Cattedrale di Santa Maria Nuova | |
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Stato | ![]() |
Regione | Sicilia |
Località | Monreale |
Coordinate | 38°04′54.69″N 13°17′31.44″E38°04′54.69″N,13°17′31.44″E |
Religione | cattolica dirito romano |
Titolare | Maria |
Fondatore | Guglielmo II di Sicilia |
Stile architettonico | normanno,rinascimentale,barocco |
Inizio costruzione | 1172 |
Completamento | 1267(con aggiunte successive) |
Sito web | www.diocesimonreale.it/diocesi/basilica-cattedrale/ |
Modifica dati su Wikidata ·Manuale |
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Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale | |
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Tipo | architettonico |
Criterio | C (ii) (iv) |
Pericolo | no |
Riconosciuto dal | 2015 |
Scheda UNESCO | (EN)Arab-norman Palermo and the cathedral churches of Cefalù and Monreale (FR)Scheda |
Manuale |
Ilduomo di Monreale, altresì noto comecattedrale di Santa Maria Nuova, è ilduomo diMonreale, nellacittà metropolitana di Palermo,sede arcivescovile dell'arcidiocesi omonima.[1][2][3]
Costruita a partire dal1172 per volere diGuglielmo II d'Altavilla,re di Sicilia dal1166 al1189, è famosa per i ricchi mosaici bizantini che ne decorano l'interno. Nell'agosto del1926papa Pio XI l'ha elevata alla dignità dibasilica minore.[4] Dal 3 luglio2015 fa parte delPatrimonio dell'umanità (UNESCO) nell'ambito dell'Itinerario arabo-normanno di Palermo e le cattedrali di Cefalù e Monreale.
Secondo la leggenda,Guglielmo II il Buono[2][5], succeduto al padre sultrono di Sicilia, si sarebbe addormentato sotto uncarrubo, colto da stanchezza, mentre era a caccia nei boschi di Monreale. In sogno gli apparve la Madonna, a cui era molto devoto, che gli rivelò il segreto di una “truvatura” con queste parole: “Nel luogo dove stai dormendo è nascosto il più grande tesoro del mondo: dissotterralo e costruisci un tempio in mio onore”. Dette queste parole, la Vergine scomparve e Guglielmo, fiducioso della rivelazione in sogno, ordinò che si sradicasse il carrubo e gli si scavasse intorno. Con grande stupore venne scoperto un tesoro in monete d'oro che furono subito destinate alla costruzione del Duomo di Monreale, cui furono chiamati per la realizzazione maestri mosaicisti greco-bizantini (“i mastri di l'oru”) dell'interno.[6]
Biografi, storici e commentatori, fra i qualiTommaso Fazello, ammorbidiscono la figura e l'operato di Guglielmo il Buono, ma troncano le motivazioni della leggenda. Plaudono alla costruzione di una meraviglia architettonica motivata da sinceri e profondi intendimenti religiosi, attribuendone senza tema di smentita, il finanziamento agli enormi proventi e tesori raccolti da un re avarissimo e depredatore qual era stato Guglielmo il Cattivo, considerato un rapace e razziatore delle ricchezze del suo regno. Magnificenza altrimenti descritta daGiorgio VasariNella Vita di Lapo Architetto Fiorentino.[6]
Altre considerazioni ruotano attorno alle vicende circa le competizioni tra i cantieri dei grandi poli monumentali nella città di Palermo e immediate vicinanze. Guglielmo è promotore e patrocinatore dell'edificazione di tutto il complesso benedettino di Monreale, al tempo stesso come sovrano, appoggia e sostiene il vescovoGualtiero Offamilio nella ricostruzione dellacattedrale di Palermo. Per i due, le imprese costituirono vere e proprie sfide di grandezza e autocelebrazione, ognuna di esse condotta con l'obiettivo di surclassare in potenza ed eccellenza il proprio avversario.
Con l'invasione dell'isola da parte deiSaraceni, nel contesto delladominazione araba, lacattedrale metropolitana primaziale della Santa Vergine Maria Assunta è trasformata in luogo di culto musulmano: la «Grande Moschea Gami».[7]
La corte vescovile è invitata con la costrizione ad abbandonare le sedi cittadine. Il ruolo di cattedrale panormitana fu ricoperto da modesta, piccolissima chiesa: la «Aghia Kiriaki» ovvero la chiesa di Santa Ciriaca o Santa Domenica. Il luogo di culto dedicato a Santa Ciriaca al qualePapa Alessandro III fa riferimento nellabolla pontificia emanata il 30 dicembre 1174, con la quale ratifica la costruzione della nuova cattedrale monrealese, indicandone l'ubicazione con le parole... Super Sanctam Kjriacam.[8][9]
La costruzione del grande tempio fu avviata nel1172 daGuglielmo II il Buono e terminò nel1267.[10][3] Concepito come chiesa dell'annessaabbazia territorialebenedettina, indipendente dallacattedra di Palermo, nel1178 l'abateGuglielmo ottenne daPapa Lucio III che fosse costituita l'arcidiocesi metropolitana di Monreale e la chiesa abbaziale elevata al rango dicattedrale.
Alla costruzione seguono una sequenza infinita di privilegi e concessioni reali, nei confronti delle alte gerarchie ecclesiastiche locali, riconoscimenti consistenti in castelli, terre, chiese, opifici, rendite di vario genere sparsi in tutta la penisola italiana, i primi tre: 15 febbraio 1175, 15 agosto 1176 concessione di Guglielmo II che assegna i castelli diGaito, diCoriglione eCalatrasi e relativi possedimenti, concessioni riconfermate per privilegio diMargherita di Navarra e di Sicilia.[11]
Risale al 15 agosto del 1176 la prima e più antica festa mariana nella città di Monreale, giorno in cui, alla presenza di re Guglielmo II, è inaugurata l'abbazia, ed è solennemente consegnato ilPrivilegio di Concessione oAtto di Donazione.
La solenne consacrazione avvenne solo sotto il regno diCarlo d'Angiò il 25 aprile1267 dopo circa 95 anni dall'inizio dei lavori. Cerimonia presieduta dal cardinale Rodolfo (Raoul Grosparmi), vescovo di Albano, alla presenza diPapa Clemente IV, dedicazione alla «Natività della Beata Vergine Maria».
Nel 1270, durante il contesto della fallimentareottava crociata, con la morte avvenuta aTunisi, nella cattedrale fu sepoltoLuigi IX, re di Francia, fratello di Carlo d'Angiò e futuro santo.
Nel 1483, i monasteri benedettini diSan Placido Calonerò,San Nicolò l'Arena,Santa Maria Nuova,Santa Maria di Licodia si costituirono in congregazione, la quale fu chiamata «Congregazione dei Monaci di San Benedetto in Sicilia». Essa fu approvata daPapa Sisto IV e furono concessi privilegi simili a quelli goduti dalla «Congregazione di Santa Giustina».
Nel 1504, con l'annessione dell'abbazia di Montecassino, la Congregazione benedettina di Santa Giustina mutò nome, chiamandosi appunto,Congregazione cassinese. Nel 1506 all'interno di quest'ultima confluì la Congregazione sicula.
Tra il1547 e il1569 lungo il fianco settentrionale della cattedrale fu realizzato il portico più antico, edificato su progetto diGiovanni Domenico Gagini eFazio Gagini instile rinascimentale, coperto convolta a crociera e aperto sull'esterno con undiciarchi a tutto sesto poggianti su colonnecorinzie. In corrispondenza dell'arcata centrale sormontata da un tondo interracotta invetriata raffigurante laMadonna col Bambino, si apre il portale laterale, i cui battenti bronzei furono realizzati intorno al1185 daBarisano da Trani.[2][12] Nel1559 fu realizzata gran parte della pavimentazione interna.
Nel1595 l'arcivescovoLudovico II de Torres promosse la costruzione dellaCappella di San Castrense, l'altare contiene le reliquie del santo.
Durante il mandato pastorale diGiovanni Roano e Corrionero, nel1690 -1692 adiacente all'Absidiola di San Paolo sorse instile barocco laCappella della Crocifissione, su progetto del gesuitaAngelo Italia di Licata. Grande committente d'arte, il prelato commissionò la sistemazione degli altari delle absidi adattando lo stile barocco alle forme architettoniche normanne. Tanto l'altare del Sacramento (Absidiola di San Paolo) che quello della Madonna del Popolo (Absidiola di San Pietro), sono uguali per quel che riguarda l'architettura, le forme, l'apparato decorativo e l'ornato a mischio.
Nel1741 è effettuata la visita apostolica di Giovanni Angelo De Ciocchis, la relazione evidenzia i particolari intorno ai 72 feudi che fanno della mensa arcivescovile la più pingue delle diocesi isolane.
Nel1770 è aggiunto il portico sul prospetto anteriore per iniziativa del vescovoFrancesco Testa. Nel 1807, a seguito dell'impatto di un fulmine, fu seriamente danneggiata la torre meridionale della facciata, con la distruzione totale dell'ultimo ordine di celle campanarie e della cuspide, che non furono mai ricostruite.
L'11 novembre1811 un incendio distrusse il soffitto di matrice fatimida,[2] che fu restaurato tra il1816 e il1837, seriamente danneggiati il mosaico e le tombe reali. Durante i restauri furono realizzati i nuovi stalli del coro instile neogotico, i sarcofagi di Guglielmo I e Guglielmo II ripristinati nella loro forma precedente.
Tra i viaggiatori che hanno visitato la località e decantato la bellezza del sito monumentale:Jean Houel (1776) ,Henry Swinburne (1777 -1778),Johann Wolfgang Goethe (1787),Léon Dufourny (1789), Carlo Castone Della Torre conte di Rezzonico 17 agosto (1793),William Andrew Paton (1902).
La cattedrale di Santa Maria Nuova si trova nel centro storico diMonreale, adagiato sulle pendici del monte Caputo.
L'edificio segue il modello delle grandi basiliche benedettine di provenienzacluniacense.La facciata, prospiciente unapiazzaquadrangolare, è stretta fra le duetorri campanarie, delle quali quella di sinistra rimasta incompiuta al primo ordine. L'ingresso è preceduto dalporticosettecentesco, instile barocco, che si apre sull'esterno con trearchi a tutto sesto poggianti sucolonnetuscaniche; al di sotto di esso, vi è il portale, chiuso da due battentibronzei, opera diBonanno Pisano e risalenti al1185 -1186.[12][13]
Nella parte superiore della facciata, terminante con un basso timpanotriangolare, si apre unamonoforaogivale incorniciata da una decorazione ad archetti ciechi intrecciati fra di loro. Caratteristica peculiare dell'arte scultorea e architettonica normanna di Sicilia è ilbaton brisés elementi scultorei architettonici a zig-zag di origine anglo-normanna presenti nella cattedrale di Monreale e ampiamente utilizzati in Inghilterra e in Sicilia sia in età normanna che in seguito.
Nel 1542 il regio visitatore monsignor Francesco Vento documentava un atrio coperto di tegole. In seguito alle sollecitazioni del regio visitatore don Francesco del Pozzo risalente al 1583, per volontà dell'arcivescovo Ludovico II Torres, il portico fu riedificato e completato solo nel 1596.
Per inabilità dei maestri una gran parte crollò provocando non pochi danni all'antico mosaico delle pareti della controfacciata. La ricostruzione sotto la direzione del padre benedettino Paolo Catania iniziò nel 1631 e si concluse nel 1633. Il pittore monrealesePietro Novelli fu incaricato di affrescare le pareti in muratura.
La notte di Natale del 1770 rovinò nuovamente, rimasero in piedi soltanto due colonne. Immediatamente l'arcivescovoFrancesco Testa e i padri benedettini disposero i capitoli per bandire le gare di appalto. L'incarico fu affidato a mastro Benedetto Zerbo, su progetto di Antonino Romano coadiuvato daIgnazio Marabitti.
L'esterno, modificato nei secoliXVI eXVIII, nell'area absidale conserva intatta l'impronta normanna ed è ornato a vari disegni formanti una serie di archi di pietre bianche e nere con cerchi al di sotto, assai ben combinati e disposti tra loro.La decorazione delle tre absidi, caratterizzata dal fitto intreccio diarchi acuti, evoca atmosfere arabeggianti esaltate dalla decorazione policroma creata dall'alternanza di tarsie dicalcare e dipietra lavica.[14]
Il vasto interno della cattedrale hapianta a croce latina a tre navate contransetto poco sporgente che di fatto costituisce una continuazione ai lati delpresbiterio delle navate laterali. Le navate, terminanti ciascuna con un'absidesemicircolare, sono divise da due file di 9 colonne corinzie di granito grigio (tranne una in marmo cipollino) con pulvino ecapitelli (alcuni dei qualidi spoglio), anch'essi antichi con clipei di figure che sostengono archi a sesto acuto di tipoarabo.[2] I soffitti sono a travature scoperte e dipinte nelle navate e a stalattiti di tipo arabo nella crociera, questi ultimi rifatti nel1811 dopo un incendio che aveva distrutto parte del tetto. Il pavimento, completato nelXVI secolo èmusivo, con dischi di porfido e granito e con fascemarmoree intrecciate a linee spezzate.
All'interno è poi possibile osservare sul fianco destro dell'abside il sarcofago in porfido diGuglielmo I, morto nel1166, e quello marmoreo diGuglielmo II il Buono.[15] Sul lato sinistro, dentro tombe medievali, si trovano invece le spoglie diMargherita di Navarra e di Sicilia, moglie diGuglielmo I, e dei figli Ruggero ed Enrico[16] e laCappella di San Luigi dei Francesi con i resti del reLuigi IX.[16]
La parte più bassa delle pareti, dal fregio “a palmizi” al piano pavimentale, sul modello dellaCappella Palatina di Palermo, è uniformemente resa ad incrostazione marmorea e fasce verticali (in tutto 493 unità), in mosaico ruotato, a motivi geometrici. Tali opere, assieme al pavimento del grande presbiterio e agli intarsi sugli arredi marmorei e sulle membrature architettoniche, costituiscono un complesso esecutivo di consistente estensione (circa 300 m² per le fasce a parete, e 975 m² per il pavimento del grande presbiterio) e un repertorio di motivi decorativi straordinariamente vario e numeroso. La cronologia esecutiva copre un arco temporale che va dalle origini della costruzione normanna fino ai primi anni del secolo scorso, con un incremento di intensità operativa nel corso dell'Ottocento, durante il quale si attuarono consistenti ed estesi interventi di restauro e integrazione. In attesa che giunga a compimento il lavoro di studio del prof. Giuseppe Oddo, sul mosaico decorativo inopus sectile a motivi geometrici del duomo di Monreale non sussiste al momento uno studio complessivo e organico.
Sul catino absidale, di misure 13 metri per 7, si dispiega con imponenza ed austerità il busto delCristo Pantocratore. Il Cristo indossa una tunica rossa e oro (colori della regalità) ed una stola dorata ed è avvolto da un manto azzurro (colore della divinità), minuziosamente particolareggiato nelle ombreggiature delle pieghe. La mano destra compie un atto di benedizionealla greca (pollice unito all'anulare e al mignolo, mentre indice e medio rivolti verso l'alto), formando le lettere grecheX esigma, rispettivamente iniziale e finale di Χριστός (Cristo). La sinistra, invece, mostra un vangelo aperto che reca il versetto tratto dalVangelo secondo Giovanni (scritto in greco antico sulla pagina destra e in latino su quella sinistra): «Io sono la luce del mondo, chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Il capo è racchiuso da un nimbo crociato, a sua volta dall'iscrizione greca Παντοκράτωρ (Pantocratore, cioè 'onnipotente'), scomposta ai due lati. La raffigurazione del pantocratore richiama quella del Dio in gloria, quale Origine, Signore e Giudice finale di tutte le cose create[17]. Sull'arco posto sopra il pantocratore, attorniato daserafini, vi è l’effigie del trono dell'Etimasia, il trono con gli strumenti della Passione e la colomba dello Spirito Santo, su cui siederà il Cristo nel giorno del giudizio universale. Sotto il pantocratore, la vergine Maria, in trono con il bambino e con lei una serie di arcangeli, apostoli e proto-pastori della Chiesa, formano una corte di santi allineati in due registri, lungo la parte mediana dell'abside[18].
Ilpresbiterio, rialzato di alcuni gradini rispetto al resto del piano di calpestio della chiesa, occupa interamente l'area dellacrociera, nella quale è cinto da transenne neogotiche, e dell'abside maggiore. Ospita, nella crociera, su due file gli stalli lignei del coro, instile neogotico e, sotto l'arco absidale, contrapposti, il trono reale a sinistra e la cattedra episcopale a destra. Il trono reale riccamente più ornato, reca gli stemmi di Guglielmo II e i simboli della sua Casata. In alto, un mosaico raffigura lo stesso re, in piedi, mentre viene coronato da Cristo, significando il dominio conferitogli direttamente da Dio. Di aspetto più semplice, il precedente soglio arcivescovile, sormonta la scena della consegna del duomo alla Vergine da parte del re.
L'altare maggiorebarocco è una raffinata quanto elaborata opera in argento del1771,[16] realizzata dall'argentiere romanoLuigi Valadier, su commissione dell'arcivescovoFrancesco Testa. Nei cinque medaglioni in argento e bronzo sulla mensa sono raffigurati episodi della vita della Vergine:Annunciazione,Visitazione,Maternità,Sposalizio eFuga in Egitto. Nelpaliotto due angeli sorreggono laNatività di Maria delimitata da putti, delimitata dalle scene dellaPentecoste e dell'Assunzione.
Sulla parete destra della campata antistante all'absidiola di San Pietro (diaconico), nel 1492, per volere del cardinale Giovanni Borgia, fu aperto il vano d'ingresso all'attualesacrestia.[19]
L'architettura voluta dal vescovoGiovanni Roano e Corrionero è espressione delbarocco siciliano, le forme e i contenuti attuali definiscono laCappella della Madonna del Popolo. Il catino absidale con balaustra è delimitato da colonne con intarsi elicoidali. La sopraelevazione della macchina marmorea è costituita da colonne ioniche concapitelli corinzi sormontate dacornice, esternamente grandi volute a ricciolo con mensole reggono putti alati. Una serie di fasce marmoree recanti fitti intarsi raffiguranti festoni floreali e intrecci di foglie d'acanto creano l'effetto concavo sull'asse mediano, chiudono la prospettiva sui dadi aggettanti volute con vasotti floreali e una grande corona intermedia sorretta da angioletti.
La nicchia centrale custodisce la statua dellaMadonna del Popolo, la tradizione popolare ritiene che il simulacro della Vergine sia stato scolpito nel tronco dell'albero di carrubo all'ombra del qualeGuglielmo II di Sicilia si addormentò e sognò Maria (" ... vera Figghia e vera Matri di Diu..." - versi diAntonio Veneziano), che le indicava il posto dove avrebbe trovato il tesoro per costruire il magnifico tempio. L'esame della statua, lo stile, i lineamenti del volto, i panneggi e i dettagli dell'insieme, collocano la probabile realizzazione del manufatto nel periodo compreso tra ilXIV e ilXV secolo.
Con certezza l'effige fu incoronata in un secondo tempo daFrancesco Testa durante il ciclo di ricorrenze mariane del mese di settembre del 1762.Nella calotta - sopra le lastre marmoree - riprendono gli arabeschi, i motivi geometrici e le figure musive, queste ultime rappresentate da busti di santi effigiati in tondi.
Sulla parete sinistra della campata antistante all'absidiola di San Paolo (protesi), è documentato il passaggio in direzione del primitivo Palazzo Reale.[19]
Sempre al vescovoGiovanni Roano e Corrionero è dovuto il perfezionamento dell'ambiente che nelle forme attuali definisce laCappella del Santissimo Sacramento. L'architettura richiama grossomodo le linee della cappella meridionale ad eccezione dei giochi di cortine e sipari drappeggiati sorretti da putti nell'atto di svelare l'elaboratotabernacolo con foggia di tempietto, nonché dal fittissimo commesso di tarsie e pietre dure che simulano le trame dei panneggi sotto l'occhio di due altri angeli - che sulla cornice cavalcano altrettanti pellicani.
Absidiola di San Paolo o Cappella del Santissimo Sacramento | Cappella del Santissimo Crocifisso Albero di Jesse | Absidiola di San Pietro o Cappella della Madonna del Popolo |
LaCappella di San Giovanni Battista:[5][15] nicchia - altare con mosaico nella calotta raffiguranteSan Giovanni Battista recante l'iscrizioneECCE AGNVS DEI, ECCE QVI TOLLIT è ubicata in prossimità dell'ingresso lungo la parete meridionale.[10][20] La cappella fu voluta dal sovrano dopo la costruzione della chiesa per celebrare fattivamente la "nascita" della sede metropolitana. La statua bronzea del Precursore è collocata su un fusto di un primitivo fonte battesimale.
Guglielmo II fece deporre le reliquie portate a Monreale nel1179 daAlfano, vescovo di Capua, quale dono di nozze per il sovrano, all'interno dell'altare maggiore del tempio. L'evento introdusse in Sicilia il culto aSan Castrense e la figura del vescovo fu proclamata protettore del cittadina.
Nel 1595 il cardinaleLudovico II Torres fece erigere a sue spese l'attualeCappella di San Castrense. L'ambiente instile barocco occupa il vano occidentale compreso tra la parete meridionale e il portico del chiostro. Presenta unciborio con baldacchino sorretto da quattro colonne in marmo, in un'urna sotto l'altare trovano definitiva collocazione le reliquie del Santo Vescovo.
Campeggia sulla parete di fondo il quadro raffiguranteSan Castrense abbigliato in abiti pontificali e ai suoi piedi in ginocchio, il cardinale Ludovico II Torres che reggendo il pastorale sormontato da una croce, chiede protezione per sé, per la città e la diocesi di Monreale, opera diAntonio Novelli padre di Pietro.
All'interno è ospitato il monumento funebre di Ludovico II di Torres con effigie marmorea. Sculture diPietro Bacchiotta, fiorentino eMarco Antonio d'Aprile palermitano. Nel 1637 suo nipote, il cardinaleCosimo de Torres, cambiò l'urna delle reliquie con un'altra più artistica, fatta costruire a sue spese, in argento cesellato. Arricchì la cappella di paramenti sacri, libri, del breviario del 1400, ornato di preziose miniature, dotò la cappella di tre benefici assegnandone i due principali ai due cappellani addetti al culto, con l'ufficio di penitenziere e di teologo del Capitolo metropolitano.
PrimitivaCappella di San Cataldo, nel 1561 il cardinaleAlessandro Farnese fece trasferire l'altare di San Benedetto, in occasione del rifacimento della navata centrale. LaCappella di San Benedetto[16][21] era l'unico luogo previsto in epoca normanna deputato alla sepoltura dei membri dell'Ordine benedettino. L'ambiente adiacente allaCappella di San Castrense occupa l'area compresa fra la parete meridionale e il portico del chiostro, era arricchito con affreschi di Antonio Novelli sostituiti da dieci bassorilievi marmorei diGiovanni Marino del1728 raffiguranti scene di vita del fondatore dell'ordine.
Sull'altare il rilievoGloria di San Benedetto diIgnazio Marabitti del1776 che sostituisce un quadro del Novelli. Dello stesso artista nell'ambiente è collocato il monumento funebre dell'arcivescovoFrancesco Testa, mecenate e patrocinatore di molti interventi conservativi del complesso monastico, opera realizzata su incarico di reFerdinando III di Borbone.
Cappella del Crocifisso oCappella Roano. Ambiente adiacente all'absidiola sinistra con ingresso sulla parete settentrionale, in sfarzoso stile barocco d'ispirazione iberica, realizzato su commissione diGiovanni Roano e Corrionero. L'arcivescovo spagnolo, desideroso d'ospitare in uno spazio significativo ilCrocifisso ligneo quattrocentesco che la tradizione popolare considerava dono del re Guglielmo.
Il prelato affidò l'incarico di disegnare l'ambiente al frate cappuccinoGiovanni di Monreale, artista in seguito sostituito dal gesuitaAngelo Italia, che la portò a compimento nel 1686. Le decorazioni interne hanno per tema il sacrificio di Cristo attraverso personaggi, episodi biblici, raffigurazioni allegoriche, realizzati mediante il trionfo policromo di marmi mischi, colonne tortili, decorazioni a intarsio in marmo e legno sulle pareti con raffigurazioni di animali, mostri e puttini. L'elaborato apparato decorativo comprende leCappelle dei Profeti (con statue raffiguranti i profeti maggioriDaniele,Ezechiele,Isaia,Geremia,) completate intorno al 1688 dai mastri marmorari Giovan Battista Ferrera e Baldassare Pampillonia.
Sono rappresentati l'Albero di Jesse nell'edicola ove è custodito ilCrocifisso, L'opera si pone come esemplare tardo della corrente del Gotico internazionale di derivazione nordica; ilPrecursore con l'agnello e la croce, nei pilastri le figure allegoriche delle treVirtù teologali:Fede,Speranza eCarità accompagnate dai loro simboli ilCalice e l'Ancora. Nel pavimento gli intarsi marmorei raffigurano la scena relativa al profetaGiona e la balena, nel paliotto ilTempio di Gerusalemme realizzato daSalomone secondo il progetto suggerito aDavide. Per l'apparato decorativo pittorico nel1692Antonio Grano affrescò l'ambiente con laBattaglia degli angeli contro Lucifero, opera perduta, e nelle immediate adiacenze, unCristo deposto, attribuitogli per stile.
Luogo di sepoltura per il vescovo committente, la cripta ospita le tombe di alti prelati della diocesi. Oggi l'ambiente è destinato a sede espositiva del Tesoro della basilica. Le cappelle delCrocifisso e diSan Benedetto sono due notevoli esempi delbarocco siciliano.[16]
L'altare-reliquiario di San Luigi dei Francesi fu eretto nel1270 per ospitare le spoglie diLuigi IX di Francia morto aTunisi durante l'ottava crociata assieme al cardinale Rodolfo (Raoul Grosparmi) vescovo di Albano, fervente sostenitore della campagna contro gli infedeli.Filippo III di Francia dispose il trasferimento dei resti mortali del padre nellabasilica cattedrale di Saint Denis. Nell'altare reliquiario che ospitò la sepoltura rimase un'urna contenente il cuore e le viscere.
Per sdebitare il favore ricevuto, il re donò alla cattedrale un reliquario contenente la "Sacra Spina" appartenente allaCorona di Spine custodita a Parigi. Attualmente il cofanetto laccato è conservato nell'attiguaStanza del Tesoro. Alla fine delXVI secolo il vescovo Luigi de Torres restaurò il manufatto che oggi si presenta come espressione distile barocco con il sarcofago del sovrano francese contenente le viscere e il cuore del re, e recante le insegne regie poggiato su mensole. L'edicola sovrastante contenente il quadro raffigurante il sovrano è delimitata da colonne marmoree concapitelli corinzi sormontate da untimpano con volute a ricciolo e targa intermedia sovrastata da aquila coronata.
Absidiola di San Paolo oCappella del Santissimo Sacramento | Cappella di San Castrense | Cappella di San Giovanni Battista | Cappella di San Luigi dei Francesi |
Il tesoro della cattedrale conserva, fra le altre cose, arredi sacri (anche di fattura francese), una cassetta di rame smaltato delXIII secolo e un reliquiario dellaSacra Spina (dellacorona di Cristo), risalente al periodogotico. La cappella del tesoro è di epoca barocca.
Buona parte della cattedrale è rivestita damosaici di scuola bizantina a fondooro, eseguiti tra ilXII e la metà delXIII secolo da maestranze in parte locali, formatesi alla scuolabizantina.[2] I mosaici che rivestono l'interno del Duomo presentano caratteristiche stilistiche e decorative nuove rispetto al passato nonostante le evidenti similitudini - sia a livello stilistico che iconografico - con le decorazioni musive della Cappella Palatina. Obiettivo diGuglielmo II fu infatti quello di realizzare un complesso artistico senza precedenti che potesse mostrare la magnificenza raggiunta dalla città durante il periodo della dominazione normanna.
I mosaici che adornano il Duomo rappresentano prevalentemente (almeno nelle pareti del capocroce e della navata centrale) le storie dell'Antico e delNuovo Testamento, comprendendo svariati episodi biblici che vanno dai sette giorni dellacreazione alla fondazione della Chiesa di Cristo sulla terra per mezzo degliApostoli. A tali raffigurazioni si innestano poi altre decorazioni musive rappresentanti uno schieramento ieratico di angeli, santi e profeti.
Seguendo l'asse longitudinale della navata principale della Chiesa, è possibile identificare le scene della Creazione che cominciano all'estremità orientale della parete destra con gli episodi legati alParadiso terrestre per poi terminare con l'episodio della lotta diGiacobbe con l'angelo all'estremità orientale sinistra.
Neltransetto è invece rappresentata la vita di Cristo: il corpo centrale è dedicato agli episodi della sua infanzia, mentre il braccio destro e quello sinistro sono rispettivamente dedicati alla sua vita pubblica e alla suaPassione con annessi gli eventi dell'Ascensione e dellaPentecoste.Al termine delle due navate, lo sguardo dell'osservatore è inevitabilmente attirato dall'immensa raffigurazione delCristo Pantocratore che occupa interamente il catinoabsidale.[22]
Nel santuario e nellasolea, l'immagine del Cristo Pantocratore è circondata dai membri eletti della sua corte celestiale: La Vergine, gli angeli, gli apostoli, alcuni Santi (tra i quali sanCesario di Terracina, molto venerato dai monaci benedettini) e re e profeti dell'Antico Testamento.
Accanto allo schema fondamentale dell'organizzazione decorativa del Duomo, sia la navata maggiore che quelle minori presentano rappresentazioni aggiuntive, sempre realizzate con mosaici. Nella prima ad esempio è inserito un gruppo di tre raffigurazioni che riguardano la biografia di tre santi legati all'Italia meridionale: San Castrense,San Cassio e San Casto. Nelle seconde invece, diversi spazi sono dedicati all'illustrazione dei miracoli compiuti da Cristo.Proseguendo nell'esame degli elementi iconografici supplementari, altre decorazioni musive degne di nota rappresentano:
L'organo a canne della Cattedrale è stato costruito tra il1957 e il1967 dai Fratelli Ruffatti di Padova. Il progetto è stato ideato sotto l'episcopato dell’Arcivescovo Francesco Carpino; ha partecipato alla progettazione Mons. Antonino Orlando, all'epoca organista titolare. Il concerto inaugurale ebbe luogo il 24 aprile 1967 e venne eseguito daFernando Germani.
Lo strumento si compone di 121 registri per poco più di 7.000canne suddivise in tre corpi sonori:
La consolle di comando, la più grande in assoluto al mondo fra quelle spostabili, è costituita da un mobile in legno decorato con rilievi scultorei, è collocata nella parte sinistra del presbiterio ed è dotata di 6 tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note, 195 placchette per il comando dei registri posizionate "a terrazza" sui due lati della consolle, 4 commutatori di staffa per le espressioni e uno per il crescendo, un centinaio di comandi posizionati sotto le tastiere e sopra la pedaliera.
Nella cappella di San Castrense si trova un secondo organo a canne, a trasmissione meccanica e 5 registri, costruito dalla dittaFrancesco Zanin nel2017 ispirandosi agli strumenti delXVIII secolo.[23]
Refettorio:
(Jean Houel,Viaggio pittoresco nelle isole di Sicilia, di Lipari e di Malta (1787))
Il Duomo è affiancato dal chiostro dell'antico monastero benedettino, realizzato sul finire delXII secolo.[16] Si tratta di una costruzione prettamente romanica, a pianta quadrata di 47 metri di lato, con portico ad archi ogivali a doppia ghiera e con singolarissimo “toro” nell'intradosso.
Gli archi sono sostenuti da colonne binate, di ornamentazioni alterne, talune intagliate ad arabeschi ed altri con intarsi a mosaico. I capitelli sono istoriati con scenebibliche delVecchio Testamento e delNuovo Testamento di cui si citano alcuni esempi: episodi dellaGenesi in cui sono evidenti rapporti con la sculturaborgognona e di quella provenzale diArles eNimes (Peccato originale, cacciata dal Paradiso terrestre, sacrificio di Abele e Caino);Salomone e la regina di Saba; storia diSansone;sogno di Giuseppe; scene della vita diSan Giovanni Battista; episodi deiVangeli (Annunciazione, strage degli Innocenti; Natività, Adorazione dei Magi, Visitazione, Resurrezione, ecc.). Si incontrano anche scene di caccia, di vendemmia, di guerrieri in lotta fra di loro, del sacrificio del dio indo-iranicoMitra, di untelamone fiancheggiato da aquile, di animali reali e fantastici, ecc. In un capitello è raffigurato re Guglielmo II che offre l'archetipo del Duomo alla Vergine. I capitelli delle quattro colonnine d’angolo della Fontana del Re presentano figure intente in lavori agropastorali, che simboleggiano iMesi dell’anno: a meridione vi sono i mesi invernali, a levante i primaverili, a tramontana gli estivi e a ponente gli autunnali. Da notare anche un capitello con un acrobata, la cui posizione richiama la figura dellaTrinacria, il simbolo della Sicilia. Nomi tradizionali degli artisti che lavorarono al chiostro sono:Missione degli Apostoli (34 capitelli);Maestro della Dedica (30 capitelli),Maestro dei Putti (70 capitelli);Maestro delle Aquile (40 capitelli);Marmoraro (42 capitelli).[25]
Nell'angolo meridionale vi è un recinto quadrangolare delimitato da tre arcate per lato. Al centro è una fontana la cui acqua scaturisce da una colonna riccamente intagliata a forma di fusto di palma stilizzato, con figure in piedi, teste foglie a rilievo. L'acqua fuoriesce in sottili getti da bocche umane e leonine. Le basi delle colonne del chiostro raffigurano un'amplissima varietà di motivi: foglie stilizzate, rosette, zampe di leone, teste di fiere, gruppi di uomini e animali, rane e lucertole. La loro esecuzione presenta grandi differenze con quella dei capitelli, tanto da far supporre che sia stata affidata ad artigiani subordinati. I capitelli dei gruppi di quattro colonne d'angolo sono particolarmente curati. Diverse sono le origini degli artisti, dall'Ile de France allaProvenza, dalla Longobardia alla Sicilia, con opere realizzate in periodi differenti.
I restauri delle coperture lignee furono effettuati dall'arcivescovoPaolo dei Lapi intorno al1400 circa, seguiti da quelli diGiovanni Ventimiglia mezzo secolo più tardi.
Nel 1515 il sopralluogo del regio visitatore Pietro Pujades aveva disposto un nuovo restauro. Nel 1542 il regio visitatore monsignor Francesco Vento sollecita i lavori, lo stato dei tetti era talmente compromesso che rischiavano di crollare. I lavori furono eseguiti dal 1544 al '54 sotto il mandato diAlessandro Farnese.
Due secoli dopo il problema si ripropone, ad affrontarlo il munificoFrancesco Testa che 16 luglio 1772 dispone di rifare le coperture ripristinando gran parte delle opere murarie, con particolare riguardo alle superfici musive, alle colonne, ai capitelli.
Al di là delle absidi del Duomo verso settentrione, sorge il Palazzo Arcivescovile,[2] edificato nel XV secolo sulle strutture del primitivo Palazzo Reale d'epoca normanna, e restaurato nel 1816, preceduto da una terrazza in cui è collocato un grande sarcofago romano con leoni artiglianti gazzelle. Da allora è sede stabile degli arcivescovi.
È stato sede del seminario arcivescovile istituito nel 1590 daLudovico III de Torres.Oggi è sede delmuseo diocesano.
Nel 1971Franco Zeffirelli all'interno dell'aula medievale ambientò le scene finali del filmFratello sole, Sorella luna, fra esse spicca il suggestivo ingresso diSan Francesco d'Assisi ricevuto daPapa Innocenzo III e quelle relative alle argomentazioni per l'approvazione dellaRegola francescana.
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