Domobranci | |
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Attiva | 1943–1945 |
Nazione | ![]() |
Contesto | Seconda guerra mondiale |
Ideologia | Nazionalsocialismo Nazionalismosloveno |
Componenti | |
Fondatori | ![]() |
Componenti principali | ![]() ![]() |
Simboli | |
Bandiera | ![]() |
Attività | |
Azioni principali | Battaglia di Poljana |
Domobranci (spesso scritto su molteplici fonti seguendo la pronuncia fonetica italiana della parola slovena, anche come:Domobranzi) fu la denominazione collettiva degli appartenenti allaSlovensko domobranstvo (Guardia territoriale slovena), formazionecollaborazionistanazista di miliziani prevalentemente volontari, costituitasi inSlovenia nel settembre1943, per contrastare l'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia[1].
Operò insieme alle truppenaziste, da cui fu equipaggiata con le armi sequestrate agli italiani dall'esercito tedesco dopo l'armistizio del 1943 e addestrata dalleSS tedesche. Arrivò a contare fino a 13.000 membri[2].
I domobranci inizialmente ebbero solo un ruolo di sostegno all'azione delle truppe tedesche ma durante il conflitto assunsero sempre maggiore autonomia. Il comandante della milizia fuLeon Rupnik, ex-generale dell'esercitojugoslavo.
Alla fine dellaseconda guerra mondiale buona parte dei membri, confinati dal quinto corpo dell'Ottava armata britannica assieme a numerosi civili al loro seguito aViktring, nei pressi diKlagenfurt, furono rimpatriati forzosamente e consegnati all'Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia alla fine del maggio 1945. Nelle settimane successive vennero in gran maggioranza uccisi in esecuzioni sommarie di massa e i loro corpi occultati in cavità carsiche, fosse comuni, miniere e cave dell'odiernaSlovenia, come aKočevski rog, dove le vittime vengono stimate in 14.000.[3]
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