IDiòscuri (ingreco antico:Διόσκουροι?,Dióskouroi, parola formata daκοῦροι, "ragazzi", eΔιός, "diZeus" - in latinoDioscuri) ovveroCàstore (ingreco antico:Κάστωρ, -ορος?,Kástōr, in latinoCastōr, -ŏris) ePollùce oPolideuce (ingreco antico:Πολυδεύκης, -ους?,Polydéukēs, in latinoPollūx, -ūcis), sono due personaggi dellamitologia greca,etrusca eromana. Conosciuti soprattutto come iDiòscuri[1] ossia "figli di Zeus", ma anche comeCàstori,Gemini eTindaridi[2], avevano entrambi una propria specificità: Castore eradomatore dicavalli mentre Polluce si distingueva ottimamente nelpugilato[3].
Erano anche considerati come protettori dei naviganti durante le tempeste marine e furono associati allacostellazione dei Gemelli[4] e alla comparsa della stellaSirio nel cielo in prossimità dell'equinozio di primavera, poiché propiziava la semina dei campi e l'inizio della primavera stessa. Nell'astronomia moderna Castore dà il nome adAlpha Geminorum e Polluce aBeta Geminorum. Vengono talvolta considerati anche patroni dell'arte poetica, della danza e della musica[5].
Figli diTindaro[6] e diLeda[6] (quando le leggende li considerano nati da un padre mortale) o diZeus[2][7] e Leda[2][7] (quando assegnano loro una discendenza divina[8]). Esistono inoltre versioni dove Tindaro è il padre di Castore e Zeus quello di Polluce[9]. Leda, dopo che Zeus in forma di cigno l'aveva fecondata, partorì due coppie di uova, da cui sono nati i gemelli, che a ricordo della loro origine, portano un copricapo a forma di uovo. Assieme ai Dioscuri nacquero le loro sorelleElena eClitennestra. Castore sposòIleria[10] e divenne padre di Anogon[10]. Polluce sposòFebe[10] e divenne padre di Mnesileo[10] (o Mnasinous[11]).
Pannello in marmo dietà adrianea. I Dioscuri e i loro cavalli, accompagnati da una stella, di fronte unaltare acceso. Intorno ad esso, un toro, un pollo, e un maiale come vittime per ilsacrificio. In alto, al centro della composizione, uno spicchio di luna in orizzontale.Metropolitan Museum of Art.
Come Argonauti, compirono il viaggio verso laColchide nella ricerca delVello d'oro e alla caccia al cinghiale calidonio. Polluce (già celebrato come grande pugile[16]) sconfisse in un incontro dipugilato il re deiBebrici,Amico[17][18]. Poco tempo dopo fondarono la città eponima di Dioscuria (sempre collocata in Colchide secondo il mito), e nel viaggio di ritorno aiutaronoGiasone ePeleo a distruggere la città diIolco come ritorsione al tradimento del suo rePelia.
QuandoTeseo rapì Elena per portarla con sé adAfidna, i Dioscuri invasero il regno dell'Attica per salvarla e per ritorsione rapironoEtra[19] che fu portata con loro a Sparta dove divenne schiava di Elena.
Il rapimento delle Leucippidi su sarcofago romano deiMusei Vaticani. I Dioscuri hanno sul capo ilPileo.
Gli episodi della loro morte sono raccontati in due versioni diverse:
Apollodoro racconta che razziarono del bestiame con la complicità dei fratelliIdas eLinceo ma ebbero una lite sulla spartizione del bottino poiché Idas usò nei confronti dei Dioscuri uno stratagemma scorretto e in seguito si allontanarono con i capi migliori della mandria. Per ritorsione i Dioscuri marciarono contro la città diMessene e dapprima si ripresero il bestiame e molto altro ancora e in seguito tesero un'imboscata a Idas e Linceo, che però fallì poiché Castore, nascostosi per colpire Idas fu scorto da Linceo e Idas lo uccise. Polluce li inseguì e vendicò il fratello uccidendo Linceo con la sua lancia, ma fu da questo colpito alla testa con un sasso e cadde a terra. Questa versione (che considera Polluce figlio diZeus), dice che per vendicare la morte del figlio, Zeus lanciò un fulmine che uccise Idas[10].
Igino eTeocrito invece, scrivono cheLeucippo (il padre di Febe e Ilaria, detteLeucippidi), dopo aver promesso le due figlie a Idas e Linceo si lasciò tentare dai doni offerti dai Dioscuri e acconsentì al matrimonio con gli ultimi due che le portarono a Sparta e le resero madri. Idas e Linceo però presero le armi e marciarono contro di loro, così Castore colpì a morte Linceo e si oppose a Idas impedendogli di seppellire la vittima e sostenendo che quel cadavere ora gli appartenesse e Idas, usando la spada, reagì trafiggendolo mortalmente alla coscia. Polluce infine, sconfisse Idas e seppellì il proprio fratello (Castore)[14][15]. Di questa versione esistono delle varianti che aggiungono che Polluce, implorando Zeus di rendere immortale il fratello Castore, ottenne che vivessero in alternanza un giorno nell'Olimpo e uno nell'Ade.
Euripide scrive invece che Zeus concesse loro di vivere per sempre nel cielo e nella forma dellacostellazione dei Gemelli[4] e come emblemi di immortalità.Altre leggende raccontano che i Dioscuri, comeEracle, siano stati iniziati aimisteri eleusini.
Nato aSparta (la loro patria) dal mito greco, il loro culto ebbe anche la divinazione di renderli i protettori dei naviganti (poiché secondo la leggendaPoseidone affidò loro il potere di dominare il vento e il mare) e dopo essersi diffuso nellaMagna Grecia, dal V secoloavanti Cristo fu assimilato presso iLatini e divenne oggetto di venerazione da parte deiRomani.
Uno dei Diòscuri, sullaCordonata delCampidoglio, aRoma.Uno dei Diòscuri, sulla Cordonata del Campidoglio, a Roma.
Probabilmente l'assimilazione del mito greco presso i Romani fu la conseguenza della trasmissione culturale avvenuta attraverso le colonie greche dellaMagna Grecia del sud Italia e la relativa conquista da parte di Roma[20].
Un'iscrizione arcaica latina del VI o V secolo a.C. trovata aLavinio che recita"Castorei Podlouqueique qurois" ("Per Castore e Polluce, i Dioscuri"), suggerisce una trasmissione diretta dai Greci e la parola "qurois" è praticamente una traslitterazione della parola greca"κούροις", mentre "Podlouquei" (Poliducei) è effettivamente una traslitterazione del greco"Πολυδεύκης"[20].
ARoma (e con il nome diCàstori) venivano ricordati nelTempio dei Dioscuri, collocato all'interno delForo Romano e nelle vicinanze delTempio di Vesta, che fu costruito per un voto (votum) offerto daldittatoreAulo Postumio durante labattaglia del Lago Regillo avvenuta nel 495 a.C. e la stessa istituzione del tempio può anche essere una forma di "evocatio", ovvero il trasferimento di una divinità tutelare da una città sconfitta a quella dei vincitori (Roma), dove il culto sarebbe offerto in cambio di favore. Il risultato della battaglia, inizialmente sfavorevole ai guerrieri dell'Urbe, si dice sia stato deciso dall'apparizione dei Diòscuri che combatterono alla testa dell'esercito romano e successivamente riportarono la notizia della vittoria a Roma[20].
Tito Livio scrive che nel momento più drammatico della battaglia Aulo Postumio fece il voto di erigere un tempio a Castore in caso di vittoria.
I Locridi dellaMagna Grecia avevano attribuito il loro successo in una leggendaria battaglia sulle rive del Sagra, all'intervento dei Diòscuri, e la leggenda romana potrebbe avere avuto origine dal racconto locrese, a conferma dell'ipotesi della connessione culturale tra Roma e la Magna Grecia[20].
Le statue bronzee di Castore (a sinistra) e Polluce (a destra) presidiano l'ingresso delPalazzo Reale di Torino.
Ogni anno il 15 luglio i Romani dedicavano a loro una festività poiché credevano che li aiutassero sul campo di battaglia e l'emulazione dei gemelli li rendeva particolarmente attraenti per gliequites e la cavalleria romana. Durante i festeggiamenti, 1 800 cavalieri sfilavano per le strade di Roma in uno spettacolo elaborato dove ogni cavaliere indossava un completo abbigliamento militare e qualsiasi altra decorazione avesse guadagnato durante la sua carriera[20].
Castore e Polluce sono rappresentati anche nelCirco Massimo grazie all'utilizzo di uova come contagiri[20] (questo perché secondo una leggenda greca, Castore, Polluce e due delle loro sorelle (Elena eClitennestra) nacquero dalla loro madreLeda dopo che Zeus per possederla si trasformò in un cigno e invece di un normale parto la madre diede alla luce quattro uova).
Le fonti citano aRoma un altro tempio dedicato ai Dioscuri, situato nella zona delCirco Flaminio, probabilmente collocato tra questo e la riva delTevere: in questa zona infatti, presso la chiesa di San Tommaso ai Cenci, vennero ritrovate le due statue dei Dioscuri attualmente collocate sulla balaustra dellapiazza del Campidoglio. A causa dello stretto spazio disponibile ebbe una pianta con cella disposta trasversalmente (come iltempio di Veiove sul Campidoglio e iltempio della Concordia nelForo Romano). Secondo le ipotesi degli studiosi il tempio potrebbe essere datato tra la fine delII e gli inizi delI secolo a.C. e la sua costruzione essere forse attribuibile aQuinto Cecilio Metello Pio, dopo il suo trionfo sullaSpagna (71 a.C.): questa attribuzione sembrerebbe confermata dallo stile delle statue attualmente conservate sul Campidoglio.
Il culto dei Dioscuri nel Lazio è molto antico, come ha rivelato il ritrovamento di una lamina aLavinio con dedica a Càstore e Polluce. lo stile fortemente grecizzante del reperto ha fatto supporre che il culto fosse arrivato da una città dellaMagna Grecia. Come in Grecia, i due fratelli erano protettori dei cavalieri, che a quell'epoca erano composti dalla solaaristocrazia.
Iscrizione etrusca che li definisce "figli di Zeus" su unaCeramica a figure rosse (ca. 515–510 a.C.).
Della battaglia del Lago Regillo,Dionigi d'Alicarnasso narra che «Nel corso del combattimento apparvero, tanto al dittatore Postumio quanto ai soldati, due cavalieri di età giovanile, assai superiori a chiunque altro per bellezza e per statura. Essi si posero alla testa della cavalleria romana e, respinto l'attacco dei Latini, li misero in fuga. È fama che quella sera stessa furono visti nel Foro romano due giovani di straordinaria bellezza, in abito militare, che sembravano reduci da un combattimento e portavano cavalli madidi di sudore. Essi abbeverarono gli animali e si lavarono alla sorgente che scaturisce presso il tempio diVesta… e a quanti domandavano notizie, riferirono dell'andamento e dell'esito della battaglia e della piena vittoria dei Romani; quindi, allontanatisi dal Foro, non furono visti mai più». Sempre Dionigi dice che i Romani si resero conto che si trattava di un'apparizione miracolosa e rapidamente identificarono i due giovani con Castore e Polluce[22].
Questo episodio leggendario raccontato da Dionigi è successivo ad un episodio analogo, ugualmente leggendario: nel corso della battaglia del fiume Sagra combattuta intorno al 550 a.C. tra Locri e Crotone i soldati di Locri, meno armati e meno numerosi di quelli di Crotone, vinsero solo dopo il fondamentale intervento di due giovani a cavallo, di straordinaria bellezza e di grande valore, che anche in questo caso, a battaglia conclusa, apparvero a Locri per annunciare la vittoria. Anche loro furono identificati dai Locresi come i Dioscuri.
Gli Etruschi venerarono i Diòscuri con i nomi diKastur ePultuce che consideravano come "figli diTinia" (la controparte etrusca di Zeus) e allo stesso modo dei Greci potevano anche raffigurarli simbolicamente come ad esempio nei dipinti dellaTomba del Triclinio ritrovata aTarquinia e dove è dipinto unlectisternio dedicato a loro. Particolare è la riproduzione dei duepilei a punta e coronati di alloro con cui i Diòscuri venivano raffigurati anche nel culto romano[20].
Anche dopo l'avvento del cristianesimo, nei riguardi dei Diòscuri continuò una forma di venerazione popolare che assorbì la loro iconografia con quella della nuova religione, tanto che sia nelle ceramiche sia nelle sculture del Nord Africa del IV secolo venivano raffigurati accanto aiDodici Apostoli, laResurrezione di Lazzaro o conSan Pietro.
Di antichissima istituzione, il culto dei gemelli divini continuò ben oltre laproibizione delle cerimonie pagane, e la cristianizzazione dell'Impero della fine del IV secolo. Ancora al tempo di papaGelasio I (492-496), a Roma risulta attestato un fervidocultus Castoris, tanto che in una lettera del pontefice indirizzata alprinceps Senatus Andromaco nel 494, per impedire la celebrazione deiLupercalia (15 febbraio), egli denuncia che i cittadini non avevano rinunciato alla venerazione di Castore e Polluce, protettori dei marinai e del porto diOstia, dove approdavano le navi cariche di derrate alimentari destinate a Roma. Inoltre sempre alla fine del V secolo, si svolgeva ancora una processione in onore dei Dioscuri il 27 gennaio: scortato daiconsoli o dalpraefectus Urbi, il popolo usciva da Roma e si dirigeva nel tempio delle due divinità diPortus, a nord di Ostia, con annessisacrifici. Durante la lunga e difficile esorcizzazione degli dèi pagani, considerati alla stregua di demoni, fra la fine del V e l'inizio del VI secolo gli apostoliPietro ePaolo furono progressivamente assimilati ai Dioscuri, come paladini di Roma e dei viaggiatori, mentre i santi mediciCosma e Damiano ne ereditarono le doti guaritrici.[23]
(latino)
«Castores vestri certe, a quorum cultu desistere noluistis, cur vobis oportuna maria minime praebuerunt, ut hiemis tempore venirent huc navigia cum frumentis et civitatis inopia minime laboraret? An diebus sequentibus hoc futurum est aestatis? A Deo constitutum beneficium est, non Castorum vana persuasio.»
(italiano) «I vostri Dioscuri, al culto dei quali non avete voluto rinunciare, perché non hanno assicurato a voi mari favorevoli cosicché, in pieno inverno, approdino qui le navi cariche di grano, e la Città non soffra più la fame? O forse ciò avverrà nei giorni seguenti, in estate? Ma questo è un beneficio stabilito da tempo da Dio, non la vana convinzione di essersi ingraziati i Dioscuri.»
(Gelasio I,Epistulae, Adversus Andromachum senatorem et caeteros Romanos qui Lupercalia secundum morem pristinum colenda constituunt, par. 18.)
L'incontro di gemelli nella mitologia non è raro poiché, oltre alla presenza dei Diòscuri nella mitologia greca, romana ed etrusca, altre mitologieIndoeuropee hanno i loro equivalenti.
NelVeda, il libro sacro degliArii sono citati gliAshvin che, al pari dei Diòscuri, vengono identificati con la costellazione dei Gemelli.
Sono generalmente rappresentati innudità eroica, con ilpileo, un copricapo a forma di guscio, particolarmente diffuso inilliria e in genere vengono accompagnati da uncavallo e a volte recano con sé una lancia.
A Roma furono rappresentati quasi ininterrottamente sul rovescio della principale moneta romana (ildenario), dalla incerta data della sua emissione (che i più ritengono avvenuta nel211 a.C.) fino alla seconda metà delII secolo a.C.
L'iconografia di Castore e Polluce ha influenzato o presenta stretti parallelismi con le raffigurazioni di gemelli maschili divini nelle culture con relazioni greco-romane.
Stele in pietra calcarea dell'Egitto romano con una stella collegata alla testa di ogni gemello (30 a.C. – 395 d.C.).Museo Egizio, Torino.
Piatto d'argentosasanide con due guerrieri gemelli su cavalli alati (V/VI secolo d.C.)
Tessutobizantino inseta con gemelli elevati che ricevono offerte (VII/VIII secolo d.C.)
Zeus,Era eAmore osservano la nascita di Elena e Dioscuri (maiolica olandese, 1550)