
Duride (ingreco antico:Δοῦρις?,Douris;fl.500 /475 a.C) è stato unceramografogreco antico, attivo adAtene.


Gli sono attribuiti tra i 250 e 300 vasi,[1] dei quali circa quaranta sono firmati come ceramografo e due come vasaio.[2] La maggior parte di questi vasi sonokyliches afigure rosse, benché vi si trovino alcune forme differenti e altre tecniche pittoriche. Ha collaborato con diversi ceramisti, tra i qualiEufronio eKleophrades, prima di iniziare una lunga collaborazione conPitone.
La figura di Duride è nota ed esaurientemente descritta sin dai tempi diAdolf Furtwängler, grazie ad una produzione quantitativamente al di sopra della media. Ma il nome di Duride sembra essere stato molto popolare anche tra i suoi contemporanei; lo si trova frequentemente su vasi eseguiti da altri, noto è il caso delPittore di Trittolemo, un allievo che dipinge imitando il maestro di cui adotta la firma, ma ancora più eclatante è la citazione sulla coppa diOnesimos, dove è rappresentata una fanciulla recante unoskyphos "firmato" da Duride.[3]
Duride è quasi rappresentante paradigmatico della media ceramografia attica nel passaggio dal periodo arcaico al classico. Ha uno stile preciso e lineare che difficilmente sfrutta effetti di sovrapposizione. Tra le opere più note è la coppa delLouvre G115 che rappresenta all'interno il pianto diEos sul corpo del figlioMemnone; è un'opera già matura che sembra richiamare nel disegno quell'attenzione alla rappresentazione anatomica e allo scorcio tipica dei ceramografi della generazione precedente, mentre rimanda all'espressione contenuta e classica dei sentimenti quale si trova nelle opere delPittore di Berlino e che risale adExekias.[4]
I temi sono comunemente mitologici o tratti dalla vita quotidiana e a questi ultimi Duride sembra riservare un'attenzione particolare. Sul kantharos diBruxelles precedentemente richiamato, Duride ha dipinto unaamazzonomachia, una scena che ricorre raramente nella sua abbondante produzione: si tratta evidentemente di un'opera considerata singolare dallo stesso autore che l'ha firmata, caso unico, due volte.
Soggetto unico è invece quello che appare nel tondo interno di una kylix tarda conservata alMuseo gregoriano etrusco 16545, conGiasone che salvato daAtena esce dalle fauci del drago custode del vello d'oro; è un'opera tarda che vive del contrasto tra l'affollarsi di elementi decorativi e la limpidezza del corpo di Giasone.
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