Figlio di un principe ateniese,Metione,[1] oEupalamo,[2] oppurePalemone,[3] Dedalo era probabilmente originario diAtene, dov'era un apprezzato scultore. In seguito all'omicidio del suo assistente e nipoteCalo, che avrebbe ucciso perché geloso della sua maestria, fu accolto aCreta dal reMinosse.
Durante questo suo soggiorno al palazzo, lo scultore attirò il desiderio di una schiava del re di Creta, di nomeNaucrate, la quale s'innamorò perdutamente della sua maestria e della sua bellezza. Dedalo si unì alla giovane, che gli diede un figlio,Icaro.
A lui è attribuita la costruzione della vacca di legno nella qualePasifae, moglie di Minosse, si accoppiò con iltoro sacro inviato daPoseidone: dall'unione nacque ilMinotauro, che fu rinchiuso per ordine di Minosse nellabirinto costruito da Dedalo.
Essendo a conoscenza della struttura del labirinto, Dedalo, una volta finita la sua opera, vi fu rinchiuso con il figlio Icaro.[4]
Dedalo e Icaro in un rilievo aVilla Albani (Roma), nell'intento di uscire dal labirinto. Illustrazione tratta dal lessico diJoseph Meyer.[5]
Mito di Dedalo in un mosaico romano
Dedalo ed Icaro, mentre lavorano per i sovrani cretesi, sul punto di essere rinchiusi nella trappola labirintica da essi progettata.Dettaglio rappresentante Dedalo nel mosaico pavimentale delII secolo d.C., rinvenuto e conservato nel territorio diGaziantep (Zeugma).Il mosaico per intero nellasala museale a Gaziantep, che riproduce gli scavi di Zeugma.
Per scappare, Dedalo dispose delle piume di uccello in fila, partendo dalle più piccole alle più grandi, in modo che sembrassero sorte su un pendio. Poi al centro le fissò con fili di lino, alla base con cera, e dopo averle saldate insieme le curvò leggermente, per imitare ali vere. Dedalo raccomandò al figlioIcaro di volare a mezz’altezza in modo che l'umidità non appesantisse le ali e che il sole non facesse sciogliere la cera. Durante il volo Icaro si avvicinò troppo al sole e il calore fuse la cera, facendolo cadere in mare.[6]
Fuggito da Creta, Dedalo si recò inSicilia, dove trovò rifugio presso il reCocalo. Minosse, per cercare di riacciuffare il fuggitivo, escogitò un piano: promise una forte ricompensa a chiunque avesse trovato il modo di far passare un filo tra le volute di una conchiglia. Dedalo riuscì nell'impresa, legando un filo a unaformica che, introdotta nella conchiglia i cui bordi aveva cosparso di miele, passò tra gli orifizi per trovare il miele.
Minosse giunse in Sicilia e pretese la consegna di Dedalo, ma le figlie del re Cocalo aiutarono Dedalo a ucciderlo.
Dedalo visse ancora molti anni in Sicilia fino a quando decise di andare conIolao, nipote diEracle, inSardegna, dove si stabilirono.[7]
A lui venne attribuita l'invenzione delle sculture, lignee o in terracotta, dettedaidala, anche se lo scrittore e geografoPausania pensava che esse esistessero già prima dei tempi di Dedalo.[8]
Dedalo era anche ritenuto l'inventore delleagalmata, statue di divinità che avevano occhi aperti e membra mobili.[9] Queste statue erano così simili alla realtà rappresentata, chePlatone fece notare la loro sorprendente e sconcertante mobilità.[10]
Virgilio ricorda Dedalo nel VI libro dell'Eneide, quandoEnea giunge al "tempio immane" dellaSibilla cumana. Fu appunto Dedalo a costruire il tempio, a consacrarlo aFebo e a incidere sui battenti la storia del mito che lo riguardava, dalla morte diAndrogeo fino ai "ciechi passi" diTeseo lungo il filo d'Arianna. Solo del figlio Icaro manca la storia, perché il padre fu fermato due volte dal troppo dolore nel raffigurare l'evento: «bis patriae cecidere manus» («due volte caddero le mani paterne»).
In italiano viene utilizzato il sostantivo "dedalo" per indicare un intrico (solitamente di strette vie) simile a un labirinto, derivando permetonimia il termine dal costruttore del labirinto.[11]
Il mito di Dedalo, molto spesso assieme a suo figlio Icaro, è stato oggetto di molteraffigurazioni (talvolta anchesimboliche oallegoriche): dall'attribuizione di unostile originario della scultura greca arcaica, iniziata storiograficamente a Creta, e poi proseguita nell'antica polis d'arte diSicione, da qui espandendosi in tutta la sfera dell'antica Grecia; per poi arrivare al secoloneoclassico eromantico (VIII-XIX sec.), continuando, anche oltre il celebre esempio dello scultoreAntonio Canova:Dedalo e Icaro.
Incisione di Johann Christoph Sysang (1703-1757), con incorniciato Dedalo che fugge dal labirinto (1749), con il motto «iuvat evasisse» (“felice di essere scampato”).[12]
Dedalo incita il figlio al volo, dipinto daCharles Paul Landon (1799; Musée des Beaux-Arts et de la Dentelle adAlençon).
Affresco di una volta delLouvre (a Parigi), rappresentante in cieloApollo, Dedalo (di lato, a sinistra) e, la caduta di Icaro (1819), diMerry-Joseph Blondel.
«A wise warning» ("Un saggio avvertimento"), caricatura diGuglielmo II eBismarck (rispettivamente nel ruolo di Dedalo e Icaro), disegnati daJohn Tenniel per la rivistaPunch, in un numero uscito nell'ottobre 1888.
Articolo della rivistaWaxworks (n. 4) intitolaMirror ed argomentatoAutomata and androides (214 x 134 mm), trattante dei meccanismi attribuiti a Dedalo, oggi conservato allaBodleian Library di Oxford.
Il personaggio di Dedalo è presente anche nei fumettiMarvel Comics e corrisponde aIkaris, uno degliEterni (un gruppo di personaggi immortali). Questo Eterno (con il dono del volo) al tempo dell'Antica Grecia non si chiamava ancora Ikaris e aveva un figlio di nome Icaro. Per fare volare Icaro al suo fianco, l'Eterno gli costruì un paio d'ali meccaniche; una volta che egli era assente, tuttavia, il figlio volò troppo in alto, perse i sensi, cadde e morì. Il padre decise allora di cambiare il proprio nome in Ikaris, in ricordo del figlio perduto.
Nel manga deI cavalieri dello zodiaco, compare unCavaliere d'Argento di nomeDedalus di Cefeo, maestro diAndromeda e diNemes. Con il personaggio mitologico, questo cavaliere condivide la notevole intelligenza e il grande ingegno (insegnerà al suo allievo come manovrare la sua celebreCatena di Andromeda, nonostante il suo stesso Cloth non sia provvisto di armi simili).
^Quest'ultimo periodo manca della fonte:Apollodoro nelII secolo a.C. sostiene che Dedalo venne rinchiuso nel labirinto perché Minosse lo ritenne responsabile della "riuscita" diTeseo, che poté tornare dal labirinto grazie all'espediente del gomitolo che lo stesso Dedalo aveva suggerito. Non ci sono altre fonti nell'antichità che collochino Dedalo e Icaro imprigionati nel labirinto.Ovidio nelleMetamorfosi non lo fa,Diodoro Siculo nemmeno.