L'accezionematematica del terminedistanza ha un significato analogo a quello dell'uso comune, cioè quello della misura della "lontananza" tra due punti di uninsieme al quale si possa attribuire qualche caratterespaziale. In matematica, però, questa nozione assume caratteri astratti e si basa solo su proprietà formali che ne fanno perdere l'univocità: esistono esempi di insiemi anche comuni come
in cui possono essere date infinite definizioni di distanza, tutte soddisfacenti le proprietà generali.
Si può dire che in matematica il termine distanza caratterizza strumenti computazionali con alcune caratteristiche comuni, ma utilizzabili per scopi diversificati. Il concetto di distanza e quello collegato dilunghezza vengono generalizzati mediante la definizione dellageodetica come il più breve percorso tra due punti di uno "spazio curvo".
Unadistanza (ometrica) su uninsieme
è unafunzione

che soddisfa le seguenti proprietà per ogni scelta di
in
:


(simmetria)
(disuguaglianza triangolare)
La coppia
è chiamataspazio metrico.
In realtà, solo le proprietà 2,3,4 sono indipendenti tra loro. Questo significa che si possono definire delle funzioni che soddisfano alcune tra 2,3,4 ma non altre. Per esempio, se
allora la funzione
per questi particolari valori soddisfa le 2,4 ma non la 3 e quindi in generale non soddisfa la 3.
La dimostrazione che le 3,4 implicano la 1 è molto semplice.
Infatti, sfruttando la 4 si ha
e
. Sommando ora membro a membro otteniamo

infine (sfruttando la 3) l’espressione si semplifica in

che è appunto la 1, dopo aver diviso per 2 (e scambiato i membri).
Data unanorma
, è possibile definire una distanza
definendo

Si verifica che la funzione così definita è una distanza, infatti:




Si osserva che ogni distanza indotta da una norma è invariante pertraslazioni (ovvero, per ogni tripletta di vettori
).
La distanza normalmente considerata in
è quellaeuclidea, pari allaradice quadrata del quadrato della differenza orizzontale (tra i due punti) più il quadrato della differenza verticale:

Se si elimina la seconda dimensione, questa funzione si riduce al modulo della differenza tra i due numeri:
.
Più in generale nellospazio euclideo
si può definire la distanza tra due punti
e
nei seguenti modi:
La2-distanza in uno spazio an dimensioni corrisponde alteorema di Pitagora applicaton-1 volte: è la distanza di unospazio euclideo, normalmente usata nel piano o nello spazio e viene detta anchedistanza pitagorica. La1-distanza, detta anchedistanza L1 odistanza Manhattan, genera invece una geometria diversa, dettageometria del taxi. La∞-distanza (o distanza L∞) è la cosiddettadistanza di Chebyshev.
- Su un qualsiasi insieme è possibile definire una distanza come
. Questa distanza è detta "distanza discreta" e fornisce all'insieme latopologia discreta. Questa distanza non è ricca di applicazioni, ma serve per completezza dell'esposizione formale. - Sull'insieme dellefunzioni continue definite in un opportuno insiemeA si può definire la distanza, detta "distanza del sup" o "dell'estremo superiore",
. Essa è la distanza indotta dalla cosiddettanorma uniforme. Questa distanza costituisce l'analoga continua della ∞-distanza definita su spazi finitodimensionali. - Nellospazio Lp, conp reale maggiore o uguale a 1, la distanza tra due funzioni distinte (a meno di equivalenzaquasi ovunque) è definita come
. - L'insieme
deinumeri reali costituisce uno spazio metrico rispetto alla distanza data da
. Questa distanza, diversa da quella pitagorica, non può essere indotta da unanorma, in quanto non è invariante pertraslazioni (ovvero
è in generale diversa da
). - Nell'insieme
distringhe di lunghezza
costruite sopra l'alfabeto
si può definire la "distanza di Hamming" come
(dove con
si indica lacardinalità di
). Si noti che la distanza di Hamming si può considerare che riguardi due vettori (assimilabili a stringhe) sul campo finito
.
Nel caso di unospazio di Hilbert
, ilteorema della proiezione afferma che per ogni punto
e per ogniinsieme convessochiuso
esiste un unico
tale per cui
assume il valore minimo su
. In particolare, questo è vero per ognisottospazio chiuso
di
: in tal caso una condizione necessaria e sufficiente per
è che il vettore
siaortogonale a
.
Data una distanza su un insieme, si può definire comepalla, o bolla, o disco, centrata in un punto
di un certo raggio
positivo l'insieme dei punti dell'insieme che distano da
meno di
:

Solitamente, la definizione si intende con il <; se però c'è bisogno di specificare, si dirà "disco aperto" l'insieme definito dalla relazione " < " e "disco chiuso" l'insieme definito dalla relazione " ≤ ".
Si definisce anche "bordo" del disco l'insieme

L'insieme dei dischi aperti centrati nei vari punti dello spazio soddisfa la definizionetopologica dibase: latopologia sull'insieme
determinata da questa base si dicetopologia generata (oindotta) dalla distanza
.
È importante notare come il disco chiuso non coincida sempre con lachiusura del disco aperto, ma in generale ne sia solo un soprainsieme; in particolare nellospazio euclideo comunque le due nozioni coincidono.
Due distanze
e
si diconoequivalenti se l'applicazione identità

è unomeomorfismo.
Equivalentemente, esse si possono dire equivalenti se ogni disco della prima metrica contiene un qualche disco della seconda metrica e viceversa. Ad esempio una distanzad è equivalente a quella data dalla funzione
ed a quella data dalla funzione
.
Due distanze equivalenti generano la stessatopologia.
Se si indeboliscono le richieste su
, si ottengono spazi con proprietà più deboli e più poveri come possibilità algoritmiche:
- Perdendo una delle due implicazioni della proprietà 2, ma richiedendo solamente che
(cioè ammettendo che punti distinti possano avere distanza nulla), si ottiene unapseudometrica. La sua importanza è grande nel campo diteoria della relatività eanalisi funzionale, dove questi spazi si incontrano spesso. È il tipo di distanza indotto da unaseminorma. - Perdendo la proprietà 3, si ottiene unaquasimetrica.
- Perdendo la proprietà 4, si ottiene unasemimetrica.
- Perdendo parzialmente la proprietà 2 nel senso sopra e la proprietà 3, si ottiene unaemimetrica.
- Perdendo parzialmente la proprietà 2 e le proprietà 3 e 4, si ottiene unaparametrica. Da notare che, nonostante questo sia chiaramente lo spazio più povero di tutti, è ancora possibile definire una topologia a partire da uno spazio parametrico, nello stesso esatto modo descritto sopra.
Al contrario, rinforzando la disuguaglianza triangolare e imponendo che

si ottiene una cosiddettaultrametrica.