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Distribuzione desmodromica

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Particolare della distribuzione desmodromica

Inmeccanica, ladistribuzionedesmodromica è un tipo di distribuzione che può essereSOHC oDOHC, ma che ha come caratteristica il controllo sia della corsa d'apertura (come di norma) che di quella di chiusura delle valvole d'immissione della miscela aria/carburante ed espulsione dei gas combusti daicilindri. Nella distribuzione tradizionale la chiusura delle valvole avviene tramite semplici molle o dispositivi pneumatici, che però, ad altissime frequenze di apertura/chiusura, possono risultare troppo lenti. Imotori a combustione interna a4 tempi che utilizzano questo sistema vengono comunemente definiti "desmo".

Storia

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Del sistema successivamente denominato “desmodromico” si parla inizialmente in due libri dedicati aicinematismi di H. Brown del1868 e di F. Releau del1875 e questo sistema venne dapprima applicato a macchinari dell'industria tessile e, sempre verso la fine delXIX secolo, anche su macchine da cucire.[1][2].Il sistema fu ripreso dall'inventorepariginoClaude Bonjour che ne depositò il brevetto aGinevra (CH6911A) il 1º aprile1893, chiamandolo fin dal principiodesmodromique, allo scopo di descriverne brevemente il funzionamento.[3] Ripreso e migliorato nel1896 dal tedescoGustav Mees e nel1899 dallo stesso Bonjour, nel primo ventennio delXX secolo il sistema venne applicato su diversi motori da importanticase automobilistiche emotociclistiche. La prima applicazione in tal senso è dell'inglese Arnott-JAP del1910, ma il primo brevetto motociclistico è dellaNorton nel1922.[1] Altre case che applicarono questo sistema furonoAriès,Delage,FIAT,Peugeot,Isotta Fraschini e altre. Si trattava sempre di modelli sportivi o particolarmente lussuosi per i quali aveva scarso rilievo il maggior costo di produzione e i frequenti oneri di manutenzione imposti dal "desmo".

Neldopoguerra le vetture da competizioneMercedes-Benz "W196" e "300 SLR" con comando valvole desmodromico fecero incetta di vittorie, conquistando ilCampionato mondiale di Formula 1 del1954 e del1955, oltre allaMille Miglia del1955, prima del ritiro dalle corse motivato dal grave incidente allaLe Mans.

In campo motociclistico il sistema desmo è stato lungamente studiato e perfezionato dall'ingegnere dellaDucatiFabio Taglioni, fino a farlo divenire il principale simbolo tecnico dellacasa diBorgo Panigale. Probabilmente incoraggiato dai successi sportivi delleMercedes-Benz e delleOSCA con distribuzione "desmo", nel1954 Taglioni, allora allaMondial Moto, decise di progettare un motore motociclistico dotato di questo sistema per competere nellaclasse 125 delMotomondiale. A causa delle forze d'inerzia troppo elevate, il motore non ebbe successo, ma nel1956 lo stesso Taglioni, passato allaDucati, cambiò impostazione e progettò quello che rimane l'icona tecnica della casa.[4] Il sistema infatti, con poche modifiche, ha equipaggiato da allora in poi gran parte della produzione motociclistica di serie e successivamente anche di quella sportiva, sia nelleSuperbike (a partire daglianni ottanta delXX secolo), sia nelleMotogp.

Tra le case italiane, si segnalano alcuni tentativi rimasti allo stato prototipale, tra cui quello dellaMV Agusta del1958 e quello diLino Tonti del1961.

Anche laHonda ha provato il sistema desmodromico, su una 125 da corsa nel1958 e su una 200 da fuoristrada nel1985, mentre nel2001 laBMW lo ha sperimentato nei suoi motori boxer per partecipare al campionato Superbike, fermandosi però anch'essa allo stato di prototipo.[1]

Etimologia

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L'aggettivo "desmodromico" deriva dalla fusione delle parolegreche "desmos"=vincolo e "dromos"=corsa. Già dal lemma, quindi, è intuibile trattarsi di un sistema di distribuzione dove la corsa della valvola è controllata sia durante la fase di apertura che in quella di chiusura.

Funzionamento

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Distribuzione desmodromica DOHC

Nella distribuzione desmodromica la molla che fa rientrare la valvola chiudendo l'apertura del cilindro viene tolta e viene usato un complesso meccanismo con due braccetti (bilancieri), collegati all'albero a camme, che presenta oltre alla solita camma a forma di ovulo la camma complementare, comandando la valvola sia in apertura che in chiusura.

Il sistema attuale utilizza anche una molla che agisce sul bilanciere che chiude la valvola, in modo da garantire la perfetta chiusura dellavalvola a fungo.

Vantaggi

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I vantaggi che questo sistema offre sono molti:

  • Regimi di rotazione più elevati, rispetto ai motori con molle o con il più complesso e molto costoso sistema a "valvole pneumatiche", (tecnologia di derivazioneFormula 1, portata inMotoGP, anche se inizialmente con scarsi risultati, daAprilia con laRS Cube prima eIlmor Engineering con la4 cilindri 800 del motorista svizzeroMario Illien, con passato in F1, poi di successo con Honda e Yamaha).
    Questo perché il richiamo della valvola è preciso ed evita che ci sia un urto tra il pistone e la valvola, mentre con gli altri sistemi, si è limitati a rispettare la velocità di richiamo della valvola, dato che ad elevati regimi di rotazione si manifestano fenomeni di sfarfallamento (irregolare chiusura delle valvole, fuorigiri).
  • Consumi ridotti: questo vantaggio è modesto, ed è dato dal fatto che per azionare tale sistema si impiega meno energia, che andrebbe altrimenti assorbita dalla continua compressione delle molle.
  • Prestazioni superiori eminori attriti: rispetto ad un equivalente motore con richiamo tradizionale delle valvole, si può far funzionare un motore ad un regime superiore, il che se sfruttato a dovere permette d'avere una potenza superiore.

L'assorbimento dato dagli attriti tra gli elementi risulta inoltre essere proporzionale al numero di giri del motore, cosa che permette, a differenza di azionamenti tradizionali, minori perdite ai bassi e medi regimi.

  • Manovra valvole più rapida: rispetto ai sistemi tradizionali, si può imprimere un'accelerazione superiore alla valvola, permettendone un'apertura e chiusura più rapida, tale aumentata velocità permette di estendere i tempi di transito dei fluidi, che sono sempre critici ad alti regimi.

Quindi non è casuale l'utilizzo del sistema "desmo" in motorimotociclistici, che raggiungono tipicamente regimi superiori rispetto ai motoriautomobilistici.

Svantaggi

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  • Alti costi di progettazione e realizzazione: rispetto al normale sistema di richiamo mediante molle, si ha un costo maggiore nella progettazione e realizzazione di alberi a camme e valvole.
  • Chiusura imperfetta: rispetto al normale sistema di richiamo mediante molle, si ha un'imperfetta chiusura della valvola, data sia dalle dilatazioni termiche che dai giochi di produzione. Per risolvere/limitare il problema si utilizza una molla, che solleva il bilanciere inferiore e migliora la chiusura della valvola, tuttavia riducendo i vantaggi del sistema desmodromico.

Uso attuale

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È poco diffuso (produzioni di serie vengono fatte solo dall'italianaDucati) in quanto si preferisce l'utilizzo del meccanismo con ritorno coadiuvato da unamolla per maggiori facilità di progettazione e che garantisce la corretta chiusura della valvola senza dover rispettare tolleranze di lavorazione eccessivamente restrittive.

Attualmente Ducati usa la distribuzione desmodromica in tutta la sua produzione motoristica più spinta (viene fatta eccezione per i V2 di produzione recente), oltre che nei motori da competizione, inSuperbike dal 1988 ha conquistato ben 17 titoli mondiali costruttori e con eccellenti risultati anche inMotoGP, dove laDesmosedici (4 cilindri a V di 90º, 16 valvole con comando desmodromico) ha dimostrato di essere una delle moto più potenti del lotto dei concorrenti, con la vittoria nel campionato del mondo piloti diCasey Stoner nel2007, diFrancesco Bagnaia nel2022 e nel2023, diJorge Martin nel2024 e diMarc Marquez nel2025 e con la conquista del campionato del mondo costruttori nelle stagioni2020,2021, 2022, 2023, 2024 e 2025.

Note

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  1. ^abcHenk Cloosterman / Francisco Tijsse Klasen, “Desmodromie” – Olanda – 1990 -ISBN 90-9003523-0
  2. ^si dice che l'ingegner Taglioni della Ducati acquistò una macchina da cucire Remington dotata di un sistema di tipo desmodromico dalla quale prendere spunto per i suoi motori, ma la cosa non è mai stata confermata dall'interessato
  3. ^Carlo Perelli,Desmo story -Motociclismo d'Epoca - 12/2006,Edisport,Milano, pag.106
  4. ^Carlo Perelli,Non solo Ducati -Motociclismo d'Epoca - 7/2012,Edisport,Milano, pagg. 18-23

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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