Ha legato la sua carriera alMilan, squadra in cui ha militato per 13 stagioni (di cui 11 consecutive) vincendo numerosi trofei, tra cui cinquescudetti e treCoppe dei Campioni/UEFA Champions League. Oltre ad aver vestito la maglia di varie squadre italiane, ha militato nel campionato spagnolo, vestendo le maglie diAtlético Madrid eBarcellona e vincendo con quest'ultima uncampionato.
È stato un centrocampista completo e tatticamente duttile,[2] in grado di effettuare passaggi e lanci lunghi precisi per i compagni.[3] Giocatore dotato di ottime qualità tecniche ed eccellente visione di gioco, nasce come regista di centrocampo.[4] Era molto abile a creare azioni da gol e a dettare i tempi della squadra; infatti, venne soprannominato "il metronomo"[4] e "il cervello" della nazionale e del Milan.[5] Era inoltre un buon tiratore: abile rigorista,[5] era in grado di tirare le punizioni a giro o di potenza.[1] Calciava bene anche da lontano.[1] Caratteristica dei suoi tiri, in particolare sui calci di rigore, l'assenza quasi totale di rincorsa. Tutti questi attributi gli permisero di diventare uno dei centrocampisti migliori del panorama mondiale degli anni '90.[1]
Albertini in azione al Padova nella stagione 1990-1991
Di origini sarde dal ramo materno, viene chiamato Demetrio in onore del santo patrono diOschiri (OT) su suggerimento dello zio.[6] Cresce aVilla Raverio, a pochi chilometri da Monza, e muove i suoi primi passi nella squadra giovanile dell'oratorio locale.
Entra poi nel settore giovanile delMilan, società alla quale resterà legato per la maggior parte della carriera sportiva e con cui nella stagione1988-1989 debutta in Serie A il 15 gennaio 1989, a 17 anni, mandato in campo dall'allenatoreArrigo Sacchi nella partita Milan-Como (4-0).
All'inizio della stagione1990-1991, a 19 anni, viene ceduto in prestito alPadova, inSerie B, dove ebbe occasione di giocare per la prima volta con continuità, collezionando 28 gare e 5 gol. A fine di quell'annata calcistica, inoltre, il centrocampista venne premiato dallaDiadora in quanto ritenuto la miglior speranza italiana nello sport.[7]
Tornato al Milan, diviene una pedina fondamentale del gioco diFabio Capello già nella stagione1991-1992, in cui i rossoneri vincono lo scudetto senza subire sconfitte, impresa senza precedenti sino a quel momento. Albertini giocherà in maglia rossonera per undici stagioni consecutive, dal 1991 al 2002, vincendo cinquescudetti (di cui tre consecutivi dal 1992 al 1994), treCoppe dei Campioni/Champions League, unaSupercoppa UEFA e 3Supercoppe italiane.[8] Il suo bilancio al Milan è in totale di 406 presenze (di cui 293 in Serie A) e 28 gol (di cui 21 in massima serie).[8] Dal punto di vista personale, la sua annata migliore è stata la1996-1997, in cui ha realizzato ben otto reti (record stagionale della sua carriera).
L'anno seguente tornò in Italia e venne ceduto in un'operazione di scambio conGiuseppe Pancaro, con grande amarezza del giocatore,[7] allaLazio, con cui collezionò 23 presenze e mise a segno due reti, vincendo anche laCoppa Italia.
Albertini in azione al Milan nell'annata 1991-1992
Nella stagione2004-2005 si trasferì all'Atalanta;[9] con la squadra bergamasca Albertini giocò 14 partite segnando un gol, all'esordio. Nel mercato di gennaio il centrocampista tornò in Spagna passando alBarcellona, ricevendo per questo alcune critiche dal suo ex tecnicoDelio Rossi.[10] InCatalogna giocò unicamente cinque partite, che gli permisero tuttavia di fregiarsi del titolo diPrimera División vinto dalla squadra allenata daFrank Rijkaard, suo ex compagno di squadra al Milan.
Infine il 5 dicembre 2005, a 34 anni, annunciò il suo ritiro dall'attività agonistica.[11] La festa di addio al calcio di Albertini si è svolta il 15 marzo 2006 aSan Siro, con una partita celebrativa tra Milan e Barcellona.[12]
A partire dall'anno successivo prende il posto diGiuseppe Giannini come regista titolare, e forma per numerosi anni l'asse centrale di centrocampo con il coetaneoDino Baggio.[14] Partecipa quindi alcampionato del mondo 1994 negli Stati Uniti, durante il quale serve unassist decisivo per il gol diMassaro contro ilMessico nella fase a gironi, che permette all'Italia di qualificarsi alla seconda fase del torneo.[15] Nella semifinale contro laBulgaria, serve un altro assist aRoberto Baggio per il gol del momentaneo 2-0, che porta gliAzzurri allafinale del torneo.[16] L'Italia verrà sconfitta aitiri di rigore dalBrasile, nonostante Albertini riesca a segnare il suo tiro dal dischetto.[17]
Due anni dopo è convocato da Sacchi per ilcampionato d'Europa 1996 in Inghilterra, dove però l'Italia non supera la prima fase.[18]
Albertini (accosciato, secondo da destra) in nazionale nel 1999
Sotto la gestione diCesare Maldini partecipa alcampionato del mondo 1998, dove nei quarti finale contro i padroni di casa dellaFrancia, l'Italia viene eliminata di nuovo ai rigori, a causa anche di un errore di Albertini;[19] neitempi supplementari, l'occasione del possibilegolden goal azzurro era nato proprio dal piede di Albertini, quando il suo lancio smarcante liberò Roberto Baggio, il quale mandò il pallone di poco a lato della porta diBarthez.[20]
Al successivocampionato d'Europa 2000 organizzato congiuntamente da Belgio e Paesi Bassi, sotto la gestione diDino Zoff, Albertini risulta il miglior uomo-assist della nazionale con due passaggi vincenti,[21] fornendo il primo aFrancesco Totti nella vittoria contro ilBelgio durante la fase a gironi,[22] e il secondo aFilippo Inzaghi nei quarti di finale contro laRomania.[23] GliAzzurri saranno sconfitti in finale per 2-1 dalla Francia, per via del golden gol diTrezeguet.[24]
Confermato dal nuovo CTGiovanni Trapattoni, gioca 5 gare da titolare nellequalificazioni alcampionato del mondo 2002, ma un infortunio altendine di Achille a pochi mesi dal via della manifestazione gli ha impedito di partecipare alla fase finale in Corea del Sud e Giappone, segnando di fatto la fine della sua carriera in maglia azzurra.[25]
Con la nazionale, nella quale ha militato dal 1991 al 2002, Albertini ha totalizzato 79 presenze (6 delle quali dacapitano)[26] e 3 reti.[13]
Dopo il suo ritiro, attraverso l'Associazione Italiana Calciatori, intraprende la carriera dirigenziale. Nel giugno del 2006, in seguito allo scandalo diCalciopoli e alle successive dimissioni del presidente in carica dellaFIGC,Franco Carraro, e alla nomina di un commissario straordinario,Guido Rossi, è stato nominato vice commissario straordinario dellaFIGC. Tuttavia, il 19 settembre dello stesso anno, ha rassegnato le proprie dimissioni.
Dal 2007, con l'inizio della presidenza diGiancarlo Abete è diventato vicepresidente dellaFedercalcio. È stato confermato vicepresidente il 5 aprile 2013 con 10 voti.[27] È anche capodelegazione della Nazionale italiana in occasione diUEFA EURO 2012, dellaConfederations Cup 2013, delMondiale 2014 dopo il quale si congederà dalla Federcalcio davanti all'impossibilità di arrivare a riforme importanti per il calcio.[28] Il 27 luglio 2014 formalizza la propria candidatura alla presidenza dellaFIGC, dopo averne a lungo ventilato l'idea. L'11 agosto perde la battaglia per la presidenza dellaFIGC a favore diCarlo Tavecchio,[29] che ottenne in terza votazione il 63,63% delle preferenze. Per Albertini si schierarono invano l'AIC, l'AIAC e l'AIA, le componenti tecniche (calciatori, allenatori e arbitri) dellaFIGC.
Tra gli altri incarichi ricoperti in quegli anni, ha diretto il Comitato organizzatore per la finale dellaUEFA Champions League 2008-2009 a Roma e il progetto di candidatura dell’Italia perUEFA EURO 2020 che ha permesso sempre a Roma di ospitare le gare dell’Europeo; è anche membro del Consiglio d’Amministrazione di Federcalcio srl, del “FIFA Football Committee” e del “UEFA Football Committee”, della FIFA Task Force Football, della Commissione organizzativa per laConfederations Cup 2009, della Commissione Nazionale Atleti del CONI, del Progetto della Presidenza del Consiglio e del CONI Destinazione Sport, Vice Presidente dell’ATC (ACES Technician Committee), Consigliere dell’Associazione Italiana Calciatori, Ambassador e Coordinatore sport perExpo Milano 2015; relatore presso il Comitato delle Regioni dell’Unione Europea nel quadro delle modifiche per il Libro Bianco sullo Sport, membro della Commissione Stati Generali delle Carceri e della Commissione Sport e Mafia presso il Ministero della Giustizia.
Il 30 gennaio 2019 diventa poi presidente delSettore Tecnico della FIGC,[33] venendo riconfermato il 9 giugno 2021.[34][35] Il 19 luglio seguente consegue la qualifica da direttore sportivo.[36]
Nel 2006 realizza il progetto per la creazione della scuola calcio "Demetrio Albertini",[37] che nasce aSelvino (BG) e si sviluppa aMilano e nellecchese, coinvolgendo più di 1000 ragazzi.
È amministratore unico della Demetrio Albertini Srl, agenzia di sport marketing ed eventi con sede a Milano.
Dal 2018, insieme aPierluigi Casiraghi eLorenzo Alfieri, porta avanti il progettoCity Padel Milano, tornei dipadel organizzati nei campi allestiti ai piedi delle torri in zona Garibaldi a Milano.[38]
Nel 2020 dà alle stampe per Gribaudo il libroTi racconto i campioni del Milan, in cui racconta cinquanta fuoriclasse della storia del club rossonero.
^ Giancarlo Padovan,Massaro, nove minuti di felicità, sustoriedicalcio.altervista.org, Il Corriere della Sera, 29 giugno 1994.URL consultato il 20 aprile 2015.
^ Giancarlo Padovan,Roby Baggio ci porta in Paradiso, sustoriedicalcio.altervista.org, Il Corriere della Sera, 14 luglio 1994.URL consultato l'11 maggio 2016.
^ Gianni Mura,Sconfitti, a testa alta, sustoriedicalcio.altervista.org, La Repubblica, 18 luglio 1994.URL consultato il 20 aprile 2015.