Doria | |
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![]() (initaliano:Miro a cose più eccelse[2]) Spaccato d'oro e d'argento all'aquila spiegata di nero, membrata, imbeccata, linguata e coronata di rosso, attraversante sul tutto[3] | |
Stato | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Titoli | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Fondatore | Arduino di Narbona[3] |
Data di fondazione | X secolo[3] |
Etnia | italiana |
Rami cadetti | |
Manuale |
IDoria[4] (detti ancheD'Oria[3][4]) sono un'antica e nobile famiglia originaria diOneglia, la cui storia, a partire dal XII Secolo, fa parte dellaStoria della Repubblica di Genova.[4]
Sino alXIV secolo i Doria primeggiarono, tra gare e rivalità, con le altre grandi famiglie feudali, gliSpinola, ghibellini come loro, e iFieschi e iGrimaldi, due famiglie guelfe; dopo l'istituzione del dogato popolare (1339), perdono il predominio politico, ma conservano le tradizioni e le funzioni militari e navali.
ConAndrea salgono all'apice della vita cittadina e, anche perduta questa funzione predominante, conservano sempre per il numero, per le ricchezze e per le aderenze, grande importanza e autorità e hanno, anche in tempi più recenti e in momenti decisivi, una funzione quasi direttiva.[4]
Durante le varie epoche, i Doria hanno dato varicardinali,arcivescovi evescovi allaChiesa cattolica e ben seidogi allaRepubblica di Genova:Giovanni Battista (1537–1539);Nicolò (1579–1581);Agostino (1601–1603);Ambrogio, eletto il 4 maggio1621 e morto il 12 giugno prima ancora di essere incoronato;Giovanni Stefano (1633–1635);Giuseppe (1793–1795), penultimo doge della Repubblica.[4]
Non essendo i Doria, come la maggior parte delle famiglie nobili genovesi, di origine feudale, le loro radici si possono far risalire con difficoltà a non prima delX secolo, perdendosi comunque in congetture che sfiorano la leggenda.
Giova tuttavia ricordare un aneddoto che, per la sua diffusione, potrebbe nascondere un fondo di verità: secondo la vulgata, nata probabilmente dal bisogno di attribuire origini illustri e feudali ad una famiglia, con ogni probabilità autoctona, che dal commercio era giunta al potere politico e al possesso di signorie, i Doria trarrebbero le loro origini da unArduino, visconte di Narbona, il quale, passando daGenova per andarecrociato aGerusalemme, si ammalò gravemente. Ospitato in casa di una vedova della famigliaDe Volta e curato, si innamorò di una delle sue due figlie, Orietta, detta Oria, la quale ebbe infine un figlio: Ansaldo che, dal nome della madre, fu dettofiglio d'Oria. I nomi con cui i genovesi ne indicarono i figli e poi i discendenti sono infatti Auriae e D'Oria.[6] Questo genitivo dopo il nome di battesimo è appunto la forma che usarono gli annalisti del Comune per indicare i singoli personaggi della casata; mentre per indicarli collettivamente, come clan, scrisseroilli de Auria:quelli di Oria, ovvero iD'Oria. Nel tempo tuttavia ha prevalso la denominazione contratta Doria con cui la famiglia è nota.
Occorre osservare che il termine "famiglia", nel caso dei Doria come in quello di altre famiglie genovesi dell'epoca, va inteso, più che nel senso ristretto di nucleo di consanguinei conviventi, piuttosto come un ampio gruppo di persone, composto da vari nuclei familiari in senso moderno, che condividono origini comuni, vincoli di interessi o schieramento politico, zona di residenza e talvolta, come in questo caso, anche il cognome.
Il modello di questo tipo di associazione è quello del cosiddetto "Albergo dei Nobili"[7] tipico, oltre che diGenova, anche di altre aree dellaLiguria e delPiemonte medioevale. A tale proposito si consideri che alcuni genealogisti identificano fino a 40 linee all'interno della famiglia, e che allabattaglia della Meloria nel1284 sembra partecipassero 250 Doria.[8] All'interno dei Doria, tuttavia, anche i vincoli di sangue furono sempre forti, data la costante abitudine di contrarre matrimoni nell'ambito familiare.
I primi Doria dei quali abbiamo notizia certa sono Ansaldo[6], nato all'inizio delXII secolo, ed i figli, tra i quali Simone[9]. In quest'epoca la famiglia già possedeva aGenova ampie aree nella zona diPiazza San Matteo, sulle quali sorgeranno i suoi palazzi.
Le fonti già descrivono i primi Doria come protagonisti di primo piano della vita delComune genovese dell'epoca: importanti mercanti attivi in varie aree delMediterraneo, uomini d'arme pronti a difendere ed espandere i propri interessi e politici impegnati in magistrature cittadine, quali ilconsolato.
In particolare, l'attività politica dei Doria si orientò verso due obiettivi: partecipare alla vita politica del comune genovese ed acquistare domini feudali su aree spesso indipendenti daGenova (come ad esempio nel caso dei cosiddettifeudi imperiali) e soggetti solo ai Doria stessi. Inizialmente questi feudi furono posti inLiguria, in particolare nelponente, espandendosi poi nella parte meridionale delPiemonte ed inSardegna.
Già nelXIII secolo la famiglia deteneva posizioni preminenti nel governo di Genova, ove rappresentò tradizionalmente il partitoghibellino. Questa posizione la schierò per lungo tempo a fianco di altre famiglie dello stesso orientamento, come gliSpinola, ed in opposizione alle casate guelfe, quali iFieschi ed iGrimaldi.
In questo periodo si affermò Pietro Doria[10] (circa1233 -1278), importante armatore, finanziere, e mercante che fu padre diOberto,Lamba eJacopo.
Oberto Doria (Genova,1230-1295),Capitano del Popolo ediarca diGenova, fu l'arbitro della politica genovese del suo tempo.
Lamba Doria (Genova,1245-1323) è stato, assieme al discendenteAndrea, il più famoso ammiraglio genovese, la vittoria riportata contro i veneziani nellabattaglia di Curzola nel1298. I suoi discendenti diretti usarono in seguito il nome Doria Lamba.Jacopo fu ammiraglio ed annalista. Lamba Doria è il Capostipite dei rami ancora fiorenti dei marchesi Doria Lamba patrizi di Genova, e dei Marchesi Doria Colonna patrizi di Genova. Fratello del Capitano del PopoloOberto, vinse iveneziani nellabattaglia di Curzola nel1298, dove ebbe tra i prigionieri l'ammiraglioAndrea Dandolo che, per la disperazione, si uccise e il navigatoreMarco Polo che, durante la sua prigionia, dettò ilMilione.
Nella battaglia i veneziani perdettero ottantacinque navi: di queste, diciotto furono catturate e le rimanenti, in spregio, furono bruciate.
Tornato aGenova in trionfo, all'ammiraglio Lamba fu donato dal Comune un palazzo inpiazza San Matteo, tradizionale zona di residenza e di potere della famiglia in città, altri possedimenti aSavona, dove tuttora è presente il Palazzo D'Oria Lamba, a Genova ed inPiemonte. Inoltre la città lo proclamòCapitano del popolo. Fu nominato ammiraglio di 40galere per conto dell'imperatoreArrigo VII.
Nel secolo successivo si segnalano gli ammiragliPagano Doria[11], che batté Veneziani e Catalani nella battaglia del Bosforo del 1352 e nellabattaglia di Sapienza batté i Veneziani nel1354, eLuciano, vincitore suVettor Pisani aPola nel1379.
Parallelamente alla crescita dell'influenza politica della famiglia, vennero anche a crearsi i primi possessi feudali. Oberto Doria acquistò nel1263 laContea di Loano, grazie alla cessione da parte delVescovo di Albenga di quel territorio, quasi un'isola in terra incuneata tra territori appartenenti a Genova ("Loano isola del Ponente"). Il feudo fu trasmesso ai discendenti di Oberto, dal figlio Corrado I fino a Corrado III che nel1505 lo vendette ai Fieschi; dopo la congiura di questi ultimi, Loano fu riassegnata daCarlo V ad Andrea Doria, da cui passò ai suoi erediPrincipi di Melfi, che l'hanno tenuta fino all'eversione della feudalità. I Doria di Loano tennero ancheSan Remo, assieme aide Mari, dal1297 al1361.
Percorso simile a quello di Loano seguì ilMarchesato di Torriglia, già deiFieschi, poi dato daCarlo V adAndrea Doria e da questi ai Principi di Melfi.
Nel1270 Oberto acquistò ancheDolceacqua, che passò al figlio Andreolo e restò da allora ai Doria fino all'eversione della feudalità. I Doria di Dolceacqua si sono estinti all'inizio delXX secolo.
Oneglia è associata ai Doria per la prima volta nelXIII secolo tramite un Babilano Doria[12], i cui discendenti gestirono la signoria in comune; tra di essi vi fu il padre di Andrea Doria, Ceva. Nel1488 i discendenti di Babilano cedetteroOneglia ad un Doria di una diversa linea,Gian Domenico[13]. Nel1576 il nipote di questi, Gian Gerolamo[13] cedette Oneglia al Duca di Savoia ricevendone in cambio il marchesato diCirié, dando così inizio alla linea dei Doria di Ciriè durata fino a Tommaso, morto senza eredi in guerra nel1918.
NelXIV secolo i Doria acquistarono la signoria diMornese nelMonferrato di cui detengono ancora oggi l'omonimo il castello.
I Doria ebbero sin dalXII secolo molti interessi inSardegna, in particolare nei Giudicati diTorres (Logudoro),Arborea ed, in misura minore, diGallura. Il loro nome è associato a città comeAlghero (che si ritiene da essi fondata),Castelsardo,Chiaramonti,Monteleone Rocca Doria,Valledoria. Fra i Doria attivi inSardegna si possono citareNicolò (? –1276) eBranca Doria (1233 circa –1325), protagonista dell'Infernodantesco, con i suoi discendenti, tra i quali il nipoteBrancaleone, sposo nelXIV secolo diEleonora signora diArborea, e padre diFederico eMariano V di Arborea. Con loro termina la rilevanza politica della presenza dei Doria in Sardegna, sconfitta dalla nascente potenza dei rearagonesi. I Doria avrebbero mantenuto il controllo di Castelgenovese (l'odiernaCastelsardo), l'ultima loro piazzaforte nell'isola, fino al 1448.[14]
I Doria ebbero interessi anche inCorsica, che fu a lungo soggetta a Genova. Qui fu attivo, ad esempio, il primo conte di Montaldeo Giorgio nel sec. XVI. Alcuni rami della famiglia vi si stabilirono e vi restarono sino all'età moderna.
Andrea Doria (Oneglia,1466 -Genova,1560) non ebbe figli, ma costituì attorno a sé un nucleo familiare di eredi ben definito attraverso le figure dei nipoti, in particolare il figlio del cugino Tommaso,Giannettino[15] (1510-1547), ed il figlio di primo letto della propria moglie, Peretta. Costei era vedova diAlfonso I Del Carretto,marchese di Finale, dal quale aveva avuto il figlio Marcantonio, poi adottato da Andrea.
Alla morte di Giannettino, ucciso nella congiura diGianluigi Fieschi, il figlio maggioreGianandrea[16] gli subentrò come luogotenente di Andrea nel suo ruolo politico e militare. Egli fu poi erede di vari beni dello zio, oltre alla flotta, tra i quali ilpalazzo del Principe aFassolo, che abbellì con vari interventi.
I feudi imperiali liguri, tra i quali le signorie diLoano eTorriglia[17] furono assegnati al fratello minore di Gianandrea, Pagano[18], che seguì anch'esso la carriera militare e morì combattendo aTunisi nel1574. Dei feudi nell'Italia meridionale che l'imperatoreCarlo V aveva concesso ad Andrea Doria, come riconoscimento dei servigi resigli, Gianandrea ebbe lacontea diTursi, mentre Marcantonio Del Carretto, ilprincipato di Melfi, già deiCaracciolo, conLagopesole,Lacedonia eCandela.
Il matrimonio diZanobia Del Carretto Doria, figlia di Marcantonio, con Gianandrea, riunì questi due rami permettendo la nascita, con il loro primogenito Andrea II (1570-1612), erede anche dei feudi liguri già diPagano, della linea dei Doria principi di Melfi.
Agli inizi delXVII secolo il figlio di Andrea II, Giovanni Andrea II (1607-1640), sposòMaria Polissena Landi, principessa diValditaro: in seguito a tale matrimonio vennero acquisiti il patrimonio, il nome e le insegne deiLandi, ancor oggi presenti nellostemma della famiglia, che da allora si chiamòDoria-Landi. I Doria rivendettero poi nel1688 lostato Landi aiFarnese, mantenendo i titoli.
Un Doria strettamente legato ad Andrea, anche se non suo stretto parente, fu l'ammiraglio Filippino[19] (1480? -1558?), vincitore dellabattaglia navale di Capo d'Orso (traAmalfi eVietri sul Mare) nel1528 contro i francesi, e decisivo alleato di Andrea nella reazione alla congiura dei Fieschi.
In questo secolo un Doria,Girolamo, fu nominato per la prima volta cardinale.
Un altro ramo notevole della famiglia che ebbe il suo apogeo nelXVI secolo può essere fatto risalire aGiovanni Battista, stretto collaboratore di Andrea Doria, che divenne nel1537 il primo Doge Doria. Ricoprirono poi la stessa carica i fratelliNicolò (nominato nel1579) edAgostino (1601)[20], figli del fratello di G. Battista, Giacomo. Da Nicolò nacqueGiovanni Stefano (1578 -1643), anch'egli nominato Doge nel1633, mentre fu figlio di AgostinoGiovanni Carlo (1576 -1625), appassionato collezionista d'arte, ritratto a cavallo in un famoso quadro diRubens[21][22]. Questo ramo fu ritenuto, assieme a quello discendente da Giannettino, quello maggiormente provvisto di mezzi finanziari, tanto che Giovanni Stefano fu considerato ai suoi tempi l'uomo più ricco d'Italia.
Oltre alprincipato di Melfi, i Doria ebbero altri importanti feudi nelRegno di Napoli, grazie anche, dalXVI secolo in poi, ai rapporti privilegiati con laSpagna.
Carlo Doria[23], figlio di Gianandrea e fratello cadetto di Andrea II, eredita dal padre la contea, poi ducato, diTursi, e riceve daFilippo III di Spagna il principato diAvella; per lui il padre acquistò daiGrimaldi il fastoso palazzo genovese da allora noto comeDoria-Tursi. Carlo dette origine alla linea dei Doria del Carretto duchi di Tursi e principi di Avella, che si estinguerà per matrimonio, alla fine del sec. XVIII, neiColonna di Paliano[24]; questi, eredi dei titoli, useranno talvolta in seguito il cognome Doria assieme al proprio.
Marcantonio Doria[25] acquistò nel1612 il feudo diAngri[26], elevato nel1636 a principato dalre di Spagna, vi regnarono dal1613 al1806. L'ultimo Principe d'Angri è stato Marcantonio VI, morto nel1985. A questo feudo aggiunse il ducato diEboli, già deiGrimaldi, per eredità della moglie, costituendo in tal modo un latifondo di grande estensione nelsalernitano, rimasto integro fino all'eversione della feudalità.[27] Marcantonio si trasferì aNapoli, ove la famiglia è rimasta fino ai giorni nostri, costruendo alcuni edifici importanti della città tra i quali ilpalazzo nel Settecento e successivamente, nell'Ottocento, per volontà di un altro Marcantonio (probabilmente suo nipote), lavilla Doria d'Angri a Napoli.
Nel1671 il principe di MelfiGiovanni Andrea III Doria Landi (1653-1737) aveva sposato AnnaPamphili, figlia del principeCamillo Francesco Maria Pamphili. All'estinzione dei Pamphili nel1760, Giovanni Andrea IV (1705-1764) ne divenne l'erede, assumendone il nome ed i titoli; nel1767 il figlio Andrea IV Doria Landi Pamphilj[28] trasferì la sua residenza aRoma, nelpalazzo Pamphilj al Corso, assieme alla moglieLeopolda di Savoia-Carignano. Da allora la famiglia, divenuta romana, fu conosciuta comeDoria-Landi-Pamphilj, o anche semplicemente come Doria-Pamphilj.
NelXVI secolo questo ramo aveva già avuto un cardinale,Giovanni o Giannettino, figlio di Gianandrea I, cui si aggiunsero, tra la fine delXVIII e l'inizio delXIX secolo,Antonio Maria,Giuseppe Maria eGiorgio.
NelXIX secoloFilippo Andrea V Doria Pamphili fusindaco facente funzioni di Roma subito dopoPorta Pia, tra il dicembre1870 ed il marzo1871 e, più tardi, senatore. Il figlioAlfonso fu anch'egli attivo nell'amministrazione di Roma e senatore. L'ultimo principe di Melfi è statoFilippo Andrea VI Doria Pamphili,primo sindaco di Roma dopo la liberazione nel1944, morto nel1958 lasciando una sola figlia, Orietta.
A Roma è residente la famiglia Doria Colonna discendente in linea retta dal grande ammiraglio Lamba Doria.
I Doria continuarono ad essere attivi nella vita pubblica genovese anche dopo l'apogeo della loro potenza nelXVI secolo.Oltre a quelli ricordati ebbero un altro Doge,Ambrogio, nominato nel1621, e poi ancoraGiuseppe Maria (1793).NelXVIII secolo un Doria di Genova,Sinibaldo, fu nominato cardinale.
I Doria stabilitisi in Corsica hanno spesso mantenuto legami con la città di origine. Tra di essi si possono ricordare i cuginiAntonio[29] eRaimondo[30] Doria diSan Colombano, attivi nellaCarboneria all'inizio delXIX secolo.
Una linea della famiglia Doria sempre rimasta aGenova fino ai giorni nostri è quella dei Conti diMontaldeo[31]. Questo feudo, allora nello stato diMilano, fu acquistato nel1567 da Giorgio Doria[32], figlio di un Melchiorre a sua volta fratello diAntonio Doria[33], ammiraglio e collaboratore di Andrea. Nel sec. XIX un altroGiorgio[34] fu imprenditore, uomo politico e senatore prima delRegno di Sardegna e poi di quello d'Italia, come i figliAmbrogio eGiacomo. Appartengono a questo ramo Giorgio Doria (1929 -1998), vicesindaco diGenova neglianni '70 delXX secolo[35], ed il figlioMarco, sindaco di Genova dal2012 al2017 per ilcentrosinistra.
Sono infine ancora presenti vari rami della famiglia, tra cui aGenova i Doria direttamente discendenti da Lamba, che aggiungono al cognome il nome del famoso ammiraglio,altri presenti in Sardegna, Napoli, Puglia, Sicilia.
La famiglia Doria ha o ha avuto possedimenti in tutto il territorio italiano.
Tra le chiese patrocinate dai Doria inItalia si ricordano:
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