Nel ruolo di allenatore ha sollevato unaCoppa di Lega francese con ilMonaco e altre tre Coppe di Lega, un campionato francese e dueSupercoppe di Francia con l'Olympique Marsiglia. Ha inoltre guidato la Juventus nel campionato diSerie B 2006-2007, raggiungendo la promozione in Serie A e la vittoria matematica del torneo.[1]
Campione del mondo nel1998 e d'Europa nel2000 con la nazionale francese, in entrambi i casi nelle vesti dicapitano, nel 2012 ne è stato nominato selezionatore; in questa veste ha condotto iBleus alle vittorie del mondiale diRussia 2018 – nell'occasione, assieme aMario Zagallo eFranz Beckenbauer, è diventato una delle sole tre persone ad avere trionfato al mondiale sia da calciatore sia da allenatore, e anche, come il solo Beckenbauer, da capitano della nazionale vincitrice – e dellaUEFA Nations League del2020-2021, oltreché ai secondi posti nell'europeo diFrancia 2016 e nel mondiale diQatar 2022.
Era uncentrocampista difensivo dotato di grande personalità e temperamento,[2] qualità derivanti, a detta dello stesso Deschamps, dalle sue origini di confine – «sono basco [...] e della mia gente ho la caparbietà. Quando ci mettiamo in testa una cosa, vogliamo arrivare allo scopo» –,[2] tanto da essere paragonato all'ex juventinoGiuseppe Furino al suo arrivo aTorino.[2][3]
Di piede mancino, la diligenza tattica e la rapidità di movimento gli consentivano di essere molto efficace in fase di ripiegamento, eccellendo in particolar modo neltackle;[2] dotato di un'ottima tecnica di base, ciò gli permetteva inoltre di rilanciare l'azione e proporsi a sua volta in avanti, pur se la sua indole difensiva lo portava più arifinire per i compagni che non a cercare la battuta a rete.[2]
Predilige adottare moduli basati su una difesa a quattro elementi, come il4-4-2, il4-3-3 o il4-2-3-1, tutti accomunati dallo sfruttamento del gioco sulle corsie esterne.[5]
Dopo una breve parentesi nelrugby inizia a giocare a calcio nella locale squadra della natìaBayonne, l'Aviron Bayonnais, mentre frequenta la scuola primaria.
All'età di 15 anni, nel corso della Ligue d'Aquitaine, è notato dagliscout delNantes, con il quale firma un contratto nell'aprile 1983. Gli bastano solo due anni nel settore giovanile dell'FCN, noto per essere uno dei migliori in Francia, per dar prova del suo talento.[6] Nel 1985 è promosso in prima squadra e il 27 settembre, a diciassette anni, fa il suo debutto inDivision 1 nella vittoriosa trasferta sul campo delBrest. Le quattro stagioni trascorse a Nantes sono determinanti per il prosieguo della sua carriera: non vince alcun trofeo, causa un club all'epoca di mezza classifica, ma matura una notevole esperienza, disputando 111 partite in campionato. Durante la sua ultima stagione in maglia gialloverde, inoltre, viene convocato per la prima volta nellanazionale francese allenata daMichel Platini.
Deschamps (a sinistra) al Bordeaux nel 1990, mentre insegue il romanistaThomas Berthold durante un incontro di Coppa UEFA
Nel 1989 si trasferisce all'Olympique Marsiglia per 17 milioni difranchi.[7] Durante la sua prima stagione in biancazzurro è spesso relegato in panchina: disputa soltanto 17 partite, con una rete all'attivo, la maggior parte delle quali subentrando a partita in corso. Ciò nonostante viene eletto rivelazione dell'anno daFrance Football e vince il suo primocampionato, malgrado l'avere patito problemi di adattamento nel club. Al termine dell'annata, anche per non mettere a repentaglio il suo posto in nazionale, accetta il trasferimento in prestito alBordeaux.[7]
La stagione disputata con la maglia dei girondini è decisiva per la sua carriera: ha modo di giocare regolarmente sicché al termine della stessa, dopo avere disputato 29 partite, nell'estate 1991 può fare ritorno al club diBernard Tapie. Inizialmente quest'ultimo vorrebbe usarlo come pedina di scambio con ilParis Saint-Germain nella trattativa per portareJocelyn Angloma alla corte dei marsigliesi, ma il giovane centrocampista si oppone fermamente; resta pertanto all'OM e, anzi, ne diviene una pedina fondamentale. Nella stagione1991-1992 disputa 36 gare in campionato, con 4 reti all'attivo, e vince il suo secondo titolo nazionale, il primo da protagonista.
La stagione 1992-1993 è quella della consacrazione. Vince ilterzo campionato nonché secondo consecutivo, seppur successivamente revocato a seguito dell'affaire VA-OM, ma soprattutto il 26 maggio 1993 lui e tutto l'Olympique Marsiglia entrano nella storia del calcio francese conquistando il loro primo titolo continentale, laChampions League: nella finale diMonaco di Baviera i biancazzurri, seppur dati per sfavoriti alla vigilia, sconfiggono per 1-0 ilMilan diFabio Capello e Deschamps, dacapitano della squadra, è chiamato a sollevare al cielo la coppa.[3][8] L'OM diventa il primo club transalpino campione d'Europa.[8]
Nella stagione successiva,1993-1994, disputa 34 partite in un campionato che la squadra conclude al secondo posto. Al termine della stagione, tuttavia, lafederazione francese, dopo avere accertato le responsabilità di Tapie nell'organizzazione dell'illecito VA-OM, retrocede d'ufficio l'Olympique Marsiglia inDivision 2:[9] questo fatto, assieme alla voglia di misurarsi con un campionato più competitivo, spingono Deschamps a lasciare la Francia.
Deschamps in azione per la Juventus nel campionato 1994-1995
Nell'aprile 1994 laJuventus, anticipando i tempi, blocca Deschamps, il quale, in scadenza di contratto, può essere prelevato pagando all'Olympique Marsiglia – secondo i parametri UEFA che in epoca pre-Bosman regolavano il mercato degli svincolati – un indennizzo intorno ai tre miliardi e mezzo dilire;[10] il mese seguente il centrocampista diBayonne firma ufficialmente con il club italiano.[11][12][13] È unaSignora nuova, lontana dalloscudetto da nove anni e che per questo ha appena cambiato molto, in campo e dietro le scrivanie. L'avventura bianconera del francese non parte nel migliore dei modi: in ottobre viene operato altendine di Achille sinistro e resta così lontano dai campi per quasi metà stagione.[14] Una volta guarito diventa subito indispensabile, costituendo con l'altro neoacquistoPaulo Sousa una coppia di centrocampo dall'alto rendimento, che porta la squadra torinese a vincerecampionato eCoppa Italia,[15][16] oltre ad arrivare alla finale diCoppa UEFA persa contro ilParma.[17]
Forte nelpressing a tutto campo e nel contrasto, con uno spiccato senso tattico, viene subito apprezzato daMarcello Lippi per la sua duttilità, lo spirito di sacrificio e l'intelligenza tattica; il tecnico gli consegna le chiavi del centrocampo bianconero per la stagione seguente in cui il club è ai margini della lotta per lo scudetto; ilMilan stacca immediatamente i piemontesi che, nonostante un tentativo di riavvicinamento nel finale dellastagione, chiuderanno il torneo al secondo posto. Diversa è la storia inUEFA Champions League: Deschamps è infatti uno dei perni della squadra che, dopo un cammino entusiasmante nei precedenti turni, il 22 maggio 1996 batte ai rigori l'Ajax all'Olimpico di Roma;[18] si tratta, sia per il club juventino sia per centrocampista, del secondo trionfo nella massima competizione europea.[3] In precedenza, nel corso della stagione aveva già messo in bacheca laSupercoppa italiana.[19]
Da sinistra: i connazionaliZinédine Zidane e Deschamps nel ritiro estivo juventino della stagione 1996-1997
È ancora protagonista nell'annata 1996-1997, ricca di trofei per il francese e i suoi compagni di spogliatoio. Il 27 novembre 1996, battendo aTokyo gli argentini delRiver Plate si aggiudica laCoppa Intercontinentale.[20] Il 6 febbraio 1997, dopo avere battuto nel doppio confronto (1-6 in trasferta e 3-1 in casa) ilParis Saint-Germain, alza al cielo laSupercoppa UEFA.[21] Contribuisce, con 26 presenze e una rete (nel successo per 1-4 contro l'Udinese),[22] alla conquista delloscudetto nell'anno del centenario del club torinese, e arriva alla finale diUEFA Champions League dove la squadra viene sconfitta dalBorussia Dortmund.[23] Nella stagione seguente vince il suo terzoscudetto, il secondo consecutivo con i piemontesi, e la seconda Supercoppa di Lega; raggiunge inoltre la terza finale consecutiva diUEFA Champions League, la sua quinta finale europea in sei anni,[24] persa contro ilReal Madrid.
L'annata 1998-1999 è travagliata sia per la Juventus sia per il giocatore: i risultati non arrivano, e Lippi inizia a escludere frequentemente Deschamps dall'undici titolare.[25] I rapporti tra i due si deteriorano, così come col resto dello spogliatoio, culminando in un duro scontro tra il tecnico viareggino e il centrocampista francese alla vigilia della partita casalinga contro il Parma.[25][26][27] Sul finire della stagione, l'unica senza successi a Torino, manifesta la volontà di chiudere con la Juventus ritenendo ormai esaurita la propria esperienza in seno al club.[28] Sveste la maglia bianconera dopo cinque stagioni, con 4 reti in 178 presenze complessive, vincendo tutto: il suo palmarès juventino vede trescudetti, unaCoppa Italia, unaUEFA Champions League, unaCoppa Intercontinentale, unaSupercoppa UEFA e dueSupercoppe italiane.
Deschamps (a sinistra) al Chelsea nel 1999, in contrasto sul lazialeJuan Sebastián Verón durante una gara di UEFA Champions League
Il 21 giugno 1999 si accorda con ilChelsea, allenato dall'amico ed ex compagno di squadra a TorinoGianluca Vialli;[29] aLondra ritrova inoltreMarcel Desailly, suo amico fraterno. Con la maglia deiBlues disputa 27 gare andando a segno una volta,[30] vincendo unaFA Cup.[31]
Non riesce tuttavia ad adattarsi al calcio inglese, sicché al termine della stagione si trasferisce alValencia per una cifra pari a circa 2,7 milioni disterline.[32] Anche l'esperienza spagnola non si rivela però felice: con la maglia del club valenciano, allenato daHéctor Cúper, ha modo di disputare soltanto 8 gare a causa di numerosi infortuni, assistendo dalla panchina alla sconfitta aitiri di rigore contro ilBayern Monaco nella finale diChampions League disputata aSan Siro.
Nell'estate 2001 dà il suo addio al calcio giocato.[33]
Deschamps (accosciato, secondo da sinistra) in nazionale nel 1994
Con l'inizio dell'era diAimé Jacquet le cose cambiano sia per iGalletti sia per il centrocampista diBayonne. Il tecnico diSail-sous-Couzan inizia a ricostruire la squadra in vista delcampionato d'Europa 1996, consegnando inizialmente i gradi di capitano aÉric Cantona; nel gennaio 1995, tuttavia, Cantona chiude per sempre con la nazionale, suo malgrado, dopo la squalifica di nove mesi rimediata con la sua squadra di club, avendo sferrato un violento calcio a un tifoso che lo aveva insultato mentre usciva dal campo, a seguito di un'espulsione.
In seguito a ciò, Jacquet decide di rivoluzionare l'undici base: fuori i "vecchi" comeJean-Pierre Papin eDavid Ginola, e spazio a quella che in seguito sarà definita la "generazione d'oro". In quest'ottica di cambiamenti, due punti fermi della squadra delsélectionneur transalpino diventanoZinédine Zidane e lo stesso Deschamps, al quale viene assegnata la fascia di capitano, a cominciare dall'amichevole contro laGermania del 1º giugno 1996.[36] Diventa subito il leader deiBleus che guida fino alla semifinale di Euro '96,[35] dove vengono sconfitti aitiri di rigore dallaRep. Ceca, conseguendo comunque il migliore risultato della Francia dadieci anni a quella parte. Nel 1998, ormai da capitano esenatore dello spogliatoio,[37] guida la sua nazionale alla vittoria del suoprimo mondiale.[37]
Due anni dopo, ancora da capitano, guida iBleus alla vittoria delcampionato d'Europa 2000, consentendo così aiGalletti di diventare la seconda nazionale, dopo la Germania Ovest del 1974, a detenere contemporaneamente sia laCoppa del Mondo sia laCoppa Henri Delaunay.[38] In occasione della semifinale contro ilPortogallo, inoltre, raggiunge la sua centesima presenza con la maglia nazionale: è il primo giocatore francese in assoluto a tagliare questo traguardo.[39][40] Il 2 settembre 2000 gioca, alloStade de France contro l'Inghilterra, la sua ultima partita in nazionale; in una gara terminata 1-1, viene sostituito al 59' daPatrick Vieira.[41] Lascia iBleus dopo 103 presenze e 4 reti.
Conta anche una presenza nell'Euskal Selekzioa, la rappresentativa formata da soli giocatoribaschi.
A 33 anni ancora da compiere decide di concludere la carriera da calciatore e intraprendere quella in panchina. Rescinde il contratto con ilValencia, e il 9 giugno 2001 viene nominato allenatore delMonaco.[42][43] Costruisce una squadra con unbudget molto limitato, affiancando a giovani promesse (Givet,Squillaci,Rothen,Evra) giocatori di esperienza ma scartati da alcuni grandi club europei (Roma,Nonda,Morientes,Giuly). La prima stagione alla guida del club monegasco è tutt'altro che entusiasmante, fallendo l'obiettivo primario della qualificazione allaChampions League: incampionato, a seguito di un inizio disastroso, la squadra si stacca subito dalle posizioni di testa per chiudere infine a un anonimo 15º posto; inCoppa viene invece eliminata a sorpresa ai quarti di finale dalNîmes, squadra diDivision 2, mancando così l'ultima possibilità di accesso a una competizione europea.[44]
Nonostante questi risultati deludenti e la grave crisi finanziaria del club,[45] viene confermato in panchina per l'annata seguente. Stavolta riesce a guidare la sua squadra a un lungo testa a testa incampionato con l'Olympique Lione, perdendo il titolo solo alle ultime giornate.[46] Il 17 maggio 2003 vince comunque il suo primo trofeo da allenatore: la sua squadra sconfigge nella finale diCoppa di Lega ilSochaux per 4-1.[47]
Nella stagione 2003-2004 compie il suo capolavoro alla guida del club delPrincipato: dopo un'estate turbolenta, che vede la squadra inizialmente retrocessa in Ligue 2[48] a causa di problemi finanziari, e poi ripescata,[49] inizia a inanellare una serie di successi sia in campionato sia inChampions League.[50] Durante il cammino europeo la sua squadra stupisce per la qualità del gioco, frizzante ma non scriteriato. Dopo avere primeggiato nel suo girone con relativa semplicità, infliggendo tra l'altro un sonoro 8-3 ai galiziani delDeportivo La Coruña,[50][51] nella fase a eliminazione diretta ha la meglio dapprima dellaLokomotiv Mosca negli ottavi[52][53] e poi dei più quotatiGalácticos delReal Madrid nei quarti: in particolare nel doppio confronto con gli spagnoli, dopo avere perso l'andata alBernabéu per 4-2,[54] al ritorno recupera l'iniziale svantaggio di 1-0 e sconfigge le favoriteMerengues per 3-1.[55] In semifinale elimina ilChelsea[56] e si qualifica per la finale diGelsenkirchen contro ilPorto.[57] Il sogno della squadra del Principato si spegne all'ultimo atto: nella finale i francesi giocano una partita sottotono e vengono sconfitti con un perentorio 3-0 dai lusitani.[58]
La quarta stagione alla guida dei biancorossi si rileva negativa per il tecnico diBayonne. Dopo un buon inizio in campionato, la squadra si ritrova ben presto fuori dalla lotta per il titolo, e viene eliminata negli ottavi diChampions League dalPSV.[59] Chiude infine al terzo posto inLigue 1 e si qualifica per i preliminari di Champions League. A settembre 2005, dopo 4 sconfitte in 7 giornate di campionato e soprattutto dopo l'eliminazione all'ultimo turno preliminare diChampions League per mano delBetis diSiviglia, si dimette dall'incarico.[60][61]
Dopo quasi un anno d'inattività, il 10 luglio 2006 torna allaJuventus, accettando l'incarico di allenare il club bianconero nel momento più difficile della sua storia:[62][63] a seguito dello scandalo diCalciopoli, infatti, i torinesi sono stati retrocessi d'ufficio inSerie B con una forte penalizzazione in classifica.[64] Deschamps si ritrova alla guida di una squadra solo lontana parente di quella a cui aveva preso parte da giocatore, essendo rimasta priva di molti uomini importanti, ceduti sia per esigenze di bilancio sia perché alcuni non hanno accettato di giocare nella serie cadetta; il tecnico francese decide quindi di lanciare, a fianco dei pochisenatori rimasti, vari giovani del vivaio, tra cui la futurabandiera bianconeraClaudio Marchisio.[65]
Dopo un avvio tra alti e bassi, a seguito dell'impatto con un ambiente molto diverso da quello solitamente frequentato dallaVecchia Signora, la squadra inizia a risalire posizioni in classifica e il 20 maggio 2007, con la goleada esterna sull'Arezzo (5-1), ottiene con tre giornate di anticipo la matematica vittoria del campionato e annessa promozione inSerie A.[66] Pur avendo riportato i bianconeri nell'élite del calcio italiano, come gli viene riconosciutode facto daitifosi juventini e dallastampa specializzata, Deschamps non può fregiarside iure di questo trionfo, poiché appena cinque giorni dopo risolve a sorpresa il suo contratto con i torinesi, a causa di sopravvenuti dissidi con la dirigenza circa i piani futuri della società, che per le ultime due gare, ormai ininfluenti, viene affidata all'allenatore in secondaGiancarlo Corradini.[1]
Deschamps tecnico dell'Olympique Marsiglia nel 2011
Il 5 maggio 2009 l'Olympique Marsiglia annuncia Deschamps come successore diEric Gerets alla guida del club.[67] Il 27 marzo 2010 guida l'OM alla vittoria dellaCoppa di Lega francese, battendo in finale ilBordeaux per 3-1: si tratta del primo successo marsigliese nella manifestazione, nonché del primo trofeo dopo 17 anni di digiuno.[68] Il 5 maggio 2010, battendo 3-1 ilRennes, e in concomitanza con la sconfitta dell'Auxerre aLione, l'OM si aggiudica il nonotitolo della sua storia, a diciotto anni dal precedente.[69][70]
L'8 luglio 2012 viene nominatocommissario tecnico dellanazionale francese, ruolo in cui sostituisceLaurent Blanc, dimissionario dopo l'eliminazione della squadra ai quarti di finale delcampionato d'Europa 2012.[74] Deschamps riesce a qualificare iBleus alcampionato del mondo 2014 con qualche patema, solo ai play-off, e solo dopo aver rimontato l'Ucraina nella decisiva sfida di ritorno;[75] nella fase finale in Brasile, con una rosa molto giovane, la Francia arriva ai quarti di finale, dove si arrende allaGermania (0-1) poi vincitrice del torneo.[76]
Deschamps sulla panchina della Francia nel 2017
Guida in seguito la nazionale alcampionato d'Europa 2016 ospitato proprio dalla Francia, dove Deschamps riesce a portare iBleus allafinale di Parigi dopo aver eliminato, tra gli altri, i tedeschi campioni del mondo in carica in semifinale;[77] seppur favoriti dai pronostici,[78] all'atto conclusivo i padroni di casa vengono sconfitti dalPortogallo aitempi supplementari (0-1).[79]
Rimasto in sella alla nazionale, nel biennio seguente raggiunge, seppur con qualche difficoltà,[5] la qualificazione alcampionato del mondo 2018.[80] Nella fase finale in Russia, dopo avere vinto il proprio gruppo davanti allaDanimarca e aver eliminato l'Argentina agli ottavi,[81] l'Uruguay ai quarti e ilBelgio in semifinale, la Francia trionfa battendo per 4-2 laCroazia nellafinale di Mosca, aggiudicandosi la Coppa del mondo per la seconda volta:[82] nell'occasione Deschamps entra nel ristretto gruppo di campioni del mondo sia sul campo che in panchina, dopo il tedescoFranz Beckenbauer e il brasilianoMário Zagallo.[83] Nel corso della competizione Deschamps diventa inoltre il selezionatore con più panchine nella storia francese, superando il precedente record diRaymond Domenech in occasione della sfida contro gli argentini.[81][84] Al trionfo mondiale fanno seguito gli impegni nellaUEFA Nations League 2018-2019, alla cuifinal four la Francia non riesce a qualificarsi.
La vittoria in Nations League e l'argento in Qatar (2019-)
Nelle qualificazioni alcampionato d'Europa 2020, la Francia primeggia nel proprio girone[85][86] e, in occasione dell'ultima partita del gruppo, vinta contro l'Albania, Deschamps raggiunge quota 100 panchine da commissario tecnico deiBlues.[87] Malgrado iBleus godano dei favori del pronostico, la fase finale del torneo, disputata nell'estate del 2021, si chiude per i francesi già agli ottavi di finale, a causa dell'inaspettata eliminazione aitiri di rigore contro laSvizzera.[88]
Successivamente al mondiale qatariota, la Francia di Deschamps ottiene la qualificazione alcampionato d'Europa 2024:[93] nella fase finale inGermania iBleus, pur senza brillare particolarmente[94][95][96] – e anzi, venendo fatti oggetto di numerose critiche per la loro proposta di gioco[97][98] –, comunque si spingono fino in semifinale, dove la loro avventura termina contro la futura vincitrice dell'edizione, laSpagna, che s'impone per 2-1.[99]
Dall'alto: Deschamps festeggia le vittorie della Juventus nei campionati italiani 1994-1995 e 1997-1998, in quest'ultimo caso con il connazionaleZinédine Zidane