Il terminedestra può anche riferirsi alla "sezioneconservatrice oreazionaria di un partito o sistema politico".[19]
InEuropa, i conservatori economici sono solitamente considerati liberali e la destra include i conservatorireligiosi, gli oppositori all'immigrazione, inazionalisti e, storicamente, un numero significativo di movimentianti-capitalisti, inclusi conservatori e fascisti, che si opposero al capitalismo contemporaneo perché credevano che l'eccessivomaterialismo e l'egoismo fossero intrinseci in esso.[20][21]
I termini politicidestra esinistra furono usati, per la prima volta, durante laRivoluzione francese del XVIII secolo per indicare la disposizione dei posti a sedere nelParlamento: coloro che sedevano a destra della sedia del presidente (le président) erano ampiamente favorevoli alle istituzioni dell'Antico Regimemonarchico. La destra originale, in Francia, si formò come reazione contro la "sinistra" e comprendeva coloro che sostenevano ilclericalismo, la gerarchia e la tradizione. L'espressionela droite ("la destra") aumentò in uso dopo larestaurazione della monarchia del 1815 quando fu applicata agliultrarealisti.
Le persone dei Paesi di lingua inglese non hanno applicato i terminidestra esinistra alla propria politica fino al XX secolo. Il terminedestra era, originariamente, applicato aconservatori tradizionali, monarchici e reazionari; un'estensione, l'estrema destra, denotafascismo,nazismo, e supremazia razziale.
I prodromi delle denominazioni "destra" e "sinistra" delle due parti opposte nell'arena politica nascono inFrancia poco prima della Rivoluzione francese. Il 5 maggio 1789 furono convocati gliStati generali dalRe di FranciaLuigi XVI, un'assemblea che doveva rappresentare le tre classi sociali allora istituite: ilclero, lanobiltà e ilterzo Stato. Quest'ultimo si ordinò all'interno dell'emiciclo con gli esponenticonservatori capeggiati daPierre-Victor Malouet che presero i posti alla destra del Presidente e iradicali diHonoré Gabriel Riqueti de Mirabeau che sedettero a sinistra. Questa divisione si ripresentò anche in seguito nellastoria francese, ad esempio quando si formò l'Assemblea nazionale. A destra prevaleva una corrente volta a mantenere i poterimonarchici mentre a sinistra stava quellarivoluzionaria.
Quando, a fine agosto, si discusse l'articolo dellaDichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino che riguardava lalibertà religiosa, "coloro i quali tenevano al re e alla religione si erano messi alla destra del presidente per sfuggire ai discorsi, alle indecenze e alle urla che avevano luogo nella parte opposta, dove stava la componente rivoluzionaria" secondo le parole diMarcel Gauchet.
La denominazione si consolidò durante l'Assemblea legislativa e laConvenzione Nazionale. Con laRestaurazione la distinzione si conferma come una caratteristica costante del sistema parlamentare, destinata a durare. DallaFrancia si estese rapidamente in tutta l'Europa. Nel periodo della Restaurazione, in Francia, la destra era occupata dai monarchici cattolici contro-rivoluzionari (Les Ultras) classificabili ai giorni d'oggi come reazionari e, dunque, collocabili nella destra radicale.
Nell'Inghilterra del Settecento andò al governo il partito della destra, iTory, che sostenevano il potere regio e l'integralismo religioso. Nell'Ottocento nacque ilConservative Party che si alternò al governo con iliberali prima e con ilaburisti poi. Negli Stati Uniti la destra, attualmente, è rappresentata dalPartito Repubblicano, nato nel 1854, sebbene originariamente fosse di sinistra.
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Il "fascismo movimento" delle origini propugnava idee in antitesi alla destra tradizionale di inizio secolo, condividendo con essa aspetti legati al nazionalismo, ai miti connessi all'idea di patria, favorevole ad esempio rispetto all'emancipazione delle donne, a politiche maggiormente redistributive, ai temi del sindacalismo rivoluzionario non marxista. Tutto questo diversamente dal "fascismo regime" che prende l'avvio nel 1923 (quando l'Associazione Nazionalista Italiana si fuse con il fascismo), che inglobò, dopo il 1925, le forze conservatrici e monarchiche del paese, assumendo un carattere maggiormente di destra[25], seppur aperta a politiche assistenziali per tutelare le classi meno abbienti e all'intervento statale in economia, oltreché alle idee keynesiane (fortemente influenzate dal massimo dirigente dell'Iri il socialista riformista Alberto Beneduce[26] e nell'ultima fase furono propugnati anche piani di socializzazione embrionali, oltre al tentativo di rendere il paese ecomicamente ed energeticamente autonomo, con l'apertura alle energie rinnovabili e le politiche decisamente autarchiche degli anni appena precedenti alla guerra, politiche molto avversate dalle classi abbienti). Solo nellaRSI il "fascismo repubblicano" tornò alle origini, eliminando totalmente riferimenti alla destra e promuovendo lasocializzazione dell'economia.[senza fonte].
Nella situazione attuale, nella fase dellaSeconda Repubblica, i partiti che si considerano parte della destra sono: Alleanza Nazionale (sciolta nel 2009) eLa Destra (scissione di AN, scioltasi a sua volta nel 2017).Dal 1994 è attivo un partito dicentro-destra,Forza Italia, che si è presentato alleelezioni del 2008 insieme ad Alleanza Nazionale e a gruppi minori all'interno deIl Popolo della Libertà, che diventa partito unico nel 2009, scioltosi anch'esso successivamente.L'alleanza di quest'ultimo con laLega Nord rappresenta l'evoluzione delle coalizioni di centro-destra, con i movimenti federalisti, avutesi dal 1994 ad oggi, ilPolo delle Libertà e laCasa delle Libertà, trasformando parzialmente quella concezione tradizionalmente centralista della destra italiana. Nelle elezioni politiche 2013 si è constatato la nascita di un gruppo politico qualeFratelli d'Italia che rappresenta un chiaro partito didestra conservatrice, da quel momento presente in Parlamento. Nel 2022 la sua leaderGiorgia Meloni è divenuta anchePresidente del Consiglio.
^T. Alexander Smith, Raymond Tatalovich.Cultures at war: moral conflicts in western democracies. Toronto, Canada: Broadview Press, Ltd, 2003. p. 30. "That viewpoint is held by contemporary sociologists, for whom 'right-wing movements' are conceptualized as 'social movements whose stated goals are to maintain structures of order, status, honor, or traditional social differences or values' as compared to left-wing movements which seek 'greater equality or political participation.' In other words, the sociological perspective sees preservationist politics as a right-wing attempt to defend privilege within thesocial hierarchy."
^Seymour Martin Lipset, cited in Fuchs, D., and Klingemann, H. 1990. The left-right schema. pp. 203–34 in Continuities in Political Action: A Longitudinal Study of Political Orientations in Three Western Democracies, ed.M.Jennings et al. Berlin:de Gruyter
^Lukes, Steven. 'Epilogue: The Grand Dichotomy of the Twentieth Century': concluding chapter to T. Ball and R. Bellamy (eds.), The Cambridge History of Twentieth-Century Political Thought. pp.610–612
^ William Roberts Clark,Capitalism, Not Globalism: Capital Mobility, Central Bank Independence, and the Political Control of the Economy, [Online-Ausg.]., Ann Arbor [u.a.],University of Michigan Press, 2003,ISBN978-0-472-11293-7.
^Smith, T. Alexander and Raymond Tatalovich.Cultures at War: Moral Conflicts in Western Democracies (Toronto, Canada: Broadview Press, Ltd., 2003) p. 30. "That viewpoint is held by contemporary sociologists, for whom 'right-wing movements' are conceptualized as 'social movements whose stated goals are to maintain structures of order, status, honor, or traditional social differences or values' as compared to left-wing movements which seek 'greater equality or political participation.'
«Defining the right by its adherence to the status quo is closely associated with a definition of the right as a defense of inequality (Bobbio 1996, Jost 2009, Luna & Kaltwasser 2014). As noted by Jost (2009), within the context of Western political development, opposition to change is often synonymous with support for inequality. Notwithstanding its prominence in the literature, we are hesitant to adopt this definition of the right since it requires the researcher to interpret ideological claims according to an abstract understanding of equality. For instance, Noel & Therien (2008) argue that right-wing opposition to affirmative action speaks in the name of equality and rejects positive discrimination based on demographic factors. From this perspective, the right is not inegalitarian but is “differently egalitarian” (Noel & Therien 2008, p. 18).»
^Scruton, Roger "A Dictionary of Political Thought" "Defined by contrast to (or perhaps more accurately conflict with) the left the termright does not even have the respectability of a history. As now used it denotes several connected and also conflicting ideas (including) 1)conservative, and perhaps authoritarian, doctrines concerning the nature of civil society, with emphasis on custom, tradition, and allegiance as social bonds ... 8) belief in free enterprise free markets and a capitalist economy as the only mode of production compatible with human freedom and suited to the temporary nature of human aspirations ..." pp. 281–2, Macmillan, 1996
^ J.E. Goldthorpe,An Introduction to Sociology, 3rd, Cambridge, Cambridge University Press, 1985, p. 156,ISBN978-0-521-24545-6.
«"There are ... those who accept inequality as natural, normal, and even desirable. Two main lines of thought converge on the Right or conservative side...the truly Conservative view is that there is a natural hierarchy of skills and talents in which some people are born leaders, whether by heredity or family tradition. ... now ... the more usual right-wing view, which may be called 'liberal-conservative', is that unequal rewards are right and desirable so long as the competition for wealth and power is a fair one."»
«...since different currents within the right are drawn to different visions of societal structures. For example, market liberals see social relations as stratified by natural economic inequalities.»