Movatterモバイル変換


[0]ホーム

URL:


Vai al contenuto
WikipediaL'enciclopedia libera
Ricerca

Differenziale (matematica)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Inmatematica, in particolare nelcalcolo infinitesimale, ildifferenziale di unafunzione quantifica la variazione infinitesimale della funzione rispetto ad unavariabile indipendente. Per una funzioney=f(x){\displaystyle y=f(x)} di una sola variabilex{\displaystyle x}, per esempio, il differenzialedy{\displaystyle dy} dif{\displaystyle f} è definito dalla1-forma:

dy(x,dx)=f(x)dx,{\displaystyle dy(x,dx)=f'(x)dx,}

dovef{\displaystyle f'} denota laderivata dif{\displaystyle f} rispetto ax{\displaystyle x}, ovvero il limite delrapporto incrementaleΔf/Δx{\displaystyle \Delta f/\Delta x} perΔx{\displaystyle \Delta x} indefinitamente piccolo, edx{\displaystyle dx} l'incremento della variabile indipendente.

Se si considera unafunzionef:UR{\displaystyle f:U\to \mathbb {R} }derivabile, conU{\displaystyle U}aperto inR{\displaystyle \mathbb {R} }, essa può essere approssimata in unintorno di un qualsiasi puntox0{\displaystyle x_{0}} del dominio mediante la funzione

l(x)=f(x0)(xx0)+f(x0){\displaystyle l(x)=f'(x_{0})(x-x_{0})+f(x_{0})}

il cui grafico è laretta tangente al grafico dif{\displaystyle f} in(x0,f(x0)){\displaystyle (x_{0},f(x_{0}))}. La funzionel{\displaystyle l} è un'applicazione affine daR{\displaystyle \mathbb {R} } in sé, cioè un'applicazione lineare sulla distanza dax0{\displaystyle x_{0}} composta con una traslazione (l'aggiunta del termine+f(x0){\displaystyle +f(x_{0})}). Il differenziale è allora la parte lineare dil{\displaystyle l}.

Lederivate direzionali di una funzione indicano di quanto varia la funzione al primo ordine lungo un determinato vettore, mentre il differenziale è l'applicazione lineare che associa a quel vettore la variazione al primo ordine. Si tratta pertanto di un oggetto utile per avere informazioni locali sulla funzione di partenza, ad esempio mostra se è localmente invertibile.

Definizione

[modifica |modifica wikitesto]

Nella trattazione moderna del calcolo differenziale, il differenziale di unafunzionef(x){\displaystyle f(x)} di una sola variabilex{\displaystyle x} è la funzionedf{\displaystyle df} di due variabili indipendentix{\displaystyle x} eh{\displaystyle h} data da:

df(x,h)=deff(x)h,{\displaystyle df(x,h){\stackrel {\rm {def}}{=}}f'(x)h,}

dovef{\displaystyle f'} è laderivata dif{\displaystyle f}. Tale nozione trova la sua principale applicazione nell'approssimazione lineare di una funzione.

SianoE{\displaystyle E} eF{\displaystyle F} duespazi di Banach (ad esempioE{\displaystyle E} può coincidere conRm{\displaystyle \mathbb {R} ^{m}} eF{\displaystyle F} conRn{\displaystyle \mathbb {R} ^{n}}) edUE{\displaystyle U\subset E} aperto.

Una funzionef:UF{\displaystyle f\colon U\to F} si dicedifferenziabile inxU{\displaystyle x\in U} se la sua variazione quando si allontana dax{\displaystyle x} è approssimabile tramite unaapplicazione lineare continua (seE{\displaystyle E} ha dimensione finita la continuità è assicurata). In modo esplicito, esistonoϕ:EF{\displaystyle \phi :E\to F} lineare eσ:UF{\displaystyle \sigma \colon U\to F} tali che:[1]

f(x+h)f(x)=ϕ(h)+hσ(h),con limh0σ(h)=0,{\displaystyle f(x+h)-f(x)=\phi (h)+\|h\|\sigma (h),\qquad {\text{con }}\lim _{h\to 0}\sigma (h)=0,}

usando la notazione cono-piccolo si ha, in modo equivalente:

f(x+h)=f(x)+ϕ(h)+o(h).{\displaystyle f(x+h)=f(x)+\phi (h)+o(\|h\|).}

Sef{\displaystyle f} è differenziabile inx{\displaystyle x}, l'applicazione lineareϕ{\displaystyle \phi } si chiamadifferenziale dif{\displaystyle f} inx{\displaystyle x} ed è talvolta denotata condf(x){\displaystyle df(x)},f(x){\displaystyle f'(x)} o ancheDf(x){\displaystyle Df(x)}.

Il differenziale è la parte lineare dell'applicazione affine che ha il grafico tangente a quello della funzione

La presenza dell'o-piccolo indica che i grafici dif{\displaystyle f} ef(x)+df(x){\displaystyle f(x)+df(x)} sono tangenti inx{\displaystyle x}. Intuitivamente si può pensare chef{\displaystyle f} sia una funzione daR2{\displaystyle \mathbb {R} ^{2}} inR{\displaystyle \mathbb {R} }, e quindi che il grafico dif{\displaystyle f} sia una superficie e quello dif(x)+df(x){\displaystyle f(x)+df(x)} un piano. In tal caso, se i due grafici incontrandosi inx{\displaystyle x} formassero un angoloθ{\displaystyle \theta } allora la differenza:

ε(h)=f(x+h)(f(x)+df(x)(h)){\displaystyle \varepsilon (h)=f(x+h)-(f(x)+df(x)(h))}

dovrebbe essere lineare avvicinandosi adx{\displaystyle x} in una certa direzione e il rapportoε/h{\displaystyle \varepsilon /{\|h\|}} tenderebbe alla tangente dell'angoloθ{\displaystyle \theta } formato tra il piano e la superficie nella direzione considerata.

Segue che sef{\displaystyle f} è differenziabile inx{\displaystyle x} il differenzialedf(x){\displaystyle df(x)} è la parte lineare della applicazione affine il cui grafico è tangente a quello dif{\displaystyle f} inx{\displaystyle x}.

In modo equivalente, sef{\displaystyle f} è differenziabile inx{\displaystyle x} si può scrivere:

f(x+h)f(x)ϕ(h)=o(h){\displaystyle f(x+h)-f(x)-\phi (h)=o(\|h\|)}

e per definizione di o-piccolo:

f(x+h)f(x)ϕ(h)h0,per h0.{\displaystyle {\frac {f(x+h)-f(x)-\phi (h)}{\|h\|}}\to 0,\qquad {\text{per }}h\to 0.}

Considerando tale espressione come definizione,f{\displaystyle f} è differenziabile inx{\displaystyle x} se esisteϕ{\displaystyle \phi } tale per cui il limite sia nullo (l'altra implicazione per dimostrarne l'equivalenza si ottiene prendendo

σ(h)=h1(f(x+h)f(x)ϕ(h))).{\displaystyle \sigma (h)=\|h\|^{-1}(f(x+h)-f(x)-\phi (h))).}

Scelte dellebasi perE{\displaystyle E} eF{\displaystyle F}, se questi sono di dimensione finita, allora si può rappresentareϕ{\displaystyle \phi } con unamatrice dettamatrice jacobiana. Si possono distinguere, in particolare, tre sottocasi:

f(x+h)f(x)=ah+σ(h)h.{\displaystyle f(x+h)-f(x)=ah+\sigma (h)\|h\|.}
Dividendo perh{\displaystyle h} e considerando il limiteh0{\displaystyle h\to 0} si ottienef(x)=a{\displaystyle f'(x)=a} in quantolimh0σ(h)=0{\displaystyle \lim _{h\to 0}\sigma (h)=0}.
Solitamente si usano funzionif:DRnR{\displaystyle f\colon D\subset \mathbb {R} ^{n}\to \mathbb {R} } per definire implicitamente delle ipersuperfici suD{\displaystyle D}. Ad esempio, pern=2{\displaystyle n=2} si può definire una curvaγ{\displaystyle \gamma } come l'insieme deglixD{\displaystyle x\in D} per cuif(x)=0{\displaystyle f(x)=0}, mentre pern=3{\displaystyle n=3} si avrebbe una superficie. È inoltre possibile dimostrare che se il gradiente di una funzione non è nullo ilnucleo della funzione, opportunamente traslato, è il sottospazio affine tangente all'ipersuperficie inx{\displaystyle x} (quando si prende come gradiente il vettore colonna il nucleo è ilsottospazio ortogonale al gradiente).

La notazione di Leibniz nel caso di funzioni reali

[modifica |modifica wikitesto]
Giustificazione della notazione di Leibniz in termini del differenziale della funzione

Lafunzione identità associax{\displaystyle x} a sé stesso ed èlineare e differenziabile. Come ogni funzione lineare, il suo differenziale è uguale alla funzione stessa e indipendente dal puntox{\displaystyle x} in cui lo si calcola. Se lo si indica condx(x){\displaystyle dx(x)} si ha, indipendentemente dax{\displaystyle x}:

dx(x)(h)=h.{\displaystyle dx(x)(h)=h.}

Dal momento che la derivata è lajacobiana del differenziale per funzioni daR{\displaystyle \mathbb {R} } inR{\displaystyle \mathbb {R} } si ottiene:

df(x)(h)=f(x)h=f(x)dx(h),{\displaystyle df(x)(h)=f'(x)h=f'(x)dx(h),}

da cui:

f(x)=df(x)(h)dx(h).{\displaystyle f'(x)={\frac {df(x)(h)}{dx(h)}}.}

Quindi, il rapporto delle due funzioni lineari (i due differenziali) è costante ed è uguale alla derivata nel punto. In questo modo è possibile dare un senso rigoroso alla notazione diLeibniz, che esprime la derivata di una funzione come il quoziente tra il differenziale della funzione e quello della variabile indipendente. Tuttavia, la trattazione svolta in questa forma non è in grado di giustificare le operazioni aritmetiche sui differenziali che, nellanotazione di Leibniz, nonostante la mancanza di una base rigorosa forniscono un metodo mnemonico semplice per la scrittura di proprietà delle derivate. Per un recupero rigoroso dei metodi leibniziani è invece necessario rifarsi a metodi che appartengono all'analisi non standard, formulata daAbraham Robinson neglianni sessanta.

Differenziale in più variabili

[modifica |modifica wikitesto]

Data una funzioney=f(x1,,xn){\displaystyle y=f(x_{1},\dots ,x_{n})}, ildifferenziale parziale diy{\displaystyle y} rispetto ad ognuna delle variabilix1,,xn{\displaystyle x_{1},\dots ,x_{n}} è(y/xi)dxi{\displaystyle (\partial y/\partial x_{i})dx_{i}}, dovey/xi{\displaystyle \partial y/\partial x_{i}} è laderivata parziale rispetto all'i{\displaystyle i}-esima coordinata. Ildifferenziale totale della funzione è dato dalla somma dei differenziali parziali relativi a tutte le variabili indipendenti:

dy=yx1dx1++yxndxn=i=1nyxidxi.{\displaystyle dy={\frac {\partial y}{\partial x_{1}}}dx_{1}+\cdots +{\frac {\partial y}{\partial x_{n}}}dx_{n}=\sum _{i=1}^{n}{\frac {\partial y}{\partial x_{i}}}dx_{i}.}

In maniera più compatta si può indicare come:

dy=ydx,{\displaystyle dy=\nabla y\cdot d\mathbf {x} ,}

dove cony{\displaystyle \nabla y} si indica il gradiente diy{\displaystyle y}, condx{\displaystyle d\mathbf {x} } la variazione infinitesima che è un vettore con componenti infinitesime e con{\displaystyle \cdot } il prodotto scalare.

In un contesto più formale, sef{\displaystyle f} è unafunzione differenziabile l'incremento è dato da:

Δyf(x1+Δx1,,xn+Δxn)f(x1,,xn),{\displaystyle \Delta y\equiv f(x_{1}+\Delta x_{1},\dots ,x_{n}+\Delta x_{n})-f(x_{1},\dots ,x_{n}),}
=yx1Δx1++yxnΔxn+ε1Δx1++εnΔxn,{\displaystyle ={\frac {\partial y}{\partial x_{1}}}\Delta x_{1}+\cdots +{\frac {\partial y}{\partial x_{n}}}\Delta x_{n}+\varepsilon _{1}\Delta x_{1}+\cdots +\varepsilon _{n}\Delta x_{n},}

dove i termini di erroreεi{\displaystyle \varepsilon _{i}} si annullano all'annullarsi diΔxi{\displaystyle \Delta x_{i}}. In modo rigoroso si definisce quindi il differenziale totale nel modo seguente:

dy=yx1Δx1++yxnΔxn.{\displaystyle dy={\frac {\partial y}{\partial x_{1}}}\Delta x_{1}+\cdots +{\frac {\partial y}{\partial x_{n}}}\Delta x_{n}.}

Con tale definizione si ha:

dxi(Δx1,,Δxn)=Δxi{\displaystyle dx_{i}(\Delta x_{1},\dots ,\Delta x_{n})=\Delta x_{i}}

e quindi si può scrivere:

dy=yx1dx1++yxndxn.{\displaystyle dy={\frac {\partial y}{\partial x_{1}}}\,dx_{1}+\cdots +{\frac {\partial y}{\partial x_{n}}}\,dx_{n}.}

Analogamente al caso di una sola variabile vale l'approssimazione

dyΔy{\displaystyle dy\approx \Delta y}

in cui l'errore totale può essere reso piccolo a piacere relativamente aΔx12++Δxn2{\displaystyle {\sqrt {\Delta x_{1}^{2}+\cdots +\Delta x_{n}^{2}}}} considerato incrementi sufficientemente piccoli.

Differenziali di ordine superiore

[modifica |modifica wikitesto]

I differenziali di ordine superiore di una funzioney=f(x){\displaystyle y=f(x)} di una sola variabilex{\displaystyle x} possono essere definiti nel modo seguente:

d2y=d(dy)=d(f(x)dx)=f(x)(dx)2{\displaystyle d^{2}y=d(dy)=d(f'(x)dx)=f''(x)\,(dx)^{2}}

e più in generale:

dny=f(n)(x)(dx)n.{\displaystyle d^{n}y=f^{(n)}(x)\,(dx)^{n}.}

Informalmente, questo giustifica l'utilizzo della notazione di Leibniz per derivate di ordine superiore:

f(n)(x)=dnfdxn.{\displaystyle f^{(n)}(x)={\frac {d^{n}f}{dx^{n}}}.}

Quando la variabile indipendentex{\displaystyle x} dipende da altre variabili l'espressione diventa più complessa, ad esempio:

d2y=f(x)(dx)2+f(x)d2x;{\displaystyle d^{2}y=f''(x)(dx)^{2}+f'(x)d^{2}x;}
d3y=f(x)(dx)3+3f(x)dxd2x+f(x)d3x.{\displaystyle d^{3}y=f'''(x)(dx)^{3}+3f''(x)dx\,d^{2}x+f'(x)d^{3}x.}

Considerazioni simili permettono di definire differenziali di ordine superiore di funzioni in più variabili. Ad esempio, sef{\displaystyle f} dipende da due variabilix{\displaystyle x} ey{\displaystyle y} si ha:

dnf=k=0n(nk)nfxkynk(dx)k(dy)nk,{\displaystyle d^{n}f=\sum _{k=0}^{n}{\binom {n}{k}}{\frac {\partial ^{n}f}{\partial x^{k}\partial y^{n-k}}}(dx)^{k}(dy)^{n-k},}

dove(nk){\displaystyle \scriptstyle {\binom {n}{k}}} è ilcoefficiente binomiale. In più variabili l'espressione è analoga a patto di utilizzare l'appropriataespansione multinomiale.

I differenziali di ordine superiore in più variabili diventano ulteriormente complessi quando le variabili indipendenti dipendono a loro volta da altre variabili. Ad esempio, sex{\displaystyle x} ey{\displaystyle y} dipendono da altre variabili:

d2f=(2fx2(dx)2+22fxydxdy+2fy2(dy)2)+fxd2x+fyd2y.{\displaystyle d^{2}f=\left({\frac {\partial ^{2}f}{\partial x^{2}}}(dx)^{2}+2{\frac {\partial ^{2}f}{\partial x\partial y}}dx\,dy+{\frac {\partial ^{2}f}{\partial y^{2}}}(dy)^{2}\right)+{\frac {\partial f}{\partial x}}d^{2}x+{\frac {\partial f}{\partial y}}d^{2}y.}

Il differenziale dell'n-esimo ordine di una funzionef{\displaystyle f} ed un incrementoΔx{\displaystyle \Delta x} può essere anche definito come:

dnf(x,Δx)=dndtnf(x+tΔx)|t=0{\displaystyle d^{n}f(x,\Delta x)=\left.{\frac {d^{n}}{dt^{n}}}f(x+t\Delta x)\right|_{t=0}}

o, in modo equivalente, comelimt0ΔtΔxnftn{\displaystyle \lim _{t\to 0}{\frac {\Delta _{t\Delta x}^{n}f}{t^{n}}}}, doveΔtΔxnf{\displaystyle \Delta _{t\Delta x}^{n}f} è unadifferenza finita in avanti con incrementotΔx{\displaystyle t\Delta x}. Tale definizione ha senso anche per unaf{\displaystyle f} di più variabili.

Push-forward di una curva

Differenziale di morfismi tra varietà

[modifica |modifica wikitesto]

Si considerino duevarietà lisceM{\displaystyle M} eN{\displaystyle N}, ed un morfismo tra esse, ovvero unaapplicazione differenziabilef:MN{\displaystyle f\colon M\to N}. Si può definire il differenzialedfm{\displaystyle df_{m}} dif{\displaystyle f} inmM{\displaystyle m\in M} come l'applicazione lineare dallospazio tangenteTmM{\displaystyle T_{m}M} aM{\displaystyle M} inm{\displaystyle m} allo spazio tangenteTf(m)N{\displaystyle T_{f(m)}N} aN{\displaystyle N} inf(m){\displaystyle f(m)} che mandavTmM{\displaystyle v\in T_{m}M} indfm(v)Tf(m)N{\displaystyle df_{m}(v)\in T_{f(m)}N}, con

dfm(v)(g)=v(gf),{\displaystyle df_{m}(v)(g)=v(g\circ f),}

per ognigC(f(m)){\displaystyle g\in {C^{\infty }}(f(m))}, dove si sono considerati i vettori tangenti come derivazioni.[2] Considerando ivettori tangenti comeclassi di equivalenza dicurve passanti perm{\displaystyle m} si ottiene la definizione corrispondente:

dfm([γ])=[fγ]=[fγ].{\displaystyle df_{m}([\gamma ])=[f_{*}\gamma ]=[f\circ \gamma ].}

Lamappadfp{\displaystyle df_{p}} (scritta anche comeTfp{\displaystyle Tf_{p}},Dfp{\displaystyle Df_{p}},f{\displaystyle f_{*}},f(p){\displaystyle f'(p)}) è detta anchemappa tangente, perché il simboloT{\displaystyle T} definisce unfuntore covariante dalla categoria delle varietà differenziabili in quella deifibrati vettoriali.

Differenziale esatto

[modifica |modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio:Differenziale esatto.

Un differenziale esatto è una1-forma:

dQ=A1(x1,x2,)dx1+A2(x1,x2,)dx2+{\displaystyle \mathrm {d} Q=A_{1}(x_{1},x_{2},\dots )dx_{1}+A_{2}(x_{1},x_{2},\dots )dx_{2}+\cdots }

tale per cui esiste una funzioneQ(x1,x2,){\displaystyle Q(x_{1},x_{2},\dots )}, dettapotenziale, che soddisfa:[3]

A1=Qx1,A2=Qx2,{\displaystyle A_{1}={\frac {\partial Q}{\partial x_{1}}},\qquad A_{2}={\frac {\partial Q}{\partial x_{2}}},\qquad \dots }

In altri termini, considerando uno spazio tridimensionale e unaforma differenzialeA(x,y,z)dx+B(x,y,z)dy+C(x,y,z)dz{\displaystyle A(x,y,z)dx+B(x,y,z)dy+C(x,y,z)dz}, essa è una forma esatta su un dominioDR3{\displaystyle D\subset \mathbb {R} ^{3}} se esiste una qualche funzione scalareQ=Q(x,y,z){\displaystyle Q=Q(x,y,z)} definita suD{\displaystyle D} tale che:

dQ(Qx)y,zdx+(Qy)z,xdy+(Qz)x,ydz=Adx+Bdy+Cdz{\displaystyle dQ\equiv \left({\frac {\partial Q}{\partial x}}\right)_{y,z}dx+\left({\frac {\partial Q}{\partial y}}\right)_{z,x}dy+\left({\frac {\partial Q}{\partial z}}\right)_{x,y}dz=Adx+Bdy+Cdz}

su tuttoD{\displaystyle D}. Questo è equivalente a dire a che il campo vettoriale(A,B,C){\displaystyle (A,B,C)} è uncampo vettoriale conservativo, corrispondente al gradiente di uncampo scalare (chiamatopotenziale)Q{\displaystyle Q}.

In una dimensione, una forma differenzialeA(x)dx{\displaystyle A(x)dx} è esatta seA{\displaystyle A} ha unaprimitiva. Altrimenti, seA{\displaystyle A} non possiede primitiva non si può scriveredQ=A(x)dx{\displaystyle dQ=A(x)dx} e la forma non è esatta.

Note

[modifica |modifica wikitesto]
  1. ^W. Rudin, Pag. 213.
  2. ^M. Abate, F. Tovena, p. 83.
  3. ^Differenziale, inTreccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

Bibliografia

[modifica |modifica wikitesto]

Voci correlate

[modifica |modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica |modifica wikitesto]

Altri progetti

Collegamenti esterni

[modifica |modifica wikitesto]
V · D · M
Analisi matematica
Calcolo infinitesimaleNumero reale ·Infinitesimo ·O-grande ·Successione (di funzioni) ·Successione di Cauchy ·Teorema di Bolzano-Weierstrass ·Stima asintotica ·Limite (di una funzione ·di una successione ·Forma indeterminata) ·Teorema dei due carabinieri ·Limite notevole ·Punto di accumulazione ·Punto isolato ·Intorno ·Serie (di funzioni) ·Criteri di convergenza ·Limite di funzioni a più variabili
Analisi matematica
Analisi matematica
Studio della continuitàFunzione continua ·Punto di discontinuità ·Continuità uniforme ·Funzione lipschitziana ·Teorema di Bolzano ·Teorema di Weierstrass ·Teorema dei valori intermedi ·Teorema di Heine-Cantor ·Modulo di continuità ·Funzione semicontinua ·Continuità separata ·Teorema di approssimazione di Weierstrass
Calcolo differenzialeDerivata ·Differenziale ·Regole di derivazione ·Teorema di Fermat ·Teorema di Rolle ·Teorema di Lagrange ·Teorema di Cauchy ·Teorema di Darboux ·Teorema di Taylor ·Serie di Taylor ·Funzione differenziabile ·Gradiente ·Jacobiana ·Hessiana ·Forma differenziale ·Generalizzazioni della derivata ·Derivata parziale ·Derivata mista
IntegralePrimitiva ·Integrale di Riemann ·Integrale improprio ·Integrale di Lebesgue ·Teorema fondamentale ·Metodi di integrazione ·Tavole ·Integrale multiplo,di linea (1ª specie ·2ª specie) edi superficie (di volume)
Studio di funzioneFunzione ·Variabile ·Dominio e codominio ·Funzioni pari e dispari ·Funzione periodica ·Funzione monotona ·Funzione convessa ·Massimo e minimo di una funzione ·Punto angoloso ·Cuspide ·Punto di flesso ·Asintoto ·Grafico di una funzione ·Funzione iniettiva
DisuguaglianzeDisuguaglianza triangolare ·Disuguaglianza di Cauchy-Schwarz ·Bernoulli ·Jensen ·Hölder ·Young ·Minkowski
AltroApprossimazione di Stirling ·Prodotto di Wallis ·Funzione Gamma ·Teorema delle funzioni implicite ·Teorema della funzione inversa ·Funzione hölderiana ·Spazio metrico ·Spazio normato ·Intervallo ·Insieme trascurabile ·Insieme chiuso ·Insieme aperto ·Palla ·Omeomorfismo ·Omeomorfismo locale ·Diffeomorfismo ·Diffeomorfismo locale ·Classe C di una funzione ·Equazione differenziale ·Problema di Cauchy
Controllo di autoritàThesaurus BNCF33889 ·GND(DE4149768-5
  Portale Matematica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di matematica
Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Differenziale_(matematica)&oldid=139216379"
Categorie:
Categorie nascoste:

[8]ページ先頭

©2009-2025 Movatter.jp