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Denis Diderot

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Denis Diderot, 1767, ritratto daLouis-Michel van Loo, dipinto conservato alMuseo del Louvre
Firma di Diderot

Denis Diderot (Langres,5 ottobre1713Parigi,31 luglio1784) è stato unfilosofo,critico d'arte,enciclopedista,scrittore edrammaturgofrancese, uno dei massimi rappresentanti dell'Illuminismo e uno degli intellettuali più rappresentativi delXVIII secolo.

Era amico e collaboratore diVoltaire e delbarone d'Holbach, col quale scrisse numerose opere anonime di intonazione antireligiosa eanticlericale.[1]

Fu promotore, direttore editoriale ed editore dell'Encyclopédie, avvalendosi inizialmente dell'importante collaborazione did'Alembert, che però alle prime difficoltà con la censura (dopo la condanna del testoDe l'esprit diHelvétius, anch'egli collaboratore) si ritirerà.

Sarà Diderot, dirigendo l'opera e scrivendo circa 5 000 voci, spesso anonime, che porterà avanti l'impresa quasi da solo, grazie a vari finanziamenti,[2][3] sino all'uscita degli ultimi volumi nel 1772.

Oltre al colossale lavoro enciclopedico e alle pubblicazioni anonime per aggirare la censura, Diderot scrisse numerose opere filosofiche e teatrali, romanzi, articoli e saggi su disparati argomenti, occupandosi di arte, storia, politica e società.[4]

Biografia

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Origini familiari e formazione

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Didier Diderot, il padre di Denis

La famiglia, borghese e cattolica, relativamente benestante, avrebbe voluto avviarlo alla carriera ecclesiastica o a quella giuridica, ma il giovane Denis non pareva interessato né all'una né all'altra.[4] Il padre era Didier Diderot[5], fabbricante di coltelli e ferri chirurgici[6], sposato con Angélique Vigneron.[7][8] Denis portava il nome del nonno. Aveva due fratelli: Didier-Pierre, poi sacerdote e canonico della cattedrale di Langres e Angélique che, diventata suora, morirà giovane in convento, probabilmente suicida: una tragica figura che Diderot riprenderà nel romanzoLa monaca.[9][10] Dopo aver studiato presso il collegiogesuita della città natale, e aver effettuato anche latonsura (il rito del taglio di capelli per entrare nell'ordine), lasciò la vita clericale contro la volontà paterna, e si trasferì aParigi per iscriversi all'Università, dove ottenne ilbaccalaureato. Ne uscì nel 1732, con il titolo dimagister artium, una laurea abbastanza generica e quindi relativamente carente per una specializzazione professionale.[1][4][8]

L'attività letteraria e filosofica

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Sprovvisto di un preciso indirizzo di carriera, Diderot inizialmente lavorò per un periodo nello studio di unprocuratore[4] e in seguito si adattò ai più diversi lavori; studiò greco e latino, medicina e musica, guadagnandosi da vivere come traduttore ed entrando così in contatto con autori e idee da cui trasse ispirazione.[11]

Stampa raffigurante Diderot

Fu anche scrivano pubblico e precettore, frequentando, come molti altri giovani anticonformisti, isalotti e icaffè letterari in cui circolavano le idee illuministiche elibertine. Il suo spirito vulcanico e decisionista doveva farne un leader del movimento illuminista[1] e non a caso è di questo periodo la segnalazione alla polizia, che nel 1748 lo schederà come "giovane pericoloso" per le sue idee blasfeme e contro la religione.[12][13]

A Parigi conobbe, nel 1742, un altro provinciale come lui, il ginevrinoJean-Jacques Rousseau, con cui costruì un intenso quanto burrascoso rapporto. Il sodalizio tra alti e bassi si romperà a un certo punto perché Rousseau si sentì "tradito" dagli amici illuministi che non condividevano le sue idee e i suoi atteggiamenti.[1][4] Dal 1742 al 1745 traduce dall'inglese ilDizionario medico diRobert James.[14] Nel 1745 incontrò per la prima voltaCondillac; nello stesso anno tradusse ilSaggio sulla virtù e sul merito diAnthony Ashley Cooper, III conte di Shaftesbury, del quale ammirò le idee ditolleranza e di libertà. In seguito, assieme agli scrittori e traduttoriFrançois-Vincent Toussaint e aMarc-Antoine Eidous, lavorò alla versione francese delDictionnaire universel de medicine (Parigi 1746-1748) del medico ingleseRobert James.[15]

Risentono di questi rapporti culturali i suoiPensées philosophiques (Pensieri filosofici) del 1746, di intonazionedeista,La sufficienza della religione naturale eLa passeggiata dello scettico del 1747; tutte opere aspramente critiche verso lasuperstizione e l'intolleranza.[4][8] IlParlamento di Parigi condannò iPensieri, pubblicati anonimo, aessere bruciati.[4] Risalgono al 1748 il romanzolibertinoI gioielli indiscreti e al 1749 laLettera sui ciechi ad uso di coloro che vedono di intonazionesensista ematerialista.[4][16]

Già questa prima rassegna di titoli, a cui vanno aggiunti anche alcuni saggi dimatematica, lascia intravedere due caratteristiche fondamentali della personalità intellettuale del filosofo, vale a dire la vastità dei suoi interessi - che spaziarono dallafilosofia allabiologia, dall'estetica allaletteratura - e la flessibilità dei generi di scrittura da lui praticati, particolarmente congeniale al carattere mobile, aperto e dialogico del suopensiero, nonché la sua propensione alla catalogazione dei vari rami del sapere.[1][4][8]

In questo periodo, con l'editoreAndré Le Breton, comincia a prendere forma il progetto dell'Encyclopédie. Diderot frequenta il salotto dimadame Geoffrin, assieme aVoltaire ed'Alembert.[4][8]

L'arresto e la prigionia a Vincennes

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Incarcerato nelcastello di Vincennes per laLettera sui ciechi ad uso di coloro che vedono, un vero e proprio manifesto dell'ateismo, dove Diderot aveva fra l'altro ripreso alcuni passi degli scritti del prete-ateoJean Meslier (1664-1729), poi pubblicati e revisionati daVoltaire, trascorrerà centotré giorni di prigionia piuttosto blanda (grazie aMadame du Châtelet, la compagna di Voltaire, che era parente del direttore del carcere, ebbe anche dei permessi di uscita), dal 22 luglio al 3 novembre 1749[1][4]. Oltre che per laLettera, fu arrestato anche come sospetto di aver scritto un "notoromanzo libertino" e cioèThérèse philosophe, solitamente attribuito aJean-Baptiste Boyer d'Argens o altri (si veda anche ilparagrafo sul rapporto col libertinismo). Nello stesso anno (1748) aveva dato alle stampe un altro romanzo libertino e filosofico, anonimo, dal titoloI gioielli indiscreti.

Copertina dell'Encyclopédie

LaLettera sui ciechi sarà invece inviata anche a Voltaire, che l'apprezzerà, pur non condividendo la tendenza materialista di Diderot.[17] Diderot fu liberato dopo aver firmato una "lettera di sottomissione"[18] e anche per le intercessioni di alcuni amici presso le autorità di sicurezza (e con tutta probabilità per l'influenza della favorita del reLuigi XV,madame de Pompadour, amica personale di Diderot e Voltaire[19]); dovette però restare per un periodo inlibertà vigilata.[4][8]

Cercherà anche di attribuire iPensieri alla sua amica ed ex amante Madame de Puisieux, ma poi dovette ammettere di averli scritti e promettere per iscritto di non scrivere più «contro la religione e la morale»[8]; da allora, per molto tempo, si limitò a esporre gli argomenti più pericolosi del suo pensiero velatamente o in maniera superficiale o ricorrendo a inserirli nelle voci dell'Enciclopedia meno sospette. In seguito pubblicherà solo in forma anonima o sotto pseudonimi gli articoli più scomodi, oppure parteciperà con altri comeJacques-André Naigeon (costui era un artista e scultore inizialmente coinvolto in articoli tecnici dell'Enciclopedia, in seguito instancabile propagatore di scritti antireligiosi) alla curatela delleopere materialistiche sotto pseudonimi delbarone d'Holbach.[20]

Si racconta che mentre andava a trovare Diderot in prigione a piedi, durante questo periodo, Rousseau ebbe l'idea della sua prima opera, ilDiscorso sulle scienze e le arti, che rimarrà legata nell'aneddotica a questa particolare circostanza.[4][21] Nello stesso anno, dopo 14 anni, Diderot si riappacificò col padre che aveva condannato la sua vita giovanile spregiudicata e gli aveva tolto una modesta pensione di sopravvivenza.[8]

Il matrimonio e la relazione con Volland

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Pierre-Marie Alix, ritratto di Diderot da un disegno di Van Loo

La vita privata di Diderot fu intensa e libera, focalizzata intorno a centri affettivi di grande importanza come la famiglia. Sposatosi nel 1743 con lacamiciaiaAntoinette Champion (1710-1796) dettaNanette[22], che si rivelerà un'ottima amministratrice dell'economia domestica, ed ebbe dal matrimonio quattro figli, dei quali gli sopravvisse solo l'amatissima figlia quartogenita Marie-Angélique[23] (1753-1824), chiamata col nome della madre e della sorella di Diderot; i tre figli nati in precedenza, la primogenita chiamata anch'essa Angélique in onore della nonna, e i due maschi, François-Jacques-Denis e Denis-Laurent, morirono tutti pochi mesi dopo la nascita.[24] Il padre Didier era fortemente contrario al matrimonio, e minacciò di diseredarlo (si rinconciliarono solo grazie alla mediazione di Antoinette stessa) se non si fosse fattoabate, come lui voleva. Riuscì con uno stratagemma a far rinchiudere il trentenne Diderot nel convento locale, per impedirne il matrimonio, ma lui fuggì dalla finestra e andò alla cerimonia.[25]

A partire dal 1756 ebbe con l'amica e amanteSophie Volland[1][26][27] una relazione sentimentale e intellettuale della quale ci resta unepistolario biografico, letterario e storico di grande valore.[13][24][28] Il rapporto amoroso con Sophie, una donna molto diversa sia dall'amante Madeleine de Puisieux (1720-1798) - una scrittrice moralista e femminista che Diderot aveva incontrato nel 1745 - sia dalla moglie Antoinette - di livello inferiore come istruzione e interessata, più che al perseguimento degli ideali, alle faccende pratiche dell'esistenza che assicurassero una vita agiata (al punto che in età avanzata lo scrittore diceva che Nanette "inveiva tutto il giorno"[29]) - fu molto importante per Diderot, che scoprì il vero sentimento dell'amore e trovò in lei una confidente e consigliera che gli fu vicina per tutta la vita.[30] Di Sophie non è rimasto alcun ritratto, ma solo alcune notazioni che dicono che portava gli occhiali e che aveva «la menotte sèche», delle "manucce magre" («Je baise votre front, vos yeux, votre bouche et votre menotte sèche qui me plaît tout autant qu'une potelée...») e che era dotata di un'accurata cultura scientifica e filosofica che destò l'ammirazione di Diderot.[31]

L'enciclopedia e il circolo del barone d'Holbach

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«Mi rappresento il vasto recinto delle scienze come una grande estensione di terreno disseminato di luoghi oscuri e illuminati. Lo scopo delle nostre fatiche deve essere quello di estendere i confini dei luoghi illuminati, oppure di moltiplicare sul terreno i centri di luce. L'un compito è proprio del genio che crea, l'altro della perspicacia che perfeziona.»

(D. Diderot,Interpretazione della natura[32])

Statua di Diderot aLangres

Dal 1745 Diderot fu coinvolto attivamente nell'ambizioso progetto dell'Encyclopédie[4], di cui diverrà due anni dopo direttore, con d'Alembert condirettore per la parte matematica.[8] L'editoreAndré Le Breton e i suoi tre soci in affari, David, Durand e Briasson, ottennero un privilegio reale di venti anni per pubblicare un Dizionario Universale delle Arti e delle Scienze, tradotto dallaCyclopaedia dell'ingleseEphraim Chambers. La direzione editoriale venne affidata all'abateGua de Malves, dell'Accademia delle scienze. Tra i collaboratori vennero scelti Diderot e d'Alembert. Nell'ottobre del 1747, Gua de Malves abbandonò l'incarico a favore di Diderot e d'Alembert, nominato condirettore.[33]

Jean Le Rond d'Alembert

Di quest'opera, che lo occuperà instancabilmente per il successivo ventennio, Diderot sarà il più infaticabile artefice: egli scorgeva in essa un'irrinunciabile battaglia politica e culturale che sostenne pressoché da solo, dopo ladefezione diJean d'Alembert nel 1759, a causa della persecuzione deiphilosophes dovuta alla sentenza di condanna controL'esprit diHelvétius.[1][8] Per Diderot, a differenza di quanto pensava Voltaire, l'Enciclopedia doveva servire a diffondere il sapere all'esterno della tradizionale cerchia culturale, come una nuova «paideia», un'educazione per il popolo, non solo per nobili e alto-borghesi.[34]

Paul Henri Thiry d'Holbach, ritratto diLouis Carmontelle

Viceversa, Diderot non darà in genere circolazione pubblica ai propri scritti, molti dei quali rimarranno quindi del tutto sconosciuti al di fuori della ristretta cerchia dei filosofi, per venire pubblicati solo dopo molti decenni dalla sua morte (alcuni addirittura dopo laseconda guerra mondiale).[4][8][35] Nel 1751 Diderot e d'Alembert avevano ricevuto, daFederico II di Prussia, la nomina di membri dell'Accademia di Berlino.[4]

Diderot, da questo periodo in poi, partecipò anche alla stesura o alla revisione delle opere, pubblicate anonime, delbarone d'Holbach[4], animatore di un circolo culturale scettico e materialista, ma frequentato da personalità di diverso tipo.[8] Assieme al barone (autore principale e a cui i libelli sono generalmente attribuiti dalla critica), allo stretto collaboratore di quest'ultimoJacques-André Naigeon e aLouis de Jaucourt, già eminente partecipante all'Encyclopédie, Diderot stenderà o contribuirà a diversi saggi antireligiosi e anticlericali (comeIl sistema della natura,Il buon senso eIl cristianesimo svelato), che d'Holbach faceva poi pubblicare in segreto e circolare grazie alle sue conoscenze personali e all'ingente patrimonio di famiglia. Come buona parte delle opere diderottiane più sovversive, anche queste circolarono clandestinamente e gli furono attribuite, nelle parti in cui vi lavorò, solo molto tempo dopo la morte del filosofo e di quella di d'Holbach.

Problemi con la censura

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Nel 1752, l'abbé de Prades, uno dei redattori dell'Enciclopedia, venne accusato dalle autorità ecclesiastiche di promuovere ilmaterialismoateo e dare adito ai sovvertitori della società.[33] Una sentenza del Consiglio del Re proibì e condannò al macero i due volumi pubblicati.[33] Diderot, con il supporto diMalesherbes (giurista illuminista e futura vittima dellaRivoluzione francese in quanto avvocato diLuigi XVI), direttore della Biblioteca reale (equivalente del Ministero della Cultura), riuscirà a ottenere un nuovo privilegio reale, con una discreta libertà di pubblicazione, che durerà fino al 1759, grazie all'intervento della Pompadour presso il re.[4][8] La pubblicazione riprese nel mese di novembre 1753.[33] D'Alembert si dimise da condirettore, ma tornò dopo pochi mesi per dedicarsi interamente agli articoli difisica ematematica.[33]

Una cena di filosofi oLa santa cena del patriarca diJean Huber (1772). Al tavolo di Voltaire aFerney, si vede anche Denis Diderot (l'uomo seduto di profilo a destra).

A parte il periodo di Vincennes, Diderot si dedicò infaticabilmente all'Enciclopedia; il Prospetto, scritto da lui stesso e considerato il manifesto programmatico degli Enciclopedisti, lanciò una sottoscrizione per la vendita dell'opera.[33] Il progetto riprese l'"Albero della conoscenza umana" diFrancesco Bacone, innescando subito una polemica con igesuiti che espressero la loro opposizione perché secondo loro, era diretto contro la Chiesa e la morale cristiana. Abbastanza rapidamente, infatti, il papa, igiansenisti e i gesuiti si ritrovarono insieme contro l'opera.[33]

Diderot ritratto da Dmitrij Levitskij nel 1773

Appartengono a questo periodo - oltre alla pubblicazione dell'Encyclopédie che si concluderà definitivamente solo nel 1772 - altre importanti opere, tra cui si possono ricordare i fondamentali saggi filosoficiL'interpretazione della natura (1753) e ilSogno di d'Alembert (1769), i romanziLa monaca (1760) eJacques il fatalista e il suo padrone (1773), il dialogoIl nipote di Rameau (1762); le opere teatraliIl figlio naturale (1757) eIl padre di famiglia (1758), nonché il trattatoLa poésie dramatique, mentre ilParadosso sull'attore è ancora oggi una delle opere più importanti sull'arte della recitazione.[1][8]

Litigio con Rousseau

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Nel 1756 incontra di nuovo Rousseau, prima che quest'ultimo - a causa dell'articolo enciclopedico sulla sua città,Ginevra - litighi, sentendosi offeso, prima con gli autori dello scritto, d'Alembert e Voltaire (che era stato poco prima cacciato dalla città svizzera), e poi con Diderot stesso, rompendo ogni rapporto con gli enciclopedisti.[8][36][37] Da allora sia Voltaire (che lo bersagliò di satire epamphlet) sia Diderot ostacolarono la circolazione delle opere del ginevrino, in particolare quelle autobiografiche, e Rousseau diverrà ancora più paranoico.[11][38] Già precedentemente Diderot aveva litigato con Rousseau per il rifiuto di presentarsi al re che voleva concedergli un vitalizio in seguito al successo a corte dell'opera liricaL'indovino del villaggio, a causa del suo problema urinario. Sia Diderot sia il suo amicoFrédéric-Melchior von Grimm al quale Rousseau era stato precedentemente legato, non tollerano ormai più l'umore scostante e la paranoia di Rousseau verso il gruppo che lui chiama lacoterie holbachiana: Diderot lo accusa di essere un misantropo, scrivendo inLe fils naturel che "il buono vive in società, il malvagio da solo", causando in Rousseau un risentimento paranoico (seppur Diderot dicesse che la frase non era rivolta a lui), mentre Voltaire lo definisce "il Giuda della confraternita". Essi criticano le scelte del ginevrino, come l'aver abbandonato i cinque figli in orfanotrofio, la sua difesa quasi sciovinista di Ginevra, l'accompagnarsi con una donna analfabeta e povera (Thérèse Levasseur), che non vuole sposare e che deride alle spalle con gli amici filosofi, ma per la cui famiglia chiede denaro agli amici e specialmente a Grimm e d'Holbach (mostrandosi secondo loro ingrato). Rousseau accusava invece lacoterie di tramare contro di lui con l'aiuto della suocera, e rispose conLe confessioni (1766) opera che Diderot e Grimm considerano a tratti diffamatoria, pubblicata integralmente solo dopo la morte nel 1778. Rousseau rivela infatti episodi privati, afferma di essere stato ingannato e perseguitato, di sentirsi tacitamente approvato da loro come parte dell'ambiente "libertino" nel caso dei figli abbandonati[39] - nonostante Rousseau dicesse di non vergognarsi e di averlo reso chiaro all'epoca, è risentito dalla rivelazione pubblica fatta da Voltaire dopo la persecuzione agli enciclopedisti per l'articoloGinevra - e mette in cattiva luceLouise d'Épinay.

Rousseau intorno al 1760

L'ex amica di Rousseau, in buoni rapporti con Diderot e da lui appoggiata, riesce a impedirne le letture pubbliche con una denuncia alla polizia (1771), infastidita dal fatto che Rousseau racconti in pubblico la relazione sentimentale quasi contemporanea che lui e Grimm avevano avuto con lei, rotta perché Diderot, da lei ospitato, frequenta contemporaneamente la contessa Houdetot di cui si è innamorato (Rousseau sostiene invece che Diderot e Grimm sparlassero di lui e Louise, e che Grimm abbia voluto soppiantarlo come amante della donna).

L'amicizia tra i due si ruppe completamente già negli anni '50, per Diderot la presenza di Rousseau è fonte di "inquietudine", i suoi scritti deliranti ("Rousseau è il baratro che separa il cielo dall'inferno", dirà) e si rifiuta di frequentarlo ulteriormente.[40] Si incontrano per l'ultima volta all'Ermitage diMontmorency nel 1757 e litigano a causa dellaLettera a d'Alembert sull'articolo su Ginevra. Diderot teme che Rousseau possa attirare la persecuzione delle autorità sugli enciclopedisti in un momento delicato. Rousseau scrive che "dal mio insediamento all'Ermitage, Diderot non aveva cessato di molestarmi". Nel 1765 Diderot tentò una riconciliazione con Rousseau, ma questi rifiutò, pubblicando parte delleConfessioni l'anno dopo, mentre Diderot mise in guardia gli amici dal fidarsi del ginevrino.

Le ulteriori censure all'Enciclopedia

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Nel mese di gennaio 1757, il fallito tentativo del servitore di unparlamentare, lo squilibratoRobert François Damiens, di assassinare Luigi XV venne attribuito, dagli avversari di Diderot e d'Alembert, all'influenza delle nuove idee, che sono accusati di diffondere. Luigi XV cominciò a stringere le maglie della censura.[33] L'anno seguente, i contrasti tra l'editore e d'Alembert[41], che abbandonerà il progetto, e la persecuzione delle autorità contro uno dei collaboratori,Helvétius, per aver pubblicato il saggio materialistaDe l'Esprit, misero a rischio il lavoro.[33][42] Il re sospese i privilegi, e ordinò il rogo dei sette volumi usciti. Diderot riuscì a nascondere i volumi e le tavole a casa di Malesherbes, fino alla sospensione dei provvedimenti, ma solo nei confronti degli argomenti tecnici e non sensibili di censura.[33]

Nel 1759 l'Enciclopedia comincia a essere vittima dellacensura del Parlamento di Parigi, con l'approvazione di Luigi XV, e nemmeno la Pompadour riuscirà più a far nulla.[41]Papa Clemente XIII, intanto, inserisce l'opera nell'Indice dei libri proibiti, ordinando ai cattolici, sotto minaccia discomunica, di consegnare ai vescovi le copie in loro possesso, affinché venissero bruciate.[11][13][41] Voltaire, dall'esilio nella sua proprietà diFerney, soccorre Diderot, proponendolo come accademico di Francia, ma lui declina; nel frattempo difende comunque l'amico, attaccato pubblicamente dal giornalista anti-illuministaÉlie Fréron (che lo accusava di aver plagiato un'opera diCarlo Goldoni,Il vero amico, inLe Fils naturel, anche se il vero bersaglio da colpire era sempre l'Enciclopedia)[43], con la pubblicazione di molti pamphlet anonimi.[11] Le Breton sottopose i volumi a una censura preventiva e bruciò i manoscritti, atti che susciteranno la rabbia di Diderot, ma il progetto proseguì, con la pubblicazione degli ultimi dieci volumi, completata nel 1772, sotto falso indirizzo e in maniera semi-clandestina.[33]

La conclusione del progetto e altre iniziative

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Jean-Antoine Houdon,Diderot (1771)

Lo stesso anno conobbeDavid Hume, in casa di d'Holbach, e cominciarono i rapporti epistolari conCaterina II di Russia, la più potente deimonarchi "illuminati".[11] Diderot le propose di poter lavorare a un'edizione russa senza alcuna censura dell'Enciclopedia, ma l'imperatrice non accettò.[17] Nel 1766, sempre nel salotto parigino del barone, conosce gli illuministi italianiCesare Beccaria eAlessandro Verri (fratello diPietro). Entusiasta del libroDei delitti e delle pene del Beccaria, in cui si propugna razionalmente l'abolizione dellatortura e dellapena di morte - tradotto in francese dall'abbé Morellet nel 1776 - Diderot ne scriverà le note esplicative.[1][4] Tutto questo lo spingerà nettamente verso il sostegno all'abolizionismo della pena capitale.[43] Nel 1767 venne nominato membro dell'Accademia delle arti diSan Pietroburgo.[24]

Come molti illuministi, sostenne la lotta deicoloni americani contro l'Inghilterra nellaguerra d'indipendenza americana (1776), che si concluderà nel 1783 con la nascita degliStati Uniti d'America.[13][24][44]

Gli ultimi anni

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Nel 1765, l'imperatriceCaterina II di Russia, corrispondente sua nonché diVoltaire, acquistò labiblioteca di Diderot, che ne mantenne tuttavia l'usufrutto e una rendita come bibliotecario.[24] Tra il 1764 e il 1765 conobbe l'eccentrico scrittore britannicoLaurence Sterne eDavid Garrick.[13][45]

Diderot nel 1780

Nel 1773 il filosofo, invitato dalla zarina, si recò aSan Pietroburgo, dove stese per l'imperatrice diversi progetti diriforma della società e dell'istruzione, che non andranno in porto.[1] Durante larivolta di Pugačëv, Diderot esortò Caterina a trasformare la Russia in unamonarchia costituzionale: «se leggendo quello quanto ho appena scritto e ascoltando la sua coscienza, il cuore le sussulta di gioia, ella non vuole più schiavi, se freme, se il sangue le gela nelle vene, se impallidisce, si è creduta migliore di quello che era». Caterina liquidò le proposte di Diderot definendole "ciance" rispondendogli che i suoi «alti princìpi, che comprendo benissimo, sono buoni per i libri e pessimi per la pratica».[46][47]

La successiva delusione gli fece sconfessare la concezione voltairiana diassolutismo illuminato, per farlo tornare, inMémoires pour Cathérine II e inCritica al libro "Dell'uomo" di Helvétius, a schierarsi con l'ex amico Rousseau, a favore di una concezione piùdemocratica e anti-assolutistica; negli ultimi tempi della sua vita Diderot era ormai quasianti-monarchico, sebbene sostenesse che la zarina era certamente dispotica, ma non necessariamente tirannica.[1][48][49][50][51][52][53]

Diderot coniò per laRussia la famosa definizione di "colosso dai piedi d'argilla", ripreso da un'immagine biblica[54] e nelle ultime opere descrisse la Russia con colori cupi, sottolineando la mancanza di una tradizione illuminista o di una classe media, e una propensione verso unadura dittatura.[55][56] Nonostante questa rottura ideologica, Caterina II (che pur preferiva le lodi di Voltaire alle critiche di Diderot) continuò a supportarlo economicamente.[46]

L'itinerario di viaggio di Diderot da Parigi a San Pietroburgo nel 1773-74

Sempre nel 1773 la figlia Angélique sposò Abel-François Caroillon de Vandeul.[57] Prima di partire per la Russia nominò Naigeon suo esecutore letterario, per cui il collaboratore di d'Holbach divenne editore, compilatore e commentatore delle opere di Diderot.[58]

Al ritorno del viaggio inRussia, nel 1774, visitò iPaesi Bassi, fermandosi all'Aia.[24][59]

Tornato a Parigi, dal 1774 fece vita ritirata a causa della sua salute in declino, risiedendo talvolta nella villa di campagna di d'Holbach, a Grandval. In questi ultimi anni scrisse molte opere e cominciò la pubblicazione, a puntate, diJacques il fatalista.[4]

In questo periodo moriranno molti dei suoi collaboratoriphilosophes (Montesquieu era morto nel 1755): Helvetius nel 1771, Voltaire e Rousseau nel 1778, l'amicod'Alembert morto nel 1783 (pochi giorni dopo il compimento dei 70 anni di Diderot)[11] e madame d'Epinay (morta anche lei nel 1783, ad aprile).[13]

Jean-Simon Berthélémy, Diderot ritratto l'anno della morte (1784),Museo Carnavalet di Parigi

Il 19 febbraio 1784 Diderot, che soffriva d'ipertensione edenfisema, venne colpito da unictus. Furono per lui durissimi colpi la morte di Sophie, avvenuta solo tre giorni dopo, il 22 febbraio[26], e quella di una sua nipote, Marie-Anne dettaMinette, nata da poco, il 15 aprile. Nel luglio 1784 si trasferì in un lussuoso appartamento in rue de Richelieu[60], il cui affitto era pagato da Caterina II, dove però visse solo per due settimane; il 31 luglio dello stesso anno, infatti, Diderot morì aParigi[13][61] per unimprovviso attacco cardiaco[12]: colpito dal malore, al termine di un pranzo con la moglie e la figlia, mentre si accingeva a mangiare unacomposta diciliegie di cui era golosissimo, si accasciò e morì in pochi minuti, senza accorgersi quasi di nulla.[1][62][63] L'autopsia, che fu eseguita secondo la volontà espressa dallo stesso Diderot, ascrisse la causa della morte acardiomiopatia ipertrofica edembolia polmonare[64], causate daipertrofia cardiaca cronica.[65]

Sepoltura e vicende postume

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In prossimità della sua morte gli amici lo avevano convinto a trasferirsi, per risiedere in una parrocchia il cui sacerdote acconsentisse a seppellirlo cristianamente, per evitare, in questo modo - come aveva fatto anche Voltaire - la sepoltura infamante in unafossa comune. Diderot firmò quindi, su loro insistenza, una falsa professione di fede cattolica e visse quindi gli ultimi mesi nel quartiere diSaint-Roch, dove aveva traslocato (nei pressi della dimora di d'Holbach, in un sontuoso appartamento di rue de Richelieu, a spese di Caterina II[43]).[66] Il corpo di Diderot verrà sepolto nellachiesa di Saint-Roch, sontuoso edificiobarocco e luogo di sepoltura di artisti[67], proprio accanto al posto dove, nel 1789, sarà inumato l'amico d'Holbach, condividendone il destino di celebreateo sepolto in un luogo religioso.[12]

Diderot e Caterina II

Caterina II garantì alla vedova di Diderot una donazione di 1 000rubli; precedentemente aveva concesso dei lasciti anche al nipote superstite del filosofo, Denis-Simon, che ebbe discendenza.[12]

Dopo la morte di Diderot, i suoimanoscritti e i volumi della sua biblioteca furono trasferiti aSan Pietroburgo, dove l'imperatrice Caterina aveva riunito anche i volumi appartenuti a D'Alembert e Voltaire, oggi esposti allaBiblioteca nazionale russa.[1][68]

A Diderot e agli Enciclopedisti di A. C. Terroir, monumento e cenotafio di Diderot nel Pantheon (1913), fotografato con la presenza di un'installazione artistica temporanea recente con uno specchio e unpendolo di Foucault

Postumo uscirà, per volontà della moglie Antoinette, la versione completa, in volume, del celebre romanzoJacques il fatalista.[12]

Nel 1791 isanculotti assaltarono la chiesa di Saint-Roch, danneggiando anche le tombe, per cui i resti andarono dispersi, probabilmente finiti anche in fosse comuni di cimiteri di epoca rivoluzionaria e quindi poi nellecatacombe di Parigi, oppure nell'ossario della chiesa. Assalti e combattimenti a Saint-Roch avvennero nuovamente nel 1795, durante l'insurrezione del 13 vendemmiaio anno IV (con scontri tra i soldati comandati daNapoleone Bonaparte e i monarchici, con i primi che mitragliarono il sagrato e la facciata) e il 7 gennaio 1815 (durante una protestaanticlericale per il divieto di sepoltura di un'attrice, durante il periodo turbolento dellaprima restaurazione francese che precedette icento giorni), per cui l'aspetto originario della chiesa e della posizione delle lapidi è andato perduto, subendo un'opera di rifacimento. Il 6brumaio dell'anno VII (27 ottobre 1798), un decreto delDirettorio l'aveva temporaneamente nominata "Tempio del Genio", monumento laico in analogia alPantheon e aiTempli della Ragione comeNotre-Damesconsacrata. La lapide di Diderot è comunque andata perduta. Tuttavia un grandecenotafio lo ricorda alPantheon, situato proprio sotto la cupola. Nel 2013, per il tricentenario della nascita, un gruppo di intellettuali ha proposto, alPresidente franceseFrançois Hollande, di effettuare una cerimonia ufficiale per il trasferimento solenne presso il Pantheon, a bara vuota come avvenuto perCondorcet, e per altri illuministi, tra i qualiVoltaire eRousseau qui portati durante laRivoluzione francese.[69]

Altre attività e studi di Diderot

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Oltre che filosofo e instancabile enciclopedista e scrittore, Diderot fu uno dei primi europei a interessarsi diculture orientali, avviando gli studi sulbuddhismo, iltaoismo e l'induismo.[70][71]

Diderot è stato considerato anche un precursore dellapsicologia:Sigmund Freud, il padre dellapsicoanalisi, afferma che egli ha già intuito con acutezza la realtà delcomplesso di Edipo, riferendosi a una frase deIl nipote di Rameau, nella traduzione tedesca diGoethe:«Se il piccolo selvaggio fosse abbandonato a sé stesso e se conservasse tutta la sua debolezza mentale, e alla mancanza di ragione propria del bambino in fasce congiungesse la violenza delle passioni dell'uomo di trent'anni, torcerebbe il collo al padre e giacerebbe con la madre».[72]

Diderot critico d'arte

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Diderot svolse un ruolo capitale anche nella storia della critica d'arte e nella storia dell'arte, disciplina nata intorno agli anni trenta del secolo dei lumi, contemporaneamente alla storia della letteratura promossa dai protestanti rifugiati neiPaesi Bassi e daibenedettini di Saint-Maur.[4] Potendo avere accesso alla pittura del XVI e XVII secolo, presente nelle collezioni delduca d'Orléans al Palais Royal, in quelle diAnge-Laurent de La Live de Jully inrue de Richelieu, nonché nelle proprietà dell'amicobarone d'Holbach, Diderot vi contribuì dischiudendo una strada che condurrà sino aBaudelaire[73].

Statua di Diderot a Parigi
Diderot in un dipinto di Claude Bornet del 1763

Diderot fu il primo a collegare il punto di vista tecnico a quello estetico nella sua critica d'arte raccolta principalmente nella serie di impressioni ch'egli consegnò in forma epistolare in occasione delle esposizioni parigine (iSalons) allaCorrespondance littéraire dell'amicoFriedrich Grimm. IlSalon, iniziativa dapprima annuale, poi biennale dal 1746 al 1781 era un'esposizione di pittura a ingresso gratuito che si apriva al mattino del giorno della festa del re,San Luigi, il 25 agosto e che durava all'incirca fino alla fine di settembre.[15][74]

Se il resoconto diderottiano delSalon del 1759, il primo redatto per laCorrespondance littéraire, non fu che un articolo di una quindicina di pagine, a partire dal 1761 queste lettere diventarono il terreno su cui Diderot formulò alcuni dei suoi princìpi estetici più importanti, disseminandovi altresì riflessioni filosofiche storiche e morali.[75][76]

L'estetica illuminista trova in Diderot, che la intendeva come un mezzo di sviluppo della società[77], l'abbandono degli schemi idealistici, dato che il senso estetico e labellezza divengono per lui il frutto di un "rapporto" tra l'oggetto artistico e chi lo percepisce con la propria sensibilità individuale. In questo modo l'"estetico" non è più l'oggetto in sé, ma il "rapporto" soggetto-oggetto. Questo rapporto ha delle tipologie estremamente variabili, pluralistiche, non prive di casualità. Sono perciò tali rapporti a fondare il bello in generale, mentre ogni singolo bello particolare (di ogni oggetto artistico) non è riferibile ad alcuno degli schemi codificati di bellezza. NelTraité du Beau Diderot precisa il suo pensiero relativamente al "bello" con un'ulteriore relativizzazione, conferendo una base filosofica all'estetica che è lontana sia dalsensismo puro sia dall'astrazione intellettualistica.[78]

Secondo Diderot un particolare elemento di giudizio nell'esame di un'opera d'arte può essere rappresentato anche da quel "velo del tempo", da quella patina che valorizza i quadri di pittori comeClaude Joseph Vernet che hanno«un tono di colore migliore degli altri perché hanno avuto il vantaggio di essere stati dipinti dal tempo, come accade alle opere dei grandi coloristi. Vernet si trova bene alla verifica del tempo, che nuoce tanto ai suoi colleghi». Diderot teorizza in questo modo anche un gusto per l'antico, che influenzerà il restauroromantico e l'estetica delNeoclassicismo.[79]

Pensiero

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«Nessun uomo ha ricevuto dalla natura il diritto di comandare gli altri. La libertà è un dono del cielo, e ogni individuo, della stessa specie ha il diritto di goderne appena giunge all'età della ragione.»

(Denis Diderot)

La natura

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L'educazione alla scienza

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Tipicamente rispondente all'impegnopedagogicoilluministico della liberazione dall'ignoranza e dalla superstizione religiosa è l'invito di Diderot a una formazione culturalescientifica, rivolto specialmente alle giovani menti aperte alle novità[16]:

(francese)
«Jeune homme, prends et lis. Si tu peux aller jusqu'à la fin de cet ouvrage, tu ne seras pas incapable d'en entendre un meilleur. Comme je me suis moins proposé de t'instruire que de t'exercer, il m'importe peu que tu adoptes mes idées ou que tu les rejettes, pourvu qu'elles emploient toute ton attention. Un plus habile t'apprendra à connaître les forces de la nature; il me suffira de t'avoir fait essayer les tiennes.[80]»
(italiano)
«Giovane, prendi e leggi. Se potrai arrivare sino alla fine di quest'opera sarai capace di capirne una migliore. Io mi sono proposto più che d'istruirti di esercitarti e perciò m'importa poco che tu adotti le mie idee o che le rifiuti purché esse abbiano ricevuto tutta la tua attenzione. Uno più esperto di me t'insegnerà a conoscere le forze della natura; a me basterà di averti fatto mettere alla prova le tue.»
Pensieri filosofici, prima edizione del 1746

Dal deismo all'ateismo evoluzionista

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Lo stesso argomento in dettaglio:Storia dell'ateismo.
«Se un misantropo si fosse proposto di fare l'infelicità del genere umano, che avrebbe potuto inventare di meglio che la credenza in un essere incomprensibile, sul quale gli uomini non avrebbero potuto mai mettersi d'accordo e al quale avrebbero attribuito maggior importanza che alla loro stessa vita?»

(L'uomo e la morale[81])

Nel discorso scientifico sulla natura sino al '700 non era assente il tema religioso. Agli inizi del suo pensiero Diderot, influenzato daVoltaire, si mostra attratto daldeismo, fondato, più che su quel perfetto meccanismo celeste che suscitava l'ammirazione diNewton e poi diKant, sull'ammirevole ordine stabilito da un Ente supremo all'interno degli organismi naturali.[82]
La constatazione poi che esistono individui malamente costituiti, se non addirittura mostri naturali[83], lo porta prima all'agnosticismo[84], già presente in lui sotto certi aspetti[85], poi a un completoateismo[86], anche se non esplicito e netto come quello dell'amicod'Holbach, e fondato sulprobabilismo e su un parzialeevoluzionismo: in natura infatti gli organismi si sono organicamente strutturati dopo una serie infinita di esperimenti che le forze naturali hanno compiuto prima di arrivare a costituire corpi in grado di affrontare l'esistenza. Gli esseri infelici per natura sono il risultato dei tentativi falliti, compiuti in un tempo che si può definire eterno, se si ammette che l'universo e lamateria siano da sempre esistenti.[87] Questa concezione casuale e pre-evoluzionistica, che si potrebbe far risalire aLucrezio[88] e ancor prima agliatomisti, aDemocrito edEpicuro (a cui Lucrezio si ispirava), ebbe molta fortuna nelSettecento anche perché, trovando conferme sperimentali della teoria della generazione spontanea dei germi (generatio aequivoca)[89], sostenuta da molti biologi fino alla confutazione da parte diLazzaro Spallanzani, portava a escludere la necessità di un Dio creatore (anche la teoria di Spallanzani non necessitava comunque di una causa prima superiore).[16] Diderot si autodescrive nei fatti comeignostico eapateista:

(francese)
«Il est très important de ne pas prendre de la ciguë pour du persil, mais nullement de croire ou de ne pas croire en Dieu.»
(italiano)
«È molto importante non confondere lacicuta colprezzemolo, ma credere o non credere in Dio non lo è per nulla.»

(Denis Diderot,Lettera aVoltaire dell'11 giugno 1749[90])

Come per d'Holbach, anche per Diderot la religione rivelata è fonte disuperstizione e turbamento:«Il pensiero che Dio non esista non ha mai terrorizzato nessuno; sì invece quello che ne esista uno, tal quale me l'hanno raffigurato». Sulla linea di pensiero diBuffon (come lui anticipatore della teoria dell'evoluzione diLamarck eDarwin) anche Diderot ritiene che in natura si debba escludere ognimeccanicismo incapace com'è di spiegare la vita e per lo stesso motivo considera la matematica inutile per la biologia.[16][91] Tra le opere dedicate all'interpretazione naturalistica del mondo, oltre aiPensieri e allaLettera, Diderot scriveIl sogno di d'Alembert, in cui utilizza la finzione del sogno fatto dall'amico, a cui il libro è dedicato per esporre organicamente la sua filosofia, spesso sotto forma di scene e dialoghi.[77]

L'origine della vita

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Il tema più ampiamente trattato da Diderot è quello relativo al problema filosofico e scientifico dell'origine della vita che ai livelli superiori si manifesta comecoscienza epensiero: per la soluzione del problema bisogna scegliere tra due ipotesi:

  1. esistono in natura due settori completamente distinti: quello inorganico, dove la vita è assente, e quello organico; teoria questa smentita dai fatti poiché in natura si constata la mescolanza dei due mondi; i corpi naturali sono caratterizzati dai continui passaggi tra i due campi;
  2. oppure si deve ritenere che il punto di partenza sia unico; ma in questo caso bisogna spiegare perché i corpi naturali appaiano diversi.[16]

Diderot è convinto che tutta la materia abbia possibilità di uno sviluppo senziente: le primigenie particelle materiali organizzandosi, arrivano alla vita e da questa a quelle forme più alte di sviluppo che sono la coscienza e il pensiero.

Presunto ritratto di Denis Diderot, opera diFragonard nel 1769 circa[92]

Egli pensa che un organismo completamente formato abbia in sé un complesso di elementi vitali indipendenti dal tutto così come il complesso unitario rappresentato da unosciame di api (l'organismo) è costituito dai singoli insetti (i "microanimali" indipendenti). La prova di questo è nel vedere come ad esempio un polipo possa dividersi in organismi più piccoli o come dalla decomposizione di un corpo nascano microrganismi diversi.[93] Seguendo Condillac, Diderot aderisce alsensismo: le sensazioni e la sensibilità, correttamente interpretati dalla ragione, sono parti importanti dell'esperienza della vita, ma occorre distinguere tra opinione e realtà verificata.[94] Diderot sostiene che infatti che anche l'etica possa cadere nelrelativismo:

«Non cessiamo forse di provare compassione allorché la distanza o l'esiguità degli oggetti hanno su di noi lo stesso effetto che ha sui ciechi la privazione della vista? A tal punto le nostre virtù dipendono dal nostro modo di sentire e dall'intensità con cui siamo toccati dalle cose esteriori! Analogamente non dubito che se non fosse per la paura del castigo, molti sarebbero più disposti a uccidere un uomo da una distanza che lo facesse apparire come una rondine, che non a sgozzare un bue con le proprie mani. Se abbiamo compassione per un cavallo che soffre e schiacciamo una formica senza farci alcuno scrupolo, non è forse perché siamo mossi dallo stesso principio?»

(daLettera sui ciechi ad uso di coloro che vedono)

ComeHume,d'Holbach,Voltaire eRousseau (e gran parte degli illuministi) riconosce il rispetto agli animali in quanto essere senzienti, anche se per Diderot, con un punto di vista legato all'umanesimo, il mondo è reso interessante soprattutto per la presenza dell'uomo, l'unico animale che lo ammira e lo studia, altrimenti sarebbe solo uno spettacolo senza spettatori:

«Soltanto la presenza dell'uomo rende interessante l'esistenza degli esseri (...). L'uomo è il termine unico dal quale occorre partire e al quale occorre far capo, se si vuol piacere, interessare, commuovere, perfino nelle considerazioni più aride e nei particolari più secchi.[95]»

Tuttavia nel suo pensiero, si trovano anche un ridimensionamento dell'essere umano, che è pur sempre un animale, inoltre polemizza con le dottrine di Rousseau sulla bontà intrinseca della natura, sostenendo che il suo fascino è anche di essere a volte terribile (esteticapreromantica delsublime):

«Andiamo, amico, diamoci un po' meno d'importanza. Noi siamo nella natura, un momento ci stiamo bene, un momento male: credetemi, coloro che lodano la natura per aver tappezzato a primavera la terra di verde, un colore amico dei nostri occhi, sono degli impertinenti che dimenticano che questa stessa natura, di cui vogliono trovare ovunque la benevolenza, stende d'inverno una grande coltre bianca che ferisce i nostri occhi, ci dà il capogiro e ci espone a morire congelati. La natura è bella e buona quando ci è propizia, brutta e cattiva quando ci affligge. Sovente è ai nostri stessi sforzi ch'essa deve almeno una parte del suo fascino...[96]»

La morale

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«Volete che vi racconti un bel paradosso? Io sono convinto che la specie umana può essere veramente felice solo in uno stato sociale nel quale non vi siano né re, né magistrati, né preti, né leggi, né tuo, né mio, né proprietà mobiliare, né proprietà fondiaria, né vizi, né virtù; e questo stato sociale è maledettamente ideale.»

(L'uomo e la morale[97])

Tutte queste tesi sulla natura non vengono mai affermate da Diderot in maniera esclusiva e definitiva: egli preferisce usare la formadialogica nei suoi scritti - spesso uno dei due dialoganti è Diderot e l'altro un suo conoscente - proprio per evitare quelle affermazionidogmatiche, che talora si riscontravano anche tra gli illuministi (ad esempio ind'Holbach, ma anche inRousseau), alle quali Diderot contrappone unoscetticismo che non scade mai a derisione dell'avversario con cui sta polemizzando, cosa che lo differenzia nello stile daVoltaire.[16]

Nella morale Diderot è contrario a qualunque impostazionedeterministica, sostenuta in parte dal d'Holbach, che consideri l'uomo vittima impotente di elementi naturali: al contrario l'individuo è libero di scegliere il suo comportamento dominando sé stesso e le forze naturali nei limiti in cui riesce a sfuggire ai suoi istinti naturali: per il dominio della natura e per la sua libertà giova all'uomo la conoscenza dei fenomeni naturali e della storia umana che gli permetterà di liberarsi dalla superstizione e dai pregiudizi per conseguire una vita che sarà felice a condizione che rispetti il bene universale.[98] La sua critica agli eccessi della proprietà privata non cade invece mai in sogni direstaurazione primitiva o rifiuto del progresso "corruttore", come in Rousseau. Nonostante la diffusione delrazzismo e del filo-colonialismo tra gli intellettuali dell'epoca (tranne quelli dell'area gesuita, con le loro "missioni"), anche nell'Encyclopédie[99], Diderot, ammirando la società dell'isola diTahiti come prototipo realizzato della teoria del "buon selvaggio", si pronunciò contro loschiavismo e la colonizzazione[100], oltre che contro lasottomissione della donna, e a favore dellalibertà sessuale nell'operaSupplemento al viaggio di Bougainville.[15][16][101]

Diderot e il libertinismo

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«La litania contro lepassioni non ha mai fine: sono loro imputate tutte le pene dell'uomo, mentre ci si dimentica ch'esse sono anche la fonte di ogni suopiacere. [...] La sobrietà nelle passioni rende mediocri gli uomini.»

(Diderot,Pensieri filosofici)

Diderot ebbe rapporti filosofici con i circoli dellibertinismo; egli non è un "libertino amorale", ma la sua morale laica è diversa da quella corrente alla sua epoca[102]: lepassioni buone portano al piacere e alla felicità, e vanno coltivate, in maniera decisa.[103] Ilsensismo e ilrazionalismo non portano Diderot a rifiutaresentimento,edonismo,istinto e, comeKant,passione sentimentale, ma come i libertini e iromantici, a coltivarli se portano al bene. Per Diderot

«...inclinazioni, desideri e avversioni portate a un certo grado di intensità, combinate con una sensazione indistinta di piacere o dolore, causate o accompagnate da un movimento irregolare del sangue e deglispiriti animali, sono ciò che chiamiamopassioni. Possono essere così forti da inibire qualsiasi pratica della libertà personale, uno stato in cui l'anima è in un certo senso resa passiva, da cui il nome dipassioni. Questa inclinazione o cosiddetta disposizione dell'anima, nasce dall'opinione che noi sosteniamo che un grande bene o un grande male è contenuto in un oggetto che in sé stesso suscita passione[104]

Il tema morale, come quello della scelta tra ildeterminismo e illibero arbitrio, è ripreso da Diderot anche nelle sue opere letterarie come ilromanzo filosoficoGiacomo il fatalista dove sostiene che, sulla base delle esperienze vissute, un rigido determinismo alla d'Holbach sia da escludere.[16]

NeLa monaca accusa la morale corrente di perbenismo ipocrita ed esalta invece la felicità raggiungibile su questa Terra, criticando, da spunti biografici e familiari, il costume di avviare ragazzi e ragazze ancora giovani alla vita ecclesiastica, pur in assenza di una qualsiasi vocazione o libera scelta[105][106]. Nel libro, come già, con toni più satirici neI gioielli indiscreti, Diderot riprende temi erotico-libertini, ma come pretesto per spiegare delle idee.[16] In particolare attacca la vita religiosa, vista come ambiente di perversione e malvagità, spesso usata dai padri per risolvere questioni di eredità o nascondere scomode relazioni extraconiugali, facendo sparire i figli nati dall'adulterio, come la protagonista del romanzo, e condannandoli a una vita di infelicità per tutelare i loro interessi.[41]

Diderot è ritenuto da alcuni autore (o coautore) delromanzo libertinoThérèse philosophe, o perlomeno delle parti più filosofiche. Di solito ritenuto opera diJean-Baptiste Boyer d'Argens o autori comeXavier d'Arles de Montigny oLouis-Charles Fougeret de Monbron, presenta digressioni filosofiche e uno stile ironico per molti non attribuibili a scrittori considerati modesti, tali da far pensare all'intervento di Diderot, che in quel periodo scriveva testi libertini.[107]

Qualche critico ha attribuito a Diderot anche il romanzo libertino erotico-filosoficoThérèse philosophe, solitamente attribuito - almeno in alcuni suoi estratti - aJean-Baptiste Boyer d'Argens, che lo pubblicò anonimo nel 1748. Fu uno dei motivi dell'arresto a Vincennes, in quanto ritenuto altamente diretto contro la Chiesa e la morale (egli negò sempre, anche nelle lettere, di aver scritto il romanzo). Il libro oltre a scene dierotismo esplicito riprende le teoriematerialiste ededoniste diJulien Offray de La Mettrie, ufficialmente rifiutate da Diderot, teorie che tuttavia talvolta ricompaiono nelle opere di Diderot in forma attenuata. Il filosofo enciclopedista avrebbe, secondo questa ipotesi, scritto il romanzo in segreto, più che altro per autofinanziamento, difatti fu un verobest seller per decenni.[108]

NeIl nipote di Rameau descrive le vicende di un nuovoDon Giovanni, che impronta la sua vita alla leggerezza e allo sfoggio di una superficialeintellettualità distruggendo così ogni vero valore morale e ogni verità accertata.[109] Qui Diderot attacca il parassitismo di chi lusinga la classe dominante, per avere favori, soffocando il vero spirito artistico, culturale e creativo.[77]

Tra gli illuministi, fu praticamente l'unico, a parteJulien Offray de La Mettrie e il libertino radicale più tardoMarchese de Sade, a sostenere esplicitamente ildiritto umano di uncostume sessuale esentimentaleapertamente libero[110], nonostante i due citati fossero distanti da lui in moltissime posizioni; Diderot infatti condannò La Mettrie per il suo volumeAntiseneca, per essere unedonista eccessivo e per il suo meccanicismo assoluto. A proposito della morte di La Mettrie dopo un pranzo luculliano scrisse in una lettera che "La Mettrie è morto come era giusto dovesse morire, vittima della sua intemperanza e della sua follia. Si è ucciso per ignoranza di ciò che professava. Questo giudizio è severo, ma giusto", definendolo "corrotto nei costumi e nelle idee". Il libertinismo di Diderot, rispetto a quello di de Sade e dei classici libertini, è incentrato sulla "bontà" o "neutralità" dell'uomo naturale, non sull'origine che l'uomo sia malvagio e trovi soddisfazione nelpeccato e nelsenso di colpa (cardini del pensiero sadiano seppur mascherati da ateismo), che Diderot come La Mettrie non approva. Diderot è anche l'unico degli illuministi pre-rivoluzionari a non condannare esplicitamente l'omosessualità, mantenendosi su un atteggiamento di vaga e leggera disapprovazione senza invocare interventi esterni di Stato o religione sulle vicende private. Per Diderot l'importante è che la società non ne sia danneggiata, come dice nel dialogoIl sogno di d'Alembert. Queste posizioni illuministelibertarie, quasi proto-anarchiche negli ultimi anni, filtrate dagliidéologues, ebbero influenza anche sulla legislazione dellaRivoluzione francese, chedepenalizzò i cosiddetti "reati immaginari" (1790) qualiadulterio e omosessualità, con l'istituzione deldivorzio e delmatrimonio civile.[111] NelSaggio sui regni di Claudio e Nerone, usando la storia dell'Impero romano, esalta invece la libertà del pensiero rappresentata daSeneca.[30]

La vita di Diderot è stata spesso rappresentata nel romanzo e nel cinema, talvolta con esagerazioni per esigenze artistiche, come quella di un esponentelibertino dell'illuminismo; ad esempio, in maniera molto romanzata, Diderot è il singolare protagonista, a metà tra il filosofo e l'uomo di mondo, della commedia teatraleIl libertino (Le Libertin, 1997) diÉric-Emmanuel Schmitt, il quale ispirò l'omonimo film del 2000 diGabriel Aghion, che ne fa un prototipo dell'illuminista radicale e gaudente, assai simile al tipo di personaggio diseduttore libertino solitamente rappresentato daGiacomo Casanova.

Opere

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Diderot ritratto daJean-Baptiste Greuze, 1766

Edizioni moderne delle opere di Diderot:

  • Ironie morali, trad.Vincenzo Cardarelli, Milano: Facchi, 1919; Roma: Colombo, 1949.
  • Il nipote di Rameau, a cura diGiacinto Spagnoletti, Parma,Guanda, 1945.
  • La religiosa, trad. Carlo Borelli, prefazione diFernanda Pivano, Torino,Einaudi, 1945; nuova ed. comeLa monaca, nota introduttiva di Franco Cordero, ivi, 1972.
  • Lettere a Sofia, a cura di Giacomo Falco, Milano,Bompiani, 1946.
  • Scritti di estetica, a cura di Guido Neri, Milano,Feltrinelli, 1957.
  • Giacomo il fatalista e il suo padrone, Milano, BUR, 1959.
  • I gingilli indiscreti, trad. Pino Bava, Milano, Rizzoli, 1962; nuova ed. comeI gioielli indiscreti, introduzione di Giovanni Bogliolo, ivi, 1982.
  • Opere filosofiche, a cura diPaolo Rossi, Milano, Feltrinelli, 1963.
  • I gioielli indiscreti, a cura di Glauco Natoli, trad. Marcella Bonsanti, Firenze, Sansoni 1966.
  • La religiosa, trad. Carmen Lottero, Torino, Edizioni dell'Albero, 1966.
  • Scritti politici, a cura di Furio Diaz, Torino,UTET, 1967.
  • Sogno di D'Alembert, trad. Paola Campioli, Milano, Rizzoli, 1967.
  • Enciclopedia, o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri, con autori vari, a cura di Paolo Casini, Bari, Laterza, 1968, 2003.
  • Commento alla Lettera sull'uomo di Hemsterhuis, a cura di Mirella Brini Savorelli, Bari,Laterza 1971, 1981.
  • Memorie per Caterina II, a cura di Paul Verniere; trad. Maria Vasta Dazzi, Milano, Longanesi, 1972.
  • La teoria e la pratica dell'arte, a cura di Armando La Torre, Roma,Bulzoni, 1976.
  • Antologia dall'Encyclopedie di Diderot e d'Alembert, a cura diMario eMassimo Bonfantini, Novara,De Agostini, 1977.
  • Potere politico e libertà di stampa, a cura di Paolo Alatri, Roma,Editori Riuniti, 1978.
  • La monaca (La Religieuse), trad. Elina Klersy Imberciadori, Milano,Garzanti Editore, 1978, 1981.
  • I gioielli indiscreti, a cura di Lina Zecchi, Milano, Mondadori, 1979.
  • Teatro e scritti sul teatro, a cura di Marialuisa Grilli, Firenze, La nuova Italia, 1980.
  • Encyclopedie di Diderot e d'Alembert: dizionario ragionato di scienze arti e mestieri, 18 volumi, a cura di Andrea Calzolari, prefazione diJorge Luis Borges, Parma, Franco Maria Ricci, 1970-1980 (riproduzione dell'ed. parigina chez Briasson, David, Le Breton, Durand, 1751-1772).
  • La passeggiata dello scettico: colloquio sulla religione, la filosofia, la mondanità, a cura di Mirella Brini Savorelli, Milano, Serra e Riva, 1984.
  • Lettera sui sordi e sui muti, a cura di Fernando Bollino, Modena, Mucchi, 1984.
  • Il nipote di Rameau, trad.Augusto Frassineti, Torino, Einaudi, 1984; nuova ed. Macerata, Quodlibet, 2010 (con una nota diErmanno Cavazzoni).
  • La passeggiata dello scettico, a cura di M. Brini Savorelli, Milano, Serra e Riva 1984.
  • Lettera sui sordomuti e altri scritti sulla natura e sul bello, a cura di Elio Franzini, con un saggio diMichel Butor, Parma, Guanda, 1984.
  • Saggio sui regni di Claudio e Nerone e sui costumi e gli scritti diSeneca, con una nota diLuciano Canfora, Palermo,Sellerio editore, 1987.
  • Teatro, a cura di Lanfranco Binni, Milano, Garzanti 1988.
  • Paradosso sull'attore, trad. Jole Bertolazzi, a cura di Paolo Alatri, Roma, Editori Riuniti, 1989.
  • Viaggio in Olanda, trad. Elina Klersy Imberciadori, prefazione di Lionello Sozzi, Como, Ibis Edizioni, 1989.
  • Racconti, prefazione di Alberto Castoldi, Pordenone, Studio tesi, 1989.
  • Interpretazione della natura ePrincipi filosofici sulla materia e il movimento, a cura di Gianfranco Cantelli, Milano, SE, 1990.
  • Siamo tutti libertini: lettere a Sophie Volland, 1759-1762, a cura di Marina Premoli, Milano,Rosellina Archinto Editore, 1990.
  • Dialoghi filosofici, a cura di M. Brini Savorelli, Firenze, Le Lettere 1990.
  • Saggi sulla pittura, a cura di Massimo Modica, Palermo, Aesthetica, 1991.
  • Vincenzo Barba (a cura di),L'uomo e la morale, Pordenone, Studio Tesi, 1991.
  • Thérèse philosophe, anonimo, attribuito da qualche critico a Denis Diderot (più comunemente aJean-Baptiste Boyer d'Argens); prefazione di Riccardo Reim, Roma, Lucarini, 1991; nuova ed. Roma,Coniglio Editore, 2007
  • I gioielli indiscreti; conJustine, o Le disgrazie della virtù delMarchese de Sade, Sesto San Giovanni, A. Peruzzo, 1991.
  • L'uccello bianco: racconto blu, trad. Anna Tito, Palermo, Sellerio, 1992.
  • Jacques il fatalista e il suo padrone, introduzione di Michele Rago, trad. Glauco Natoli, Torino, Einaudi, 1992.
  • Il nipote di Rameau. Jacques il fatalista e il suo padrone, a cura di Lanfranco Binni, Milano, Garzanti 1993.
  • Ritorno alla natura: Supplemento al Viaggio di Bougainville; a cura di Antonio A. Santucci, Bari, Laterza, 1993.
  • Il nipote di Rameau, trad. Maria Grazia Dominici, Vimercate, La spiga, 1994.
  • Trattato sul bello, trad. Guido Neri, a cura di Miklos Nicola Varga, Milano, SE, 1995; nuova ed. Milano, Abscondita, 2001.
  • Interpretazione della natura, a cura di P. Omodeo, Roma, Editori Riuniti 1995.
  • Il sogno di D'Alembert, introduzione diBenedetta Craveri, Milano, Rizzoli 1996.
  • Ricerche filosofiche sull'origine e la natura del bello, a cura di Massimo Modica, Gaeta, Bibliotheca, 1996.
  • Pensieri sull'interpretazione della natura, Roma, Armando editore, 1996.
  • Tommaso Cavallo (a cura di),Pensieri filosofici, Pisa, Jacques e i suoi quaderni, 1998.
  • Lettera sui ciechi per quelli che ci vedono, a cura di Mirella Brini Savorelli, Firenze, La nuova Italia, 1999.
  • Mystification, o La storia dei ritratti, prefazione di Daria Galateria, Milano, Rosellina Archinto, 2001.
  • Tre racconti, a cura di Ida Cappiello, Macerata, Liberilibri, 2001 (contiene:Questa non è una novella, Madame de la Carliere, Supplemento al Viaggio di Bougainville).
  • Paradosso sull'attore, a cura di Giuseppe Panella e Alessandro Varaldo, Milano, La vita felice, 2002, 2009.
  • La religiosa, trad. Susanna Spero, Venezia, Marsilio, 2002.
  • Paradosso sull'attore, a cura di Roberto Rossi, con uno scritto di Yvon Belaval, Milano, Abscondita, 2002.
  • Pensieri sull'interpretazione della natura ai giovani che si dispongono allo studio della filosofia naturale, trad. Anita Cacciolati, Roma, Aracne, 2004.
  • L'arte di godere. Testi dei filosofi libertini del XVIII secolo, conJulien Offray de La Mettrie e altri. Scelta, traduzione e commento a cura di Paolo Quintili, Manifestolibri, Roma 2006.
  • I gioielli indiscreti, a cura di Riccardo Reim, Roma, Newton Compton, 2008.
  • L'antro di Platone, a cura di Alfonso M. Iacono, Pisa, ETS, 2009.
  • Encyclopedie di Diderot e d'Alembert: tutte le tavole, trad. Martine Schruoffeneger, Milano, Mondadori, 1993; n. ed. 2009 con prefazione diPiergiorgio Odifreddi.
  • Paradosso sull'attore, a cura di Paolo Alatri, trad. di Jole Bertolazzi, Roma, Editori Riuniti, 2007.
  • Supplemento al Viaggio di Bougainville, trad. e cura di Antonio A. Santucci, Roma, Editori Riuniti University Press, 2012.
  • Paradosso sull'attore, a cura di Valentina Sperotto eAndrea Tagliapietra, Roma, InSchibboleth, 2022.
  • ENCICLOPEDIA DEGLI ILLUMINISTI - Antologia tecnica e scientifica, a cura di Claudio Pierini, Cierre Grafica, Verona 2022.ISBN 978-883-210-2635.

Film tratti da opere di Diderot

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Altre trasposizioni

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  • La religieuse, fumetto diGeorges Pichard, sempre daLa monaca, Création Art Presse, 1992.
  • Jacques le fataliste et son maître (1984), serie televisiva di Claude Santelli.

Film su Diderot

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Note

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  1. ^abcdefghijklmnDiego Fusaro (a cura di),Denis Diderot, sufilosofico.net.URL consultato il 30 dicembre 2013.
  2. ^Nel numero delle voci compilate per l'Encyclopédie, Diderot sarà superato daLouis de Jaucourt che, tra il 1759 e il 1765, scrisse volontariamente e senza alcun compenso più di 17 000 voci ossia circa il 25% dell'intera enciclopedia; ciò ne fece il più prolifico tra i suoi colleghi enciclopedisti che lo soprannominaronol'esclave de l'Encyclopédie, lo schiavo dell'Encyclopédie (Cfr. Frank A. Kafker:Notices sur les auteurs des dix-sept volumes de « discours » de l'Encyclopédie. Recherches sur Diderot et sur l'Encyclopédie. 1989, Volume 7, Numéro 7, p. 144.
  3. ^Madeleine Pinault,L'Encyclopédie, Paris, PUF, coll. Que sais-je ?, 1993, p. 54.
  4. ^abcdefghijklmnopqrstuChronologie: Denis Diderot Biographie, sukronobase.org.URL consultato l'11 gennaio 2014.
  5. ^Didier Diderot.
  6. ^Jean-Pierre Martin, Instrumentation chirurgicale en France. Des origines au XIXe siècle, Éditions L'Harmattan, 2013 (lire en ligne [archive]), p. 116
  7. ^Angelique Diderot Sr..
  8. ^abcdefghijklmnoIntroduzione aJacques il fatalista di Diderot, Introduzione e cronologia (a cura di P. Bianconi).
  9. ^Jacques Floch, Denis Diderot, le bonheur en plus, Éditions de l'Atelier, 1991 (lire en ligne [archive]), p. 12.
  10. ^Marcel Louis,Le frère de Diderot : Didier-Pierre Diderot : chanoine de la cathédrale et grand archidiacre du diocèse, fondateur des écoles chrétiennes de Langres, Paris, Champion, 1913 (disp. à la Bibliothèque nationale de France).
  11. ^abcdefChronologie de la vie de Denis Diderot, sukronobase.org.URL consultato l'11 gennaio 2014.
  12. ^abcdeDenis Diderot, sukronobase.org.URL consultato l'11 gennaio 2014.
  13. ^abcdefgIntroduzione aJacques il fatalista di Diderot, Introduzione, biografia e cronologia (a cura di P. Bianconi).
  14. ^Noetico, 59.
  15. ^abcChronologie Diderot, sukronobase.org.URL consultato l'11 gennaio 2014.
  16. ^abcdefghiDiego Fusaro,Denis Diderot: vita e filosofia, sufilosofico.net.URL consultato il 30 dicembre 2013.
  17. ^abNoetico, 60.
  18. ^Enciclopedia Garzanti di Filosofia alla voce corrispondente.
  19. ^Indro Montanelli, Roberto Gervaso,L'Italia del Settecento, Rizzoli, Milano, 1971., p. 423
  20. ^Enciclopedia Garzanti..., ibidem.
  21. ^Franck Salaün (a cura di),Diderot Rousseau: un entretien à distance [colloque], Desjonquères, 2006ISBN 2-84321-082-8 citato da Nathalie Kremer, "Les frères ennemis"
  22. ^Antoinette Champion.
  23. ^Marie-Angélique Diderot de Vandeul.
  24. ^abcdefChronologie: Biographie de Denis Diderot, sukronobase.org.URL consultato l'11 gennaio 2014.
  25. ^Noetico, 58.
  26. ^abSophie Volland.
  27. ^Louise Henriette Volland, soprannominata, da Diderot stesso, "Sophie" (dal greco "sapienza"). La relazione con Sophie Volland è il tema del romanzoDie Philosophin diPeter Prange, tradotto in italiano con il poco adatto titolo:Il filosofo e lalibertina, Mondadori 2006.ISBN 88-04-56227-7. Il romanzo presenta anche notevoli parti di fantasia, soprattutto per quanto riguarda la biografia di Sophie.
  28. ^Il passato e il presente nelle opere di Diderot, suarchiviostorico.corriere.it.
  29. ^Claudio Guidi,Le donne all'ombra dell'Encyclopédie. D'Alembert, Diderot, Helvétius e Rousseau: come complicarsi la vita familiare, Il Nuovo Melangolo 2019.
  30. ^abNoetico, 65.
  31. ^Otis Fellows,Diderot Studies, Librairie Droz, 1971 p. 73.
  32. ^Edizione a cura di P.Omodeo, Roma, Editori Riuniti 1995, p.36; in edizione a cura di Paolo Ruffili:Diderot,Pensieri sull'interpretazione della natura, p. 54, XIV.
  33. ^abcdefghijkCronologia dell'Encyclopedie.
  34. ^Il sapere del web non si avvicina al sogno di Diderot.
  35. ^Diderot, Denis, Enciclopedia di Sapere.it
  36. ^(FR)Diderot et Rousseau, suMEMO – Voyagez à travers l'Histoire.URL consultato il 22 maggio 2012(archiviato dall'url originale il 28 aprile 2015).
  37. ^(FR)Rousseau et d'Alembert, suMEMO – Voyagez à travers l'Histoire.URL consultato il 22 maggio 2012(archiviato dall'url originale il 19 aprile 2015).
  38. ^(FR)Le destin posthume de Rousseau, suMEMO – Voyagez à travers l'Histoire.URL consultato il 22 maggio 2012(archiviato dall'url originale il 5 luglio 2015).
  39. ^Le confessioni, libro VII.
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  43. ^abcDenis Diderot su Enciclopedia italiana (1931); articolo di Manlio Duilio Busnelli.
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  45. ^Vincenzo Barba, Introduzione a Denis Diderot,L'uomo e la morale, ed. Studio Tesi, Pordenone, 1991, p. LXIV.
  46. ^abL'imperatrice e il filosofo: così fallì il sogno illuminato, suilgiornale.it.
  47. ^Robert Zaretsky,Caterina e Diderot. L'imperatrice, il filosofo e il destino dell'Illuminismo, Hoepli, pagg. 230, 2020
  48. ^D. Diderot,Dithrambe sur Féte des Rois.
  49. ^Gerolamo Imbruglia,From Utopia to Republicanism: the case of Diderot, in:The invention of modern Republic, Cambridge University Press, 2007, a cura di Annamaria Fontana, pag. 63
  50. ^D. Diderot,Réfutation suivie de l'ouvrage d'Helvetius intitulé l'Homme, pag. 446
  51. ^D. Diderot,Pages contre un tyran, inOuvres politiques, pag. 135-138.
  52. ^D. Diderot,Saggio sui regni di Claudio e Nerone, pag. 25-30; pag. 95.
  53. ^Gerolamo Imbruglia,Dopo l'Encyclopédie: Diderot e la saggezza dell'immaginazione, Studi Settecenteschi, vol. 11-12, 1988-89, pp. 178 e segg.
  54. ^Giuseppe Fumagalli,Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, pp. 337-338.
  55. ^Ezequiel Adamovsky, Euro-orientalism: Liberal Ideology and the Image of Russia in France (c. 1740–1880) (Peter Lang, 2006) pp. 36, 83
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  57. ^Viard Georges,Auberive et Monsieur de Vandeul. In:Recherches sur Diderot et sur l'Encyclopédie, numero 10, 1991, pp. 127 e seguenti
  58. ^Denis Diderot, 7 giugno 1773, citato da Maurice Tourneux nella recensione dell'edizione di Ernest Dupuy di Paradoxe sur le comédien, Revue d’histoire littéraire de la France, 9.3 (1902), 500–18 (p. 506); vedi anche Denis Diderot, Correspondance, a cura di Georges Roth e Jean Varloot, 15 volumi (Paris: Minuit, 1955–70), vol. 12, p. 231 (3 giugno 1773).
  59. ^raccontato nel libroViaggio in Olanda
  60. ^Will Durant (1967). The Story of Civilization Volume 10: Rousseau and Revolution. Simon&Schuster, p. 893.
  61. ^Gli ultimi anni di vita di Diderot sono trattati in: Arthur M. Wilson,Diderot: l'appello ai posteri
  62. ^Stéphane Audeguy,In Memoriam, Parigi, Gallimard, p. 9-10,ISBN 978-2-07-012319-3
  63. ^Noetico, pag. 65.
  64. ^Blom, Philipp. "In the Panthéon". Lapham's Quarterly. Archived from the original on 13 November 2012. Accesso 27 gennaio 2013.
  65. ^Personaggi francesi: Denis Diderot, suguidafrancia.net.
  66. ^Note ai Pensieri filosofici di Diderot (PDF), sujsq.humnet.unipi.it.URL consultato il 12 gennaio 2014(archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2014).
  67. ^Ivi si trovano le tombe diPierre Corneille, André Le Nôtre, Marie Anne de Bourbon e Marie-Thérèse Rodet Geoffrin (Chiesa di Saint-Roch) e ilcenotafio diHenri de Lorraine-Harcourt
  68. ^Voltaire, il tesoro ritrovato, suarchiviostorico.corriere.it.
  69. ^Francia, festa per i 300 anni di Diderot, il filosofo "nonno" di Wikipedia, sulastampa.it.
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  71. ^Urs App,The Birth of Orientalism. Philadelphia: University of Pennsylvania Press, 2010, pp. 133 e 187
  72. ^Sigmund Freud,Sommario di psicoanalisi, capitolo VII, pp. 79-80, trad. di Sante David, Giunti, I classici della psicologia, 1953/2010
  73. ^Scritti sull'arte, tr. it. Torino, Einaudi, 1992.
  74. ^I Salon di Diderot, suparodos.it.
  75. ^Esiste deiSalons diderottiani una splendida edizione curata da Jean Seznec (Oxford, 1975-1983) che affianca al testo diderottiano la riproduzione delle opere d'arte citate rintracciabili. Un'edizione più accessibile occupa il IV tomo delleOeuvres curata da L. Versini, Paris. Laffont, 1996, pp. 171-1005.
  76. ^ Denis Diderot (a cura di Maddalena Mazzocur-Mis),I Salon, Bompiani, 2021.
  77. ^abcNoetico, 64.
  78. ^Sensismo ed estetica sensista, inL'illuminismo e l'estetica
  79. ^Alessandro Conti,Restauro, Editoriale Jaca Book, 1992, pp.34-35
  80. ^Diderot,Pensieri sull'interpretazione della natura, Introduzione1753
  81. ^Diderot,L'uomo e la morale, p. 88, a cura di V. Barba, Edizioni Studio Tesi, 1991
  82. ^Diderot,Pensieri filosofici, XX; XXII.
  83. ^D. Diderot,Lettera sui ciechi per quelli che ci vedono a cura di Mirella Brini Savorelli. Firenze, La nuova Italia, 1999
  84. ^Diderot,Pensieri filosofici, XV.
  85. ^Diderot,Pensieri filosofici, IX; XXXIII.
  86. ^The Cambridge Companion to Atheism, a cura di Michael Martin, Cambridge University Press, 2007; p. 30
  87. ^Dupré, Louis. Religion and the Rise of Modern Culture. Notre Dama, Indiana: University of Notre Dame Press, 2008; p. 50.
  88. ^che Diderot cita neiPensieri sull'interpretazione della natura, pag. 43, Armando Editore, 1996 - 128 pagine
  89. ^Diderot,Pensieri filosofici, XIX.
  90. ^inŒuvres complètes de Diderot vol. 19, p. 422.
  91. ^Annabella D'Atri,Vita e artificio: la filosofia di fronte a natura e tecnica; Diderot, Denis, 56
  92. ^Molti hanno contestato che il soggetto sia Diderot, in quanto mostra un colore di occhi e capelli diverso; Diderot in particolare aveva gli occhi castani, mentre il soggetto raffigurato li ha azzurri; al Louvre il ritratto è presentato come raffigurante un personaggio anonimo; cfr. Marie-Anne Dupuy-Vachey,Fragonard: les plaisirs d'un siècle, catalogue de l'exposition, Paris, Musée Jacquemart-André, 2007, Culturespaces, 2007.
  93. ^D. Diderot,Il sogno di D'Alembert, intr. B. Craveri, Milano, Rizzoli 1996
  94. ^Diderot,Pensieri sull'interpretazione della natura, p. 49.
  95. ^Encyclopédie, alla voce "Enciclopedia"
  96. ^Salon, 1767; da:Ouvres esthetique
  97. ^Diderot,L'uomo e la morale, 42.
  98. ^D. Diderot,Ritorno alla natura: Supplemento al Viaggio di Bougainville; a cura di Antonio A. Santucci. Bari, Laterza, 1993
  99. ^"Espèce humaine": "Tutti questi popoli [dell'Africa] sono sudici e grossolani, superficiali e stupidi (...) Non soltanto il colore li distingue, ma differiscono dagli altri uomini per tutti i tratti del loro volto, per i nasi larghi e piatti, per le grandi labbra, e per la lanuggine al posto dei capelli, sembrano costituire un'altra specie di uomini"
  100. ^Diderot e Voltaire sulla "visione dell'altro", sucorsaro.wordpress.com.
  101. ^Diderot,Supplemento al viaggio di Bougainville, p.13
  102. ^Diderot,L'uomo e la morale, p. 116.
  103. ^Diderot,Pensieri filosofici, I-IV.
  104. ^ Denis Diderot,Passions, inEncyclopedia of Diderot & d'Alembert - Collaborative Translation Project, vol. 12, 1º aprile 2004, pp. 142-146.
  105. ^Diderot su DeAgostini Philosofica, suphilosophicaonline.it.URL consultato il 30 dicembre 2013(archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2013).
  106. ^Diderot su riflessioni.it
  107. ^Thérèse Philosophe, o Memorie per far conoscere la storia del Padre Dirrag e ... - Denis Diderot - Google Libri, subooks.google.it.
  108. ^“Thérèse philosophe”: il romanzo erotico dell’Illuminismo attribuito a Diderot, sulundici.it.
  109. ^Il nipote di Rameau di Diderot, suteatrionline.com.
  110. ^Valentina Sperotto,Diderot e l'alterità dei "selvaggi", tra mito e riconoscimentoArchiviato il 12 gennaio 2014 inInternet Archive.
  111. ^Denis Diderot,Il sogno di d'Alembert, parte III, "Seguito della conversazione", con relativo commento e note]

Bibliografia

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Testi biografici

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  • Marie-Angélique Diderot de Vandeul,Diderot, mio padre; a cura di Giuseppe Scaraffia. Palermo, Sellerio, 1987
  • Walter Noetico,Il sogno di Denis Diderot (con appendice biografica), La Fiaccola, 2013.
  • Franco Venturi,Giovinezza di Diderot. Palermo, Sellerio, 1988
  • Arthur M. Wilson,Diderot: Gli anni decisivi, Milano, Feltrinelli 1971.
  • Arthur M. Wilson,Diderot, L'appello ai posteri. Milano, Feltrinelli, 1973.

Studi

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  • Paolo Alatri,Voltaire, Diderot e il "partito filosofico". Messina-Firenze, D'Anna, 1965
  • Paolo Alatri,Diderot: un letterato dall'assolutismo illuminato al populismo democratico. Messina, IPOS, 1972
  • A. Becq... [et al.],Diderot: il politico, il filosofo, lo scrittore, scritti di a cura di Alfredo Mango; prefazione di Paolo Alatri. Milano, F. Angeli, 1986 (Atti del Convegno tenuto a Bra nel 1984)
  • Mario Bonfantini,Introduzione alla lettura di Diderot. Torino, S. Gheroni e C., 1963
  • E. Callot,Six philosophes français du XVIII siècle, Annecy 1963.
  • Andrea Calzolari,Il teatro della teoria: materialismo e letteratura in Diderot. Parma-Lucca, Pratiche, 1977
  • Paolo Casini,Diderot «philosophe». Laterza, Bari, 1962
  • Cesare Colletta,Sta scritto lassù: saggio su Jacques le fataliste di Diderot. Napoli, Liguori, 1978
  • Rino Cortiana,Il viaggio, gli amori e il duello: sistema del passato e sistema illuministico in Jacques le fataliste di Diderot. Venezia, Cafoscarina, 1983
  • D'Aquino, Pasquale.L'enciclopedismo e l'etica del Diderot. Salerno, Verso il 2000, 1965
  • Isa Dardano Basso,La ricerca del segno: Diderot e i problemi del linguaggio. Roma, Bulzoni, 1984
  • Enrico De Angelis:Più lumi: Spinoza, Montesquieu, Rousseau, Diderot, Haydn. Pisa, Servizio Editoriale Universitario, 1986
  • Herbert Dieckmann,Il realismo di Diderot. Roma-Bari, Laterza, 1977
  • Gianfranco Dioguardi,Dossier Diderot. Palermo, Sellerio, 1995
  • Domenico Grimaldi,Diderot politico e moralista dell'Encyclopedie. L'Aquila, Japadre, 1997
  • Michela Landi,Rerum novus nascitur ordo: decadenza e poetica del francese nella Lettre sur les sourds et muets di Diderot. Pisa, ETS, 2003
  • Armando La Torre,Diderot, nostro contemporaneo: la fondazione della critica materialistica e della sociologia dell'arte. Roma, Bulzoni, 1977
  • I. K. Luppol -Diderot. Paris, 1936.
  • Renata Mecchia,Le teorie linguistiche e l'estetica di Diderot. Roma, Carocci, 1980
  • Massimo Modica,Il sistema delle arti: Batteux e Diderot. Palermo, Centro internazionale studi di estetica, 1987
  • Massimo Modica,L'estetica di Diderot: teorie delle arti e del linguaggio nell'età dell'Encyclopedie. Roma, A. Pellicani, 1997
  • Francesco Piselli,L'orologio vivente e il paradosso dell'immobile: studio su Denis Diderot. Milano, Celuc, 1974
  • Lynn Salkin-Sbiroli,Il senso del nonsenso. Cosenza, Lerici, 1980
  • Giuseppe Scaraffia,Scritti su Diderot: tra mistificazione e utopia. Roma, Bulzoni, 1983
  • Fabio Scotto,Le neveu de Rameau di Denis Diderot: analisi socio-critica. Milano, Cooperativa libraria I.U.L.M., 1992
  • Federico L. Silvestre, "L'estetica di Diderot. Il Salòn del 1767 alla luce del trasformismo" inParol. Quaderni d´arte e di epistemologia,v. 21, anno XXVII, 2012
  • Carlo Tamagnone,Denis Diderot. L'ateismo problematico, Civitavecchia, NonCredoLibri, 2013 - Collana Quaderni illuministi.[1][2] su opac sbn
  • Franco Venturi,Le origini dell'Enciclopedia. Torino, Einaudi, 1946

In inglese

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In tedesco

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  • Werner Raupp: Denis Diderot – „Weiß man je, wohin man geht?" Ein Lesebuch. Mit einem Geleitwort von Peter Prange, Rottenburg a. N. 2008 (20092) (Introd., estratti di fonte).

Voci correlate

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Altri progetti

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Altri progetti

Collegamenti esterni

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V · D · M
Coterie holbachiana
MembriBarone d'Holbach ·Denis Diderot ·Barone de Grimm ·Jean-François Marmontel ·Charles-Georges Le Roy ·Abate Raynal ·Jean-François de Saint-Lambert ·Jean-Baptiste-Antoine Suard ·François-Jean de Chastellux ·Augustin Roux ·André Morellet ·Jacques-André Naigeon
FrequentatoriAbate de Condillac ·David Hume ·Jean Baptiste Le Rond d'Alembert ·Turgot ·Adam Smith ·Horace Walpole ·Edward Gibbon ·Abate Galiani ·Charles Marie de La Condamine ·Claude-Adrien Helvétius ·Cesare Beccaria ·Jean-Jacques Rousseau(solo per un periodo) ·Laurence Sterne ·David Garrick ·Benjamin Franklin
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  1. ^id.sbn.it,http://id.sbn.it/bid/TER0037695 Titolo mancante per urlurl (aiuto).
  2. ^id.sbn.it,http://id.sbn.it/bid/VIA0266951 Titolo mancante per urlurl (aiuto).
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