15] Si sposò con Vittoria Bonifetti, ma non ebbero figli; morì nel 1962 e sua moglie Vittoria nel 1971. La cospicua eredità dei De Amicis (più di due miliardi di lire), che doveva essere destinata sia al Comune di Torino che a borse di studio per studenti poveri, sparì misteriosamente dai conti correnti sul finire deglianni 1960,[16][17] scatenando delle cause legali.[18][19][20]
Sul finire del XX secolo molti lavori di De Amicis furono nuovamente rivalutati, a partire dallo studio delle opere che furono oscurate dal successo diCuore. Dopo cheItalo Calvino ripubblicò il raccontoAmore e ginnastica, vari studi critici hanno esplorato gli scritti di quello che è stato chiamato "l'altro De Amicis".[21]
Nel 2011Alitalia gli ha dedicato uno dei suoi Airbus A320-216 (EI-DSD).
Osservazioni sulla questione sociale. Conferenza detta la sera di giovedì 11 febbraio 1892 all'Associazione universitaria torinese, Torino, Roux, 1892.
Fra scuola e casa. Bozzetti e racconti, Milano, Treves, 1892.
Alle Fanciulle, Reggio Emilia, Caselli, 1894.
Coraggio e costanza. Il viaggiatore Carlo Piaggia, Torino, Paravia, 1895 (1878).
Ai fanciulli irredenti. Padri e figli, Milano, Morosini, 1895.
Ai ragazzi. Discorsi, Milano, Treves, 1895.
La maestrina degli operai, Milano, Treves, 1895.
La lettera anonima, Milano, Treves, 1896.
Il 1º maggio. Discorso tenuto all'Associazione generale degli operai la sera del 1º maggio 1896, Torino, Libreria editrice socialista del Grido del popolo, 1896.
Ai nemici del socialismo, Novara, Repetto, 1896.
Collaboratori del socialismo;Compagno, Milano, Morosoni, 1896.
Nel campo nemico. Lettera a un giovane operaio Socialista, Firenze, Tip. Cooperativa, 1896.
Pensieri e sentimenti di un socialista, Pavia, Tipografia e legatoria cooperativa, 1896.
Socialismo e patria, Milano, Monti, 1896.
Per l'idea. Bozzetti, Novara, Repetto, 1897.
Gli azzurri e i rossi, Torino, Casanova, 1897.
Il socialismo e l'eguaglianza, Diano Marina, Tip. artistica, 1897.
Il socialismo in famiglia. La causa dei disperati, Milano, Ramperti, 1897.
In America, Roma, Voghera, 1897.
Le tre capitali. Torino, Firenze, Roma, Catania, Giannotta, 1898.[22]
^ Enrico Ghidetti ed Enrico Testa,Realismo, Naturalismo, Verismo, Psicologismo. Capuana, Verga, De Roberto, in AA.VV.,Storia della Letteratura Italiana, a cura di Enrico Malato, vol. 15, Roma, Salerno, 2005, p. 571.
«Nel 1891, convinto da Filippo Turati, aderì [...] al socialismo, sposandone i motivi ideologici e sociali delle sue battaglie. L'anno dopo pubblicò Fra scuola e casa, raccolta di sei racconti, tra cui Amore e ginnastica, in cui ai vecchi temi patriottici si sostituisce l'erotismo e la malizia della maestra Pedani. All'indomani della fallita svolta autoritaria, nel maggio 1898, De Amicis pubblicò, nel 1899, le Memorie, il romanzo La Carrozza di tutti e la raccolta di conferenze, scritti d'occasione e frammenti Vita popolare (Lotte civili). Senza rinnegare quindi l'amor di patria, De Amicis, socialista ma lucido avversario dell'anarchia, si faceva interprete di una serrata contestazione dell'Italia crispina.»
^Vittorio Gnocchini,L'Italia dei Liberi Muratori. Brevi biografie di Massoni famosi, Roma-Milano, Erasmo Edizioni-Mimesis, 2005, p. 93.
^Rosario F. Esposito,La Massoneria e l'Italia. Dal 1860 ai nostri giorni, Edizioni Paoline, Roma, 1979, p. 244 n.
^ Luigi Cepparrone,La ginnastica in condominio. Su «Amore e ginnastica» di De Amicis, in«Studi e problemi di critica testuale», n. 80, aprile 2010, 181-214.
^ De Amicis,Le tre capitali, Semprevivi, n. 1, 5ª ed.,Niccolò Giannotta, 1898,SBNPUV0575534. La trilogia, arricchita dalle illustrazioni diSimone Massi, è stata ristampata fra il 2011 e il 2012 dalla casa editriceEcra:de amicis, suecra.it.URL consultato l'11 marzo 2024.
Flavia Bacchetti -I viaggi en touriste di De Amicis. Edizioni del Cerro, 2001.
Piero Meli,De Amicis e Rapisardi. Fratelli d'arte, inLa Sicilia - sezione Terza Pagina, Cultura Società Spettacolo, sabato 6 maggio 1995.
Antonio Carrannante,De Amicis nella storia della scuola italiana, inRivista di studi italiani, giugno 2007, pagg. 49–68.
Bruno Traversetti- Introduzione a Edmondo De Amicis.Bari, Laterza (collana editoriale 'Gli Scrittori').
Piero Meli,Edmondo De Amicis e i fantasmi letterari del colera in Sicilia, inLa Sicilia - sezione Terza Pagina, Cultura Società Spettacolo, sabato 22 dicembre 2012, pag. 31.
Roberto Ubbidiente,L'Officina del poeta. Studi su Edmondo De Amicis, Sanssouci - Forschungen zur Romanistik, vol. 4, Berlino, Frank & Timme, 2013.
Luigi Cepparrone,Patria e questione sociale nel primo De Amicis, in Simonetta Teucci (a cura di),Aspettando il Risorgimento. Atti del convegno (Siena, 20-21 novembre 2009), Firenze, Cesati, 2010, pagg. 109–132,ISBN978-88-7667-404-4.
Luigi Cepparrone,La ginnastica in condominio. Su “Amore e ginnastica” di De Amicis, inStudi e problemi di critica testuale, n. 80, aprile 2010, pagg. 181–214,ISSN 0049-2361 (WC ·ACNP).
Luigi Cepparrone,Gli scritti americani di Edmondo De Amicis, Soveria Mannelli (Catanzaro), Rubbettino, 2012,ISBN978-88-498-3658-5.