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Dialetto reggino

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Reggino
Riggitanu
Parlato inItalia (bandiera) Italia
Comunità di emigrati reggini all'estero (Germania,Svizzera,Francia,Belgio,Regno Unito,Canada,Stati Uniti,Brasile,Argentina,Australia)
Regioni  Reggio Calabria
Calabria meridionale (Città metropolitana di Reggio Calabria)
Comunità di emigrati reggini nell'Italia settentrionale
Parlanti
Totalepiù di 565.000 in provincia di Reggio
a cui vanno aggiunti gli emigrati nel mondo.
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
 Italiche
  Romanze
   Siciliano
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
Tutti i cristiani nàsciunu lìbbiri e ntâ stessa manera 'i l'autri pi dignità e diritti. Iḍḍi ànnu ognunu u so ciriveḍḍu mi 'rraggiùnunu e nd'ànnu mi càmpunu unu cull'autru comu si fùssiru frati râ stessa matri.
Manuale

Ildialetto reggino[1] (nome nativou riggitanu) è una variantediatopica appartenente al gruppomeridionale estremo dellelingue italo-romanze, parlato nella città diReggio Calabria e in parte dellaCalabria meridionale.

Il reggino - la cui variante più caratterizzante è parlata traScilla eBova, dove presenta un'assenza delle consonanti "dure", tipiche nellacadenza del resto dellaCalabria - è uno dei dialetti ditipo siciliano, solitamente classificato come appartenente algruppo meridionale deidialetti della Calabria. Tuttavia, il dialetto ad esso più vicino è, per ovvie ragioni storiche e geografiche, quellomessinese; per questo, infatti, il reggino risulta essere più prossimo alle parlate dellaSicilia che non a quelle della Calabria centro-settentrionale[2][3][4][5].

Fonetica

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Nel dialetto reggino sono presenti alcune caratteristiche tipiche delle varianti diatopiche dellalingua siciliana, oltre ad alcune peculiarità specifiche condivise con ildialetto messinese:

  • i: una caratteristica unica del dialetto reggino e messinese è che la "i" in sillaba non accentata non all'inizio di parola viene pronunciata/ɨ/:
  • ci: etimologicamente, il suonoci deriva dallatinofl (lat.flumen > sicilianociumi, italianofiume). In reggino, viene pronunciato/ç/ in posizione iniziale o intervocalica; es.ciumi/ˈçumi/ "fiume",ciumara/ˈçumara/ "fiumara";
  • ḍḍ: il latino-ll- si è trasformato in unaocclusiva retroflessa sonora, trascritta come/ɖː/, trascritta talvolta comeddr,ddh odd. Nel dialetto reggino, per evitare confusione, il suono è trascritto comeḍḍ (es.:moddu "molle" <>moḍḍu "molle");
  • j: analogamente ad altri dialetti di tipo siciliano, viene pronunciato/j/; ma in certi casi (dopo un verbo ausiliario,non,un,tri "tre", ma non l'articolo determinativo) si pronuncia/gj/; esempi:
  • tr: in reggino,tr viene pronunciato in una maniera diversa dall'italiano:
  • str: viene pronunciato/ʂɹ/ (la /t/ non viene pronunciata):strata/ˈʂɹata/ "strada";

Esempio della lingua scritta

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Estratti:

Il Padre Nostro

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Patri nostru, chi si ntô celu,
esti santificatu u to nomu
veni u to regnu
i si faci a to volontà
comu ntô celu cusì ntâ terra.
dandi oji u nostru pani cotidianu,
e perdunandi di nostri peccati
comu nui facimu chi nostri debbituri
e non ndi fari i cadimu nde tentazzioni,
ma libberàtindi du mali.
Amen.

L'Ave Maria

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Avi Marìa, china di grazzii
u Signuri è cu tìa.
Tu sì a beneditta tra i fìmmini
e benedittu èsti u figghiu da minna toi, Gesù!
Santa Marìa, mamma di Dìu
prega pi nui peccaturi,
oji e ndô jornu dâ nostra morti
Amen.

Estratto di Nicola Giunta

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RegginoItaliano
—'Mpari brigghiu scaravagghiu,—Compare briglio scarafaggio
—cu so jènnuru e so figghiu,—con suo genero e suo figlio
—a nuvena, araggiu, araggiu,—la novena, adagio, adagio
—si facìvunu nta Riggiu.—si facevano a Reggio.

Storia

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Il dialetto reggino affonda le sue origini nell'antichità, quando il territorio era dominato dalle popolazioniitaliche parlati lingue dell'omonimo gruppo, le quali costituirono ilsubstrato linguistico dell'attuale reggino, derivato, in particolar modo, dalle parlate italiche di ceppoosco-umbro. Le più antiche testimonianze delle popolazioni autoctone ci vengono da antiche monete reggine, sulle quali l'uso di caratteri inlingua osca fa pensare che tale idioma fosse un elemento caratterizzante della lingua parlata nella zona.[6]

La posteriore colonizzazione deigreci vide affiorareRhegion non solo come una delle principali città dellaMagna Grecia, ma anche come centro culturale, artistico, poetico e teatrale; da ciò ne è derivato un notevole influsso linguistico, sia dal punto di vista lessicale che morfo-sintattico. Questi influssi sono ancora oggi notabili in parole di origine greca, quali:

  • 'bampuriḍḍa > lampurida [lucciola]
  • batràci > botrakòs [ranocchio]
  • bucalaci > boubalàkion [lumaca]
  • buccali > baukalion [boccale]
  • bùmmulu > bombule [piccola brocca per l'acqua]
  • cantaru > kantharos [tazza]
  • carasèntula > gâs ènteron [lombrico]
  • cirasa > kerasos [ciliegia]
  • cuḍḍura > kollyra [pane di forma circolare]
  • grasta o 'rasta > gastra [vaso per fiori]
  • 'mpizzari > (eks)èpeson [perdere, sciupare, sprecare]
  • 'nchiovari >(nvi)chiovu [inchiodare]
  • 'naca > nàke [culla]
  • purtu(g)allu > portokàlos [arancia]
  • putrusinu > petroselinon [prezzemolo]
  • scifa > skyphos [coppa]
  • tambutu > tapto[7] (oppure dall'arabotābūt[8]) [cassa da morto, bara]
  • tuppiari otuppulijari > typtō [bussare]
  • 'zìmbaru > xìmaros [caprone]
  • 'zinnapòtamu > kynopotamus [lontra].

L'introduzione di una ulteriore lingua italica, illatino, avvenne in maniera alternata ed in più fasi, poiché Reggio, inepoca romana, godette del diritto di mantenere lingua e cultura greca - sebbene nella pratica coesistente indiglossia con quella latina - rimandando la sua vera e propria latinizzazione effettiva al posteriore periodo normanno e svevo, anche se una significativa presenza della lingua ellenica si prolungò fino al periodo angioino e aragonese, epoca nella quale iniziò il decadimento definitivo della lingua greca inCalabria.[9]

Durante ilMedioevo, con l'arrivo deibizantini, la città divenne uno dei principali centri politici e religiosi dell'Impero d'Oriente in Italia meridionale; in questo contesto l'idioma reggino ebbe un'ulteriore spinta rafforzando il legame con il greco. Alternativamente alla presenza bizantina, Reggio fu per un certo periordo dominiosaraceno, con la conseguente introduzione di alcuni vocaboliarabi, come:

  • carubba > harrub [carrubba (frutto del carrubbo)]
  • gebbia > gebḥ [vasca d'acqua per irrigazione]
  • giuggiulena > giulgiulan [seme di sesamo]
  • limbiccu > al-ambiq [alambicco]
  • 'nzuḍḍa > [dolce tipico reggino]
  • tamarru > tammar (mercante di datteri) [persona maleducata]
  • 'zàgara > zahr [fiore degli agrumi]
  • zibbibbu > zabīb [tipo di uva a grossi chicchi].

QuandoRoberto il Guiscardo, aiutato dal fratelloRuggero, riuscì ad impadronirsi della città di Reggio, la Calabria centro-meridionale entrò in una fase di seconda latinizzazione. Attraverso questo processo alcunitermini normanni vennero assorbiti dalla lingua reggina. Inormanni portarono con sé un esiguo numero di loro parenti francofoni, ma soprattutto molti soldati di ventura dall'Italia meridionale, specialmente dallaCampania, così come da altre zone dellaPenisola.

Questi ultimi si occuparono di diffondere ulteriormente nella Calabria meridionale illatino volgare da loro parlato, il quale, essendo costituito da varietà linguistiche appartenenti al gruppoitalo-romanzo, presentava di conseguenza tratti comuni colvolgare toscano medievale, idioma alla base di quello che, a partire dalXVI secolo - con il nome diitaliano - diverrà lingua ufficiale e amministrativa di tutti iRegni e gli Stati italiani preunitari (con l'unica eccezione delRegno di Sardegna insulare, dove l'italiano standard assunse tale posizione a partire dalXVIII secolo).[10]

Il reggino, come qualsiasi altra varietà linguistica, presenta influenze e prestiti diadstrato derivanti, oltre che dalle restanti continuitàitalo-romanze delle quali forma parte, ed ai prestiti mutuati dalle già menzionate continuità linguistiche non romanze (come quellagreco-bizantina edaraba-medievale), anche da altre continuità linguisticheneolatine distanti da essa, come quellegallo-romanze edibero-romanze.

Alcuni esempi di prestiti gallo-romanzi sono:

  • accia > hâche [sedano]
  • buatta > boîte [lattina]
  • bucceri > boucher [macellaio]
  • mustazzi > moustache [baffi]
  • nduja > andouille [salame]
  • perciari > percer [bucare, perforare]
  • racina > raisin [uva]
  • raggia > rage [rabbia].

Mentre tra i prestiti ibero-romanzi possiamo trovare:

  • buffettuni > dabofetòn [schiaffo]
  • levari > dallevar [portar via]
  • manta > damanta [coperta]
  • ngarrari >agarrar [afferrare]
  • pila > dapila [vasca].
  • spilandrappu > daesparadrapo [cerotto]
  • struppiàrisi> daestropear [guastare]
  • punzeḍḍu > dapincel [pennello].

Classificazione

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Negli ultimi due secoli, il dialetto reggino è stato oggetto di continui studi, non solo per capirne la complessità fonetica e morfologica, ma soprattutto per riuscire a dargli una collocazione definitiva in mezzo agli innumerevoli dialetti meridionali. Il reggino è infatti uno dei dialetti italiani che più di altri ha attirato l'attenzione degli studiosi per le sue peculiarità e le sue radici in tempi antichi. Il rapporto tra impronta greca (grecanica) e storia della Calabria, la più o meno precoce latinizzazione e irelitti lessicali di altre lingue sono oggi argomento di studio e discussione di glottologi e linguisti, soprattutto per il forte contrasto esistente tra questo dialetto e quello parlato nell'altra estremità della regione.

Tra gli altri, vi fu lo studioso tedescoGerhard Rohlfs, convinto assertore di una tarda latinizzazione dell'estremità meridionale della Calabria, che percorse per quasi cinquant'anni la regione, studiandone le varie sfaccettature linguistiche. Stabilendo dunque che«il fondo principale del lessico calabrese è il latino»: non si può negare infatti che nella Calabria meridionale è quasi sconosciuto l'uso del passato prossimo, sostituito dal passato remoto, e che dopo i verbi modali viene escluso l'infinito:

  • vogghiu mi manciu [voglio mangiare] (letteralmentevoglio che mangio)

Dunque secondo il Rohlfs questi due fenomeni si rivelano come manifesti riflessi di una lunga fase di bilinguismo greco-latino.

Grammatica

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La grammatica reggina è alquanto diversa da quella dell'italiano standard. Essa presenta molti costrutti di carattere tipicamente greco e latino.

Morfologia

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Articoli e sostantivi

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Il dialetto reggino ha duegeneri, maschile e femminile.

Gliarticoli determinativi in reggino sono'u per il maschile singolare,'a per il femminile singolare,lu ola per il maschile e femminile singolare davanti a nomi che iniziano per vocale, mentre per il plurale vi è l'unica forma 'i. Gli articoli indeterminativi sono'nu per il maschile e'na per il femminile. Non esistono partitivi.

Se ilsostantivo che segue l'articolo comincia con una vocale, questo si apostrofa, a meno che esso non abbia una consonante iniziale precedentemente caduta:

  • l'occhjali [gli occhiali];
  • l'omu [l'uomo];
  • 'n'àrburu [un albero];
  • i guai [i guai];
  • 'u boi [il bue];
  • 'a figghiola [la ragazza].

Pronomi

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Ipronomi dimostrativi sono:

  • chistu [questo];
  • chista [questa];
  • chiḍḍu, [quello];
  • chiḍḍa [quella];
  • chisti [questi];
  • chiḍḍi [quelli, quelle].

Più usate nel parlato sono le forme abbreviate:'stu,'sta,'sti,'ḍḍu, 'ḍḍa,'ḍḍi.

Ipronomi personali sono:

personafunzione soggettofunzione complemento
forma tonicaforma atona
1ª singolarejèu-eumìam'
2ª singolaretutìat'
3ª singolaremaschileiḍḍuchiḍḍus', 'nci
femminileiḍḍachiḍḍas'
1ª pluralenuinuindi
2ª pluralevuivuiv'
3ª pluraleiḍḍichiḍḍis', nci

Il pronome di seconda persona singolaretu si può trovare nella lingua parlata col presentativo encliticoni, quindi cometuni. Il presentativo-ni si può trovare anche con 'ḍḍa (lì) quindi 'ḍḍani, con 'cca (qui) quindi 'ccani.

Se la forma dativa del pronome soggetto è seguita da un pronome oggetto, a differenza dell'italiano, la forma dativa si omette lasciando posto solo per il pronome oggetto:

  • u ricu cchiù tardi [lo dico più tardi].

Volendo si può specificare il soggetto mediante l'aggiunta di un pronome personale:

  • a iḍḍu nci(u) ricu cchiù tardi [a lui lo dico più tardi].

Per la"forma di cortesia" il reggino adopera il "Voi".

  • da undi viniti (vui)? [Lei da dove viene?].

Quando ilpronome riflessivo della prima persona plurale è seguito da pronome oggetto (in italiano reso conce) e si trova alla forma negativa, esso divieneno'ndi in dialetto reggino:

  • nui no'ndi (nni) jamu [noi nonce ne andiamo].
  • jamunindi [andiamocene]

Ipronomi relativi sono:

  • cu', cui [chi];
  • ca, chi [il quale, la quale, i quali, le quali, di cui, a cui].

Per esempio:

  • cu' sì tu'? [chi sei?];
  • a 'gnura ca vitti ajeri [la signora che ho visto ieri];
  • ḍḍi libbri chi mi ricisti [quei libri di cui mi hai parlato].

Aggettivi

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Gliaggettivi possessivi sono:

personamaschile singolarefemminile singolareplurale indistinto
1a singolaremeumeamei
2a singolaretoitoitoi
3a singolaresoisoisoi
1a pluralenostrunostranostri
2a pluralevostruvostravostri
3a pluralesoisoisoi

In dialetto reggino l'aggettivo possessivo va sempre posto dopo il nome al quale si riferisce (es. 'a màchina mea, la mia automobile). Questo perché in realtà gli aggettivi possessivi del dialetto reggino non derivano direttamente dai possessivi latini, come in italiano e nelle altre lingue romanze, ma dai genitivi dei pronomi personali. Es:tui latino (di te) diventa il regginotoi esui latino (di lui o di loro) diventa il regginosoi. Ecco perchétoi esoi sono uguali sia per il maschile sia per il femminile, senza variare al plurale: in realtà è come se fossero dei genitivi, e, come in latino, vengono posposti al nome a cui si riferiscono. Nella 1ª persona singolare si può usare anche la formamei (dal latinomei, di me) per tutti i generi al plurale e singolare (es.beḍḍu mei, bello mio). Spesso però, nella lingua parlata, si usa più facilmente una forma contratta di questo aggettivo, (es. 'a mè machina, la mia macchina, oi mè figghji, i miei figli). Questo vale anche pertoi, che diventato (es.to' figghja, tua figlia,tò patri, tuo padre, 'i to cosi, le tue cose) e persoi che diventaso (es. sò mamma, sua mamma,so frati, suo fratello,i so amici, i suoi amici).

Preposizioni

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Lepreposizioni semplici sono:

  • ri, ra [di];
  • a [a];
  • i [da];
  • nta, 'nda [in]: ntô, ndô, ntâ, ndâ, ndî, ndê, ntê (nelle sue preposizioni articolate);
  • cu [con];
  • supra [su];
  • pi' [per];
  • 'ntra [tra, fra].

Possono fare anche da preposizioni:

  • sutta [sotto];
  • ammenzu [in, fra, in mezzo].

Lepreposizioni articolate sono:

 uali
ri, ra
aòâé
ii'lui'ladi li
nta, nda'nt'ô'nt'â'nta li
cuc'ûc'âch'i
suprasupr'ôsupr'âsupra li
pi'p'ûp'âp'i

Chi (lat.quia) può avere valore di:

  • preposizione relativa:vògghju 'ccattàri 'u primu chi tròvu [comprerò il primo che trovo];
  • congiunzione:
    1. nellaproposizione dichiarativa:sacciu chi èsti 'nu bbràvu figghjòlu [so che è un bravo ragazzo];
    2. nelleproposizione consecutiva:téni tanti i 'ḍḍi libbri chi cása sòi pari 'na bibbliotèca [ha tanti libri che la sua casa sembra una biblioteca];
  • introdurre ilsecondo termine di paragone:era 'cchjù a fòlla chi 'u 'rrèstu [era più la folla che il resto].

Ilpartitivo in reggino non esiste, e per tradurlo vengono adoperate due forme:

  • 'nu pòcu / 'na stampa [un poco];
  • 'ddùi [due].

Per esempio:

  • pozzu m'haju 'n'pòcu i purtuàlli? [potrei avere delle arance?];
  • ajéri 'ccattài 'ddu' pùma [ieri ho comprato delle mele].

Coniugazione verbale

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Il sistema verbale reggino è molto complesso e differente da quello italiano. Esso si basa su costrutti di tipica origine latina e greca e conosce solo due coniugazioni, che sono: -ári ed -íri.

Iverbi principali e le loro coniugazioni all'indicativo presente sono:

  • Essere (non come ausiliare):sugnu,,êsti,símu,síti,ennu/sunnu;
  • Avere (anche in luogo diDovere): nd'haju, nd'hái, nd'hávi, nd'avímu, nd'avíti, nd'hannu;
  • Stare:staju,stai,sta,stamu,stati,stannu;
  • Andare:váju,vái,váj,jámu,jíti (oghíti),vánnu;
  • Tenere (in senso di possesso):tègnu,tèni,tèni,tinímu (otenímu),tiníti (oteníti),tènunu;
  • Fare:fazzu,fái,fáci,facímu,facíti,fàciunu (ofànnu).

Caratteristica tipica è l'uso frequente della prostesi della vocale-a-, che porta ad una doppia forma verbale:

  • ballàri eabballàri [ballare];
  • roccàri earroccàri [impuntare].

Modo infinito

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Se l'infinito segue un verbo di desiderio o d'ordine, viene tradotto con la congiunzionemi (omu oma) seguita dal presente indicativo del verbo:

  • vògghju mi ti dìcu [voglio dirti];
  • dìnci mi véni [digli di venire].

Modo indicativo

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Le desinenze per formare l'indicativo presente sono le seguenti:

  • prima coniugazione:-u,-i,-a,-ámu,-áti,-unu;
  • seconda coniugazione:-u,-i,-i,-ímu,-íti,-unu.

Nei verbi monosillabici compare la desinenza-ju (oiu) per le prime persone:

  • vaju [vado];
  • 'mbîju [vedo];
  • stàju [sto].

Nell'imperfetto troviamo le seguenti desinenze:

  • prima coniugazione:-áva,-ávi,-áva,-àvumu,-à(u)vu,-àvunu;
  • seconda coniugazione:-íva,-ívi,-íva,-ívumu,-í(u)vu,-ívunu.

Per il tempoperfetto le desinenze sono:

  • prima coniugazione:-ài,-àsti,-àu,-àmmu,-àstuvu,-àrunu;
  • seconda coniugazione:-ía,-ìsti,-íu,-ìmmu,-ìstuvu,-ìtteru / -irunu.

In dialetto reggino non esiste una forma univerbale difuturo, che perciò viene spesso sostituito dal presente indicativo oppure viene espresso mediante la perifrasi futurale derivata dal latinohabeo ab + infinito, caratteristica questa che è comune ad altre lingue, tra cui lalingua sarda:

  • haju mi cùntu [racconterò].

Questo costrutto è usato anche per esprimere il senso di necessità:

  • C'aìmu a fàri? [cosa dobbiamo fare?].

Modo congiuntivo

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Ilcongiuntivo presente ha tutta una sua forma particolare, tipica poi dei dialetti meridionali estremi; si rende con la congiunzionemi seguita dal presente indicativo:

  • Dinci mi vènunu cu nnùi! [digli che vengano con noi!].

Al contrario, ilcongiuntivo imperfetto ha delle desinenze proprie:

  • prima coniugazione:-àssi,-àssi,-àssi,-àssimu,-àssuvu,-àssiru;
  • seconda coniugazione:-ìssi,-ìssi,-ìssi,-ìssumu,-ìssuvu,-ìssuru.

Modo condizionale

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Altro tempo verbale inesistente è ilcondizionale, sostituito dall'imperfetto indicativo o dall'imperfetto del congiuntivo:

  • vulìva mi vaju ô cìnema [vorrei andare al cinema];
  • vulìva mi vègnu puru jèu [vorrei venire anche io].

Modo imperativo

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L'imperativo è formato semplicemente con l'aggiunta della desinenza-a per la seconda persona singolare,-àmu o-ímu per la prima persona plurale, e-àti o-íti per la seconda persona plurale:

  • vàrda!/Talia! [guarda!],
  • jàmu! [andiamo!],
  • viníti! [venite!].

Modo gerundio

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Ilgerundio si ottiene aggiungendo la desinenza-àndu per i verbi del primo gruppo, e-èndu per i verbi del secondo:

  • 'nchjanàndu [salendo],
  • 'fujèndu [correndo].

A volte per tradurre il gerundio si fa ricorso ad unapreposizione relativa:

  • mi vìtti 'u film mentri mangiáva [ho visto il film mangiando].

Modo participio

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Ilparticipio passato è formato con l'aggiunta del suffisso-átu per i verbi appartenenti al primo gruppo, e del suffisso-útu per i verbi appartenenti al secondo.

  • virùtu [visto],
  • mangiàtu [mangiato],
  • 'mbivùtu [bevuto].

Essere (êssiri)

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personaIndicativo presenteImperfettoPerfettoCongiuntivo presenteCongiuntivo imperfetto
(J)èusugnuêrafùj(a)chi fùssifùssi
Tu(ni)êrifùstichi fùssifùssi
Iḍḍu, Iḍḍa/Iju, Ijaêstiêrafu'chi fùssifùssi
Nu(i)símuêrumu/eramufùmmu/fummachi fùssimufùssimu
Vu(i)sítiêruvu/eravufùstu/fustivuchi fùstu/fustivufùstivu
Iḍḍi/Ijiennu/sunnuêrunu/eranufúruchi fùssirufùssiru

Avere (aìri)

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personaIndicativo presenteImperfettoPerfettoCongiuntivo presenteCongiuntivo imperfetto
(J)èund'hajuaìvaèppichi aìssiaìssi
Tu(ni)nd'haiaviviaìstichi aìssiaìssi
Iḍḍu, Iḍḍa/Iju, Ijand'haviaìvaèppichi aìssiaìssi
Nuind'avìmuavìumuèppimuchi aìssimuaìssimu
Vuind'avítiavìuvuavistivuchi aìssivuaìssivu
Iḍḍi/Ijind'hannu/avinuavìvunuèppiruchi aìssiruaìssiru

Note

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  1. ^Riconoscendo l'arbitrarietà delle definizioni, nella nomenclatura delle voci viene usato il termine "lingua" in accordo alle normeISO 639-1,639-2 o639-3. Negli altri casi, viene usato il termine "dialetto".
  2. ^Gerhard Rohlfs, Studi su lingua e dialetti d'Italia, Sansoni, Firenze, 1972.
    «Quello che distingue la Calabria meridionale dalla situazione linguistica in Sicilia è unicamente una altissima percentuale di grecismi, di fronte ai moltissimi arabismi della Sicilia. Per il resto si può dire che la Calabria meridionale linguisticamente [...] non è altro che un avamposto della Sicilia, un balcone della Sicilia»
  3. ^Avolio F., Lingue e dialetti d’Italia, Carocci, Roma, 2009.
    «La Calabria appare solcata da una serie notevole di confini linguistici che distinguono i dialetti meridionali dal siciliano. Ricordiamo, a mo' di esempio: a) la vocale finale "-ë", che in genere non va oltre la linea Cetraro-Bisignano-Melissa; b) le assimilazioni dei nessi consonantici "-mb-" e "-nd-" ("quannu", quando, "chiummu", piombo), che non vanno a sud della linea Amantea-Crotone; c) l'uso di "tenere" per "avere" (non con il valore di ausiliare: "tène 'e spalle larghe"), diffusissimo dal Lazio in giù, ma già sconosciuto a Nicastro e Catanzaro (dove si dice "ndavi i spaḍḍi larghi", o simili); d) l'uso del possessivo enclitico, nelle prime due persone, con molti nomi di parentela e affinità ("fìgghiuma", mio figlio, "fràttita", tuo fratello), che raggiunge la piana di Rosarno e la Locride, ma non lo stretto di Messina (dove si dice, alla siciliana, "me figghiu", "to frati")»
  4. ^Varvaro A., «Sizilien», in «Italienisch, Korsisch, Sardisch», Max Niemeyer Verlag, Tubinga, 1988.
    «Rispetto ad altre situazioni romanze, quella sic. è caratterizzata dalla facilità di identificare la delimitazione del dialetto con i limiti dell'isola (e delle isole minori). Questa convenzione attribuisce dunque un significato assai rilevante allo stretto di Messina, elevato a sede di un confine linguistico che a dire il vero non trova alcun riscontro nella realtà, in quanto i caratteri delle parlate delle due sponde sono del tutto analoghi, come lascia prevedere, a non dire altro, la frequenza dei contatti tra le due rive (fino ad epoca moderna assai più agevoli di quelli con molte località del montuoso e difficile territorio alle spalle di Messina). Il fatto è che tutte le isoglosse che distinguono il siciliano dai dialetti meridionali si distribuiscono a varia altezza lungo la Calabria»
  5. ^Giacomo Devoto, Gabriella Giacomelli, I dialetti delle regioni d'Italia, Firenze, Sansoni, 1972, p. 143.
    «Favoriti dalla conformazione geografica dell'isola, i dialetti siciliani sono abbastanza unitari, anche se le differenze che li distinguono non sono del tutto insignificanti. Tuttavia una propaggine siciliana esce dalla Sicilia per estendersi attraverso lo stretto di Messina nella Calabria meridionale, più o meno in connessione con la provincia di Reggio»
  6. ^Matteo Calabrese:Lingua e cultura degli Oschi tra caratteri indigeni e influenze latine: biculturalismo e bilinguismo, suacademia.edu.
  7. ^Etimologia Greco-Latina di Vocaboli Dialettali (PDF), suold.consiglio.basilicata.it.URL consultato il 23 gennaio 2011(archiviato dall'url originale il 26 novembre 2019).
  8. ^tabbuto, sutreccani.it.
  9. ^Vincenzo Dorsa:La tradizione greco-latina nei dialetti di Calabria (PDF), suanticabibliotecarossanese.it.
  10. ^Enciclopedia Treccani: Storia della lingua italiana, sutreccani.it.

Bibliografia

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  • Gerhard Rohlfs,Nuovo Dizionario Dialettale della Calabria, Longo, Ravenna, 1977ISBN 88-8063-076-8 (sesta ristampa, 2001);
  • Gerhard Rohlfs,Dizionario dei Cognomi e Soprannomi in Calabria, Longo,Ravenna, 1979;
  • Gerhard Rohlfs,Dizionario toponomastico ed Onomastico della Calabria, Longo,Ravenna, 1990;
  • Gerhard Rohlfs,Dizionario dialettale delle tre Calabrie. Milano-Halle, 1932-1939.
  • Gerhard Rohlfs,Vocabolario supplementare dei dialetti delle Tre Calabrie (che comprende il dialetto greco-calabro di Bova) con repertorio toponomastico. Verl. d. Bayer. Akad. d. Wiss., München, 2 volumi, 1966-1967
  • Gerhard Rohlfs,Grammatica storica dei dialetti italogreci. Beck, München, 1977, Nuova ed. interamente rielaborata ed aggiornata
  • Gerhard Rohlfs,Dizionario dei cognomi e soprannomi in Calabria. Longo, Ravenna, 1982
  • Giuseppe Pensabene,Cognomi e Toponimi in Calabria, Gangemi,Reggio Calabria, 1987;
  • G. Amiotti - M. Vittoria Antico Gallina - L. Giardino,I Greci nel sud dell'Italia (Collana: I popoli dell'Italia Antica), Amilcare Pizzi,Milano, 1995;
  • Autori Vari,Storia e Civiltà dei Greci, Bompiani, IV edizione 2000;
  • F. Mosino,Dal Greco antico al Greco moderno in Calabria e Basilicata, G. Pontari,Reggio Calabria, 1995;
  • Autori Vari,Storia della Calabria, Gangemi,Reggio Calabria, 1988/1999.
  • F. Violi,Lessici antropo-toponimici di Bova e Palizzi, UTE-TEL-B,Bova Marina, 2004.
  • Giuseppe Antonio Martino - Ettore Alvaro,Dizionario dei dialetti della Calabria meridionale. Qualeculura-Vibo Valentia, 2010.

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V · D · M
Italia (bandiera)Lingue e dialetti d'Italia
Legislazione italiana a tutela delle minoranze linguistiche
Gruppo galloitalico
PiemonteseAlessandrino ·Astigiano ·Biellese ·Cairese ·Canavesano ·Cuneese ·Langarolo ·Monregalese ·Novarese Occidentale ·Valsesiano ·Vercellese
LigureFinalese ·Intemelio (Brigasco) ·Novese ·Savonese ·Spezzino ·Tabarchino
EmilianoBasso mantovano (Guastallese) ·Bolognese ·Carrarese ·Ferrarese (Comacchiese) ·Lunigianese ·Mantovano ·Modenese (Carpigiano ·Mirandolese ·Frignanese) ·Parmigiano ·Piacentino (Bobbiese) ·Reggiano
LombardoOccidentale (Milanese ·Comasco ·Lodigiano ·Varesotto ·Brianzolo ·Novarese ·Lecchese ·Monzese ·Lomellino) ·Orientale (Bergamasco ·Bresciano ·Cremonese ·Cremasco ·Alto mantovano) ·Alpino
AltriRomagnolo ·Gallo-piceno (Senigalliese) ·Gallo-italico di Sicilia ·Gallo-italico di Basilicata · Dialetti liguri-piemontesi (Altarese) · Dialetti lombardo-emiliani (Tortonese ·Pavese ·Oltrepadano)
VenetoBisiacco ·Centrale ·Coloniale (Goriziano ·Pordenonese ·Triestino ·Udinese) ·Gradese ·Settentrionale(Lamonese ·Primierotto) ·Veneziano (Chioggiotto) ·Veronese ·Pavano
Lingua italiana
edialetti toscani
Italiano regionale (meridionale ·settentrionale ·siciliano ·sardo) ·Italiano popolare ·Biturgense ·Gallurese ·Lucchese(Viareggino) ·Massese ·Sassarese ·Versiliese ·Capraiese
Gruppo mediano
UmbroPerugino ·Tifernate ·Viterbese
Marchigiano centraleAnconitano ·Jesino ·Osimano
AltriLaziale centro-settentrionale (Alatrense ·Marinese) ·Romanesco ·Sabino (Aquilano)
Gruppo meridionale intermedio
AbruzzeseAbruzzese orientale (Teramano) ·Marchigiano meridionale (Ascolano) ·Teatino
CampanoBeneventano ·Cilentano ·Irpino (Arianese) ·Laziale meridionale (Sorano) ·Napoletano
PuglieseAndriese ·Barese ·Foggiano ·Lucerino
LucanoArea appenninica lucana ·Area apulo-lucana ·Area Lausberg (Marateota) ·Metapontino
AltriMolisano
Gruppo meridionale estremo
SicilianoOccidentale (Palermitano ·Agrigentino (Bivonese) ·Pelagio) ·Pantesco ·Centrale ·Orientale (Catanese) ·Sudorientale ·Messinese ·Eoliano ·Reggino
AltriSalentino (Brindisino ·Leccese) ·Cilentano meridionale ·Cosentino ·Catanzarese ·Crotonese
SardoCampidanese (Cagliaritano) ·Logudorese
Gruppo retoromanzo
LadinoBadioto ·Gardenese ·Fassano ·Livinallese ·Ampezzano ·Noneso ·Solandro ·Cadorino
FriulanoOccidentale ·Centro-orientale (Orientale) ·Carnico ·Tergestino ·Muglisano
Altrelingue romanzeDialetti apulo-salentini (Tarantino) · Dialetti ladino-veneti (Agordino ·Zoldano) · Dialetti lombardo-veneti (Trentino (Pinetano)) ·Francese (francese valdostano) ·Francoprovenzale (Faetano ·Valdostano) ·Occitano (Guardiolo ·Vivaro-alpino) ·Catalano algherese ·Lingue giudeo-italiane (Giudeo-piemontese ·Bagitto)
Lingua tedescaWalser ·Bavarese (Cimbro ·Mocheno ·Sappadino ·Saurano ·Sudtirolese ·Timavese)
Lingue slaveSloveno (Resiano ·Po nasen) ·Croato molisano
Altrelingue indoeuropeeAlbanese d'Italia ·Dialetti greco-italioti (Grecanico ·Grico) ·Romanì (Romaniska)
Lingue dei segniLingua dei segni italiana
Lingued'immigrazione recenteAlbanese ·Arabo ·Bengalese ·Cinese ·Inglese ·Polacco ·Serbocroato ·Spagnolo ·Rumeno ·Russo ·Ucraino
† =lingua estinta
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