| Deborah Compagnoni | |||||||||||||||||||||
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| Nazionalità | |||||||||||||||||||||
| Altezza | 165cm | ||||||||||||||||||||
| Peso | 62kg | ||||||||||||||||||||
| Sci alpino | |||||||||||||||||||||
| Specialità | Discesa libera,supergigante,slalom gigante,slalom speciale | ||||||||||||||||||||
| Squadra | |||||||||||||||||||||
| Termine carriera | 1999 | ||||||||||||||||||||
| Palmarès | |||||||||||||||||||||
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| Modifica dati su Wikidata ·Manuale | |||||||||||||||||||||
Deborah Compagnoni (Bormio,4 giugno1970) è un'exsciatrice alpinaitaliana, prima atleta ad aver vinto unamedaglia d'oro in tre diverse edizioni deiGiochi olimpici invernali nellastoria dello sci alpino[1].
Nonostante alcuni gravi infortuni subiti in carriera, è stata tra le più vittoriose sciatrici alpine italiane: nel suo palmarès figurano tra l'altro sedici vittorie in Coppa del Mondo, tre medaglie d'oro olimpiche e tre medaglie d'oromondiali. Ha conquistato anche unaCoppa del Mondo di slalom gigante. Fu l'alfiere dellarappresentativa italiana durante lacerimonia di apertura dei XVII Giochi olimpici invernali diLillehammer 1994.
Originaria diSanta Caterina Valfurva inValtellina, debuttò in campo internazionale in occasione deiMondiali juniores diBad Kleinkirchheim 1986 dove, non ancora sedicenne, vinse la medaglia di bronzo nelladiscesa libera; l'anno dopo nella rassegna iridata giovanile diHemsedal/Sälen 1987 conquistò la medaglia d'oro nelloslalom gigante e nuovamente quella di bronzo nella discesa libera. Sempre nel 1987, il 28 novembre, ottenne il primo piazzamento inCoppa del Mondo, aSestriere insupergigante (5ª). Nel 1988 subì il primo degli infortuni che avrebbero seriamente inciso sulla sua carriera, la rottura del ginocchio destro, seguito da un grave blocco intestinale che ne mise a rischio la vita[1]; aiCampionati italiani 1989 vinse la medaglia d'oro in tutte e quattro le specialità in programma (discesa libera, supergigante, slalom gigante eslalom speciale).
InCoppa del Mondo ottenne il primo podio nello slalom gigante di Santa Caterina di Valfurva dell'8 dicembre 1991 (2ª dietro allasvizzeraVreni Schneider) e la prima vittoria nel supergigante diMorzine del 26 gennaio 1992. Esordì aiGiochi olimpici invernali adAlbertville 1992, dove vinse la medaglia d'oronel supergigante ma il giorno seguente, mentre gareggiavanello slalom gigante, subì uno dei suoi gravi infortuni ai legamenti delle ginocchia[1]: il suo grido di dolore, ripreso dalla diretta televisiva, entrò nelle case di tutti gli appassionati di sci del mondo[2].
All'esordioiridato,Morioka 1993, fu 5ª nel supergigante, mentre l'anno dopo, aiXVII Giochi olimpici invernali diLillehammer 1994, conquistònello slalom gigante (specialità nella quale aveva già vinto nella stessa stagione tre gare di Coppa del Mondo) il suo secondo oro olimpico; inoltre fu l'alfiere dellarappresentativa italiana durante lacerimonia d'apertura[1] e si classificò17ª nel supergigante e10ª nello slalom speciale.
Divenne campionessa mondiale nello slalom gigante nelle edizioni diSierra Nevada 1996 (dove invece non terminò lo slalom speciale) eSestriere 1997; sulle nevi italiane ottenne la medaglia d'oro anche nello slalom speciale, una doppietta che solo pochi atleti nellastoria dello sci hanno saputo conquistare.In quella stessa stagione in Coppa del Mondo si aggiudicò lacoppa di cristallodi slalom gigante con 140 punti di vantaggio suKatja Seizinger: per la prima volta una sciatrice italiana vinse una Coppa di specialità, al termine di una stagione durante la quale la Compagnoni si aggiudicò cinque vittorie nel circuito - tra cui lo slalom speciale diSemmering del 29 dicembre, unica sua vittoria in Coppa del Mondo nella specialità - e il 4º posto nella classifica generale.
AiXVIII Giochi olimpici invernali diNagano 1998, sua ultima presenza olimpica, si riconfermò campionessa olimpicanello slalom gigante - prima atleta a vincere tre medaglie d'oro in tre diverse edizioni dei Giochi[1] - e ottenne la medaglia d'argentonello slalom speciale giungendo alle spalle diHilde Gerg per sei centesimi di secondo[3].In Coppa del Mondo quell'anno vinse quattro slalom giganti, tra i quali l'ultimo della sua carriera aBormio il 6 gennaio, e si classificò 2ª nella classifica di specialità, superata daMartina Ertl di 26 punti, e nuovamente 4ª in quella generale.
L'11 dicembre 1998 salì per l'ultima volta sul podio in Coppa del Mondo, aVal-d'Isère in slalom gigante (2ª), e ai successivi Mondiali diVail-Beaver Creek 1999, sua ultima partecipazione a una rassegna iridata, fu 7ª nello slalom gigante e 8ª nello slalom speciale. Si ritirò al termine di quella stessa stagione; la sua ultima gara in Coppa del Mondo fu lo slalom gigante diSierra Nevada del 13 marzo (7ª) e la sua ultima gara in carriera fu uno slalom giganteFIS disputato aHafjell il 24 marzo.
Nei suoi anni di maggior rendimento primeggiò nelle specialità tecniche e soprattutto nello slalom gigante in cui, tra il 1994 e il 1998, vinse tutti i trofei in palio tra Olimpiadi e Mondiali[1][4], oltre a una Coppa del Mondo di specialità in slalom gigante. I numerosi infortuni, nonostante la vittoria in 16 gare di Coppa del Mondo (2 in supergigante, 13 in slalom gigante e 1 in slalom speciale) e di unaCoppa del Mondo di slalom gigante, le impedirono di disputare numerose stagioni complete (disputò dall'inizio alla fine solo quelledel 1993,del 1994,del 1997 edel 1998)[1]. Tra le sue migliori prestazioni figura la striscia di nove vittorie consecutive in slalom gigante nel 1997-1998 (8 in Coppa del Mondo più una aiMondiali di Sestriere[1]) e la vittoria con un distacco di 3 secondi e 41 centesimi inflitto adAlexandra Meissnitzer nello slalom gigante di Coppa del Mondo disputato aPark City il 21 novembre 1997[5].
La campionessa ha sposato l'imprenditoreAlessandro Benetton, poi la coppia ha deciso di separarsi nel 2021 dopo 13 anni di matrimonio: i due coniugi hanno avuto tre figli, due femmine e un maschio[1][6].
Il 14 ottobre 2002 fondò aBormio insieme ad alcuni amici l'associazione filantropica "Sciare Per La Vita", dedicata alla lotta contro laleucemia[1][7]. Il 10 febbraio 2006 fu tra gli ultimi tedofori dellacerimonia di apertura dei XX Giochi olimpici invernali diTorino 2006: ricevette lafiamma olimpica daPiero Gros e, dopo il suo tratto di corsa, la passò allafondistaStefania Belmondo[1][8].
| Data | Località | Paese | Specialità |
|---|---|---|---|
| 26 gennaio 1992 | Morzine | SG | |
| 7 marzo 1993 | Morzine | SG | |
| 5 dicembre 1993 | Tignes | GS | |
| 11 dicembre 1993 | Veysonnaz | GS | |
| 5 gennaio 1994 | Morzine | GS | |
| 8 gennaio 1995 | Haus | GS | |
| 2 marzo 1996 | Narvik | GS | |
| 29 dicembre 1996 | Semmering | SL | |
| 17 gennaio 1997 | Zwiesel | GS | |
| 18 gennaio 1997 | Zwiesel | GS | |
| 26 gennaio 1997 | Cortina d'Ampezzo | GS | |
| 15 marzo 1997 | Vail | GS | |
| 25 ottobre 1997 | Tignes | GS | |
| 21 novembre 1997 | Park City | GS | |
| 19 dicembre 1997 | Val-d'Isère | GS | |
| 6 gennaio 1998 | Bormio | GS |
Legenda:
SG =supergigante
GS =slalom gigante
SL =slalom speciale
| Stagione/Specialità | Supergigante | Slalom gigante | Slalom speciale | Podi totali | ||||||
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| 1º | 2º | 3º | 1º | 2º | 3º | 1º | 2º | 3º | ||
| 1988 | 0 | |||||||||
| 1989 | stagione non disputata | |||||||||
| 1990 | 0 | |||||||||
| 1991 | 0 | |||||||||
| 1992 | 1 | 4 | 1 | 6 | ||||||
| 1993 | 1 | 1 | 1 | 2 | 1 | 6 | ||||
| 1994 | 3 | 1 | 1 | 5 | ||||||
| 1995 | 1 | 3 | 1 | 5 | ||||||
| 1996 | 1 | 1 | 2 | |||||||
| 1997 | 4 | 2 | 1 | 1 | 1 | 9 | ||||
| 1998 | 4 | 2 | 2 | 1 | 9 | |||||
| 1999 | 1 | 1 | 2 | |||||||
| Totale | 2 | 0 | 1 | 13 | 10 | 8 | 1 | 5 | 4 | 44 |
| 3 | 31 | 10 | ||||||||
url (aiuto).URL consultato il 18 aprile 2025.Altri progetti
| Predecessore | Alfiere dell'Italia ai Giochi olimpici invernali | Successore |
|---|---|---|
| Alberto Tomba | Lillehammer 1994 | Gerda Weissensteiner |