Edesio (ingreco antico:Αἰδέσιος?,Aidésios; in latinoAedesius;280/290 –355) è stato unfilosofogreco anticoneoplatonico e un mistico, discepolo diGiamblico.
Nato da una nobile ma non ricca famiglia dellaCappadocia nel 280/290 circa, fu mandato dalla famiglia a studiare adAtene, ma, contro la loro volontà, si dedicò agli studi filosofici. Si trasferì inSiria, attratto dalle lezioni tenute adApamea dal filosofo neoplatonicoGiamblico, del quale divenne un seguace. SecondoEunapio, si distinse da Giamblico su alcuni punti connessi allateurgia e allamagia.
Dopo la morte di Giamblico, la scuola siriana si disperse, e sembra che Edesio cambiò il proprio pensiero a causa della paura diCostanzo II rifugiandosi, perciò, nelladivinazione.[1] Dopo cheSopatro di Apamea, suo condiscepolo e nuovo capo della scuola, fu messo a morte daCostanzo II, Edesio si ritirò a vita privata, facendo il pastore di capre, come descritto da un oracolo inesametri. I suoi discepoli, forse per ridurne le paure al riguardo di alcune interpretazioni della sua teoria poco gradita all'imperatore, fecero pressioni affinché riassumesse la sua filosofia in un manoscritto e tornasse alla vita pubblica.
Dopo aver donato le proprie proprietà in Cappadocia aEustazio, si stabilì aPergamo, dove raccolse tra i suoi discepoliEusebio di Mindo,Massimo di Efeso,Crisanzio,Prisco e il futuro imperatoreGiuliano. I doni di Giuliano imbarazzavano non poco Edesio, che lo convinse a studiare sotto i due suoi maggiori discepoli, Crisanzio ed Eusebio, i quali vennero nominati su consiglio di Edesio.[2]
Morì nel355, lo stesso anno in cui Giuliano divenne Cesare.