Ildualismo è un termine usato per definire ogni dottrina che si riferisca in qualsiasi campo di indagine (filosofico,religioso,scientifico,metodologico ecc.) a due essenze o principi inconciliabili e che, come tale, si opponga almonismo[1].
Il termine è attestato per la prima volta nel1700 daThomas Hyde (1636 –1703) nella suaHistoria religionis veterum persarum (1700)[2], dove si descrivono l'antichissima religionepersiana diZoroastro e quella fondata daMānī (215–277), predicatore e teologo nato nel regno deiParti e vissuto nell'Imperosasanide, identificando in esse la costante lotta tra due principi, laLuce e leTenebre, ossia ilBene e ilMale, coevi, indipendenti e contrapposti, dal cui esito temporaneo dipende ogni aspetto dell'esistenza e della condotta umana.
Pierre Bayle (1647–1706) nel suoDizionario eLeibniz (1646 –1716) nellaTeodicea fanno risalire a questi due principi anche l'origine materiale dell'universo, mentreChristian Wolff (1679–1754) sarà il primo a modificare i due principicosmogonici in due entitàmetafisiche, riprendendo il dualismo cartesiano di «sostanze materiali e sostanze spirituali»[3]
La contrapposizione fra realtà corporee e mondo delleidee è caratteristica della filosofiaplatonica eneoplatonica ed ha la sua lontana origine nell'orfismo. In Platone al dualismo metafisico (mondo sensibile/mondo delle idee) corrisponde nell'uomo undualismo antropologico come contrapposizione tra ilcorpo mortale e l'anima immortale.
Aristotele, pur contrapponendo anima e corpo, introdusse il concetto di "sostanza", che permette di evitare un dualismo ontologico. Agli albori dellafilosofia moderna il teorico del dualismo per eccellenza fuCartesio.
Il dualismo metafisico d'origine cartesiana si trasforma inKant (1724 –1804) nel dualismocritico delfenomeno e dellacosa in sé, doppio successivamente superato dalla speculazione ottocentescaidealistica, che cercò di ricondurlo ad un rigorosomonismo, il quale però non resistette al riemergere del doppio nella filosofia successiva diFrancis Herbert Bradley (1846 –1924) (apparenza e realtà), diHenri Bergson (intuizione econcetto), diWilliam James (1842 –1910) (religione e scienza).
La filosofia di Heidegger, per quanto ontologicamente non dualistica, presenta dal punto di vista esistenziale un dualismo tra "autentico" e "inautentico", tra "esistenziale" ed "esistentivo". L'autentico ed esistenziale è ciò che emerge nel rapporto dell'uomo con laaletheia, la verità dis-velata dell'essere, mentre l'inautentico ed esistentivo concerne la banalità del quotidiano e del contingente. Si riproduce perciò in Heidegger l'antico dualismo antropico tra il proiettarsi verso il fondamentale, il profondo, il nascosto, la veraessenza dell'essere, o invece verso l'inessenziale e l'apparente. Ciò, per quanto già posto inEssere e tempo, si radicalizza nel "secondo" Heidegger, quando il filosofo opera laKehre (la "svolta") in senso mistico del suo filosofare.
Nellafilosofia contemporanea, in particolare nell'ambito dellafilosofia analitica anglo-americana, il dualismo più dibattuto è quello concernente il rapportomente-corpo (o mente-cervello). Si tratta di una concezionemetafisica che, contrapposta almonismo, sostiene che larealtà è costituita da due sostanze fondamentali,ontologicamente separate ed incapaci di interagire causalmente l'una con l'altra. Per questo motivo esso si oppone almonismo, per il quale, al contrario, la realtà è costituita da un'unica sostanza.Diverse concezioni in qualche modo dualiste della filosofia della mente sono l'interazionismo, ilmonismo neutrale, ilparallelismo e l'epifenomenismo.
Il dualismoepistemologico è una posizione teorica che può essere in contrasto con il dualismo ontologico: non necessariamente la realtà è composta da due essenze di tipo diverso, ma il processo conoscitivo non può coglierla come fenomeno unitario. In certi casi (per es. inAfrikan Špir) il dualismo epistemologico diventaontologico, trasformandosi così in un dualismo radicale.In filosofia della mente, con dualismo epistemologico si intende il considerare mente e cervello come coincidenti dal punto di vista ontologico, ma necessariamente separati nel processo conoscitivo: secondo tale approccio non è possibile descrivere i processi mentali in terminineurobiologici.
Lo storico delle religioniIoan Petru Culianu rileva che tra gli studiosi non è stato raggiunto alcun accordo sulla definizione precisa del dualismo, e lo stesso termine è applicato indifferentemente aPlatone, al cristianesimo, aCartesio e alla religionemanichea omandea ecc. Un approccio (che egli non condivide) ha cercato delle invarianti[4], ossia degli elementi comuni, teorici e pratici, che ricorrono, benché non tutti necessariamente insieme, nei movimenti dualisti:
Anti-cosmismo, ossia considerazione negativa del mondo
Anti-somatismo, ossia considerazione negativa del corpo
Ribellione nei confronti del creatore, identificato con una divinità malvagia o ignorante
Consustanzialità tra uomo e Trascendenza
Antigiudaismo ed “esegesi inversa” dell’Antico Testamento, ossia capovolgimento dell’interpretazione tradizionale (per cui personaggi negativi, es. il serpente o Caino, assumono un ruolo positivo, e viceversa)
Docetismo, ossia l’idea che Cristo non aveva un corpo fisico e non è veramente morto in croce
Varie religioni, specie iraniche, presentono aspetti dualisti.
LoZoroastrismo oMazdaismo Zoroastriano, fondato daZoroastro (IX-VIII secolo a.C.), è ancora presente inIran. Viene adoratoAhura Mazdā, il Creatore, completamente buono, mentre l'antitesi è increata ed assoluta.
LoZervanismo, un ramo dello Zoroastrismo, noto dal IV secolo a.C. e ora estinto, prevede una divinità,Zurvan, che è il primo principio creatore.Ahura Mazdā (Ohrmuzd in medio persiano) è sottoposto a Zurvan e ha come antitesi il fratello gemelloAngra Mainyu (Ahriman in mediopersiano)
IlMandeismo, religione anch'essa monoteista ma con una visione accentuatamente dualista, sopravvive inIraq e nella diaspora. Hanno il culto dei ProfetiAdamo,Abele,Seth,Enoch,Noè,Sem,Aram e specialmente diGiovanni il Battista e di un Gesù spirituale, di chiara ispirazionedocetista, e battezzato da Giovanni. Rappresentano un antico (III secolo d.C.) movimento gnostico di origine cristiano-giudaica con influenze dualistiche iraniche piuttosto oscure.
Ed infine ilManicheismo, fondato daMani nel III secolo d.C., ebbe rapido successo dall'Europa Occidentale alla Persia, ma subì presto dure persecuzioni. È sopravvissuto per dieci secoli in Asia Centrale e Cina.Il dualismo teologico della religione universale manichea spiegava la compresenza di ordine e caos, bene e male nell'universo a partire dal conflitto tra il Dio di luce (Ohrmuzd) e l'emissario delle tenebre (Ahriman), pur prevedendo, in quanto religione di salvezza, una separazione finale delle tenebre dalla luce.Religione universale, sintesi diZoroastrismo,Buddismo ed elementi di cristianesimo. Probabilmente l'influenza del Cristianesimo su Mani deriva dallaChiesa di Marcione oltre che dalla scuola gnostica diBardesane.
Lognosticismo, di incerta origine, si afferma tra il I e il II secolo d.C. Vi erano varie scuole (Basilide,Carpocrate,Valentino...) che professavano dottrine non coincidenti tra loro. Elemento comune era il forte dualismo tra il mondo spirituale e il mondo materiale. Il mondo superiore, ilPleroma, è composto da una serie di principi/divinità, gliEoni, il principale dei quali è il Padre inconoscibile (a volte chiamatoAbraxas). A causa di un errore primordiale, provocato un Eone fuoriuscito dal Pleroma di nomeSophia, fu generato ilDemiurgo, divinità decaduta e ignorante.
L'universo fisico è stato creato non da una divinità benevola, ma appunto dal Demiurgo (spesso chiamatoYaldabaoth), identificato con il Dio dell'Antico testamento, che lo governa tramite suoi luogotenenti, gliArconti. L'uomo si trova così come prigioniero nel mondo e nel proprio corpo; contiene però una scintilla divina e, tramite la conoscenza e il ricordo della propria origine, può aspirare alla liberazione.[5] Lo gnosticismo fu considerato un'eresia e combattuto dai Padri della Chiesa (es.Ireneo,Ippolito...)
Sin dalle origini, secondo i Padri della Chiesa, vedi le elencazioni/confutazioni delle eresie diIreneo di Lione,Epifanio di Salamina,Sant'Agostino, è presente un correntegnostica e dualista e spessodocetista nell'ambito del Cristianesimo. Una corrente che vede nella contrapposizione di due entità, una negativa e l'altra positiva, la spiegazione del male nel mondo, così come la dualità tra anima e corpo.
Cerdone è forse il primo esempio ma la figura più rilevante è quella diMarcione, con la sua lettura originale della teologia diSan Paolo al quale è riferibile la cosiddettaantropologia tripartita.
Tra le variazioni avvenute nel tempo, ricordiamo che per Marcione[6] l'entità negativa è il Dio Creatore del Vecchio Testamento e della Legge Mosaica, mentre per i dualisti medievali è Satana[7].
Non è privo di interesse che uno scrittore comeRobert Louis Stevenson (1850-1894) ci introduca al dualismo interiore dello sdoppiamento della personalità nel romanzo "Lo strano caso del Dottor Jekill e di Mister Hyde". L'ironia del romanziere sta nel presentare come un rispettabile dottore un tale il cui nome franco-inglese (Je-kill= io ammazzo) proclama ad alta voce essere un criminale spietato, mentre Hyde, cognome dello studioso settecentesco di storia delle religioni, inventore del termine dualismo, nel romanzo diventa l'incarnazione del male. Ma anche con questo capovolgimento Stevenson voleva forse invitare a non dimenticare il sempre possibile dualismo tra apparenza ed essenza, su cui aveva richiamato l'attenzione dei moderniErasmo da Rotterdam con i suoiSileni di Alcibiade[8]. Anche il più tranquillo e pacifico studioso di storia delle religioni, anche un rispettabile Mister Thomas Hyde potrebbe sempre nascondere in sé – "to hide" vuol dire, appunto, "nascondere" – un potenziale 'serial killer'.
Nel corso delNovecento, i progressi nello studio delle particelle subatomiche hanno evidenziato le due possibili forme in cui è possibile rappresentare elettroni ed altre particelle elementari. Si tratta deldualismo onda-particella, che evidenzia come non sia possibile ridurre l'essenza delle cose ad unico stato fisico. Ilprincipio di complementarità sbroglia questa concezione dualistica quando afferma che il duplice aspetto,corpuscolare eondulatorio, dei fenomeni che avvengono a livelloatomico esubatomico, definito dualismo onda-particella, non può essere osservato contemporaneamente durante lo stesso esperimento. Perciò i due stati non possono logicamente coesistere nello stesso problema fisico: o la particella assume un comportamento ondulatorio (dettato da leggi matematiche e svincolato dai possibili risvolti nell'ambito spazio-temporale) oppure si interagisce con essa, identificandola come un corpuscolo: in questo modo è possibile conoscere il comportamento della particella nello spazio-tempo ma con il presupposto dettato dalprincipio di indeterminazione di Heisenberg, che stabilisce i limiti nella conoscenza, o determinazione, dei valori chegrandezze fisiche "coniugate" assumono contemporaneamente in unsistema fisico.