Dolceacqua è un tipico borgo medievale della val Nervia, lungo iltorrente omonimo. La parte più antica del borgo, posta ai piedi del monte Rebuffao, è dominata dalcastello dei Doria e viene chiamata dagli abitanti Terra (Téra nel dialetto locale). Quella più moderna, chiamata il Borgo, si allunga sulla riva opposta, ai lati della strada che sale la valle.
Tra le vette del territorio dolceacquino ilmonte Abellio (1096 m), il monte Abelliotto (899 m), il colle dei Saviglioni (889 m), la Testa Maimona (732 m), il monte Erisetta (664 m), il monte Belgestro (586 m), la Cima Tramontina (525 m), il monte Curti (516 m).
Ilclima è mite di tipo mesomediterraneo subumido. Nella stazione meteorologica di Dolceacqua-Borgonuovo (rete ARPA Liguria) si registrano infatti una temperatura media nel mese di gennaio di +7,6 °C e una nel mese di luglio di +22,3 °C; le precipitazioni che sono moderate (circa 750 mm/annui) si hanno mediamente per 55 giorni/anno.
IItoponimo Dolceacqua deriva quasi certamente dalla presenza di un borgo diepoca romana chiamatoDulcius, trasformatosi in seguito inDulciàca,Dusàiga eDulcisaqua. Altri studi rivelano però anche la possibilità dell'origineceltica, dal nomeDussaga, modificato poi inDulsàga e infine nell'attualeDolceacqua.
Testimonianze storiche sono rappresentate dai rinvenimenti archeologici deicastellari dell'Età del ferro, rozze fortificazioni in pietra a secco rinvenuti sulle cime d'Aurin e Tramontina - nella zona ad ovest del territorio circostante a Dolceacqua - o ancora la presenza di una torre nella zona dell'Alpicella ad est che confermerebbero il presidio in queste zone deiLiguri Intemeli dal IV secolo a.C. al IV secolo in età romana, a protezione dei villaggi, dei pascoli e dei campi.
La coltivazione dell'ulivo, soprattutto poi dell'oliva taggiasca, si diffuse fin dall'epoca carolingia per opera deimonaci benedettini, che fondarono il monastero di Santa Maria della Mota. La costruzione difrantoi impose insediamenti lungo le acque dei torrenti dove potessero essere impiantatimulini ad acqua; essi migliorarono la tecnica dellaviticoltura diffondendo il famosoRossese e delle altre pratiche agricole.
Furono iconti di Ventimiglia nel XII secolo a costruire ilprimo nucleo del locale castello - a questo periodo è attestata la prima citazione ufficiale del borgo in un documento del 1151 - un presidio edificato alla sommità della rupe che dal versante orografico sinistro del torrenteNervia ne controlla strategicamente tuttora la biforcazione della valle stessa e le strade che vi convergono.
Tra il 1270 e il 1276 risale l'acquisto del villaggio di Dolceacqua da parte della famigliaDoria (una quota del castello fu acquistata nel 1270 dal genovese capitano del popoloOberto Doria), borgo sotto la rocca che conobbe nei decenni successivi ampliamenti a gironi concentrici fino alla configurazione attualmente visibile.
Mappa dello stesso dipartimento francese (1805) con Dolceacqua nell'omonimo cantone
Dopo una fase di feroce rivalità con iGrimaldi di Monaco, nel XVI secolo il feudo doriesco dolceacquino conobbe un periodo di buon governo, di pace e di prosperità.
Fu Bartolomeo Doria nel 1526 a cedere aCarlo II di Savoia i propri diritti feudali su Dolceacqua diventandone di fattovassallo del duca savoiardo e tale alleanza tra i Doria e lacasata piemontese perdurò fino allo scoppio delle ostilità tra ilDucato di Savoia e laRepubblica di Genova (con i Doria schierati con essa) nel 1625. Occupato dal Ducato sabaudo dal 1643, il territorio ritornò nelle mani dei Doria nel 1652 che, istituito a Dolceacqua un piccolomarchesato, nuovamente fecero atto di vassallaggio nei confronti dei Savoia: Francesco Doria fu nominato primo marchese di Dolceacqua.
Nelle fasi cruciali dellaguerra di successione austriaca (1740-1748) il territorio dolceacquino vide gli scontri tra gli eserciti schierati in campo: il 27 luglio 1744 il castello subì la parziale distruzione e la conseguente resa alle truppe franco-spagnole. Nel 1792 con la cessione dellacontea di Nizza dal Ducato di Savoia allaPrima Repubblica francese il piccolo marchesato di Dolceacqua entrò a far parte l'anno successivo del cantone diPerinaldo - distretto diMentone - neldipartimento delle Alpi Marittime. Il titolo marchionale dei Doria perse ogni validità nel 1797 con la soppressione dei vari feudi imperiali e marchesati, ora annessi alla filo napoleonicaRepubblica Ligure. Con il Primo Impero francese, Dolceacqua divenne nel 1805 capoluogo dell'omonimo cantone dello stesso dipartimento francese.
L'11 luglio 2014, in occasione dei 200 anni dalla fondazione, è stata conferita all'Arma dei Carabinieri la Cittadinanza Onoraria con la seguente motivazione : "... con la consapevolezza dell'attività e del servizio che l'Arma ha svolto con abnegazione, profonda umanità e sentito coinvolgimento ... in segno di riconoscenza per il presidio costante sul territorio comunale, ininterrotto dal 1827, per l'alto senso del dovere e della fedeltà dimostrati a favore dello Stato e delle sue Istituzioni, per il contributo e gli interventi di prevenzione, repressione e controllo del territorio per la difesa e sicurezza dei cittadini, per il tributo di sangue versato nell'espletamento del proprio dovere, incarnando sempre i valori dell'Unità Nazionale, attraverso il lungo e tortuoso processo che ha portato all'unificazione del nostro Paese".
«D'azzurro, alcastello d'argento, torricellato di due, aperto e finestrato, fondato suterrazza di verde; alcapo di rosso, caricato di un'aquila al naturale dal volo spiegato, ornamenti esteriori da Comune.[6]»
Gonfalone
«Drappo d'azzurro, riccamente ornato di ricami d'argento, e caricato dello stemma sopra descritto con la iscrizionecentrata in argento:Comune di Dolceacqua. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dal colore del drappo con bullette argentate posto a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri ricoloranti dai colori nazionali frangiati d'argento.[6]»
Chiesa di San Giorgio, nei pressi del locale cimitero, il cui primo impianto comepieve è risalente al X secolo ad opera dei monaci benedettini. Nella cripta della chiesa sono ancora conservate le tombe di Stefano Doria (1580) e di Giulio Doria (1608).
Oratorio di San Sebastiano nel quartiere del Borgo. L'edificio è in stile barocco ed è risalente al XVII secolo. Al suo interno, ad unica navata, è conservata la statua in legno di fico ritraenteSan Sebastiano, opera attribuita al genoveseAnton Maria Maragliano. L'organo della ditta Agati è datato al 1844.
Cappella di San Filippo Neri, del 1714, sul lato sinistro del ponte romanico.
Cappella di San Bernardo, al di fuori del centro abitato, con la presenza di affreschi del XVI secolo attribuiti adDomenico Emanuele Maccari diPigna.
Cappella campestre di San Martino, lungo la strada provinciale 68, risalente al XII secolo.
Santuario dell'Addolorata del 1890, al di fuori del centro abitato.
Palazzo Doria o della Camminata nel centro storico, oggi diviso in appartamenti privati, antico palazzo nobiliare risalente al XVI secolo.
Palazzo Doria Garoscio nel centro storico, sede della pinacoteca e della biblioteca comunale.
Ponte romanico. Alla nascita del nuovo quartiere del Borgo nel XV secolo venne costruito con un arco di 33 metri per collegare le due parti di Dolceacqua.Ponte romanico di Dolceacqua con la cappella di San Filippo NeriIl pittore franceseClaude Monet, che all'inizio del 1884 stava visitando laRiviera di Ponente, a Dolceacqua e ne fece il soggetto di alcuni dipinti, soffermandosi in particolare sul castello e su questo ponte.
Castello di Dolceacqua. Costruito nel XIII secolo con torre difensiva venne poi ingrandito nel XIV secolo, chiuso tra possenti mura. Durante ilRinascimento diventò una residenza signorile fortificata, con nuovi locali affrescati e arredati. Il 27 luglio 1744 durante un episodio dellaguerra di successione austriaca fu parzialmente distrutto dalle truppe francesi e spagnole. Subì ulteriori danneggiamenti nelterremoto del 1887.
Sul territorio comunale insiste ilsito di interesse comunitario (SIC) delmonte Abellio, istituito con Decreto Ministeriale 25 marzo 2005, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat).
Secondo i datiIstat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Dolceacqua sono 204[10], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[11]:
Nel 1970 venne inaugurata lapinacoteca Giovanni Morscio, dedicata al pittore di Dolceacqua che donò all'amministrazione comunale alcune opere sue e di pittori a lui contemporanei, e la cui collezione venne ampliata nel decennio successivo con opere di altri pittori locali, quali Marcello Cammi e Mario Raimondo[12][13].
L'albo speciale del fumettoDampyr intitolatoLucrezia e pubblicato nel 2010 in occasione del festival horrorAutunnonero è ambientato, in segno di omaggio, interamente a Dolceacqua.
A partire dal 1990 Dolceacqua ha ospitato presso ilcastello dei Doria la manifestazione "Musica nel castello" nata per commemorare la scomparsa del farmacista Bigi, grande amico delClub Tenco di Sanremo e dei più importanti cantautori italiani. Fu lui il creatore ed animatore dell’Infermeria del Tenco, un piccolo stanzino nel retro delteatro Ariston.
Il borgo ospita la Banda Musicale "Cittadina di Dolceacqua", fondata nel 1862.
Tra le specialità gastronomiche del territorio di Dolceacqua le michette (dolce), ilfugasùn (una pizza al pomodoro o alle erbe) e ilcartelétu, quarto anteriore ripieno del capretto.
Il comune è stato insignito, dal 2007, dellaBandiera arancione dalTouring Club Italiano ed è sede nazionale dell'omonima associazione formata dai Comuni: l'Associazione Paesi Bandiera Arancione[15].
Il territorio di Dolceacqua è attraversato principalmente dalla strada provinciale 64 che gli permette il collegamento conCamporosso, a sud, eIsolabona verso nord. Altre arterie stradali sono le provinciali 68 e 70 all'interno del territorio comunale.
^Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni,Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
G. Casalis,Dolceacqua, in ID.,Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, vol. VI, Torino 1840, pp. 100–108
A. Gandolfo,Dolceacqua, in ID.,La Provincia di Imperia. Storia. Arti. Tradizioni, Blu Edizioni, Stampatre, Torino, 2005, p. 494-507