Il terminedecisionismo, nella sua accezione originaria, indica la dottrina che fa capo al filosofo deldirittoCarl Schmitt (1888 -1985) secondo cui all'origine del diritto stesso c'è unadecisione incondizionata[1].Il concetto in sé deriva dalla filosofia diThomas Hobbes, visto da Schmitt come il più alto ("classico") rappresentante del decisionismo[2]. La natura peculiare di questo pensiero giuridico scientifico si fonda sul principioauctoritas, non veritas facit legem.
Il filosofoCarl Schmitt, per teorizzare il decisionismo nella sua operaIl custode della costituzione (“Der Hüter der Verfassung”), prende le mosse dall'articolo 48 della Costituzione dellaRepubblica di Weimar, che prevedeva l'attribuzione di poteri eccezionali al Presidente.Lo stesso articolo è ripreso anche nel primo e nel terzo capitolo diTeologia Politica (1922).
Questa forma didittatura costituzionale destinata a emergere durante lostato d'eccezione - cioè durante unaguerra, unarivoluzione o crisi simili - secondo Schmitt evidenzia la vera essenza del diritto, alla base del quale ci sarebbe una decisione d'imperio posta da chi, a un certo punto, si trovaeffettivamente in condizione di imporla. È questa decisione originaria, incondizionata e arbitraria perché fondata sostanzialmente sulla forza, a raccordare lasocietà coldiritto. Passato lostato d'eccezione, l'energia fondatrice siistituzionalizza formalmente, il sovrano si eclissa e dal caos si passa di nuovo all'ordine, fino alla successivacrisi.
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