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Denario

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in alto: ca 157 a.C.Repubblica romana, ca 73 d.C.Vespasiano, ca 161Marco Aurelio, ca 194Settimio Severo;
in basso: ca 199Caracalla, ca 200Giulia Domna, ca 219Eliogabalo, ca 236Massimino Trace

Ildenario (denarius) odenaro[1] era una piccolamoneta d'argento del sistema monetario dell'antica Roma.

La parola viene dadeni (il decimo di una serie), la stessa radice dell'ingleseten e del tedescozehn. Indica 10assi, il valore originale della moneta, come indicato dal segno X presente nelle prime emissioni.

Introduzione del denario

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L. Atilio Nomentano, 141 a.C.
Testa elmata di Roma a dx; dietro XVIVittoria alata che guida biga a dx; L•ATILI - NOM
AR denario (3,86 g, 11h). zecca di Roma.

Secondo l'opinione più diffusa attualmente tra gli studiosi, nel211 a.C., durante laSeconda guerra punica, fu battuta una moneta dal valore di 10assi chiamata "denario", il cui nome significa appunto "contiene dieci". I denari sono datati al 211 poiché denarifior di conio sono stati rinvenuti, durante scavi archeologici, nella città siciliana diMorgantina, distrutta proprio in quell'anno durante la seconda guerra punica; si è perciò ipotizzato che quelle monete siano state coniate in quell'anno o poco prima.

I primi denari pesavano4,55 g, quanto 1/72 di libbra romana, e presentavano al dritto la testa di Roma elmata e al rovescio iDioscuri a cavallo con legendaROMA. In un secondo momento il peso fu abbassato a3,9 g.

Verso il 142 a.C. il suo valore fu posto a 16 assi; la differenza fu indicata anche con il cambiamento del simbolo che da X divenne XVI, prima in esteso poi in monogramma[2].

I nuovi denari, dal peso di3,9 g, presentano al dritto la testa di Roma, mentre al rovescio la lupa conRomolo e Remo lattanti; dietro un albero di fico, inesergo la legendaROMA.

Il peso rimase pressoché invariato fino alla riforma di Nerone del64 d.C., che lo abbassò a3,4 g.

SottoMarco Aurelio il peso fu portato a2,36 g, mentre sottoSettimio Severo a1,7 g. Dopo il caos monetario dell'anno250 il suo peso era di0,17 g, dopo di cheAureliano introdusse ilnummo (equivalente a 5 denarii). Verso il300 il cambio del denario con l'aureo era di 1 600 denari per un aureo, dopo di che sottoCostantino i denari non furono più coniati, e nel338 il cambio dei residui denari fu di 150 000 denari per un aureo.

Il problema della datazione del primo denario

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Dopo la guerra contro Annibale, il denaro in circolazione fu “demonetizzato” cioè ritirato e fuso. Furono coniate nuove monete secondo il nuovo sistema del denario.Lo stesso accadde per le monete non romane d'argento e di bronzo, creando nuove zecche in Italia, Spagna, Sardegna e Sicilia.La data di queste riconiazioni, e l'introduzione del denario, è ancora dibattuta, ma alcune testimonianze siciliane potrebbero chiarire il quadro. I denari più antichi furono rinvenuti a Morgantina, che secondo Livio fu distrutta nel 211. Le monete puniche ritrovate con tracce di riconiazione devono essere precedenti al 210, quando i Cartaginesi furono cacciati dall'isola.Tutti questi elementi fanno pensare che la prima coniazione abbia avuto origine in Sicilia nel 212 o nel 211 a.C. e che il denario fosse stato introdotto quindi negli anni centrali della guerra contro Annibale.

I denari serrati

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Lo stesso argomento in dettaglio:Serrato.

Il termineserrato viene dal latinoserrare = segare ed indica una moneta dal bordo seghettato. A Roma furono emessi denari serrati in diversi periodi. Il significato di questa scelta non è chiaro. SecondoTacito (Germania, c.5) iserrati erano particolarmente apprezzati dai Germani. Sicuramente su queste monete era più difficile effettuare l'operazione, detta "tosatura", con cui si toglieva parte del metallo, diminuendone così la quantità di metallo prezioso.

Il quinario

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Lo stesso argomento in dettaglio:Quinario (moneta).

Il quinario (latinoquinarius) era una piccola moneta romana d'argento il cui valore era pari a metà denario.Il quinario fu battuto per un breve periodo, accanto al sesterzio d'argento, dopo l'introduzione del denario nel 211 a.C. In questo momento il quinario era valutato 5 assi.

Il denario come strumento di propaganda

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Sesto Pompeo. ca. 137 a.C.
Roma dx. Dietro vaso, sotto il mento X.SEX•POM•FOSTLVS; la lupa capitolina che allatta Romolo e Remo, a sinistra pastore a destra picchio su fico; ROMA in esergo.
Roma dx. Dietro vaso, sotto il mentoX.Lupa capitolina che allattaRomolo e Remo.
AR, ca. 137 a.C. (daEckhel)
Bruto
Servilio Ahala.Lucio Giunio Bruto.
AR; ca. 54 a.C. (daEckhel)

I primi denari emessi non mostravano alcuna indicazione che li potesse far collegare almagistrato monetario che ne aveva curato l'emissione. Queste monete sono comunemente definite dai numismatici "denari anonimi".

In una seconda fase cominciarono ad apparire simboli che permettevano di identificare in qualche modo il magistrato responsabile (ancora, prua di nave, vittoria, martello, punta di lancia). Più tardi i simboli furono sostituiti da lettere o monogrammi, probabilmente le iniziali del magistrato. Infine, anche se in forma abbreviata appaiono nomi che in qualche modo ci permettono di risalire all'identità a volte, ma quasi sempre allagens di appartenenza.

I tipi in questa fase presentano sempre la testa elmata di Roma al dritto. Al rovescio inizialmente sono rappresentati iDioscuri, poi questi vengono alternati con bighe guidate di volta in volta da varie divinità:Diana,Vittoria,Giove.

L'uso della moneta come strumento di propaganda risale alla nascita stessa della moneta. Nel mondo greco le polis usavano rappresentare nelle monete gli dei protettori della città, (Atena,Acheloo, le ninfePartenope eAretusa). Altre città usavano altre immagini rappresentative: larosa (rhodon) diRodi, l'ape (melita) per Melitæ, il gomito (ankon) adAncona. Solo in età ellenistica vengono raffigurati uomini viventi: i re delle dinastie macedoni.

A Roma l'accento era inizialmente posto sull'esaltazione della città. Nella seconda metà del II secolo a.C. i magistrati monetari iniziano invece ad esaltare lagens di appartenenza ed appaiono nuove rappresentazioni.

Uno dei primi denari con una nuova iconografia è quello di Sesto Pompeo qui raffigurato. Mentre al diritto si ha sempre la testa della dea Roma, cioè l'immagine deificata della città, al rovescio è rappresentata una scena della tradizione romana: il pastoreFaustolo, il cui nome è riportato in alto sulla sinistra, trova i gemelliRomolo e Remo allattati dallalupa capitolina, sotto ilfico ruminale. Unpicchio, che avrebbe portato del cibo, si trova sull'albero. Il nome del magistrato è qui indicato per esteso.

Fino alla fine della repubblica si ha uno straordinario fiorire di tipi che esaltano le ascendenze o supposte tali del magistrato monetario.

Titurio Sabino ci presenta l'immagine diTito Tazio,Bruto, il futuro assassino di Cesare, le immagini dei suoi pretesi antenatiLucio Giunio Bruto eServilio Ahala, Gneo Cornelio Blasio usa invece l'immagine dell'Africano.

Il denario durante l'impero

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Il denario continuò ad essere la principale moneta dell'impero fino a che non fu sostituito dall'antoniniano nella metà delIII secolo d.C. Inizialmente l'argento usato era il più puro compatibilmente con le tecniche dell'epoca, ma gradualmente cambiò secondo le circostanze politiche ed economiche.

Anche quando il denario non fu più emesso con regolarità, fu ancora usato come unità di conto.

L'aureo d'oro sembra essere stato prevalentemente una moneta di conto, una denominazione raramente frequente nelle transazioni comuni, a causa del suo alto valore. Inumismatici pensano che l'aureo fosse usato per pagare gratifiche alle legioni alla salita al potere di un nuovo imperatore. Valeva 25 denari.

1aureo d'oro = 2 quinarii d'oro = 25denari d'argento = 50quinari d'argento = 100sesterzi di bronzo = 200dupondi di bronzo = 400assi di rame = 800semissi di rame = 1 600quadranti di rame

Il valore del denario

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È difficile dare un valore attuale al denario. Il problema è reso più complicato anche dal fatto che cambiò sensibilmente di peso e di valore durante il lungo periodo della sua circolazione, dalla Roma repubblicana all'Impero.

Gli storici classici di regola affermano che nella tarda repubblica e nel primo impero la paga giornaliera per un lavoratore era di un denario.[senza fonte] Esistono inoltre delle informazioni sulla paga dei militari, secondo il grado rivestito: un legionario guadagnava 120 denari all'anno nel II secolo a.C., 225 sottoAugusto, 300 sottoDomiziano, 600 sottoCaracalla, segno evidente della progressiva svalutazione del denario.[3]

In diversi testi antichi vengono riportate, qua e là, informazioni su ciò che si poteva comprare con un denario. Per esempio, in una parabola delVangelo di Matteo (cap. 20) viene offerta ai lavoratori agricoli la paga di un denario al giorno, che doveva essere una paga comune ai tempi diGesù.

Altre informazioni provengono dagli scavi archeologici: in particolare, aPompei sono stati ritrovati vari listini di esercizi commerciali (tabernae) che danno un'idea del valore del denario nelI secolo.[4]

L'eredità del denario

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Anche dopo la fine dell'Impero Romano d'Occidente, diverse monete ripresero il nome deldenarius, con adattamenti linguistici di vario genere.

Nel mondo islamico, ildinar (دينار) fu coniato per la prima volta in etàomayyade dalcaliffo‘Abd al-Malik b. Marwān nel secondo decennio dell'VIII secolo. Lo stesso nome fu attribuito a una moneta dell'Impero Ottomano e ancora oggi è impiegato per la propria moneta da diverse nazioni arabe (Algeria,Tunisia,Iraq,Bahrein,Giordania ecc.) e non solo (Serbia,Macedonia) (v.dinaro).

InEuropa occidentale, nel MedioevoCarlomagno creò lapropria versione del denario (chiamata in francesedenier), mentre più tardiSancho III di Navarra (XI secolo) creò ildinero spagnolo eAlfonso I del Portogallo (XII secolo) ildinheiro portoghese.

Un'eredità del denario è anche l'uso della letterad come abbreviazione delpenny britannico prima del 1971 (oltre che deldenier francese).

Note

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  1. ^denario edenaro su Vocabolario Treccani
  2. ^Crawford RRC, p. 55.
  3. ^ R.Salati,Prezzi e stipendi nell'antica Roma, sumanuali.lamoneta.it.URL consultato il 24 marzo 2024. Contiene anche un po' di bibliografia.
  4. ^ Numismaticus,Quanto valeva una moneta romana, e cosa era possibile acquistare, suIl Faro, 2018.URL consultato il 24 marzo 2024.

Bibliografia

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