Il partito è stato fondato nell'ottobre del1966, da qui il nome, daHans van Mierlo, giornalista, eHans Gruijters, insieme a politici provenienti da diverse esperienze partitiche. Alle elezioni del1967 il partito ottenne 7 seggi, in quelle del1971 11 seggi ed il quelle del1972 6 seggi. Nel1973 entrò a far parte del governo. Dopo alterne vicende il partito prese parte nel1994 a due governi "viola" (composti daliberali "blu" esocialdemocratici "rossi") guidati daWim Kok. Nel2002, capo del partito è stato elettoThom de Graaf, che dopo il calo di consensi alleelezioni, nel2003, ha ceduto il passo aBoris Dittrich, il quale è stato sostituito, nel2006, daFrank Dales. Dopo il fallimento del governo tra laburisti e cristiano-democratici, D66 è entrato a far parte di un governo concristiano-democratici e i liberali di destra, dal quale, però, è uscito nel 2005.
Alle politiche anticipate del2006, il quadro politico olandese si è particolarmente complicato. Nelle elezioni si è rafforzato, infatti, ilPartito Socialista, il partito più a sinistra, che ha guadagnato ben 17 seggi, ed ha ottenuto un buon risultato ilPartito Per la Libertà, che ha conquistato 9 seggi. Hanno perso consensi tutti i partiti maggiori: ilCDA (-3), ilPvdA (-10), ilVVD (-6), laLista Pim Fortuyn (-8), che non ha più deputati. La radicalizzazione verso le estreme (SP e PVV) ha determinato un insuccesso per le liste più moderate, in particolare D66 è calato dal 4,07 al 1,96% ed ha dimezzato i seggi, da 6 a 3.
Hans van Mierlo durante un discorso al congresso del partito nel 1985
Alle elezioni del2010 D66 migliora i propri risultati ottenendo il 6,95% e conquistando 10 seggi alla Camera (+7), collocandosi all'opposizione del governo di centro-destra guidato daMark Rutte, composto dalVVD eCDA, che aveva continuato nel suo calo dimezzando i consensi dal 26,5 al 13,6%. Anche ilSP calò al 9,9% ed i laburisti al 19,9%. Vero vincitore della consultazione fu ilPVV, nazionalisti, che passò dal 5,9 al 15,5% dei consensi. L'appoggio esterno del PVV al Governo fu indispensabile affinché quest'ultimo disponesse di una maggioranza assoluta.
Le elezioni del2012 portano ad un'ulteriore crescita per D66, che ottiene il 8,03% dei voti e 12 seggi alla Camera. Le elezioni vedono anche un rafforzamento del VVD (liberali conservatori) e del PvdA (laburisti) a discapito del SP (socialisti di sinistra), del PVV (nazionalisti) e del CDA (democristiani).
Leelezioni legislative del 2017 vedono la nona vittoria elettorale consecutiva (tra Camera, Parlamento Europeo, comunali, regionali e Senato) dei Democratici, che ottengono 19 seggi; il secondo più alto risultato della loro storia, dopo i 24 seggi ottenuti nel 1994.
Con leelezioni europee del 2019 la lunga serie positiva di D66 si interrompe bruscamente con pesante calo di consensi (7,07% dei voti e 2 seggi). Il 16 giugno 2023 l'europarlamentareSophie in 't Veld abbandona i D66 per aderire aVolt Paesi Bassi.[9]
D66 è un partito di orientamentoliberale. Fino al1998, viste anche le origini radicali di Van Mierlo, i membri del partito si definivanoradicali democratici. Dal 1998 in poi, il partito si è ufficialmente definito un partitosocioliberale. Può essere definito un partitoliberale progressista, infatti i D66 nascono come "alternativa" alVVD, iliberali-conservatori di centro-destra, e per continuare la tradizione culturale delVrijzinnig Democratische Bond (Lega democratica dei liberi pensatori), confluita nel1948 nelPartito del Lavoro,socialdemocratici. Molti Democratici preferiscono, infatti, definirsi democratici "liberi pensatori".
Alcune delle politiche più importanti proposte dal partito sono:
Economia mista, che concilia l'economia di mercato con l'intervento statale. Propone anche laflessibilità lavorativa e riduzioni delle tasse per le piccole e medie imprese.
Propone di incrementare i finanziamenti statali all'istruzione e all'innovazione, e anche i salari degli insegnanti. Chiede anche una deregulation nel settore dell'educazione e di introdurne una maggiore competizione.
Proponeva l'introduzione deireferendum vincolanti, l'abolizione del Senato, e l'elezione diretta del primo ministro e dei sindaci.
È favorevole a unaEuropa federale e a una maggiore cooperazione con l'Unione europea su questioni come l'ambiente, le politiche di immigrazione e la politica estera.