Il terminedestra sociale rappresenta una dottrina che, pur restando nell'ambito delladestra, mira a coniugare istanze tipiche di quell'orientamento (latradizione, lagerarchia e l'organicità, ilcomunitarismo, ilnazionalismo) apolitiche sociali, comprendendo quindi ilcorporativismo, lasocializzazione dell'economia, ed eventualmente fino a forme disocialismo nazionale. Ladestra sociale in tal modo intesa viene classificata nell'insieme delle ideologie dette di "terza posizione" o "terza via", che nelle loro forme radicali si pongono come alternative siacapitalismo sia alsocialismo.
Altri commentatori, come Guido Caldiron, hanno descritto il terminedestra sociale come l'insieme delle dottrine che nell'ambito delcentro-destra, della destra e dell'estrema destra assumono posizioni critiche nei confronti delliberalismo e delliberismo, propugnando politiche che spaziano dall'economia sociale di mercato alla socializzazione dell'economia, passando per l'economia post-keynesiana[1]. Quest'ultima definizione è però criticata da altri commentatori che, appellandosi alla prima definizione, distinguono ilnazionalismo sociale odestra sociale dalladestra conservatrice[2][3][4][5].
È alquanto critica nei confronti dell'economia classica e tollerante nei confronti dell'intervento statale nell'economia in favore delle classi disagiate. Nel suo ramo estremo invece punta all'annullamento del disagio appianando le differenze economiche, realizzabile unicamente mediante la "socializzazione".[6]
Si caratterizza inoltre per una visionecorporativista ecomunitaria, nell'ambito della quale si ritiene che, per dare slancio alla comunità nazionale, sia innanzitutto necessario valorizzare nella sua azione l'identità nazionale (condividendo qualche aspetto delconservatorismo nazionale e dell'identitarismo), i valori dellafamiglia (sostenendo quindi istanzeantifemministe), dei corpi intermedi (quali associazioni, gruppi politici, ordini professionali) e delle comunità locali, compiendo scelte di carattere economico e sociale basate sui principi della partecipazione e dellasolidarietà. Essa ritiene che l'individuo si formi e si realizzi compiutamente nell'ambito delle relazioni, in particolare in quelle non utilitariste - prima fra tutte lapolitica - che riesce a intrecciare nei diversi ambiti in cui dispiega la sua esistenza. La cultura comunitaria ritiene che l'individuo completi la propria realizzazione da “persona umana” come “essere che vive con e per gli altri”, nel contesto della cultura del suo popolo e della sua comunità locale e nazionale.
SecondoMarcello Veneziani il comunitarismo è: “il senso del radicamento in un orizzonte sociale e culturale avvertito come orizzonte comune, plurale e significativo. Comunitario è chi assegna valore all'identità, alla provenienza, dunque all'origine; e alle vie che conducono alle radici, come le tradizioni. Comunitario è chi assegna valore al legame sociale, religioso, familiare, nazionale, che non vive come vincolo ma come risorsa. Comunitario è chi ritiene che ogni Io abbia un luogo originario o eletto, che avverte come patria. Il comunitario infine è colui che assegna importanza al comune sentire, ai riti, le usanze e i costumi di un popolo”.
È per lafiscalità monetaria proposta dal poetaEzra Pound e successivamente dal professorGiacinto Auriti.[7]
Pur avendo un fondamento laico ed annoverando tra le proprie file anche aderentiatei, la destra sociale riconosce i valori solidaristicicattolici nella storia dell'Europa e del suo popolo,[8] con particolare riferimento alle encicliche socialiRerum Novarum eQuadragesimo Anno,[9] li concilia con le tradizioni pre-cristiane locali e rispetta qualunque credo religioso che non contrasti con la cultura nazionale (quest'ultimo aspetto viene utilizzato in chiave accusatoriacontro l'Islam) ed accomuni gli uomini nella loro ricerca di una spiritualità trascendente. All'interno delle varie formazioni riconducibili alla destra sociale si riscontrano inoltre tentativi di recupero delle fedi native dei popoli europei nelle loro variantineo-pagane eneo-gnostiche.
All'interno della destra sociale si registrano diverse visioni per quanto riguarda politica estera eambientalismo:
Le ideologie considerabili provenienti da una matrice di destra sociale sono sorte a partire dal XIX secolo inEuropa, nel contesto dellaRivoluzione industriale, la quale provocò il diffondersi didisuguaglianze economiche, disagio e povertà[10]. In quel periodo diversi esponenti politici europei, tendenzialmente conservatori, iniziarono a promuovere misure volte a proteggere le classi sociali vulnerabili dalla povertà e dalle disuguaglianze, con l'obiettivo di evitare instabilità e conflitti sociali, oltre che di ostacolare l'affermazione dei movimenti socialisti.
NelRegno Unito tali progetti vennero sostenuti in quel periodo da esponenti eterodossi delPartito Tory quali Richard Oastler e Michael Thomas Sadler; inGermania, prima della nascita dell'Associazione Nazional-Sociale, fu il cancelliereOtto von Bismarck a creare la prima forma moderna di welfare state e ad adottare un insieme di misure sociali che venne definito dall'opposizione liberalesocialismo di Stato; inFrancia tali idee vennero propugnate dailegittimisti, mentre inSpagna vennero propugnate daicarlisti. InItalia, inizialmente, vennero sostenute da alcuni esponenti dellaSinistra storica, comeFrancesco Crispi, il quale da presidente del Consiglio prese ad esempio le iniziative di Bismarck.
In Italia uno dei primi a parlare di una forma di nazionalismo sociale in economia fuEnrico Corradini[11], esponente dell'Associazione Nazionalista Italiana. Elaborazioni successive emersero dalle esperienze delsansepolcrismo, delfascismo sociale (Carta del Lavoro,sindacalismo fascista,legislazione sociale fascista), legate anche agli aspettirivoluzionari eanticapitalisti,[1] che puntavano ad un cambiamento della società in senso maggiormente spirituale, razionalmente egualitario, epauperistico, nell'ambito della ricerca della "terza posizione".
NellaPrima Repubblica le istanze della destra sociale erano prevalentemente rappresentate da una corrente di pensiero interna alMovimento Sociale Italiano[12] rappresentata daPino Romualdi e poi anche daPino Rauti[13], la quale era però minoritaria e contrapposta alla corrente filo-borghese e filo-atlantista rappresentata daAugusto De Marsanich e daArturo Michelini. Durante gli anni '50, una parte della corrente di sinistra uscì dal MSI per fondare ilRaggruppamento Sociale Repubblicano, che tuttavia ebbe vita breve. La sintesi di queste due correnti fuGiorgio Almirante, ex esponente dell'area romualdiana, che individuò nelnazionalismo, nelcorporativismo, nelpresidenzialismo, nell'anti-regionalismo e nei richiami alla socializzazione i temi capaci di unire le singole componenti.[14]
La linea di Almirante, di stampo borghese e conservatore[15] era contraria alla teoria rautiana dello "sfondamento a sinistra", che avrebbe portato ad un abbandono della posizione anticomunista per contendere alla sinistra il suo elettorato su temi quali ambientalismo, antiamericanismo, terzomondismo; si trattava di un atteggiamento aperto alle sfide di un mondo in evoluzione e un maggiore anti-capitalismo, elemento comunque presente nei programmi sociali del MSI, sebbene ancora orientati verso schemi considerati dal mondo giovanile non sufficientemente critici nei confronti del liberalismo. Uno degli elementi di frizione maggiore fu l'idea dei giovani dellaNuova Destra di andare oltre gli schemi di destra e sinistra, di aprire al dialogo con mondi culturali opposti come quello socialista o comunista[16][17].
SecondoBeppe Niccolai, Almirante portò l'MSI verso unaderiva borghese e conservatrice che causò l'abbandono o l'espulsione di alcuni esponenti riconducibili alla destra sociale; nonostante ciò era comunque presente nel MSI una corrente a "sinistra" sui temi economici e sociali, che negli anni '80 cominciò a guardare con favore alPartito Socialista Italiano, al segretarioBettino Craxi e all'idea disocialismo tricolore[18]. Aderivano a tale corrente, tra gli altri, Niccolai, Umberto Croppi,Giorgio Pisanò,Giulio Maceratini,Domenico Mennitti,Adriana Poli Bortone eGiano Accame.
In particolar modo, nel1985 sullacrisi di Sigonella il partito si divise in due fazioni. L'ala maggioritaria, maggiormente legata alla divisione Occidente-Oriente, caratterizzata da un anticomunismo intransigente che considerava l'Oriente filo-sovietico[19], era capeggiata daMirko Tremaglia,Giuseppe Tatarella eFilippo Berselli, con il segretario Almirante sulla linea "alleati sì, servi mai". L'ala minoritaria, filo-palestinese, era invece guidata daBeppe Niccolai e sostenuta daPino Rauti,Tommaso Staiti di Cuddia ed ancheFranco Servello. Proprio Niccolai convinse il comitato centrale missino ad emanare un comunicato a sostegno del presidente del Consiglio Bettino Craxi[20].
Nel 1990 Pino Rauti, leader dell'ala "sinistra" del MSI, fu eletto segretario al posto diGianfranco Fini, delfino di Almirante. Durante il suo primo discorso da segretario, Rauti indicò la sua linea politica, nota già dagli anni '70, intenzionata a ottenere voti da sinistra, sostenendo anche cause ambientaliste e terzomondiste[21]. Tale linea portò il partito a scontrarsi ideologicamente con altri partiti della destra sociale europea, come ilFronte Nazionale francese diJean-Marie Le Pen o iRepubblicani tedeschi[22].
Prima che iniziasse laGuerra del Golfo, Fini andò a portare prima tutto il suo appoggio a Saddam Hussein (recandosi a Baghdad con Jean-Marie Le Pen) e poi a Slobodan Milošević, criticando l'intervento militare della NATO e denunciando apertamente l'imperialismo occidentale, nell'intento di sottrarre consensi al segretario di allora Pino Rauti. In seguito sulla guerra del Golfo la linea dell'opposizione guidata da Fini cambiò a favore dell'intervento in Iraq, allineandosi con l'ala rautiana.
LaSeconda Repubblica vide nel MSI laSvolta di Fiuggi: i favorevoli appoggiarono la sua confluenza inAlleanza Nazionale, cercando di arginare l'antiamericanismo ed incorporando idee maggiormente liberali in tema economico, a seguito anche dell'alleanza con il partitoForza Italia diSilvio Berlusconi; i contrari alla svolta confluirono nelMovimento Sociale Fiamma Tricolore, fondato daPino Rauti nel tentativo di ricostruire una forza politica dai tratti culturali e programmatici simili al defunto MSI. All'interno di AN si distinse la correnteDestra sociale guidata daGianni Alemanno eFrancesco Storace
Nel 2004Alessandra Mussolini abbandonò Alleanza Nazionale e fondò la listaAlternativa Sociale, che includevaForza Nuova,Fronte Nazionale,Azione Sociale e, per un certo periodo, anche il MSFT; la coalizione non ebbe successo e si sciolse nel2006. Nel 2007 si verificò l'abbandono diFrancesco Storace, in dissenso con la linea di Fini di avvicinare AN alPartito Popolare Europeo, e la fondazione deLa Destra, che nel 2008 si alleò con il MSFT per costituire la listaLa Destra - Fiamma Tricolore, scioltasi nel2009. Ancora nel 2009Luca Romagnoli diede vita all'associazione culturaleDestra Sociale.
Nel 2012 un gruppo di parlamentari fuoriusciti daIl Popolo della Libertà, guidati daIgnazio La Russa,Giorgia Meloni eGuido Crosetto, fondòFratelli d'Italia, che nel 2013 ottenne la concessione, da parte della fondazioneAlleanza Nazionale, dell'utilizzo del simbolo della fiamma tricolore, storico simbolo del MSI, ponendosi quindi come erede diretto di quella tradizione politica nonostante le notevoli differenze tra la struttura del MSI e quella di FdI. Nel 2015 l'associazione Destra Sociale di Romagnoli decise di federarsi con FdI, e nel 2019 confluì nel medesimo partito ilMovimento Nazionale per la Sovranità, fondato da Storace nel 2017. Nel 2023 venne rifondata l'associazione culturale Destra Sociale, a seguito della scioglimento dell'omonimo movimento di Romagnoli, avvenuto a seguito dell'insediamento del governo Meloni a causa di varie divergenze politiche con questo.
Per quanto concerne l'area extraparlamentare, siaForza Nuova cheCasaPound sostengono ilcorporativismo; si distinguono in quanto in FN è possibile riscontrare maggiormente idee provenienti dalsocialismo nazionale, mentre in CPI, che nel 2019 ha annunciato la cessazione delle attività elettorali, sono predominanti le tesi delcomunitarismo.
All'interno dell'area della destra parlamentare, quindi anche della coalizione di centro-destra, il sostegno alle istanze della destra sociale è sporadico e limitato ad alcuni concetti, prevalentemente impiegati come slogan elettorali: nonostante i riferimenti al comunitarismo, al pauperismo e allasocializzazione dell'economia[23], nonché critiche allaglobalizzazione[24], i programmi politici dei partiti di centro-destra sono affini aconservatorismo nazionale,conservatorismo nazionale,sovranismo,euroscetticismo,liberalismo eneoliberismo.[25][26][27].
Attualmente tali teorie trovano valorizzazione nei seguenti soggetti politici:
A livello giovanile si distinguono: