Dal punto di vistageografico il Dodecaneso è unarcipelago di oltre 163 isole ed isolotti, di cui soltanto 26 sono abitate.Localizzate in una regione di passaggio traOriente edOccidente, nel loro complesso le isole recano evidenti segni del loro passato, dell'epoca classica a quella bizantino-genovese, e poi dei Cavalieri di Rodi, all'occupazione turca ed italiana. Diverse dominazioni hanno lasciato tracce nella cultura e nelle testimonianze architettoniche.
Le principali isole sono qui elencate con il nome tradizionale italiano, risalente in genere all'epoca genovese (tra parentesi il nome greco):
Rodi è l'isola maggiore, con 125.113 abitanti (2021), prende il nome dall'omonimo capoluogo, e la più significativa dal punto di vista storico, turistico ed economico;
Coo (Kos), con 37.089 abitanti (2021), isola vicinissima all'Asia minore è conosciuta come la patria diIppocrate, padre dellamedicina;
Calimno (Kàlymnos), 17.752 abitanti (2021) è l'isola della pesca delle numerose spugne marine ed una delle più popolate;
Lero (Léros), 7.992 abitanti (2021), tra Patmo e Càlino;
Scarpanto (Kàrpathos), 6.567 abitanti (2021), è la più scoscesa e ricca di montagne; ancora in parte incontaminata, grazie alla difficile conformazione orografica;
Simi (Symi), 2.603 abitanti (2021), vicinissima a Rodi, per le sue caratteristiche sia naturali che dell'ambiente costruito è luogo storico protetto;
Stampalia (Astypálea), 1.376 abitanti (2021) dal passatoveneziano con un imponente Kastro di quel periodo; nel dialetto locale permangono ancor parole diorigineveneta;
Caso (Kàssos), 1.223 abitanti (2021), la più meridionale delle isole, è ricca di scogliere;
Nìsiro (Nìssiros), 1.048 abitanti (2021), una delle isole più piccole, possiede un vulcano detto Kratèras (Cratere) alto 700 metri;
Lisso, 778 abitanti (2021), piccola isola ad est di Patmo;
Piscopi (Tìlos), 746 abitanti (2021) è l'isola più verde ed ha le spiagge ombreggiate da granditamerici;
Castelrosso (Kastellòrizo), 594 abitanti (2021), lembo estremo abitato della Grecia verso oriente e situata non come le altre isole nel Mar Egeo ma nelMar di Levante, è il luogo reso famoso dal film vincitore delpremio OscarMediterraneo;
Calchi o Carchi (Chàlki), 475 abitanti (2021), è piccolissima e scarsamente popolata, (appena 330 persone);
Gaidaro (Agathonisi), 259 abitanti (2021), l'isola più settentrionale;
Telendo, 94 abitanti (2011), piccola isola a ovest di Càlino;
Cappari (Pserimos), 80 abitanti (2021), piccola isola a metà strada tra Coo e Càlino;
Saria, 45 abitanti (2011), piccola isola a nord di Scarpanto;
Archì (Arkoi o ancheArkioi), 44 abitanti (2011), piccola isola a nord di Lisso, coi resti della fortificazione di guardia italiana, usata anche come carcere durante laseconda guerra mondiale;
Gyali, 21 abitanti (2011), piccola isola a metà strada tra Coo e Nìsiro;
Lèvita, 13 abitanti (2011), piccola isola tra Càlino e Paro, nelle Cicladi, facente parte della municipalità di Lero;
Farmaco (Farmakonisi), 10 abitanti (2021), a est di Lipsi, presso le coste dell'Asia Minore;
Marathi, 5 abitanti, a sud di Archì;
Sirna, 2 abitanti (2021), piccola isola di4 km² a sudest di Stampalia, importante rotta migratoria, teatro nel 1946 del naufragio della Athina Rafiah;
Strongili, un abitante (2021) piccola isola a est di Castelrosso, disabitata, estremo lembo ad est della Grecia, dominata da un faro;
Kinaros, un abitante (2021), a ovest di Calino e Lero;
Ro, piccola isola ad ovest di Castelrosso abitata solo da un contingente militare;
Alinnia o Limonia è un isolotto desertico, nei pressi di Calchi di particolare interesse naturalistico.
Originariamente la parola Dodecaneso (o anche Dodecanneso, secondo la pronuncia greca) indicava il gruppo di isole del dominiogenovese eveneziano e poiottomano che godevano di particolari privilegi:Icaria, Patmo, Càlino, Lero, Stampalia, Nìsiro, Piscopo, Simi, Calchi, Scarpanto, Caso e Castelrosso, che nel 1909 alcuni giornali greci definirono Dodecaneso ottomano. Queste dodici isole tuttavia erano storicamente parte delleSporadi meridionali. Solo in seguito all'occupazione italiana del 1912 la denominazione Dodecaneso prese uso nel linguaggio corrente, pur essendo impropria. Difatti le isole italiane non corrispondevano a quelle indicate anni prima. Nel toponimo italiano furono incluse anche Rodi, Coo e Lisso, mentre Castelrosso venne occupata solo nel 1921. Invece fu esclusa Icaria, che rimase sotto dominazione turca, prima di passare alla Grecia[2].
L'inadeguatezza della denominazione determinò nelle autorità italiane il mutamento della denominazione ufficiale inIsole italiane dell'Egeo, fin dal 1929. Tuttavia il toponimo era già entrato nella denominazione corrente e corrisponde ancora oggi a tutte le isole facenti parti delle Isole italiane dell'Egeo.
La storia del Dodecaneso è legata a quella di Rodi l'isola maggiore, così chiamata dal nome della cittadina capoluogo. Questa città ha avuto sin dall'epoca dellaGrecia classica grande influenza sull'intero arcipelago per la sua importanza strategica e militare e in quanto sede di un importante porto di scambio tra oriente ed occidente. Di tale periodo sono riscontrabili numerosi resti archeologici, ditempli ecittà sparsi nelle varie isole.
Medioevo: i Cavalieri di Rodi e l'occupazione turca
La quasi totalità delle isole appannaggio dell'Impero Romano d'Oriente furono governate di fatto per conto degli imperatori da famiglie genovesi possidenti i cui componenti venivano eletti Ammiragli dell'Impero; la repubblica di Genova in cambio della protezione con la sua potente flotta, ne sfruttava i commerci e le materie prime, governandole come appannaggio personale privato dei clan genovesi.Tra il1306 e il1309 l'arcipelago divenne anche la sede per secoli deiCavalieri di Rodi, che assieme ai suoi governatori genovesi tra cui i componenti dei clan dei Vignolo de'Vignoli , i Moresco ed i Giustiniani, fortificarono le isole rendendo Rodi inespugnabile ai turchi, che tentarono numerose volte la sua conquista, riuscendoci nel1522. Ancora oggi possono essere ammirate le fortificazioni del capoluogo ed i castelli sulle altre isole, comeNeratzia eAntimachia a Coo. La presenza dei Cavalieri durò sino alXVI secolo, quando dopo la dipartita della flotta genovese dellamaona dei Giustiniani non potendo più difendersi dopo l'ennesimo attacco gli stessi negoziarono la loro uscita dalle isole e dopo un breve periodo anche i genovesi furono costretti alla cessione del governatorato al sultano in cambio di concessioni commerciali per mantenere l'accesso ai propri empori, e così l'arcipelago divenne parte dell'Impero ottomano.
Durante laguerra italo-turca culminata nell'occupazione dellaLibia, l'Italia ritenne di affrettare la fine della guerra occupando il Dodecaneso. Il 26 aprile 1912 venne occupata Stampalia, il 12 maggio Scarpanto, Caso, Piscopi, Nisiro, Calino, Lero, Patmo, Coo, Simi e Calchi; il 4 maggio vennero sbarcate truppe a Rodi, che venne completamente occupata il 16 maggio. Con laPace di Losanna (18 ottobre 1912) l'Italia ottenne la sovranità sulla Libia (riconosciuta dalle potenze straniere) e il possesso temporaneo delle isole del Dodecaneso.
Fu organizzata l'amministrazione civile delle isole con libere elezioni svoltesi nel 1928, 1930, 1932 e 1934. Nel 1937 i sindaci vennero sostituiti da podestà di nomina governativa.
Tra il 19 e il 24 maggio 1929 alcune isole furono visitate daVittorio Emanuele III, re d'Italia. Le tracce della presenza italiana rimangono visibili in molti edifici, tra i quali ad esempio:
l'exGrande Albergo delle Rose (oggiGrande albergo delle Rose Casinò Rodos) costruito daFlorestano Di Fausto eMichele Platania tra il 1925 e il 1927, che unisce elementi dell'architettura tipica coloniale dell'oriente e elementidecò
l'exCasa del Fascio diRodi realizzata tra il 1936 e il 1939, ora sede del municipio
l'exchiesa cattolica diS.Giovanni costruita tra il 1924 e il 1925 daRodolfo Petracco, che ricostruisce la chiesa di San Giovanni di Collachio deiCavalieri di San Giovanni distrutta da un'esplosione nel 1856
leTerme di Kallithea vicine aRodi, inaugurate nel luglio 1929, complesso restaurato nel 2006
l'exTeatro Puccini oggiTeatro Nazionale inaugurato il 1º agosto1937, che conteneva 1200 spettatori
l'exVillaggio rurale San Benedetto oggiKolymbia costruito tra il 1935 e il1938 con la scuola, la chiesa, la casa del fascio, la caserma e le case allineate verso il mare; oggi è un ricovero per anziani
l'exPalazzo del Governo costruito nel 1926-7 sede del governatore del Dodecaneso, che ospitava gli uffici governativi, l'ufficio del turismo, ispirato al gotico veneziano con mobili in stile, lampadari diMurano e pavimenti inmaiolica; oggi è sede dellaprefettura del Dodecaneso (la ristrutturazione si è conclusa da poco)
l'exCaserma Principe Amedeo sede deiCarabinieri e ora dellaGendarmeria, ispirata all'architettura neoclassica tra fine Ottocento e primi Novecento
il centro diPortolago (oggiLakkì) nell'isola di Lero, sullo stilerazionalista italiano anni trenta costruita tra il 1934 e il 1938 ed oggi in cattivo stato di conservazione.
Alcensimento del 21 aprile1936, l'ultimo prima della perdita dell'arcipelago da parte dell'Italia (1947), la popolazione totale residente nel Dodecaneso risultava composta da 140 848 unità, di cui 16 711 regnicoli (italiani) e 4 090 stranieri di varie nazionalità. La popolazione residente nell'isola di Rodi ammontava a 61 886 abitanti seguita dall'isola di Coo (19731 ab.) e da quella di Calino (15247 ab.)[3].
Dopo l'8 settembre 1943 il Dodecaneso venne attaccato dai tedeschi che non volevano fornire agliAlleati una base operativa per l'attacco alla Grecia. Ladivisione d'assaltoRhodos, comandata dal generaleUlrich Kleemann riuscì a conquistare le isole grazie ad una mescolanza di azioni di forza e tattiche dilatorie, tra il 9 settembre e il 17 novembre 1943[4]. Ciò fu possibile anche grazie alla scarsa iniziativa del comando italiano, data l'ambiguità del proclama armistiziale. Gli scontri del 9/10 settembre 1943 fra le truppe italiane e quelle germaniche furono a tratti aspri, ma la resa imposta dal Governatore Campioni e la sua cattura resero vano ogni sforzo delle truppe italiane nel capoluogo del Possedimento.
Inizialmente non furono attaccate le isole a nord di Rodi e in particolare Coo (che cadde il 4 ottobre) e Lero (con la più importante base navale italiana nell'Egeo), che rimase in mano italiana fino al 17 novembre 1943, difesa dalle forze italiane di guarnigione comandate dalcontrammiraglioLuigi Mascherpa, e da rinforzi inviati dagli Alleati. Dopo la resa di Lero furono abbandonate dai soldati italiani anche le due ultime isole in possesso degli italiani,Lisso ePatmo.
Sorte diversa toccò aCastelrosso. Quando l'Italia capitolò, il 10 settembre 1943, l'isola fu occupata dalle forze britanniche, che ne conservarono il possesso per il resto del conflitto. I soldati italiani lasciarono l'isola il 28 settembre 1943.
Il governatore,ammiraglioInigo Campioni rimase in carica fino al 18 settembre 1943 in qualità di governatore civile, dopo aver ordinato la resa della guarnigione italiana di Rodi, per poi essere deportato. Venne sostituito dal vicegovernatoreIginio Ugo Faralli, governò le isole nel nome dellaR.S.I. fino al1945. Il potere dispositivo e di controllo della popolazione passò all'esercito di occupazione tedesco, comandato dai generali Ulrich Kleemann (1943-1944) eOtto Wagener (1944-1945), attivamente sostenuti da elementi fascisti e repubblichini.
Nel luglio del 1944 vennero arrestati gliebreisefarditi (circa 1 815). Quasi tutti provenivano da Rodi, tranne un piccolo gruppo di Coo. Scamparono alla deportazione circa 50 ebrei di nazionalità turca, che furono trasportati nell'allora neutrale Turchia. I restanti furono inviati nei campi in Germania, con tre navi da Rodi ed una da Coo. Di questi solo 178 tornarono dai campi di sterminio. I sopravvissuti, formalmente di nazionalità italiana dopo il 1948, non trovarono né a Rodi né in Italia una accoglienza adeguata. Le proprietà ebraiche erano state requisite dal governo italiano e ridistribuite alla cittadinanza italiana nel 1944: la popolazione greca di Rodi prese possesso delle proprietà abbandonate in seguito al rientro degli italiani.
Gli ebrei di Rodi erano per la maggior parte sudditi italiani, non avendo optato per la cittadinanza turca o greca in seguito alTrattato di Losanna, ma una ristretta minoranza si avvalse della possibilità di diventare cittadini italiani a pieno titolo prima negli anni '30. Questo status non valse loro alcuna protezione in occasione della deportazione né al loro ritorno a Rodi o in Italia.
L'amministrazione militare britannica continuò ad avvalersi di quella civile italiana. L'Italia conservò formalmente ancora per tutto quel periodo la sovranità sino al definitivo passaggio alla Grecia.
Il 15 settembre1947 a Rodi vi fu la cerimonia che trasferì i poteri al governatore grecoPeriklis Ioannidis (1947-8), sostituito nel 1948 daNikolaos Mavris. Il 7 marzo1948 le isole si trasformarono daGovernatorato del Dodecaneso aPrefettura del Dodecaneso, entrando quindi a far parte a tutti gli effetti della Grecia. Tuttora non è raro incontrare abitanti delle isole in grado di parlare e comprendere l'italiano, insegnato fino al 1950 nelle scuole, parlato soprattutto dagli anziani. La lingua italiana tende oggi a riaffermarsi nell'ambito dellaUnione europea come lingua veicolare oltre che come lingua per comunicare con il forte afflusso di turisti proveniente dall'Italia.
Oggi le isole del Dodecaneso, per la loro posizione al centro delMar Mediterraneo ed un pregevole ambiente naturale, sono un importante polo turistico internazionale. Gli anni recenti hanno visto una significativa crescita della presenza di strutture turistiche, che in alcuni casi hanno una cattiva influenza sulpaesaggio e mettono sotto pressionetradizioni locali.
Nel periodo di amministrazione italiana, ed in particolare durante ilregime fascista, furono realizzate sulle isole numerose opere pubbliche, (strade, edifici e altro), alcune di notevole rilievo come la ricostruzione delPalazzo dei Gran Maestri dei cavalieri di Rodi a Rodi.Da citare anche la realizzazione della cittadina diPortolago, oggi Lakki nell'isola diLero, uno dei migliori esempi di nuova struttura urbana, realizzata secondo i canoni architettonici ed urbanistici delRazionalismo italiano deglianni trenta.Viaggiando in queste isole si ritrovano oltre ai resti archeologici classici di grande valore come l'Acropoli di Lindos (Rodi), ed alle eccezionali vestigia medioevali, (centro storico di Rodi ed altri castelli e fortezze), ed ai villaggi tradizionali, anche le architetture e le costruzioni tipiche delventennio fascista che acquistano oggi, come rilevato da alcuni osservatori, unaatmosfera quasifelliniana come il Grand Hotel di Rodi, "Albergo delle rose", o ilcinema di Portolago, ecc. o sempreparticolari come i lungomare, i lampioni, le balaustre.In diversi luoghi di queste isole si può ancora osservare unospazio architettonicoArt déco e razionalista, con ancora intatta, sebbene deteriorata, la sua essenza.
Il Dodecaneso è un luogo di grandi intrecci di popolazione, come tutto il Levante. I gruppi di popolazione più rilevanti sono stati:
Greci di religioneortodossa, storicamente la maggioranza della popolazione.
Ebrei di originespagnola (Sefarditi) che erano6000 neglianni trenta (circa il 5% della popolazione del Dodecaneso), vittime di discriminazione sotto l'amministrazione italiana dopo l'entrata in vigore delleleggi razziali e deportati in massa dai fascisti e dai tedeschi nel corso del 1944. Le poche decine di sopravvissuti non si sono ristabiliti nel Dodecaneso.
Turchi di religionemusulmanasunnita, che hanno goduto di una posizione dominante durante l'Impero Ottomano (1522-1912), hanno in parte lasciato il Dodecaneso durante la dominazione italiana. L'invasione e l'occupazione turca diCipro (1974) ha causato un'ulteriore riduzione della comunità turca del Dodecaneso, rendendola una sparuta minoranza.
Ercole Tuccimei,La Banca d'Italia in Africa, Presentazione di Arnaldo Mauri, Laterza, Bari, 1999.
Francesca Calace (a cura di),«Restituiamo la Storia» – dagli archivi ai territori. Architetture e modelli urbani nel Mediterraneo orientale., Roma, Gangemi, 2012 (collana PRIN 2006 «Restituiamo la Storia»)
Nicholas Doumanis,Una faccia, una razza. Le colonie italiane nell'Egeo, Bologna, Il Mulino, 2003.
Antonello Battaglia,Il Dodecaneso italiano. Una storia da rivisitare (1912-1943), in "Eurostudium" 15 (2010)
Marco Clementi,Camicie nere sull'Acropoli. L'occupazione italiana della Grecia, Roma, DeriveApprodi, 2013
Simona Martinoli ed Eliana Perotti,Architettura italiana nel Dodecanneso (1912-1943), Ed. Fondazione Giovanni Agnelli, 1999.
Luigi VisintinLe isole italiane dell'Egeo: cenni geografici generali in A.A.V.V.L'impero coloniale fascista, IGDA, 1936, pp.537-540, con carta geografica e successivo testo diAmedeo Maiuri
Sono indicate in corsivo le ex prefetture che sono state suddivise in più unità periferiche; le altre ex prefetture coincidono con le unità periferiche.